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I topi di Campbell e la sottile arte della menzogna

Personalmente sono affascinato, quasi ossessionato dalle menzogne: la disinformazione, la manipolazione delle informazioni, la propaganda. E’, come ben sappiamo, un ingrediente chiave del controllo delle masse. Collateralmente mi interesso anche di Scienze della Nutrizione e quando posso mi diverto a scartabellare la letteratura scientifica sull’ argomento. Ogni tanto mi capita di pizzicare qualche autore a fare il furbo, così ho deciso di condividere con voi questo piccolo aneddoto, sperando di non tediarvi troppo.

Vi racconto il contesto: sappiamo tutti della eterna guerra tra veganismo/vegetarianismo e onnivorismo (ma non è questo il punto della discussione). Ebbene, esiste una certa quantità di ricerca scientifica che viene spesso citata a supporto di una dieta povera di proteine animali. Uno dei ricercatori più famosi in questo senso è Colin T. Campbell, biochimico americano della Cornell University (https://nutritionstudies.org/about/dr-t-colin-campbell/ ), autore del celeberrimo libro “The China Study”1 (titolo peraltro fuorviante, visto che il China Study, un importante studio epidemiologico co-finanziato dal Governo Americano e quello Cinese in realtà occupa solo una piccola porzione del libro).

Le tesi di Campbell sono state spesso ferocemente attaccate dopo la pubblicazione del libro. Nulla di male nel fare critiche, purché le si facciano con una certa onestà intellettuale. Non è il caso di Chris Masterjohn, PhD in Scienze della Nutrizione2, ora consulente nutrizionista indipendente e autore di libri e podcast. Mi sono trovato a leggere un suo articolo di critica verso le ricerche di Campbell e l’ho “pizzicato” a distorcere i fatti in una parte dell’articolo. Da notare il fatto che Masterjohn, alla fine della sua pagina biografica, dice: “Please join me in the pursuit of truth, learning, and wonder!”. Soprattuto la parte “truth”.

Vorrei spiegarvi i dettagli, in quanto si tratta di un caso molto chiaro di menzogna per omissione, un vero classico delle tecniche di disinformazione. Tanto per confermare di come sia facile ingannare i lettori poco avveduti che non abbiano la pazienza di andare a leggere i dettagli (purtroppo poi ci sono i pignoli rompicoglioni come me che ogni tanto lo fanno e rovinano il gioco di questi furbetti).

Il contesto: si parla degli esperimenti sui ratti di Campbell in questo articolo di Masterjohn, pubblicato sul sito della Weston A. Price Foundation3. La sua disamina è lunga e tecnica ed è volta ad accusare Campbell di varie forme di disonestà. Ora, non ho avuto il tempo e la pazienza di analizzare tutto l’articolo in dettaglio, ma un paio di paragrafi hanno destato la mia attenzione, in quanto ricordavo di aver letto l’articolo citato, scritto da Campbell ed il suo studente Appleton nel 19834.

In breve, l’esperimento di Appleton e Campbell consisteva nel somministrare l’aflatossina, una tossina cancerogena, a un gruppo di ratti, per poi somministrare loro diversi tipi di dieta e vedere in seguito gli effetti sulla formazione di foci pre-cancerosi nel tessuto epatico. I topi erano stati suddivisi in 4 gruppi a seconda del contenuto di caseina nella dieta offerta nei due periodi dell’esperimento, e cioè la fase di “dosaggio” (somministrazione dell’aflatossina) e la fase di “post-dosaggio”: il gruppo 5-5 (5% di caseina in fase dosaggio e 5% in fase post-dosaggio), il gruppo 5-20 (5% dosaggio, 20% post-dosaggio), il gruppo 20-5 (20% dosaggio e 5% post-dosaggio) e infine il gruppo 20-20 (20% sia in dosaggio che in post-dosaggio).

