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Il modello di business unico del settore bancario e perché il capitale non è un “fondo per le emergenze”

Freedonia - Mer, 24/04/2024 - 10:11

 

 

di Jane L. Johnson

Le banche sono attività altamente regolamentate, come ci si aspetterebbe da entità a cui affidiamo il nostro denaro e dalle quali un giorno potremmo accendere in prestito per acquistare una casa o avviare un’impresa.

I banchieri interagiscono quotidianamente con le autorità di regolamentazione e quegli investitori che desiderano costituire una banca devono prima ottenere impegni di capitale dai futuri azionisti e richiedere uno statuto bancario alle autorità di regolamentazione.

Una volta in attività, una banca è supervisionata da uno o più dei seguenti regolatori statali e federali: una commissione bancaria statale se è una banca riconosciuta dallo stato, l’Ufficio del controllore della valuta se è riconosciuta a livello federale, la Federal Reserve se è membro di tale sistema e/o una holding bancaria, la National Credit Union Administration (NCUA) se è una cooperativa di credito, la Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC), il Consumer Financial Protection Bureau (CFPB), la Securities and Exchange Commission (SEC) e il Federal Financial Institutions Examination Council.

Sebbene questa struttura normativa possa imporre un intervento eccessivo nell’economia privata e creare indubbiamente una certa ridondanza, la natura unica del sistema bancario suggerisce che la regolamentazione bancaria, almeno in un certo senso, è giustificata, dato che le banche operano a riserva frazionaria.


La caratteristica peculiare del modello di business bancario

L'attività bancaria è unica nella sua dipendenza dalla “leva finanziaria”, cioè l'utilizzo del denaro di qualcun altro per realizzare un profitto per sé stessi. Il settore bancario è unico anche nel suo ruolo di intermediario tra i depositanti e i mutuatari, dato che utilizza i fondi dei primi per concedere prestiti ai secondi. L’utilizzo dei fondi dei depositanti, inoltre, è spesso a breve termine poiché i proprietari dei conti bancari possono ritirare i propri fondi su richiesta, mentre i prestiti ai mutuatari sono tipicamente a lungo termine, come i mutui trentennali. Tutte queste caratteristiche uniche del settore bancario possono renderla un’attività intrinsecamente rischiosa, come ha dimostrato la storia.

Le banche sono redditizie quando pagano ai depositanti un tasso d'interesse e poi ne addebitano ai mutuatari uno più elevato. Come dice un proverbio, i banchieri vivono secondo la Regola del 5-4-3: addebitare il 5% ai mutuatari, pagare ai depositanti il 4% ed essere sul campo da golf entro le tre.

Molte altre attività, alcune ad alta intensità di capitale, non utilizzano la leva finanziaria. Ad esempio, un produttore che gestisce una catena di montaggio con macchinari pesanti non è un intermediario come lo è una banca, e non si verificano prestiti a leva come nel settore bancario. La maggior parte delle imprese di servizi operano in modo simile, anche se senza proprietà immobiliari ad alta intensità di capitale. Queste attività senza leva non richiedono la supervisione normativa sul capitale tipica delle banche.


Requisiti patrimoniali giustificati per quelle attività che sfruttano la leva finanziaria

È nella natura delle banche, in quanto imprese a leva, essere sottocapitalizzate perché non esserlo le vincolerebbe ad avere fondi per concedere prestiti o coprire le spese operative. Il capitale bancario dovrebbe essere considerato un cuscinetto in grado di assorbire le perdite tra uno o più asset bancari, come prestiti in sofferenza o cali del valore di mercato nel portafoglio titoli.

Il conto capitale di una banca è costituito da fondi investiti dagli azionisti originali, aumentati dagli utili non distribuiti nel corso della vita della banca. Il capitale viene normalmente investito in titoli del Tesoro statunitense e non è disponibile per concedere prestiti o coprire le spese operative. Non costituisce né un attivo né una passività nel bilancio; si tratta piuttosto di una voce sequestrata separatamente sul lato destro (passivo) del bilancio. Il capitale può essere calcolato come la differenza tra gli attivi e le passività bancarie. Con una corretta gestione bancaria, questa differenza è positiva; se negativa, la banca sarebbe considerata insolvente.

I requisiti patrimoniali sono espressi come rapporti capitale/asset e che i regolatori bancari tengono d’occhio. I rapporti variano tipicamente dal 6 al 10%, a seconda della rischiosità imputata agli asset di una banca. Qualsiasi deficit nel rapporto capitale/patrimonio di una banca è motivo di seria preoccupazione e dev'essere corretto il prima possibile, magari anche con un'offerta di ulteriori azioni bancarie agli azionisti esistenti o nuovi.


Una nota sulle riserve bancarie e sui contanti nei caveau

“Capitale” e “riserve” sono spesso facilmente confusi, quindi è importante utilizzare i termini correttamente. Molti giornalisti finanziari, che dovrebbero saperle le cose, a volte scambiano “capitale” e “riserve” riferendosi anche in modo approssimativo a uno o entrambi come “liquidità”. Di recente uno scrittore finanziario del New York Times ha ammesso di aver travisato per molti anni il capitale bancario, paragonandolo a un “fondo di emergenza”.

Le “riserve” bancarie, un termine dal significato molto specifico, sono calcolate come percentuale (normalmente il 10% o meno) dei depositi. Se una banca detiene $1 milione in depositi, ad esempio, è tenuta a trattenere $100.000 (10%) in riserve, fondi sotto forma di contanti nel caveau e/o riserve nel proprio conto presso la banca distrettuale locale Federal Reserve. Entrambe le forme sono considerate attivi per la banca. I restanti $900.000 sono disponibili per creare nuovi prestiti.

Una banca che non è in grado di soddisfare i propri obblighi di riserva può sempre prendere in prestito le “riserve di riserva” (chiamate “fondi federali”) da altre banche che le hanno in eccesso, o in caso di necessità richiedere alla Federal Reserve un prestito a breve termine. Il mancato mantenimento delle riserve minime richieste è considerato un'anatema nel mondo bancario ed esistono opzioni per ottenere riserve aggiuntive, se necessario.

“Liquidità” è un altro termine bancario che deve essere utilizzato correttamente. Sebbene non siano monitorate dalle agenzie di regolamentazione, le banche mantengono contanti nel caveau (banconote della Federal Reserve e monete del Tesoro) per soddisfare le richieste di prelievo allo sportello o ai bancomat. Conservare contanti è una spesa per le banche, perché non frutta interessi e dev'ssere conservato in depositi sicuri. Le banche assorbono queste spese, ma sarebbero giustificate nel chiedere ai clienti di coprire il costo della gestione del contante (e in effetti alcune banche addebitano i prelievi ai bancomat).

Sebbene il capitale sia considerato un segno della salute finanziaria di una banca, né le riserve bancarie né i contanti nel caveau forniscono in alcun modo tale indicatore.


Le recenti richieste di requisiti patrimoniali più elevati

In seguito ai problemi di liquidità dello scorso anno tra la Silicon Valley Bank (SVB), la Signature Bank e la First Republic Bank, molte agenzie di regolamentazione e politici (mi ripeto) hanno chiesto requisiti patrimoniali più elevati alle banche. È chiaro, tuttavia, che l'insufficienza di capitale non è stata una delle principali cause delle difficoltà di queste banche.

SVB, ad esempio, ha subito una corsa agli sportelli dell'era moderna in cui i depositanti (alcuni dei cui conti superavano i limiti assicurativi della FDIC) hanno improvvisamente richiesto ingenti prelievi online.

Incapaci di attingere ad asset che tradizionalmente fornirebbero fondi per i prelievi — contanti dal caveau, asset in portafoglio come investimenti a breve termine, o strutture di prestito della Federal Reserve — la FDIC e il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti sono intervenuti per onorare i saldi dei depositanti di SVB al di sopra della normale assicurazione di $250.000 per conto. Il colpevole qui era il portafoglio di SVB contenente titoli del Tesoro il cui valore di mercato era diminuito quando la Federal Reserve ha iniziato a rialzare i tassi d'interesse nel 2022, causandone un calo dei prezzi mark-to-market al di sotto della base di costo pagata da SVB.

Una successiva analisi dei suoi problemi ha rivelato che non era sottocapitalizzata e che il suo rapporto capitale/patrimonio era del 10,4%, ben al di sopra del requisito normativo del 7%. E se avesse incluso le perdite non realizzate sul suo portafoglio titoli nei calcoli del suo capitale regolamentare, il rapporto capitale/attivi sarebbe stato ancora più alto, ottenendo buoni risultati negli stress test bancari della Federal Reserve.

Il problema principale di SVB non era l'insufficienza del capitale, ma piuttosto l'incapacità di raccogliere liquidità vendendo i titoli in portafoglio senza subire grandi perdite sugli investimenti. Come ha concluso la relazione della Federal Reserve sul crollo di SVB e Signature Bank “[...] la sua leadership non è riuscita a gestire il tasso d'interesse di base e il rischio di liquidità [...] e le autorità di vigilanza della Federal Reserve non sono riuscite ad intraprendere azioni sufficientemente energiche [...]”. La relazione ha poi evidenziato come criticità la “[...] crescita rapida e sfrenata [...] attraverso un'eccessiva dipendenza da depositi non assicurati [...] e l'incapacità di comprendere il rischio della loro associazione con l'industria delle criptovalute”. Il capitale non è stato citato come fattore del fallimento di queste banche.


Considerazioni conclusive sul modello di business e sul capitale delle banche

Idealmente le banche ben gestite (e i loro depositanti) dovrebbero essere libere di determinare il livello di capitale adeguato al loro modello di business, ma l’unicità del settore ha indotto le autorità di regolamentazione a far rispettare i requisiti patrimoniali. Negli anni successivi alla creazione della FDIC, sia le banche che i depositanti sono diventati indifferenti all'importanza del capitale bancario perché la FDIC copre le perdite sui depositi fino a un limite noto e in alcuni casi anche oltre tale limite, come con SVB ad esempio.

L’esistenza di questa generosa copertura assicurativa è un esempio di ciò che gli economisti chiamano “azzardo morale”, quando gli attori economici (le banche e i loro depositanti in questo caso) sono incentivati ​​a correre rischi più grandi perché non ne sopportano tutti i costi. Nel salvataggio dei depositanti di SVB da parte della FDIC, un costo maggiore è sostenuto da tutte le altre banche (e dai loro depositanti), che pagano direttamente o indirettamente i premi assicurativi sui depositi, socializzando così quello che avrebbe dovuto essere un costo privato e che sarebbe dovuto gravare totalmente sulle spalle del management di SVB. 

Un’ultima osservazione è che i fallimenti bancari del 2023 potrebbero riflettere lo stato di paura che affliggeva gli Stati Uniti durante la crisi sanitaria del 2020-23 e che ora sta finalmente iniziando a dissiparsi mentre gli americani ritornano a una relativa normalità. Le agenzie di regolamentazione bancaria, chiedendo alla FDIC una copertura estesa delle perdite sui depositi e raccomandando poi requisiti patrimoniali più elevati per le banche, potrebbero aver reagito in modo eccessivo al fallimento di SVB, temendo un contagio simile a un virus in tutto il settore bancario. Alcuni hanno ipotizzato che le misure di lockdown fossero una prova generale di qualcosa di ancora più controverso e distruttivo; forse gli storici futuri analizzeranno con successo e descriveranno gli effetti collaterali attuali e postumi di quest'epoca.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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La frode insita nel sistema bancario a riserva frazionaria

Freedonia - Mar, 23/04/2024 - 10:15

 

 

di Frank Hollenbeck

Supponiamo di portare una pelliccia in una lavanderia e poi di scoprire che il proprietario ha permesso a sua moglie di indossarla prima di lavarla (un episodio di Seinfeld). Oppure supponiamo che abbiate dato le chiavi della vostra macchina al parcheggiatore di un hotel e il giorno dopo vi venga detto che aveva prestato la vostra auto ad alcuni adolescenti che l'hanno usta per farci un giro. Non sareste affatto contenti e per una buona ragione: quando consegnate i vostri vestiti o le chiavi della macchina, ciò rappresenta una messa in custodia. Ne conservate la proprietà; in nessuna forma cedete la vostra proprietà o la prestate.

Supponiamo che viveste nel diciottesimo secolo e aveste cento once d'oro. Sono pesanti e non vivete in ​​un quartiere sicuro, quindi decidete di portarle da un orafo per tenerle al sicuro. In cambio di quest'oro l'orafo vi dà dieci biglietti sui quali c'è indicato che egli vi deve un totale di dieci once. L’oro è pesante da trasportare, quindi in un breve periodo di tempo tali biglietti di credito inizieranno a circolare al posto dell’oro. Questa è la creazione del cosiddetto quasi denaro: ciò non significa che avete rinunciato ai vostri diritti di proprietà sull'oro, ma avete invece utilizzato un modo più semplice per trasferirne la proprietà.

Naturalmente l’oro ora giace in un caveau e di solito nessuno viene a prenderne una parte o addirittura controlla che sia ancora lì. Ben presto l'orafo si rende conto che esiste un modo semplice e fraudolento per arricchirsi: basta prestare l'oro a qualcun altro creando altri dieci biglietti. Poiché questi ultimi vengono convertiti di rado in oro, l'orafo ritiene di poter portare avanti questa truffa per molto tempo. Naturalmente non è il suo oro, ma dal momento che è nel suo caveau, può comportarsi come se fosse il suo. Si tratta di un sistema bancario a riserva frazionaria con una riserva del 50%. Questo è anche il modo in cui il sistema bancario può creare denaro dal nulla, o fondamentalmente denaro contraffatto, e rubare il potere d’acquisto ad altri senza dover produrre beni e servizi reali. Il 26 marzo 2020 la banca centrale degli Stati Uniti ha abbassato i requisiti di riserva per le banche statunitensi dallo 10% allo 0% in reazione agli effetti economici della crisi sanitaria.

Ora l'orafo, o quella che ora chiameremo banca, ha un limite nella quantità di frodi o contraffazioni che può commettere. Immaginiamo ci siano cento once d'oro e diritti su duecento once. La banca deve conservare una certa quantità di oro nei suoi caveau, poiché i depositanti a volte scambiano i biglietti con oro fisico. Un altro vincolo è che i depositanti, se sospettano che ci siano più biglietti di credito rispetto all’oro disponibile, possono correre dalla banca che essi siano rimborsati “su richiesta” in oro fisico. Questa corsa, in realtà, riflette solo la natura fraudolenta del settore bancario. Le festività bancarie, implementate negli anni '30, o i controlli sui capitali, implementati a Cipro, sono azioni a vantaggio del truffatore (le banche) invece che della vittima (i depositanti). Naturalmente la Banca Centrale Europea supportò le azioni commesse a Cipro. Il mondo è alla rovescia ormai.

Supponiamo che voi siate l'orafo e che il vostro zio ricco prometta di prestarvi tutto l'oro di cui avete bisogno se vi capitasse di rimanere senza (la funzione di prestatore di ultima istanza della banca centrale). È probabile che commettiate altre frodi? Supponiamo che questo zio ricco vi dica che se le cose vanno male, si assicurerà che tutti riavranno indietro il loro oro (assicurazione sui depositi). Ancora una volta, è probabile che commettiate altre frodi? Dal momento che non avete niente da perdere, è probabile che correrete rischi più grandi, per rendimenti più elevati, nelle vostre attività di prestito?

Gli economisti Austriaci hanno difficoltà a spiegare perché il sistema bancario a riserva frazionaria sia fraudolento. La risposta standard della persona media è che “tutti sanno che la banca presta i tuoi soldi”; oppure dirà che “tutte le banche negli Stati Uniti includono una clausola nel contratto del depositante che dice specificamente che il rapporto tra il depositante e la banca è esclusivamente quello tra creditore e debitore”. Supponiamo che la banca prenda i vostri soldi e li perda tutti. In che modo essa soddisfa l'aspettativa secondo cui il vostro denaro è disponibile su richiesta affinché possiate pagare l'affitto e le bollette? È semplice: prende i soldi da qualcun altro. Se la banca vi dicesse che sfortunatamente il denaro è andato perduto, non ci sarebbe alcuna frode (se aveste firmato una dichiarazione chiara sull'utilizzo dei vostri fondi). La frode avviene nel momento in cui la banca prende i soldi di qualcun altro, le vittime della frode sono gli altri depositanti. La banca gestisce essenzialmente uno schema simil Ponzi (un’attività fraudolenta) che può continuare per molto, molto tempo, ma non è da meno un’attività fraudolenta e dovrebbe essere trattata come tale. Sebbene voi e la banca possiate essere consapevoli di ciò che sta succedendo, dovrebbe comunque essere trattata come una frode. Il fatto che voi siate a conoscenza, o addirittura ignari, di tale schema fraudolento non toglie il fatto che sia una frode. L’assicurazione statale sui depositi sposta semplicemente il costo della frode su altri depositanti, contribuenti, o chiunque utilizzi la valuta per condurre transazioni.

Perché la contraffazione è illegale? Il contraffattore è felice perché ottiene beni/servizi reali e il commerciante è felice perché vende e può anche ottenere più beni/servizi reali se spende il denaro rapidamente prima che i prezzi salgano. Quindi dov'è il problema? La transazione è stata vantaggiosa per entrambi. È illegale a causa degli effetti su terzi. Il contraffattore attinge alla torta economica, ma non contribuisce. Ruba beni/servizi reali riducendo il potere d'acquisto del denaro nelle tasche di tutti gli altri. Quando il sistema bancario a riserva frazionaria crea denaro dal nulla, anche questa è una forma di contraffazione e ha effetti indesiderati su terzi. Gli economisti sanno che è stata la rapida espansione della moneta e del credito, ingiustificata dalla crescita lenta del risparmio, ad aver alimentato i cicli di boom/bust degli ultimi due secoli, e le difficoltà economiche che li hanno accompagnati.

Eliminando il sistema bancario a riserva frazionaria si elimineranno boom e bust. Incapace di creare denaro dal nulla, il settore bancario sarebbe solo un settore come tutti gli altri senza la capacità di affondare l’intera economia mondiale.

Dobbiamo avviare una discussione seria sulla fine del sistema bancario a riserva frazionaria e, allo stesso tempo, del sistema bancario centrale. Il nostro attuale sistema bancario non è una funzione del capitalismo di libero mercato. Il sistema bancario nella sua forma attuale dovrebbe essere messo al bando perché è caratterizzato da frode e furto.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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Final Nail in America’s Coffin?

Lew Rockwell Institute - Mar, 23/04/2024 - 05:01

When future historians go searching for the final nail in the US coffin, they may well settle on the date April 20, 2024.

On that day Congress passed legislation to fund two and a half wars, hand what’s left of our privacy over to the CIA and NSA, and give the US president the power to shut down whatever part of the Internet he disagrees with.

The nearly $100 billion grossly misnamed “National Security Supplemental” guarantees that Ukrainians will continue to die in that country’s unwinnable war with Russia, that Palestinian civilians will continue to be slaughtered in Gaza with US weapons, and that the neocons will continue to push us toward a war with China.

It was a total victory for the war party.

The huge spending bill is all about politics for Biden, yet so many Republicans simply went along with it. The last thing the people running Biden’s White House want to see as a close election approaches are ads blaming Biden for “losing Ukraine.”

The US and its allies have already sent over $300 billion to Ukraine and the country is still losing its war with Russia. Nobody believes another $60 billion will pull a victory from the jaws of defeat. But this additional money is meant to keep up appearances until November at the expense of Americans who are forced to pay for it and Ukrainians who are forced to die for it.

Speaker Johnson could not have passed these monstrosities without the full support of House Democrats, as the majority of Republicans voted against more money for Ukraine. So in the worst example of “bipartisanship,” Johnson reached across the aisle, stiffed the Republican majority that elected him Speaker, and pushed through a massive gift to the warfare/(corporate) welfare state.

After the House voted to send another $60 billion to notoriously corrupt Ukraine, Members waved Ukrainian flags on the House Floor and chanted “Ukraine, Ukraine.” While I find it distasteful and disgusting, in some way it seemed fitting. After all, they may as well chant the name of a foreign country because they certainly don’t care about this country!

Along with sending $100 billion that we don’t have to fund more overseas war, Speaker Johnson threw in another version of the Tik Tok ban, which gives Joe Biden and future presidents the power to shut down websites at will by simply declaring them to be “foreign adversary controlled.”

Not to be outdone, the US Senate on that same day passed the extension of Section 702 of the FISA Act, which not only allowed the government to continue spying on us without a warrant, but also contained new language massively expanding how they can spy on us.

Many conservative voters are asking what the point of Republican control of the House is if the agenda is determined by Democrats. Senate Majority Leader Chuck Schumer is even reported to have bragged to his colleagues about how easily Speaker Johnson gave Democrats everything they wanted and asked for nothing in return.

What is the silver lining in all this bad news? Most Republicans in the House voted against continuing the Ukraine war. That’s a good start. Our ideas are growing, not only across the country but even in the DC swamp. Take courage and don’t give up! Work for peace!

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We Need To Do With the State What We’Ve Done With Slavery

Lew Rockwell Institute - Mar, 23/04/2024 - 05:01

This article is based on chapter 8 of my book Do Not Consent: Think OUTSIDE the Voting Booth, 2020

If someone asked you to define “free market,” could you?  Could you do it on the spot without recourse to dictionaries or other crutches?

The term “laissez-faire economy” might do as a first response.  But what does it mean?  In Capitalism: The Unknown Ideal Ayn Rand explains:

Based on a column in the Los Angeles Times, August 1962.

Colbert, chief adviser of Louis XIV, was one of the early modern statists. He believed that government regulations can create national prosperity and that higher tax revenues can be obtained only from the country’s “economic growth”; so he devoted himself to seeking “a general increase in wealth by the encouragement of industry.” The encouragement consisted of imposing countless government controls and minute regulations that choked business activity; the result was dismal failure.

Colbert was not an enemy of business; no more than is our present Administration. Colbert was eager to help fatten the sacrificial victims—and on one historic occasion, he asked a group of manufacturers what he could do for industry. A manufacturer named Legendre answered: “Laissez-nous faire!” (“Let us alone!”)

But Legendre was hardly the first to express a hands-off idea.  In An Austrian Perspective on the History of Economic Thought, Rothbard tells us about Chuang Tzu (369-c.286 BC):

’There has been such a thing as letting mankind alone; there has never been such a thing as governing mankind [with success]’. Chuang Tzu was also the first to work out the idea of ‘spontaneous order’, independently discovered by Proudhon in the nineteenth century, and developed by F.A. von Hayek of the Austrian School in the twentieth. Thus, Chuang Tzu: ‘Good order results spontaneously when things are let alone’.

In a Human Action excerpt Mises: The Meaning of Laissez Faire, Mises defined a laissez-faire economy as one unhampered by state interference; it means upholding “the individuals’ discretion to choose and to act.”

Most libertarians would agree with this broader interpretation.  The problem is any state that actually took a hands-off policy towards the economy wouldnt be a state.  States are, by design, predatory and parasitical.  They exist for the purpose of accruing power and pelf.  Libertarian visions of domesticating the state are fantasies.

Besides which, states have won favor for certain people — they enable politicians to buy votes and other support needed to keep the racket going.  As for voters, who needs freedom when you can get free handouts?  Though citizens gripe about taxes and corrupt politicians, they’ve grown comfortable with the devil they’ve always known.

The public is okay with the state’s willingness to assume responsibilities they refuse to accept.  They want the state to pave their roads and educate their kids.  They want the state to pay for their health care.  They want the state to pay for the safety nets of life.  Who better to do the paying than the state, which with MMT will never run out of money?  Even a failed state like socialist Venezuela has yet to flatline because of its grip on power and propaganda, even as its people descended into cannibalism and prostitution for survival.

Where did states come from?

In Common Sense, Thomas Paine, in writing about the “race of kings,” far from having an honorary origin, considered the first of them “nothing better than the principal ruffian of some restless gang” whose purpose was to plunder the defenseless.

Eventually, as Rothbard tells us, the gangs realized the “time-span of plunder would be longer and more secure, and the situation more pleasant if the conquered tribe were allowed to live and produce, with the conquerors settling among them as rulers exacting a steady annual tribute.”

If a conquered people is the garden from which we expect free markets to grow we’re deluding ourselves.  As painful experience has taught us, attempting to bind a state to the terms of a constitution is another exercise in folly.  States have allies, none more important than the opinion makers, the intellectuals.  Intellectuals, in return for “a secure and permanent berth in the State apparatus,” as Rothbard notes, will provide the needed rationale for the state’s predations.

Thus, to pick examples at random, we have “court historians” and others providing the necessary cover for the blood-bath known as World War I, a famous Keynesian telling us the debt explosion of World War II ended the Great Depression, a “political cross section of prominent economists” expressing their opposition to the Paul-Grayson Audit the Fed bill (seven of the eight of whom have Fed connections), and the wholesale lying (archived) that characterizes national elections.

Most states, being parasites, have learned to park their depredations somewhere between freedom and despotism.  Paine recognized this when he wrote in Rights of Man,

The portion of liberty enjoyed in England, is just enough to enslave a country more productively than by despotism; and that as the real object of all despotism is revenue, a government so formed obtains more than it could do either by direct despotism, or in a full state of freedom, and is therefore, on the ground of interest, opposed to both.

In a “full state of freedom” there would be no government “so formed.”

How Do We End The State?

There are two unmistakable trends working in liberty’s favor: Massive government debt and exponentially advancing technology.   You won’t have confidence in this claim unless you read Ray Kurzweil’s seminal The Law of Accelerating Returns.  It would also help to have an understanding of the acronym TANSTAAFL as well as a grasp of monetary fundamentals.

As I wrote in an earlier essay,

Technology is ripping a hole in centralized social control and its Keynesian underpinnings, bringing power and freedom to individuals the world over.

Both Keynesianism and technology are on a cusp. One is on a road to collapse, while the other is about to kick into high gear. . . .

[With a fiscal gap in excess of $200 trillion,] government promises will be broken. The bill for the Keynesian free lunch will come due, and the government check will bounce.

Where will that leave us? With a weakened and discredited government, and the bogus Keynesian ideas that supported it, we will have to become more self-reliant. The cry of “Do something!” to the government will be answered with an echo. Free markets will emerge where they’ve been suppressed because much of government will be ineffective or no longer exist. A free market in combination with a revolution in technology will remake our world.

We need to do with the state what we’ve done with slavery.  We can govern ourselves without a coercive sovereign.  Of necessity, free markets will emerge when the state is gone.

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The Bad Faith Olympics

Lew Rockwell Institute - Mar, 23/04/2024 - 05:01

“This is the weirdest era in human history. By far. Nothing else even comes close. Billionaires trying to kill everyone. Civil society unable to form a coherent thought. Institutions lie in smoldering ruins. Poisons handed out like candy. We are Neanderthals with iPhones.” — Dr. Toby Rogers

Did it warm your heart to see all those blue and yellow Ukrainian flags waved by our elected officials in Congress Saturday night with the passage of the $60-plus-billion aid bill to the Palookaville of Europe? You realize, don’t you, that the tiny fraction of that hypothetical “money” — from our country’s empty treasury — that ever reaches Ukraine will rebound on the instant into Mr. Zelensky’s Cayman Islands bank account. The rest of the dough enters the recursive shell-game between US weapons-makers and the very hometown folks in Congress waving those blue and yellow flags, who will receive great greasy gobs of fresh “campaign donations” from the grateful bomb and missile producers. No wonder they’re cheering.

What the $60-plus-billion won’t do is provide any fresh arms and equipment to Ukraine’s sad-sack army soon enough to prevent Russia from bringing this cruel, stupid, and unnecessary war, which we started, to a close. Yes, we started it, not Russia, in 2014 with our Intel blob overthrowing elected President Viktor Yanukovych in the so-called “Maidan Revolution of Dignity” (what Wikipedia calls it). And for what reason? To jam Ukraine into NATO as a prelude to “weakening” Russia sufficient to bust it up and gain control over Russian oil, ores, and grain.

