Mi piace. Ancora meglio l'incasellamento (dimmi te come si chiama che non lo so) delle "sequenze", ora i personaggi, con poco, cominciano a riflettere bene il loro carattere. Forse in queste avventure si corre veloce poiché sono per i più piccoli; i dialoghi più meditati (passami il termine) li apprezzerei. Ma è soggettivo. Ti faccio una domanda: - ma perché, almeno non vi siano dei puntini di sospensione o un dialogo termini con una domanda, ogni frase deve sempre finire con un punto esclamativo?
Inserito da Music-Band il Ven, 18/07/2014 - 15:48.
Ancora meglio l'incasellamento (dimmi te come si chiama che non lo so)
Impaginazione...
Forse in queste avventure si corre veloce poiché sono per i più piccoli; i dialoghi più meditati (passami il termine) li apprezzerei
48 Tavole complessive sono poche, manca il tempo per gli approfondimenti e l'intreccio della trama non può essere particolarmente complesso, il problema è anche quello di dare una parvenza di conclusione a ogni puntata così ti ritrovi con 12 tavole da gestire per raccontare almeno un episodio della trama generale ed è poco. Probabilmente, progettandola direttamente in 48 tavole senza il pensiero di spezzarla ogni volta, ci si potrebbe giostrare meglio.
Ti faccio una domanda: - ma perché, almeno non vi siano dei puntini di sospensione o un dialogo termini con una domanda, ogni frase deve sempre finire con un punto esclamativo?
E' una bella domanda, in realtà non lo so ma è la prima regola che deve imparare uno sceneggiatore di fumetti, almeno per quanto riguarda il genere grottesco comico. In Disney fu la prima cosa che mi chiesero. Non ho mai fatto caso a dire il vero se anche Bonelli utilizza lo stesso sistema ma per le altre case editrici per cui ho lavorato è sempre stato così.
Pensa che la domamda che ti ho fatto - ha sulla schiena qualcosa come TRENT'ANNI. Giuro. Non avevo mai avuto risposta né trovato qualcuno che trovasse interessante la cosa. Sono quelle cose che a me danno da pensare; è la mia testa, non ci posso fare niente, e mi fissso, di brutto. Ed è stata quella cosa che da ragazzino mi stava talmente sulle palle, cioè che si desse per scontato che "cosa vuoi che cambi?" "cosa vuoi che sia?"... che mi ha fatto boicottare il fenomeno in generale. Non sono normale, lo so.
Da questa cosa è partito che io non ho letto i fumetti in gioventù, e ho incominciato in tardissima età. Iniziò con Topolino la questione, e da allora non ne è ho aperto più uno. Ora è diverso: il nervoso è scemato :) ... ma non per Topolino... mi dà l'urto.
... e sul perché debba esserci sempre il punto esclamativo, a me continua a starmi indigesto.
Calvero, esattamente come te, un giorno, all'improvviso, mi sono reso conto che in Topolino tutte le frasi finiscono con un punto esclamativo o un punto di domanda, e da allora ho letto i fumetti che fanno uso di questa tecnica con molta più difficoltà, e "cancellandolo" mentalmente...
Ma gli altri fumetti Bonelli che ho letto non avevano questa "caratteristica": ZonaX, Martin Mystere, Nathan Never, etc
Inserito da Music-Band il Sab, 19/07/2014 - 08:59.
Si, facendo mente locale ricordo che fu una richiesta esplicita della Walt Disney (all'epoca Mondadori); in effetti negli altri fumetti di genere avventuroso che avevo scritto non era presente tale cosa. Me la sono però portata dietro in automatico su Prezzemolo e anche qui, su: Gli Insoliti Noti. Vedo però che alcune correzioni che mi vengono inviate dalla redazione anche sulla punteggiatura non toccano questo particolare che quindi approvano anche per queste storie
... e ancora più incredibile, non pensavo di essere compreso. Trent'anni di silenzio rivelatisi in un lampo, qui, sul Portico ...
... ah! .. la Vita
Mi viene da dedurre, così al volo, che essendo la vecchia signora (Disney) tra le più ferrate nel campo della psicologia di massa, che tira su bambini nella sua scuola, facendoli passare da Baby Biancaneve Innocenti a Puttanazze di Grido da disco d'oro, di platino e di diamante e via discorrendo ...
... che il "punto esclamativo" in qualche modo irretisce i più innocenti nella lettura.
A proposito della punteggiatura, al di là di una spiegazione più "complessa" sul cosa passi nella testa dei riprogrammatori di cervelli dineyani, credo che uno dei motivi possa addursi proprio al tipo di dialoghi.
Ora che faccio un po di mente locale, avendo avuto esperienza sia con Topolino (vecchio abbonato da bambino) e poi in seguito con Dylan Dog, credo che una delle differeze di stile sia dovuta proprio all'utenza a cui è rivolta. Il primo contiene tutti dialoghi semplice, azinoni dirette, domanda e azioni, sono storie "avvincenti" piene di ritmo e su cui non ci si sofferma molto a pensare. Diciamo che il giusto e lo sbagliato passa per una via inconscia, è facile definire cosa sia giusto o sbagliato e non è richiesta una riflessione.
