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Il Mito della Scienza Pura

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Ho tradotto questo articolo, segnalatomi dal solito Dusty col quale condivido piu' di un paio di interessi e che non e' mai preda, come chi scrive, di stati depressivi e di demenza senile, perche' lo trovo una maniera articolata per introdurre concetti che vanno contro tutto quel che vi hanno insegnato a squola (con la q).  A squola continuano a propagare questo come uno dei miti che assicura l'autoconservazione dell'apparato attaccato alla mammella statale senza la quale l'Accademia dovrebbe provare con qualcosa di piu' del solito motto “sono soldi ben spesi anche se voi bifolchi non potete capirlo come non lo capiscono i politici che ci finanziano”, ed essenziale per ritrovarsi  il loro salario pagato a scadenze regolari, senza la richiesta pressante di risultati degni di nota a scadenze altrettanto regolari. Sperando di innescare un dibattito all'ultimo sangue cheeky(ma temo di no, spesso mi sento come il vicario che predica al coro), senz'altro pubblichiamo.
 
da The Wall Street Journal, 23 Ottobre 2015
 

Sembra un mistero, ma imporre il voluto passo all'innovazione è una cosa difficile. La tecnologia sembra cambiare per una sorta di inesorabile progresso evolutivo, che probabilmente non si può fermare, o accelerare granche'. E non è quasi mai il prodotto della ricerca scientifica. La maggior parte delle innovazioni tecnologiche provengono da tecnici che pasticciano, non da ricercatori che verificano ipotesi. Può sembrare un'eresia, ma la "Scienza Pura" non è così produttiva nel creare nuove invenzioni come si tende a pensare.

Supponiamo che Thomas Edison fosse morto per una scossa elettrica prima di ideare la lampadina. La storia sarebbe cambiata radicalmente? Ovviamente no. Almeno 23 persone hanno il merito di aver inventato una qualche versione della lampadina ad incandescenza prima di Edison, secondo una storia delle invenzioni scritta da Robert Friedel, Paul Israele e Bernard Finn.

Lo stesso vale per altre invenzioni. Elisha Gray e Alexander Graham Bell presentarono nello stesso giorno la domanda per brevettare il telefono. Quando Google arrivo', nel 1996, c'erano già decine di motori di ricerca. Come Kevin Kelly documenta nel suo libro "Cosa vuole la tecnologia", sappiamo di sei diversi inventori del termometro, tre dell'ago ipodermico, quattro della vaccinazione, cinque del telegrafo elettrico, quattro della fotografia, cinque del battello a vapore e sei della ferrovia elettrica. La storia delle invenzioni, scrive lo storico Alfred Kroeber, è "una catena infinita di coincidenze parallele".

E 'altrettanto vero nella scienza come lo è nella tecnologia. La legge di Boyle in paesi anglofoni è uguale alla la legge di Mariotte nei paesi francofoni. Isaac Newton  ventilo' accessi d'ira all'indirizzo di Gottfried Leibniz per rivendicare, giustamente, di avere inventato l'analisi matematica in modo indipendente. Charles Darwin è stato infine spronato nel pubblicare la sua teoria da Alfred Russel Wallace, che aveva esattamente la stessa idea dopo aver letto esattamente lo stesso libro di Malthus "Saggio sulla Popolazione."

Sempre più spesso, nella tecnologia si sta sviluppando il tipo di autonomia che ha finora caratterizzato le entità biologiche. L'economista di Stanford Brian Arthur sostiene che la tecnologia è auto-organizzazione e può, in effetti, riprodursi ed adattarsi al suo ambiente. Si qualifica quindi come un organismo vivente, almeno nello stesso senso nel quale una barriera corallina è viva. Certo, la tecnologia non potrebbe esistere senza gli animali (vale a dire le persone), per costituirla e per mantenerla, ma non e' una cosa diversa dal caso della a barriera corallina.

E chi lo sa, magari un giorno l'intervento umano non sarà piu' necessario per la tecnologia, che sarà in grado di costruire e mantenere se stessa. Per lo scrittore Kevin Kelly, il "Technium" - il nome che egli da all'organismo in evoluzione che il nostro macchinario collettivo comprende, è già "un organismo molto complesso che spesso segue le proprie pulsioni, e vuole ciò che ogni sistema vivente vuole: perpetuare se stesso."

Nel 2010 Internet ha avuto grossomodo lo stesso numero di collegamenti ipertestuali del numero di sinapsi del cervello. Oggi, una parte significativa della traffico nella cibersfera si origina da programmi- programmi per il monitoraggio, per il trading algoritmico finanziario, e per altri scopi - piuttosto che da persone. È già praticamente impossibile spegnere Internet.

Le implicazioni di questo nuovo modo di vedere la tecnologia come entità autonoma in evoluzione che continua a progredire, a prescindere da chi sia teoricamente al posto di comando, sono sorprendenti. Le persone sono solo pedine di un processo: si e' trasportati l'onda dell'innovazione invece che condurla . La tecnologia troverà i suoi inventori, e non viceversa. A meno di non escludere la metà della popolazione, c'è poco che si possa fare per impedire che cio' accada, e anche questo poco potrebbe non funzionare.

In effetti, la storia dei divieti tecnologici è rivelatrice. I Ming, in Cina, proibirono le grandi navi; lo Shogun, in Giappone, le armi da fuoco; gli italiani la filatura della seta nel Medioevo, gli Americani l'alcool nel 1920. Tali divieti possono durare a lungo - persino tre secoli, nel caso degli esempi cinesi e giapponesi, ma alla fine giungono al loro termine naturale, a condizione che ci sia concorrenza.

Nel frattempo, in altre parti del mondo, queste tecnologie hanno continuato a crescere.

Oggi è impossibile immaginare lo sviluppo di software possa giungere ad una battuta d'arresto. Da qualche parte nel mondo, una nazione dara' asilo a dei programmatori, quantunque decisa, per fare un esempio ipotetico, l'Onu cercasse di far rispettare il divieto di sviluppo del software: oggi persino l'ipotesi stessa ci sembra assurda, a rinforzo della mia tesi.

E' pero' più facile vietare lo sviluppo tecnologico nel settore delle tecnologie su larga scala che richiedono grandi investimenti e regolamenti nazionali. Così, per esempio, l'Europa ha mantenuto nei fatti il divieto alla modificazione genetica delle colture per due decenni, nel nome del "principio di precauzione": l'idea che la possibilità di un danno, per quanto remota, debba affossare una nuova tecnologia; sembrerebbe che si possa fare la stessa cosa per il petrolio di scisto, ma, di nuovo, non c'è speranza di fermare queste tecnologie a livello globale.

E se non c'è la tecnologia per arrestare il progresso, forse non c'è neanche quella per sterzare. Nelle parole del signor Kelly " il Technium vuole quello che l'evoluzione ha messo in moto." Il cambiamento tecnologico è un fenomeno molto più spontaneo di quanto non si pensi. Esce di scena l'eroica storia rivoluzionaria dell'inventore, ed entra in scena l'inesorabile, incrementale, inevitabile marcia dell'innovazione.

Scoperte e invenzioni simultanee fanno sì che sia i brevetti che i premi Nobel siano fondamentalmente ingiusti. In effetti, è raro che un Premio Nobel non lasci nella sua scia una schiera di individui amaramente delusi e con una buona ragione per esserlo.