Yes, that was actually the neocon’s game, equal parts megalomania and hubris, a fiasco as strategically ill-fated as Hitler’s push to gain control of Russia’s oil fields via Stalingrad in 1942-3. With failure and humiliation looming in Ukraine, the blob’s objective for now, in theory, is the vain hope of prolonging the hostilities just long enough to get its hologram president, “Joe Biden” re-elected, so that said blob can continue its amoebic digestion of what’s left uneaten by it in our sore-beset republic. You’ve got to wonder, of course, what this blob thinks will remain to rule over when it’s done gobbling up everything and jailing everyone from sea to shining sea who objects.

You tell me what conceivable way Ukraine can prevail in this proxy war now without just tripping off the civilization-ending nuke exchange? America does not have enough tactical missiles and artillery shells at hand to send over there. What we did have is gone. NATO never had much to begin with. Ukraine has run out of available cannon-fodder to conscript from its dwindling population. Despite Mr. Macron’s recent bluster, NATO can’t raise a credible army, or even agree on which country would send what. Nobody is riding to the rescue. Instead, Russia is fortifying its home-grown armaments industry and its military while systematically turning off the electricity all over Ukraine by blowing up the power stations. Very soon, Ukraine will be reduced to medieval living conditions — no lights, no phones, no Internet, no shopping, no ability to conduct modern warfare. End. . . of. . . story.

This is apt to play out much faster than America’s blob-controlled news media will be able to lie about. I’d guess it can be functionally over before mid-summer. The result will be yet another humiliation on the “Joe Biden” scorecard. When it’s over, you can be sure the Russians will abstain from an end-zone dance so as not to provoke America’s genius-losers into some final petty grand act of requital. Russia will just soberly declare what is self-evident: that for centuries Ukraine has been in its sphere-of-influence, as Mexico is in ours, and that they have reestablished the natural order of things in that corner of the world.

After that, America and the rest of Western Civ can get on with the collapse of their financial system and very likely a period of profound political and economic chaos in which governments fall, nations change boundaries and shapes, and their populations suffer dramatically from an imploded standard of living. That process may actually play out somewhat slower than the end of the Ukraine war over the coming years. It will look like a combined game of musical chairs and hot potato, with the opportunities to get a seat steadily fading, and the losers left holding things they can’t handle.

In the meantime, our country — remember it, the USA, when it had its once-enviable mojo working? — is busy being insane and finding sixty ways to Sunday to commit suicide. How do you suppose the Democratic Party will actually pretend to put up “Joe Biden” for re-election when the Ukraine failure is completed? Answer: they can’t. This dumbshow of the old gaffer hiding at his beach house and avoiding direct engagement with reality is also drawing to a close. Instead of calling “a lid” on “JB’s” activities, some humid morning in the swamp his handlers will call in “a medical alert” instead, and that will be the last we see of that dreadful apparition.

It’s also looking more and more as though the Republican Party faces its own civil war, especially after Speaker Mike Johnson’s perplexing flipperooski on the Ukraine aid vote. You recall, just weeks ago he said no dice to such a deal without a stop to the invasion coming across our Mexican border. Then, the intel blob boys lured him into a SCIF (Sensitive Compartmented Information Facility) where they showed him . . . something. . . ! Everyone’s dying to know what. A secret signed agreement making Ukraine our 51st State? Photographs of Mike engaged in unwholesome recreations with Gawd knows who or what? Or did they just have a little talk with him about how stuff is supposed to work? Whatever it was has made Mike Johnson untenable in his position. And he has explained nothing. He’s got to go.

At the other end of all that stands — or, rather, sits at a defense table — Donald Trump, the seemingly inevitable leader of a party seeking to cough him up like a hairball stuck in its craw. And yet, every week that passes, the various lawfare traps set up to snare him look more amateurish and gauche — while the Golden Golem of Greatness somehow manages to power through all that adversity. A big faction of the party he leads is in on that nefarious game. The wild card is the increasingly inflamed mood of the American people, in whose name the game is supposedly being played. With absolutely everyone lying to them about everything, it’s turned into some kind of bad faith olympics.

Reprinted with permission from Kunstler.com.

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Is the ‘Housing Shortage’ the Result of Housing-Hoarding by the Wealthy?

Lew Rockwell Institute - Mar, 23/04/2024 - 05:01

Those seeking to buy a house as shelter for their household can’t compete with the wealthy seeking assets to snap up and hoard for appreciation.

Longtime readers know I’ve been addressing housing issues from the start of the blog in 2005. Let’s start with the general context of housing in the US, courtesy of the US Census Bureau, which tracks occupancy and the number of housing units nationally: Quarterly Residential Vacancies and Homeownership, 4th Quarter 2023

All housing units 145,967,000

Occupied 131,206,000
Owner 86,220,000 59%
Renter 44,985,000 31%

Vacant 14,761,000 10%

Non-seasonal (i.e. not second homes owned by the wealthy for their recreational use) 11,177,000

Units vacant because they’re in the process of being rented or sold:
For rent 3,224,000
For sale only 757,000
Rented or Sold 783,000

Held off Market (occasional use, temporarily occupied, other) 6,414,000

Seasonal (i.e. second homes owned by the wealthy for their recreational use) 3,583,000

TOTAL Held off Market and Seasonal / Recreational: 9,997,000

In summary: there are 14.7 million vacant dwellings in the US, of which 10 million are not available for year-round rentals or sale. Those 10 million dwellings are comparable to the total number of dwellings in entire nations, for example, Australia (11 million housing units, population of 27 million).

There are many complexities not specified or included in these statistics. For example, vacant dwellings located in rural locales with few jobs might be empty because there is little demand due to a declining population. Other dwellings may no longer be habitable without renovation or repair.

On the other side of the equation, non-permitted dwellings (granny flats, etc.) may also be uncounted as those answering Census Bureau questionnaires might hesitate to report units added without official approval. This can include everything from RVs parked alongside homes to converted garages to living rooms partitioned off and rented out as quasi-bedrooms.

The vagarities of self-reported data are potentially major factors in counting short-term vacation rentals, a.k.a. AirBnB / VRBO-type rentals. Data remains sketchy on exactly how many housing units are being “held off the market” as short-term vacation rentals. As of 2023, there were 2,459,260 available vacation rental listings in the U.S., but this may not include informal rentals, rentals listed outside of the major platforms, etc.

The Census Bureau offers several estimates of seasonal units: 3.6 million in the above link, and 4.3 million vacant seasonal units in this post: See a Vacant Home? It May Not be For Sale or Rent. These are traditionally second or third homes of wealthy households. but many such properties are now being offered as short-term vacation rentals for periods when the owners aren’t using the property.

Read the Whole Article

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Give Me Liberty or Give Me Debt

Lew Rockwell Institute - Mar, 23/04/2024 - 05:01

Some people are more observant than others. Some are more capable of thinking outside the box than others. Whether this is by nature or nurture is a moot point.

When we are children, we tend to look upon the world in all its wonder. We are amazed at what exists and we absorb it like a sponge. Then, when we are in our teens, we begin our second wave of discovery. We begin to pay more attention to the things that we find confusing; we become absorbed in issues like world hunger, warfare and political strife. These situations seem senseless and we repeatedly ask, “Why should these things be?”

Typically, in our twenties, we have not yet found any solid answers and our mood turns from interest to anger. We tend to gravitate toward liberal philosophy, as liberal philosophy tells us what we would most like to hear; that these terrible things should not exist and that we should take every step available to us to end the injustices of the world – at whatever cost to ourselves and others.

Most of us continue in this approach for several years, but in our thirties we begin to recognize that, no matter how many steps are taken in this effort, the problems seem to be self-renewing and, at that point, a split occurs in philosophical outlook. Many people cease to grow at this point, as they do not want to live in a world where it is necessary to accept that suffering of one type or another is perennial. They may become increasingly stubborn in this view and, from this point on in life, tend to dig in their heels increasingly and fail to continue to grow in their understanding of the world.

However, there are others who decide that, no matter how unpleasant reality is, we will continue our pursuit of it. For those of us who do follow this (admittedly less pleasant) path, the true nature of life begins to unfold. Somewhere in our forties, it dawns on us that our thinking is no longer liberal. We may well find that our former liberal friends may treat us like traitors to the cause and we may even become pariahs to them. (Churchill said, “If you are not a liberal when you are twenty, you have no heart. If you are not a conservative when you are forty, you have no brain.” A lot of truth in that.)

Somewhere in our fifties, if we have remained diligent in our study of mankind, it all begins to gel and we begin to have a real grasp of the interrelationship of business, politics, the haves and have-nots, the whole ball of wax. We begin to recognize that there will always be those who are inspired leaders, but that there will also be those who are uninspired usurpers. There will always be those who are eager to be producers and, likewise, there will always be those who would prefer merely to consume.

From this point on in our lives, we increasingly recognize that this state of affairs is perennial, that human nature will assure that the same verve that existed to create the Roman Empire exists today, just as the same waste and decadence that destroyed it also exists today.

When I was in High School, I read George Orwell’s Animal Farm. I remember how impressed I was that he had set his novel in a farmyard and that his characters were farm animals. Orwell had consciously simplified an otherwise confusing world by boiling it down to the smallest format he could think of. In that book, when the animals gained their freedom from the “oppression” of the farmer, they were filled with high-mindedness. In order to forever remind them of what they stood for, they painted on the barn, “All animals are created equal.”

The greatest revelation of the book, for me, was when the pigs, who had become the government, altered the sign under cover of darkness to say, “All animals are created equal, but some are more equal than others.” I remember thinking, “This is where the rot sets in. I must never forget this. For the rest of my life, I will need to be watching for this change in leadership approach.”

Unfortunately, it is a fact that the majority of people truly do not want to be bothered with this effort of continual reassessment of the governmental situation. In every country, in every era, the majority genuinely prefer leaders who make big promises, regardless of whether the promises will ever be delivered upon. Every country in every era has its “chicken in every pot” slogan to hang on to.

In the late eighteenth century, America became heated up over the “oppression” of King George (whose taxation, incidentally, was far lower that today’s taxes) and, eventually, openly rebelled. It has often been said by historians that, if there was a specific moment at which the move to become the United States truly began, it was when Patrick Henry stated in the House of Burgesses, “Give me Liberty or give me death.”

As we all know, the American people gained their independence and, after a fair bit of stumbling, set forth on a course of prosperity, based upon excellent natural resources and an excellent work ethic. In the middle of the nineteenth century, a war was fought, not over slavery, but over who would control the economy of the future – the northern industrialists or the southern plantation owners. The north won and the latter half of the nineteenth century saw the greatest expansion the world had ever seen. In this period, America settled the entire continent and dramatically sped up the pace of the industrial revolution. This was done without income tax or a Federal Reserve, confirming that these factors are not necessary for progress and prosperity.

Then in 1913, the pigs rewrote the sign on the barn.

A decade later, American bankers (with the support of the government) put into motion the largest scam ever to be perpetrated upon Americans. It was an unqualified success, with an unfortunate byproduct being the Great Depression. In 1999, the American bankers (again with the support of the government) put into place an almost identical scam, which has proven to be an even bigger success and (I believe) will ultimately result in an even more devastating depression.

In 1999, The Democratic US president, with the support of the Republican US Congress, repealed the Glass Steagall Act, which would allow the scam of the 1920’s to be repeated, only on a grander scale. The “pigs”, in effect, rewrote Patrick Henry’s inspiring statement. From 1999 on, the slogan has, effectively, been, “Give me liberty or give me debt,” and the governments, both democratic and republican, have encouraged and provided the latter.

On any given day, we can turn on our televisions and watch the news programs, which continually feature Republican political advisors and Democratic political advisors argue with each other over whether all the damage that has been done was done by the other side. Neither side gives an inch to the other. Americans watch this game of ping pong endlessly play out with no conclusion, yet, at election time, they must make a choice.

Most Americans today treat the two political parties the way they would treat sports teams. Just as no self-respecting sports fan would own both a Yankees and a Red Sox hat, so every American supports one political team or the other, and along the way, that support becomes so all-encompassing that there is no room for doubt. Blind conviction becomes the norm.

In 1787, Alexander Tyler, an Englishman, commented on the new US experiment as a democracy. He said, “A democracy is always temporary in nature; it simply cannot exist as a permanent form of government. A democracy will continue to exist up until the time that voters discover they can vote themselves generous gifts from the public treasury. From that moment on, the majority always votes for the candidates who promise the most benefits from the public treasury, with the result that every democracy will finally collapse due to loose fiscal policy, which is always followed by a dictatorship.” His prediction has proven astonishingly accurate, with the last step yet to be played out.

The debt that crippled Rome two thousand years ago, and that crippled every major power since that time, is now crippling the US. Today, all Americans are aware of the problem, and almost all are hoping that, somehow, the problem will go away. It will not. In every country, in every era, it is not in the interests of the “pigs” to fix the problem. It is in their interest to allow the situation to play itself out until it ultimately crashes. Tyler was extraordinarily astute. He understood that all great powers have a shelf life. They also have a process by which they are created, then thrive, then become corrupted, then decline, then fall into ruin. This process is as perennial as the grass.

The pundits will continue to rail with righteous indignation on television. The two political sports teams will continue to kick and gouge each other, but the outcome of the game is already cast in stone.

So, is this the end of the world as we know it? Yes and no. It is not the end of the world, just the end of the world as we know it. Whenever the leading power in the world falls, others are already in the wings, rising. And so it is today. Americans who are alive today have never known a situation in which their country was not the top dog in the world, and so it is hard to imagine a different world. For those who are not American and who do not reside in the US, it is easier to see a truer picture. With the collapse of the US (and Europe), there is still a very big world out there, waiting in the wings. Some second- and third-world countries are, admittedly, doing badly. However, others are getting by nicely. And still others are thriving.

Yes, there is a bright future ahead, but, sadly, not in America; at least not for many years. Those who were described in the first paragraph of this article as being more observant are already looking away from America into the future. For the first time since the eighteenth century, those who are pursuing the bright future are walking away from America, not toward it.

Reprinted with permission from International Man.

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Trump Sold-Out His Base to Shovel $95 Billion to Ukraine and Israel

Lew Rockwell Institute - Mar, 23/04/2024 - 05:01

America last. America last. That’s all this is. America last, every single day. – Representative Marjorie Taylor Greene

The man who is most responsible for the $95 billion giveaway to Ukraine and Israel, is the same guy who pretends to oppose America’s “wasteful” foreign wars. Donald Trump. It was Trump who consulted with Speaker Mike Johnson about the contents of the Ukraine aid package, just as it was Trump who concocted the idea of issuing loans instead of dispersing the standard welfare handout. It was also Trump who said:

“I stand with the Speaker, (Mike Johnson)” after which he added that Johnson is doing “a very good job.”

A “good job”??

So, secretly collaborating with the Democrat leadership to push through a bill that “reauthorizes FISA to spy on the American people without a warrant, (bans Tik Tok) fully funds Joe Biden’s DOJ that has indicted President Trump 91 times, and giving Biden’s political gestapo a brand new FBI building bigger than the Pentagon,” while not providing a dime to protect the southern border from the swarms of people entering the country illegally, is doing a “good job”?

The question we should all be asking ourselves is why has Trump decided to participate in this scam? He keeps saying that if he was president, he’d end the war in Ukraine in a day. If he’s sincere about that, then why did he collaborate on a bill that will drag the war out for another year or two? This is from a Twitter post by political analyst Michael Tracey:

Mission Accomplished. It is done: Donald Trump and the House GOP just completed one of the most epic swindles in political history, with Trump personally effectuating the largest-ever dispersement of Ukraine funding through his emissary, “MAGA Mike Johnson” (as Trump lovingly calls him) The $61 billion passed this afternoon is likely enough to underwrite the brutal, pointless trench warfare for at least another year or two. This after the same old endless media screeching that Trump and MAGA Republicans were being brainwashed by Putin and would never fund Ukraine. That fundamental hoax continues — only this time Trump was in on it…. Michael Tracey, Twitter

And the response from Luca Cabrilo:

Michael you’re 100% spot on. Trump could have at any point killed this monstrous bill if he wanted to, but he didn’t. He even let MAGA Mike go on TV and say that he and Trump are “100% agreed” on the Ukraine funding Trump screwed his base on this one, no other way about it.

Michael Tracey again: He didn’t just “not kill it,” he personally facilitated its passage

Here’s more background from Tracey:

The bill, designed after consultations between Mike Johnson and Trump, mysteriously gives the President the ability to forgive the purported “loan” to Ukraine — immediately after the November election…

And if that’s not brazen enough for you, here’s the catch: The funds eligible for “loan forgiveness” are the direct budgetary infusions to Ukraine — meaning the money that pays for the salaries of Ukrainian government workers and so forth — NOT the military “aid,” which comprises the vast majority of the package. So, only $8 billion of the $61 billion allocated to Ukraine is even *eligible* for “loan forgiveness” under the terms of this gargantuan bill. And even that was a fake “loan” to begin with — it never had to be paid back at all! So there’s your final Trump/Johnson bamboozle, as the House GOP prepares to usher through the *largest ever* infusion of US tax dollars to Ukraine, by far, since the beginning of the war. All with Trump’s blessing, as Johnson has made abundantly clear. To underscore his close collaboration with Trump, Johnson has spent the past several days making the rounds on various conservative media, touting the inclusion of Trump’s “loan concept” in the bill. Michael Tracey

It’s all a big shell game and Trump is playing along with it to improve his political prospects. How else would you explain his performance in this dismal charade?

Trump obviously knows that his return to the White House will require significant compromise with the national security hawks and Zionists who run the government. So, we shouldn’t be too surprised that he’s trying to curry favor with them now. But for the people who thought Trump was a straightshooter; this has got to be a real eye-opener. They thought he could be trusted, but now it’s obvious that he’s just another Beltway phony trying to ingratiate himself with the Washington power-elite in order to shoehorn his sorry a** back into the Oval Office. Here’s more from Tracey:

Sorry to be a “Broken Record,” but the “Elephant in the Room” here is genuinely Donald J. Trump. ….Trump even warned Rep Marjorie Taylor Greene directly not to oust Johnson, during their joint press conference at Mar-a-Lago last Friday, April 12 — just before Johnson unveiled his war funding strategy, for which he proudly declares having secured Trump’s endorsement. The bill even contains Trump’s repeated demand to structure the Ukraine funding as a so-called “loan”! J ohnson proclaims that he and Trump are “One hundred percent united” on all of this (direct quote) …

Trump has used his vast political capital as three-time Republican Presidential Nominee to play his part assuring that the American political system mobilizes in perfect harmony to unleash $100 billion in endless-war funding. Michael Tracey

If Trump is willing to play such a duplicitous role in securing the funding for the MIC’s perpetual wars, then why in-heavens-name would any red-blooded conservative vote for him?

One of the few people who has acted honorably in this fiasco, is Rep Marjorie Taylor Greene, who is clearly one of the few members of Congress that genuinely gives-a-damn about the American people. Greene delivered an epic rant on the floor of the House yesterday following the vote on the Ukrainian aid package. Naturally, her heartfelt presentation appeared nowhere in the sellout media, so I transcribed most of what she said below. It’s worth the time:

…. The United States taxpayer has already sent $113 billion to Ukraine, and much of that money is unaccounted for. This is an example of a sick business model the US government wants to continue….. The Congress votes for money for foreign wars that the American people do not support….. The American people do not support a business model based on blood and murder and war in foreign countries while the government does nothing to secure our border.

The American people are over $34 trillion in debt and the debt is rising by $40 billion every night while we all sleep. But nothing is done to secure our border or reduce our debt. Inflation continues to rise every day and Americans can hardly afford to pay their grocery bills, they can hardly afford to put gas in their cars, and they can hardly afford the rent. And, now, average mortgage payments are over $3000 when they were just $1700 three years ago. Young Americans don’t think they will ever be able to buy a home and yet today, this congress thinks the most important thing they should do is to send another $61 billion to the war in Ukraine that the American people –by 70%– do not support!

… But, today, the most important thing this body thinks we should do, is not reduce spending, or drive down inflation, or secure our own border that is invaded every single day by people from over 160 different countries… We have over 1.8 million ‘got-aways’ and we don’t know who these people are… and yet we have people in this very congress ‘talking tough’ saying, “We have to defeat Russia. Oh, we have to protect Ukraine” and yet , all of you are unwilling to protect the American citizens that pay your salary, pay to keep the lights on, and pay to keep the federal government running. And for what?

For nothing! Ukraine isn’t even a member of NATO But all you hear in Washington DC is “Oh, we have to keep spending America’s hard-earned tax dollars to continue to murder Ukrainians to wipe out a whole generation of young men so there are (thousands of ) widows, and fatherless orphans, and not enough men to work in their industries. Oh, but you really support Ukraine. (sarcasm) What kind of support is that? It’s repulsive!

Shame on the American government! Shame on the American government! If we want to support our military, then support our military. We should be building up our weapons and ammunition, not sending it over to foreign countries to kill foreign people.

And if this body was what it pretends to be, every single one of us would be demanding peace in Ukraine; peace for these people, so that no more of them have to die. But you never hear anybody demanding peace. No, no, no. Peace is the last thing Washington wants because it doesn’t fit the business model. This is a business model they say builds the American economy and protects American jobs. What a disgusting business model. We should have a business model that builds-up our American companies and American jobs to serve American interests, and our military and our government should care about protecting the national security of the United States of America and the Americans who pay their hard-earned tax dollars to fund all this.

America last. America last. That’s all this is. America last, every single day.
Representative Marjorie Taylor Greene

Reprinted with permission from The Unz Review.

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War, What’s It Good For?

Lew Rockwell Institute - Mar, 23/04/2024 - 05:01

We have only seen a handful of movies in a theater over the last decade. Ever since the kids grew up, there hasn’t been a reason to spend too much for too little. Regal Cinemas in Oaks was the place to go in the old days. It had 24 theaters and was always packed. You could never get a parking spot close to the venue. The restaurant near the theater always had a line and you usually had to wait 30 minutes to get a seat.

We decided to go and see Civil War on Friday night, and boy times have changed. Regal Cinemas went bankrupt a few years ago after Covid, and the theater was taken over by some local businessmen. They now play four or five movies, but $10 per ticket is pretty reasonable compared to the chains. Instead of hundreds of cars in the parking lot, there were about 30 cars. We expected a long wait time at the PJ Whelihans, but there were dozens of seats at the bar and booths.

When we ventured over to the cinema, there was no one checking that we had tickets, and it was like a ghost town. A Friday night at the movies a decade ago was a big deal. The place would have been bustling. I can’t see this place making it over the long haul. There were eight people there to see Civil War. The previews were so loud, we thought we were going to need ear plugs. The sound became more reasonable once the movie started.

I had read a few reviews of Civil War and they leaned negative, for a myriad of reasons. Some people seemed disappointed and angry that the director did not pick a side, or even make a single political statement. My interest in this movie stemmed from the snippet shown in previews, where a guy holding some journalists at gunpoint asks them who they are, they respond “Americans”, and he asks them:

I think that is a profound question, as this country has already split into at least two enemy camps, with the leftists already fighting the war using any means necessary. Laws and morality no longer matter during this time of coming conflict. Knowing we are in the back end of this Fourth Turning, there is a high likelihood of civil and/or global war in the next few years. Whenever I point this out, many scorn the possibility of civil war. Some think keyboard warriors will never actually have the guts to get into a shooting war with the government and/ or leftist fanatics.

I was hoping the movie would provide some thought provoking fodder giving me an inkling of what might be on the near term horizon. The movie is more about the journalist characters traveling from NYC to Washington DC in order to get an interview with the embattled president. There was no background regarding what started the civil war, who were the good guys, and whether the entire country was involved. The entire movie took place in the eastern U.S. My observations are as follows:

  • The conflict was between the Western Forces versus the existing U.S. government forces. The Western Forces constituted Texas and California, with Florida leaning in their direction. It was not clear whether all the states chose a side. Since both sides had high tech military weapons, the assumption is the U.S. military split its allegiance. That means rogue generals did what southern generals did in 1860.
  • For most of the movie, you can’t tell who is fighting who. That seems realistic in a civil war scenario. The scene where the journalists are asked “What kind of American are you?” captures how confusing and chaotic it would be. I don’t think the guy dressed in military garb is on either side. They were dumping bodies into a hole. Without anyone to enforce laws, warlords will rise up and execute retribution on locals they consider enemies. Every local community will become a battleground. Neighbors versus neighbors, families versus families. With 300 million guns, there will be blood.
  • Two characters let it be known that their parents have stayed on their farms in Missouri and Colorado, pretending their is no civil war. They seemed dismayed that they wouldn’t choose sides. That made me wonder whether those who choose to not participate in the coming civil war will be able to work their farms in peace. Since modern society will come to a grinding halt, with shortages of fuel and food, I’m afraid small farmers will come under attack by the hungry masses. It will be essential for small communities of like minded folk to form militias to protect their farms and communities.
  • We all know our existing uni-party government is corrupt, evil and hates us. Whether we call it the Deep State, corrupt oligarchy, or corporate fascist totalitarians, it is clear they are our enemy. They are continuing to implement their Great Reset/Great Taking scheme, and will only be stopped through violent means. This movie did not take sides, but did imply the existing government will be defeated. The question is who or what takes their place. Sadly, it is unlikely that a republic will be reborn from the ashes of this empire of debt, delusion and decay.

Civil War was a sobering and depressing movie. I think it is a foreshadowing of what lies ahead. Innocent people will die. Senseless slaughter will be the norm. The boundaries between good and evil will blur. Right and wrong will become meaningless. It will be unclear who are the good guys and who are the bad guys. Conflict is upon us. Will the cessation of our Constitution before the upcoming election be the spark that starts this civil war? Where and when will our Fort Sumter moment happen? I don’t know, but I fear it is close upon us.

“The tree of liberty must be refreshed from time to time with the blood of patriots and tyrants. It is it’s natural manure.” – Thomas Jefferson in a letter to John Adams

Reprinted with permission from The Burning Platform.

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Sanctifying Time

Lew Rockwell Institute - Mar, 23/04/2024 - 05:01

In a recent essay, I argued that Americans—both secular and, increasingly, Catholic ones—experience a “flattened” sense of time. Time just simply “passes by” with little to distinguish it, with our increasingly attenuated civil holidays (including those shorn of their religious and/or historical content) trying to contend against a brutally “immanentized” approach to time. To remedy this, I argued for the recovery of a religious sense to time—the liturgical year—that forces not just memory but actual celebration that makes present the transcendent into that otherwise “flattened” time.

Reflecting further on that question, let me suggest that restoring a sense that time is more than just a “succession of days” extending outward indefinitely and meaninglessly (or at best, superficially meaningfully) requires a transcendent sense to the day and to days. I’d argue that, over the past half century, we have lost those markers that make the day more than just the passage of hours and the week more than just a passage of days. Let me explain.

What, in today’s “day,” actually systematically and with regularity recalls the transcendent? Once upon a time, Catholics prayed the Angelus—at 6 a.m., noon, and 6 p.m. As a kid, growing up in New Jersey, I heard the church bells in town ring at those hours. They broke into the routine of the day to remind people of God, even if they didn’t always join in those prayers. (The bells also used to ring before weekday morning Masses).

Those time stamps are not limited just to traditional devotions of long-standing. The Divine Mercy devotion asks Catholics to honor the “Hour of Divine Mercy,” remembering that the God-Man died for us at 3 p.m. Even if “only for a brief moment, immerse yourself in my Passion, particularly in My abandonment at the moment of agony” (Diary of St. Faustina Kowalska, 1320). What better way to break up the long afternoon?

Polish Catholics had the tradition of honoring Our Lady of Częstochowa at 9 p.m. with a brief song, “Mary, Queen of Poland! (3x and her response): I am with you, I remember, I watch over you.”

All of these devotions are brief—does it take a minute to pray the Angelus?—but all of them interrupt the voracious grind of the day by reminding us there is something beyond the here and now. I’ve written previously that church bells are aural sacramentals because their sound takes us, if but for a few seconds, beyond the immediate to remind us of God and His Church.

Why have we lost these things? And just how hard would it be to restore them?

Similarly with the week. There were actual Catholic rhythms that made the passage of the week more than just a “succession of days.” Obviously, at its zenith was Sunday. Sunday had a different “feel,” a different rhythm, a different texture. Does it today?

Compare, for example, the typical Sunday with Easter Sunday. Easter, although increasingly invisible in American culture, still feels somewhat different. At least some of the commercial activity of the average Sunday is shuttered. Even the “C&E” (Christmas and Easter) Christians stumble together as a family toward a church. And that initial morning glue might stick long enough for them to do something else as a family.

