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Da Debitopia a utopia

Prima di qualsiasi commento, leggete fino in fondo questo pezzo; anch'io sono stato tentato di lasciare la lettura prematuramente, ma poi mi sono deciso a finire quello che avevo cominciato e addirittura degnarlo di una pubblicazione. Infatti, sebbene ci sia un messaggio velato all'interno delle parole di Duncan per cui dovremmo accettare una sorta di compromesso con le autorità monetarie, ciò che afferma non è lontano dalla realtà. Alla fine la pianificazione centrale arriverà al bivio: inflazionare o morire. Sono convinto che sceglierà la prima, questo significa il perdurare dei clicli boom & bust. Questo significa che le banche centrali continueranno ad inflazionare e deflazionare l'offerta monetaria in cerca di un elisir per portare alla ribalata una nuova crescita economica basata sulle illusioni di una ricchezza fasulla. Arrancheranno ancora per altro tempo. Non ci sarà pietà per le unità produttive, saranno smembrate lentamente fino a quando non diventerà chiaro come la pianificazione centrale sarà diventata una politica incapace di poter proseguire: default disordinato. L'agonia che dovrà ancora sopportare l'economia di mercato sarà opprimente, acutizzata da decenni di errori eccumulati e mai corretti. Duncan ha ragione quando dice che la nostra Creditopia ormai ha basato le sue radici su una ricchezza fasulla: bolle. Ad ogni scoppio erodono parte di quel bacino dei risparmi reali indispensabile per una sana crescita economica. Il pattern che stiamo seguendo è segnato: finché lo stato sarà in grado di spacciare l'illusione di poter essere in grado di adempiere alle sue promesse, potrà spendere il denaro dei contribuenti e quello dei suoi investitori. Ulteriori bolle, ulteriori distorsioni, ulteriore erosione dei risparmi reali. Lo stato potrà anche essere in grado di predicare la sua religione (Es. salvezza attraverso il suo apparato), ma dovrà fare i conti con l'oggettività e la sempiterna validità delle leggi economiche. Una di queste è quella dei rendimenti decrescenti. Una cosa può continuare ad andare avanti, ma quando non può più farlo, si fermerà. Prima o poi accadrà. Lo sapremo con certezza quando il bacino dei risparmi reali segnerà queste parole: "Fondi insufficienti".

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di Richard Duncan1

 

[Questo saggio è un estratto dal nuovo libro di Richard Duncan, The New Depression.]

 

L'economia è diventata dipendente dalla spesa pubblica e dal debito. Pertanto, data l'attuale struttura dell'economia, se lo stato spendesse molto meno, il Paese finirà in una depressione economica senza fine.

Quindi sembra che lo stato abbia a disposizione tre opzioni. La prima è l'austerità. Lo stato potrebbe ridurre drasticamente la sua spesa. Il risultato sarebbe una nuova Grande Depressione. Questa è l'opzione meno attraente.

La seconda opzione è continuare a fare ciò che fa ora — cioè, indebitarsi e spendere per sostenere i consumi. Questo approccio sosterrebbe l'economia per almeno un decennio. Poi ci sarebbe una crisi del debito sovrano degli Stati Uniti e il mondo crollerebbe in una nuova Grande Depressione. Questa opzione è preferibile all'opzione uno, ma ben lungi dall'essere la soluzione ideale.

L'opzione tre è prendere in prestito e investire in modo da favorire non solo l'economia, ma anche ristrutturla in modo da ripristinare la sua redditività di lungo termine. Questa opzione, investimenti razionali, è l'unica delle tre con il potenziale di provocare un finale felice. Differisce dalla seconda opzione, lo status quo, in modo molto significativo.

Nell'opzione due, lo stato continuerebbe a prendere in prestito e spendere in un modo da aumentare il consumo nell'economia. La spesa crea crescita economica, ma solo una tantum. Quando il denaro viene speso, non c'è più. Non produce rendimenti di lungo termine.

Nell'opzione tre lo stato prenderebbe in prestito e investirebbe; e gli investimenti porterebbero ad un ritorno. Infatti, data l'entità delle risorse che lo stato ha a disposizione per investire, i rendimenti che possono essere generati sarebbero sufficienti a risanare le finanze statali — forse anche permettergli di rimborsare tutti i suoi debiti in tempi relativamente brevi.