Brevetti e le leggi sul copyright concedono troppo credito e premi agli individui e sottointendono che la tecnologia e' applicata da idioti. Ricordiamo che il motivo originale per la concessione di brevetti non era quello di premiare gli inventori con profitti di monopolio, ma incoraggiarli a condividere le loro invenzioni. Una certa quantità di diritto della proprietà intellettuale è chiaramente necessario per raggiungere questo obiettivo. Ma questa storia è andata troppo oltre; la maggior parte dei brevetti al giorno d'oggi difendono il monopolio scoraggiando i rivali e, non incoraggiando la condivisione di idee, scoraggiano l'innovazione.

Anche l'articolo scientifico più esplicito o la domanda di brevetto non riesce a rivelare quasi mai abbastanza che possa aiutare qualcun altro a ripercorrere le tappe attraverso il labirinto di possibili esperimenti. Uno studio sui laser ha rilevato che i progetti e le relazioni scritte erano del tutto insufficienti ad aiutare altri tecnici a copiare il design di un laser: si doveva andare a parlare con le persone che lo avevano brevettato. Quindi un brevetto spesso non ottiene la trasparenza che si suppone i brevetti debbano possedere, ma invece impedisce il progresso.

L'economista Edwin Mansfield, dell'Università della Pennsylvania, ha studiato lo sviluppo di 48 prodotti industriali chimici, farmaceutici ed elettronici nel New England durante il 1970. Ha scoperto che, in media, costa il 65% il più e ci vuole 70% del tempo in piu' per copiare i prodotti piuttosto che per inventarli. E questo quando chi copia sono specialisti con competenze tecniche. Quindi, anche con la piena libertà di copiare, le imprese avrebbero ancora voglia di esplorare nuovi territori. Le società commerciali fanno ricerca di base perché sanno che consente loro di acquisire le conoscenze occultate che li assistono in una ulteriore innovazione.

I politici ritengono che l'innovazione possa essere attivata e disattivata come un rubinetto: si inizia con approfondimenti scientifici puri, che poi vengono tradotti in scienze applicate, che a loro volta diventano tecnologia utile. Allora, cosa legislatore patriottico deve fare, è garantire che vi sia un pronto finanziamento per gli scienziati al piano superiore della loro torri d'avorio, et voila', la tecnologia verrà fuori sferragliante dal tubo alla base della Torre.

Questo modello lineare di come la scienza guida l'innovazione e la prosperità risale a Francis Bacon, il filosofo e statista che ha tenuto l'Inghilterra agli inizi del 17mo secolo al passo con i portoghesi nel loro uso della scienza al fine di condurre scoperte e guadagni commerciali. Presumibilmente il principe Enrico il Navigatore, nel 15mo secolo, che aveva investito molto in cartografia, competenze nautiche e navigazione, porto' all'esplorazione dell'Africa ed ad enormi guadagni dal commercio. Questo è ciò che Bacone voleva copiare.

Tuttavia studi recenti hanno rivelato che questa storia era un mito, o meglio propaganda da parte del principe Enrico. Come la maggior parte dell'innovazione, gli avanzamenti nella navigazione del Portogallo sono sopravvenuti mediante tentativi ed errori dei marinai e non per le speculazioni di astronomi e cartografi. Se non altro, gli scienziati sono stati guidati dai bisogni degli esploratori, piuttosto che il contrario.

Terence Kealey, un biochimico diventato economista, racconta questa storia per illustrare come il dogma lineare, prevalente nel mondo della scienza e della politica - che la scienza porti all'innovazione, la quale a sua volta sviluppera' il commercio - sia per lo più sbagliato: non si riesce a capire da dove l'innovazione provenga. Infatti, generalmente, si ottiene con un processo specularmente opposto.

Quando si esamina la storia di innovazione, si scopre, immancabilmente, che le scoperte scientifiche sono l'effetto, non la causa, del progresso tecnologico. Non è un caso che l'astronomia si sia sviluppata in seguito all'epoca delle esplorazioni. Il motore a vapore dovette quasi nulla alla scienza della termodinamica, ma la scienza della termodinamica dovette quasi tutto alla macchina a vapore. La scoperta della struttura del DNA dipende in larga misura dalla cristallografia a raggi X delle molecole biologiche, una tecnica sviluppata nel settore laniero per cercare di migliorare i tessili.

I progressi tecnologici sono guidati da uomini pratici che armeggiato fino a quando non ottengono macchine migliori; la ruminazione scientifica astratta è l'ultima cosa che vogliano fare. Come Adam Smith, osservando le fabbriche del 18mo secolo in Scozia, ha scritto ne "La Ricchezza delle Nazioni": "Gran parte delle macchine delle quali viene fatto uso in fabbrica [...] erano in origine le invenzioni di operai comuni", e sono stati fatti molti miglioramenti "per l'ingegno dei costruttori delle macchine."

Ne consegue che vi è una minore necessità per il governo di finanziare la scienza: l'industria lo farà da se stessa. Conseguendo le innovazioni, paghera' poi per la ricerca dei principi che le sottointendono. Dopo aver inventato il motore a vapore, finanzierà la termodinamica. Questa conclusione del signor Kealey e' così eretica da essere incomprensibile alla maggior parte degli economisti, per non parlare degli scienziati stessi.

Per più di mezzo secolo è stato un articolo di fede che la scienza non avrebbe ottenuto finanziamenti se il governo non fosse intervenuto, e che la crescita economica non avrebbe luogo senza i finanziamenti del contribuente. E 'stato l'economista Robert Solow che ha dimostrato nel 1957 che l'innovazione tecnologica e' stata la principale fonte di crescita economica - almeno nelle società che non stavano espandendo il loro territorio o che nelle quali la popolazione non era in crescita. Furono i suoi colleghi Richard Nelson e Kenneth Arrow a spiegare nel 1959 e nel 1962, rispettivamente, che il finanziamento pubblico della scienza è necessario solo perché è più economico copiare piuttosto che fare ricerca originale.

Il problema dello studio di Nelson e Arrow", scrive il signor Kealey, "é quello di essere teorico, cosicché una o due anime in cerca di guai, azzardandosi fuori dalla loro riserva per economisti, hanno osservato che nel mondo reale sembra esserci qualche ricerca finanziata da privati." Kealey sostiene che non esiste ancora una dimostrazione empirica della necessità di un finanziamento pubblico della ricerca e che la documentazione storica suggerisce che non esista.

Dopo tutto, nel tardo 19mo secolo e all'inizio del 20mo, Usa e Gran Bretagna hanno contribuito enormemente alla scienza con finanziamenti pubblici trascurabili, mentre Germania e Francia, con un massiccio finanziamento pubblico, non hanno ottenuto risultati migliori di quelli di Usa e Gran Bretagna, né in campo scientifico né in quello economico. Dopo la seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna ha cominciato a finanziare pesantemente la scienza con denaro proveniente dalle casse pubbliche. Con il successo della scienza applicata alla guerra e quello del finanziamento scientifico dello stato sovietico che ha portato allo Sputnik, sembrava ovvio che il finanziamento dello Stato avrebbe dovuto fare la differenza.

