Pubblicazione della lettera alla propria famiglia, a futura memoria.
Noi che, a volte per inerzia a volte con convinzione ma spesso semplicemente per paura, assecondiamo ogni nuovo ricatto del potere nella speranza di ritrovare il nostro quieto vivere perduto, proprio noi stiamo in realtà alimentando l'epocale demolizione di diritti in corso sotto i nostri occhi. Stiamo lentamente diventando burattini nelle mani della paura della morte, della claustrofobia da lockdown, della paura di contagiare il prossimo: i fili del nostro cuore sono tirati ad arte per cinici fini politici.
Assecondare un fascismo nascente è il modo migliore per alimentarlo, e - per quanto sia dura da digerire - porteremo sulle nostre spalle la responsabilità oggettiva, enorme, della sua nascita. Né la paura della morte, né l'ignoranza dei fatti reali (epidemiologici, immunologici, virologici...), né l'adeguarsi al comportamento della massa, neanche il seguire ordini di superiori o istituzioni saranno giustificazioni accettabili per sgravarci da questa responsabilità. Saranno invece delle aggravanti.
Dopo averci tolto i diritti non ci restituiranno mai il nostro quieto vivere: ci stanno mentendo.
Ma a quel punto sarà troppo tardi per difenderlo e la perdita di entrambi, diritti e quieto vivere, sarà irreversibile. Avremo accettato così tanti ricatti che saremo irreparabilmente compromessi, invischiati nel problema. Sarà impossibile anche ammetterlo a noi stessi, figurarsi fare qualcosa. Quando si apre la porta al ricattatore non esiste più limite a ciò che pretenderà. L'unica cosa che manca adesso per ricattarci all'infinito sono infinite mutazioni del virus, possibilmente sempre più letali. Qualcosa mi dice che nei prossimi anni saremo tormentati da queste mutazioni, senza sosta.
Né la mia generazione né quella dei miei genitori ha conosciuto guerra, fame, totalitarismo: forse per questo il nostro destino - ormai evidente a chi vuole leggere i segni - è per molti difficile da prendere sul serio. Ex-post (fra quanti decenni?) i filosofi si chiederanno come tutto questo sia potuto accadere, ne scriverano inutili libri per i posteri.
Come spesso accade, a pagare le spese della demolizione dei diritti economici saranno i più deboli economicamente. A pagare le spese della demolizione dei diritti politici saranno le minoranze culturali sempre invise ad ogni totalitarismo, incluso questo nuovo fascismo tecno-sanitario. Ne usciremo più divisi, più diseguali, più impauriti, più poveri, meno critici, finalmente sudditi e sconfitti nello spirito. Non andrà tutto bene.
Ieri una camicia nera, oggi una maschera verde. Siamo agli inizi, all'anno zero, di una nuova era fascista, di un fascismo dal rassicurante camice bianco ma dallo spietato cuore nero.
So che le mie parole suoneranno fuori luogo, irritanti, arroganti, folli, ridicole, gratuite. Potrei giustamente essere tacciato di catastrofismo, "cospirazionismo", negatività, superficialità, egoismo, eccesso di emotività, mancanza di empatia, qualunquismo, ignoranza, irrazionalità, "negazionismo".
Io per primo spero di poter rileggere queste parole fra 30 anni e ridere dell'abbaglio che avevo preso, ma temo non sarà così.
Il mio è un ultimo, disperato appello a me stesso e a voi: rifiutiamo insieme - innanzitutto nel cuore, ma poi anche nei gesti - l'orrenda realtà coronazista. Sono certo che a chi sceglierà di non alimentare più questa macchina infernale si apriranno nuovi orizzonti, ma la scelta è e sarà individuale. Seguire passivamente la corrente sarà una scelta: non opporsi a quello che sta accadendo vuol dire esserne corresponsabili.
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