 

Masterjohn ci dice (circa a metà pagina):

“The rats fed 20% casein through the entire experimental period had somewhat more pre-cancerous lesions than the rats fed 5% during the whole period, but the difference is not very dramatic.  The dramatic difference we can see from this graph is between the second and third groups.  These results clearly show that while 20% casein provided during the promotion period promoted the growth of pre-cancerous lesions, 20% casein provided during the initiation period proved dramatically and powerfully protective.”

 

Cioè: “I ratti nutriti col 20% di caseina durante l’intero esperimento avevano un po’ più di lesioni pre-cancerose rispetto ai ratti nutriti al 5% durante lìintero periodo, ma la differenza non è molto drammatica. La differenza drammatica che possiamo vedere da questo grafico è tra il secondo e il terzo gruppo. Questi risultati mostrano chiaramente che mentre il 20% di caseina offerto durante il periodo di promozione causò la crescita di lesioni pre-cancerose, il 20% di caseina offerto durante il periodo di iniziaione si dimostrò drammaticamente e fortemente protettivo.”

 

Ecco il grafico dell’ articolo di Masterjohn, putroppo assente nella pagina originale (per qualche ragione invece di caricare i grafici sul server li hanno messi richiamando un link a un altro sito che ora non esiste più) ma contenuto in una presentazione Powerpoint5 sempre dello stesso autore6:

 

 

Il grafico di Masterjohn corrisponde alla Tabella 3 dell’ articolo di Campbell:

 

Dunque, la tesi del buon Masterjohn è che Campbell avrebbe “nascosto” nelle sue ricerche successive il fatto che i ratti nutriti col 20% di caseina nella fase di dosaggio con aflatossina sarebbero stati protetti dall’ insorgere di lesioni pre-cancerose. Infatti più sotto dice:

“The fact that the dramatic reduction of pre-cancerous lesions in the rats fed 5% casein owed in part to the high-protein diet they were fed during the initation period was forever lost into the memory hole.”

 

Ovvero: “Il fatto che la drammatica riduzione delle lesioni pre-cancerose nei ratti nutriti al 5% di caseina fossero in parte dovuti alla dieta ad alto contenuto di proteine che gli era stata offerta durante il periodo di iniziaizione si perse per sempre in un vuoto di memoria.”

Purtroppo però Masterjohn si è dimenticato di citare un fatto fondamentale dell’articolo di Campbell, e cioè il fatto che il volume totale delle lesioni non sia il solo fattore da considerare. Infatti, leggendo tutto l’articolo, si realizza facilmente che quello che conta è anche il tipo di lesione.

Ne esistono infatti due tipi: quelle “rimodellanti”, più grandi e meno dense, che hanno la tendenza a tornare tessuto epatico normale; poi qulle “persistenti”, più piccole e dense, che invece hanno maggiore probabilità di evolversi in lesioni cancerose. Campbell dice a pag. 2151 (in alto a destra):

 

 

E cioè: “I gruppi nutriti al 20% di caseina durante il periodo del dosaggio tendevano ad avere foci piccoli e macchiati densamente (Fig.3), i quali sono considerati più persistenti (12). Gli effetti complessivi dei trattamenti dietetici sulla taglia, il numero e la disposizione di questi foci sono riassunti nella Tabella 2”.

 

La Tabella 2 sarebbe questa:

 

Si vede chiaramente che i topi del gruppo 20-5 (quelli che secondo Masterjohn sarebbero stati protetti dalla caseina) hanno meno lesioni, ma queste sono tutte di tipo persistente. Inoltre il gruppo 5-5 e il gruppo 20-20, pur avendo i volumi delle lesioni relativamente simili, differiscono anche essi per la stessa ragione: il gruppo 5-5 ha solo lesioni di tipo rimodellante, mentre quello 20-20 ha solo lesioni persistenti. In altre parole, solo il gruppo 5-5 è stato effettivamente protetto contro le lesioni di tipo più pericoloso. Dunque il paragrafo citato sopra omette questa informazione fondamentale, con lo scopo di far passare Campbell per un disonesto. Curioso, no?