La vera lezione – che il progetto Sputnik dipendeva pesantemente dal lavoro di Robert Goddard, che era stato finanziato dai Guggenheim [ndr fra i quali il proprietario della Yukon Gold Company e mecenate fondatore di musei, di cui uno a Venezia] - avrebbe potuto essere nella direzione opposta. Eppure non ci sono stati dividendi per la Gran Bretagna e l'America da questa corsa al finanziamento statale: le loro economie non sono cresciute più velocemente di quanto non fossero cresciute in precedenza.

Nel 2003, l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico ha pubblicato uno studio sulle "fonti di crescita economica nei paesi OCSE" tra il 1971 e il 1998 ed ha appurato, sorprendendo gli stessi relatori, che considerando che la ricerca e lo sviluppo finanziati con fondi privati ha ​​stimolato la crescita economica, la ricerca finanziata con fondi pubblici non ha avuto alcun impatto economico di sorta. Nessuno. Questo risultato sconvolgente non è mai stato messo in discussione o smentito. E' così scomodo alla tesi secondo cui la scienza ha bisogno di finanziamenti pubblici, che viene ignorato.

Nel 2007, l'economista Leo Sveikauskas dell'Ufficio degli US per le Statistiche sul Lavoro ha concluso che i rendimenti di molte forme di R & S [ndt Razionalizzazione e Standardizzazione] finanziata pubblicamente sono vicini allo zero e che "molti elementi della ricerca universitaria e governativa hanno rendimenti molto bassi e perlopiu' contribuiscono alla crescita economica solo indirettamente, se lo fanno del tutto".

Come l'economista Walter Parco della American University di Washington DC ha concluso, la spiegazione di questa discrepanza è che il finanziamento pubblico della ricerca quasi certamente taglia fuori i finanziamenti privati. Vale a dire, se il governo spende soldi per il tipo sbagliato di scienza, tende a impedire ai ricercatori di lavorare sul tipo giusto i scienza.

Per la maggior parte delle persone l'argomento a favore del finanziamento pubblico della scienza si basa su un elenco di scoperte effettuate con fondi pubblici, da Internet (Ministero della difesa degli Stati Uniti) fino al bosone di Higgs (fisica delle particelle al CERN in Svizzera). Ma questo è altamente fuorviante. Dato che il governo ha finanziato profumatamente la scienza, attingendo da un enorme gettito fiscale, sarebbe strano se non si fosse scoperto qualcosa. Questo non ci dice nulla su ciò che si sarebbe potuto scoprire con modalità di finanziamento alternative.

Potremo mai venire a conoscenza di quali scoperte non sono state fatte perché i finanziamenti del governo hanno escluso finanziamenti filantropici e commerciali, che avrebbero potuto avere priorità diverse? In un simile mondo alternativo, è altamente improbabile che i grandi interrogativi sulla vita, l'universo e la mente sarebbero stati trascurati a favore, per esempio, di come clonare gli animali domestici dei ricchi.

La macchina dell'innovazione perpetua che alimenta la crescita economica e genera la prosperità non è il affatto il risultato di una politica deliberata, se non in senso negativo. I governi non possono dettare né scoperte né invenzioni: possono solo fare in modo che essi stessi non le ostacolino. L'innovazione emerge spontaneamente dal modo in cui gli esseri umani interagiscono liberamente se é loro consentito. Le profonde intuizioni scientifiche sono frutti che cadono dall'albero del cambiamento tecnologico.


Matt Ridley è l'autore di "L'Evoluzione del Tutto: Come Emergono le Nuove Idee" che sarà pubblicato la prossima settimana da Harper (che, come il Wall Street Journal, è di proprietà di News Corp). Ridley è un pari della britannica Camera dei Lord.

Traduzione di Pike Bishop per Il Portico Dipinto

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Due chicche in una volta...

Ritratto di Music-Band

Davvero notevole anche questo articolo che nella sua analisi razionale e argomentata mette in luce l'impietoso indottrinamento delle menti che quasi tutti hanno subito, anche quelli in buona fede.

Grazie ancora Pike

Articolo bellissimo

Mi associo a quanto detto da Music-Band.

Citazione:
la ricerca finanziata con fondi pubblici non ha avuto alcun impatto economico di sorta. Nessuno.
Frase da incorniciare. Alcune ricerche inoltre sembrano essere delle vere e proprie prese per i fondelli, si pensi a quelle condotte dall'ENEA sulla Sindone...studiano un oggetto che non hanno nemmeno sotto mano! Inoltre non vedo alcuna utilità nello studiare un vecchio telo di lino; cosa sperano di scoprire?

E pensare che ai tempi d'oro all'ENEA ci lavoravano Giuliano Preparata ed Emilio Del Giudice, che stavano veramente combinando qualcosa di utile. crying

ENEA e fondi pubblici

Ritratto di Dusty

Schattenjäger ha scritto:

E pensare che ai tempi d'oro all'ENEA ci lavoravano Giuliano Preparata ed Emilio Del Giudice, che stavano veramente combinando qualcosa di utile. crying

E proprio perché la cosa che studiavano era potenzialmente molto promettente... è stata prontamente chiusa.

A questo servono le ricerche pubbliche: sprecare i soldi pubblici in progetti sostanzialmente inutili (% parlando) ed assicurarsi che i privati non abbiano soldi per finanziare le cose interessanti.

Per i pochi che ancora non conoscessero i dettagli di Preparata e Del Giudice consiglio di guardare il Rapporto 41:

 

 

Contento che vi sia piaciuto, purtroppo non e' mio.

Ritratto di Pike Bishop

Io l'ho solo tradotto e neanche l'avevo trovato io, dovete complimentarvi con Dusty, che me ne aveva parlato tempo fa.  

A proposito dell'ENEA, fate una prova.  Chiedete in giro se sanno cos'e' (ne dubito) e chiedete a quelli che lo sanno cosa significhi quell'acronimo esattamente.  Scoprirete, ne sono sicuro, che praticamente tutti risponderanno Ente Nazionale per l'Energia Atomica.

In fondo pero' hanno ragione: come ente per le energie alternative (a che?  Si lo so, il petrolio che Cefis ha ripassato in mano americana, ma non e' chiaro) fanno di tutto per promuovere l'utilizzo del petrolio e per carita', non menzionate l'Atomo, che non era piu' di moda in Italia tanto che hanno cambiato la ragione sociale nella solita paccottiglia incredibile degli ecoscemi (in origine era EN=Energia Nucleare + EA=Energie Alternative), ma fra poco lo rimettono a posto.  Come fanno a promuovere Atomo e e Petrolio? Essendo totalmente inutili.  

Proprio come sostiene l'articolista.

Vorrei cortesemente capire

Ritratto di Calvero

Sono OT (forse, decidetelo voi) ma mi è impossibile non argomentarne.

Mi sono affacciato qui, dopo diversi giorni e da prima che Pike pubblicasse questo articolo.

Questa notte mi sono visto il Padrino parte terza e non per vedere il film, ma per ascoltare il commento del regista, che tutti sappiamo chi è; sono quei commenti (negli inserti speciali) registrati anche in altri film, che a volte valgono più dei film stessi. Nel caso del terzo episodio de Il Padrino, sicuramente (o quasi).

