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John Marco Allegro e la ricerca del Sacro Graal - Parte Seconda

Segue dalla parte prima...

In poco tempo John era diventato totalmente assorbito nel lavoro sui rotoli e impegnato personalmente per cercare di procurare fondi.  Visto la tiepidezza dell'Università di Oxford per tutta la questione, e non volendo lasciare solamente in mano a francesi e americani (e al vaticano) i rotoli, che a suo modo di vedere appartenevano a tutti i cittadini comuni dell'umanità, cominciò a sondare il terreno in diverse direzioni.

Si mise in corrispondenza con amici archeologi e studiosi di storia del Medio Oriente, per informarsi su passi che erano stati dubbi nella traduzione Masoterica e continuavano ad essere dubbi nei rotoli ma che a suo parere erano probabilmente azzeccati nella traduzione dei Settanta (chiaramente, John, che non era stato incaricato di tradurre testi biblici, stava spiando i suoi colleghi del Team) e, senza chiedere il permesso a De Vaux, che agiva come un dittatore all'interno del Team, prese contatto con il Manchester Guardian per scrivere un breve articolo corredato da fotografie del testo e cominciare a far conoscere cosa si era scoperto nel Deserto di Giuda al pubblico inglese.  Nella stessa lettera in cui parla eccitatissimo di questo suo prossimo articolo alla moglie, prefigura che con il suo pagamento si potranno pagare una Ford Popular (l'automobile meno costosa venduta in quegli anni in UK) con cui poter fare scampagnate colla moglie ed il figlioletto che ancora non aveva potuto vedere.

Allo stesso tempo aveva tramato contro i beduini: se non si riusciva a pagare i rotoli, tanto valeva farli prelevare dalla polizia giordana.  Con una operazione semi-segreta prese contatti con la famiglia reale giordana che assicurò che quando i tempi fossero maturi per una azione diretta per il recupero delle reliquie (che per legge, come in tutto il resto del mondo appartenevano allo Stato) Allegro sarebbe stato curatore dei rotoli per conto del Governo di Giordania.  John era preoccupato anche del fatto che i beduini, per alzare il prezzo, fornivano i reperti un brandello per volta, srotolando e facendo a pezzi i documenti.

Tramite un amico contattò anche il British Museum per avere fondi con i quali comprare i manoscritti.  La risposta fu così deprimente per Allegro che lo convinse sempre di più che le istituzioni, in Inghilterra come in America o in Francia, non erano veramente interessate alla vicenda e che anzi la ostacolavano, anche se in maniera indiretta. Anche l'Università di Oxford, che aveva inviato Allegro e che sarebbe stata l'editrice del supposto libro da stamparsi in più aggiornamenti man mano che il lavoro procedeva, "Scoperte nel Deserto Giudeo di Giordania", e che avrebbe dovuto raccogliere i testi di TUTTO il materiale disponibile, sembrava del tutto letargica. Eppure il lavoro poteva andare, anzi andava avanti spedito: nel dicembre del 1955 Strugnell scrisse ad Allegro che 3000 dollari di rotolo comprati con sussidi vaticani erano stati trascritti in UN POMERIGGIO! Come mai non si vedeva nessun genere di risultati?

Di cosa avevano timore?  Avevano probabilmente timore che quanto era sui Rotoli non confermasse la storia come fino ad ora era stata narrata dalla Bibbia. Questo poteva essere un non gradito shock culturale e le autorità,  sia accademiche che religiose non sembravano molto interessate a correre un simile rischio. Per John tutto questo era un non senso: come studioso si sentiva in dovere di scoprire il più possibile, specie su un argomento così potenzialmente esplosivo.

Nella sua foga, John contattò anche la BBC.  A quel punto i colleghi più in confidenza gli consigliarono di contattare De Vaux, prima che la cosa potesse esplodere in faccia al povero Allegro. Sorprendentemente De Vaux si dimostrò d'accordo (almeno a parole, come scopriremo aveva pronto un Piano B, ed era evidentemente consigliato da persone della massima importanza al Vaticano) così che, nel 1954, Allegro cominciò a scrivere il suo libro "I Rotoli del Mar Morto" e tornò a Manchester avendo acquisito un posto di insegnante all'Università.