This “Sunday difference” was especially apparent in July 2021, when the Fourth of July fell on a Sunday. I wrote about the palpable difference in how that date stood out from the average Sunday. It was likewise apparent in 2022, when Christmas fell on a Sunday.

Has our settling for a “weekend” undermined the rhythm of the week?

Similarly, when Catholics abstained on Fridays throughout the year, it gave the sixth day of the week a distinct texture. It wasn’t just sociological: those Catholic fish-eaters do something weird on Fridays. It was, more importantly, spiritual: it regularly reminded Catholics of the significance of a particular Friday in salvation history and, therefore, reconnected them regularly with the Paschal Mystery.

I was struck by this loss of a sense of the rhythm to the week while saying the Rosary this morning. I try to say a decade in the subway on the way to work. What mysteries today? Thursday—Luminous. It’s Thursday already? It seems it was just Thursday. The week’s so far gone? It went by quickly.

Praying the Rosary using the mysteries appropriate for a particular day of the week not only reminds us of the life of Christ but also systematically makes them part of the flow of time in my life. The decline of this devotion has not just been an impoverishment of our religious awareness of the mysteries of our salvation. It is also a decline of their regular insertion into the lives we lead here and now.

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Congressional Extortion: Aid Funds, TikTok, & X – Leveraging Censorship

Lew Rockwell Institute - Mar, 23/04/2024 - 05:01

EXTORTION – the practice of obtaining something through force or threats.  Obtaining benefit through coercion.  Intimidation Tactics.  Housed within the Aid funding Bill passed in Congress were two less advertised agendas:   1.  Tik Tok’s Chinese founders are now required to sell their interest in the company to an American investor approved by Congress – within six months.    2.  Frozen Russian assets will earn interest (at an undisclosed rate) which will be used to fund Ukraine’s reconstruction after the war.

Legally, both of these Governmental Acts are contestable and unConstitutional, but the fact that our government would even consider them as justifiable is ‘insane’.   Despite these 535 Lawyers in Congress attesting that any of this is remotely legal, they gleefully celebrate their win!   The easy remedy for the Tik Tok debacle would be to refuse the sale – allow the ban – destroy Tik Tok and create Tok Tik.  Given that Tik Tok would now be banned in the US – the suffering would revert to those holding majority shares, ie global investors holding 60% of the shares – but NOT the technology which is held by the two founders who own just 20%.

An additional 20% of Tik Tok is owned by its employees including 7,000 Americans.  Exactly who does Congress believe will suffer from this Extortion?  The US represents the largest base of users at 170 million.   China has -0- users.  If the founders simply allow the US Ban – the shareholders will suffer and 7,000 American employees will lose their jobs and share value.

Why does our Government want the Extortion?  

On the surface, the spin is:  “lawmakers fear that the Chinese government could use security laws to force ByteDance to hand over data about TikTok’s 170 million US users.”  TikTok tracks which videos users engage with and how long they do so. The privacy policy also enables the app to track the contents of direct messages, as well as your country location, internet address, and device type – violating personal privacy…

So the same US Government that tracks every social media app, surveils Americans without their knowledge, and uses the data to extort Americans, is afraid China will track Tik Tok users?  No.   They want the algorithm created by the founders.   And they are willing to pay $100 billion for that and future profits.

Lawmakers voted 60-34 for the bill to reauthorize Section 702 of the Foreign Intelligence Surveillance Act after the House passed the measure last week.  Backdoor searches of Americans is necessary to assess if anyone is planning a coup…  While our esteemed government deflects Truth revelations, they claim the authorization is used mostly against foreign adversaries.  The number of which climbs daily as we continue genocide and onslaughts across the globe.

Even Niger knows that ISIS is Israel!   Social media did that!

The information obtained via the Surveillance Act:  CLAIM – ‘it forms the basis of most of the intelligence the president views each morning and it has helped the US keep tabs on Russia’s intentions in Ukraine, identify foreign efforts to access US infrastructure, uncover foreign terror networks and thwart terror attacks in the US.’

Except there is no president.   Every intel agency across the globe spies on foreign agencies.   Always have.  No one ever needed an Act to spy before, so why do they now?

Further justification for the illegal surveilling is the classic Russia Did It Mantra:  Chinese laws allow the government to demand consumer data from companies for intelligence purposes. Some have expressed further concerns around misleading content such as misinformation and disinformation.  American laws belied – our intel grabs every bit of data, listens to our phone calls, reads our messages, surveys our utility usage, and knows what we buy at the farking Grocery Store!   But China – BAD.

The six month time frame allowance for Tik Tok (maturing October 19th) coincides nicely with The Election.  And that would be the point given users are much more active on Tik Tok and much less censored.

I smell AI.  

Creating catastrophic imagery.  Creating a fake War.   Creating a fake death of Trump.   Creating a fake Trump is in jail.  Creating a fake Chinese Pandemic. There are numerous options that could be deployed by the CIA to upend the election and cause damage.  Owning ALL the means, they require that power over every social media in order to complete Dystopian Censorship Control so as to manipulate the election.  Knowing that a Biden win will most assuredly not go over well…  And once the election is fully manipulated – unleashing a Bird Flu Pandemic that will lock you in your homes for LIFE.

Recently, a person commented on one of my blogs, pretended he was friendly, then asked for all my sources so they could ‘unite together’.  His IP Address was invalid.  Fake.  But his point was obvious – to persuade me to reveal persons for intel to assess to spy on.  

X-Twitter:   Musk is being deluged in lawsuits.   There are now dozens of US lawsuits and a handful of countrywide lawsuits, including;  Brazil, Australia, and New Zealand.  Likely – more to come.  The purpose is to force him to sell so that the CIA+ Intel agencies can take Control and use the app for mass censorship and/or manipulation via AI.  THUS, all prominent base social media will be secured under the guise and thumb of the Zionist Cartel.

It is extortion. It is to maintain The America Coup Regime. And most Americans are now fully aware…Those Americans will be targeted to sustain The Coup.   That is The Problem that they feel can be resolved via a sweeping disinformation campaign before they take down the internet and assert Martial Law.

Reprinted with permission from Helena-The Nationalist Voice.

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Molecular Geneticist: Covid mRNA Shots Were ‘Designed’ To ‘Destroy Humanity’

Lew Rockwell Institute - Mar, 23/04/2024 - 05:01

Introduction

Would you believe, Michael Nehls, MD, PhD, molecular geneticist, immunologist, author, and educator, reveals as an insider that the mRNA shots, falsely called vaccines, were from the beginning designed to “destroy humanity”.

He claims the injections were part of a plan by the World Economic Forum (WEF), the United Nations and the World Health Organization (WHO), and Big Pharma to massively reduce world population.

One of the few insiders who blows the whistle on the truth.

One may add that among the hidden criminals were and are to this day active, also Big Finance, the Military Industrial Complex, Big IT, and the corrupted mainstream media, that dominate over 90% of western news outlets.

However, Dr. Nehls, a leading expert with inside knowledge of the plot, says the plan may not be realized in time, because the “shots were created as a ticking time bomb, that would continue to eliminate the vaccinated for several years after they received the shots”.

It would therefore be difficult to identify the cause of death with the covid jabs.

Besides, people who are on the path of dying, or people who know people who have most-likely died due to the shots, will not dare to speak up, either for shame or for fear.

This corner has been “wonderfully” covered by the plotsters. Call it – built-in mind-manipulated propaganda. See also this extraordinary interview of Dr. Nehls by Mike Adams

See also the article on Dr. Nehls entitled:

Molecular Geneticist: mRNA Shots Were ‘Designed’ to ‘Destroy Humanity’

***

Let us hope that We, the People, will enter a stage of conscious awakening, able to resist and boycott their plan. We are People of the Light.

The original source of this article is Global Research.

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Ukraine: US Launches a Fascist Government, and World War Three?

Lew Rockwell Institute - Mar, 23/04/2024 - 05:01

On March 5, Ukraine’s Putsch “Prime Minister” Arseniy Yatsenyuk, arbitrarily sacked three senior Defence Ministry politicians, Deputy Defense Minister Alexander Oleynik, with Deputy Defense Ministers Vladimir Mozharovskiy and Arturo Francisco Babenko.

According to Itar-Tass (6th March 2014) they had drawn Yatsenyuk’s ire by expressing:

“sharp criticism over giving the Right Sector militants the status of regular military units.”

A contact of the publication stated that one of the three had also:

“told Yatsenyuk that actions of today’s Kiev authorities in overtures with radical nationalist organizations would destroy national unity” and that it was simply: “harmful to involve the state military agency in such dangerous games.”

Their stand resulted in “management reshuffles” – in the country in which Assistant Secretary of State Victoria Nuland has stated that the US has invested $5 Billion: “in the development of democratic institutions and skills in promoting civil society and a good form of government.”(1)

So far US multi-billion democracy-building via the man of whom Nuland opined to the US Ambassador to the Ukraine, Geoffrey Pyatt: “I think Yats is the guy …”(2) has all the hallmarks of becoming a mirror of the historic tragedies in Afghanistan, Iraq, Libya and being plotted via further humanitarian horrors committed by their proxies in Syria.

Additionally the Nobel Peace Laureate American President appears to have reignited the Cold War, laid to rest with such joy across the world as the Berlin Wall fell just over twenty four years ago, on the 9th November 1989.

However, if the US Administration’s choice as a democratic Prime Minister is scarily woeful, the man who would be President, Dmitry Yarosh, is nothing short of astonishing. As Julie Levesque has written in a meticulous, jaw dropping article: “Dmitry Yarosh, leader of the Maidan Brown Shirts (is) on an international wanted list and charged with inciting terrorism.

“Under the new government, Yarosh is leader of the Neo-Nazi Right Sector delegation to the Ukraine Parliament. His close friend and political partner Andriy Parubiy co-founder of the Neo-Nazi Social-National Party of Ukraine (subsequently renamed Svoboda) was appointed by the new government to the position of Secretary of the National Security and National Defense Committee (RNBOU), a key position which overseas the Ministry of Defense, the Armed Forces, Law Enforcement, National Security and Intelligence. Right Sektor leaders Yarosh was appointed to the number two position at RNBOU.”

Levesque asks: “Have the Neo-Nazis cornered Ukraine’s National Security agenda?”.

The answer would appear to be a rapidly accelerating affirmative, with Robert Parry stating that Neo-Nazis are now in charge of four Ministries and:

“some ten ‘oligarchs’ mostly run the show in shifting alliances, buying up media outlets and politicians, while the vast majority of the population faces a bleak future, which now includes more European-demanded ‘austerity’ …”(4)

Meanwhile the stand-off over the Crimea continues. Train tickets between Kiev and Crimea have been suspended by the latest government shoehorned in to the latest “new democracy.”

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In neighbouring Russia, as the Sochi Paralympics opened with a spectacular ceremony, President Obama, Prime Minister Cameron, Chancellor Angela Merkel and their parties hurled their collective toys from their prams and failed to attend. Another chance to make peace not war in what should be the Olympic spirit, also willfully thrown away.

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The opening theme was “Breaking The Ice,” and “the importance of breaking down barriers and stereotypes …” a popular 1990’s Russian song called “Good-bye America” played as the Russian team closed the parade.

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However for all the US posturing, Gallop shows President Putin’s popularity rating at a consistent 67.8% an endorsement of which his American counterpart could only dream, fluctuating between 38% to 42%.

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As this ends news comes through that the US is to send fighter jets and personnel to Poland and Lithuania by Thursday, the US Navy destroyer, the USS Truxton, one of the largest destroyers ever built for the US Navy, has crossed in to the Black Sea for “exercises” with the Bulgarian and Romanian navies (5) there are mass protests in the south and east of Ukraine about the “self proclaimed” government in Kiev and America has unleashed a possible World War Three.

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Somebody in the Nobel Peace Prize Committee, please demand the return of that ill awarded Peace Prize.

Notes

1. http://www.informationclearinghouse.info/article37599.htm

2. http://www.bbc.co.uk/news/world-europe-26079957

3.http://www.globalresearch.ca/democratization-and-anti-semitism-in-ukraine-neo-nazi-symbols-become-the-new-normal/5371919

4. http://consortiumnews.com/2014/03/09/crimeas-case-for-leaving-ukraine/

5. http://rt.com/news/us-fighter-jets-poland-830/

Via Global Research.

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Per rimanere liberi bisogna rendere significativo ciò che è ordinario

Freedonia - Lun, 22/04/2024 - 10:17

 

 

di Barry Brownstein

In questi tempi sempre più illiberali, molti si chiedono come preservare la libertà. Le prospettive per sembrano desolanti e la maggior parte delle persone non leggerà mai i grandi pensatori liberali classici. Sanno poco delle condizioni che consentono agli esseri umani di prosperare. Le scuole e le università non promuovono i principi liberali e molte persone adottano con entusiasmo opinioni di seconda mano provenienti dai media e da altre fonti. Eppure c’è motivo per essere ottimisti.

Dopo una recente visita dal dentista, io e mia moglie abbiamo parlato del ruolo che le persone comuni svolgono nel preservare la libertà. La preoccupazione che il nostro dentista e il suo staff nutrono per i pazienti è palpabile. Sviluppano le loro competenze con la formazione continua, tenendosi al passo con gli ultimi progressi in odontoiatria, come l’uso non invasivo dell’ozono per uccidere i batteri, riducendo così la necessità di trattamenti parodontali. Lavorano duro tutto il giorno, dando un significato alle loro vite e quando tornano a casa potrebbero non pensare a come preservare la libertà.

Tuttavia, poiché danno un significato alla loro vita, sono implicitamente anche combattenti per la libertà. Più significato dà una persona alla propria vita, meno vulnerabile sarà a quelle linee di politica sostenuta da politici autoritari e volte a ridurre la libertà.

Molti considerano Man's Search for Meaning di Viktor Frankl come uno dei libri più influenti del XX secolo. Anche in circostanze terribili, come quelle in un campo di concentramento nazista, Frankl osservò come i prigionieri trovassero opportunità per dare un significato alle loro vite. Frankl coniò il termine logoterapia per la sua dottrina terapeutica e nel 1962 incluse il saggio “Logoterapia in poche parole” come supplemento a Man's Search for Meaning.

La logoterapia si basa, secondo le parole di Frankl, sullo “sforzo di trovare un significato nella propria vita [come] forza motivazionale primaria nell'essere umano”. Ognuno di noi, spiegò Frankl, “è interrogato dalla vita e può rispondere solo tramite essa. Dichiarando che l'uomo è responsabile e deve attualizzare il significato potenziale della sua vita, desidero sottolineare che quest'ultimo va scoperto nel mondo e non all'interno dell'essere umano o della sua stessa psiche, come se fosse un sistema chiuso”.

Frankl disse che gli individui possano scoprire “il significato della vita in tre modi diversi: (1) creando un'opera o compiendo un'azione; (2) sperimentando qualcosa o incontrando qualcuno; (3) dall’atteggiamento che assumiamo nei confronti della sofferenza inevitabile”.

Siamo chiamati “a trovare la risposta giusta ai problemi [della vita] e ad adempiere ai compiti che essa costantemente pone di fronte a ciascuno di noi”. Una persona che non risponde alla sua “chiamata” cade in quello che Frankl chiamava il “vuoto esistenziale”. Senza assumersi la responsabilità di dare significato alla propria vita, un individuo, nelle parole di Frankl, “o desidera fare ciò che fanno gli altri (conformismo) o fa ciò che gli altri desiderano che faccia (totalitarismo)”.

The True Believer di Eric Hoffer fu pubblicato nel 1951, cinque anni dopo la pubblicazione di Man's Search for Meaning. Per capire perché coloro che non danno significato alla propria vita si rivolgono alla tirannia, il lavoro di Hoffer è essenziale.

Nella sua frase di apertura, Hoffer scrisse: “È ovvio che molti che si uniscono a un movimento rivoluzionario in ascesa sono attratti dalla prospettiva di un cambiamento improvviso e spettacolare nelle loro condizioni di vita. La fede in una causa santa è in larga misura un sostituto della fede perduta in noi stessi. Quanto meno un essere umano è giustificato nel rivendicare l’eccellenza per sé stesso, tanto più è pronto a rivendicare tutta l’eccellenza per la sua nazione, la sua religione, la sua razza o la sua santa causa. Un movimento di massa attrae e mantiene un seguito non perché può soddisfare il desiderio di auto-avanzamento, ma perché può soddisfare la passione per l’auto-rinuncia”.

Le persone “che vedono la propria vita irrimediabilmente rovinata non riescono a trovare uno scopo utile nel progresso personale”. Hoffer passò a descrivere poi la mentalità di coloro che non hanno dato un significato alla propria vita: “La prospettiva di una carriera individuale non può spingerli a uno sforzo enorme [...]. Considerano l'interesse personale come qualcosa di contaminato e malvagio”.

Coloro che vivono vite “sterili” e senza significato non hanno amore per la libertà, come scrisse Hoffer: “La libertà di scelta pone tutta la colpa del fallimento sulle spalle dell’individuo. E poiché la libertà incoraggia una molteplicità di tentativi, inevitabilmente moltiplica il fallimento e la frustrazione”.

Per coloro che si sono arresi, scrisse Hoffer, “la libertà è un peso fastidioso”. E aggiunse: “A che serve la libertà di scegliere se il sé è inefficace?”.

Non essendo riusciti a dare un significato alle loro vite, spiegò Hoffer, “trovano elementi di orgoglio, fiducia e scopo identificandosi con gli sforzi, i risultati e le prospettive dei movimenti [di massa]”.

In un avvertimento senza tempo Hoffer spiegò che un movimento tirannico di massa può unire le persone attorno all’odio:

L’odio è il più accessibile e completo di tutti gli agenti unificanti. Tira e trascina l'individuo lontano da sé stesso, gli fa dimenticare il suo benessere e il suo futuro, lo libera dalle gelosie e dall'egoismo. Diventa una particella anonima fremente dal desiderio di fondersi con i suoi simili in un'unica massa fiammeggiante.

I totalitari manipolano le persone affinché si uniscano per combattere un “diavolo” inventato. “Ogni difficoltà e fallimento all’interno del movimento di massa è opera del diavolo e ogni successo è un trionfo sui suoi complotti malvagi”. Coloro che non si assumono la responsabilità di costruire una vita piena di significato trovano significato nel loro odio: “Così le persone perseguitate dall’inutilità della loro vita cercano di trovare un nuovo contenuto non solo dedicandosi a una causa santa, ma anche coltivando un rancore fanatico”.

Hoffer scrisse: “Le persone la cui vita è sterile e insicura mostrano una maggiore volontà di [...] abdicare alla direzione della propria vita a favore di coloro che vogliono pianificare, comandare e assumersi tutte le responsabilità”. Nel frattempo coloro che danno un significato alla propria vita tirano dritto quando i totalitari provano a sedurli.

Ma che dire dei milioni di persone il cui lavoro è così banale che sembra che abbiano poche opportunità di dare significato alla propria vita attraverso di esso? Nel loro saggio sulla Harvard Business Review intitolato “What Job Crafting Looks Like”, i professori Jane E. Dutton e Amy Wrzesniewski esplorano il modo in cui le persone possono e riescono a dare significato alla propria vita attraverso il lavoro. Gran parte delle capacità impiegate in un lavoro consiste in cambiamenti cognitivi – non pretendere di essere bravi e far finta che vi piaccia un lavoro quando invece non vi piace – stiamo parlando di cambiamenti che anche Frankl applaudirebbe.

Una donna delle pulizie in un ospedale “prendeva molto sul serio il proprio lavoro, tanto da considerarlo di gran lunga superiore rispetto alle sue responsabilità professionali. Aveva rimodulato cognitivamente il suo lavoro facendogli assumere la forma di strumento di guarigione, affinché giocasse un ruolo chiave 'nel rinforzamento della speranza'”. Ha dato un significato al suo lavoro in quanto “ha prestato maggiore attenzione a quei compiti che avrebbero potuto aiutare le persone a riprendersi e a lasciare l'ospedale più rapidamente”.

Gli addetti alle pulizie, il personale odontoiatrico e milioni di altre persone comuni sono in prima linea nella difesa della libertà. Completamente occupati al servizio degli altri, resisteranno al richiamo delle sirene degli autoritari che dicono loro che sono vittime. Non c’è da stupirsi se molti politici lavorino a tempo pieno per rendere più persone dipendenti dallo stato.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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Risparmiare energia altrimenti sprecata ed espansione della libertà finanziaria in Africa grazie a Bitcoin

Freedonia - Ven, 19/04/2024 - 10:04

 

 

di Alex Gladstein

Centinaia di milioni di africani si trovano ad affrontare due problemi che impedisce loro di progredire: 600 milioni di essi sono privi di elettricità, mentre tutti gli 1,4 miliardi di persone nel continente non hanno una valuta di alta qualità. Confrontate tutto questo con gli Stati Uniti, il Nord Europa o il Giappone, dove quasi tutti hanno accesso a energia costante e conveniente e a una valuta di riserva ampiamente accettata come il dollaro, l’euro, o lo yen.

Quanto più a lungo gli africani soffrono a causa dei blackout e dell’elevata inflazione, tanto più difficile sarà per loro trovare una soluzione, nonostante i loro migliori sforzi. Peggio ancora, i fornitori energetici e finanziari tradizionali non hanno alcun incentivo ad alleviare questo problema, il che significa che persistono la svalutazione della valuta, le trappole del debito e le chiusure della rete.

Molti potrebbero concludere che il prossimo secolo in Africa sarà molto difficile. Nonostante sia benedetta da abbondanti fonti energetiche come fiumi possenti, sole cocente, forti venti e calore geotermico, l’Africa rimane in gran parte incapace di sfruttare queste risorse naturali per la sua crescita economica. Lo sviluppo umano nella regione è stato dolorosamente dipendente dalla beneficenza o da costosi prestiti esteri... o almeno finora.

Agli occhi di alcuni imprenditori, educatori e attivisti nel continente, è emerso qualcosa che ha il potenziale per rivoluzionare l’accesso all’elettricità affidabile e a una valuta di alta qualità – gli elementi costitutivi del progresso – per la popolazione africana. Che ci credate o no, quella cosa è Bitcoin.


I. MINING ALL'OMBRA DEL MONTE MULANJE

A poco più di un'ora a Sud-est della città di Blantyre, nel Malawi meridionale, lungo strade sterrate, troneggia il Monte Mulanje. Uno straordinario massiccio di 3.000 metri – una delle vette più alte dell'Africa meridionale – il suo complesso di scogliere e valli si trova a cavallo del confine con il Mozambico. Lo scenario sbalorditivo rivaleggia con quello di Yosemite, ma data la sua posizione remota, ci sono molti giorni dell'anno in cui le guide locali dicono che non ci sono affatto escursionisti. In qualsiasi altro Paese il Mulanje potrebbe essere il sito di uno dei 5 parchi nazionali più importanti, con imponenti pareti di granito di livello mondiale e le più grandi salite verticali dell'Africa, ma la maggior parte dei giorni dell'anno la zona è tranquilla.

Energia idroelettrica ai piedi del monte Mulanje, appena fuori dal villaggio del Malawi

Nei secoli XVIII e XIX la regione fu duramente colpita dalla schiavitù europea e araba. Portogallo, Oman, Gran Bretagna e altri imperi prendevano centinaia di migliaia di schiavi dal Mozambico, dal Malawi e dalle aree circostanti per spedirli ai lavori forzati nelle Americhe e nel Medio Oriente attraverso porti regionali come Zanzibar. Nella migliore delle ipotesi 1 su 5 sopravviveva al viaggio. Le rotte degli schiavi passavano proprio attraverso il monte Mulanje, che era un indicatore facilmente identificabile lungo il percorso. Oggi le pendici della montagna sono costellate di foreste lussureggianti, piantagioni di tè e agricoltori che coltivano ananas, banane e mais. L'ecosistema è un tesoro mondiale, con piante e animali endemici tra cui le cicadee preistoriche, l'albero nazionale del Malawi in via di estinzione, il cedro del Mulanje e alcuni degli insetti e rettili più rari sulla Terra.

Purtroppo lo sfruttamento di molto tempo fa continua, anche se in forme diverse. Il disboscamento e l’estrazione mineraria minacciano l’ambiente locale e, senza infrastrutture industriali, i residenti sono isolati e lasciati a sé stessi.

La popolazione qui può essere dotata di molte risorse naturali, ma la madre del progresso moderno le è sfuggita. Solo il 15% circa dei malawiani – e solo il 5% circa delle persone che vivono nelle zone rurali del Paese – hanno accesso all’elettricità. A Bondo, un piccolo villaggio ai piedi del monte Mulanje, alcuni residenti hanno avuto il primo accesso alle luci notturne nel 2016. “Prima di allora”, secondo il capo anziano della città, “c’era solo l’oscurità”.

Questa mancanza di energia elettrica crea diversi problemi per una popolazione in crescita. Invece di accendere un fornello, i residenti disboscano l’area intorno alla montagna, abbattendo alberi e cespugli per accendere fuochi o creare carbone per cucinare. Di notte i bambini studiano alla luce di pericolose lampade a paraffina, oppure non studiano affatto. Il disboscamento devasta la foresta e gli incendi e le lampade creano un nocivo inquinamento dell’aria. Donatori stranieri – incluso il governo scozzese – hanno pagato per un piccolo impianto idroelettrico per Bondo nel 2008 e, dopo otto lunghi anni di costruzione, ha iniziato a fornire energia elettrica ad una parte della popolazione locale.

Durante tal periodo, Carl Bruessow – un appassionato escursionista e capo del Mt. Mulanje Conservation Trust – ha contribuito ad avviare la Mulanje Electricity Generation Agency (MEGA), il primo fornitore privato di energia micro-idroelettrica del Malawi. MEGA è anche un'impresa sociale con la missione di fornire elettricità ai cittadini di Bondo. Il costo grezzo dell’energia proveniente da un piccolo progetto idroelettrico come quello finanziato dagli scozzesi sulle rive di un fiume è estremamente alto, vicino ai 90 centesimi per kilowattora. Per fare un esempio, l’elettricità residenziale negli Stati Uniti o in Europa varia da 10 centesimi a 20 centesimi per KwH. La potenza della rete in Africa varia tipicamente da 20 centesimi a 40 centesimi per KwH. Ad esempio, in Kenya è 27 centesimi. Carl, nei suoi sforzi per restituire qualcosa alla comunità locale, ha sovvenzionato questo costo per i residenti di Bondo. Grazie alla sua generosità, pagano a MEGA meno di 20 centesimi per KwH.

Carl ha coperto la differenza, ma un’operazione del genere non era sostenibile. Finora oltre 2.000 famiglie erano collegate alla rete di MEGA, ma altre 3.000 stavano ancora aspettando il collegamento alle loro case e Carl era a corto di soldi. Le centrali elettriche producevano energia più che sufficiente per 5.000 case, ma gran parte dell’elettricità era orfana e non poteva essere venduta, poiché MEGA non aveva il capitale per poter acquistare le attrezzature e collegare nuove famiglie. Non c’erano nemmeno capitali per prendere in considerazione l’espansione in modo che l’energia idroelettrica non diminuisse alla fine dell’estate durante la stagione secca.

In alcuni luoghi le operazioni industriali potrebbero acquistare energia rurale orfana, ma in un posto come Bondo non ci sono molte imprese con questo scopo. L’elettricità in eccesso non poteva essere venduta, quindi le centrali elettriche hanno costruito macchine che esistevano esclusivamente per assorbire l’energia inutilizzata. Ciò era particolarmente tragico quando pioveva molto, o nei momenti di scarsa richiesta come la notte, quando le centrali erano costrette a dissipare la stragrande maggioranza della loro preziosa elettricità: uno spreco totale.

Due anni fa gli imprenditori Erik Hersman, Janet Maingi e Philip Walton hanno inaugurato Gridless, una nuova società focalizzata sul mining di Bitcoin off-grid in Africa. Il trio aveva un background in aziende come Ushahidi, BRCK e iHub, con esperienza nella costruzione di hardware, nella scrittura di software, nonché nel ridimensionamento delle comunicazioni e dell'infrastruttura Internet, offrendo loro un curriculum adeguato per l'attività. Una delle loro prime visite in loco è stata a Bondo, dove hanno incontrato Carl e ispezionato le centrali elettriche locali. All'inizio del 2023 è stato installato e avviato un data center Gridless Bitcoin e ora Carl e MEGA hanno una nuova fonte di capitale. A dicembre sono andato a Bondo per capire come funzionasse il tutto.

