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Il Mistero dei Beatles (Parte Prima)

Le leggende metropolitane generalmente non rientrano nei miei interessi se non come elementi di semplice curiosità. Il fascino del mistero che di solito intriga più o meno tutti, mi coinvolge qualora esistano i presupposti concreti per poter affermare di trovarsi davanti a un vero enigma. Conoscevo quindi da molti anni la leggenda metropolitana che ruota attorno ai Beatles e in particolare su uno dei suoi componenti, ma considerandola del tutto assurda l'avevo relegata sempre nel recinto delle storielle tipo: Elvis è ancora vivo.

 

Recentemente però ho notato che si era acceso un nuovo interesse per questa storia che nonostante gli anni sembra non avere nessuna intenzione di spegnersi e per gioco ho iniziato a seguirne le nuove manifestazioni come ad esempio una interessante trasmissione radio, dedicata alla vicenda di cui sto per parlarvi e narrata in modo molto ironico dal bravo Carlo Lucarelli12 (il conduttore ideatore di Blu Notte) che però in fondo confermava la mia idea che tutta la faccenda fosse semplicemente una bufala.

 

Successivamente, ascoltai un'intervista a Glauco Cartocci, un architetto e progettista grafico che per la grande passione musicale è diventato un esperto della storia dei Beatles e che ha dato alle stampe un libro: “Paul isDead? Il caso del doppio Beatle”. Le cose che affermava in quell'intervista mi colpirono parecchio; alcune perchè non le avevo mai sentite, ma in particolar modo perchè evidenziavano il fatto che non si trattasse di una semplice leggenda metropolitana, ma di un vero mistero che oltretutto continua in modo altrettanto oscuro ad essere alimentato anche oggi, e non dalle farneticazioni di qualche fan, ma da gente che, ancora in vita, è coinvolta più o meno direttamente nella vicenda. Acquistai quindi il libro, ne presi pure un secondo: “Il Codice McCartney” (unici due libri italiani su questa storia) e successivamente mi resi conto del vero delirio presente in rete (materiale spesso assurdo, ma con alcuni articoli decisamente interessanti).

 

Avete ormai capito che sto parlando della PID o “Paul is Dead” (Paul è morto); quella curiosa leggenda metropolitana che uscì fuori nel 1969, poco dopo la pubblicazione di quello che è considerato l'ultimo album dei Beatles, “Abbey Road” (in realtà l'ultimo album a essere pubblicato fu Let it Be, ma essendo stato registrato prima e pubblicato dopo lo scioglimento del gruppo, l'ultima fatica in sala di incisione rimane appunto Abbey Road); leggenda assai curiosa perchè mentre di solito si fantastica sulla morte di star famose che sarebbero ancora vive: Jim Morrison, Jimi Hendrix, Elvis Presley, Glenn Miller Etc. Questa voleva che il “bello” dei Beatles, il coautore assieme a John Lennon di intramontabili capolavori della musica rock, fosse morto nel 1966 a seguito di un terribile incidente stradale, e fosse stato sostituito in gran segreto da un sosia.

 

Mi sembra chiaro a questo punto il motivo per cui è difficile dare troppo credito a questa leggenda; le prime obiezioni che si possono sollevare a una storiella raccontata in questi termini sono già dei macigni pesantissimi sulla sua credibilità: Anche ammesso che l'assunto sia vero e che sia stato trovato pure un sosia, come potevano trovare uno che non solo assomigliasse al Paul originale, ma cantasse pure come lui e avesse nientemeno che un talento paragonabile al suo se non superiore? Non dimentichiamo infatti che se il Paul originale ha scritto “Yesterday” il sosia avrebbe scritto nientemeno che “Hey Jude” o “Let it be” tanto per fare un esempio. Inoltre chi poteva avere il potere di coprire il tutto presso le autorità e le forze di polizia? E i parenti? I genitori del Paul originale se ne sarebbero stati zitti senza dire nulla?

 

Ciò che però ho trovato nell'approfondire questa strana storia, sono i presupposti di un vero mistero ed essendo anche interessato all'argomento propaganda non posso non rilevare alcuni elementi presenti anche in questo senso. Che Paul McCartney sia davvero morto non è possibile saperlo con certezza, ma anche se così non fosse e colui che ci ha regalato ancora tanta buona musica in questi anni fosse di fatto l'originale Paul McCartney, il mistero sulla leggenda PID continuerebbe a rimanere tale ed è questa la parte più intrigante di tutta la faccenda: ci sono domande che in entrambi i casi restano senza risposta, anche nel momento in cui si sciogliessero i dubbi sul fatto che il Paul McCartney attuale è l'unico, il solo e l'originale.

