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Quali sono le scimmie?

Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie (Dawn of the Planet of the Apes - 2014)


  • genere: Fantascienza
  • regia: Matt Reeves
  • interpreti: Gary Oldman, Andy Serkis, Jason Clarke, Keri Russell
  • produzione: Chernin Entertainment

GIUDIZIO: Imbarazzante

In due parole

Tripudio del surrealismo e del trash nonsense. Dialoghi esilaranti che sembrano scritti da Mel Brooks su una sceneggiatura composta da spezzoni casuali estratti a sorte con i dadi

Recensione

Una serie di notiziari e una carellata su google earth ci informano che un virus nato in laboratorio da un farmaco testato sulle scimmie ha praticamente decimato l'umanità.

 

Pioggia battente nel bosco, un primissimo piano della scimmiesca espressione renziana dopo che finalmente gli è stato consegnato uno scatolone di avvisi di garanzia.

 

Carellata indietro, era soltanto un sogno, la scimmia non è Renzi, è una vera scimmia (che poi è la stessa cosa) e sembra incazzata.

 

Volando tra gli alberi come Tarzan, arriva un'altra scimmia che alza una mano, sottotitolo: “Cesare”, poi indica un punto, altro sottotitolo: “Sono vicini”. Cesare fa un gesto con il braccio che a casa mia vuol dire: “andiamo”, ma viene tradotto con: “Koba” (il luogotenente di Cesare).

 

Un esercito di scimmie si muove silenziosamente tra gli alberi; una scimmia più piccola si avvicina a Cesare e gli fa un gesto molto conosciuto in Italia, reso celebre da Totò e che più o meno significa: “Che cacchio vuoi?”

 

Traduzione del sottotitolo: “E ora padre?”

 

A questo punto il pubblico al cinema si divide in due fazioni: la prima si domanda se il regista li ha scambiati per idioti incapaci di capire quello che sta succedendo se non ci fossero i sottotitoli, la seconda elabora un pensiero più complesso rendendosi conto che i gestacci delle scimmie, invece di esprimere concetti semplici tipo: “andiamo”, “alt”, “guarda”… vengono tradotti con dialoghi complessi del tipo: “Sei davvero andato con quella zoccola di Mariangela, cugina di terzo grado del primario del policlinico?”

 

Un improvviso e potente rutto in dolby stereo, emesso da Cesare, fa cagare sotto tre quarti di cinema grazie ai 1000 watt dei subwoofer che rifanno la permanente alle donne presenti in sala; si spaventa pure una colonia di pacifici cerbiatti sullo schermo che stava pascolando tranquillamente nel bosco.

Il fuggi fuggi della mandria si scontra con una divisione di scimmie che vengono travolte; i sopravissuti cercano di colpire qualche animale utilizzando delle fionde; è iniziata la caccia, Cesare è un fine stratega, provoca il caos e poi spara nel mucchio sperando di acchiappare qualcosa.

 

Alla fine vediamo le scimmie rientrare nel loro villaggio con il bottino, alcune cavalcando dei cavalli (mai visti né usati durante la caccia), sono scimmie evolute e il villaggio è un bordello di attività e gestacci su strutture a più livelli, sembra di stare al quirinale; vediamo anche un insegnante che scrive lettere e parole: le scimmie conoscono la grammatica. Nessuno capisce però come fa il professore a spiegare vocali e consonanti visto che nessuno sa parlare. A questo punto i dialoghi dei sottotitoli diventano sempre più fitti e complessi e i gesti sempre più imbarazzanti; quando assistiamo alla nascita del nuovo figlio di Cesare, spariscono gli articoli: Cesare fa un gesto in cui sembra mandare a quel paese il figlio grande, il sottotitolo dice: “Figlio, vieni conoscere nuovo fratello”. Successivamente Cesare si sfoga con un amico, butta una mano sopra la testa e compare un sottotitolo chilometrico: “...Si penso ancora agli umani, non so se sono tutti morti ma adesso non ha importanza… A proposito come sta tua cognata? Ha aperto poi quel ristorante per turisti alle Maldive o fa ancora pompini a 150 euro scontati?

 

Ho voglia di alzarmi e uscire dal cinema… Una voce dietro di me è piuttosto scocciata: “Giù, seduto, non riesco a leggere”… Mi arrendo e cercando di non pensare a Charlton Heston, Franklin J. Schaffner e Rod Serling, mi rimetto seduto per vedere come va a finire.