Ad un certo punto Coppola, in una specie di volo pindarico, si mette a riflettere (grazie ad un pretesto casuale indotto dalla storia della pellicola) sulla questione delle invenzioni tecnologiche e del fatto che le stesse (riassumo in soldoni) è come se vivessero di vita propria e in realtà, appartengono a più inventori e che, apporofondiva il buon Coppola, si "materializzano" poiché frutto di un dato "contesto" ... e via discendendo nella breve riflessione.

Alché, a quelle considerazioni, mi sono proprio messo a riflettere in modo appassionato - anche se solo con me stesso - sulla questione. Questo ha fatto sì che le mie elucubrazioni mi portassero in interessanti considerazioni (se pur da ultimo pirla/amatore) dell'evoluzione umana [chiamiamola così], della società .... e via discorrendo.

Ora, dico io, per la miseria, non è che il commento audio de "Il Padrino parte terza", ultimamente sia oggetto di interesse; in rete, come nella quotidianità, e che, oltretutto, lo si trova solo in bluray e non certo se il film te lo scarichi pirata e/o lo passano in TV. Film, oltretutto, entrato nel dimenticatoio per ragioni che non c'interessa sondare, ed eclissato dai due precedenti capolavori...

... e diciamocelo: non è neanche che le considerazioni di un Coppola, che non sono nemmeno legate al contesto artistico cui appartiene, siano l'ultima tendenza.

Magari quacun altro ne palava (chi??) e io, per osmosi, sai com'è ... a volte ... (sì come no).

Se poi stessimo parlando di un film anche recente e che magari, in qualche modo, la trama e il soggetto riguarda queste tematiche e prodotto in questi anni ... potrei (anche se sempre minimamente) capire. Potrei.

Ma stiamo parlando di un film di 25 anni fa.

Quindi, ricapitolando, io - stanotte: 

- mi guardo questo film;

- mi irretisco e mi annodo in questo concetto, di cui mi parla Coppola;

- non mi affaccio sul portico da prima che venisse scritto questo articolo;

- non leggo né mi informo su internet a riguardo (dove poi??);

- non sento discorsi che ne parlino, neanche indirettamente;

- adesso mi affaccio e trovo sviluppate le riflessioni che ho iniziato a macinare da solo, stanotte; e che minimamente sono di grido sulla rete o in televisione o nei passaparola della gente ...

 

... e cosa dovrei pensare?

Mente tribale

Ritratto di Pike Bishop

... e cosa dovrei pensare?

Vuoi essere imboccato, eh? smiley

Hanno scritto centinaia di libri e fatto migliaia di ricerche sulla sincronicita'.  Ho citato piu' volte su queste pagine Rupert Sheldrake (http://www.sheldrake.org/) e si potrebbero citare molti altri, soprattutto Carl Jung (https://it.wikipedia.org/wiki/Sincronicita), ma ti fornisco una ipotesi del tutto nuova (credo, perche', per gli stessi fenomeni di sincronicita', chi lo sa....), molto piu' pertinente al caso che hai esposto.

In base a evidenza schiaccianti immagino che noi, come specie umana, per via della nostra storia e organizzazione sociale - abbiamo avuto probabilmente una sola organizzazione sociale prima della Rivoluzione Agricola, quella tribale - possediamo dei sensi, ora assopiti, che erano vitali per la vita nell'unica organizzazione sociale che ci sia stata fino a ieri pomeriggio, nei termini della storia della specie.  Infatti chiunque abbia studiato la manciata di societa' tribali ancora grossomodo vitali, ha notato che i membri delle famiglie allargate sembrano essere in una sorta di contatto telepatico che ha poco bisogno di parole e tanto meno di scritti (che qualcuno dice siano stati inventati per dare la possibilita' di mentire).

Ora, anche se assopiti, questi sensi ogni tanto fanno capolino.  Anche se non abbiamo piu' societa' tribali, ci sono dei surrogati come famiglie nucleari bene assortite o tribu' virtuali, come la nostra.

Ma e' meglio, Calvero, che tu pensi quel che vuoi tu....smiley

PS

Fossi in te lascerei perdere i films, per un po' o anche piu' di un po'.  Pur essendo una delle poche cose nella vita moderna che stimoli i nostri sentimenti, quando la loro visione diventa un vizio ed una ossessione, fa in modo che sia l'unico vettore di sentimenti, il che e' un problema mica da ridere. Ci siamo passati tutti.

________Wow ....

Ritratto di Calvero

_____

___

Wow .... bell'approfondimento, grazie :-) 

Ma nessun imboccamento. Non stavo facendo il "furbacchione"  ... so della sincronicità, e figurati se potevo immaginare che tu non ne sapessi a riguardo, ma siccome mi aveva proprio spiazzato questa volta, allora non ho resistito;

- c'è un motivo che va più in là del 'sentirmelo confermare' per parlarne; anche perché - di fenomeni di questo [e altro tipo] e anche molto più importanti, ne vivo molti (una volta di più, e so anche perché): 'a voglia' a scriverne ...

.... ma questa volta l'ho percepita più selettiva, accurata, e che riguardava più precisamente la consapevolezza degli amici de Il Portico. 

Il mio "...e cosa dovrei pensare?" era più a dire - ok, che ci devo fare co' 'sti fenomeni? - 

Per il discorso dei film - grazie per il consiglio - non ti dico neanche che mi limito, poiché la mia è una questione di forza maggiore e sono più scienziato, li studio più che esserne trascinato; sono molto meno spettatore, è finita l'epoca del disincanto. Ogni tanto mi fa piacere lasciarmi sorprendere da qualche operetta, non lo nego. Però è da tempo che mi dedico di più a scrivere, leggere, fare passeggiate ... ma sai com'è, la solitudine e la mancanza di mezzi insieme, non puoi gestirla così facilmente.

Probabilmente la prigione vibrazionale, di cui parla tanto il tuo "compaesano" - ci tarpa le ali più di quel che crediamo.

 

 

Riallacciandomi a video

Ben ritrovati a tutti!!

Riallacciandomi all'articolo ed al video,vi racconto una storiella già scitta parecchie volte,forse anche sul Portico(?)

Non farò nomi ne situazioni,poi capirete il perchè.

Nel 1990 un certo Antonio(nome di fantasia)venne ad abitare di fronte a me,in affitto 2 camere più bagno.Antonio era sui 50,bella persona,alto ca. 175,capelli ancora neri.Persona affabile, di poche parole,vestiva in modo molto semplice.

Antonio suonava abbastanza bene strumenti ad ancia (es.sax),discretamente la tastiera.Considerando che casa mia pareva un distaccamento del Conservatorio Vivaldi di AL,figurarsi se non potevamo legare subito!

Un giorno il mio dirimpettaio,un avvocato,mi disse:< Piero,la sai che Antonio è un fisico nucleare e prima di calarsi in questa realtà contadina viveva a Ginevra? > Conscio che l'avvocato (ciao Gigi,mi leggerai vero?) è un gran burlone,non lo presi molto sul serio,però....quell'Antonio era troppo intelligente,troppo colto...cominciai a fare domande su domande,col dovuto garbo si capisce.