Installazione di Gridless presso un micro-idrogeneratore di BondoDeflusso dalla stazione elettrica

Oggi tutta l’energia in eccesso generata dalle centrali elettriche di Bondo viene venduta alla rete Bitcoin dai miner di Gridless e Carl guadagna il 30% da tali entrate. Finiscono direttamente nel portafoglio di MEGA, in BTC. Il nuovo capitale sta consentendo a quest'ultima di collegare più clienti all’elettricità, ridurre i costi ed espandere le proprie operazioni, per collegare infine tutti nella regione di Bondo all’elettricità. MEGA, la community e Gridless ne traggono vantaggio. E la parte più importante? Non sono richiesti aiuti o sussidi statali.

Bitcoin viene spesso definito dai critici come uno spreco di energia, ma a Bondo, come in tanti altri posti in tutto il mondo, diventa chiaro che se non si mina Bitcoin, si sta sprecando energia. Quella che una volta era una trappola ora è un’opportunità. I miner di Bitcoin possono essere pensati come scarabei stercorari: raccolgono l’energia di scarto che nessun altro vuole e la trasformano in qualcosa di prezioso.

Man mano che MEGA riesce a conquistare sempre più clienti, Gridless potrebbe scollegare alcune delle sue macchine e trasferirsi altrove, o magari spostarsi per sfruttare la produzione di nuove stazioni di generazione di energia nella stessa area, le quali sono anch'esse in attesa di connettere i propri clienti. Se la rete Bitcoin paga X, i clienti dovranno pagare X+1, quindi alla fine i miner inizieranno a essere penalizzati. Ma anche in una situazione in cui alle 17:00 la domanda locale di Bondo consuma quasi la piena capacità di ciò che è disponibile, il mining può ancora essere redditizio perché la domanda durante la notte è scarsa e il fiume non dorme mai.

Altrove in Malawi la rete nazionale è interrotta. A partire da dicembre 2023 le persone che ricevono l’energia elettrica dalla rete subiranno 6-8 ore di “riduzione del carico” al giorno, durante le quali enormi fasce della popolazione del Paese saranno tagliate fuori dalla rete elettrica. A Bondo non vi è alcuna riduzione del carico, la mini-griglia è adeguatamente bilanciata dai miner di Bitcoin. Se non c’è abbastanza energia idrica, il software automatizzato di Gridless spegne gli ASIC; se c’è troppa energia idrica proveniente, ad esempio, da uno dei cicloni tropicali che periodicamente martellano la regione, il funzionamento degli ASIC di Gridless la assorbe. Non c’è da stupirsi se nella piccola Bondo l’elettricità funzioni in modo più costante rispetto alle grandi città.

Una notte, durante la mia visita a Bondo, Carl mi ha chiesto di fermarmi a guardare le colline intorno a noi: le luci erano tutte accese, lungo le pendici del monte Mulanje. È stato uno spettacolo potente da vedere: Bitcoin sta contribuendo a realizzarlo poiché converte l’energia sprecata in progresso umano.

Il potenziale di scalabilità di questo modello è sbalorditivo. Basti pensare che la produzione di energia in Africa viene generalmente pianificata guardando al futuro, ad esempio, su una finestra di 30 anni. I siti sono costruiti per fornire la capacità futura, non quella odierna e quando viene avviato un sito come quello di Bondo, ci vuole un po' di tempo prima che possa passare dallo 0% al 20% della sua capacità. Prima di Bitcoin la compagnia elettrica avrebbe dovuto addebitare un prezzo 5 volte superiore per l’elettricità venduta, solo per rimettersi in pari.

Ciò è catastrofico per i clienti, soprattutto quelli a Bondo che hanno il reddito disponibile più basso del continente. Ma con Bitcoin la rete ora acquista il 100% di tutta l’elettricità in eccesso disponibile, riducendo i costi anche se solo una piccola percentuale della capacità della centrale viene acquistata da consumatori residenziali o industriali.

Ci viene detto di credere che il progresso non dorme mai e che l'innovazione umana migliorerà le cose, ma in Malawi, dato il crollo della valuta locale kwacha e la mancanza di incentivi per gli investimenti nelle infrastrutture, l’espansione della rete elettrica non solo era stata bloccata, ma era stata resa proibitiva.

Bitcoin ha risolto questo problema in due modi: fornendo direttamente una valuta peer-to-peer di alta qualità ai produttori di energia e consentendo loro di utilizzare tutta la capacità, in ogni momento, abbassando i prezzi ai loro clienti e aumentando i loro profitti.

I donatori stranieri di MEGA, che finanziano le spese in conto capitale ma non le spese operative, vengono ora sostituiti dal mining di Bitcoin

Circa il 95% di tutta la produzione di energia nell’Africa rurale, secondo Erik, è finanziata con finanziamenti agevolati, mentre potrebbero essere necessari dai cinque ai sette anni per raccogliere fondi da enti di beneficenza. Il processo dipende dall’altruismo e la speranza è che qualcun altro “faccia la cosa giusta”.

Le centrali idroelettriche di Bondo, ad esempio, sono state pagate da donatori stranieri, molto utili per far decollare un progetto ma che in genere non si fanno carico del conto per i costi operativi o per l’espansione. Inoltre non hanno molta influenza e sono d'accordo con un periodo di otto anni per collegare le varie persone. Con Bitcoin gli incentivi sono diversi: fuori i donatori, dentro i co-investitori, che sono molto interessati a mettere in funzione le cose il prima possibile.

C’è molto lavoro da fare a Bondo. Carl e MEGA stanno attualmente determinando come sfruttare il nuovo flusso di reddito derivante dalla rete Bitcoin per collegare centinaia di nuove case all’energia elettrica. Stanno anche valutando l’espansione in una nuova centrale più grande per affrontare il problema della minore produzione di energia nei due mesi più secchi dell’anno.

Naturalmente verrebbe costruita in collaborazione con Gridless, in modo che possa iniziare a generare entrate immediatamente, dal primo giorno, anche se ci vuole tempo per connettere nuove case e attività commerciali.

L’importanza fondamentale dell’elettricità è stata sottolineata quando ho incontrato i leader della comunità di Bondo e i membri del Comitato elettrico dei residenti. Hanno elencato tutti i nuovi benefici che la città ora riceve: prima dovevano camminare per 20 chilometri per cose come i mulini per il mais, o i televisori, o la refrigerazione, o per ricaricare i cellulari, o perché i loro figli studiassero di notte, o per l'assistenza sanitaria.

Le signore mi hanno fatto notare anche una cosa divertente: prima gli uomini del villaggio andavano in città a guardare le partite di calcio, trascurando le loro famiglie. Oggi, invece, si limitano a guardarle a casa e sono presenti in casa. I LED sostituiscono le lampade a cherosene, riducendo il rischio di incendi e l’inquinamento dell’aria. La percentuale di bambini che raggiungono i livelli più alti di scolarizzazione è aumentata e l'elenco dei miglioramenti della vita comune potrebbe continuare all'infinito.

A questo punto potreste dire, va bene, tutto ok, ma perché non fare qualcos’altro con l’elettricità generata dai fiumi di Bondo? Philip spiega che nessun’altra attività funzionerebbe meglio in un posto come questo, benedetto da un’energia a basso costo ma isolato dalle infrastrutture.

Il costo dell’agricoltura basata sull’intelligenza artificiale, ad esempio, è determinato solo in piccola parte dall’elettricità: un chip potrebbe costare $30.000 e utilizzare 1.200 watt. Confrontate questo con il mining di Bitcoin, dove l’elettricità costituisce una parte enorme dei costi e un chip potrebbe costare $1.200 e utilizzare 3.500 watt. Non ha senso dal punto di vista economico costruire un data center IA a Bondo, per non parlare dei problemi di connettività, larghezza di banda e latenza.

Inoltre i processi di intelligenza artificiale non possono essere attivati e disattivati come il mining di Bitcoin senza causare qualche tipo di danno al servizio stesso, quindi il calcolo dell’intelligenza artificiale, nella sua forma attuale, non può essere un bilanciatore della rete. Ma Bitcoin può: quando la microrete ha bisogno di distribuire elettricità altrove, i miner possono facilmente spegnere le macchine. Infine, anche se MEGA tentasse di fornire servizi alle società di intelligenza artificiale di Bondo, come verrebbero pagate? Ci sono problemi di cambio, di commissioni e della gestione della valuta locale. Con Bitcoin vengono pagati in satoshi accettati a livello globale e vendibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Un’altra area è l’esternalità del mining di Bitcoin: il calore. Quando ho messo le mani sullo scarico dell'aria che usciva dal retro della struttura Gridless a Bondo, ho sentito un'esplosione bruciante. Più miner ci sono, più calore viene a crearsi.

Un nuovo documentario di Reason ci aiuta a spiegare meglio la situazione, descrivendo uno stabilimento balneare a Brooklyn dove il proprietario ora paga meno ogni mese in bollette elettriche per riscaldare l’acqua termale grazie agli ASIC rispetto a prima. Qualsiasi operazione di riscaldamento che non mini Bitcoin spreca energia.

1.000 miglia a nord di Bondo, nello spettacolare Parco Nazionale Virunga del Congo, i ranger negli ultimi tre anni hanno minato Bitcoin con l'energia idroelettrica, generando entrate fondamentali per la riserva biologica e i cinque milioni di persone che vivono nelle vicinanze.

Il calore dei miner a Virunga viene sfruttato per essiccare le fave di cacao. Tradizionalmente questo processo viene svolto stendendo le fave a essiccarsi sotto il sole, dove sono vulnerabili alle intemperie e possono essere mangiate dagli animali. L'essiccazione delle fave garzie ai miner accelera notevolmente il processo e con un costo aggiuntivo minimo.

Invece di spendere $200.000 per un’operazione di essiccazione industriale, i ranger del parco hanno acquistato ASIC per un valore di $200.000 e ora sono in grado di lavorare il cacao e guadagnare Bitcoin. Se qualcuno dei loro concorrenti lavora il cacao e non mina Bitcoin, spreca energia, e sarà meno competitivo.

L'essiccazione delle fave di cacao a Virunga prima che venissero essiccate dal calore prodotto dal mining di Bitcoin

Secondo l’ambientalista e sostenitore di Bitcoin, Troy Cross, nell’ultimo ciclo dei prezzi di Bitcoin che ha avuto un crescendo alla fine del 2021, il mining è stato alimentato dall’accesso a capitale a basso costo, non a energia a basso costo. Ad esempio: Wall Street accende prestiti a basso costo per acquistare azioni delle società di mining di Bitcoin.

Nel prossimo ciclo, dice, tutto sarà alimentato dall’accesso all’energia a basso costo e questo potrebbe pendere a favore dell’Africa. Potrebbero anche esserci posti in cui il costo per il mining, diciamo a Blantyre, può superare i benefici, ma i risparmi aziendali derivanti dal calore in eccesso (vendita di cioccolato) renderanno il tutto redditizio. In realtà si dovrebbe pensare in termini di: profitto dall’attività di mining + profitto dal calore - il costo dell’attività di mining. Ovunque si trovi calore a basso costo, ci sono profitti Bitcoin non realizzati.

A Bondo l’idea originale di MEGA era quella di preparare snack di ananas essiccati sfruttando il calore in eccesso, ma durante la mia visita è nata una nuova idea: la mining farm si trova in una piantagione di tè. Quest'ultimo, una volta raccolto, deve essere essiccato nel giro di poche ore e ciò avviene tramite riscaldatori che assorbono elettricità. Perché non utilizzare gli ASIC per essiccarlo?

In un luogo in cui l’elettricità è in genere estremamente scarsa è un lusso pensare a cosa fare con energia extra, ma a Bondo sta accadendo proprio ora grazie a una tecnologia che consente di sfruttare un valore che una volta veniva buttato fuori dalla finestra.


II. IL CROLLO DEL KWACHA

Un mercoledì mattina del novembre 2023, 20 milioni di cittadini del Malawi si sono svegliati e hanno scoperto che la loro valuta era stata svalutata del 44%. Il governo e l'FMI sostenevano che la mossa avrebbe stimolato le esportazioni e stabilizzato l’economia, ma per la persona media ha rappresentato un’immediata diminuzione del potere d’acquisto. Molti commercianti hanno chiuso poiché i dipendenti avevano bisogno di tempo per rifare le etichette dei prezzi, dalle stazioni di servizio ai negozi di alimentari.

Questo non era qualcosa a cui la maggior parte delle persone poteva sfuggire. In Argentina esiste un mercato nero dei dollari ampiamente accessibile e sofisticato, in Malawi invece questo non esiste. Le persone sono bloccate nel kwacha. Secondo la Reserve Bank del Paese l’85% dei malawiani non dispone di servizi bancari, il che significa che quasi tutti utilizzano banconote kwacha di carta come principale riserva di valore e mezzo di scambio. La svalutazione rimane un modo efficace per derubare la popolazione.

Un mercato rurale fuori Blantyre, poche settimane dopo la massiccia svalutazione monetaria del Paese

Se si dovesse progettare l’arma perfetta, qualcosa che possa danneggiare tutti in un Paese allo stesso tempo, è difficile pensare ad un’arma migliore della svalutazione monetaria. A differenza di un’esplosione nucleare, o di un’arma biologica, può ferire ogni singola persona contemporaneamente. In questo caso il danno è stato un’immediata riduzione del 44% del potere d’acquisto e del tenore di vita di milioni di persone in Malawi, in particolare delle classi medie e povere che non hanno facilmente accesso ai dollari.

Non è come se il governo tenesse un referendum chiedendo ai cittadini di votare se vogliono che il loro potere d’acquisto crolli la settimana successiva; ovviamente nessuno sarebbe d’accordo. La svalutazione dev'essere pianificata e orchestrata per lo più in segreto, e tende ad essere un fenomeno improvviso. Quindi, nonostante lo status del Malawi come Paese parzialmente libero, con elezioni relativamente libere ed eque, la svalutazione è stata del tutto antidemocratica. Ciò fa parte di una questione mondiale più ampia in cui la repressione finanziaria viene ignorata, anche se la repressione politica viene discussa ed evidenziata.

Le svalutazioni, ad esempio, tendono ad essere relegate nell’ultima pagina dei giornali, considerate una questione procedurale, ma provocano danni gravi. È sorprendente che la svalutazione non sia considerata un crimine e nemmeno un crimine contro l’umanità. Il popolo del Malawi ha resistito con una serie di proteste. Queste piccole rivolte sono state represse, spesso brutalmente, dalla polizia e alla fine i manifestanti sono stati costretti ad arrendersi e ad accettare il furto. Non era nemmeno la prima volta che la popolazione veniva derubata del frutto del proprio lavoro e dei suoi salari su larga scala: negli ultimi 20 anni il kwacha ha perso il 95% del suo valore rispetto al dollaro, in gran parte a causa di svalutazioni pianificate come la sopraccitata.

Mentre passavo per i mercati e le fattorie vicino a Blantyre, era chiaro che le persone che lavoravano duro non avevano bisogno di una simile svalutazione. Erano già tra i più poveri del mondo. Il reddito pro capite del Malawi, secondo le Nazioni Unite, si aggira intorno ai $650 all’anno; sono 33 centesimi l'ora, presupponendo una settimana lavorativa di cinque giorni dalle nove alle cinque. E questo è, ovviamente, il tasso medio, per quelle persone che vivono in aree remote è molto più vicino ai $100 all’anno, o 5 centesimi l’ora. E adesso ogni ora del loro impegno avrebbe procurato loro solo il 56% di cereali, frutta, carne, tempo di trasmissione, elettricità, medicine, scuola privata, o benzina rispetto a cinque mesi fa.

Questa particolare svalutazione, come tante altre, è stata il risultato delle pressioni esterne dell'FMI e della Banca Mondiale, i quali vogliono che i Paesi clienti passino attraverso l’austerità prima di ricevere nuovi fondi. L’austerità è un eufemismo per indicare l’indebolimento della valuta, la fine dei sussidi sui beni di base, la riduzione dello stato sociale, l’aumento delle tasse, lo schiacciamento dei sindacati, il danneggiamento delle piccole imprese locali e la creazione di condizioni più favorevoli per le grandi multinazionali e gli acquirenti di qualsiasi bene raccolto, scavato o prodotto localmente.

Dopo aver completato la svalutazione alla fine del 2023 e aver soddisfatto i suoi creditori, il Malawi ha ricevuto il via libera per un prestito da $137 milioni da parte della Banca Mondiale, nonché un nuovo prestito da $175 milioni dall'FMI. $115 milioni di questi prestiti erano già stati versati all’inizio dello scorso dicembre: un piano di salvataggio natalizio per i burocrati corrotti del Paese. L'FMI prevede che il Malawi avrà bisogno di $1 miliardo di riduzione del debito nei prossimi tre anni, assicurando che all’orizzonte si profila un'ulteriore svalutazione della valuta.

Si dice in giro che sia in arrivo un’altra svalutazione, forse di un altro 25%.

Dichiarazione ufficiale di Airtel, una delle più grandi aziende del Malawi, sulle perdite legate al crollo del kwacha

L’impatto macro sull’economia del Paese è già stato enorme: Airtel, uno dei maggiori operatori di telefonia mobile del Paese, ha pubblicato una dichiarazione alla fine del 2023 secondo cui prevedeva che l'utile della società sarebbe stato inferiore del 100% rispetto all'utile registrato nel 2022. “La deviazione negativa”, scrivono, “è derivata dall'impatto della perdita di cambio [...] perché il Kwacha ha perso il 66% del suo valore rispetto al Dollaro degli Stati Uniti da giugno 2023 ad oggi”. I cittadini potrebbero aver smesso di protestare nelle strade contro questo disastro, ma alcuni stanno trovando altri modi, più silenziosi, per condurre una rivoluzione.

Grant Gombwa è uno studente che vive nella regione di Blantyre ed è uno dei primi organizzatori di incontri Bitcoin del Paese. Adora l’idea di una valuta che nessuno stato possa svalutare. Il primo incontro ufficiale di Bitcoin in Malawi si è svolto a febbraio nella capitale Lilongwe. Grant ha fatto un viaggio di 5 ore per unirsi a due dozzine di altri bitcoiner. È un inizio modesto, ma date le condizioni economiche è un rivolo in quello che alla fine diventerà un’ondata di nuovi utenti Bitcoin. Grant ha detto che, personalmente, ciò che lo ispira è che prima era bloccato, incapace di pagare qualsiasi cosa all'estero con la sua valuta nativa, ma oggi può parlare la stessa lingua monetaria di qualcuno a New York, al Cairo, o a Pechino.

If anyone in Lilongwe is interested in learning more about Bitcoin, please join us next month! pic.twitter.com/JjPjCDm7WS

— Nick Twyman (@TwymanNicholas) January 17, 2024

Grant ha stimato che tra i giovani del Malawi, tra i 18 e i 30 anni, quasi tutti possedevano un telefono e che circa due terzi possedevano uno smartphone. Ovviamente non tutti gli utenti di smartphone possono permettersi una connessione dati, ma ciò non impedisce loro di utilizzare Bitcoin.

Come apprenderemo più avanti in questa storia, gli africani in Paesi come il Malawi possono utilizzare un servizio chiamato Machankura per inviare o ricevere Bitcoin da qualsiasi telefono o smartphon senza connessione dati: non è necessaria alcuna connessione Internet. Ciò significa che una via di fuga economica esiste già: ci vorrà solo un po’ di tempo affinché Grant e altri educatori locali mostrino la strada alla gente.

In una delle nostre conversazioni Grant ha spiegato un’idea potenzialmente promettente. Il governo del Malawi, mi ha detto, con incentivi da parte di finanziatori stranieri, sta installando stazioni di ricarica per veicoli elettrici in tutto il Paese. Suppone che pochissimi abitanti del posto potranno permettersi questo tipo di auto, soprattutto nei primi anni. Quindi questi generatori ad energia solare rimarranno per la maggior parte fermi, inutilizzati, sprecando l’energia solare. E qui entra in scena Bitcoin.

L'idea di Grant è quella di portare alcuni ASIC in questi punti di ricarica inattivi, collegarli, guadagnare dei satoshi e pagare una percentuale al proprietario per assicurarsi che non venga cacciato. Vedremo se l'idea di Grant avrà successo, ma quello che è certo è che ci saranno molte altre idee simili che emergeranno da posti come Blantyre e Bondo ora che l’energia sprecata può essere trasformata in capitale.


III. TRASFORMARE IL FUOCO IN ORO DIGITALE

La Great Rift Valley è una delle più grandi aree di attività sismica e vulcanica sulla Terra. Il potenziale dell’energia geotermica in questa parte dell’Africa, che si estende per 7.000 chilometri a sud dal Mar Rosso al Mozambico, è vasto e quasi del tutto inutilizzato.

Una centrale geotermica da 1,4 megawatt vicino al lago Naivasha, in Kenya

Per avere un’idea del potenziale che il mining di Bitcoin potrebbe avere nella regione, ho visitato un sito poche ore fuori Nairobi, in Kenya, sulle rive del lago Naivasha. La situazione è rappresentativa di un gran numero di attività industriali nell’Africa rurale, o di luoghi rurali in qualsiasi parte del mondo. Un impianto geotermico da 1,4 megawatt (che incanala il vapore che esce da un buco profondo 2.000 metri attraverso una turbina per generare elettricità) alimenta una pompa dell’acqua, a circa un chilometro di distanza, sulle rive del lago.

La pompa spinge l’acqua del lago fino a un vicino complesso di campi, dove vengono coltivati i fiori ed esportati nei supermercati d’Europa. Questa è solo una di queste coltivazioni in un Paese che ne è pieno: il Kenya è il più grande esportatore di fiori al mondo e tutti quei campi hanno bisogno d'irrigazione, e quest'ultima ha bisogno di energia.

Il punto è questo: queste pompe non consumano energia in modo costante, ma l’energia geotermica è sempre attiva, il che suggerisce un’enorme spreco di elettricità che aspetta solo che qualcuno (o qualcosa) venga a comprarla. La geotermia è probabilmente la migliore fonte di energia esistente al mondo per il mining di Bitcoin; l'idroelettrico è ottimo, ma durante i mesi secchi può rallentare; il nucleare potrebbe essere migliore, ma al momento non è pratico per i piccoli siti e manca almeno un decennio per un’implementazione in tutta l’Africa.

La geotermia è pulita al 100% e coerente al 100%. Un impianto come quello a Naivasha potrebbe funzionare per 40 anni, senza interruzioni e senza alcun cambiamento nella produzione di energia. È uno dei tanti che compongono un totale di 1 gigawatt (cioè mille megawatt) di produzione di energia solo in questa regione. Il caposquadra responsabile del sito ci dice che le colline e le valli circostanti potrebbero supportare fino a 10 GW di elettricità geotermica, ma il resto rimane inutilizzato.

Uno sguardo ai 144 ASIC Whatsminer all'interno dei container personalizzati

Dove si trova la pompa c'è qualcosa che potrebbe presto essere presente in qualsiasi operazione industriale nelle campagne africane: una piccola baracca con uno Starlink sul tetto che emette un forte ronzio. All'interno ci sono 144 ASIC Whatsminer, configurati, ben cablati e gestiti da Gridless. Tutto, dalla capanna stessa al software, è realizzato su misura in Africa dagli africani. Si tratta di un’operazione da 500 kilowatt, che secondo Erik è quasi perfetta per una situazione come questa. Mi ha mostrato l'elettricità utilizzata dagli ASIC del suo cellulare: circa 375KW in media, ogni giorno. Questo è il futuro. Gridless ha effettuato uno studio retrospettivo di 5 anni sulle entrate del mining di Bitcoin e può prevedere di essere pagato tra 7 e 9 centesimi per kilowattora dalla rete Bitcoin. Se il prezzo di BTC sale, i guadagni vengono ridotti dalla nuova competizione; se il prezzo di BTC scende, diventa più facile minare (aggiustamento della difficoltà).

Erik Hersman di Gridless mostra l'elettricità utilizzata dai miner in una giornata tipo. In media, circa 375 kilowattora

Il costo iniziale per un allestimento come quello sul lago Naivasha è di circa sei cifre, compresi gli ASIC e altre infrastrutture. Le entrate giornaliere dal mining di Bitcoin sono di poche centinaia di dollari. Gridless versa alla compagnia elettrica il 30% dei ricavi come tariffa forfettaria per il diritto di utilizzare l'elettricità non recuperabile. A seconda della consistenza dell'energia in eccesso, Gridless recupererà l'investimento effettuato nel giro di pochi anni.

Si può rapidamente vedere come il mining di Bitcoin sarà enormemente redditizio in tutta l’Africa: “Se sai che in futuro verrà costruita una centrale elettrica a domanda variabile, incorporerai il mining di Bitcoin sin da subito”, afferma Erik, “altrimenti stai sprecando energia”.

Immagazzinare l’energia nelle batterie e usarla in seguito sembra una bella idea, ma al momento non ha senso dal punto di vista economico o tecnologico. Immaginate un'operazione leggermente più grande da 2 megawatt simile a quella del Lago Naivasha, la quale potrebbe valere $1.000.000 in entrate lorde all'anno, e non in kwacha o scellini, ma in satoshi, pagabili direttamente sul posto, senza ufficio contabile o estero, o costi di cambio.

La scena in riva al lago è perfettamente solarpunk: il calore della Terra sta alimentando l’agricoltura e il mining di Bitcoin sta eliminando qualsiasi spreco di elettricità e convertendolo invece in oro digitale. È in un posto come questo che vi rendete conto che il mining di Bitcoin non è uno spreco di denaro, né di energia.

Mentre parlavo con il team di Gridless delle implicazioni del sito del Lago Naivasha in un ristorante di Nairobi, la corrente è andata via durante il nostro pasto. Janet mi ha detto che questo è tipico in Kenya, ma che Bitcoin può aiutare a risolvere tale problema, come tecnologia di risposta alla domanda.

“Durante il giorno c’è molta richiesta e noi spegniamo le nostre macchine”, mi ha spiegato, “di notte, quando le persone vanno a dormire, accendiamo le nostre macchine. Normalmente se ci sono troppe disconnessioni veloci, possono causare blackout. Ma possiamo bilanciare la rete con più mining di Bitcoin; possiamo assorbire l’energia in arrivo improvvisa e possiamo rallentare i crolli improvvisi di energia spegnendo le macchine”.

Gli ASIC possono essere attivati e disattivati in un attimo senza danni per l'operatore, a differenza della produzione o di altri processi informatici, rendendo il mining di Bitcoin una delle migliori tecnologie al mondo per stabilizzare le reti.

Ciò che Gridless sta facendo su piccola scala con l’energia offgrid potrebbe anche aiutare le reti in difficoltà in tutto il continente.

Il micro-idroelettrico e il geotermico non sono le uniche fonti di energia che Gridless sta monitorando. Il solare, dicono, fornisce energia solo durante un terzo della giornata e richiede una costosa tecnologia in quanto a batterie per essere praticabile. Esse potrebbero triplicare il costo di gestione di un sito energetico, rendendolo molto meno attraente.

Il sistema Gridless tiene d'occhio alcuni siti eolici, ma un'altra opzione è l'energia da biomassa. Nelle ultime settimane la società ha messo online due nuovi siti di mining di Bitcoin nell'Africa orientale, alimentati da biomassa.

Una nuovo sito di mining adorna un impianto di lavorazione dello zucchero e un altro integra un impianto che raffina il sisal, una fibra resistente utilizzata per tappeti, corde e altri tessuti. In entrambi i casi il materiale vegetale avanzato viene bruciato e il calore fa bollire l’acqua per alimentare una turbina, generando elettricità. Come nel caso della maggior parte delle attività industriali africane, entrambi i siti troppo lontani da qualsiasi comunità residenziale affinché si possa alimentare direttamente case o altre attività commerciali. Spesso l'elettricità viene scaricata direttamente a terra.

