Dal nostro corrispondente dalle montagne della Provincia di Kai, Takeda Shingen.
Nauseato da tutti gli articoli riguardanti i pro e contro della solita celebrazione di una convenzione astratta che viene trattata come fosse realta’ ogni inizio anno, cosi’ come lo sono altre convenzioni astratte, ho ripreso i miei appunti del liceo quando, prima di imbarcarmi nel mio rituale “walkabout”, annotavo indefessamente traducendo parti di scritti o conferenze dei miei idoli. Ogni adolescente ha i suoi idoli ed e’ scioccante rendersi conto che i propri idoli di un periodo della vita categorizzato comunemente come “stupido ed avventato” siano ritornati nel posto che a loro spetta nel Pantheon degli idoli di un uomo di avanzata mezza eta’.
Quel che segue non e’ percio’ farina del mio sacco ma non ne citero’ l’autore, prematuramente scomparso – prematuramente perche’ volevo conoscerlo e ne ho mancata l’occasione – per motivi di copyright che ritengo assolutamente indegni di un posto nel diritto dopo la morte dell’autore, e non saro’ fedele alla conferenza originale perche’ i miei appunti non lo erano affatto. Penso che siano pero’ importanti perche’ mettono l’accento sul perche’ non possiamo piu’ essere felici a Capodanno: qualcosa incomincia a non quadrare piu’...
Quando ad Agostino di Ippona fu chiesto “Cosa e’ il Tempo” lui rispose: “So cosa e’ ma quando me lo chiedete non lo so piu’” e, ironicamente, egli e’ fra i responsabili principali del comune concetto di tempo che prevale in Occidente.
I Greci e gli Orientali ritenevano che il Tempo fosse un processo circolare, e chiunque guardi il suo orologio ovviamente protra’ constatare che il tempo viaggia in circolo, ma gli Ebrei ed i Cristiani pensavano che il Tempo sia qualcosa che procede in linea retta e questa e’ un’idea potentemente radicata che influenza chiunque viva nell’Occidente – e non solo – ai giorni nostri.
Se chiedete a me la stessa questione che fu posta ad Agostino non rispondero’ alla stessa maniera: io penso di sapere cosa sia e se me lo chiedete ve lo diro’.
Il Tempo e’ una misura di Energia, una misura di Movimento.
Siccome c’e’ un accordo internazionale sulla velocita’ degli orologi, vi chiedo di considerare i vostri orologi da polso per un momento.
Naturalmente ne siamo schiavi e noterete che il vostro orologio e’ un cerchio che e’ calibrato in modo che ogni minuto, o secondo, e’ contraddistinto da una lineetta sottilissima che e’ la piu’ sottile che si potesse ottenere senza renderla difficile da vedersi.
Quando pensiamo ad un momento, quando pensiamo a cosa esprimiamo con la parola “adesso”, noi pensiamo all’istante piu’ breve possibile che e’ qui ed e’ andato, perche’ esso corrisponde con la lineetta dell’orologio.
Come risultato di questa idea fantastica, noi siamo un popolo che non ha presente perche’ il presente svanisce istantaneamente – se ne va subito – e questo e’ il problema del Faust di Goethe, quando raggiunge il suo piu’ grande momento e dice: “Oh, aspetta, sei cosi’ bello”, che il momento non si trattiene mai. Diventa subito Passato.
Abbiamo percio’ la sensazione che le nostre vite siano qualcosa che si allontana costantemente da noi. Perdiamo costantemente tempo e cosi’ abbiamo questo senso di urgenza. Il tempo non si deve sprecare. Il Tempo e’ Denaro.
Cosi, grazie alla tirannia di questa “cosa”, noi abbiamo la sensazione di avere un passato e sappiamo chi siamo nei termini del nostro passato. Nessuno puo’ mai dire chi e’, possono solo dirvi chi erano. Noi pensiamo anche di avere un futuro e cio’ e’ terribilmente importante perche’ abbiamo un’ingenua speranza che il futuro possa in qualche maniera darci quel che cerchiamo.
Vedete, se vivete in un presente che e’ cosi’ breve da non esserci affatto, sarete sempre vagamente frustrati. Quando chiedete a qualcuno “Cosa hai fatto ieri?” lui vi fornira’ un racconto storico di una sequenza di eventi. Vi dira’: “Dunque, mi sono svegliato la mattina verso le sette, mi sono alzato e mi sono fatto un caffe’ prima di pulirmi i denti e fare una doccia, vestirmi, avere qualcosa per colazione ed andare in ufficio e questo e quello” e cosi’ via.
