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La verità è come la poesia, e la gente odia la poesia...

La grande scommessa (The big short - 2015)


  • genere: Drammatico/Storico
  • regia: Adam McKay
  • interpreti: Christian Bale, Brad Pitt, Steve Carell, Ryan Gosling
  • produzione: Plan B

GIUDIZIO: Da non perdere

In due parole

Una secchiata di acqua gelida mentre dormi in divano; nel piattume di un cinema a stelle e striscie in delirio arriva un prodotto di denuncia e controcorrente che ha pure la pretesa di spiegare l'economia al popolo rincoglionito

Recensione

L'arrivo di una simile pellicola nel mercato è un evento insospettabile, estraniante e decisamente farebbe pensare a qualcosa di improponibile. Il film infatti, nel mettere in scena la crisi del 2008 che è partita dall'esplosione della bolla immobiliare negli Stati Uniti e si è poi diffusa nel resto del mondo devastando i mercati internazionali, tenta un azzardo cinematografico non da poco: spiegare l'economia al grande pubblico che mediamente ha un livello di attenzione e capacità critica molto basso.

L'opera si muove su due livelli: il primo prettamente didattico che si propone di spiegare ciò che è accaduto e come funziona quella follia economica riempita di termini e concetti astrusi creati ad hoc per renderla incomprensibile alle masse, e lo fa inserendo siparietti in cui varie celebrità che interpretano sè stesse, utilizzano metafore e storielle per rendere semplici e far capire i concetti fondamentali.

E un secondo livello in cui si stende un trattato sulla percezione della realtà che ha il popolo e sulla manipolazione di quella realtà che viene trasformata dai media in un mondo virtuale finto come la fattoria del Mulino Bianco.

Già così sarebbe difficile rendere efficace e fruibile un documentario che solitamente è rivolto a un pubblico di nicchia, ma come conciliare il tutto in un film che arriva nelle sale e deve catturare l'attenzione di una massa abituata ai supereroi della Marvel?

Qui entra in gioco la bravura del regista Adam McKay da cui traspare tutta la sua voglia di fare informazione e sbattere la verità in faccia alla gente. Nell'operazione vengono coinvolti quattro attori da traino in grado di richiamare il pubblico: due dediti alla commedia ma visti recentemente e con successo in ruoli impegnati e due superstar come Christian Bale e Brad Pitt qui anche in veste di produttore. La sceneggiatura viene condita con una forte vena di feroce ironia e con dialoghi molto efficaci; la messa in scena è molto "pulp" come se assistessimo a un thriller.

Il risultato finale è che se anche a una prima visione si rischia di non capire proprio tutto, l'interesse è assicurato e la voglia di vedere come va a finire accompagna lo spettatore per tutta la lunghezza del film.

Una delle cose straordinarie oltre a una prova attoriale davvero strepitosa è la capacità di disseminare durante il film battute, messaggi veloci, sequenze brevi, che possono colpire in modo molto efficace il pubblico obbligandolo a riflettere.

C'è l'idea che il regista utilizzi sapientemente la cultura di massa per fare breccia nella gente ed ecco quindi dei personaggi goffi, divertenti, che fanno ridere ma che dichiaratamente ci stanno dicendo che si parla molto seriamente di fatti gravissimi che toccano la vita di tutti.

Una formula strana ma che a nostro avviso funziona molto bene. Di cinema come questo se ne sente il bisogno perchè è in grado di piacere a tutti e non soltanto a chi è già informato o interessato a capire.

Se abbiamo sempre assistito all'uso dei media per abbassare il livello critico e culturale delle masse con la scusa del: "E' ciò che la gente vuole"; utilizzare quei meccanismi al contrario per catturare l'interesse e obbligare a riflettere sembra piuttosto rivoluzionario.

Film quanto mai attuale (ciò che racconta non è finito certo nel 2008) ha il merito di aver portato sul grande schermo le bolle finanziare di wall street e di rendere reale, corporeo, ciò che quotidianamente ci passa sotto agli occhi senza che ne abbiamo la benchè minima percezione se non quando ci rendiamo conto che non riusciamo più a sopravvivere.