Così pian piano venni a sapere che Antonio era fino a poco tempo prima uno dei due collaboratori di Rubbia.La sua grande intelligenza lo portava ad esprimersi verso di noi con parole talmente semplici da poter essere comprese.

Venni a sapere,famiglia compresa,chi era VERAMENTE Rubbia,i fiumi di denaro che arrivavano,e si parla di miliardi di £ etc.etc. Antonio non avendo ne forte carattere,ne peli sullo stomaco,ad un certo punto,nauseato,decise di lasciare....

Anche se mia moglie cucinava per tutti (è una buona cuoca...ma non lo deve sapere) Antonio pian piano scivolò in uno stato depressivo,con gli ultimi soldi (credo) si comprò un flauto traverso,imparò a suonarlo benino,e cominciò a suonare per strada ad Alessandria,Asti,Torino dove più volte lo picchiarono per rubargli i pochi spicci....e praticamente morì per strada ad AL come un clochard.   Fine.

Ciao Antonio,ora suoni per gli angeli?

amogaia

la favola della scienza

Caro Pike, bentornato... ma non condivido il contenuto di questo arrticolo.

 

L'articolo di Mr Ridley e' ben scritto e argomentato ma nasconde alcune non tanto sottili manipolazioni...

D'accordo, la scienza pura non esiste, e d'accordo anche con l'idea che un certo numero di "progressi" sono determinati da dinamiche intrinseche al scienza/tecnologia stessa... ma per il resto trovo le sue affermazioni alquanto tendenziose...

 

Questa idea che ad un certo punto di sviluppo una certa tecnologia, o una particolare "forma" del campo scientifico,  induca contemporanemente nuovi sviluppi in luoghi anche lontani ma affini, ricorda molto da vicino le teorie di Sheldrake sui campo morfici e il loro efetto di risonanza. Ogni cosa esistente, secondo la sua teoria, e' soggetta a questa legge, dalle particelle subatomiche, alle cellule, fino alle grandi societa' degli uomini. Il tutto regolato da abitudine e memoria.

Ma il nostro Ridley partendo da un presupposto simile arriva prima a questo:

Sempre più spesso, nella tecnologia si sta sviluppando il tipo di autonomia che ha finora caratterizzato le entità biologiche.L'economista di Stanford Brian Arthur sostiene che la tecnologia è auto-organizzazione e può, in effetti, riprodursi ed adattarsi al suo ambiente. Si qualifica quindi come un organismo vivente, almeno nello stesso senso nel quale una barriera corallina è viva. Certo, la tecnologia non potrebbe esistere senza gli animali (vale a dire le persone), per costituirla e per mantenerla, ma non e' una cosa diversa dal caso della a barriera corallina.

 

e poi a questo:

E chi lo sa, magari un giorno l'intervento umano non sarà piu' necessario per la tecnologia, che sarà in grado di costruire e mantenere se stessa. Per lo scrittore Kevin Kelly, il "Technium" - il nome che egli da all'organismo in evoluzione che il nostro macchinario collettivo comprende, è già "un organismo molto complesso che spesso segue le proprie pulsioni, e vuole ciò che ogni sistema vivente vuole: perpetuare se stesso."

 

L'idea che sottende le sue affermazioni e' quella di un superorganismo "vivente" che abbia acquisito una certa forma di coscienza e non solo risponda secondo le abitudini prese nel tempo agli stimoli dell'ambiente ma "un giorno" sia addirittura in grado di autocostruirsi e mantenersi, "ricreando se stesso"... 

Una visione simile a quella dei grandi guru del ciberspazio, come riportata da Jerome Lanier, nel suo libro "you are not a gadget",che si aspettano la nascita di una supercoscienza dalla rete,. una specie di dio cibernetico, come nelle distopie di philip Dick o nel cartoon "ghost in tghe shell".

Anche Sheldrake che si e' spinto cosi' avanti in questo discorso (cosi' avanti che le sue teorie vengono definite con disprezzo "magiche" dal mondo accademico) pone un limite alla sua teoria: non puo' spiegare la "creativita'", ma solo dare conto del perche' le cose si stabilizzano e diventano cosi' prevedibili da poterle formulare come leggi matematiche.

Ridley continua:

Le implicazioni di questo nuovo modo di vedere la tecnologia come entità autonoma in evoluzione che continua a progredire, a prescindere da chi sia teoricamente al posto di comando, sono sorprendenti. Le persone sono solo pedine di un processo: si e' trasportati l'onda dell'innovazione invece che condurla . La tecnologia troverà i suoi inventori, e non viceversa. A meno di non escludere la metà della popolazione, c'è poco che si possa fare per impedire che cio' accada, e anche questo poco potrebbe non funzionare.

 

Afferma qui che lo sviluppo della tecnologia (non parla gia' piu' di scienza, e non si sogna nemmeno di parlare di conoscenza) e' inarresdtabile e incotrollabile. Le "persone" sono "pedine" (be questo lo sapevamo gia') trasportate dall'immensa forza "naturale" del progresso.

e ribadisce:

E se non c'è la tecnologia per arrestare il progresso, forse non c'è neanche quella per sterzare. Nelle parole del signor Kelly " il Technium vuole quello che l'evoluzione ha messo in moto." Il cambiamento tecnologico è un fenomeno molto più spontaneo di quanto non si pensi. Esce di scena l'eroica storia rivoluzionaria dell'inventore, ed entra in scena l'inesorabile, incrementale, inevitabile marcia dell'innovazione.

 

Piu' avanti Mr Ridley, con  alcuni esempi, introduce la seconda parte del suo articolo: il rapporto tra potere politico e il Superorganismo tecnologico. A parte alcuni esempi di carattere storico, macchina a vapore, termodinamica, tecnologia navale, propone anche alcune osservazioni sulla tecnologia dei nostri giorni:

Oggi è impossibile immaginare lo sviluppo di software possa giungere ad una battuta d'arresto. Da qualche parte nel mondo, una nazione dara' asilo a dei programmatori, quantunque decisa, per fare un esempio ipotetico, l'Onu cercasse di far rispettare il divieto di sviluppo del software: oggi persino l'ipotesi stessa ci sembra assurda, a rinforzo della mia tesi.

E' pero' più facile vietare lo sviluppo tecnologico nel settore delle tecnologie su larga scala che richiedono grandi investimenti e regolamenti nazionali. Così, per esempio, l'Europa ha mantenuto nei fatti il divieto alla modificazione genetica delle colture per due decenni, nel nome del "principio di precauzione": l'idea che la possibilità di un danno, per quanto remota, debba affossare una nuova tecnologia; sembrerebbe che si possa fare la stessa cosa per il petrolio di scisto, ma, di nuovo, non c'è speranza di fermare queste tecnologie a livello globale.

L'economista Edwin Mansfield, dell'Università della Pennsylvania, ha studiato lo sviluppo di 48 prodotti industriali chimici, farmaceutici ed elettronici nel New England durante il 1970. Ha scoperto che, in media, costa il 65% il più e ci vuole 70% del tempo in piu' per copiare i prodotti piuttosto che per inventarli. E questo quando chi copia sono specialisti con competenze tecniche. Quindi, anche con la piena libertà di copiare, le imprese avrebbero ancora voglia di esplorare nuovi territori. Le società commerciali fanno ricerca di base perché sanno che consente loro di acquisire le conoscenze occultate che li assistono in una ulteriore innovazione.