 

Cambio scena: due scimmie tornano attraverso il bosco da un'allegra gara di pesca sulle rive di un torrente e si imbattono improvvisamente in un essere umano. I due primati si congelano come due statue di cera dall'espressione idio-curiosa, l'uomo invece reagisce come se avesse visto Dracula, Andreotti, l'Uomo Lupo e Maria De Filippi tutti assieme. Da di matto, estrae una pistola la punta verso le scimmie che continuano a somigliare a due istantanee e inizia a parlare da solo: “Ssssshhhh! Calma, Calma” intima alle scimmie che non si sono mai mosse, poi spara e ne abbatte una, si mette a urlare: “Aiutooo! Aiutooo! Sono qui, aiutooo!” L'altra scimmia continua a fare la cartolina mentre arriva un gruppo di umani vestiti da campeggiatori della domenica e armati fino ai denti con dei mitra M16. “Gli ho sparato” dice lo schizofrenico al gruppo.

 

Ho di nuovo voglia di alzarmi e uscire…

 

Attirate dagli spari, sulla scena arriva un esercito di scimmie capeggiate da Cesare… Silenzio, tutti si guardano.

 

Adesso il film entra nel surrealismo spinto; uno dei campeggiatori, Malcolm, si fa avanti e rivolgendosi alle scimmie dice:

“Non vogliamo farvi del male”. Sembra un cretino.

Lo schizofrenico replica: “Sono scimmie, non capiscono quello che dici”

“Mica sono ignorante” dice Cesare che smette improvvisamente di esprimersi a gesti.

“Una scimmia che parla” dice lo schizofrenico

“Hai vinto il mongoletto d'oro” risponde Cesare, e poi insiste: “Andate via”

“Andiamo via” fanno eco gli umani, e se ne vanno.

 

Cesare si rivolge alle sue scimmie: “seguiteli”, ordina. Una scimmia si mette a gesticolare, sottotitolo: “Non ho capito un cazzo”, allora Cesare fa due gesti e le scimmie seguono gli umani; la scimmia maestro nel frattempo si domanda perché continua a scrivere parole che nessuno capisce sui muri del villaggio.

 

Il gruppo di campeggiatori arriva alla colonia di umani sopravissuti nella città abbandonata e in rovina di San Francisco. Qui incontrano il leader saggio, Dreyfuss:

 

“Avete trovato la diga con la centrale elettrica? Ci serve l'energia”

“Si e pure 80 scimmie che parlano ruttano e scoreggiano, proprio come noi”

“Non è possibile”

“Lo psicopatico qui ne ha accoppata una”

“Va bene, vi credo, non diciamo niente a nessuno”

“perchè?”

“Potrebbe diffondersi il panico”

“Siamo sopravissuti a un virus che ha sterminato l'umanità, andiamo in giro come se dovessimo rifare “Desert Storm”, con più armi che vestiti e credi che una scimmia parlante scatenerà il panico nel nostro piccolo gruppo?”

“Si”

“Non fa una piega”

 

Dieci minuti minuti dopo cinquemila scimmie di ogni razza con cavalli carri e armi si presenta alle porte della colonia umana.

 

“Ma non erano 80?”

Chiede Dreyfuss

 

Tutti gli umani aprono le porte della colonia e stanno li a guardare inebetiti; nessuno si fa prendere dal panico

 

“Sei un deficiente”

replica Malcolm; e in modo estremamente intelligente esce allo scoperto e si avvicina all'esercito di scimmie dall'espressione truce e inferocita come se fosse la cosa più normale del mondo.

 

A questo punto Cesare, a bordo del suo cavallo, inizia a parlare dimostrando di aver appreso tutta la grammatica congiuntivi compresi.

 

“Noi scimmie non vogliamo la guerra, ma vi facciamo un culo così se tornate a casa nostra; questo è vostro territorio…” Dalla sala si sente una voce: “Il vostro territorio… Com'è che ogni tanto si perdono gli articoli?”

 

Cesare che ovviamente non sente le proteste del pubblico in sala prosegue: “Da questa parte” Indica dietro di sé “è nostro territorio...”

“IL… Mannaggia...”

Piove un coro di Ssshhhh in sala.

 

“Non tornate” conclude Cesare. Quindi prende il suo esercito, improvvisa la parata del quattro luglio e se ne va.

