La fine del mondo (The World's End - 2013)
- genere: Commedia
- regia: Edgar Wright
- interpreti: Simon Pegg, Paddy Considine, Nick Frost, Martin Freeman, Sophie Evans
- produzione: Universal Pictures
GIUDIZIO: Da non perdere
In due parole
Recensione
Anche se questa recensione ne uscirà mutilata e non esaustiva, non ce ne frega niente, ma per chi non ha visto e non conosce il film non vogliamo assolutamente spoilerare per non rivelare la gradita sorpresa a circa metà pellicola.
Quello di Edgar Wright è un film in continua evoluzione che si trasforma diventando sempre qualcos'altro senza smettere mai nè di sorprendere nè di divertire, passando da un genere all'altro con disinvoltura. C'è anche tanto mestiere da vendere nella realizzazione da far impallidire molti blockbuster d'oltreoceano.
In fondo però, chi bazzicha su questi lidi sa che il cinema inglese ha sempre spiccato per originalità e solido mestiere; caratteristiche che specialmente in passato sono state fondamentali per contrastare i colossi americani messi in piedi grazie a vagonate di soldi.
Questo film, ultimo capitolo della trilogia del "Cornetto" (inteso come gelato), ma se non sapete di cosa si tratta non andate a informarvi prima di averlo visto, tanto la pellicola è indipendente dalle altre due quindi non perdete comunque nulla, provoca in chi ha amato un "certo" cinema e "certe" serie televisive, non pochi Deja-Vu. Il fatto è che il fascino di certe rimembranze e la compiaciuta attenzione per le finezze registiche e tecniche vengono continuamente soffocate dalle risate che si alternano a riflessioni più profonde che però impongono l'attesa della fine del divertimento per essere elaborate.
La storia parte da un incipt semplice e quasi scontato: Gary King (il re) era un ragazzo che con la sua compagnia di amici in una cittadina di provincia tenta una di quelle stupidaggini che soltanto gli adolescenti incoscienti possono fare: percorrere il miglio dorato, un itinerario di 12 pub nei quali sbronzarsi prima di raggiungere la meta finale: l'ultimo pub chiamato: The World's End.
L'impresa fallisce, il gruppo di amici cede prima, passano gli anni e tutti si perdono di vista abbandonando la poco ridente cittadina. Ognuno diventerà un uomo maturo, inserito nella società con lavoro e famiglia a carico; tutti trane Gary King. Un eterno Peter Pan che non vuole crescere e che alla soglia dei 45 anni ha ancora in testa di completare l'impressa fallita quando era un ragazzo.
Con una serie di espedienti riuscirà a riunire la vecchia banda per tentare nuovamente l'impresa. Le sorprese non mancheranno nè per i protagonisti nè per il pubblico.
Edgar Wright mette in scena una feroce satira sociale; riesce a parlare di tutte le problematiche che affliggono la nostra società e i singoli individui, dal conformismo imposto dalle multinazionali sostituitesi ai governi fino alle sfacettature più inquietanti della quotidianità senza quasi nominare esplicitamente nulla di tutto questo.
Si ride, ci si diverte, e alla fine c'è pure spazio per le riflessioni, che volete di più? Non vedrete mai nulla di simile in un film a stelle e striscie.
Dio salvi la regina? No, gli inglesi salvino il cinema! E' grazie al cielo è quello che stanno facendo...
P.S. In linea con la volontà di non rovinare la visione, in questa recensione non compare il trailer e il link all'internet movie database
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