E’ una struttura storica di una sequenza di eventi e pensi veramente sia cosa hai fatto ma in realta’ quello e’ solo il mero essenziale racconto di cosa hai realmente fatto: hai vissuto una vita molto piu’ ricca di cosi’, solo che non l’hai notato, perche’ hai fatto attenzione solo ad una parte molto esigua delle informazioni ricevute dai cinque sensi.
Hai dimenticato di dire che quando ti sei alzato ed hai fatto un caffe’ i tuoi occhi percepirono lateralmente un uccello fuori dalla finestra, la luce delle foglie su di un albero e che il tuo naso si deliziava con l’effluvio del caffe’ appena fatto. Hai dimenticato di farne menzione perche’ non l’hai neanche registrato, perche’ avevi fretta. Il tuo scopo era sbarazzarti di quel caffe’ il piu’ velocemente possibile cosi’ che potessi andare presto nel tuo ufficio a fare qualcosa di terribilmente importante. E importante magari lo era, in qualche modo, perche’ ti permette di procurarti del denaro che pero’, perche’ tu sei cosi’ assorbito nel futuro, non sai come usare produttivamente. Non sai come fare in modo che tu ti possa divertire col denaro che guadagni.
Magari lo investi cosi’ sei sicuro di poterti permettere un futuro in cui qualcosa finalmente possa succedere, qualcosa che aspettavi in tutto questo tempo ma, naturalmente, non succedera’ perche il domani non arriva mai.
La verita’ e’ che il tempo non esiste.
Il tempo e’ un’allucinazione.
C’e’ solo l’oggi, l’adesso.
Non ci sara’ mai niente altro che l’oggi e se non sai come vivere l’oggi sei un demente. Questo e’ il grave problema della nostra civilta’ e non solo della nostra ma veramente di tutte le civilta’ perche’ la civilta’ e’ un arrangiamento molto complesso nel quale usiamo simboli – che e’ come dire parole, numeri, cifre, concetti – per rappresentare il mondo reale della natura, come usiamo denaro cartaceo per rappresentare ricchezza e come misuriamo energia con l’orologio, o lunghezza con metri e centimetri.
Sono misure molto utili, ma il troppo storpia ed e’ cosi’ facile confondere la misura con quel che viene misurato, il denaro con la ricchezza e persino il menu’ con il pranzo e ad un certo punto si puo’ diventare cosi’ incantati dai simboli da confonderli con la realta’: questa e’ la malattia di cui quasi ogni persona civilizzata soffre.
Percio’ siamo nella positione di chi mangia il menu’ invece di mangiare il pasto e viviamo in un un mondo di parole e di simboli che e’ in una relazione distante col mondo materiale che ci circonda.
Gli Stati Uniti d’America sono la piu’ potente nazione dell’Occidente e sono un grande esempio di tutto cio’. Gli americani credono di essere, anche se se ne vergognano un po’ ed il resto del mondo lo crede di loro, dei grandi materialisti ma questa reputazione non e’ assolutamente meritata.
Un materialista, secondo me, dovrebbe essere una persona che adora la materia e percio’ la riverisce, la rispetta e ne trae piacere. Gli americani non sono cosi’. Sono gente che odia la materia e sono devoti, come gli altri occidentali, ad abolirne le sue intrinseche limitazioni. Vogliono abolire i limiti di tempo e di spazio, percio’ vogliono sbarazzarsi dello spazio. La chiamano La Conquista dello Spazio. Vogliono poter viaggiare da San Francisco a New York in un niente virgola zero. E ci stanno per riuscire. Non si pensa a cosa sara’ il risultato: San Francisco e New York diventeranno lo stesso posto e percio’ non varra’ la pena di andare da uno all’altro.
Quando vai in un altro posto per le vacanze tu pensi che sara’ diverso e cosi’ proviamo le Hawaii, dove pensi di trovare ragazze che danzano l’hula-hula sotto il sole sulle spiagge dorate vestite unicamente di un gonnellino di foglie, il bellissimo oceano blu, le barriere coralline e tutto il contorno. Ma i turisti sempre piu’ chiedono se posti cosi’ “non sono stati ancora rovinati”, che significa “ E’ Honolulu esattamente simile a Dallas?”. La risposta e’ “Si”. Piu’ velocemente puoi andare da Dallas a Honolulu e piu’ Honolulu e’ lo stesso che Dallas, cosi’ che non vale la pena di viaggiare. Tokyo sta diventando lo stesso che Los Angeles e, siccome puoi andare sempre piu’ velocemente da posto a posto, tutti i posti si somigliano sempre di piu’. Questo e’ il risultato dell’abolizione delle limitazioni di tempo e spazio.