 

Ovviamente non ho la pretesa di esaurire un tema così complesso in questo articolo; cercherò soltanto di mettere in luce alcuni elementi che aiutano a capire come tutta la faccenda non sia semplicemente un cumulo di scempiaggini messe assieme da alcuni fan esaltati in giro per il mondo. Se poi volete approfondire, oltre al materiale reperibile in rete che rende però la ricerca piuttosto ardua data la mole di materiale spesso assurdo presente, ci sono i libri citati che sono molto ben documentati.

 

Possiamo iniziare dicendo che non esiste una sola versione della leggenda PID ma ce ne sono diverse varianti; in un paio tra le più gettonate (e delle prime versioni) si dice che Paul McCartney avesse o litigato con il gruppo andandosene dagli studi o se ne fosse andato dopo essersi ubriacato per un festino e, con la sua Aston Martin non avesse rispettato un semaforo andando a schiantarsi contro un furgoncino. Per alcuni, durante la strada avrebbe raccolto una ragazza di nome Rita morta anch'essa nell'incidente, per altri sarebbe stato solo. In alcune versioni sarebbe rimasto decapitato, in altre avrebbe subito una brutta ferita alla testa. L'incidente sarebbe avvenuto il 9 Novembre 1966 ma anche sulla data ci sono perplessità per svariati motivi ma sopratutto, come vedremo più avanti, per via di un paio di inquietanti coincidenze che riportano come data il 9-11-1966; data che se letta al modo anglosassone diventa 11 settembre, ma se letta nell'altro modo è appunto 9 Novembre. Inutile ricordare che oggi, la data del 9-11 ha un suono alquanto sinistro e sia per chi crede nelle coincidenze, che per chi non ci crede, è un numero che suscita una certa angoscia.

Subito dopo l'incidente, sarebbe stato informato Brian Epstein (il manager dei Beatles) forse dallo stesso autista del furgoncino (a detta di alcune versioni, suo parente) che avrebbe provveduto, grazie all'avvertimento tempestivo e al fatto che a quell'ora tarda le strade erano deserte a mettere in moto l'operazione di copertura. Non si sa come né con quali appoggi sarebbe riuscito a nascondere tutta la faccenda. Un certo William Campbell (nella prima versione perchè in un'altra si fa un nome diverso, quello di William Sheppard, poliziotto Canadese amico di Ringo Starr, il batterista) aspirante musicista e sosia di Paul al punto che già da tempo lo imitava molto bene, sotto contratto sempre con Brian Epstein, viene scelto per prendere il suo posto. I Beatles vengono convinti ad accettare la faccenda e a sostenere il gioco e in questo modo il fenomeno Beatles potè continuare indisturbato il suo corso.

 

Chi non si è fatto un'idea della Beatlemania non può capire la portata di questo fenomeno che da alcuni osservatori dell'epoca e anche dai ricercatori e sociologi dei nostri giorni è stato definito sopranaturale. Si sono versati fiumi di inchiostro nel tentativo di spiegare la Beatlemania ma nessuno ha ancora capito gli isterismi di massa esplosi in tutto il mondo per questi quattro ragazzi che, almeno a inizio carriera, cantavano delle “canzonette”. Nessuno riuscirà mai a ripetere un'esperienza simile e di tale portata che provocò inoltre incidenti diplomatici e problemi in molti paesi.

 

Tre anni dopo la presunta morte e sostituzione di Paul, nel 1969 e poco dopo la pubblicazione di Abbey Road, come abbiamo detto, un DJ di una radio americana asserisce di aver ricevuto una telefonata anonima di un tale che gli rivela appunto la storia dell'incidente dicendogli: “E' tutto nei dischi dei Beatles, cercate gli indizi nelle canzoni e nelle copertine”.

 

Ovviamente ci fu un ulteriore boom nelle vendite dell'album in questione e da lì si scatenò la caccia agli indizi che vennero trovati in quantità industriale. Alcuni di questi erano frutto di libere interpretazioni o di autentici deliri ma in effetti, un notevole numero di essi che non poteva certo essere casuale, era stato volutamente e consapevolmente seminato e distribuito come i frammenti di un puzzle.