 

Qual e' la tecnologia che gliu sta piu' a cuore? Chimica, farmaceutica, estrazione del petrolio, elettronica, OGM. uarda caso tecnologie sviluppate dalle grandi multinazionale coe devastanti effetti sul nostro pianeta, la nostra salute e la nostra indipendenza mentale e fisica.

Non una parola di tecnologia o conoscenza legata a sviluppi di energie alternative come quella citata nella discussione "la fusione fredda".

Sara' un caso?

O forse sta servendo i suoi padroni?

Nel resto dell'artico il nostro buon Mr Ridley si impegna a dimostrare quanto sia inutile e anche dannoso il finianziamento pubblico della ricerca scientifica e quanto si invece piu' proficuo lasciare "liberta'" alle grandi industrie di finanziare le proprie ricerche assecondando la famosa onda dell'inarrestabile progresso, il quale con la sua immensa saggezza guidera' le grandi imperse private a produre bellissime innovazioni tecnologiche che faranno la fel;icita' delle qui presenti "pedine". 

Cosi le industrie farnaceutiche produrranno medicine che finalmete guariranno le nostre malattie, invece di renderle croniche, i petrolieri un carburante cosi' perfetto che si potra' anche bere, Ortaggi magici, compresi di effetto allucinogeno afrodisiaco... etc.

una bella favola.

Il nostro bell'affabulatore conclude:

La macchina dell'innovazione perpetua che alimenta la crescita economica e genera la prosperità non è il affatto il risultato di una politica deliberata, se non in senso negativo. I governi non possono dettare né scoperte né invenzioni: possono solo fare in modo che essi stessi non le ostacolino. L'innovazione emerge spontaneamente dal modo in cui gli esseri umani interagiscono liberamente se é loro consentito. Le profonde intuizioni scientifiche sono frutti che cadono dall'albero del cambiamento tecnologico.

 

L'opposizione tra stato e privato su cui gioca e' falsa, al livello delle tecnologie da lui descritte sono due facce della stessa medaglia, la liberta' che tanto declama nell'ultimo paragrafo e' una pennellata di presa per il culo e adulazione per le belanti pedine.

 

 

 

 

 

Enea e i fondi

Ritratto di Buster Keaton

Anche io, sincronicamente, penso spesso all'Enea e ai fondi e mi chiedo da dove sarebbero arrivati. Arrivare lì da così lontano e costruire regni dal nulla. Così io penso che la risposta potrebbe venire dal padre, Anchise, che se l'ha voluto portare dietro a tutti i costi, e cercare di sapere che lavoro facesse in realtà. 

Anchise era di sicuro un vero

Ritratto di Pike Bishop

Anchise era di sicuro un vero figlio di Troia e si era fatto i fantastilioni vendendo ronzini al prezzo di cavalli da corsa. Col ricavato apri' la sua banca, con filiale in Lazio.

hrabal, anche io ho riserve.

Ritratto di Pike Bishop

Hrabal, per dirla tutta quella parte dell'articolo l'ho digerita male anche io. Ad esempio quel che tu fai notare:

E chi lo sa, magari un giorno l'intervento umano non sarà piu' necessario per la tecnologia, che sarà in grado di costruire e mantenere se stessa. Per lo scrittore Kevin Kelly, il "Technium" - il nome che egli da all'organismo in evoluzione che il nostro macchinario collettivo comprende, è già "un organismo molto complesso che spesso segue le proprie pulsioni, e vuole ciò che ogni sistema vivente vuole: perpetuare se stesso."

A me pare un pio desiderio, cosi' che non si avra' piu' a che fare con dipendenti.  Poi tu ci scrivi:

Non una parola di tecnologia o conoscenza legata a sviluppi di energie alternative come quella citata nella discussione "la fusione fredda".

Sara' un caso?

O forse sta servendo i suoi padroni?

Ora e' sicuro che chi scrive su una rivista o giornale mainstream di quelle dimensioni STA SEMPRE SERVENDO I SUOI PADRONI, altrimenti lo manderebbero ad infoltire la schiera dei disoccupati.  Ma il fatto che non citi energie alternative, le quali al momento non esistono ancora, non mi ha allarmato affatto.  E' una conseguenza del suo discorso il pensare che quando non si potra' piu' usare l'attuale tecnologia per esaurimento di risorse o altro, allora, tutte insieme, la tecnologia per ottenere energie alternative spuntera' fuori, anzi, piu' versioni spunteranno allo stesso tempo, in competizione fra di loro (o magari anche in collaborazione).  

Resta da vedere se i danni nel frattempo saranno sanabili, ma se c'e' una cosa che la storia ci insegna e' che quando un nuovo pensiero e' necessario, la gente cambia il proprio pensiero, adotta una nuova religione o un nuovo modo di pensare il suo rapporto con l'universo.  E' successo in passato e succedera' di nuovo, se il passato ci insegna qualcosa sul comportamento del futuro.

Cosi le industrie farnaceutiche produrranno medicine che finalmete guariranno le nostre malattie, invece di renderle croniche, i petrolieri un carburante cosi' perfetto che si potra' anche bere, Ortaggi magici, compresi di effetto allucinogeno afrodisiaco... etc.

Non ho ben capito il passaggio che ti porta a queste affermazioni, vorresti spiegarlo, perche' non e' chiaro per niente.

L'opposizione tra stato e privato su cui gioca e' falsa, al livello delle tecnologie da lui descritte sono due facce della stessa medaglia,

Anche qui non comprendo bene la questione: chiaramente esiste una differenza tra stato e privato.  Il privato non puo' permettersi di sprecare risorse in ricerche che non portano da nessuna parte ma di solito e' lesto ad approfittare di nuove tecnologie, a meno che le nuove tecnologie non siano all'interno di un sistema di monopolio.  Lo stato invece puo' permettersi qualsiasi cosa e per lo piu' non promuove novita' che potrebbero cambiare un sistema di sfruttamento della popolazione finche' funziona.  Chiaramente quando lo stato e l'industria sono la stessa cosa, come nel caso dei regimi socialisti o di quelli mercantilisti, allora la differenza tende a non esistere piu'. Attualmente abbiamo a che fare con un ritorno alla grande dell'economia mercantilistica para-feudale.  Il fatto evidente e' pero' che non puo' fermare l'iniziativa privata e le nuove tecnologie, non sempre e non ovunque, come nei casi storici giustamente citati.  Lo spirito umano non si ferma: c'erano molte meno possibilita' che dal mercantilismo si passasse al capitalismo (ormai defunto da molto tempo) che qualunque cosa segua questa vendetta del mercantilismo in cui al posto delle nazioni ci sono corporazioni (vogliamo chiamarlo Fascismo, anche se la parola e' un po logora?) ha di crescere.  Per capire cosa voglio dire pensa anche solo 7-8 anni fa cosa avresti pensato di Hard Disks da 3 terabyte venduti al prezzo di un pasto in un buon ristorante...