La biomassa è generalmente considerata pulita e rinnovabile: le piante di sisal e di zucchero assorbono l’anidride carbonica dall’aria nelle loro parti costitutive e poi, quando vengono bruciate, tale anidride carbonica viene rilasciata nuovamente nel cielo. La produzione di sisal e zucchero è diffusa nell’Africa orientale e in Sud Africa, eppure l’energia in eccesso viene solitamente sprecata.

Phillip mi ha spiegato che anche nel caso in cui un impianto di produzione di energia venga aggiunto a una raffineria di sisal o di zucchero, gli operatori di solito non riescono a produrre elettricità a meno che non venga utilizzato circa il 70% della capacità; altrimenti la caldaia non funziona correttamente. Nel caso della raffineria di zucchero, non c’era nessuno abbastanza vicino da comprarne l’energia; nel caso della fattoria di sisal, la funzione di generazione di energia non era mai stata attivata. Ancora una volta è entrato in scena Bitcoin. Con la tecnologia Gridless, queste centrali elettriche funzionano ora quasi alla piena capacità e risparmiano l’elettricità, precedentemente orfana, trasformandola in capitale.

“Gli ASIC diventeranno un componente integrato di qualsiasi sito energetico”, afferma Philip. “Una turbina, un trasformatore e un container per il mining. Questo è quello che bisogna fare e se non lo si fa, allora non si sarà competitivi. Si sprecherà solo energia”.


IV. BITCOIN SENZA INTERNET

Nel 2023 circa 600 milioni di africani non avevano accesso a Internet. Più della metà del continente è ancora offline. Starlink rende possibile ciò che fa Gridless e aziende innovative, come BRCK, continuano ad espandere l'accesso a Internet nelle zone rurali. Ma cosa può fare di buono Bitcoin per il cittadino medio di un Paese come il Malawi, dove solo una frazione della popolazione è online?

Dieci anni fa Andreas Antonopolous si chiedeva: e se l’Africa potesse sorpassare le banche, proprio come erano stati sorpassati i telefoni fissi? E se le persone utilizzassero i loro telefoni per accedere ai servizi finanziari basati su Bitcoin? Si è persino chiesto: sarebbe possibile senza accesso a Internet?

Kgothatso NgakoIl destino ha voluto che un imprenditore di nome Kgothatso Ngako, nato a Mamelodi, una cittadina fuori Pretoria, avrebbe trovato una soluzione.

Ngako lavorava come informatico presso il Council for Science and Industrial Research di Pretoria circa 8 anni fa quando il suo capo gli diede un nuovo incarico: fare una ricerca su Bitcoin.

Nel 2016 a Ngako era stato offerto un pagamento di $1.000 in Bitcoin (1,3 BTC allora, che oggi valgono più di $60.000), invece accettò il pagamento tramite PayPal. Perché? Non poteva usare Bitcoin. Lo studio CSIR su cui aveva lavorato riaccese il suo interesse, ma alla fine i ricercatori conclusero che la tecnologia blockchain era quella che poteva essere interessante, non Bitcoin.

Nel 2017 il prezzo di Bitcoin salì vertiginosamente e Ngako, come molti altri, se ne interessò per davvero. Ma ciò che inizialmente aveva attirato il suo interesse era la galassia di token spuntati attorno a Bitcoin. All’inizio del 2018, quando iniziò il successivo mercato ribassista, possedeva tutta una serie di token su Binance. Aveva un sacco di altcoin che avevano perso talmente tanto valore che non potevano più nemmeno essere scambiate, quindi Ngako convertì quel poco che gli rimaneva in BNB e successivamente in BTC.

Alla fine fece abbastanza ricerche e vide abbastanza da voler risparmiare e lavorare solo in Bitcoin, non in altre valute digitali. È stato soprattutto Warren Buffet a ispirarlo: cosa avrebbe acquistato valore in 30 anni, pensava Ngako? Bitcoin, fu la sua risposta, e forse non tanto gli altri token.

Il primo progetto Bitcoin creato da Ngako è stato Exonumia, dal nome di un'antica parola per lo studio delle valute e della numismatica. Nel 2018 non era pronto a contribuire a Bitcoin con il codice informatico, ma almeno, pensava, avrebbe potuto presentare l’idea a più persone. Exonumia è una piattaforma di traduzione a livello africano, ancora operativa oggi, che inserisce materiali didattici Bitcoin in dozzine di lingue africane, dal berbero al malgascio allo shona. La chiave, mi ha detto Ngako, era l’architettura della traduzione stessa.

La maggior parte delle persone proverebbe ad automatizzare le traduzioni utilizzando un software, ma non era quello il vero scopo della sua missione. Costruire una rete umana era il vero obiettivo. Quindi Ngako lo ha fatto in “modo lento” e ha reclutato persone da vari Paesi dell’Africa e, nel corso del tempo, ha conosciuto bitcoiner in dozzine di posti in tutto il continente. Nel 2019 ha ampliato questa rete ospitando spazi regolari su Twitter e invitando chiunque in Africa fosse interessato a Bitcoin. La gente gli mandava messaggi sull'account Exonumia, con nuove idee, da nuovi Paesi e nuovi progetti nascevano.

Dopo il suo lavoro al CSIR, Ngako ha assunto un ruolo presso AWS ma sembrava che il lavoro lo stesse allontanando ulteriormente dalle cose che trovava interessanti. Come dice lui, era completamente disconnesso dalla realtà della vita dove era cresciuto.

Exomunia sembrava molto più importante. Alla fine del 2020 ha deciso di lasciare il mondo aziendale e di lavorare a tempo pieno sulla tecnologia della libertà. Il primo progetto software che ha ideato è stato una VPN, chiamata ContentConnect.Net. Non molto tempo fa i sudafricani vivevano sotto uno stato dittatoriale di sorveglianza e controllo, infatti Steve Biko ha pubblicato i suoi famosi saggi “Scrivo quello che mi piace” sotto pseudonimo: una volta che le autorità lo hanno scoperto, lo hanno processato e ucciso.

Tutti possono essere eroi, dice Ngako, ma se ritengono che sia troppo rischioso, non faranno i passi più grandi. Quindi creare una VPN accessibile agli africani che aumenta la privacy è stato un obiettivo degno d'essere perseguito.

Il progetto successivo di Ngako era una soluzione software a quello che considerava uno dei maggiori ostacoli all'adozione di Bitcoin in Africa: la mancanza di accesso a Internet. Dieci anni fa faceva parte di un progetto del MIT Global Startup Labs che lavorava sul denaro sui cellulari. Il problema era che il sistema monetario era frammentato e si voleva provare a colmare i diversi tipi di credito utilizzati dalle persone in tutto il Paese. È qui che ha iniziato ad armeggiare con USSD: un protocollo per la comunicazione tramite messaggi di testo, senza bisogno di Internet. Nel maggio del 2022 un namibiano bitcoiner ha scritto: “Deve esserci un modo per avere un wallet Bitcoin su un telefono cellulare non smartphone. Qualcuno là fuori è sicuramente abbastanza intelligente da capirlo. Ho fiducia in te”. Ngako rispose rapidamente: “Dammi 2 settimane”. Era pronto. Aveva subito un taglio di stipendio (noto come “dividendo dell'anima”) quando aveva lasciato Amazon per lavorare sulla sua VPN, ma era più energico che mai per lavorare su Bitcoin.

Give me 2 weeks.

[email protected] (@440UrPp) May 24, 2022

Pochi giorni dopo il suo famoso tweet, con in mente l’esperienza al MIT dieci anni prima, ha avviato Machankura, riferendosi al termine gergale sudafricano per indicare denaro. Il nuovo servizio avrebbe consentito ai telefoni cellulari basici – o agli utenti di smartphone senza dati – di inviare, ricevere e risparmiare Bitcoin. Alcune delle sfide più grandi superate da Machankura riguardano l'area UX: per utilizzare Bitcoin le persone devono copiare e incollare un indirizzo, o leggere un codice QR, ma i telefoni cellulari basici non hanno queste funzionalità. Lo strumento di Ngako avrebbe dovuto utilizzare anche Lightning Network, per superare le tariffe on-chain sempre più elevate, ma USSD ha un limite di 182 caratteri, quindi le lunghe invoice Lightning non sarebbero state supportate. La soluzione è stata adottare il Lightning Address, un meccanismo inventato dagli ingegneri informatici brasiliani Andre Neves e Fiatjaf, che fornisce agli utenti di Machankura un'identità leggibile dall'essere umano basata su e-mail. Ad esempio: [il vostro numero di telefono]@8333.mobi

Machankura in azione: Bitcoin senza Internet

Oggi gli utenti di Machankura possono scambiarsi Bitcoin utilizzando numeri di telefono o “nomi utente” di indirizzi Lightning. Possono anche utilizzare indirizzi on-chain o invoice Lightning, presupponendo che i loro telefoni abbiano la funzionalità copia-incolla, ma le prime due opzioni sono quelle più usate. Per attivare il servizio un utente compone un numero dal proprio telefono, generando una risposta testuale con varie opzioni, una sorta di albero decisionale. Per inviare, premi 1, ecc. Da qui un utente può fare una serie di cose con Bitcoin senza Internet.

Una funzionalità potente è la sovrapposizione con Azteco, un servizio di voucher. Ad esempio, Ngako potrebbe entrare in un minimarket in Sud Africa e in contanti acquistare un buono chiamato OneVoucher. In Kenya qualcuno potrebbe acquistare un voucher simile utilizzando MPESA. È un codice di 16 cifre con un certo valore su di esso e questo codice può essere inserito nel menu Machankura. Sul back-end ciò che fanno Ngako e il team è acquistare un voucher Azteco con il codice a 16 cifre e accreditarlo sul conto dell'utente Machankura. Ciò consente agli utenti di Machankura di “ricaricare” facilmente il proprio account Bitcoin utilizzando contanti o crediti MPESA.

Machankura ha anche un'API per Bitrefill, quindi qualsiasi prodotto disponibile su questa piattaforma può essere venduto sull'interfaccia utente dell'app. La disponibilità varia in base al Paese, ma quando si passa all'opzione 4 all'interno dell'app, è possibile barattare beni e servizi: ad esempio, tempo di trasmissione o buoni spesa. Ciò significa che oggi la base utenti di Machankura, 12.000 africani, è in grado di inviare e ricevere valore a livello mondiale, acquistare minuti per le chiamate, acquistare voucher per gas o benzina, acquistare elettricità (tramite voucher prepagati), o scambiare in contanti, il tutto utilizzando Bitcoin senza Internet. Il sogno di Ngako sta iniziando a realizzarsi.

Naturalmente rimangono ancora altre grandi sfide, come quella di espandersi in Africa. Al momento Ngako collabora con servizi come Africas Talking per accedere a diverse reti di telecomunicazioni: Machankura paga una tariffa mensile ad Africas Talking per il tempo di trasmissione invece invece di farla pagare direttamente agli utenti. Il ridimensionamento è un processo lento ma costante, ma sta avvenendo, anche in luoghi come il Malawi. Una seconda sfida è la custodia. Al momento Machankura fa da custode, ovvero tengono loro i vostri Bitcoin. Come recita il motto, Not your keys not your bitcoin, quindi anche se è uno strumento molto utile, in realtà non concede diritti di proprietà ai suoi utenti. Ciononostante Machankura ha in programma di rilasciare una Prova di concetto che consenta agli utenti di essere loro i custodi dei propri fondi. Se funzionerà senza intoppi, sarà una delle più grandi innovazioni nella storia di Bitcoin, consentendo alle persone senza Internet di essere effettivamente la banca di sé stessi.

Il trucco, dice Ngako, è che una carta SIM è una piattaforma computazionale in grado di memorizzare cose. Può, ad esempio, firmare transazioni Bitcoin o interfacciarsi con Lightning Network. È incentivato a spingere Machankura in questa direzione non solo per la libertà umana, ma anche per ragioni commerciali: non vuole crescere quanto MPESA ed essere responsabile di tutti i fondi degli utenti, incappando di conseguenza in tanti rischi di controparte. In questo modo quando Ngako si rivolge a Vodaphone per proporre una partnership per decine di milioni di nuovi utenti, può dire: come vorresti far conoscere Bitcoin ai tuoi utenti, senza rischio di controparte? È un “sì” molto più semplice di: presentiamo Bitcoin ai tuoi utenti, ma devi tenere tutti i fondi e affrontare tali regolamenti, leggi e responsabilità.

In Occidente l’adozione di Bitcoin potrebbe significare la centralizzazione delle grandi operazioni di mining on-grid e degli ETF, ma la sorprendente ironia è che in Africa l’arco tecnologico di Bitcoin sta rendendo la valuta sempre più decentralizzata. Poiché la rete consuma sempre più elettricità a basso costo off-grid, in dozzine di siti completamente separati, diventa sempre più difficile spegnerla. E poiché la rete aggiunge sempre più utenti su milioni e milioni di carte SIM, diventa sempre più inarrestabile. Come descrive Lyn Alden nel suo libro Broken Money, fino a quel momento la tecnologia monetaria si stava inesorabilmente centralizzando man mano che diventava più digitale e più avanzata. Bitcoin rompe questa tendenza e l’Africa lo aiuta a romperla.

E come l’Africa aiuta Bitcoin, quest'ultimo aiuta gli africani. Ngako afferma che alcuni utenti di Machankura hanno iniziato con i telefoni cellulari basici e poi, dopo essere stati coinvolti nell'economia di Bitcoin, si sono comprati uno smartphone. Stanno entrando in Internet utilizzando Bitcoin. E altri, attraverso Gridless, si stanno lanciando nel mondo dell’elettricità utilizzando Bitcoin. Insieme si stanno muovendo verso il futuro.


V. COLMARE IL DIVARIO DI GENERE

Ci sono 700 milioni di donne africane e tutte loro, secondo Marcel Lorraine, un giorno potrebbero essere utenti Bitcoin. Marcel, imprenditrice e attivista sociale keniana, ha fatto della missione della sua vita quella di coinvolgere le donne africane in un nuovo sistema monetario che loro (non i loro mariti) possano controllare e che possa migliorare significativamente la loro libertà.

Il suo viaggio è iniziato nel 2018, durante un concerto a Nairobi ed era alle prese con le sue finanze. Gestiva Loryce, la sua azienda che fornisce consulenza per eventi aziendali e sociali. Per quanto risparmiasse, dice, alla fine dell'anno aveva sempre di meno. Lo stato continuava ad aumentare le tasse e la sua unica opzione era quella di risparmiare su un conto bancario in scellini, e nonostante tutto anche questo continuava a svalutarsi rapidamente. Per contestualizzare: pur non essendo debole come il kwacha, nel 2023 lo scellino keniota si è deprezzato del 21% rispetto al dollaro e a sua volta si è deprezzato rispetto a beni e servizi. Alla fine i keniani hanno ricevuto, come minimo, il 25% in meno in salario rispetto a un anno prima.

Marcel Lorraine

Durante quel concerto Marcel sentì parlare di criptovalute e finanza decentralizzata. “Posso essere pagata in questo modo”, si chiese, “per salvarmi dal fastidio delle tasse e dell’inflazione?” A quel tempo, mi ha detto, c’era poco clamore intorno alla tecnologia blockchain in Kenya. C'erano truffe e tonnellate di eventi promossi attorno a token diversi., senza contare che non c’erano centri o gruppi educativi: vi presentavate a un evento e speravate che non fosse una truffa. “Ho investito in una varietà di token”, afferma, “incluso Bitcoin. Ho fatto soldi, ho perso soldi ed è stato frustrante”.

Durante la crisi sanitaria non poteva occuparsi dell'organizzazione di eventi, quindi scambiava scellini e dollari ogni giorno. Ha deciso di concentrarsi su Bitcoin perché non aveva avuto tempo di studiarlo prima e inoltre, come dice anche lei, è il padre di tutte le valute digitali.

Nel 2022 Marcel ha contribuito a organizzare il primo evento Bitcoin post-pandemia in Kenya in un hotel di Nairobi. Tra i partecipanti c'erano gli educatori locali, Rufas Kamau e il Maestro Guantai, e persino Paco de la India, che era di passaggio nel suo viaggio per il mondo utilizzando solo Bitcoin. In quell'occasione Marcel si accorse di un problema: c'erano molti uomini ma solo due donne, e lei era una delle due. Aveva notato che gli eventi legati alle criptovalute e alla tecnologia blockchain presentavano un divario di genere, forse solo il 30% era composto da donne. “Potevamo fare di meglio”, mi ha detto. Così contattò alcune amiche che le dissero d'aver paura ad andare agli eventi Bitcoin, perché l'ambiente sembrava dominato dagli uomini. “C'è un problema e posso trovare una soluzione”.

Marcel ha creato Bitcoin DADA nel 2022 come uno spazio sicuro in cui ragazze e donne possano conoscere la libertà finanziaria. La prima classe si è riunita a maggio di quell'anno e c'era solo la sua cerchia di amiche. Da allora tiene lezioni online ogni martedì e giovedì alle 21:00. All'inizio c'erano solo donne keniane. Nella seconda classe c'erano 40 studenti e ogni corso dura 6 settimane. Ora tiene cinque classi e più di 300 donne hanno seguito il suo corso, per un totale di 130 diplomate. Tutte loro ora hanno una solida conoscenza di Bitcoin e sanno come usare un wallet e acquistare Bitcoin senza KYC tramite operazioni in contanti.

Durante il mio viaggio a Nairobi ho osservato Marcel utilizzare senza sforzo Bitnob e Machankura per acquistare bitcoin e quindi inviarli senza utilizzare alcun dato. Penso a come le persone a Wall Street o nella Silicon Valley rimarrebbero sbalordite di fronte a questa impresa, che lei invece fa sembrare assolutamente semplice. Marcel normalmente suggerisce una gamma di wallet nel suo corso, tra cui Muun e Phoenix e il Wallet of Satoshi per piccole transazioni.

Marcel consiglia in genere l'app Bitnob fondata in Nigeria. Gli studenti, come tutti in Kenya, hanno MPESA e usano Bitnob per scambiare bitcoin e poi prelevarli, ad esempio, su un wallet Muun. Il Kenya è molto più sviluppato del Malawi, ma molti utenti con smartphone non dispongono ancora di connessione dati, rendendo Machankura uno strumento chiave. Per il curriculum principale Marcel utilizza il libro Mi Primer Bitcoin (originariamente creato in El Salvador) e poi accompagna gli studenti attraverso esempi pratici in modo che capiscano il motivo per cui è importante diventare bitcoiner.

Nel 2022 Marcel ha sentito parlare per la prima volta dell'Africa Bitcoin Conference. L'educatrice austriaca, Anita Posch, si è avvicinata a Marcel e le ha chiesto se sarebbe andata: no, rispose Marcel, era troppo costosa. Ma Anita insistette e contribuì a organizzare una raccolta fondi. Durante la sua visita ad Accra nel dicembre 2022, Marcel si è ispirata a ciò che aveva creato l’organizzatrice della conferenza e attivista togolese per i diritti umani, Farida Nabourema. Nel 2023 Marcel è tornato alla seconda edizione della conferenza con 4 donne e Bitcoin DADA ha aiutato due squadre a partecipare all’hackathon dell’evento. Marcel ora offre un programma di tutoraggio che aiuta le donne a parlare secondo le proprie capacità, sia sui social media che in eventi come l'Africa Bitcoin Conference, in modo che possano raccontare le proprie storie.

Sul campo Marcel visita le università e organizza corsi di formazione per donne e uomini. Gli studenti sono vulnerabili perché spesso vittime di truffe. Descrive gli osceni sforzi compiuti da WorldCoin per cercare di convincere gli studenti ad acquistare e scambiare i suoi token in Kenya. Bitcoin, mi ha detto, non ha un budget di marketing simile, insegnare e formare i giovani è sottofinanziato nonoctante ciò di vitale importanza. Ogni singola persona che ha partecipato di recente a uno dei suoi eventi in un'università è stata presa di mira da WorldCoin: una realtà brutale.

L'obiettivo di Marcel è quello di semplificare il programma di tutoraggio di DADA in modo che possa abbinare talenti e competenze per le aziende e aiutare le donne ad essere assunte nel settore e anche espandersi in diversi Paesi. Molti dei suoi allievi hanno già ottenuto posti di lavoro o borse di studio nell'ecosistema Bitcoin, presso organizzazioni come Btrust o l'Africa Bitcoin Conference. Dice che ora hanno 30 ex-studenti attivi in Uganda e altri in Nigeria, Sud Africa e Tanzania.

Gli studenti di Marcel e presto nuovi bitcoiner

“Per me”, dice Marcel, “Bitcoin ci restituisce le nostre voci. È difficile essere africana, e ancora più difficile essere una donna africana. Questo ci dà l’indipendenza finanziaria e l’opportunità di lavorare su noi stesse”.

Marcel sostiene da tempo una scuola in particolare a Kibera, a Nairobi, la più grande baraccopoli urbana dell’Africa. Ha visto personalmente Bitcoin aiutare le persone a fuggire da lì. Sa che può aiutare a molti, molti di più a fuggire, ma è un duro lavoro da fare.

La sua missione pare proprio un compito arduo: passare da quelle che ora sono probabilmente solo poche migliaia di donne africane bitcoiner a decine di migliaia, centinaia di migliaia, milioni e, infine, centinaia di milioni. “Se non lo facessi”, dice Marcel, “allora avrei deluso le mie sorelle. Si ritiene che la finanza sia una cosa da uomini, quindi le donne subiscono abusi finanziari. Non voglio che esse siano lasciate indietro”.

Bitcoin, dice, offre una via d’uscita da problemi macro come la svalutazione della valuta e problemi micro come la repressione domestica. Molti aiuti esteri, dice, non arrivano nei bassifondi; Bitcoin ci aiuta perché garantisce che il denaro arrivi direttamente dove dovrebbe finire: “Eliminiamo gli sprechi e la corruzione”.

Durante la mia ultima notte a Nairobi, ho incontrato Felix, un imprenditore locale di Bitcoin. Come molti altri che ho incontrato, ora gestisce un'attività Bitcoin, nel suo caso vende merce e guadagna in satoshi. Mi ha spiegato come l'integrazione Lightning Network su Binance abbia rappresentato un enorme passo in avanti per i keniani, poiché ora possono interfacciarsi istantaneamente con Wallet of Satoshi, Phoenix, Machankura e altre app con commissioni molto basse. Mi ha detto che Binance p2p viene ampiamente utilizzato anche per fare trading da MPESA a Bitcoin. Gli ho chiesto di Marcel e lui è entusiasta del suo lavoro: è essenziale coinvolgere le donne nell’adozione di Bitcoin e che Marcel sta facendo il lavoro di Dio in questo settore. “Lei sta”, mi ha detto, “colmando questo divario”.


VI. PRODUTTORI AFRICANI, NON CONSUMATORI

Il mining di Bitcoin potrebbe aiutare a fornire elettricità a milioni di africani, ma se i proventi non sono spendibili nell’economia locale e utilizzabili da tutti i cittadini, allora si tratta solo di una rivoluzione parziale. Se una sfida per l’adozione di Bitcoin in Africa è la mancanza di Internet, e un’altra è lo scarso utilizzo tra le donne, un’altra ancora, secondo Femi Longe, è la rottura del ciclo di dipendenza dall’Occidente.

Femi è un imprenditore nigeriano con 20 anni di esperienza come tutoraggio di tecnici e fondatori di start-up e ha svolto un ruolo chiave nella creazione e gestione dei due hub tecnologici più importanti in Nigeria e Kenya. Nel 2022 è stato assunto per guidare i Qala Fellows, un'iniziativa di Tim Akinbo, Carla Kirk-Cohen, Bernard Parah e Abubakar Nur Khalil per accelerare quel processo che spinge gli ingegneri informatici africani a contribuire all'ecosistema Bitcoin.

L'anno scorso Qala è stata acquisita da Btrust — l'organizzazione benefica fondata da Jack Dorsey e Jay-Z per supportare l'infrastruttura Bitcoin in Africa e nel Sud del mondo — e ribattezzata Btrust Builders, di cui Femi ora ricopre il ruolo di direttore. Il suo obiettivo è aiutare gli africani a risalire la catena del valore di Bitcoin. Piuttosto che essere semplicemente consumatori, come lo sono in tanti modi gli africani nell’attuale sistema finanziario mondiale, egli vuole che siano produttori nella nuova economia Bitcoin.

Femi LongeFemi afferma che ci sono due tappe in questo viaggio: in primo luogo coinvolgere maggiormente gli africani nelle discussioni sui protocolli e sulle infrastrutture. Come dice Jack Dorsey, se Bitcoin vuole essere denaro per il mondo, deve essere prodotto in tutto il mondo. Femi afferma che le opinioni africane saranno necessarie per aiutare a far evolvere Bitcoin fino al suo vero potenziale. Possiamo già vederne la prova nella road map del prodotto Machankura, che potrebbe aiutare a decentralizzare e rafforzare Bitcoin, e nel lavoro di Gridless, che rende il mining più resistente e robusto alla censura. La seconda tappa del viaggio, afferma Femi, è la creazione di strumenti e applicazioni Bitcoin che aiutino gli africani a migliorare la qualità della vita, nel contesto della propria comunità, città e Paese.

Femi dice che siamo solo all'inizio: nel 2022, quando Qala partecipò a un hackathon alla prima Africa Bitcoin Conference, faticarono ad attirare partecipanti. La gente “stava entrando in punta di piedi”, mi ha detto Femi; nel 2023, invece, l’afflusso di talenti è stato impressionante. Uno dei vincitori è stata BitPension, una start-up che mira a consentire a chiunque in Africa di creare una pensione denominata in BTC e dpossa acquistare satoshi in piccole quantità ogni giorno. Le pensioni di oggi, dice Femi, potrebbero facilmente mettervi in difficoltà, oppure potrebbero farvi investire in compagnie petrolifere o di armi. BitPension, o un'idea simile, potrebbe cambiare le regole del gioco. La società ha raccolto $5.000 in BTC e sta attualmente costruendo un prodotto minimo praticabile. Femi ha anche menzionato Splice, il quale sta sfruttando le risorse locali legate ad app monetarie su cellulare per facilitare scambi stabilizzati in dollari su Lightning utilizzando Taproot Assets.

Femi afferma che la mentalità occidentale attorno a Bitcoin è troppo focalizzata sull’aspetto del risparmio e non abbastanza sul mezzo di scambio. A suo avviso questa enfasi eccessiva sul risparmio ne rallenta l’adozione e consolida la valuta fiat come rampa di accesso a Bitcoin. Gran parte del lavoro che deve essere fatto non è solo insegnare alle persone come risparmiare, ma anche come usare le app di rideshare locale, ad esempio, e come possono aggiungere pagamenti Bitcoin nativi. L’unico modo per uscire da un sistema monetario distruttivo è costruirne uno nuovo, lasciandosi completamente alle spalle quello vecchio.

Se si pensa alla giornata di una persona media, dice Femi, quali sono tutti i punti di contatto in cui interagirà con il denaro? Come si può inserire Bitcoin in ognuno di essi? Come possiamo aiutarla a creare opzioni affinché possa spendere i bitcoin che guadagna? Se non esistono queste opzioni, dice Femi, si rimane parte dell'attuale sistema di sfruttamento. Secondo lui più servizi commerciali abbiamo, più beni possiamo acquistare e meno interesse ci sarà nella conversione in denaro fiat. “Se non otteniamo la trazione dei commercianti”, dice, “rimaniamo bloccati nel passato”.

Un’altra intuizione di Femi è che in futuro i wallet saranno delle funzionalità, non dei prodotti principali. “Dove tenete le vostre coin è importante e ancora più importante è ciò che potete fare con esse”. Ci saranno, dice, soluzioni pensionistiche, soluzioni di saldo nel commercio internazionale, soluzioni per la gestione delle buste paga: attualmente molti di questi servizi sono scollegati dai wallet, ma prima o poi verranno integrati.

I membri di Btrust Builders

Un’altra cosa su cui Femi si concentra è aiutare gli africani a costruire una narrativa forte. Non esistono libri su Bitcoin scritti da africani. “Dobbiamo raccontare le nostre storie e documentare le nostre esperienze”, dice, “Bitcoin ha una forte narrativa su cosa è per e soprattutto per chi lo è”. Molte persone che utilizzano Bitcoin nella loro vita quotidiana, al di là dei risparmi, non sanno o non sono molto brave a spiegarlo agli altri; oppure potrebbero non voler allertare le autorità. Ad esempio, gli importatori nigeriani che non vogliono che lo stato sappia che stanno pagando gli stipendi in Bitcoin. Lo stato, da parte sua, ha incaricato qualsiasi banca di congelare i conti coinvolti con Bitcoin o altre criptovalute.