Un film didattico certo, ma che utilizza sapientemente il concetto di "intrattenimento" come arma per ragiungere il pubblico.

Da non perdere.

P.S. Il trailer qui sotto evidentemente è stato messo assieme da uno dei dementi citati nel film e non rende giustizia al film stesso. Uno dei rari casi in cui il trailer fa sembrare il film una mezza ciofeca

 

 

 

da non credere

Ritratto di Calvero

Mi credi se ti dico che non ci credo?

Non l'ho visto e l'ho saltato a piè pari quando ho visto il trailer. 

Carrel con quella sorta di pettinatura/parrucchino; Bale che lo detesto sempre più, con i suoi Batman schifosi e idolatrati, che se li metti insieme tutti e tre, non vale una puntata degli episodi trash televisivi degli anni che furono; Brad Pitt che mi sa di finto uomo normale, che dopo quel film falso fino al DNA, quello di guerra coi carro armati, mi puzza ancora di più; Ryan Cosling che mi sta antipatico da sempre, beh ...  ho messo insieme i mie fastidi al trailer e l'ho rimosso dalla testa in meno di un nanosecondo ...

 

... e ora il Proiezionista mi dice che è da non perdere. Ho subito uno shock surprise

Ma è proprio vero quello che hai scritto? 

Pazzesco.

Devo vederlo

 

 

The Big Short

Ritratto di Dusty

Il film ha sorpreso anche me, e merita assolutamente di essere visto. Occhio però: è piuttosto complesso.

Per chi si intende un minimo della questione però chiaramente non va al cuore del problema: non affronta nemmeno lontanamente quella che è la causa principale che crea poi queste enormi distorsioni che vengono mostrate nel film.

Quello che passa chiaramente come messaggio è che servono ancora più leggi, ancora più controlli, e quindi ancora più controllori con ancora più potere, in modo che si possa risolvere il problema: in altre parole, più status quo, e sempre più potere a sempre meno persone.

Tutto, tranne che un film rivoluzionario.

E' vero...Brad Pitt, a parte

Ritratto di Il Proiezionista

E' vero...

Brad Pitt, a parte l'orrido "Fury" sembra comunque, assieme alla moglie Jolie che si è fatta asportare il seno, l'espressione stessa di quel sistema folle in cui viviamo... Perchè ha prodotto questo film? Perchè da l'illusione di essere un fico controcorrente? Boh! Bale... Non so... Carell... Il parrucchino è una delle trovate ironiche del film.

A mio avviso, a prescindere da ciò che si pensa dei personaggi in questione, la prova che danno come attori nel film in questione è molto valida e mi sono fermato a questa considerazione.

Poi sono daccordo in parte anche con ciò che dice Dusty:

E', vero... Il film non affronta nemmeno di striscio il cuore del problema o la causa che sta a monte ma secondo me, non era umanamente possibile inserire anche questo nel film; un film già complesso di suo come ricorda sempre Dusty che tenta però di prendere per i coglioni la massa e fargli capire qualcosa. Ricordo non è concepito come film di nicchia per soli interessati/informati.

Non sono daccordo invece sul fatto che passi chiaramente il concetto che servono più leggi e più controlli. Certo, questo è il 2+2 che può fare il demente ignorante che vede la frode delle banche e quindi pensa che ci voglia più "stato". Ma quel tipo di demente non capirebbe la verità nemmeno se le venisse servita davanti agli occhi.

Ma che il film in qualche modo cerchi di propagandare questa idea no... Non ho visto operazioni subdole di questo tipo. Anzi, a mio avviso il regista, ben consapevole di certe dinamiche, si preoccupa di far sapere la sua posizione in merito grazie come dicevo nella recensione, a una battutina, a una frase scritta qua e la nel film, etc. Tanto per chiarire a chi è un attimo più sveglio come la pensa.