Nel 1955 tornò a Gerusalemme, con morale alto e pronto ad un'altra immersione completa nel lavoro. La sua attenzione fu però attratta soprattutto dai due "Rotoli di Rame", che nessuno sapeva come aprire senza distruggere la lega ormai vecchia di 2000 anni.  John si mise in contatto col dipartimento di metallurgia dell'Università di Manchester, che lo rimandò al College of Technology, dove il Dottor Bowen si dimostrò straordinariamente interessato al prospetto di aprire i rotoli, e in breve messe insieme una macchina (usando con stupendo pragmatismo britannico, bric-a-brac vario come meccano e trapano da dentista, una sega circolare superveloce ed un pantografo, oltre a diverse tazze di the) con cui si disse sicuro di potere tagliare i rotoli in sottilissime striscie che si potessero poi ricomporre in piano.

Quando però ne parlò con i responsabili del Team non ricevette nessuna risposta  e neanche la richiesta di illustrare la maniera in cui intendeva aprire i rotoli. Sempre più frustrato e sospettoso, si rimise in contatto con il Governo Giordano per prendere accordi per la loro rimozione. Questo era una chiaro ammutinamento, dal punto di vista di De Vaux, che però, non potendo portare nessun argomento in opposizione, dovette ingoiare il rospo e lasciar fare ai maledetti inglesi che lui, quale fascista francese, odiava solo un pò meno degli ebrei. Di certo quel che aveva detto a Strugnell prima di partire non lo favorì. Strugnell, come abbiamo detto, stava contemplando una carriera ecclesiastica nella Chiesa Cattolica e Allegro, nel suo tipico stile diretto e canzonatorio, mentre se ne andava gli disse ad alta voce: "Io non mi preoccuperei di una carriera ecclesiastica: quando avrò finito il mio lavoro non ci sarà più nessuna Chiesa alla quale unirti!"

In giugno il primo rotolo arrivò a Manchester, per un viaggio organizzato in ogni suo aspetto da Allegro, con un ministro giordano e Bowen non perse tempo nel tagliarli in striscioline in maniera perfetta.  John era fuori di sè dalla gioia e contattò uno dei membri del Team, Harding, per metterlo al corrente di cosa stava succedendo e preparare la spedizione del secondo rotolo – un vero peccato che nessuno avesse fretta di farlo arrivare in Inghilterra. In breve tempo fu chiaro il contenuto esplosivo dei "Rotoli di Rame": la mappa di un tesoro enorme nascosto in varie località. Il tesoro avrebbe potuto essere degli Esseni (sempre che siano veramente esistiti come entità autonoma, fatto di cui chi scrive il presente articolo dubita fortemente) o addirittura il famoso Tesoro del Tempio, di cui si favoleggiava dai tempi dell'Impero Romano.

Fu però chiaro che il contenuto dei "Rotoli di Rame" avrebbe dovuto rimanere segreto, per evitare che cacciatori di tesoro calassero nel Deserto di Giuda e facessero a pezzi tutti i documeni lì rimasti. Allegro fu il primo a suggerire la misura, ma fu anche a favore di un documentario televisivo della BBC a riguardo. Nel frattempo De Vaux e Harding non inclusero il resto del Team tra le persone che dovevano essere informate, ma si può immaginare che, come sempre, inviò un dettagliato rapporto a Monsignor Pizzardo, capo della Congrega per la Dottrina della Fede (per voi e me, la Sacra Inquisizione) che era diventato il suo superiore diretto per questa questione. Visto che tutti gli altri componenti del Team si aspettavano di sapere qualcosa sui rotoli e non di apprendere le novità dalla BBC, i sentimenti verso Allegro non migliorarono. Fu chiesto ad Allegro di fornire le copie dei suoi programmi con la BBC PRIMA che venissero trasmessi, pratica a cui Allegro assentì. Vedremo poi l'importanza di questo particolare.

Infatti, quando le tre interviste radiofoniche furono trasmesse dalla BBC, e De Vaux aveva ricevuto le trascrizioni prima che fossero mandate in onda.