Mentre i Bonelli (ne ho letto qualcuno ma sono stato sino a poco tempo fa collezionista solo di Dylan) sono generalmente rivolti a un pubblico adulto, quindi si vuol dare anche degli spunti di riflessione. E quindi non tutte le vignette sono di azione.
Poi ancora, una esclamazione definisce con certezza un concetto, non lascia dubbi. E' come un imperativo. Da una certa sicurezza a quel che si afferma.
Inserito da Music-Band il Gio, 24/07/2014 - 05:37.
A proposito della punteggiatura, al di là di una spiegazione più "complessa" sul cosa passi nella testa dei riprogrammatori di cervelli dineyani...
Non andrei però troppo sul paranoico e per quanto sia convinto che certe direttive a livello della Walt Disney americana sezione cartoni animati ci siano state fin dall'inizio della sua storia e per mano del suo creatore nell'inserimento di certe simbologie e allegorie, ritengo che la Disney Italiana, una volta Mondadori, rappresenti un discorso a parte, certamente più libero creativamente al punto di aver inventato (grazie a molti straordinari autori molti dei quali ho potuto conoscere personalmente) personaggi e stili narrativi tutt'ora sconosciuti alla mamma americana.
...credo che una delle differeze di stile sia dovuta proprio all'utenza a cui è rivolta...
In realtà le storie della Walt Disney (parlo sempre dell'esperienza italiana) nonostante il target erano (specialmente dal 68 al 78) molto complesse e leggibili a più livelli. Non per nulla il pubblico di "Topolino" era compreso tra gli 8 e gli 80 anni. Uno degli sceneggiatori più straordinari che abbiamo avuto in Italia è stato certamente Rodolfo Cimino che ha concepito delle avventure non soltanto estremamente divertenti ma anche di grande spessore e profondità.
Ritengo che la punteggiatura sia legata alla forma espressiva tutta particolare del fumetto; un pò come accade per i suoni onomatopeici: Gulp! Sob! Glom! Etc.
I testi seguenti dovrebbero confermare il tutto (ho fatto una piccola ricerca spinto dalle vostre domande visto che si tratta di una questione sentita) e fare un pò di chiarezza. (In effetti una delle cose ovvie che però non mi era venuta in mente, è la brevità delle frasi utilizzate nel fumetto)
Feroce e attualissima satira sui persuasori occulti, i massmedia e il conformismo che appiattisce le coscienze; si ride, e a patto di avere un paio di neuroni funzionanti, si riflette.
Lezione di pensiero critico che piomba tra le menti atrofizzate del medioevo post-orwelliano; insinua più di un dubbio e ricorda a tutti che le bufale non sono nate con internet, risalgono all'invenzione della politica e dei mezzi di comunicazione di massa, come ad esempio la fotografia.
Dopo la flaccida trilogia prequel di Lucas e l'immondo “risveglio” di J.J. Abrahams arriva quasi in sordina un Star Wars capace di evocare, almeno in parte, l'atmosfera della saga originale.
funziona
Mi piace. Ancora meglio l'incasellamento (dimmi te come si chiama che non lo so) delle "sequenze", ora i personaggi, con poco, cominciano a riflettere bene il loro carattere. Forse in queste avventure si corre veloce poiché sono per i più piccoli; i dialoghi più meditati (passami il termine) li apprezzerei. Ma è soggettivo. Ti faccio una domanda: - ma perché, almeno non vi siano dei puntini di sospensione o un dialogo termini con una domanda, ogni frase deve sempre finire con un punto esclamativo?
Ancora meglio
Impaginazione...
48 Tavole complessive sono poche, manca il tempo per gli approfondimenti e l'intreccio della trama non può essere particolarmente complesso, il problema è anche quello di dare una parvenza di conclusione a ogni puntata così ti ritrovi con 12 tavole da gestire per raccontare almeno un episodio della trama generale ed è poco. Probabilmente, progettandola direttamente in 48 tavole senza il pensiero di spezzarla ogni volta, ci si potrebbe giostrare meglio.
E' una bella domanda, in realtà non lo so ma è la prima regola che deve imparare uno sceneggiatore di fumetti, almeno per quanto riguarda il genere grottesco comico. In Disney fu la prima cosa che mi chiesero. Non ho mai fatto caso a dire il vero se anche Bonelli utilizza lo stesso sistema ma per le altre case editrici per cui ho lavorato è sempre stato così.
okappa
Grazie per le risposte, Music
Pensa che la domamda che ti ho fatto - ha sulla schiena qualcosa come TRENT'ANNI. Giuro. Non avevo mai avuto risposta né trovato qualcuno che trovasse interessante la cosa. Sono quelle cose che a me danno da pensare; è la mia testa, non ci posso fare niente, e mi fissso, di brutto. Ed è stata quella cosa che da ragazzino mi stava talmente sulle palle, cioè che si desse per scontato che "cosa vuoi che cambi?" "cosa vuoi che sia?"... che mi ha fatto boicottare il fenomeno in generale. Non sono normale, lo so.