Ora, questo ovviamente non prova che Campbell sia stato irreprensibile nelle sue ricerche, ma sicuramente prova che Chris Masterjohn non si sia fatto scrupoli a utilizzare trucchetti poco onesti pur di screditarlo. Non credo infatti si possa trattare di una svista, vista la sua preparazione e visto che l’articolo sembra esserselo letto in dettaglio.

Insomma, la prossima volta che leggerete un articolo del nostro amico Chris, tenete gli occhi aperti: disonesto una volta, disonesto per sempre.

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Non smette mai di stupirmi

Ritratto di Calvero

Non smette mai di stupirmi l'impunibilità concessa - non a chi commette errori, ma a chi dimostra di argomentare in malafede. Non vedo perché sia prevedibile e attuabile l'irradiazione da un qualsiasi Albo da parte di colui che dimostra di non rispettare la deontologia cui è deputato il suo impegno e il suo dovere, e allo stesso tempo è accettabile che in ambito di ricerca e studi e informazione si possano attuare mistificazioni senza doverne rispondere.

Benissimo! ... una bella commissione super partes e a-politica in tal proposito, e la prima volta che ti beccano a mentire (non a sbagliare) e caro il mio vigliacco ... «Tu hai giocato di malafede»? okay, «Adesso ti è proibito esprimere opinioni in merito e per l'ambito ove hai confermato la tua disonestà intellettuale, per un Anno a partire dal riconoscimento della menzogna» end of story, e non solo: «Per adesso così: accontati di dover tacere la tua disonestà, e la prossima volta vai dentro»

Invece non solo non è così, of course, mi si passi lo sfogo in merito a cotanta utopia e poi, per soprammercato, divertente è che se il dissenso giunge da voci che sono fuori dalle dottrine accademiche, allora preparati a essere fottuto in proporzione a quanto pericolosa è la tua contestazione; che tu abbia torto o meno, ovviamente. It's democrazia, baby. 

 

Albi...

Ritratto di Dusty

Calvero, scusa se dico l'ovvio, ma gli albi servono per limitare la gente a lavorare, non certo per garantire la qualità.

Cioè, è esattamente l'opposto di quello per cui vengono spacciati (come sempre).

of course

Ritratto di Calvero

Il problema è che non mi trovo con le faccine che, come ha fatto notare un nostro utente, queste de Il Portico (non avertene, nessuna malizia) non riescono a trasmettere una certa giocosità/goliardia, non riescono a esprimere quel "tra le righe" che a volte, qui e là, aiuta a sintetizzare con una certa fanciullezza; perché, se le avessi usate nel commento, sarei riuscito a calibrare meglio cosa intendevo per "sfogo", indi in nome di quella rassegnata ironia con cui mi esprimevo. Diciamo che avrei potuto esprimere meglio il mio pensiero anche senza faccine eh, ...certo, ma sarebbe diventata una cosa tediosa se volevo sottolineare la situazione grottesca e stupida e ridicola che illumina i doveri di questo sistema fantozziano. Ovviamente concordo pienamente con ciò che intendi...

... diciamo che è un po' come dire quando «e se» ti trovi a parlare dell'istruzione scolastica in senso lato e della sua utilità e lati nobili (i rari rimasti) che le appartengono, e allo stesso tempo facciamo finta di non sapere che già dalle elementari e dal classicissimo diploma (figuriamoci lauree e master, eccetera) stiamo pagando semplicemente il pizzo per poter essere accettati in un Sistema mafioso, e non è una battuta; tra le cui ragnatele, per l'appunto come hai ricordato, c'è anche la mitica deontologia, atta a far sì che i polli in batteria usino la cresta solo per identificarsi secondo santa-madre-convenzione  ... sia mai per alzarla  smiley

... peccato, perché la deontologia, di là del gioco orwelliano in cui siamo prigionieri, è e sarebbe un discorso affascinante. Vabbé, un'altra tacca per l'idiotizzazione dei popoli (Castro docet)