 

Il legittimo sospetto quindi è che tutta l'operazione sia stata architettata dagli stessi Beatles e che forse, sia poi sfuggita di mano. In pratica il quartetto avrebbe cioè iniziato a disseminare indizi nei propri dischi a partire dal primo album senza il “vero” Paul, e cioè: “Sergent Pepper Lonely Hearts Club Band” (considerato tra le altre cose da tutti i cultori della musica come il capolavoro assoluto della musica rock, una sorta di “Gioconda”, di opera unica e irripetibile) e avrebbe continuato a farlo fino all'uscita dell'album che ne decretò lo scioglimento come gruppo per poi, arrivati a questo punto, mettere in giro la leggenda. Ma anche nel caso si trattasse di una trovata pubblicitaria, non sarebbe stato forse eccessivo prepararla per tre lunghi anni? Architettare indizi e ogni altra sorta di messaggi subliminali per tutto quel tempo aspettando soltanto l'ultimo album per far uscire tutta la faccenda? Sarebbe certamente un comportamento strano, in tre anni possono cambiare moltissime cose e un'idea pensata in un dato momento può non essere più valida a distanza di tanto tempo, e a meno di non essere dei veggenti, non avrebbe molto senso come trovata pubblicitaria; potrebbe essere solo l'idea bizzarra per dei tizi eccentrici ma di certo poco consona alle regole del marketing.

 

Il fatto è che i Beatles hanno sempre smentito così come il diretto interessato Paul McCartney tutte le voci relative a questa storia ma hanno anche sempre smentito il fatto di aver inserito messaggi alla rovescia nei loro album (probabilmente a causa della vicenda Manson che vedremo più avanti) e hanno quindi mentito spudoratamente; hanno sempre risposto alle domande sulla PID considerandola come un cumolo di boiate, eppure si sono contraddetti in numerose occasioni incalzati dalle domande dei giornalisti.

 

E' noto infatti che i Beatles furono tra i primi ad inserire messaggi nelle canzoni ascoltabili soltanto mandando il disco al contrario; pratica in seguito divenuta moneta comune per i gruppi musicali, specialmente nell'ambito del rock. I Beatles erano molto interessati agli esperimenti musicali di John Cage e divennero loro stessi sperimentatori introducendo tecniche che verranno poi riprese da altri. Paul McCartney e John Lennon erano inoltre dei veri e propri cultori di Lewis Carrol, l'autore di Alice nel paese delle meraviglie; maestro del gioco di parole, del non-senso, del doppio significato o del significato nascosto. Infatti, i testi delle loro canzoni contengono alcuni rimandi espliciti a questo personaggio ma di fatto, si interessarono a scrivere testi spesso criptici o dall'apparente non-sense. E non dimentichiamo che la novità di mandare i nastri alla rovescia che rendono le parole arcane e cariche di mistero, li incuriosisce a tal punto che proprio Paul utilizzerà in alcune occasioni lo pseudonimo “Ian Lachimoe” che era il “suono” che produceva “Paul McCartney” pronunciato alla rovescia.

 

Ma per iniziare a capire il motivo per cui dietro alla leggenda Paul is dead si nasconde un vero mistero, iniziamo analizzando alcuni indizi classici contenuti nei dischi dei Beatles e partiamo proprio dall'album “Abbey Road” che divenne protagonista con l'esplodere di questa strana storia; una delle copertine che ha fatto più discutere nella storia della musica:

 

Quali sarebbero gli indizi trovati dai fan dei Beatles in questa copertina?

 

Prima di tutto gli stessi Beatles; stanno attraversando la strada sulle striscie pedonali in fila indiana; davanti a tutti c'è John Lennon vestito completamente di Bianco; in alcuni paesi orientali il bianco è un segno di lutto e per alcuni è stato interpretato come il cerimoniere. A seguire Ringo Starr vestito completamente di nero sarebbe l'uomo delle pompe funebri. Segue Paul McCartney con un completo grigio e salta agli occhi per delle differenze vistose rispetto agli altri: è a piedi nudi, tiene gli occhi chiusi, ha il passo sfalsato rispetto agli altri che ce l'hanno sincronizzato e tiene una sigaretta nella mano destra pur essendo mancino; chiaramente il tutto sembra costruito per attirare l'attenzione su Paul e sulle sue stranezze. Chiude il corteo George Harrison che, vestito in Jeans, sarebbe un semplice becchino.