Quando le persone vedono la Nigeria come uno dei primi 10 Paesi del mondo per l'adozione di Bitcoin, dicono: ci sono tanti hodler in Nigeria. No, dice Femi: “Molte di queste persone non hanno nemmeno un wallet. Devono solo far arrivare i fondi in Cina domani e mandano naira a un tizio che effettua il trasferimento”. Bitcoin sta iniziando a cambiare il tessuto del commercio internazionale, ma nessuno lo sa. In parte perché le persone non vogliono che gli altri conoscano i dettagli e in parte perché non vi è alcun investimento in una piattaforma per aiutare le persone a raccontare la propria storia.

L’ecosistema Bitcoin, dice, non si sta esponendo per contrastare ciò che potrebbe dire l'FMI. Ci sono pochissimi dati empirici sull’adozione, che secondo Femi potrebbero invece aiutare politici volenterosi. Un suo contatto nel governo nigeriano gli ha detto: “Ho bisogno di qualcosa che mi convinca che tutto questo abbia senso, che non si tratta semplicemente di un trasferimento di potere da un gruppo di bianchi a un altro”. Non viene nemmeno fatto abbastanza, dice Femi, per aiutare le persone a evitare truffe e cose simili. Ciò danneggia l’individuo e danneggia tutti i governi che cercano di innovare. Mi ha detto che la Repubblica Centrafricana “ha provato a seguire El Salvador ma un gruppo di truffatori con Sango Coin sono arrivati prima di tutti gli altri”.

“Per andare avanti, penso che dobbiamo scrivere libri”, dice Femi, “a primo impatto Bitcoin è spaventoso per molti perché è qualcosa che non hanno mai visto prima. Dice che 16 o 17 anni fa voleva leggere un libro di saggistica sull'Africa scritto da un africano ed era molto difficile trovarne uno. Africa Unchained dell'economista ghanese George Ayittey fu uno dei primi che potè consultare, ma non ce n'erano molti altri simili. Questo problema ora, secondo Femi, si sta estendendo allo spazio Bitcoin. Ciò che il suo collega e leader di Btrust, Abubakar Nur Khalil, sta facendo con le sue colonne su Forbes è grandioso, ma , dice, “abbiamo bisogno di libri e di tutoraggio”.

Femi pensa che molte cose potrebbero andare storte. È diffidente nei confronti del potere dei miliardari Bitcoin, poiché la valuta continua a crescere su larga scala. “Come africano”, dice, “abbiamo visto che Bill Gates potrebbe avere buone intenzioni, ma la sua fondazione ha attualmente un’enorme influenza sulla politica sanitaria del continente. Zuck può essere eccezionale, ma ancora una volta la sua società ha un'enorme influenza qui. Quindi c’è una parte di me che teme che, anche se il sistema si decentralizza, in un mondo iperbitcoinizzato ci saranno ancora persone con un potere fuori misura. La vera promessa di Bitcoin è che tutti dovrebbero avere una possibilità. Il mondo in cui viviamo è distrutto: il divario tra i più ricchi e i più poveri, in ogni Paese, non è mai stato così ampio. Replicare questi stessi squilibri nel mondo Bitcoin sarebbe un fallimento”.

Nonostante questa preoccupazione, Femi afferma che gli africani “non possono permettersi di restare in disparte”. Bitcoin, dice, è inevitabile e lo sta già dimostrando. Pensa che potrebbe cambiare l’attuale sistema monetario globale: “Ciò che accade in Africa influenza il modo in cui i neri vengono trattati in tutto il mondo. Bitcoin è un’opportunità per ridefinire il sistema di potere e la struttura del potere”.

La sua speranza è che quando Bitcoin raggiungerà il suo pieno potenziale, il posto dell’Africa nel mondo sarà diverso. Indipendente e non dipendente: “Odio provenire da un continente in cui tutti vogliono solo aiutare”.

Ma l’unico modo in cui l’Africa trarrà realmente vantaggio dalla rivoluzione Bitcoin, dice, è se gli africani apriranno la strada: “La speranza che ho non è inevitabile. Dobbiamo e possiamo realizzarla”.


VII. UN PROBLEMA TECNICO NELL'ATTUALE STATUS QUO

In Kenya ho avuto la possibilità di ascoltare la storia delle origini di Gridless da Philip: 10 anni fa lui ed Erik stavano discutendo del parco eolico di Turkana, un enorme progetto da 400 megawatt costruito in Kenya che non aveva clienti da anni. Lo stato doveva pagare dai 9 ai 10 centesimi per KwH, questo perché gli architetti non avrebbero costruito il sito senza un flusso di reddito garantito per uno stato o un cliente principale. La situazione è comune: un classico contratto “take or pay”. La parte peggiore: il Kenya dispone di molta energia geotermica a buon mercato, ma spesso viene tenuta offline perché lo stato è già impegnato a pagare l'energia eolica costosa.

Erik e Philip osservarono tutto ciò e pensarono: che disastro, come potremmo risolvere questo problema? Qual è un utente esperto che non ha bisogno di molta connettività ed è indipendente dalla posizione? Inizialmente pensarono di portare un impianto di lavorazione dell'alluminio a Turkana, ma le sfide logistiche erano enormi. Poi pensarono a un data center. Meglio, ma Internet non sarebbe stato abbastanza buono.

Infine il momento Eureka: Bitcoin avrebbe potuto risolvere questo problema. Adesso ridono se pensano a quanto avrebbero potuto fare bene se avessero corso tal rischio dieci anni fa. Naturalmente allora eravamo agli inizi e il mining a Turkana era un’idea un po’ troppo folle per cui lasciare posti di lavoro e dedicarsi anima e corpo a una tale impresa. Fu solo nel 2022 che finalmente riuscirono a mettere a punto tutto per realizzare Gridless.

Per molti africani Bitcoin rappresenta una doppia rivoluzione: consentire alle comunità di utilizzare l’energia disponibile e, allo stesso tempo, dare loro l’accesso all’economia mondiale, basata sui diritti di proprietà, senza prendere prestiti dall’estero a condizioni rigorose.

Nel moderno sistema finanziario Paesi come il Kenya, il Malawi e il Congo devono ottenere dollari o euro per acquistare aerei, attrezzature industriali, fertilizzanti, petrolio o anche ripagare i propri debiti. Bombardier non accetterà il kwacha come pagamento e stampare kwacha per comprare dollari non è un’opzione: farà crollare la valuta locale. Quindi i politici devono concentrarsi sulla realizzazione di ciò che vogliono gli Stati Uniti, l’Europa o la Cina, invece di ciò di cui il Paese ha bisogno. Solo così possono guadagnare dollari per poter avanzare come nazione.

Ma questa storia adesso non avrà un solo e unico finale: se Bitcoin diventasse una parte sempre più grande dell’economia mondiale, le nazioni africane sarebbero in grado di trasformare la loro energia in una valuta di riserva mondiale, senza chiedere il permesso o fare affari con alcun impero o potenza estera.

La quantità relativa di bitcoin potrebbe non essere enorme, tutto sommato, ma l’economia è tutta una questione di margini, dove potrebbe fare una grande differenza.

Residente nella periferia di Bondo: oggi niente elettricità e valuta al collasso. Domani: cliente di una micro-rete efficiente e bitcoiner

Oggi l’Africa ha 45 valute. Gli affari intercontinentali sono afflitti da ritardi, burocrazia e ricerca di rendite, soprattutto dall’estero. Alla fine del 2022 l’80% di tutti i pagamenti interafricani veniva elaborato da una società europea o americana, ma in un mondo Bitcoin gli africani potrebbero commerciare tra loro senza pagare quello che è essenzialmente un tributo alle ex-potenze coloniali. Non ci sarebbe alcuna ricerca di rendita nel caso in cui qualcuno in Congo commerci con qualcun altro in Kenya: potrebbe essere una transazione veramente peer-to-peer.

Difficile dire, ovviamente, se le cose andranno in questo modo, ma tutte le rivoluzioni iniziano in piccolo e poi crescono. Oggi le persone nell’Africa orientale possono già connettersi facilmente con i loro coetanei in altre parti del continente, in pochi minuti o secondi, in un modo che non avvantaggia l’Occidente.

Tecnologie fondamentali come l’aratro, la metallurgia, il motore a vapore, l’aereo e Internet hanno fatto avanzare la civiltà oltre i sogni più sfrenati dei nostri antenati. Le persone oggi vivono una vita più lunga e più sana rispetto a 1.000 o 5.000 anni fa. Questo non vuol dire che sia sempre positivo: il progresso in un luogo è spesso avvenuto a scapito del progresso altrove.

Il colonialismo, la tirannia, la schiavitù, la sottomissione delle donne e la guerra rimangono piaghe sul pianeta.

Ci si chiede cosa potrebbe derivare da una rivoluzione monetaria al pari delle più grandi invenzioni della storia umana. Dal punto di vista morale è difficile sostenere il sistema odierno, in cui circa 1 miliardo di persone godono di una valuta di riserva accettata a livello mondiale e 7 miliardi guadagnano salari utilizzando tecnologie monetarie inferiori.

La valuta dominante viene salvata, a volte, tramite tattiche come rialzi dei tassi d'interesse che schiacciano più di 150 altre valute più deboli, riducendo i salari di miliardi di persone. Sia la politica che i mercati hanno avuto un ruolo cruciale nella creazione di questo sistema di caste monetarie e può solo diventare sempre più brutale, con le valute periferiche sempre più deboli e quelle dominanti sempre più diffuse.

Quando l'Occidente subisce un collasso finanziario, ironia della sorte, la gente si accalca per acquistare il dollaro.

Il luogo in cui si nasce non dovrebbe determinare la qualità del vostro salario, eppure è così. Finora. Bitcoin è, senza esagerare, qualcosa di simile a un problema tecnico nello status quo. Qualcosa che il sistema attuale non si aspettava e non può elaborare.

Se continua a crescere e a espandersi, alla fine eliminerà l’opzione della “svalutazione della valuta” che i governi del Malawi e di tanti altri Paesi usano per mantenere a galla le loro operazioni corrotte. Dovranno ricorrere ad altre opzioni: tasse più alte o riduzione della spesa pubblica, ma non saranno più in grado di perpetrare furti di massa premendo un pulsante.

Tre anni fa, ispirato inizialmente dalla Lettera agli azionisti di Stone Ridge e scritta da Ross Stevens, ho scritto di come Bitcoin avrebbe contribuito a portare online nuova energia rinnovabile in Africa, ma non immaginavo potesse arrivare a queste dimensioni finché non ho iniziato a visitare alcuni dei siti Gridless e ho avuto il tempo di riflettere attentamente sulle implicazioni, che sono davvero straordinarie.

Ad esempio, invece di uno stato che cerca di costruire infrastrutture energetiche attraverso prestiti sconsiderati, svendendo azioni agli stranieri, tagliando le spese fiscali o aumentando le tasse, perché non progettare una strategia basata sul mining di Bitcoin? Il Kenya potrebbe inviare una squadra di ricercatori per mappare tutti i siti come il lago Naivasha, calcolare lo spreco di elettricità nei siti di produzione esistenti, capire quanti ASIC potrebbero integrare, tracciare il reddito e poi prendere un ultimo prestito in denaro fiat dall'FMI o da un altro creditore internazionale.

Con il passare degli anni i pagamenti all'FMI verrebbero messi in ombra dall’apprezzamento del capitale derivante dalle operazioni di mining di Bitcoin. Alla fine potrebbero liberarsi dei debiti.

Inoltre non si può fare a meno d'interrogarsi sulle flotte di ASIC più vecchi, non più molto redditizi con le costose tariffe elettriche occidentali, ma perfettamente funzionanti con l’energia a basso costo o gratuita sbloccata in Africa e nel Sud del mondo. Potrebbero essere, e probabilmente lo saranno, un vantaggio per i miner off-grid in Paesi come il Malawi. C’è un’altra cosa: gli eventi meteorologici, le guerre commerciali e le crisi finanziarie potrebbero rendere l’energia molto costosa in Occidente, dove i miner potrebbero essere costretti a chiudere in America o in Europa. In Africa questo dramma è irrilevante e può persino significare più Bitcoin per i miner locali.

Non si tratta solo di ciò che Bitcoin può fare per l’Africa: è ciò che l’Africa può fare per Bitcoin. Se un giorno (non lontano) le aziende, gli Stati-nazione e le multinazionali iniziassero a convertire in capitale le migliaia di gigawatt di energia idroelettrica, geotermica e biomassa sprecate e non sfruttate del continente attraverso una rete decentralizzata e disconnessa sistema, allora avremo una valuta mondiale molto più inarrestabile.

Il tipo di mining off-grid che ha senso dal punto di vista economico in tutta l’Africa può decentralizzare Bitcoin e renderlo più forte. Allo stesso modo se le centinaia di milioni di persone con un cellulare non aprissero mai un conto bancario, ma si limitassero a passare da MPESA a Bitcoin utilizzando le loro carte SIM attraverso un servizio come Machankura, la rete diventerà molto più resiliente.

Ho chiesto a Erik e Philip quanto tempo sarebbe necessario affinché Bitcoin iniziasse a trasformare veramente il continente. Erik ha affermato che entro 30 anni il mining contribuirà ad aumentare l’accesso all’elettricità in Malawi dal 15% a quasi il 100%. Philip ha affermato che l’Africa potrebbe, con l’aiuto di Bitcoin, raggiungere il consumo di elettricità pro capite del Nord Europa entro la fine del secolo. Entrambi concordano sul fatto che l’adozione di Bitcoin come mezzo di scambio potrebbe avvenire molto, molto più velocemente.

Per centinaia di milioni di persone potrebbero non essere le Nazioni Unite, o Bill e Melinda Gates, o la Banca Mondiale a portarli nel XXI secolo, ma una rete open source, senza alcun inventore conosciuto e controllata da nessuna azienda o governo.

Per decine di brillanti imprenditori africani, questa è la visione. E in un momento in cui tanti sono stanchi del mondo che li circonda, è un momento in cui alimentare la speranza.

“Ciò che ci fa andare avanti ogni giorno”, spiega Erik, “è il numero di persone che non hanno elettricità in questo continente. È impossibile da comprendere”.

“Immaginate 1.000 persone senza elettricità; ora 10.000; adesso 1 milione; adesso 600 milioni. Non potete. È insondabile e senza energia elettrica non c’è libertà. Ma ora possiamo risolvere questo problema e fare soldi, entrambe le cose nello stesso momento”.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


Supporta Francesco Simoncelli's Freedonia lasciando una “mancia” in satoshi di bitcoin scannerizzando il QR seguente.

https://opentip.io/freedonia


Aggiustare gli incentivi: il denaro fiat alimenta le aziende zombi

Freedonia - Gio, 18/04/2024 - 10:03

 

 

di Jimmy Song

Nell’ultimo saggio ho spiegato come il denaro fiat rovini gli incentivi individuali. La mancanza di strumenti di risparmio e la disponibilità di debito facile creano un potente mix di pessimi incentivi a livello individuale. La mancanza di strumenti di risparmio significa che gli individui devono lavorare incessantemente per mantenere il valore che possiedono e la disponibilità di debito facile significa che si possono anticipare grandi consumi.

Il risultato è che molte persone consumano e poche risparmiano.


PERCHÈ LE AZIENDE?

Un livello più alto rispetto al livello individuale è quello aziendale. Eravamo organizzati in famiglie e tribù, oggi siamo organizzati in aziende. Le aziende sono artificiali e non hanno neanche lontanamente il livello di storia o stretti rapporti che hanno invece le famiglie. Lo si capisce dagli incontri inutili a cui siete costretti a partecipare, eppure le aziende sono molto simili al modo in cui gli individui sono organizzati in un’economia fiat e questo è dovuto agli incentivi del denaro fiat.

Dipendiamo dalle nostre famiglie, dai nostri clan o dalle nostre tribù per la nostra sicurezza, i familiari sono coloro da cui si dipende nei momenti di bisogno. Il denaro fiat ha cambiato tutto fornendo ogni sorta di rete di sicurezza: l’assicurazione sanitaria, l’indennità di disoccupazione, la previdenza sociale, le pensioni e persino l’assicurazione sulla vita proteggono le persone dal disastro in un’economia fiat. Molte di queste reti di sicurezza governative/aziendali esistevano già prima, ma il loro utilizzo è diventato molto più onnipresente con l'arrivo del denaro fiat. Il motivo della loro popolarità sarà esplorato più approfonditamente nel prossimo saggio sugli incentivi nazionali, ma è sufficiente dire che gli stati che operano con il denaro fiat forniscono tutti i tipi di reti di sicurezza per ottenere il sostegno popolare.

Grazie a queste reti di sicurezza, le persone non dipendono più dalle loro famiglie. Invece di dipendere da esse quando viene perso il lavoro, ora esiste un’indennità contro la disoccupazione; invece di fare affidamento sui vostri figli affinché si prendano cura di voi durante la vecchiaia, ora si fa affidamento sulla previdenza sociale o sulle pensioni.

Tutte queste funzioni sono date per scontate e siete liberi di sostituire la vostra famiglia con i programmi statali. Le assicurazioni e il denaro sono sostituti scadenti rispetto alle relazioni umane. La previdenza sociale e le pensioni hanno sostituito i figli. Un'azienda fredda e impersonale che vi licenzierà in un batter d'occhio ha sostituito il tradizionale mestiere di famiglia. C’è da meravigliarsi se le persone siano così depresse?

Queste reti di sicurezza fiat sono intimamente connesse al lavoro che svolgete. Anche la parola “lavoro” indica che avete un unico datore di lavoro e quest'ultimo, l'azienda, fornisce molto di più di un semplice stipendio. In un’economia fiat lavorare per una società comporta notevoli vantaggi non salariali, negli Stati Uniti, ad esempio, l’assistenza sanitaria è molto più conveniente e ha meno restrizioni se si è dipendenti di un’azienda piuttosto che un lavoratore autonomo. Altri Paesi, poi, forniscono questi vantaggi a un livello superiore.

Il quadro W-2 vi dà anche accesso a mutui soddisfacendo meno qualifiche. Anche le pensioni/previdenza sociale sono un'assicurazione automatica per la vecchiaia, a cui si accede solo lavorando nelle aziende; i programmi 401k e i loro equivalenti sono molto più facili da sfruttare in un contesto aziendale. L’indennità contro la disoccupazione è spesso inesistente per un imprenditore autonomo, ma è disponibile automaticamente per chi lavora in azienda. Il vostro punteggio di credito generalmente è molto migliore con una cronologia salariale facilmente verificabile fornita dal vostro quadro W-2, il che significa che carte di credito e altri prestiti sono più facilmente accessibili.

Il sistema è impostato in modo che voi possiate avere maggiore accesso a più reti di sicurezza se lavorate per un'azienda. Non ho nemmeno menzionato altri vantaggi come abbonamenti in palestra, rimborsi per l'assistenza all'infanzia e crediti formativi. La vita in un lavoro aziendale è più semplice e presenta molti meno attriti. Le aziende tecnologiche si spingono ancora oltre e si prendono cura di tutti i tipi di altre esigenze come cambi d’olio, tagli di capelli e pasti gratuiti a tutte le ore del giorno. Naturalmente questo significa che trascorrerete meno tempo con la vostra famiglia e che la vostra azienda, per impostazione predefinita, diventerà il vostro gruppo sociale principale.

Come siamo arrivati a questa situazione? Come hanno fatto le aziende a diventare così potenti? Non sorprende se il motivo è il denaro fiat.


PERCHÈ LE AZIENDE SONO COSÌ GRANDI?

La grandezza delle aziende al giorno d’oggi è del tutto innaturale. Dal punto di vista storico la maggior parte delle organizzazioni raggiungeva il numero massimo di persone intorno alla cifra di Dunbar (circa 150) perché, dopo tale limite, tenere traccia di ciò che fa ciascuna persona diventa molto difficile. Quando un’azienda non si rende conto di ciò che fanno gli individui, sempre più dipendenti vanno in cerca di rendita ovvero vivono dei profitti dell'azienda senza contribuire molto a crearli. Ciò rende le grandi aziende non competitive rispetto ai concorrenti più piccoli che operano con meno sprechi.

C'è anche uno slancio organizzativo e politico che peggiora man mano che le aziende diventano più grandi. Una grande azienda ha molte più difficoltà a innovare o a orientarsi verso nuovi mercati. Sono troppo grandi e troppo dipendenti dalle attività esistenti per essere in grado di fare davvero qualcosa di nuovo. L’incapacità di muoversi più velocemente in un settore rende le grandi aziende non competitive rispetto ai concorrenti più piccoli che possono navigare nei mercato più agilmente.

Infine le grandi aziende hanno maggiori difficoltà a servire le comunità più piccole. Le preferenze differiscono in ogni luogo e la larga scala funziona solo servendo molte comunità diverse con lo stesso bene o servizio. Le piccole imprese, d'altro canto, non devono servire molte comunità diverse e possono servire un'unica comunità con beni e servizi su misura. Possiamo vederlo a livello mondiale dove le multinazionali perdono rispetto ai concorrenti locali, perché il concorrente locale è in grado di adattarsi meglio ai gusti locali.


IL VANTAGGIO DELLE GRANDI AZIENDE

Con tutti questi svantaggi è a dir poco sorprendente che ancora esistano le grandi aziende. Cosa sta succedendo? La risposta è che ci sono vantaggi significativi dati loro dal sistema monetario fiat, in particolare l’Effetto Cantillon.

L’Effetto Cantillon consente ai primi che spendono il denaro appena stampato di ottenere benefici ingiusti a scapito di coloro che lo spendono per ultimi. E infatti le aziende, in particolare quelle di grandi dimensioni, sono tra i maggiori beneficiari: hanno accesso a prestiti a basso costo, il modo in cui nasce il nuovo denaro. E questi prestiti offrono grandi vantaggi alle grandi aziende più che compensare gli svantaggi che hanno rispetto a quelle più piccole.

I meccanismi del denaro fiat sono tali che esso viene pompato nell’economia attraverso i prestiti e questi ultimi finiscono in modo sproporzionato alle grandi aziende perché è semplicemente molto più facile per i banchieri. Pensateci, se siete una banca commerciale, preferireste prestare $1 milione a 100 piccole imprese o $100 milioni a una singola grande impresa? Le spese generali e le pratiche burocratiche coinvolte nella distribuzione di 100 prestiti vi manderebbero ai pazzi; probabilmente fareste anche uno sconto per concedere un prestito unico.

C’è un enorme vantaggio nell’essere grandi a causa di questo accesso al nuovo denaro. Infatti il mercato dei prestiti è un business enorme. Quando la maggior parte delle persone pensa alle banche, pensa al proprio conto corrente presso piccole banche o cooperative di credito. Queste sono quisquilie rispetto al business delle grandi banche commerciali, molte di queste non effettuano attività bancarie al dettaglio, come State Street. Creano enormi quantità di denaro attraverso i prestiti commerciali.


COME LE GRANDI AZIENDE BATTONO LE PICCOLE AZIENDE

L’accesso a grandi quantità di denaro è un vantaggio enorme. Il modo più ovvio in cui questo denaro può essere utilizzato dalle grandi aziende per ottenere un vantaggio ingiusto è bypassare la concorrenza. I prestiti possono essere utilizzati per espandersi e creare migliori economie di scala o, più cinicamente, possono essere utilizzati per vendere in perdita per un po’ fino a quando i concorrenti più piccoli non falliscono o cambiano rotta. Aziende come Walmart e Amazon hanno utilizzato questa strategia con grande efficacia, schiacciando i negozi a conduzione familiare in tutto il mondo.

Un altro modo ovvio in cui è possibile utilizzare questo denaro è fornire tutti i vantaggi menzionati in precedenza: pensioni, indennità di disoccupazione, assicurazioni sulla vita, assicurazioni sanitarie, crediti per l’infanzia, crediti scolastici, buoni pasto e tagli di capelli, ecc. L'onere di doversi occupare di queste cose al di fuori delle aziende è spesso il motivo principale per cui molte persone di talento non provano a lavorare in proprio.

Un altro modo di utilizzare questo denaro è assumere i migliori talenti per la propria organizzazione. Pagando ben oltre quanto possono pagare i concorrenti più piccoli, i migliori talenti vengono inseriti nelle organizzazioni più grandi. Anche se persone talentuose finiscono per essere cercatori di rendite all'interno delle grandi aziende, almeno non sono concorrenti più piccoli e che innovano. Aziende come Facebook e Google hanno utilizzato questa strategia assumendo i migliori talenti e lasciandone pochi all’imprenditorialità individuale.

Un altro modo ancora è utilizzare il denaro per esercitare pressioni sullo stato affinché crei barriere all'ingresso. Le aziende più piccole hanno molte più difficoltà a giustificare i costi di lobbying poiché rappresentano una fetta molto grande dei loro profitti, ma per una grande azienda la difesa normativa rappresenta una parte molto più piccola in relazione alle proprie entrate. I costi per la conformità tendono ad essere fissi, il che significa che sono insostenibili finché le aziende non raggiungono una certa dimensione, creando una considerevole barriera all’ingresso. Quindi a livello di lobbying e a livello di conformità, le aziende più grandi hanno un vantaggio rispetto ai concorrenti più piccoli.

Le grandi aziende possono anche permettersi un ampio portafoglio di brevetti e utilizzare azioni legali per difendere il proprio territorio. Questo non è un fossato normativo, ma ha un risultato simile nel senso che i concorrenti più piccoli hanno una barriera all’ingresso molto più alta rispetto a un mercato libero.

Se i metodi di cui sopra non soffocano i piccoli concorrenti, c'è sempre la possibilità di rilevarli. Se non potete batterli, comprateli! Questa tattica ha l'effetto collaterale di portare internamente l'innovazione della piccola azienda e al tempo stesso uccidere i prodotti della piccola azienda. Molte acquisizioni sono ciniche, poiché vengono effettuate per ridurre la concorrenza e aumentare il potere d'impostazione dei prezzi.


COME LE GRANDI AZIENDE DIVENTANO ZOMBI

L’accesso a grandi prestiti consente inoltre alle grandi aziende di durare ben oltre il punto in cui aggiungono valore all’economia. Man mano che invecchiano e diventano obsolete, e forniscono sempre meno valore, possono sostenersi attraverso i prestiti.

La salute delle aziende pubbliche in un mercato libero si misura attraverso i prezzi delle loro azioni, ma in un’economia fiat anche questo aspetto può essere manipolato. Le grandi aziende possono utilizzare i prestiti per riacquistare azioni proprie; indebitandosi possono dare l’illusione della prosperità nascondendo la riduzione dei profitti. Molti amministratori delegati effettuano riacquisti di azioni proprie perché è molto più semplice che innovare. IBM, ad esempio, ha speso $201 miliardi in riacquisti di azioni proprie nel periodo dal 1995 al 2019 e aveva una capitalizzazione di mercato di quasi $124 miliardi al momento della stesura di questo articolo. È una compagnia zombi che protrae la sua esistenza nutrendosi di denaro fiat.

Molte di queste grandi aziende non hanno nemmeno bisogno di realizzare profitti. Molte compagnie aeree, ad esempio, perdono denaro se si osservano i posti occupati, ma sopravvivono solo attraverso giochi fiat, come la vendita di miglia aeree alle società di carte di credito. Inoltre ricevono fondi di salvataggio, ma dichiarano regolarmente bancarotta per saldare i loro debiti. La crescita e il mantenimento di queste grandi aziende sono alimentati dalla finanza fiat e sono del tutto innaturali. Sono morti viventi.

La zombificazione dell’economia significa che tutte le risorse di cui hanno il controllo non vengono utilizzate per attività produttive. L’imprenditorialità e l’innovazione vengono messe da parte per l’ossificazione di ampie porzioni dell’economia. È un miracolo se una piccola azienda, o un singolo imprenditore, abbia successo.