Abbiamo fretta di fare un mucchio di cose. Riprendendo il racconto della giornata tipica, ti alzi al mattino e fai un caffe’. Vi e’ ragione di supporre che invece di fare un meraviglioso caffe’ con una miscela appena macinata lo avrai premacinato, espresso o magari persino istantaneo, perche’ hai troppa fretta. Cosi’ il caffe’ istantaneo e’ la punizione per le persone che hanno fretta ed e’ vero di tutto cio’ che e’ istantaneo, e’ falso e truffaldino.
Dove dovevi andare? Cosa pensi che ti portera’ il futuro? Davvero non lo sai.
Ho sempre pensato che sia una eccellente idea l’assegnare un compito ai neo-iscritti al Liceo, la scrittura di un saggio su come vorresti che fosse il Paradiso, in altre parole cosa veramente vuoi, essendo specifici perche’ bisogna fare attenzione a cosa si desidera – potrebbe avverarsi.
Vedete, come ho gia’ detto, la verita’ e’ che il Tempo non esiste. Il Tempo e’ un’astrazione, come i soldi e come i centimetri.
Avete presente la Grande Depressione? Un giorno tutto andava bene, tutti avevano qualche soldo in tasca e qualcosa da mangiare. Il giorno dopo tutti erano poveri. Cosa era successo? Erano spariti i campi, il latte svanito in fumo, i pesci non esistevano piu’, gli uomini erano senza forze, abilita’ ed avevano perso il cervello?
No.
Ma il giorno dopo la Depressione un muratore ando’ a lavorare ed il capomastro gli disse “Mi spiace compare, non puoi lavorare oggi, non ci sono centimetri.”. Ed il muratore chiese: “Cosa vuoi dire? Non ci sono piu’ centimetri?” “Si,” disse il capomastro “Abbiamo le tavole, i tondini, abbiamo persino le livelle, ma il tuo problema e’ che non capisci niente del mondo degli affari. Non ci sono centimetri, ne abbiamo usati troppi e non ce ne prestano abbastanza per continuare il lavoro.”
Gli esseri umani sono cosi’ incredibilmente stupidi da confondere le banconote con la ricchezza. Non realizzano che le banconote sono la misura della ricchezza esattamente come i metri sono la misura della lunghezza. Tutti pensano che qualcosa possa avere valore in se stesso anche se e’ una astrazione, esattamente come il tempo e’ niente altro che una misura astratta di movimento.
E, nonostante cio’ continuiamo a contare il tempo e abbiamo la sensazione che stia per finire e diventiamo matti per questo: stiamo seduti davanti all’orologio. Supponiamo che stiate lavorando e guardiate l’orologio. Se lo fate, cosa state aspettando? La fine del turno. Le cinque in punto. Potremo andare a casa e divertirci. Si, divertirci...
Cosa facciamo quando arriviamo a casa? Ci divertiamo? O invece stiamo a guardare la TV, che e’ una riproduzione elettronica della vita che non ha neanche l’odore della vita e magari facciamo cena davanti alla televisione che e’ come mangiare sull’aereo quella schifezza di pasto preconfezionato, finche’ ci si stanca e si va a dormire. Sapete, la Grande Societa’ Democratica.
Questo e’ il problema, vedete: non siamo vivi, non siamo svegli, non viviamo nel presente.
Prendiamo ad esempio l’educazione: che truffa.
Avete un bambino, lo mettete in una trappola e lo mandate all’asilo dove gli dicono: ”Ti prepariamo per le elementari” e improvvisamente la prima comincia, le medie e cosi’ via.
Stai gradualmente arrampicandoti sulla scala che ti porta su, sempre piu’ su progredendo sino a quando vai alle superiori: “Superiori... adesso stai veramente progredendo verso qualcosa...”
Sbagliato.
Prendi il tuo diploma, la tua laurea e cominci a lavorare come venditore e ti dicono “Vai e Vendi”, perche’ stai arrampicandoti sulla scala degli affari e magari riuscirai ad avere una posizione, cosi’ vendi e vendi e vieni magari pure promosso fino a che a magari soli 45 anni ti svegli un mattino vice-presidente della ditta e guardandoti allo specchio ti dici: “Sono arrivato”.