Nelle trasmissioni Allegro svelò di sfuggita, implicitamente, la mancanza della figura di Gesù nei manoscritti scoperti e la probabile identificazione di Gesù con uno dei personaggi della comunità nel deserto che aveva scritto i rotoli. Evidenziò anche come gran parte delle profezie espresse nei vangeli, dei termini e persino la crocefissione, fossero riferiti a questa figura precedente di almeno 80 anni, se non di più, a quella di Cristo, e di cui si legge nei rotoli a lui contemporanei, chiaro segno che esistesse un substrato messianico precedente la religione cristiana.

Di questo si scrisse subito anche sul New York Times in maniera clamorosamente e inaspettatamente sensazionalista.  De Vaux tuonò, per iscritto, contro Allegro: "Non c'è niente sui Rotoli che corrisponda a quel che avete detto. O avete detto il falso o avete interpretato il testo arbitrariamente. Siamo [il team] tutti compromessi dal vostro intervento" e " Non possiamo permettere che voi divulghiate simili conclusioni senza fornire le vostre prove, per esempio i testi sulle quali le basate. (R. de Vaux a J. M. Allegro, 11 febbraio, 1956.)

Naturalmente i testi non erano stati pubblicati, non per volere di Allegro CHE AVEVA GIà FINITO TUTTO IL LAVORO CHE ERA A LUI STATO ORIGINARIAMENTE AFFIDATO, ma proprio perché tutti gli altri, incluso soprattutto lo stesso Vaux, sembravano fare di tutto per evitare che fossero pubblicati.

Allegro cascò dalle nuvole, prima per la reazione di Vaux – che tra l'altro lo accusava di avere parlato dei Rotoli di Rame senza permesso, anche se era in possesso delle trascrizioni delle trasmissioni in tempo utile per fermarle e nelle quali si era in realtà solo accennato alla maniera in cui erano stati tagliati- e poi, soprattutto, per la rabbiosa reazione del mondo accademico verso chi aveva accennato ad ipotesi che peraltro non erano neanche una assoluta novità.

Harding a quel punto portò veramente il secondo Rotolo di Rame a Manchester ma cercò di escludere Allegro dall'operazione.  Allegro si aspettava di poter subito trascrivere il contenuto, ma l'Università si rifiutò di incaricarlo. Harding, che non aveva ascoltate le trasmissioni, prese per buono ciò che aveva detto De Vaux, e cioè che Allegro avesse divulgato informazioni sul contenuto del primo rotolo e nonostante Allegro gli avesse scritto spiegando cosa fosse accaduto in realtà, riuscì a far bandire John dal laboratorio di Bowden.

A questo punto Allegro si rese conto di essere stato tagliato fuori, ma nonostante avesse già finito il suo libro introduttivo, aspettò a pubblicarlo per mantenere fede ai patti. Nel frattempo si diede da fare per trovare un esperto sulla conservazione della pelle e lo trovò nel professor Burton. Il Team ignorò completamente il problema della conservazione dei rotoli e Burton non fu mai chiamato.A quel punto decise di pubblicare il suo libro ormai pronto da due anni, in cui accennava anche ai Rotoli di Rame senza divulgarne il contenuto.

All'inizio degli anni '60 Allegro organizzò diverse spedizioni nel deserto, usando il suo contatto in Giordania - nientemento che Re Hussein - che gli fornì mezzi e personale e che si presentò alla grotta Q1 di persona il giorno di Natale 1962 per avere una discussione con Allegro suoi suoi progetti futuri. Dall'anno prima l'aveva proclamato Consigliere Onorario del Governo Giordano sui Rotoli del Mar Morto, carica che però era vuota di autorità.

Alla fine del 1966, dopo anni in cui John aveva tentato in tutte le maniere di vedere il suo lavoro pubblicato, il Governo Giordano decise di nazionalizzare i musei, il che metteva il Team dei Rotoli del Mar Morto alle dipendenze del governo. A quel punto Allegro si sentì vendicato: amico personale del Re, probabilmente avrebbe potuto esautorare De Vaux e finalmente rendere pubbliche tutte le trascrizioni, sia pure con anni di ritardo.

La fortuna però lo aveva abbandonato: il governo era impegnato in altre vicende. Alle 10 del mattino del 5 giugno 1967 l'artiglieria giordana cominciò a bombardare Israele. Gli israeliani, che non gradivano certo un secondo fronte dopo quello egiziano, contattarono Re Hussein che replico: "Il dado è tratto.".  Tutti sappiamo come andò a finire: la Giordania perse la "Riva Ovest" e Gerusalemme. Gli israeliani presero possesso dei rotoli.