 

Dreyfuss si avvicina a Malcolm

 

“La centrale sta dove abitano le scimmie?”

“Si, che facciamo?”

“Dobbiamo sterminarle tutte”

“E' la tua idea di esportazione della democrazia?”

Chiede Malcolm…

“Non è meglio se prima gli parlo visto che usano i congiuntivi meglio di noi?”

Insiste…

“Ti do tre giorni, dopo mando i bombardieri con le atomiche”

“Hai visto il dottor stranamore?”

 

Malcolm impacchetta tutta la famiglia perché entrare in un covo di scimmie inferocite dopo che ti hanno detto chiaramente di stare alla larga è più sicuro che lasciarli li ad aspettare e porta con sè pure lo psicopatico che manco farlo apposta è l'unico in grado di riattivare la centrale elettrica.

 

Una volta giunto giunto al cospetto di Cesare, ci sono centocinquantamila scimmioni pronti a infilzarlo con lance appuntite; è probabilmente in circostanze come queste che funziona la supercazzola:

 

“Ti prego, non uccidermi”

Silenzio…

“Lo so che hai detto di non tornare”

Silenzio…

“Se mi permetti di mostrarti una cosa, ti prometto che capirai”

“mostra” dice Cesare.

 

Chi si aspettava gli mostrasse il culo resta deluso; il nostro eroe inizia una scalata seguito dalle scimmie e le conduce fino alla diga. Una volta all'interno parte la supercazzola:

 

“questa è una centrale elettrica che produce energia. Una volta le avevamo atomiche ma poi la fissione del nucleo dell'antimateria fratto X al quadrato ci ha detto si esaurivano e quindi abbiamo costruito queste che con un moto inerziale della corrente alternata moltiplicato l'avvocato con scappellamento a destra, come fosse antani, possiamo riportare energia ai nostri computer per poi utilizzare le radio e modulare sulla banda di frequenza mettendo in moto il frigorifero e la mastella automatica dell'energia di scoperchiamento dei buchi neri… Dimmi che hai capito”

 

Cesare ha un attimo di smarrimento e poi dice:

“Luce”

 

Malcolm esulta: “Hai capito!”

 

Piombo nel nichilismo cosmico del vaffanculo ma una sorta di istinto sadomasochista mi spinge a consumare fino alla fine questa fiera del trash per subnormali; una ragazza seduta accanto a me sussurra al fidanzato: “emozionante vero?”

Il fidanzato le prende la mano e gliela mette tra le sue gambe, forse ha capito male. Mi volto dall'altra parte con il terrore di vedere un gorilla eccitato seduto al mio fianco ma fortunatamente c'è soltanto un tipo addormentato… O tramortito, non so.

 

La cura Ludovico prosegue con una terrificante mazzata alle cellule cerebrali; inizia infatti un interminabile intermezzo in cui vediamo la difficile convivenza tra umani e scimmie mentre i primi tentano di riattivare la centrale elettrica. La famiglia buona scambia doni, libri medicine e il deja-vu con biancaneve che parla agli animaletti dolci e teneri è totale. Il resto degli umani più che cattivi sono decisamente stupidi, urlano alle scimmie o le deridono come dei veri dementi. Cesare è diffidente ma è attratto dagli umani del mulino bianco mentre Koba vuole sterminarli tutti e inizia a tramare nell'ombra. E' l'unico motivato visto che in passato era stato una cavia degli esperimenti umani e dato il livello intellettivo dei sopravissuti mi trovo presto a tifare per lui.

 

In questo tripudio di nonsense e dialoghi deliranti ci si accorge che tutte le scimmie iniziano a parlare, a volte parlano, a volte si rivolgono ai sottotitoli; con quale criterio non è dato sapere. Finalmente arriva la resa dei conti: Koba si improvvisa Lee Harvey Oswald e spara con un fucile di precisione senza prendere la mira a Cesare. Poi fa ricadere la colpa sugli umani, diventa il nuovo capo e il suo primo ordine è un attacco suicida alla colonia umana; tutte le scimmie lo seguono allegramente.