Da questa cosa è partito che io non ho letto i fumetti in gioventù, e ho incominciato in tardissima età. Iniziò con Topolino la questione, e da allora non ne è ho aperto più uno. Ora è diverso: il nervoso è scemato :) ... ma non per Topolino... mi dà l'urto.
... e sul perché debba esserci sempre il punto esclamativo, a me continua a starmi indigesto.
Punti esclamativi
Incredibile, non sono solo
Calvero, esattamente come te, un giorno, all'improvviso, mi sono reso conto che in Topolino tutte le frasi finiscono con un punto esclamativo o un punto di domanda, e da allora ho letto i fumetti che fanno uso di questa tecnica con molta più difficoltà, e "cancellandolo" mentalmente...
Ma gli altri fumetti Bonelli che ho letto non avevano questa "caratteristica": ZonaX, Martin Mystere, Nathan Never, etc
Si, facendo mente locale
Si, facendo mente locale ricordo che fu una richiesta esplicita della Walt Disney (all'epoca Mondadori); in effetti negli altri fumetti di genere avventuroso che avevo scritto non era presente tale cosa. Me la sono però portata dietro in automatico su Prezzemolo e anche qui, su: Gli Insoliti Noti. Vedo però che alcune correzioni che mi vengono inviate dalla redazione anche sulla punteggiatura non toccano questo particolare che quindi approvano anche per queste storie
incredibile al cubo
... e ancora più incredibile, non pensavo di essere compreso. Trent'anni di silenzio rivelatisi in un lampo, qui, sul Portico ...
... ah! .. la Vita
Mi viene da dedurre, così al volo, che essendo la vecchia signora (Disney) tra le più ferrate nel campo della psicologia di massa, che tira su bambini nella sua scuola, facendoli passare da Baby Biancaneve Innocenti a Puttanazze di Grido da disco d'oro, di platino e di diamante e via discorrendo ...
... che il "punto esclamativo" in qualche modo irretisce i più innocenti nella lettura.
Allora io non ero innocente!!!
... AZZ mi sono fottuto da solo
Ipotesi
A proposito della punteggiatura, al di là di una spiegazione più "complessa" sul cosa passi nella testa dei riprogrammatori di cervelli dineyani, credo che uno dei motivi possa addursi proprio al tipo di dialoghi.
Ora che faccio un po di mente locale, avendo avuto esperienza sia con Topolino (vecchio abbonato da bambino) e poi in seguito con Dylan Dog, credo che una delle differeze di stile sia dovuta proprio all'utenza a cui è rivolta. Il primo contiene tutti dialoghi semplice, azinoni dirette, domanda e azioni, sono storie "avvincenti" piene di ritmo e su cui non ci si sofferma molto a pensare. Diciamo che il giusto e lo sbagliato passa per una via inconscia, è facile definire cosa sia giusto o sbagliato e non è richiesta una riflessione.
Mentre i Bonelli (ne ho letto qualcuno ma sono stato sino a poco tempo fa collezionista solo di Dylan) sono generalmente rivolti a un pubblico adulto, quindi si vuol dare anche degli spunti di riflessione. E quindi non tutte le vignette sono di azione.
Poi ancora, una esclamazione definisce con certezza un concetto, non lascia dubbi. E' come un imperativo. Da una certa sicurezza a quel che si afferma.
Potrebbe essere questa una delle spiegazioni
A proposito della
Non andrei però troppo sul paranoico e per quanto sia convinto che certe direttive a livello della Walt Disney americana sezione cartoni animati ci siano state fin dall'inizio della sua storia e per mano del suo creatore nell'inserimento di certe simbologie e allegorie, ritengo che la Disney Italiana, una volta Mondadori, rappresenti un discorso a parte, certamente più libero creativamente al punto di aver inventato (grazie a molti straordinari autori molti dei quali ho potuto conoscere personalmente) personaggi e stili narrativi tutt'ora sconosciuti alla mamma americana.
In realtà le storie della Walt Disney (parlo sempre dell'esperienza italiana) nonostante il target erano (specialmente dal 68 al 78) molto complesse e leggibili a più livelli. Non per nulla il pubblico di "Topolino" era compreso tra gli 8 e gli 80 anni. Uno degli sceneggiatori più straordinari che abbiamo avuto in Italia è stato certamente Rodolfo Cimino che ha concepito delle avventure non soltanto estremamente divertenti ma anche di grande spessore e profondità.
10 mezzi di trasporto inventati da Rodolfo Cimino
Rodolfo Cimino
Ritengo che la punteggiatura sia legata alla forma espressiva tutta particolare del fumetto; un pò come accade per i suoni onomatopeici: Gulp! Sob! Glom! Etc.
I testi seguenti dovrebbero confermare il tutto (ho fatto una piccola ricerca spinto dalle vostre domande visto che si tratta di una questione sentita) e fare un pò di chiarezza. (In effetti una delle cose ovvie che però non mi era venuta in mente, è la brevità delle frasi utilizzate nel fumetto)
Fumetti e Punteggiatura
Il Fumetto esclama, sospende e mette un punto fermo