Il resto alla prossima puntata.

 

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La riabilitazione di Allegro

La riabilitazione di Allegro procede alla grande, anzi, sembra l'unico pulito di tutto il team.
Nella prossima puntata indagherai anche l'Allegro pensiero?
Ciao.

Allegro pensiero

Ritratto di Pike Bishop

Non ho intenzione di parlare estesamente dell'"Allegro pensiero", per diversi motivi che elenchero', ma ne accennero' per quanto e' possibile nella prossima puntata, in cui si parlera' del libro che lui pensava che l'avrebbe elevato nell'Olimpo accademico ed invece pose fine alla sua carriera, "Il Fungo Sacro e la Croce", e soprattutto delle reazioni che sollevo'.
Quel che mi interessa in questi articoletti e' lo stimolare la curiosita' sul personaggio umano e su quel periodo storico, che io ricordo bene. Poi se c'e' riscontro (e visto che il libro in Italiano e' introvabile o quasi) potrei in futuro dedicarmi solo a quel libro, ma magari qualcun altro di voi lo saprebbe fare meglio di me, chissa'...

fungus in fabula

Ritratto di PadijtLee

Pike: Quel che mi interessa in questi articoletti e' lo stimolare la curiosita' sul personaggio umano e su quel periodo storico, che io ricordo bene.

Prima dell'ultima parte volevo chiederti Pike se puoi confermare un aspetto della vita (privata) di John M. Allegro che ho letto e cioè (dal "Mistero del mar Morto" di Baigent) "...l'autore rifiutava personalmente l'ideologia psichedelica e non aveva mai ne' fumato ne' bevuto".
Per me non è cosa da poco.

Allegro in privato

Ritratto di Pike Bishop

Mi riservo di tentare entro le prossime settimane una intervista con persone della sua famiglia o almeno conoscenti, a cui chiedero' specificatamente anche questo.

A quanto mi risulta da quanto scrive la figlia, pero', Allegro era praticamente astemio (oltre che a permettergli di risparmiare parecchio in Palestina era uno dei motivi per cui invece di frequentare bar e bordelli frequento' la parrocchia durante il servizio militare: non c'e' cosa piu' noiosa che stare in compagnia di gente che beve se non vai oltre una misera pintarella), non fumava e si era sempre rifiutato di provare qualsiasi droga, dicendo che avere passato anni di guerra in Marina come incubo era stato abbastanza forte per avere ancora voglia di andarsene a cercare altri.
Su Youtube (ma ne trattero' ancora) c'e' un video nel quale alla domanda degli intervistatori a proposito delle sue esperienze con droghe risponde: "Non sono mica matto! No grazie."

L'unica sua indulgenza, dopo i 50 anni e la separazione dalla moglie, era stata verso il gentil sesso, segno tipico della classica sindrome di mezza eta' (la macchina sportiva pero' non poteva permettersela e girava con una Honda di seconda mano alquanto vissuta). Amava inoltre moltissimo le vacanze alle Baleari, non sopportando piu' il clima delle isole britanniche.
Ma quel che lo appassionava di piu', oltre leggere e scrivere, era parlare.

Il suo vizio, a cui non rinunciava mai, era quello di percorrere 5 miglia a piedi a passo spedito tutti i giorni accompagnato dal cane - che evidentemente forniva la scusa per non andare in giro vestito come un deficiente come gli altri joggers - che il cane volesse o no... :)

"mondi"

Ritratto di Calvero

... insomma, i mondi che viviamo, comunque (ma anche con un bel: volente o nolente) ..sono DUE.

Quanto essi possano venire compresi, "circoscritti", condivisi; quanto possano essere debitamente focalizzati tra realtà e "realtà", è il problema.

Insomma, e non è la prima volta, il sempre verde - essere o non essere - è più che mai verde.

La cosa più inquietante (ma non da un punto di vista scientifico/antropologico) è che sia proprio la "realtà" a far della realtà, quello che è. Figli sempre e comunque dell'insondabile.

Diciamo che, ad essere fortunati: fermi sulla soglia, sotto lo stipite della "porta", né di qua né di là ... abbiamo sentore (forse coscienza?) di cosa siamo figli. Forse.