STARTUP

“Ma ci sono tante startup!” O almeno così dicono i commentatori mainstream. Le startup sono legate alla stessa economia fiat come qualsiasi altra azienda. Il gioco a cui giocano è quello di diventare una grande azienda il più rapidamente possibile, perché in un’economia fiat le piccole aziende hanno troppi svantaggi.

Le piccole imprese non hanno accesso a prestiti a basso costo e non hanno a disposizione nessuna di quelle grandi manovre aziendali senza diventare più grandi e velocemente, pertanto l’unico modo per ritagliarsi una nicchia nell’economia è diventare una grande azienda. Questo è il motivo per cui esiste un intero settore del capitale di rischio che alimenta la loro crescita.

I venture capitalist sono come il dottor Frankenstein: cercano di trasformare le piccole aziende in grandi. Il loro tasso di fallimento è sorprendente perché i venture capitalist (VC) non ritengono le piccole aziende redditizie come un successo e sono interessati solo a quelle di grandi dimensioni. Sono come gli allevatori di suini che cercano di far ingrassare i loro prodotti prima di venderli sul mercato.

I VC sanno che le piccole imprese hanno uno svantaggio permanente e che raggiungere una certa grandezza è fondamentale per acquisire valore in un’economia fiat, quindi ogni startup viene creata affinché cresca a tutti i costi. L’ecosistema delle startup che abbiamo oggi è interamente dovuto ai cattivi incentivi del denaro fiat: se un'azienda non raggiunge una certa dimensione viene acquistata o superata da un'altra azienda. Pertanto la maggior parte delle startup fallisce, cercando di raggiungere la soglia del miliardo di dollari e sprecando più tempo e risorse di Calvin Ayre.


IL VINCITORE PRENDE TUTTO

In altre parole le piccole aziende stanno tutte cercando di diventare grandi e lo spazio ai vertici è limitato. Il risultato del denaro fiat a livello aziendale è che esiste una dinamica in cui il vincitore prende tutto. Se non siete gli unici vincitori nel vostro segmento è probabile che verrete distrutti, perché il vincitore avrà sempre accesso a più prestiti di chiunque altro. I prestiti vanno a chi sta già vincendo ed essi verranno usati come armi. Il debito crea un’ossificazione dell’industria e le aziende in un’economia fiat spendono ingenti quantità di denaro e sforzi per rimanere dove sono.

I prestiti per queste aziende, se non vengono utilizzati per eliminare la concorrenza, vengono allora utilizzati per espandersi. Invece di creare nuovi prodotti e nuovi servizi, il denaro fiat viene usato per gestire meglio le aziende e rendere la produzione più efficiente. Questa non è una sorpresa poiché, come ho detto prima, è molto difficile gestire un'azienda oltre il numero di Dunbar. Ottenere anche solo un po’ più di produttività dalle migliaia di lavoratori è sicuramente un investimento migliore che in ricerca e sviluppo (R&S).

La triste realtà è che la ricerca e sviluppo nella grande azienda risulta essere uno spreco. Anche se si crea qualcosa di utile, non vi è alcuna garanzia che il resto dell'azienda ne tragga fuori un prodotto. Kodak, ad esempio, ha creato la prima fotocamera digitale, ma non l'ha portata avanti perché pensava che avrebbe danneggiato il suo business cinematografico. Xerox PARC ha realizzato la prima interfaccia utente grafica, ma non l'ha portata avanti perché il suo core business erano le fotocopiatrici. D’altro canto molti dipartimenti nel settore ricerca e sviluppo perseguono tecnologie del tutto irrealistiche che non hanno alcuna possibilità di successo. Progetti come la nanotecnologia, l'informatica quantistica e la fusione fredda sono ottimi per chi è alla ricerca di rendite, poiché possono affermare all'infinito che stanno facendo progressi ma non arrivano mai a destinazione.

Pertanto, con pochi progressi e un’efficienza leggermente migliore, la grande azienda utilizza il vantaggio del denaro fiat per mantenere la sua industria di riferimento ferma dove si trova.


MANCANZA DI PROGRESSO

Di conseguenza c'è poca o nessuna innovazione che effettivamente proviene dalle grandi aziende e otteniamo invece solo aggiornamenti incrementali per quanto riguarda la tecnologia.

Perché non abbiamo una migliore tecnologia nucleare? Perché siamo bloccati nel tentativo di far funzionare proposte energetiche in perdita come quella solare ed eolica? Perché non abbiamo ottenuto trasporti a lungo raggio migliori degli aerei, che non hanno migliorato i tempi di transito sin dagli anni ’70? Anche la migliore innovazione degli ultimi 50 anni, Internet, non è altro che una serie di miglioramenti incrementali del telegrafo.

Il denaro fiat ha bloccato il progresso sociale attraverso l’ossificazione delle aziende. Le grandi aziende possono vivere un’esistenza da zombi mentre le piccole che innovano vengono rapidamente ingrassate dal denaro dei VC e zombificate attraverso le banche commerciali. Le risorse finiscono agli zombi che sprecano risorse in modo da sopravvivere invece di fornire valore alla civiltà.


BITCOIN RISOLVE QUESTO PROBLEMA

I grandi vantaggi del denaro fiat concessi alle grandi aziende sono neutralizzati dal denaro sano/onesto. Con Bitcoin i prestiti costano molto di più, quindi tutti gli usi tipici dei grandi prestiti diventano improvvisamente non competitivi. Sottovalutare la concorrenza e perdere denaro per un lungo periodo costerà molto di più di adesso. Assumere le persone migliori rispetto ai vostri concorrenti e pagarli molto di più difficilmente fornirà un valore sufficiente, soprattutto se si siedono in panchina in modo che i vostri concorrenti non possano averli. E l’acquisizione di un’azienda dovrà essere giustificata da molti più profitti in seguito, una prospettiva molto più difficile senza denaro fiat.

Pertanto i vantaggi naturali delle piccole imprese inizieranno a riemergere nell’economia. I beni e i servizi saranno molto più personalizzati, verranno sperimentate molte più nuove idee e ne risulterà molta più innovazione. Poiché non ci sarà bisogno che diventino particolarmente grandi, non verranno alimentate forzatamente per crescere come un maiale. Avremo molte più piccole imprese in cui ogni individuo aggiungerà valore.

Anche le grandi aziende smetteranno di essere il luogo predefinito in cui le persone lavorano o vogliono lavorare. Assicurazioni, pensioni e simili non saranno sostenuti dalla stampante monetaria, quindi questi servizi saranno nuovamente guidati dal mercato. Le risorse verranno liberate dagli zombi che moriranno e verranno reindirizzate a innovatori e imprenditori. Infine vedremo più persone che dipenderanno dalle loro famiglie e comunità.

Le aziende nel nostro sistema attuale sono diventate troppo importanti. Le persone se ne libereranno perché Bitcoin libererà le loro catene. Le risorse sbloccate a seguito della morte di questi zombi saranno sorprendenti, ma, cosa ancora più importante, la vita moderna sembrerà molto meno simile a un branco di zombi e tornerà a essere molto più umana.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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La schiavitù del debito non porta ad alcuna prosperità

Freedonia - Mer, 17/04/2024 - 10:11

 

 

di David Stockman

Di recente il debito federale è aumentato di $1000 miliardi ogni 100 giorni; sono $10 miliardi al giorno, $416 milioni all'ora.

Infatti il debito dello Zio Sam è aumentato di $470 miliardi nei primi due mesi di quest’anno, raggiungendo i $34.500 miliardi e si appresta a superare i $35.000 miliardi in poco più di un mese, i $37.000 miliardi ben prima della fine dell’anno e i $40.000 miliardi nel 2025. Si tratta di circa due anni in anticipo rispetto alle attuali previsioni del CBO (Congressional Budget Office).

Secondo il percorso attuale, inoltre, il debito pubblico raggiungerà i $60.000 miliardi entro la fine del periodo di bilancio decennale. Ma anche questo dipende dall’ultima versione dello scenario roseo del CBO, che non prevede alcuna recessione, un’inflazione al 2% e tassi d'interesse reali di appena l’1%. E questo per non parlare delle migliaia di miliardi in falsi tagli alla spesa e di aumenti fiscali a fine anno che sono incorporati nella linea di base del CBO, ma che il Congresso non permetterà mai che si materializzino.

Quando si arriva alla proiezione che il debito nel 2034 ammonterà a soli $60.000 miliardi, è solamente un pio desiderio. Il fatto che sarà probabilmente molto più elevato significa anche che il percorso di politica fiscale prevalente dell'Unipartito a Washington porterà il debito pubblico a $100.000 miliardi nei primi anni del 2040. Ciò significa, a sua volta, che la spesa annuale per interessi sarà quindi maggiore dell’intero bilancio federale del 2019.

Inutile dire che Biden non ha detto niente riguardo a questa calamità imminente. Sleepy Joe ha avuto anche l'audacia di vantarsi di aver ridotto il deficit federale di oltre la metà.

D’altra parte il punto di partenza di questa ridicola affermazione è il disastro alimentato dai lockdown e dagli stimoli fiscali, quando il deficit aveva raggiunto un sorprendente 16% del PIL. Tale cifra rappresentava un peso maggiore per l’economia statunitense rispetto al picco di deficit della Seconda Guerra Mondiale, quando l’America stava effettivamente combattendo due veri nemici in contrapposizione alla super-influenza pubblicizzata dal dottor Fauci.

Sin dalla decisione di Nixon a Camp David, quando il legame del dollaro americano con l’oro fu cancellato, il debito pubblico e la sua quota del PIL hanno avuto una tendenza costante verso il cielo.  Ora, però, sta letteralmente diventando parabolica.

Nel 1970 la cifra ammontava a $378 miliardi e rappresentava il 34,9% del PIL. Quest’ultima percentuale aveva raggiunto il picco di circa il 120% alla fine della Seconda guerra mondiale, ma nel quarto di secolo successivo aveva continuato a scendere costantemente.

Da quando l’ancoraggio del dollaro all’oro è stato reciso, la corsa al debito è diventata inarrestabile. La massiccia e persistente monetizzazione del debito pubblico da parte della FED ha causato una profonda repressione e falsificazione dei tassi d'interesse, trasformando così le battaglie partigiane sul debito pubblico che avevano contenuto i deficit fiscali prima del 1971 in un compiacente consenso unipartitico secondo cui i numeri del debito pubblico non contano.

Da allora il debito pubblico (linea viola) è aumentato di 90 volte fino al livello attuale di $34.500 miliardi, un aumento di gran lunga superiore alle 25 volte del PIL negli ultimi 53 anni. L’onere sul PIL (linea nera), quindi, è tornato ai livelli massimi visti nella Seconda Guerra Mondiale.

Debito pubblico in % del PIL, dal 1970 al 2023

Ma la vecchia idea che circola a Washington, secondo cui abbiamo vissuto per raccontarlo una volta in modo da poterlo fare di nuovo, è una totale sciocchezza. La grande differenza è che nel 1945 non c’erano praticamente beni di consumo o servizi da acquistare, a causa della totale mobilitazione dell’economia americana per la guerra. Infatti il razionamento in tempo di guerra e la conversione dell’industria alla produzione militare determinarono un’impennata del tasso di risparmio delle famiglie che raggiunse il 25% del reddito disponibile durante gli anni di punta della guerra.

Quello che è successo, quindi, è che il debito dei consumatori è stato ripagato, diminuendo di due terzi nel corso della guerra; anche il debito delle imprese è stato drasticamente ridotto. Di conseguenza l’America si è sostanzialmente salvata grazie all’enorme spesa pubblica e agli aumenti d'indebitamento generati dallo sforzo bellico.

In totale, durante i cinque bilanci di guerra dal 1942 al 1946, il governo federale spese $370 miliardi principalmente in spese belliche, di cui quasi la metà, ovvero $180 miliardi, furono finanziati da un enorme aumento del risparmio forzato (noto anche come tassazione federale). Nel corso della guerra il prelievo fiscale federale sul reddito nazionale venne triplicato, passando dall’8% del PIL al 24%.

Oltre a ciò, altri $110 miliardi vennero finanziati dall’enorme aumento dei risparmi privati ​​illustrato di seguito e che vennero incanalati in vendite di titoli di guerra al pubblico. Di conseguenza solo $80 miliardi, ovvero il 21% degli ingenti budget di guerra, furono effettivamente monetizzati dalla FED.

Risparmio delle famiglie in percentuale del reddito disponibile, dal 1939 al 1945

Come risultato di questi fattori, l’aumento di $180 miliardi del debito di guerra tra il 1939 e il 1946 fu accompagnato da un virtuale miracolo finanziario: il rapporto tra debito pubblico e privato e PIL era pari al 210% nel 1938, ma alla fine della guerra si era ridotto considerevolmente fino a raggiungere appena il 190% del PIL.

Proprio così. La più grande ondata d'indebitamento statale della storia fino ad allora era stata realizzata con una effettiva riduzione del peso del debito sull’economia statunitense!

Ciò che è accaduto, ovviamente, è stato che i controlli economici in tempo di guerra causarono il ripagamento di enormi quantità di debito privato, lasciando un immenso margine per l’assorbimento del debito pubblico da parte dei risparmiatori privati.

Nello specifico il debito delle famiglie si contrasse dal 60% del PIL nel 1938 ad appena il 20% nel 1945, mentre il debito delle imprese scese da circa il 90% del PIL al 40%. Nel complesso, quindi, il debito privato lasciò uno spazio enorme nel bilancio nazionale, scendendo dal 150% del PIL nel 1938 a solo il 60% alla fine della guerra.

E così fu finanziato il debito di guerra, senza una massiccia monetizzazione del debito pubblico. Fu un'impresa unica nel suo genere, del tutto irrilevante nel contesto finanziario odierno.

Crescita del debito federale durante la Seconda guerra mondiale

Rispetto al risparmio nella Seconda Guerra Mondiale, l’attuale economia americana è in realtà costruita sul contrario: un accumulo incessante e crescente di debito in tutti i settori economici. Tra le famiglie, ad esempio, il tasso di risparmio è ora al livello più basso del dopoguerra, pari ad appena il 2,9% del PIL.

A parte l’aberrazione del periodo 2020-2021, quando le famiglie erano inondate di denaro pubblico ma avevano luoghi limitati per spenderlo, l’attuale tasso di risparmio è appena un terzo del livello prevalente prima del 1980.

Tasso di risparmio netto delle famiglie, dal 1970 al 2023

Inutile dire che quando i risparmi privati ​​diminuiscono e i deficit pubblici sono continui e in aumento, non si può sfuggire alla devastazione economica. In altre parole, il tasso di risparmio nazionale netto (risparmio privato meno indebitamento pubblico) è stato negativo negli ultimi tre trimestri e probabilmente peggiorerà molto da qui in poi, poiché i deficit pubblici annuali torneranno ancora una volta verso la soglia dei $3-4.000 miliardi.

In altre parole, a differenza della Seconda Guerra Mondiale, nel bilancio nazionale non vi è alcun margine disponibile per far fronte a ulteriori aumenti cronici e su larga scala del debito pubblico. E a differenza dei primi anni del dopoguerra, quando il tasso di risparmio nazionale netto era del 10-12%, e quindi consentiva robusti aumenti degli investimenti privati ​​e della crescita del PIL reale, non c’è alcuna possibilità di “risolvere” gli attuali deficit e debiti alle stelle.

Invece ciò che abbiamo equivale a un circolo vizioso finanziario caratterizzato da una crescita economica sempre più bassa e da debito pubblico crescente da cui non c’è via di scampo. Ciononostante questa è la politica fiscale implicita dell'Unipartito a Washington.

Tasso di risparmio nazionale netto, dal 1965 al 2023

Naturalmente i politici presuppongono che esista una via di fuga attraverso la ripresa della monetizzazione del debito pubblico da parte della FED. Come mostra il grafico qui sotto, questo è esattamente ciò che ha ritardato il giorno della resa dei conti negli ultimi dieci anni, quando il bilancio della FED è passato dallo storico 5% del PIL a oltre il 25%.

Ahimè, i sostenitori del denaro sano/onesto avevano avvertito già da tempo che un simile esperimento sarebbe sicuramente fallito. Sia l’inflazione dei prezzi degli asset a Wall Street che quella dei beni/servizi a Main Street ce l'hanno ricordato.

In breve, non c’è via d’uscita dall’attuale calamità fiscale a meno che l’Impero non venga riportato a casa e il dominio del capitalismo clientelare non venga definitivamente messo a tacere.

Debito pubblico detenuto dalla Federal Reserve in percentuale del PIL, dal 1955 al 2023

La recente notizia che i prezzi delle case negli Stati Uniti sono aumentati del 6,1% su base annua è solo l'ennesimo promemoria del motivo per cui le politiche pro-inflazione della FED sono risultate insidiose: danno vita ad una battaglia continua tra i prezzi degli asset e i salari, e i primi vincono a mani basse.

Indice del prezzo medio delle case rispetto al salario orario medio, dal 1970 al 2023

Abbiamo indicizzato il prezzo medio di vendita delle case in America e il salario orario medio ai loro valori del primo trimestre del 1970, la vigilia di tutti i conseguenti eccessi e metastasi monetarie da allora in poi.

I dati non lasciano spazio a dubbi: i prezzi delle case oggi ammontano a 18,2 volte il loro valore nel primo trimestre del 1970, mentre i salari orari medi sono solo a 8,7 volte il loro valore di 54 anni fa.

Espresso in termini più pratici, il prezzo medio di vendita di quelle case da $23.900 nel primo trimestre del 1970 rappresentava 7.113 ore di lavoro al salario orario medio. Supponendo un anno lavorativo standard di 2.000 ore, i lavoratori salariati dovevano lavorare 3,6 anni per pagare una casa a prezzo medio.

Con il passare del tempo le politiche pro-inflazione della FED hanno fatto molto per abbassare i prezzi degli asset piuttosto che i salari. Pertanto, al momento dell'arrivo di Greenspan alla FED, dopo il secondo trimestre del 1987, erano necessarie 11.350 ore per acquistare una casa media, cifra salita a 12.138 ore nel primo trimestre del 2012, quando la FED rese ufficiale il suo obiettivo d'inflazione al 2,00%. E dopo ancora un altro decennio di politica monetaria inflazionistica, ora si attesta a poco meno a 15.000 ore.

Il prezzo medio di oggi di una casa, pari a $435.400, richiede 7,5 anni di lavoro standard al salario orario medio, il che significa che i lavoratori ora faticano ben più del doppio rispetto al 1970 per permettersi il sogno di possedere una casa.

Perché mai i nostri stimati banchieri centrali vorrebbero impoverire i lavoratori americani raddoppiando le ore lavorative necessarie per acquistare una casa a prezzo medio? E sì, l’assalto alla classe media è un fenomeno monetario. Non è stato causato dalla monopolizzazione del prezzo delle nuove case da parte dei costruttori, né dalla carenza di terra, legname, vernici o manodopera edilizia durante l'ultimo mezzo secolo.

Al contrario, quando la FED inflaziona il sistema monetario, gli effetti negativi che ne derivano si ripercuotono in modo disomogeneo sui mercati finanziari e sull’economia reale. I prezzi, compresi quelli del lavoro e degli asset, non si muovono di pari passo, perché la concorrenza estera mantiene bassi alcuni prezzi e salari, mentre il calo dei tassi d'interesse reali e i multipli di valutazione più elevati causano di per sé un aumento sproporzionato dei prezzi degli asset finanziari.

Pertanto il tasso di riferimento per tutti i prezzi di quest'ultimi – i titoli del Tesoro statunitense (UST) a 10 anni – è sceso drasticamente in termini reali durante gli ultimi quattro decenni. I tassi reali superiori al 5% durante gli anni ’80 scesero al range del 2-5% durante l’era Greenspan, per poi precipitare ulteriormente, fino allo zero o al di sotto, sulla scia della stampa monetaria dei suoi successori.

Rendimento aggiustato all'inflazione del decennale statunitense, dal 1981 al 2023

Lo scopo dichiarato della tendenza al denaro facile sopra descritta era quello di stimolare maggiori investimenti nel settore immobiliare in particolare, ma ciò non è avvenuto. Il rapporto investimenti immobiliari residenziali/PIL è sceso dalla zona storica del 5-6% prima del 1965 a una media del 4,5% durante il periodo del picco della bolla immobiliare nel 2005. Dopo il crollo durante la Grande Crisi Finanziaria si è attestato ad appena il 3% del PIL prima di rimbalzare irregolarmente al 3,9% nel 2023.

Comunque la si consideri, l’aggressiva espansione monetaria successiva al 1987 non ha stimolato investimenti incrementali nel settore immobiliare su base sostenibile. Invece ha portato a una speculazione alimentata dal debito sul patrimonio immobiliare esistente, facendo salire i prezzi molto più velocemente e più in alto della crescita del reddito e dei salari delle famiglie.

Investimenti in edilizia residenziale in % del PIL, dal 1950 al 2023

Una misura alternativa dell’impatto del denaro facile sugli investimenti immobiliari può essere vista nell’indice del completamento delle abitazioni rispetto alla popolazione statunitense. Dall’inizio degli anni ’70 tale rapporto ha avuto una tendenza costantemente al ribasso e ora si attesta solo al 45% del suo valore di 50 anni fa.

Inutile dire che se il credito ipotecario a basso costo fosse l’elisir che si dice che sia, suddetta tendenza avrebbe dovuto essere verso l'alto. In realtà si tratta di un ripudio dell’essenza stessa della tesi a favore di bassi tassi d'interesse.

Il sistema bancario centrale keynesiano ha sostanzialmente trasformato la classe media americana in schiavi del debito. Per sostenere il proprio tenore di vita a fronte dell’incessante e persistente deprezzamento del potere d’acquisto del proprio denaro e dei propri risparmi, la classe media ha accesso sempre più prestiti in risposta alla falsificazione dei tassi d'interesse da parte della FED.

Indice del completamento delle unità abitative private per la popolazione degli Stati Uniti, dal 1972 al 2023

Nel 1970 il debito ipotecario totale delle famiglie (linea viola) ammontava a $278 miliardi, che rappresentavano solo il 51% del reddito salariale.

Nel corso dei successivi 53 anni il debito ipotecario residenziale ha raggiunto le stelle, a un totale sbalorditivo di $13.000 miliardi nel terzo trimestre del 2023. Sebbene anche i redditi da lavoro salariato siano aumentati considerevolmente durante tale intervallo di tempo, l’aumento del reddito non ha nemmeno lontanamente tenuto il passo con l’aumento del debito.

Sebbene il debito ipotecario sia aumentato di 47 volte durante il periodo sopraccitato – da $550 miliardi nel 1970 agli $11.950 miliardi attuali – i salari sono aumentati solo di 22 volte. Di conseguenza il rapporto tra debito ipotecario delle famiglie e reddito da salario è ora pari al 108%, ben più del doppio del 51% dell’inizio del 1970.

Il problema con i prestiti usati per raggiungere la prosperità è che alla fine diventa una strada senza uscita. In primo luogo entra in scena la Legge dei rendimenti decrescenti derivanti dall’indebitamento e alla fine gli oneri del servizio del debito diventano decisamente debilitanti.

Fattori, i suddetti, sempre più caratterizzanti la storia dei bilanci delle famiglie in America, dove l'esplosione del debito ipotecario sopra descritta è stata aggravata dall'impennata del debito per auto, carte di credito, studenti e altri tipi di consumi. Nel complesso il debito totale delle famiglie ammonta ora a poco meno di $20.000 miliardi.

Debito delle famiglie e reddito da salari e stipendi, dal 1970 al 2022

Inutile dire che ciò rappresenta uno sbalorditivo multiplo di 42 volte rispetto ai $467 miliardi di debito totale delle famiglie (area viola) nel 1970. Allora i salari e gli stipendi delle famiglie (area nera) ammontavano a $560 miliardi, il che significa che il debito di tutti i tipi ammontava a solo l'83% dei guadagni.

Quando Greenspan subentrò alla FED nel 1987, la percentuale era già salita al 120% e da allora non si è più guardata indietro. Attualmente (2022) il debito delle famiglie, pari a $19.400 miliardi, rappresenta  il 171% degli $11.300 miliardi in salari e stipendi registrati.

Il problema con questo aumento nel rapporto di leva delle famiglie (debito rispetto al reddito) è che è stato imposto in modo disonesto. I capi della FED hanno incoraggiato la popolazione a credere che i tassi d'interesse sub-mercato e falsificati degli ultimi decenni fossero sostenibili indefinitamente e che l’inarrestabile aumento del rapporto di leva finanziaria delle famiglie non fosse nulla di cui preoccuparsi.

Ma, ahimè, invece lo è. Adesso l’aumento di 300 punti base (3,00%) dei tassi d'interesse medi già avvenuto da marzo 2022 equivale a $600 miliardi di maggiori spese per interessi delle famiglie, che a loro volta equivalgono a circa il 60% dell’attuale crescita annuale dei salari e degli stipendi. E questo presuppone l’assenza di una recessione. Nel caso di un’inevitabile contrazione il dolore economico sarebbe davvero schiacciante.

Oltre a un calo di $400 miliardi nei salari e negli stipendi in condizioni di recessione, si aggiungerebbero altri $600 miliardi in pagamenti di interessi. Nel complesso le famiglie si stanno dirigendo verso uno shock annuo da $1.000 miliardi o più per il loro tenore di vita.


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I mercati più disfunzionali di oggi: Cina ed Europa

Freedonia - Mar, 16/04/2024 - 10:01

 

 

di Alasdair Macleod

All’indomani dei lockdown nel 2020, il mondo ha fatto registrare una crescita economica molto forte, principalmente un effetto base. Possiamo vederlo nella domanda di materie prime. La domanda di petrolio, ad esempio, ha raggiunto i livelli del 2019 solo alla fine del 2023. Nel 2020 la domanda di petrolio, come quella di altre materie prime, è crollata a un ritmo senza precedenti a causa dei lockdown. Ci sono voluti tre anni di crescita estremamente forte per tornare ai massimi precedenti. Si è trattato di effetti una tantum e in futuro la crescita sarà più in linea con la normale espansione economica mondiale.

Pertanto, a nostro avviso, il 2024 sarà un anno molto diverso rispetto agli ultimi tre anni. La crescita del PIL mondiale ha già rallentato in modo significativo, attestandosi ad appena il 3% lo scorso anno. Per quest’anno gli economisti della Banca Mondiale, del Fondo Monetario Internazionale e delle banche d’investimento prevedono una crescita del PIL simile. Riteniamo che queste previsioni siano troppo ottimistiche. Diverse regioni come l’Europa e la Cina hanno iniziato a rallentare e non ci è chiaro il motivo per cui dovrebbero improvvisamente riaccelerare. Altre regioni, come gli Stati Uniti, hanno ancora un’economia straordinariamente forte. Gli alti tassi d'interesse cominciano a farsi sentire e le due principali regioni che destano preoccupazione restano la Cina e l’Europa.

Per gran parte del XXI secolo, quando il resto dell’economia mondiale era in difficoltà, la Cina è stata il “motore della crescita di ultima istanza”. Lo stato cinese è riuscito a mettere il piede sull'acceleratore e a stimolare la domanda interna quando il suo settore di esportazione soffriva della debole domanda dall’estero. Ciò, a sua volta, ha mitigato la recessione economica in Occidente e l'ha aiutato a riprendersi più rapidamente. Ora, però, l’economia cinese stessa è finita in crisi e gli strumenti utilizzati in passato per stimolare la crescita non funzionano più. Gli economisti sono stati condizionati ad aspettarsi che la Cina venga in soccorso piuttosto che aggravare le difficoltà economiche interne, pertanto le attuali previsioni di un atterraggio morbido e di una riaccelerazione nella seconda metà di quest'anno potrebbero rivelarsi troppo ottimistiche.

Dall’inizio del secolo ogni volta che il resto del mondo si trovava in difficoltà, la Cina è andata avanti. Attraverso misure di stimolo aggressive la Cina ha rafforzato la domanda interna per raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi di crescita. A sua volta ciò ha aiutato le economie occidentali in difficoltà, poiché la domanda cinese per i loro beni non ha rallentato. Infatti spesso ha accelerato. Ciò ha avuto un effetto mitigante sulle contrazioni economiche in Occidente e ha aiutato queste economie a riprendersi più rapidamente.

