Skip to main content

Cultura

LA DECIMA CROCIATA

Posted in

Ancora una volta i fatti di Gaza1 sono riusciti a guadagnare le prime pagine dei rotocalchi internazionali, anche se a nessuno in realtà interessa scoprire alcunché oltre alle posizioni predefinite e pregiudiziali assorbite dalle relative ideologie politiche di movimenti e partiti nei vari paesi occidentali.

E' un vero peccato che non si vada nel profondo della questione, cercando di capire l'origine storica del problema palestinese, oltre le posizioni ideologiche.

Siccome non ho mai visto da alcuna parte una seppure brevissima esamina della questione da un punto di vista che esuli ideologie e razzismi speculari, mi sento il dovere di intervenire personalmente al riguardo.

Infatti, per chi abbia familiarità con la storia della Palestina, ed al contempo conosca il pensiero Riformatore 2, la questione di Israele e del Sionismo non è da considerarsi un movimento e un programma ebraico quanto piuttosto un programma integralista cristiano di matrice protestante.

Come da più parti è stato fatto notare esistono infatti gli "Ebrei Contro Israele" poichè nessun ebreo osservante potrebbe in realtà essere Sionista, anche se al momento questo punto di vista non sembra certamente essere maggioritario nel mondo ebraico che è in pratica tenuto in ostaggio da militanti non certamente interessati alla religione quanto invece alla politica.
Lo Stato d'Israele è un abominio non solo per come si è formato (tramite intrighi diplomatici del colonialismo tra la fine del 19mo secolo e la Prima Guerra Mondiale), ma per l'idea che ne sta alla base, originariamente venuta alla luce in circoli protestanti evangelici Anglo-Americani.

In questo senso si può arguire che la creazione dello Stato d'Israele sia da considerarsi in tutto e per tutto la Decima Crociata, che di fatto iniziò sul campo durante l'attacco alla Palestina del Generale Allenby3 nel 1916-18.
 

Indagine sul Pensiero e sul Mito

Posted in

 

Fu Aristotele a rendersi conto che la filosofia poté venire riconosciuta tale a partire da Talete (640 - 547 a.C.) figlio illustre di quella che fu la città di Mileto, fucìna e scintilla di un “mondo” a venire. Così, partendo da questi luoghi e personaggi che non sarebbe stupido definire leggendari, la cosa che ora preme elaborare si sposterà velocemente nelle Ere insieme a queste informazioni antiche per innovarsi in una migliore presa di coscienza di quell’Esercizio che tutto pone al suo cospetto, la cui forza viaggia in maniera inversamente proporzionale a quanto debitamente lo si indaga. Questi è - Il Potere.

Baldie Barbie

Posted in

"Bald is Beautiful": Pelata è bello.

Quello che si vuole analizzare in questa affermazione che viene dagli USA, dove è nato un caso interessante riguardo il “politicamente corretto”, si relaziona ad una questione più che delicata. Riguarda i tumori che colpiscono le bambine e uno dei giocattoli più famosi al mondo:

«Parola dell’icona di bellezza per eccellenza per il mondo delle bambine: la Barbie. La splendida bambola dalla folta chioma, che le piccole di decine di generazioni hanno spazzolato per ore e ore, adesso è completamente calva. La Mattel ha infatti deciso di realizzare un esemplare di Barbie senza capelli. L’iniziativa è nata a supporto di una campagna che è stata voluta da delle mamme (e promossa tramite Facebook) per aiutare le piccole che stanno combattendo contro il cancro o che sono colpite da alopecia. Una pagina, quella sul Social Network, che vanta già oltre 150mila "mi piace".»

A rincarare la dose di questo “politicamente corretto” ci pensa il sempreverde Vaticano, così da un altra notizia è possibile apprendere che:

John Marco Allegro e la ricerca del Sacro Graal - Parte Terza

Segue dalla parte prima e seconda...

La Guerra dei Sei Giorni fu la fine delle speranze di John Marco Allegro. 

Fu anche la fine dell'Arab Bureau, che venne smantellato definitivamente per via della nuova tendenza della diplomazia e del servizio segreto britannico ad assecondare le politiche della CIA.  Non ci sono assolutamente prove che Allegro fosse stato reclutato dal Foreign Office o dalla loro controparte segreta, ma trovo oltremodo improbabile che non fosse stato almeno contattato e gli "spooks" hanno argomenti veramente convincenti.  Qualcuno con diretto accesso al sovrano della Giordania non poteva non essere in contatto con i settori dei servizi diplomatici e segreti che avevano simpatia per la causa araba (ed un tempo erano stati potenti ed influenti almeno come la loro controparte filosionista). Ma dopo la guerra probabilmente tutto questo cessò per sempre ed i sogni di John quale novello Lawrence d'Arabia (che fu prima di tutto un archeologo) furono messi per sempre nel cassetto.

John Marco Allegro e la ricerca del Sacro Graal - Parte Seconda

Segue dalla parte prima...