 

Assaltano l'arsenale, una specie di deposito che racchiude tutta la potenza militare degli USA che ovviamente sta fuori della colonia ed è sorvegliato da due imbecilli, si riempiono di armi che sanno tutti usare benissimo anche se fino a due minuti prima maneggiavano malamente una lancia e inizia la battaglia. Koba, svestiti i panni di Oswald indossa quelli di Terminator e avanza a cavallo con due mitragliatori pesanti (uno per mano) passando indenne in mezzo a una foresta di proiettili che fischiano dappertutto.

 

Sbaragliati gli umani, non si capisce bene perché, invece di sterminarli li imprigiona modello lager nazista ma la famiglia del mulino bianco che nel frattempo si era tenuta in disparte, scopre che Cesare è ancora vivo.

 

Il Dottor Kildare medica Cesare con i farmaci di Star Trek e la scimmia che un attimo prima è moribonda, un attimo dopo è pronta a combattere.

 

Il tripudio del surreale si raggiunge nel finale; mentre Cesare va a riprendersi il comando in cima a un grattacielo in costruzione dove Koba con tutte le scimmie sta bestemmiando perché nessuno ha mai finito di costruire l'attico, Malcolm va da Dreyfuss che nel frattempo ha minato con il c4 le fondamenta del grattacielo.

 

“Facciamo crollare la torre” dice Dreyfuss, “Così ci liberiamo delle scimmie e ribaltiamo la situazione”

 

Malcolm, che non si preoccupa di apparire come uno squilibrato, punta il mitra su Dreyfuss e altri due amici

 

“Non puoi farlo, lui è lì adesso, dobbiamo dargli tempo”

 

Dreyfuss che è rimasto fuori dal film per tutto il tempo ed è ricomparso soltanto alla fine per vedere un reggimento di scimmie incazzate devastare la colonia umana non capisce il comportamento da psicopatico di Malcolm

 

“Lui chi?” Chiede…

 

Parte una nuova supercazzola:

 

“Quello buono, il cugino del fratello del cognato che sta dalla nostra parte contro quella volta che al bar dello sport, come fosse antani, ci rifugiassimo tutti con lo scappellamento a destra”

 

“Mi prendi per il culo?” Replica Dreyfuss

 

Mi aspetto un coro di “SI” provenire da tutto il cinema…. Silenzio. O nessuno ci sta capendo più niente o sono convinti di assistere a un capolavoro drammatico.

 

Dreyfuss, mangiata la foglia, dice: “Salverò l'umanità” e fa esplodere le cariche.

 

Muoiono tutti tranne Malcolm che ha la pelle repellente alle esplosioni a breve distanza. Nel frattempo, in cima al grattacielo mai finito di costruire, si sta svolgendo un combattimento tra Koba e Cesare, l'esplosione fa crollare due gru ma lascia intatto il grattacielo e non ammazza le scimmie. L'11 settembre aveva fatto pensare che fosse più semplice demolire strutture simili.

 

Koba muore, Cesare da un bacio in bocca a Malcolm e poi si salutano, stanno per arrivare altri umani, la guerra tra scimmie e umani è cominciata, il regista sta già girando il seguito.

 

Torno a casa con il cervello in modalità provvisoria e per disintossicarmi inserisco nel lettore dvd: “Il Pianeta delle Scimmie” di Franklin J. Schaffner.

 

Alla fine della visione sento che le mie funzioni mentali si stanno riattivando; vado su internet e guardo il movie database per vedere che voto hanno dato a quell'attentato alla ragione: la media è altissima, 7.8.

 

mi avvicino alla finestra e ho il sospetto che all'esterno le scimmie abbiano già invaso il pianeta.

 

 

 

 

Rod Serling

Ritratto di Pike Bishop

La domanda e' ovviamente retorica, su quali siano le scimmie. D'altronde conoscendo Serling e' chiaro fin dal primo film che la trama, nonostante i temi dominanti della Guerra Fredda, e' un sotterfugio per parlare non di quanto siano umane queste scimmie, ma di quanto scimmieschi siano questi umani che ci circondano e che ci fanno sentire come il capitano Taylor, ultimo sopravvissuto non ridotto a vegetariano-vegetale/cri-cri/buonista/piglianculo e trattato come animale da bestie.

E' un po' come il famoso Dawn of the Dead, che non parla di zombie, ma dell'americano inurbato.

Questi geni hollywoodiani che non sanno piu' scrivere uno straccio di sceneggiatura che non sia una copia malfatta di qualcosa gia' apparso su qualche media, come scimmie, ci stanno pure tutti.

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