Ma ti senti un po’ ingannato perche’ ti senti lo stesso di sempre.
Ti manca qualcosa: “Non ho piu’ un futuro!”.
“Ma ci siamo noi” dice l’agente assicurativo delle pensioni integrative, “Io ho un futuro per te. Questa polizza ti consentira’ di andare in pensione dignitosamente a 65 anni e sara’ il tuo scopo, fare le cose che hai sempre voluto fare”. Ti convince e firmi. A 65 anni vai in pensione pensando che sia finalmente il premio di una vita di studio e lavoro, tranne che la tua prostata non ti permette di vivere decentemente, i denti sono falsi e la tua pelle fa schifo.
E sei un materialista? No, tu sei un fantasma, un astrazionista, non sei da nessuna parte perche’ nessuno ti ha mai detto e cosi’ non hai mai pensato, che l’eternita’ e’ adesso. Il Tempo non esiste.
Cosa farai per dimostrarmi che ho torto? Puoi ricreare esattamente il botto della bottiglia di Champagne che hai aperto ieri sera? Puoi passarmi una copia del giornale di domani, qualunque sia? Non c’e’ ancora.
Il Tempo non esiste.
E’ una fantasia.
E’ una fantasia utile, come le linee di latitudine e di longitudine, ma non puoi neanche legare un pacchetto con l’equatore.
E’ come il Tempo: e’ un’astrazione.
E’ un’utile convenzione cosi’ che possa avere un appuntamento con te in Piazza angolo la via principale, qualunque sia, alle quattro in punto.
Molto bene, ma non farti ingannare, non e’ reale.
Gente che non vive nel presente non ha assolutamente bisogno di fare piani. La gente normale che crede nel tempo e crede di vivere per il proprio futuro fa un sacco di piani. Gia’. Ma quando il piano matura e agisce, la stessa gente non e’ li’ per goderselo. Sta pianificando qualcosa d’altro. Essi sono come asini che corrono perpetuamente dietro la proverbiale carota attaccata al loro collare cosicche’ non sono mai qui, non arrivano mai li’, non sono mai vivi, sono perpetuamente frustrati e stanno sempre pensando a qualcosa.
Vogliono sempre piu’ tempo, implorano piu’ tempo, ancora piu’ tempo.
Sono orripilati dalla morte perche’ la morte ferma il futuro e percio’ non potranno piu’ arrivarci, non l’avranno mai e sara’ sempre dietro l’angolo.
Fatemi un favore: svegliatevi.
Non sto dicendo che dovreste essere imprevidenti, che non dovreste avere un’assicurazione, che non dovreste preoccuparvi di come farete a mandare i figli all’universita’ o in qualunque posto possa essere loro utile.
Il punto e’ che non vale niente mandare i vostri figli all’universita’ e pensare al loro futuro se non sapete come vivere il presente perche’ tutto quel che farete sara’ insegnare ai vostri figli come non vivere il presente e manterli in questo stato per il bene dei loro figli e dei figli dei loro figli in una noia eterna. Tutti si prendono cura di tutti gli altri in una maniera cosi’ meravigliosa che nessuno se la passera’ mai decentemente.
Dei matti si dice che non sono tutti di qua o di la e questo e’ il nostro male collettivo. Cosi’ Mao Dse Dung poteva dire a tutti i cinesi: “Orsu’, viviamo questa grande vita noiosa, mettendoci tutti vestiti uguali e lavoriamo portandoci dietro piccoli libretti rossi cosi che un giorno, un giorno lontano, tutto sara’ meraviglioso.”. Noi siamo esattamente nella stessa situazione: siamo il popolo piu’ ricco della storia del mondo e la maggior parte degli uomini va in giro vestita da becchino, mangiamo schifezze fatte con composti chimici e non sappiamo neanche bere come si dovrebbe. In altre parole viviamo nell’astratto, non nel concreto. Lavoriamo per i soldi, non per la ricchezza. Trepidiamo per il futuro e non sappiamo come goderci l’oggi e come risultato distruggiamo l’ambiente rendendolo una copia di Los Angeles invece di civilizzarlo e trasformiamo aria in gas, acqua in veleno, abbattiamo alberi e per cosa? Per farci giornali.