Per essere chiari, l’economia cinese non è stata certamente immune dagli effetti negativi della crescita esterna. Ad esempio, nei primi giorni della grande crisi finanziaria del 2008, la crescita del PIL cinese ha subito un brusco rallentamento, passando da numeri a due cifre a “appena” il 6%. Ma la Cina ha avuto la capacità di disaccoppiarsi completamente dalla recessione che si è verificata in Occidente e lo ha fatto in modo estremamente rapido. Alla fine del 2009 l’economia europea era ancora in contrazione su base annua e quella statunitense era stagnante, mentre la Cina stava già crescendo di nuovo al 12% (Grafico 1). Ciò ha aiutato le economie occidentali a riprendersi più rapidamente, poiché la Cina ha importato più prodotti.

Grafico 1: In passato l’economia cinese non è stata immune dagli shock esterni, ma è riuscita a dissociarsene rapidamente. Fonte: GoldMoney Research, Banca Mondiale

Il rapido ritorno della Cina a una crescita a due cifre non ha aiutato solo le economie occidentali. Quando i prezzi delle materie prime hanno sofferto durante la grande recessione, la Cina ha riempito le sue scorte di materie prime e ciò ha aiutato le nazioni produttrici. I petrostati hanno sofferto meno e, a loro volta, anche la domanda di beni occidentali provenienti da queste regioni ha retto meglio di quanto sarebbe accaduto altrimenti.

Questo effetto è dimostrato nel grafico qui sotto (Grafico 2): la crescita nelle economie sviluppate rispetto alla sovraperformance della Cina (crescita del PIL cinese – crescita dell’economia sviluppata). In poche parole, quando l’Occidente aveva bisogno di una spinta, la Cina gliel'ha data.

Grafico 2: Dall’inizio del secolo la Cina ha fornito una spinta all’economia mondiale quando le economie occidentali ne avevano più bisogno. Fonte: Goldmoney Research, Banca Mondiale

Questo non è più stato vero durante la crisi sanitaria. La Cina ha optato per una linea di politica più estrema rispetto al resto del mondo e, quindi, ci è voluto più tempo affinché l’economia cinese si riprendesse. Una volta che la Cina ha posto fine a tutte le misure anti-Covid, un anno e mezzo fa, gli economisti si aspettavano che l’economia cinese andasse avanti a pieno ritmo.

Queste aspettative non si sono concretizzate. Sebbene l’economia cinese sia riuscita a crescere con numeri a doppia cifra nel 2021, questo è stato semplicemente un effetto di base dei primi lockdown, come abbiamo visto ovunque. Da allora l’economia cinese ha continuato a languire. Sebbene i dati economici ufficiali cinesi vadano presi con le pinze, essi mostrano che l’economia cinese ha subito un significativo rallentamento. Prima del Covid l’economia cinese cresceva almeno del 6% annuo; dopo che il Paese si è fermato a causa dei lockdown e ha iniziato a svegliarsi solo l’anno scorso non è riuscito a tornare ai ritmi di crescita del passato. Nel 2023 il PIL cinese era in espansione solo del 5,2%. Sebbene sia riuscito ad accelerare al 6,3% nel secondo trimestre, è sceso ad appena il 5,2% nel quarto trimestre del 2023.

La questione più urgente riguarda il settore immobiliare. Lo scorso anno la Cina ha vissuto numerosi fallimenti di alto profilo nel settore dello sviluppo immobiliare. Ma non sono solo i promotori immobiliari a vedersela brutta, l'intero settore è allo sbando. Il China Real Estate Climate Index, un indice del sentiment pubblicato dal China National Bureau of Statistics, mostra quello che può essere descritto solo come un crollo del mercato immobiliare cinese (Grafico 3).

Grafico 3: Il sentiment nel mercato immobiliare cinese è al punto più basso sin dalla nascita dell'indice. Fonte: Ufficio nazionale cinese di statistica

Il settore immobiliare cinese si trova ad affrontare enormi problemi strutturali mentre guardiamo indietro a due decenni di cementificazione. Secondo i dati della Banca Mondiale, nei dieci anni fino al 2021 la Cina ha aggiunto ogni anno 1.250 milioni di metri quadrati di nuove proprietà residenziali. Ciò equivale a 125 milioni di nuovi appartamenti con una dimensione di 100 metri quadrati (secondo Bloomberg la casa media cinese è di circa 90 metri quadrati). Altre fonti come Statista suggeriscono che in questo arco di tempo sono stati aggiunti circa 75 milioni di appartamenti. Allo stesso tempo la popolazione cinese è cresciuta di soli 63 milioni. Ciò che rende tutto ciò ancora più problematico è che la popolazione cinese ha raggiunto il picco nel 2021 e da allora sta diminuendo (Grafico 4).

Grafico 4: la popolazione cinese ha raggiunto il picco nel 2021 ed è ora in netto declino. Fonte: Ufficio nazionale di statistica cinese

Per molto tempo ciò non ha avuto importanza per i prezzi degli immobili, poiché i cinesi acquistavano immobili a fini d'investimento piuttosto che come luogo in cui vivere. Pertanto le esigenze abitative effettive non hanno avuto molta importanza per la domanda di immobili di nuova costruzione e, di conseguenza, per i prezzi. Gran parte delle unità di nuova costruzione non sono mai state occupate.

Sembra, però, che la realtà abbia finalmente raggiunto il mercato immobiliare cinese. Da anni circolano segnalazioni di intere città fantasma, ma fino a poco tempo fa ciò non aveva un grande impatto sul ritmo delle nuove costruzioni; ora invece sembra che la bolla stia finalmente scoppiando. Secondo la Banca Mondiale (Grafico 5) ​​la costruzione di nuove costruzioni è in netto calo.

Grafico 5: I nuovi progetti edilizi in Cina sono nettamente inferiori. Fonte: Banca Mondiale, Goldmoney Research

Ciò crea gravi guai per Pechino. In passato, quando l’economia incontrava un intoppo, la Cina stimolava con successo l’economia tramite il settore edile, ma ora gli acquirenti potrebbero non essere più attirati.

Il malessere economico si riflette anche nei prezzi delle azioni cinesi. Il CSI 300, il principale indice blue-chip cinese, è in netto calo rispetto ai massimi (Grafico 6). Anche se i prezzi azionari non sono necessariamente indicativi dell'economia sottostante, il lento crollo del mercato azionario cinese è in netto contrasto con gli indici dei mercati azionari occidentali, molti dei quali hanno raggiunto nuovi massimi nelle ultime settimane.

Grafico 6: Il mercato azionario cinese è sceso nettamente dai suoi massimi. Fonte: Goldmoney Research

Ciò è particolarmente significativo perché il governo cinese ha adottato diverse misure negli ultimi mesi, non solo per stimolare l’economia, ma soprattutto per sostenere i prezzi degli asset finanziari. Il fatto che finora abbia fallito indica che i problemi economici sottostanti sono decisamente gravi.

Anche se quanto sopra descritto suggerisce che la Cina non verrà in soccorso qualora l’Occidente ne avesse bisogno, finora i problemi economici della Cina non si sono ancora riversati sui Paesi sviluppati. I problemi del mercato immobiliare sono principalmente legati alla crescita, poiché il settore rappresenta gran parte del PIL cinese e dà lavoro a molte persone, ma non abbiamo ancora assistito a importanti correzioni dei prezzi. Nel mese di febbraio i prezzi degli immobili sono scesi per l'ottavo mese consecutivo, ma sono in calo solo dell’1,4% su base annua. Se i prezzi scendessero ulteriormente, prevediamo che anche i consumi cinesi inizieranno a soffrirne.

La ragione risiede nell’importanza del settore immobiliare per la ricchezza delle famiglie cinesi. Secondo i dati economici di Bloomberg, il 70% del patrimonio familiare cinese è vincolato al settore immobiliare. Ogni calo del 5% dei prezzi immobiliari spazzerà via circa $2.700 miliardi di ricchezza delle famiglie. Dato che il settore immobiliare è una parte essenziale della ricchezza delle famiglie cinesi, sarà molto difficile cercare di far ripartire l’economia stimolando i consumi interni in un contesto del genere. Le persone che sentono di diventare più povere non vogliono spendere più soldi in beni non d'investimento, non importa quanto il proprio governo voglia stimolarli a farlo.

Finora non abbiamo visto grandi effetti di ricaduta del crollo immobiliare sulla domanda cinese di beni esteri. Tuttavia in alcuni settori si registrano segnali chiari: l’area più visibile che manca agli acquirenti cinesi è il settore dei beni di lusso. Essi costituiscono una quota significativa nel mercato mondiale degli articoli di lusso: ad esempio, secondo Statista la Cina rappresentava una quota maggiore del segmento totale degli orologi di lusso rispetto ai successivi 3 Paesi messi insieme (Grafico 7).

Grafico 7: La Cina ha la maggiore domanda di orologi di lusso a livello mondiale. Fonte: Statista, Goldmoney Research

Secondo vari indici di prezzo, i prezzi degli orologi di lusso sul mercato secondario sono diminuiti del 25-35% rispetto al picco del 2022. Prove aneddotiche suggeriscono che anche la bolla degli articoli di moda di lusso, come le borse firmate, di cui alcune sono state vendute a un prezzo di vendita superiore a quello ufficiale sul mercato secondario, si sta sgonfiando. Inoltre anche i prezzi per i segmenti più costosi dei vini francesi sono in netto calo rispetto al loro picco (Grafico 8).

Grafico 8: I prezzi dei vini di lusso francesi hanno registrato una tendenza al ribasso. Fonte: Live-ex

Sebbene il mercato mondiale degli articoli di lusso non sia sufficientemente ampio da creare problemi economici nei soli Paesi produttori (e, cosa ancora più importante, la domanda di nuovi articoli supera ancora l’offerta, consentendo a questi marchi di continuare ad aumentare i prezzi e vendere quanto scelgono di produrre), è indicativo che i cinesi non spendano più i loro soldi come facevano in passato. Se e quando ciò si estenderà ad altri settori è ancora da vedere.

Un settore che continuiamo a monitorare è quello automobilistico. Le case automobilistiche cinesi producono quasi 30 milioni di unità all’anno, circa un terzo della produzione automobilistica mondiale. Se gli acquirenti cinesi iniziassero a rifuggire dall’acquisto di nuove auto, i produttori in un primo momento spingerebbero queste auto sul mercato mondiale, intensificando la pressione competitiva per i produttori occidentali, ma alla fine avrebbero bisogno di ridurre la produzione abbassando così la quota delle importazioni di materie prime.

Febbraio ha visto un significativo calo delle vendite rispetto all’anno precedente. Sebbene non sia insolito osservare un calo anno su anno nelle statistiche sulle vendite di automobili cinesi per un mese (Grafico 9), ciò diventerebbe più preoccupante se lo vedessimo ripetersi per diversi mesi.

Grafico 9: A febbraio le vendite di automobili cinesi sono diminuite rispetto all'anno precedente. Fonte: Centro cinese di tecnologia e ricerca automobilistica, Associazione cinese dei produttori automobilistici, Goldmoney Research

A nostro avviso i problemi economici della Cina sono lungi dall’essere risolti. Il settore immobiliare dovrà attraversare una fase di consolidamento pluriennale e temiamo che il calo dei prezzi osservato finora sia solo l’inizio. Si tratta di un punto di svolta per il resto del mondo e riteniamo che la maggior parte degli economisti occidentali non ne abbia compreso appieno le implicazioni. In passato l’impegno della Cina nei confronti della crescita ha fatto sì che, durante i periodi di rallentamento economico o di recessione nel mondo occidentale, la Cina rilanciasse la propria economia interna dando un certo sollievo alle industrie di esportazione nel resto del mondo. Di ciò hanno beneficiato soprattutto i Paesi esportatori di materie prime, ma anche gli esportatori di beni industriali hanno visto una forte crescita dei loro prodotti mentre le esportazioni verso i Paesi vicini sono diminuite.

Se entrassimo ora in una recessione mondiale, questo sostegno cinese con ogni probabilità non esisterebbe. La Cina dovrebbe trovare nuovi modi per sostenere la propria economia, anche se il settore edile non è più trainante. Anche se riuscissero a stimolare nuovamente l’economia interna, ciò non avrebbe lo stesso effetto sul resto del mondo come avvenuto in passato. Nel peggiore dei casi i problemi economici della Cina si intensificheranno, proprio nel momento in cui gli alti tassi d'interesse iniziano a incidere pesantemente sull’Europa. E infatti l'altra regione in grande difficoltà è proprio l'Europa.

Il PIL delle economie europee ha registrato una forte tendenza al ribasso per gran parte dello scorso anno. La Germania è in una leggera recessione ormai da un anno e altri Paesi, come Francia e Italia, hanno resistito meglio, ma ora sono anch’essi vicini alla recessione. L’Eurozona nel suo insieme mostra ancora una crescita del PIL (appena) positiva, ma ora è al livello più basso dall’uscita dai lockdown (Grafico 10).

Grafico 10: Il PIL delle economie europee ha registrato un forte trend al ribasso. Fonte: Goldmoney Research

Anche gli indici PMI hanno fatto registrare una tendenza al ribasso ed essi indicano le tendenze economiche. Sono compilati intervistando i manager nei settori manifatturiero e topografico, e viene chiesto se le cose stanno migliorando o peggiorando. Un numero superiore a 50 significa espansione rispetto al mese precedente, un numero inferiore significa contrazione e 50 significa nessun cambiamento. Gli indici PMI compositi europei (manifatturiero e servizi) indicano una contrazione sin dalla metà dello scorso anno. Sebbene alcuni Paesi abbiano fatto registrare una leggera ripresa rispetto ai minimi degli ultimi mesi, si trovano ancora in territorio di contrazione, anche se a un ritmo più lento (Grafico 11).

Grafico 11: Gli indici PMI compositi europei indicano una contrazione. Fonte: Goldmoney Research

Gli indici PMI manifatturieri mostrano un quadro pessimo. Lo scorso anno hanno fatto registrare una forte contrazione e riteniamo che ciò sia dovuto principalmente allo shock energetico. Da allora i prezzi europei dell’energia sono scesi drasticamente e sono vicini ai livelli storici, ciononostante gli indici PMI manifatturieri europei indicano ancora una contrazione (Grafico 12).

Grafico 12: Gli indici PMI manifatturieri europei mostrano una forte contrazione. Fonte: Goldmoney Research

È interessante notare che questo contesto economico debole non ha ancora comportato un aumento della disoccupazione. Tra le maggiori economie europee solo la disoccupazione tedesca è aumentata, ma è ancora ben al di sotto dei livelli successivi ai lockdown, e molto al di sotto dei livelli post-crisi finanziaria (Grafico 13).

Grafico 13: Il debole contesto economico in Europa non ha ancora portato a un aumento della disoccupazione. Fonte: Eurostat, Goldmoney Research

Questo non è insolito per l’Europa. A differenza degli Stati Uniti l’occupazione è fortemente in ritardo rispetto alla contrazione economica e questo è probabilmente il risultato di leggi sul lavoro molto più rigorose.

È importante sottolineare che l’Europa non sta uscendo da una recessione, mentre invece essa è appena iniziata. I prezzi europei del gas e dell’elettricità sono scesi dell’80-90% rispetto a un anno fa e sono vicini al range storico e a prima vista ciò potrebbe suggerire che la carenza energetica che ha portato agli attuali problemi economici sia ormai alle nostre spalle. Ma il motivo per cui i prezzi dell’energia sono più bassi è perché la domanda si è contratta tanto. Sebbene il settore industriale abbia svolto un lavoro straordinario nell’attuazione di misure di efficienza energetica, gran parte di questa distruzione della domanda energetica industriale è dovuta alla chiusura permanente della capacità produttiva poiché la produzione ad alta intensità energetica si è spostata altrove. Questo significa che la normalizzazione dei prezzi energetici europei non significa che anche l’economia europea tornerà alla normalità. Se così fosse, tornerebbe a far capolino anche la carenza di energia. A nostro avviso è più probabile che in futuro l’effetto della perdita di capacità produttiva avrà effetti di ricaduta sul resto dell’economia. Ci aspettiamo che la disoccupazione aumenti in futuro e ci aspettiamo anche un rallentamento, o addirittura una contrazione, in altri settori oltre a quello manifatturiero.


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NATO: è tempo di eliminare il serpente nel giardino degli Stati Uniti

Freedonia - Lun, 15/04/2024 - 10:10

 

 

di Tom Luongo

Il trambusto della scorsa settimana a Bruxelles ha visto i ministri degli Esteri della NATO emergere dalle loro buche sottoterra in cerca di cibo ora che il clima si sta riscaldando per la primavera.

E portavano con sé un messaggio: più per loro e meno per noi. Sono pronti a rubarci il cibo dalle bocche, i figli dalle nostre case, per dare all’Ucraina l’aiuto di cui ha bisogno e sconfiggere la Russia in una guerra che solo loro vogliono.

Per raggiungere questo obiettivo strangolerebbero il processo politico interno; tradirebbero il loro ruolo di diplomatici parlando con lingue biforcute, confondendo le condizioni del dialogo con la Russia e porre fine ai combattimenti.

Il messaggio della politica estera della NATO è semplice: “Prima facciamo la guerra, poi parliamo”. I fatti sul campo non contano; i deficit di bilancio non contano; il crollo del sostegno pubblico all’Ucraina non ha importanza. Tutto ciò che conta è ciò che vogliono queste persone.

E vogliono la guerra, ma allo stesso tempo non ammetteranno mai che questo è esattamente ciò che vogliono.

Stoltenberg ha superato di un anno la sua data di scadenza e a questo punto è ancor di più un’anatra zoppa rispetto al presidente francese Emmanuel Macron. Il problema per coloro che di fatto gestiscono la NATO è che non riescono a mettersi d'accordo sul chi dovrebbe sostituirlo... un neoconservatore britannico, o un neoliberista olandese?

Nella stessa settimana in cui i ministri della Difesa francese e russo hanno avuto una franca conversazione sull’Ucraina, sull’attacco di Mosca contro i civili e su quanto velocemente la Russia vaporizzerà le truppe francesi inviate in battaglia, ci viene offerto il completo abbandono di ogni pretesa diplomatica.

E anche così, se Mark Wauck e Alex Mercouris hanno ragione, suddetta discussione è stata più uno sforzo diplomatico di qualsiasi altra cosa proveniente da Bruxelles.

Mercouris, ovviamente, ha molto altro da dire, ma questo è il punto: i russi sono stati costretti a entrare in questa guerra, ma ora che ci sono dentro, la fanno per vincere. Mercouris riassume la situazione così:

I russi non subiscono alcuna pressione per negoziare. Stanno vincendo la guerra e lo sanno. L’Occidente, se vuole evitare un disastro geopolitico – ciò che rappresenterebbe una sconfitta in Ucraina – deve parlare con i russi. Ma avanzare proposte incomplete, come un ritorno a Istanbul o un conflitto congelato, non porterà da nessuna parte. Ciò non farà altro che infastidire ancora di più i russi. La cosa logica e giusta da fare è chiedere ai russi cosa vogliono esattamente in Ucraina e vedere se è possibile per incontrarsi a metà strada. È diplomazia ovvia e basilare.

È passato talmente tanto tempo qui negli Stati Uniti dal momento in cui abbiamo avuto un Segretario di Stato che non fosse determinato a entrare in guerra contro Russia, Iran, o Cina (o tutti e tre contemporaneamente) che abbiamo dimenticato cosa significhi essere diplomatici.

Pensateci: la triste tecnica di Antony Blinken fa addirittura rimpiangere i giorni di Condoleeza Rice.

La differenza tra allora e oggi è che Putin non aveva detto alla NATO di “andare al diavolo”.

Qualcuno infatti ricorda che nel 2007 Vladimir Putin fu invitato a parlare alla Conferenza annuale sulla sicurezza di Monaco. Allora era altrettanto disposto a dire all’Occidente quello che avevano bisogno di sentire piuttosto che quello che volevano sentire, ma almeno facevamo finta di ascoltarlo.

Blinken è competente solo nel ruolo di anti-diplomatico e il motivo per cui è peggio della Rice, o addirittura di Hillary Clinton, è che non è nemmeno coerente. Dopo l'attacco terroristico a Mosca ha pronunciato parole sull'adesione dell'Ucraina alla NATO sapendo che questa è la strada verso una guerra degli Stati Uniti contro la Russia.

Ma Mercouris e Wauck credono entrambi che si tratti di una sorta di bluff da parte di Blinken. Mi piacerebbe credere che abbiano ragione. Il consigliere Jake Sullivan che si rompe una costola e cancella il suo viaggio in Arabia Saudita va nella direzione opposta. Voglio dire, c'è un'alta probabilità che ciò accada quando “si cade dalle scale” o qualunque scusa uno voglia mettere.

Così come circolano voci secondo cui gli Stati Uniti avrebbero detto all'Iran che non si arrabbieranno se quest'ultimo colpirà duramente Israele come rappresaglia per l'attacco all'ambasciata iraniana a Damasco. I cittadini israeliani sembrano credere a questa voce, cercando le uscite, facendo scorta di carta igienica, ecc.

Oggi possiamo vedere cosa c'è di fondamentalmente sbagliato nella NATO.

NATO’s 75th … a Foreign Ministers’ meeting … and what needs to happen next pic.twitter.com/bvat4wu84C

— David Cameron (@David_Cameron) April 4, 2024

Con tutto il rispetto per Macron, chi altro sta producendo questo livello di propaganda? Chi guida sempre questo autobus verso il bordo del precipizio? Chi eserciterà maggiori pressioni sul presidente Mike Johnson affinché faccia passare alla Camera il disegno di legge sugli aiuti all'Ucraina che invece ha tenuto a bada per quasi 6 mesi?

Esattamente chi vi aspettereste se aveste ancora tre cellule cerebrali funzionanti e una conoscenza fugace di qualcosa noto come “storia”.

L'unica cosa positiva che ho da dire sulla resurrezione politica di David Cameron è che non è Winston Churchill.

Non so voi, ma io sono stanco di scrivere e dire che la NATO non è più adatta allo scopo sin dalla fine della Guerra Fredda. Ma se le cose stanno così, allora perché ha ottenuto un nuovo quartier generale, nuovi membri e tutti i leader occidentali che gridano per avere più soldi?

Sappiamo tutti perché e questo è il problema fondamentale.

La NATO è l’alleanza da cui i Padri Fondatori ci mettevano in guardia già nel XVIII secolo ed è giunto il momento di trovare una via d'uscita dalla trappola che rappresenta l'appartenenza a essa. Come deterrente contro future aggressioni, la NATO può essere vista come una cosa necessaria; come tutte le organizzazioni che si trovano ad affrontare la fine della propria vita, però, ha dovuto trovare nuovi modi per mantenere la propria rilevanza dopo che abbiamo dissanguato l’URSS con un’abile combinazione di spese per la difesa e $8 al barile di petrolio.

Questo è anche il motivo per cui la Guerra Fredda non è mai veramente finita. Ha semplicemente cambiato pelle e con essa la NATO. Il problema con la maggior parte delle analisi sul conflitto attuale è che siamo tutti bloccati (me compreso a volte) all’interno della struttura dello Stato-nazione.

Gli Stati Uniti ne hanno bisogno; il Regno Unito ne ha bisogno; la Russia ha bisogno di qualcos’altro.

Ma questo quadro è inadeguato per descrivere tutto ciò che sta accadendo, a meno che non si mappi l’unità geografica con la fazione globalista dominante all’interno di ciascuna regione dell’Occidente. E ognuna di loro ha programmi e obiettivi molto diversi rispetto a Ucraina e Russia.

Ne ho scritto la scorsa settimana e vale la pena di ripeterlo:

L’Ucraina è diventata fisicamente il campo di battaglia a qualsiasi livello. Gli Stati Uniti e il Regno Unito, attraverso la loro influenza in Polonia e nei Paesi Baltici, sono stati usati dall'UE per fomentare questa guerra. Portarli in bancarotta (insieme alla Russia) attraverso il conflitto li costringe a tornare ad essere fonti di materie prime a basso prezzo, mentre vengono esportate leggi e regole dell’UE in quei luoghi che hanno il privilegio (dal loro punto di vista) di fare affari con essa.

Dal punto di vista di tutti e tre i giocatori, se l'Ucraina batte la Russia, allora è vittoria per tutti. Alla fine Putin verrà deposto, la Russia sarà umiliata e avrà inizio la tanto desiderata disgregazione del loro impero. L’Europa ottiene il suo Grande Reset; il Regno Unito riesce a mantenere il controllo sull’impero marittimo, rivendicando il controllo della NATO sul Mar Nero e costringendo i produttori di petrolio arabi a rimettersi in riga; gli Stati Uniti riescono a sfruttare la caduta della Russia per indebolire la Cina e fermare l’ulteriore integrazione dei BRICS.

In breve, il mondo tornerebbe agli anni ’90, quando tizi come Bill Browder andavano in giro a comprare tutto e gli oligarchi russi, messi in riga da Putin, spadroneggiavano. Fukuyama avrebbe infine ragione.

Ma, come ho detto, il vero obiettivo di questa guerra non è solo conquistare la Russia, ma anche far sprofondare gli Stati Uniti, facendoli pagare i costi per combattere una guerra che non sono in grado di sostenere.

La NATO non può e non deve sopravvivere a queste tensioni se le sue vittime designate, Russia/Cina/Iran, combattono anche lontanamente con competenza.

Tutti capiscono che questa è una corsa contro un orologio politico ed economico che in Occidente sta rapidamente scendendo fino a zero. Tutto ciò che la Russia deve fare è continuare a ottenere conquiste territoriali in Ucraina, l’Iran non reagire in modo eccessivo alle provocazioni di Israele e la Cina ignorare le lamentele sui dazi e su Taiwan.

E tutto ciò che gli americani, stanchi di tutto questo, devono fare è tenere chiuso il rubinetto monetario alla NATO e all’Ucraina, per quanto politicamente possibile.

Questo è il motivo per cui stiamo assistendo a tutta una serie di pressioni da parte del Regno Unito e dell’UE affinché gli Stati Uniti si concentrino nuovamente sull'Ucraina. È per questo che tutti a Capitol Hill odiano il presidente Mike Johnson e perché i coltelli sono puntati contro di lui da tutte le parti, compreso il suo stesso partito.

Sì, sto guardando proprio te, Marjorie Taylor Greene...

Gli Stati Uniti stanno chiaramente cercando un modo per districarsi da questo pasticcio, anche se tutto ciò che le vipere di K-Street vogliono è che ci si scateni contro la Cina.

L’analisi costi/benefici per gli Stati Uniti, soprattutto in un anno elettorale, non quadra. E non c’è alcun effetto leva reale che l’Europa possa applicare agli Stati Uniti se non attraverso più soldi ai politici venduti a Washington.

Per tutti i motivi di cui parlo da sei anni, i ricordi della Seconda Guerra Mondiale stanno svanendo. Le generazioni di americani impresse nella menzogna della Pax Americana del secondo dopoguerra stanno morendo (boomer) o non se ne preoccupano più, semmai se ne sono preoccupati (Generazione X).

I millennial e gli “zoomer” non sono coinvolti in questa mitologia, sanno che le loro teste sono sul ceppo.

Niente di tutto questo è nel loro interesse. Gli Stati Uniti, in quanto nazione in guerra con sé stessa, proveranno un’ultima volta quest’autunno a votare per uscire dall’Europa prima che la situazione qui diventi brutta. Ascoltate di nuovo attentamente l'arringa di Cameron: c’è una minaccia implicita non solo nel linguaggio ma anche nella sua messa in scena.

Attenzione, gente, queste persone sono nemiche di tutto ciò che è buono e dignitoso nel mondo. Abbiamo un sacco di serpenti qui negli Stati Uniti che eseguono gli ordini che vengono dati loro, vendendoci vecchie bugie e agendo al di fuori dei limiti della legge.

Ma ciò che sta diventando ovvio è che l’era della guerra extra-curriculare statunitense è finita. Molte persone si rifiutano di guardare la copertina del rapporto del TPS per paura di “capire l'antifona”.

Purtroppo la maggior parte di loro lavora alla NATO e non si stanno risparmiando nel loro vandalismo.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


Supporta Francesco Simoncelli's Freedonia lasciando una “mancia” in satoshi di bitcoin scannerizzando il QR seguente.

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