Scordatevi della Cina: con un totale di 10.000 miliardi di Dollari, il mercato nero rappresenta, a livello mondiale, la più grande e crescente economia -- e ne costituisce il suo futuro.
Di Robert Neuwirth
Dotato del solo telefono cellulare, e della promessa di denaro da parte dello zio, David Obi ha fatto qualcosa che il governo nigeriano ha cercato di fare per decenni: ha capito come portare l'energia elettrica alle masse, nel paese più popoloso dell'Africa.
Non era una questione di tecnologia. David non è un inventore o un ingegnere, le sue intuizioni nei riguardi dei problemi elettrici del paese non avevano niente a che vedere con le fantasie sul fotovoltaico, o sulle turbine per sfruttare l'Harmattan, o su qualsiasi altra fonte alternativa di energia. Al contrario, a 7.000 miglia da casa, ed utilizzando una lingua che a malapena riusciva a parlare, ha fatto quello che i commercianti fanno da sempre: un affare. Ha stretto un contratto con una ditta cinese vicino a Guangzhou per produrre piccoli generatori diesel con il marchio dello zio, Aakoo, e li ha spediti a casa, in Nigeria, dove l’energia elettrica è spesso scarsa. L’affare di David, iniziato quattro anni fa, non era enorme -- ma gli ha permesso di realizzare un buon utile, e lo ha messo in una posizione di rilievo per il successo che ha avuto come mercante trans-nazionale. Come quasi tutte le transazioni tra commercianti nigeriani e produttori cinesi, essa era anche sub rosa , al di sotto del radar, al di fuori della vista o del controllo del governo, una parte dell’alternativo universo economico costituito dal “Sistema D”.
Probabilmente non avrete mai sentito parlare del “Sistema D”. E nemmeno io, fino a quando non ho cominciato a visitare i mercati di strada, ed i bazar non autorizzati di tutto il mondo.
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