Nelle scuole diamo piu’ valore ai registri che a cosa succede. I registri sono sotto chiave, ma i libri non lo sono nelle biblioteche. La registrazione di quel che si fa e’ piu’ importante di quel che si fa in realta’. Usciamo e andiamo ad una festa o ad una merenda sui prati e qualcuno invariabilmente dice: “Che bello, peccato che non abbiamo una macchina fotografica, cosi’ potevamo avere un ricordo”. La gente va in giro per il mondo ed ha queste pestifere scatolette e invece di essere nello scenario, qualunque sia, premono, premono, premono, premono, il pulsante dell’otturatore della scatoletta cosi’ che possano tornare a casa e farlo vedere agli amici e dire “Guarda cosa e’ successo... no, non sono nella foto, stavo fotografando...”
Cosi’ quando la registrazione diventa piu’ importante dell’evento siamo veramente nelle rapide senza una pagaia.
La piu’ seria necessita’ per la nostra civilta’ e’ arrivare al “qui ed ora”.
Pensate a quanti problemi si eviterebbero.Pensate che pace: non interferiremmo con tutti gli altri e non ci dovremmo dedicare al bene di tutti gli altri come il generale che l’altro giorno ha distrutto un villaggio per la sicurezza della popolazione. E’ quel che ha detto.
Vedete, questo e’ il vero significato di “Vita Eterna”
Gesu’ disse “Prima che Abramo fosse, Io Sono” e non disse “Io Fui”.
E per ottenendo questo, sapendo che non c’e’ altro tempo eccetto il presente, ottieni il senso della realta’: vorrai sempre cercare di procurarti le cose che vuoi che accadano. E devi trovarle ora.
武田信
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Grazie
Il tuo primo contributo sul Portico e un "macigno" denso come una stella di neutroni... Ho sentito tanti "ping" man mano che leggevo, link e richiami a riflessioni fatte, a sensazioni, e a cose cui sto tutt'ora pensando. Grazie per questo scritto, grazie davvero.
Un caloroso benvenuto da parte mia sul Portico :)
Eileen M.
Come ho detto non e' farina
Come ho detto non e' farina del mio sacco! Grazie comunque, ci tenevo che questo genere di cose fosse apprezzato - e' la ragione per cui l'ho postato...
Sì è scritto chiaro che non è
Sì è scritto chiaro che non è farina del tuo sacco... ma a dirla tutta, per scrivere così, almeno credo, significa che hai interiorizzato e fatta tua buona parte di quanto hai ascoltato ;)
Ed è questa la forza aggiuntiva dello scritto, il fatto che sembra proprio scaturire da "dentro" - e non intendo dalla parte meramente cerebrale del termine "dentro", non so se è chiaro.
Per parte mia ho davvero apprezzato questo tuo contributo, forse ancor più perché capita più o meno "a fagiolo". Sai.. le coincidenze? Quelle cose che per il positivismo ancora imperante dovrebbero esistere ma in realtà non esistono...
Ti ringrazio ancora moltissimo.
Buona serata
Eileen
Finalmente qualcosa da
Finalmente qualcosa da leggere... stavo perdendo le speranze! ;^)
“To give a person an opinion one must first judge well whether that person is of the disposition to receive it or not.”
― Tsunetomo Yamamoto, Hagakure: The Book of the Samurai
Condivido in toto, e mi
Condivido in toto, e mi ritorna in mente la storia di Tolstoj "Le tre domande dell'imperatore".
"Il presente e' l'unico momento di cui siamo padroni"
Il paradiso puo' essere solo qui e ora, lo diceva appunto pure Gesu' ma e' stato completamente travisato.
E finalmente ho letto questo
E finalmente ho letto questo articolo. Aspettavo il momento: vedete !? :-) il tempo non esiste! Esiste - il mio - momento. Ok, scherzo un po, ma solo un po. Gracias Pike
Un parallelo interessantissimo che si è venuto a creare nel Tema è quello dell'utilità. L'utilità che coesiste con l'effimero che la compone. Forte questa, no? sembrerebbe un gioco di parole e non lo è. Quindi mi pongo una domada o, quantomeno, mi corrodo in una riflessione che non penso mi darà risposte "utili".... che ci vogliamo fare ma ...
... d'altronde l'equilibrio dovrebbe essere il Sale della Vita e, in questo equilibrio (egregiamente argomentato da Pike) dovrebbe, io credo, nascere quella speranza; quell'uomo nuovo che forgia sé stesso, poiché si mette in discussione attraverso questa consapevolezza: muoversi per le sue esigenze, sì, ok - le sue utilità - e nel contempo tenere salda dinanzi a sé (che poi sarebbe, dentro sé) la serenità, ma anche il coraggio, che la META (come recita l'adagio) è il viaggio stesso.