 

Sulla sinistra è possibile vedere un'auto, una Wolkswagen “maggiolino” parcheggiata con le ruote sul marciapiede; la targa dell'auto riporta: LMW 28 IF. L'interpretazione più diffusa è che il 28 if stia per: 28 se, 28 anni se Paul fosse vivo. Ma qualcosa non quadra, viene subito fatto notare che Paul all'epoca aveva 27 anni compiuti ed essendo nato a giugno, a settembre, data in cui sono state scattate le foto della copertina, aveva 27 anni e tre mesi. La replica dello zoccolo duro dei sostenitori della PID non si fa attendere: In molte culture orientali l'età viene contata dal momento del concepimento; quindi i tre mesi più i nove di gestazione... 28 Spaccati.

 

Un'obiezione logica è che se la targa fosse stata concepita per veicolare un messaggio, tanto valeva metterci 27; inoltre, nessuno ha mai decifrato LMW.

 

Alcune ipotesi tengono conto del fatto che esiste la tradizione di apporre dietro l'auto il proverbiale “JUST MARRIED” dei novelli sposi, ecco che LMW poteva essere interpretato ad esempio con: Linda Married William e cioè: Linda ha sposato William (Campbell o Sheppard?) il sosia che avrebbe preso il posto di Paul.

 

Nel retrocopertina appare la scritta Beatles inserita nel muro sopra alla scritta Abbey Road. Davanti alla scritta Beatles ci sono degli strani fori come se qualcuno avesse sparato con un mitra o una pistola. Connettendo i fori, (che sono otto mentre andando a vedere il muro dal vero se ne contano 13), come nel gioco dei puntini esce un 3; un altro indizio che i Beatles Originali sono solo 3?

 

Le liriche delle canzoni meritano una trattazione a parte che vedremo più avanti; ciò che ci interessa stabilire ora è: sono tutte illazioni e interpretazioni dei fan (abbiamo lasciato fuori le più assurde e palesemente frutto di fantasia) oppure queste note di copertina hanno comunque qualcosa di strano?

 

Qualcosa di strano in effetti c'è e viene proprio dai Beatles. Interrogati sulla sessione fotografica per la realizzazione della copertina, Paul McCartney tende a minimizzare in modo eccessivo se consideriamo il fatto che i Beatles così come molti altri gruppi mettevano un'attenzione e una cura maniacale nello studio delle copertine. Chi conosce un po' di storia musicale di quel periodo sa quante copertine sono diventate oggetti di culto e spesso controversi sia per l'aspetto artistico che per quello dei messaggi veicolati.

 

McCartney invece dice che erano in ritardo con la pubblicazione, e che quindi visto che fuori dagli studi di registrazione era una bella giornata di sole, chiamarono i fotografi e improvvisarono alcuni scatti. Interrogato poi sul fatto che apparisse a piedi nudi, dichiarò che lui abitava a pochi passi dagli studi ed essendo molto caldo decise di uscire di casa scalzo.

 

A parte il fatto che se era davvero molto caldo, l'asfalto bollente era tutt'altro che confortevole da calpestare a piedi nudi, ma sembra comunque una scusa farlocca; inoltre nelle altre foto ritrovate di quella sessione fotografica, si può vedere come Paul indossi un paio di sandali. John Lennon poi, fornisce una versione diversa smentendo la non intenzionalità del gesto; dice infatti che Paul cercava sempre in ogni modo di apparire diverso e che se avesse potuto dipingersi un orecchio di Blu lo avrebbe fatto.

 

La Apple, la casa discografica dei Beatles, interrogata sulla presenza del maggiolino con le ruote parcheggiate sul marciapiede risponde che i fotografi avevano tentato di farlo rimuovere senza successo perchè rovinava la foto ma anche questa sembra una balla. Infatti è molto difficile credere che la sua presenza non sia intenzionale quando sappiamo che il “maggiolino” in Inglese è chiamato “Beetle” (scarafaggio) e non è certo pensabile che il gruppo si sia lasciato sfuggire l'occasione di inserire un'auto che richiama il loro nome.

Per quanto riguarda la famigerata targa, scopriamo anche qui un elemento curioso: in altre foto della sessione fotografica la targa è diversa, quindi la targa che si vede in copertina è stata aggiunta in un secondo tempo sopra all'originale.

 

Ma il bello deve ancora arrivare, più indietro si va nel tempo rispetto a questo disco e successivamente più ci si avvicina ai nostri giorni, si scopre una mole di stranezze davvero troppo massiccia per essere ignorata.