In poco tempo John era diventato totalmente assorbito nel lavoro sui rotoli e impegnato personalmente per cercare di procurare fondi.  Visto la tiepidezza dell'Università di Oxford per tutta la questione, e non volendo lasciare solamente in mano a francesi e americani (e al vaticano) i rotoli, che a suo modo di vedere appartenevano a tutti i cittadini comuni dell'umanità, cominciò a sondare il terreno in diverse direzioni.

Si mise in corrispondenza con amici archeologi e studiosi di storia del Medio Oriente, per informarsi su passi che erano stati dubbi nella traduzione Masoterica e continuavano ad essere dubbi nei rotoli ma che a suo parere erano probabilmente azzeccati nella traduzione dei Settanta (chiaramente, John, che non era stato incaricato di tradurre testi biblici, stava spiando i suoi colleghi del Team) e, senza chiedere il permesso a De Vaux, che agiva come un dittatore all'interno del Team, prese contatto con il Manchester Guardian per scrivere un breve articolo corredato da fotografie del testo e cominciare a far conoscere cosa si era scoperto nel Deserto di Giuda al pubblico inglese.  Nella stessa lettera in cui parla eccitatissimo di questo suo prossimo articolo alla moglie, prefigura che con il suo pagamento si potranno pagare una Ford Popular (l'automobile meno costosa venduta in quegli anni in UK) con cui poter fare scampagnate colla moglie ed il figlioletto che ancora non aveva potuto vedere.

John Marco Allegro e la ricerca del Sacro Graal - Parte Prima

Prima di tutto il nome.  Marco Allegro è un nome italiano ma chi lo portava (il filologo del quale si tratta in questo articoletto e suo padre, uno stampatore di Londra, nato a Parigi) non aveva probabilmente molto di italiano.

E' la solita storia che sembra uscita direttamente da "Howard's End" di Forster, storia di inganno sessuale travestito da passione rovente da parte di figli della nobiltà europea (in questo caso quello in servizio in oriente era un francese) la cui vittima, una espatriata proletaria inglese, muore all'estero di tubercolosi riuscendo a far rimpatriare il figlio del peccato che verrà cresciuto da parenti in Inghilterra.

Il padre del nostro John, John Marco Allegro Senior, si portò dietro questo cognome italiano come un augurio, anche se non è noto per essere stato particolarmente giulivo. Era un uomo serio e determinato nell'entrare nella piccolissima borghesia artigiana inglese, costasse quel che costasse: divenne ufficiale durante la prima guerra mondiale per meriti personali e non decadé mai, nei modi e nella cortesia, dal rango di gentiluomo, pur con i suoi limitatissimi mezzi economici.

Il nostro John crebbe in periferia, col padre che lavorava  da stampatore di manifesti pubblicitari in una baracca di legno nel giardino della sua casetta a schiera.  Era riuscito ad avere figli educati e intraprendenti che sembravano destinati ad una vita monotona nella sterminata selva di casette a schiera.  Il giovane John riuscì a coronare il sogno di suo padre trovando lavoro in una compagnia di assicurazioni (nessuna possibilità per lui di andare al college), un lavoro noioso e grigio nel quale, però, indossava un vestito completo ed una cravatta: ancora oggi quello è il tratto distintivo che divide la società inglese, e si è solo con quel pur minimo requisito dalla parte giusta dell'equazione, lontano dalla vita di matrimoni multipli con figli numerosi di padri diversi, termini in carcere, sbronze settimanali con rissa e ricorso a sussidi e casa popolare caratteristici della classe sociale che non indossa il vestito completo al lavoro.

La trasmigrazione di Bishop Pike

Alla fine di agosto del 1969 il cinquantaseienne James Pike, ex Vescovo della California della Chiesa Episcopale (la Chiesa d'Inghilterra in America) e personaggio notissimo per le sue apparizioni televisive e le sue prese di posizione decisamente liberali, si trovava con la trentunenne moglie Diane in Israele, per fare ricerche su un nuovo libro sui primi Cristiani che si prevedeva ancora più controverso del suo ultimo sui fenomeni stile Poltergeist che lo avevano interessato dopo la morte per suicidio del figlio.

Avrebbero dovuto rimanere in Israele per circa un mese. Il due di settembre affittarono un'auto a Betlemme e si diressero verso il Mar Morto dotati di una cartina comprata in un distributore e di un paio di bottiglie di Coca-Cola.

Fin qui niente di strano.

Tale of two "George"

Posted in

Era nato da una famiglia benestante ma metà della la sua ascendenza era originaria di una paese straniero. 

Fu il primo monarca ad esprimersi correttamente in un dialetto propriamente del suo paese e non in un idioma piuttosto straniero. 

Fu nominato Re del suo paese con molte difficoltà, dato che non fu da subito riconosciuto come titolare del Trono: passò infatti anni in cui non poteva avere accesso al governo del paese, mentre al potere erano i tutori (o usurpatori, secondo alcuni) dell’eredità della famiglia. 