 

 

 

 

 

 

Pike: Ora e' sicuro che chi

Pike:

Ora e' sicuro che chi scrive su una rivista o giornale mainstream di quelle dimensioni STA SEMPRE SERVENDO I SUOI PADRONI, altrimenti lo manderebbero ad infoltire la schiera dei disoccupati.  Ma il fatto che non citi energie alternative, le quali al momento non esistono ancora, non mi ha allarmato affatto.  E' una conseguenza del suo discorso il pensare che quando non si potra' piu' usare l'attuale tecnologia per esaurimento di risorse o altro, allora, tutte insieme, la tecnologia per ottenere energie alternative spuntera' fuori, anzi, piu' versioni spunteranno allo stesso tempo, in competizione fra di loro (o magari anche in collaborazione).  

 

Il problema del suo discorso e' che non ha parlato di nessuna energia alternativa, ha citato solo nuove forme di estrazione del petrolio... non mi sembra una grande innovazione.. una rivoluzione scientifica... sicuro avra' avuto il veto di parlare della fusione fredda e suoi derivati, ma e' un discorso non prorpio nuovo, ha 25 anni di storia, e in america evngono prodotti generatori che gia' funzionano con questo tipo di tecnologia.. e questa si che e' una rivoluzione... quello che gli contesto e' escludere completamente l'intervento di qualche autorita' che non sia "politica" nel frenare o distorcere queste "rivoluzioni", come se al livello dei grandi gruppi privati non ci fosse un simile e anche maggiore interesse a pilotare queste innovazioni....

il fenomemo descritto da Mr Ridley appare essere un fenomeno puramente "naturale" che trova resistenze solo inn determinati interessi o prudenze politiche... il problema poi non e' se una nuova innovazione si affermera' o meno, ma il modo in cui lo fara'. 

Esemplifico... tu seguendolo affermi: il petrolio prima o poi sara' dismesso ma nel frattempo si saranno create le condizioni tecnologiche per dare vita a nuovi e molteplici modi di produrre energia... Questo modo di vedere le cose tiene fuori dalla partita il principale attore della questione, che non credo possa essere considerato una semplice "pedina". I monopolisti dell'energia, per la legge di autoconservazione citata dallo stesso Mr Ridley, tenderanno a preservare il loro potere, e non staranno a guardare o subire l'insorgere di mille invezioni senza fare nulla, ma cercherano di guidare il loro sviluppo per assecondare i loro interessi, overo mantenere e accrescere il loro potere. Quindi e' prevedibile che cercheranno di "finanziare" la "nuova tecnologia che meglio gli aggrada, una  che richiede grandi infrastrutture o che sia dipendente da materie prime controllabili... Non favorira' certo lo sviluppo di micro generatori domestici che funzionano con grammi di sostanze comuni...

E le pedine, che siamo noi, approveranno, perche adeguatamente addomesticate al nuovo verbo della scienza...

io credo che Mr Ridley non solo sia stato reticente per gli ovvi motivi che hai citato tu, ma abbia fatto qualche marchetta...

mi cito 

Cosi le industrie farnaceutiche produrranno medicine che finalmete guariranno le nostre malattie, invece di renderle croniche, i petrolieri un carburante cosi' perfetto che si potra' anche bere, Ortaggi magici, compresi di effetto allucinogeno afrodisiaco... etc.

e spiego.

Conme nell'esempio di prima sull'energia, lui parla di tecnologie controllate da multinazionali in stato di monopolio... quindi da un lato svilupperanno , coltiveranno e lasceranno germogliare idee che tornano a loro vantaggio dall'altro creeranno quel clima psicologico che ci fara' dire, a noi pedine, che hanno fatto delo loro meglio, di piu' non si poteva fare e saremo li a prenderci la pillola di cui poi non si potera' fare piu' a meno, il pane trasgenico tutti contenti perche' tanto non c'e' alternativa almeno per noi pedine povere....

Il fatto evidente e' pero' che non puo' fermare l'iniziativa privata e le nuove tecnologie, non sempre e non ovunque, come nei casi storici giustamente citati.  Lo spirito umano non si ferma: c'erano molte meno possibilita' che dal mercantilismo si passasse al capitalismo (ormai defunto da molto tempo) che qualunque cosa segua questa vendetta del mercantilismo in cui al posto delle nazioni ci sono corporazioni (vogliamo chiamarlo Fascismo, anche se la parola e' un po logora?) ha di crescere.  Per capire cosa voglio dire pensa anche solo 7-8 anni fa cosa avresti pensato di Hard Disks da 3 terabyte venduti al prezzo di un pasto in un buon ristorante...

Qui non ti capisco io,,,

Comunque riguardo alla distinzione tra politico e privato io non credo che ci sia piu' molta differenza tra sistemi comunisti e lo stato attuale del rapporto tra le democrazie occidentali e le multinazionali, la politica nel secondo caso serve solo da filtro e lubrificante, testa di volta la profondita' che puo' raggiungere il grande cetriolo, organo del complesso industriale mondialista e della criptocrazia, nel culo e nella testa delle pedine,,, che siamo sempre noi...

Che poi l'iniziativa privata sia la risorsa prima della vita umana su questo pianeta non si discute, purtroppo pero' il mondo moderno con l'additivo di una selezione "innaturale" ha reso la vita terribilmente difficile a questa ideale e antica forma di liberta'.

C'e un altra difficolta' ora poi... hanno inventato il marketing... le buone idee non viaggiano piu' facilmente da sole... hanno bisogno di essere "comunicate" e se non abbastanza supportae sono destinate a perdersi nel mare magnum di menzogna che nutre l'impero della comunicazione.

 

Non basta la propaganda

Ritratto di Pike Bishop

C'e un altra difficolta' ora poi... hanno inventato il marketing... le buone idee non viaggiano piu' facilmente da sole... hanno bisogno di essere "comunicate" e se non abbastanza supportae sono destinate a perdersi nel mare magnum di menzogna che nutre l'impero della comunicazione.

Quando le innovazioni e' il caso che ci siano, ci saranno, e ne la propaganda ne la censura ne le leggi potranno farci niente.

Un esempio tipico.  Se diamo retta alla propaganda, oggi si usano solo PC Microsoft e Apple tablets.  Io sto scrivendo con un computer che usa un O/S open source (Linux Mint Rosa Mate') derivato da Ubuntu che ha incrinato di molto i monopoli.  Per ora una nicchia, diventera' cosi' evidente persino agli ignoranti (come me) che questi prodotti funzionano meglio e costano meno che alla fine non bastera' che i fascisti usino tutti i trucchi e le minacce, diverra' almeno comune quanto MS e Apple e si puo' gia' vedere come alcuni governi li stiano gia' usando.

Sul fatto che i regimi comunisti e le democrazie occidentali siano grossomodo identiche non ci piove.  I regimi comunisti non sono forse mai stati comunisti ma mercantilisti, le democrazie occidentali sono sempre state corporativiste, quando gli stati ancora avevano qualche importanza sulla gestione economica e, recentemente sono una specie di riedizione del feudalesimo con poteri che il feudalesimo medievale non si sognava neppure (prima che qualcuno pronunci la parola, no, il capitalismo non e' mai esistito, e' esistito per un tempo molto breve circa 50 anni i 50 anni piu' esplosivi della storia del mondo l'epoca vittoriana, in alcuni paesi, il modello di produzione capitalista.  Ma, anche qui, per quanto si sforzino, pure con la collaborazione dei lecchini della stampa, ci esce comunque fuori un articolo mainstream che sostiene che l'innovazione non si ferma, pur con tutti i limiti gia' elencati dell'articolo.  Invece che, come fa l'autore, andarsi a cercare fantomatici spiriti della tecnologia, direi che e' lo spirito umano che e' irrefrenabile.  Se poi questo spirito, che ci ha consegnato fregature totali quali l'agricoltura, con gli stessi mezzi con cui ha colonizzato il mondo lo distruggera' a breve, questo e' un'altro discorso. 