Ad esempio c'è un momento in cui Bale ha una riflessione e dice esplicitamente che la gente vuole un'autorità che gli dica cosa fare ma non la sceglie in base ai risultati, la sceglie soltanto perchè sembra autorevole.

Ecco, il punto sta qui: se si fosse trattato di un film di propaganda, questo tipo di messaggi che sono rivolti contro lo stesso pubblico, la stessa gente che sta guardando il film, sarebbero stati evitati accuratamente. Invece il film ne è pieno e sono disseminati dappertutto.

Il film non suggerisce: Ehi! Le banche truffano quindi chiedete più stato. Piuttosto punta il dito contro l'inerzia, la stupidità della gente e del sistema. Mostra un sistema basato sulla truffa e un popolo che si mette a novanta senza nemmeno chiedersi perchè.

Se ci fate caso, in tutti i film di apparente denuncia, si trova sempre almeno una sequenza che mostra l'utilità o la necessità dello stato o che in qualche modo dipinga la natura buona e dalla parte dei cittadini dello stato. In questo film non c'è traccia di tutto questo. Non si mostrano le banche truffaldine e poi lo stato buono o tutti sotto la stessa bandiera che ce la possiamo fare. Scivoloni di questo tipo sono stati accuratamente evitati anche se, e un regista lo sa bene, avrebbero fatto leva sull'emotività dando speranza al pubblico che sarebbe uscito dal cinema più contento.

Come dice Dusty, il film è complesso e prima di vederlo non credevo nemmeno fosse possibile portare certi argomenti sullo schermo. Da parte mia va un plauso al regista che ci è riuscito. Se già innescherà una riflessione in una parte di pubblico avrà raggiunto il suo intento. Poi come ogni cosa, c'è bisogno di ulteriore approfondimento. Ma ce ne fossero film così.

The Inlaws

Ritratto di Johnny Contanti

A questo proposito, Dusty, è consigliabile vedere The Inlaws (Una strana coppia di suoceri). Un film gradevole che, nonostante la leggerezza alla base dell'opera, in 4 minuti di pellicola (la scena del fast food/ristornate che non riesco più a trovare su Youtube) riesce a trasmettere allo spettatore l'essenza della truffa alla base dell'attuale sistema economico.

The Big Short

Ritratto di Dusty

Probabilmente ha ragione Il proiezionista: in effetti sono io che ho voluto dedurre più del dovuto perché non c'è nemmeno un accenno della radice del problema, e dò per scontato che una persona intelligente come ha dimostrato di essere il regista dovrebbe conoscerla e quindi in qualche modo accennarla.

E' probabile che mi sbagli, però, e che in realtà semplicemente non ne sappia nulla.

Grazie Johnny per il consiglio, andrò alla ricerca di In-Laws smiley

Confermo ... ne è passato di tempo ma alla fine ...

Ritratto di Calvero

... alla fine l'ho visto! ...

... è veramente un "piccolo" capolavoro enlightened

Ovviamente recuperato e visto in lingua originale.

Tranne una questione, tutti i mie dubbi sono stati fugati. Il film è stupendo. Rimangono soltanto i capelli da recita di natale fantozziani di più di un protagonista, che sono una pena infinita e una vergogna per chi fa cinema. So per certo che questa mia spaccatura del "capello in quattro" non è accettata dai miei colleghi, ma un giorno magari mi ci metto e spiegherò perché simili "messe in scene" del trucco sono una merda inacettabile ... e, quando è accettabile - come in questo film - .. è perché tapparsi il naso è un compromesso dovuto, ma ho perso la sospensione della crudulità ... peccato, sembrano le pettinature di Christian De Sica nei cinepanottoni ... che schifo ...

... detto ciò, il film è SUPERLATIVO e, anche oggi, nell'agosto di un 2020 invaso dalla propaganda di merda del corona virus, non ha perso un grammo della sua attualità e della sua forza dirompente ...

... se solo il popolino non amasse i cetrioli più dell'intelligenza.

Gran FILM ... le parole del Proiezionista sono perfette. Guardatelo. In lingua originale.

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