La canzone di Claude

Posted in

Negli ultimi anni del diciottesimo secolo un brillante compositore piemontese, che come noi dalle Alpi Piemontesi era finito nelle piovose isole britanniche per non tornare mai più "a baita", scrisse, così per sfizio, una marcia "à la Mozart". 

Non sapremo mai come lo spartito di Giovan Battista Viotti (o Jean Baptiste, come si faceva chiamare) sia finito in mano all'amico francese, anche lui compositore ma prima di tutto militare, ma quel che sappiamo è che nella notte del 25 aprile 1792, dopo una cena in cui si era certamente parlato di politica e della guerra rivoluzionaria appena dichiarata, Claude Joseph Rouget de Lisle, preso dal fervore creativo e patriottico (lui che rivoluzionario non era) mise insieme le parole per la musica del compositore piemontese.  Il dieci agosto successivo milizie rivoluzionarie provenzali diedero l'assalto al palazzo delle Tuileries a Parigi al suono della marcia di Jean Baptiste e cantando la canzone di Claude.  Il resto è storia. 

Inviterei gli amici della Val di Susa che in questi giorni hanno la loro routine giornaliera un pò modificata da decisioni prese da personaggi che sono per loro più alieni di qualcuno che arrivasse da Marte, a meditare sul testo di questa canzone di successo:

Paulo Coelho: piratate i miei libri!

Posted in

Coelho1 è uno scrittore di fama mondiale con più di 130 milioni di copie vendute.

Recentemente sul suo blog2 ha voluto affrontare il discorso della proposta americana SOPA e più in generale il tema della pirateria. Una sua frase ha fatto il giro del web "Pirati del mondo, unitevi e piratate tutto quello che ho scritto!".

Questa presa di posizione inusuale tra gli autori e detentori di "proprietà intellettuale" di successo è molto interessante e meritevole di essere letta.

Quella che segue è la traduzione dell'intervento sul suo blog.

 

Quello che penso del S.O.P.A.

di Paulo Coelho

 

Sopa & Pipa, Il Blackout di Mercoledì: è giunta l'ora

Posted in

In USA un deputato ha proposto un disegno di legge chiamato SOPA1 che avrebbe dato un potere molto forte ai (più grossi) detentori di copyright, dandogli la possibilità di chiudere molti siti della rete costringendo ISP e motori di ricerca come Google di eliminare il sito in questione.

Come spesso accade queste proposte vengono fatte da membri del governo che agiscono per le potenti lobby dell'industria, e non hanno nessuna relazione con la volontà popolare. Un gran numero di siti web anche molto popolari come wikipedia si sono mossi chiudendo i servizi ed esponendo invece una pagina di informazioni per sensibilizzare il pubblico e far sentire la propria voce nei confronti dei propri rappresentanti politici in modo da bloccare l'iter legislativo di questa pericolosissima proposta di legge.

di Jeffrey Tucker per  The Daily Reckoning 2

Bitcoin, decentralizzazione, ed equilibrio di Nash

di Vitalik Buterin1

Gli storici della tecnologia si riferiranno a Bitcoin per lungo tempo come una innovazione fondamentale all'interno della tecnologia di Internet. E' il primo sistema di denaro elettronico distribuito che impedisce di spendere la stessa moneta più volte, un problema che fino a poco tempo fa sembrava essere inerentemente impossibile da risolvere. E' infatti inerente nella natura dei dati digitali poter essere copiati, ed per questo motivo che le multinazionali di music, film e libri da decenni cercano, con scarsissimo successo, di evitare che le opere che vendono possano essere copiate. Ogni schema di protezione che implementano viene alla fine forzato e reso nullo. Bitcoin ha veramente la possibilità di diventare la migliore moneta mondiale del web e capovolgere l'attuale sistema finanziario. Ma anche se Bitcoin fallisse in questo intento, i concetti che implementa sono in sè stessi rivoluzionari.

La Civiltà di Amedeo

Posted in

Qualche tempo fa sono andato ad un concerto di musica classica, a cui nel Regno Unito è abbastanza usuale  assistere nei luoghi piu disparati: chiese, scuole, case massoniche, municipi e via elencando - a differenza che in Italia - eseguita da gruppi amatoriali che nulla hanno da invidiare ai professionisti se non lo stipendio.

Mi ci ero recato soprattutto per consentire a mia figlia per pochissimo non ancora adolescente (prima che sia troppo tardi per capire istintivamente la differenza da quanto propone lo zombie-box)  di sperimentare la musica dal vivo nella sua forma più eclatante e dirompente, nella fattispecie eseguita da un’orchestra sinfonica non folta come numero di orchestranti ma ugualmente capace di trasmettere tutto l’impatto del suonare collettivo con strumenti tradizionali, per di più in una sala non enorme ma dall’acustica ottima.

Condividi contenuti