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Lo scopo dell'intervento nel mercato

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di Alasdair Macleod1

 

Gli interventi dei governi e delle banche centrali nei mercati sono una routine e li diamo per scontati. Nessuno li mette in dubbio, ma possono creare distorsioni pericolose. La loro ragione per intervenire è quella di allontanare la determinazione dei prezzi da parte di mercati e consumatori.

Alle autorità ed alle grandi imprese non piace lasciare i prezzi al libero mercato perché i prezzi sono soggettivi: in altre parole, i prezzi sono decisi dai desideri del consumatore e non dal costo di produzione. Questo è l'elemento centrale nella spiegazione della teoria economica della Scuola Austriaca nel libero mercato, e ne consegue che ciò che i consumatori effettivamente vogliono, ed a quale prezzo, deve a sua volta determinare i prezzi di tutta la catena dell'offerta. I Keynesiani non considearno questo punto di vista, ignorando l'influenza dei consumatori sui prezzi attuali accantonandola come effetto di breve termine che fondamentalmente non intacca l'importanza dei costi. A loro non piace l'incertezza dei prezzi, poiché invalida i loro modelli economici.

Se si accetta la tesi della Scuola Austriaca, il libero mercato deve essere il benvenuto, e gli interventi risultano in usi meno efficienti delle risorse economiche. Se si accetta il Keynesismo, crederete che ci sia la possibilità di un fallimento del mercato, cosa che emerge a causa di comportamenti aberranti dei consumatori. Li chiamano "spiriti animali." Ci dicono che i cambiamenti nell'allocazione delle risorse economiche da parte del libero mercato non sono sempre giustificati, aprendo la porta all'interventismo nel mercato.

Non ci sono premi per indovinare dove si verranno a collocare le grandi imprese in questo dibattito Keynesiani vs. Austriaci. Data la scelta tra soddisfare il cliente e ricercare il sussidio del governo, opteranno sempre per quest'ultima. Hanno tutto l'interesse a sostenere l'economia Keynesiana.

È per questo che le grandi imprese credono nel governo. Il governo è una fonte di sovvenzioni e regolamentazioni protettive. Allo stesso modo, il governo crede ingenuamente che deve consultare le grandi imprese per formare politiche industriali ed economiche di successo. Il risultato di questa relazione simbiotica è che il governo interviene in quasi tutto ciò che ha un prezzo sia direttamente che indirettamente, attraverso la manipolazione dei tassi di interesse.

L'effetto è di declassare l'importanza dei bisogni e dei desideri dei consumatori, che vengono efficacemente espressi nei mercati liberi. Il consumatore, che è anche un contribuente, finisce per pagare la manipolazione dei prezzi da parte del governo. Nessuno, di certo, può sostenere che questo è un modo soddisfacente di procedere.

Ma che dire di quegli spiriti animali? La risposta è semplice: prezzi e prodotti non sono più in linea con ciò che i consumatori realmente vogliono, quasi sempre a causa degli interventi governativi. Può accadere perché il governo ha sovvenzionato o protetto la produzione sbagliata, oppure può essere perché ha fornito soldi facili in passato ed i consumatori sono diventati economicamente troppo estesi. Oggi, esistono entrambi i motivi.

Capite questo, e diventerà evidente che la soluzione popolare sostenuta dai Keynesiani e dalle grandi imprese, di aumentare il ritmo di intervento, non cancellerà quegli spiriti animali fastidiosi. Al contrario, il costo, a carico del consumatore sfortunato nel suo ruolo di soggetto passivo, in realtà accelererà, mentre i mercati continueranno ad essere distorti ancora di più. L'intervento sul mercato è quello che ci ha portato fin qui, e più di questo non è sicuramente la cura.


Traduzione di Johnny Contanti per il Portico Dipinto.