Lo stato potrebbe continuare a spendere soldi per le stesse che acquista ora, ma su una scala sempre maggiore come ha fatto per decenni; e ciò continuerebbe a generare crescita economica fino al momento in cui inizierà la sua crisi del debito sovrano. Non c'è alcun limite a quanto lo stato possa spendere attraverso il Medicare per migliorare la salute della nazione, e pare non esserci alcun limite alla quantità di denaro che può essere spesa per la difesa nazionale.

In alternativa lo stato potrebbe porre un tetto alla spesa dei programmi correnti e spendere di più, invece, per programmi di investimento che potrebbero fornire un ritorno in tempi brevi.

Negli ultimi 50 anni abbiamo costruito un'economia su $50 bilioni di debiti. Quando il credito si espande, si crea sia un attivo che un passivo. La sostenibilità di tutta la sovrastruttura economica dipende da come tale credito viene usato per andare avanti.

Se è usato per il consumo, allora non genera alcun ritorno e la sovrastruttura collasserà. Questo è l'errore che ha portato a questa Nuova Depressione. Se viene investito in progetti che genereranno un ritorno abbastanza alto da pagare gli interessi sul debito, allora non solo sosterrà la struttura economica attuale, sosterrà anche un'economia più grande e più prospera.

La nostra società non ha capito che il nostro sistema economico è cambiato. Pertanto non ha ancora afferrato le possibilità insite in questo nuovo sistema. Il credito può ora essere distribuito dallo stato su una scala così vasta da poter rivoluzionare il potenziale di produzione di questo pianeta.

Il governo degli Stati Uniti può ora prendere in prestito denaro a dieci anni ad un costo del 2% di interesse all'anno. Se prende in prestito a suddetto tasso e investe in progetti che renderanno il 3%, Creditopia sopravviverà. Se prende in prestito a suddetto tasso e investe in grandi progetti, Debitopia potrebbe trasformarsi in una Utopia sostenibile in cui il costo dell'energia scenderebbe del 90% e l'aspettativa di vita raddoppierà.

Non vi è dubbio che l'abbandono della moneta merce (oro) abbia creato distorsioni che hanno interferito con l'economia di mercato. Il punto da cogliere, tuttavia, è che la nostra civiltà globale è stata costruita su tali distorsioni e molto probabilmente crollerà se tali distorsioni non saranno perpetuate attraverso un'ulteriore espansione del credito.

Ciò richiede che lo stato prenda in prestito ed investa.

Sarebbe capitalismo? No. Non c'è capitalismo ora. Il nostro sistema economico non è quello in cui l'accumulo e l'investimento di capitali spingono verso il processo di produzione. Tutto è in mano alla creazione e alla spesa del credito.

La questione non è se abbandoneremo il capitalismo e lo sostituiremo con un tipo diverso di sistema economico. L'abbiamo fatto molto tempo fa. La domanda è: consentiremo all'attuale sistema economico di crollare?

Questa crisi economica segnerà un crocevia per la nostra civiltà. Le nostre opzioni sono due: sfruttare le immense possibilità insite nel nostro sistema economico, oppure sprofondare in quelli che potrebbero rivelarsi decenni di miseria.

Saluti,

 

Traduzione per il Portico Dipinto a cura di Johnny Contanti.

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Investimenti redditizi

Ritratto di Dusty

L'ho letto fino in fondo :) ma faccio lo stesso un po' fatica a capire il punto di questo articolo: sebbene in linea puramente teorica è vero che lo stato potrebbe risanare l'economia facendo investimenti redditizi, sappiamo benissimo che pensare che sia possibile è come pensare di vivere nel mondo dei puffi...

sulla moneta-debito

Ritratto di vitriolum

Il governo degli Stati Uniti può ora prendere in prestito denaro a dieci anni ad un costo del 2% di interesse all'anno. Se prende in prestito a suddetto tasso e investe in progetti che renderanno il 3%, Creditopia sopravviverà.

Creditopia? e quell'1% di guadagno da dove mai arriverà?