Io personalmente non credo: forse questa evoluzione e' solo un periodo che portera' ad una innovazione che ci liberera' dai capricci del tempo.  Chi vivra' (non io) vedra'.

In ogni caso un punto a favore: stanno per liberalizzare la canapa.  Non sembra una gran cosa, ma di sicuro lo sara' comunque anche se l'azione viene intrapresa per i motivi sbagliati dara' i risultati dovuti. A cascata mi aspetto la liberalizzazione degli allucinogeni, solo per coerenza, magari non dappertutto, ma tanto basta...

Asincrono

Ritratto di Buster Keaton

Pike Bishop ha scritto:

 Se poi questo spirito, che ci ha consegnato fregature totali quali l'agricoltura 

 

Potresti spiegarmi questo passaggio che non l'ho afferrato nella sua dinamica espletativa particolare all'interno di un discorso più generale?

 

 

 

 

 

Rivoluzione Agricola

Ritratto di Pike Bishop

L'agricoltura e' stata la ragione per la quale le civilta' umane hanno preso la piega che hanno ora.  E' anche stata il motivo per cui la societa' e' strutturata in maniera gerarchica e perche' si e' sviluppata la mentalita' che ha portato alla creazione dell'economia moderna.  E' anche l'origine di tutti i nostri guai con la natura, poiche' chi inquina e distrugge lo fa pensando di essere un Dio e di poter decidere chi deve vivere e chi deve morire, tale e quale il contadino che decide che solo bestie o umani che collaborano a far si che il suo raccolto vada a buon fine possono continuare a vivere.  Io sono ancora piu' estremista e penso che siamo stati addomesticati da alcune erbe cosicche' loro potessero, come specie, conquistare il mondo: ci hanno prestato la loro mente.

Cuccia

Ritratto di Buster Keaton

Pike Bishop ha scritto:

L'agricoltura e' stata la ragione per la quale le civilta' umane hanno preso la piega che hanno ora.  E' anche stata il motivo per cui la societa' e' strutturata in maniera gerarchica e perche' si e' sviluppata la mentalita' che ha portato alla creazione dell'economia moderna.  E' anche l'origine di tutti i nostri guai con la natura, poiche' chi inquina e distrugge lo fa pensando di essere un Dio e di poter decidere chi deve vivere e chi deve morire, tale e quale il contadino che decide che solo bestie o umani che collaborano a far si che il suo raccolto vada a buon fine possono continuare a vivere.  Io sono ancora piu' estremista e penso che siamo stati addomesticati da alcune erbe cosicche' loro potessero, come specie, conquistare il mondo: ci hanno prestato la loro mente.

 

Ho capito: il famoso passaggio da nomade a sedentario.
Ecco perché i contadini ci vengono sempre presentati come ignoranti o zoticoni;
in realtà fingono per nascondere il fatto di saperla lunga. La tattica di Cuccia (il cognome indica già la capacità del contadino addomesticatore).
E' strano perché in genere si pensa il contrario: cioè che sia stato il mercantilismo 
quello che ha cambiato la civiltà umana e che ha imposto il trattamento delle persone come cose o merce.
In effetti se non ci fosse stato il contadino non sarebbe esistito il mercante.
Anche se devo dire che quelli che comandano veramente oggi siano tutti nomadi.
 
 
Comunque, come dicono i contadini, grazie per la spigazione. 

 

Attenzione ai termini

Ritratto di Pike Bishop

Buster, e' meglio fare molta attenzione ai termini.  

Mercantilismo non significa quel che implichi tu nel tuo ultimo intervento (che sarebbe la mentalita' del mercante, che e' anche lui uno che e' inserito nella societa' agricola le cui citta' vengono erette nei crocicchi e naturalmente divise in 4 settori, uno dei quali e' riservato alle professioni, tra le quali il mercante, che pero' possiede anche il serraglio delle carovane, appena al di la' dello steccato) ma invece:

una politica economica che prevalse in Europa dal XVI al XVII secolo, basata sul concetto che la potenza di una nazione sia accresciuta dalla prevalenza delle esportazioni sulle importazioni. Nelle società europee di quei secoli, dietro gli aspetti di uniformità del mercantilismo, furono attuate differenti politiche a seconda della specializzazione economica naturale (agricola, manifatturiera, commerciale) e all'idea di ricchezza (oro, popolazione, bilancia commerciale).

Ricorda niente, ma proprio niente?  Nemmeno un po' le regole assunte a mandato divino dell'Europa, che vuole tutti, specie le pezze da piedi meridionali, virtuosi come novelli Catoni?  Ma questo e' solo un aspetto del mararsma nel quale ci muoviamo.

Infatti ho preso la quota di qui sopra da Wikipedia, ma in italiano la condizione nella quale soggiace il sistema interno dei grandi gruppi politici, come Cina, Impero Russo, Stati Uniti d'America e' il Neofeudalesimo, che curiosamente, non appare nella wikipedia italiana (gli italiani sono ancora li' che pensano al campanile mentre gli infilano il cetriolo): 

Neo-feudalism[...] refers to a theorized contemporary rebirth of policies of governanceeconomy, and public life reminiscent of those present in many feudal societies, such as unequal rights and legal protections for common people and for nobility.

The concept of "neofeudalism" largely focuses on economics. Among the issues claimed to be associated with the idea of neofeudalism in contemporary society are class stratification, globalization, mass immigration/illegal immigration, open borders policies, multinational corporations, and "neo-corporatism".

Come si puo' vedere in tutto e per tutto la situazione interna della UE e di altri megastati.  Curioso anche che alla voce corporativismo, la wikipedia italiana resti fissata col fascismo, chissa' come mai (... ancora li' a guardarsi i piedi mentre etc etc) come pure il regime tedesco -ed ora europeo- che ci vogliono far passare come vigente in Europa - ma e' una balla, si applica solo in parte in Germania - l'Ordoliberalismo, sulla wikipedia italiana, sia limitato a poche righe che in pratica non dicono niente.

In un certo modo Wikipedia e' utile a tastare il polso della situazione dei vari gruppi linguistici, e in Italia certamente non sanno quel che succede, e non hanno neanche le categorie mentali per analizzare il presente.

Per tornare al tuo intervento, Buster, gli zingari sedentari che comandano veramente non comandano veramente, nella realta', ma solo nella rappresentazione che la vecchia e la nuova nobilta' vuole far passare al volgo, cosi' invece di usare i forconi contro di loro, il volgo si produce in folkloristici pogrom.

E' una storia vecchia: solo perche' gli ebrei avevano le chiavi delle chiese polacche, non voleva dire che ne fossero i padroni.

a Cuccia

Ritratto di Pike Bishop

La battuta su Cuccia e' spettacolare.