 

Ma lo vedremo nella seconda parte.

 

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Una cosa e' sicura....

Ritratto di Pike Bishop

per chi abbia un minimo seguito Paul McCartney negli ultimi anni nelle sue interviste alle TV britanniche, sembra impossibile che quel minchione attempato, sgradevole e col dente avvelenato nei confronti degli altri Beatles, specie dopo la loro morte - Ringo probabilmente non si decide a morire solo per fare un dispetto all'altro odioso reduce - non puo' essere la personcina gradevole e interessante che vediamo in Magical Mistery Tour.  Non canta cosi' bene, nemmeno suona lontanamente con la consumata professionalita' che eravamo abituati ad ascoltare nei tempi andati.

Se l'avessero scambiato con qualcun altro, non me ne stupirei affatto, cosi' come non se ne stupirebbe gran parte del pubblico inglese che perlopiu' reputa "Macca" un vecchio coglione pieno di soldi e che si e' fatto rubare delle cifre da capogiro da una puttana matricolata di basso bordo con una gamba di legno (o di plastica e alluminio che sia), quando il vero Paul avrebbe continuato a scoparsi una ampia selezione di volenterose dilettanti.

Insomma, sono sempre i migliori quelli che se ne vanno, e scritto cio' mi defilo... cool

 

 

 

Anzi, no....

Il vero mistero riguarda invece quella persona per bene, e autentico motore dei Beatles, che era George Harrison, famoso complottista, mistico e finanziatore di alcuni dei migliori film britannici di tutti i tempi, oltre che padre e marito esemplare.  Era scappato in California proprio per evitare di essere ammazzato - e dire che ad un certo punto aveva persino assoldato alcuni ex SAS per difenderlo.  Evidentemente qualcuno li pagava di piu' per guardare da un'altra parte e se non fosse stato per sua moglie, una praticante molto avanzata di arti marziali, il tale penetrato nel fortino che era ormai la sua casa l'avrebbe sbudellato, e avremmo un caso Lennon no. 2, imputabile al solito psicolabile capace di avere ragione di 6 guardie addestratissime e sistemi elettronici costati qualche milionata.

E che succede a Hollywood?  Si becca il solito cancro fulminante, come un Osho o un Presidente del Venezuela qualunque.  Sfiga eh??????  O magari......

Piccole correzioni

Ritratto di Manfred

Pike

Ai tempi di "Magical Mistery Tour" stando al racconto sulla morte e sostituzione di Paul MacCartney, questa era già avvenuta.

  

Music Band

La data dell'incidente nove novembre (1966) è riconducibile senza alcuna lettura forzata (sistema di scrittura anglosassone delle date) in ordine temporale prima alla notte dei cristalli del 1938 e poi per estensione a quella della caduta del muro di Berlino 1989.

Mentre il 12 ottobre (1969) data della diffusione della notizia della presunta morte di Paul, negli States, riconducibile a quella della scoperta dell' America (1492).

Mi fermo quì dato che hai menzionato il collegamento con Manson e che intendi parlarne nella seconda parte.

Manfred

Data del presunto scambio

Ritratto di Pike Bishop

Manfred, il fatto che il presunto scambio sia avvenuto in una data particolare mi pare la parte piu' debole di tutta la storia.  Se effettivamente ci sono delle prove dovute a misurazioni del volto ed altro (oltre alla inconsistenza del carattere senile con quello giovanile che pero' magari e' solo dovuta a rimbambimento) la teoria e' non del tutto campata per aria;  ma tutte le circonstanze accessorie, fino alla precisa data di un incidente per cui non ci sono prove, sono bubbole buone per il peggior Franceschiello.

Misteriose esigenze

Ritratto di Manfred

Se effettivamente la morte è avvenuta ovviamente deve risalire ad una data precisa, così come nella vita del gruppo (Beatles) deve essere possibile tracciare una linea di demarcazione tra il periodo di attività del Paul originario e l'avvento del sosia, dato l'abbondare delle famose anomalie (vedi confronti effettuati ), questo tenendo buona l'ipotesi della sostituzione causa morte, almeno che non si voglia prendere in considerazione la possibilità di trovarci in presenza di originale e sosia entrambi vivi e vegeti  e alternatesi nelle operazioni a seconda di misteriose esigenze, questo magari solo durante il periodo di attività del sudetto gruppo.

Manfred