Come la Banca Centrale Europea ha progettato la crisi del debito francese... e la successiva
Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato fuori controllo negli ultimi quattro anni in particolare. Questa una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.
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(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/come-la-banca-centrale-europea-ha)
La crisi del debito francese ci ricorda che il gradualismo non funziona mai, che lo statalismo finisce sempre in rovina e che i Paesi che puntano su più stato e tasse più alte finiscono sempre nella stagnazione, nel rischio di default e nei disordini sociali.
Il rapporto debito pubblico/PIL della Francia supera il 114%. Tuttavia le passività pensionistiche future e non finanziate raggiungono il 400% del PIL, secondo Eurostat. Il deficit fiscale annunciato per quest'anno è del 5,4%, ma il consenso di mercato mantiene un'aspettativa del 5,8%. Il rischio di default creditizio a cinque anni è aumentato del 20% in dodici mesi. Il rendimento del debito francese a due anni supera quello di Spagna, Italia e Grecia, e il suo premio di rischio rispetto alla Germania ha raggiunto gli 80 punti base, 20 in più rispetto a quello della Spagna.
Il problema nell'area Euro è che tutti applaudono quando uno stato gonfia il PIL con ingenti spese pubbliche e posti di lavoro nel settore pubblico, oltre all'immigrazione, mascherando persistenti squilibri fiscali e un calo della crescita della produttività. Inoltre gli analisti keynesiani ignorano l'effetto crowding out sul settore privato e l'impatto dannoso di imposte elevate sulla sostenibilità dei conti pubblici a lungo termine.
Sono abbastanza vecchio da ricordare quando i media generalisti celebravano la Grecia come motore della crescita dell'Eurozona, quando stava gonfiando il PIL con ingenti spese pubbliche e posti di lavoro nel settore pubblico. La Grecia fu salutata come “foriera di un'elevata crescita economica” e “avanscoperta della ripresa dell'Eurozona” in base alle pubblicazioni dell'FMI e della Commissione Europea nel 2005 e nel 2006. Titoli e resoconti politici riconoscevano i risultati economici della Grecia come esempio di forte leadership all'interno dell'Eurozona. Sappiamo tutti cosa accadde poi nel 2008.
Non possiamo dimenticare che la Banca Centrale Europea ha avuto un ruolo determinante nel creare incentivi perversi per i politici, spingendoli a mantenere e aumentare gli elevati livelli di spesa pubblica e gli squilibri fiscali.
Nell'ultimo decennio la Banca Centrale Europea ha implementato un insieme di misure di portata senza precedenti, tra cui ripetuti tagli dei tassi, tassi nominali negativi, il controverso strumento anti-frammentazione e la monetizzazione del debito pubblico, tutti strumenti concepiti per salvaguardare la stabilità dell'Eurozona. Nonostante tutta la retorica di stabilità e indipendenza, queste misure hanno creato potenti incentivi all'incoscienza fiscale, erodendo le fondamenta stesse della credibilità monetaria europea e gettando le basi delle attuali crisi del debito sovrano, tra cui la debacle del debito francese.
I tassi d'interesse di riferimento della BCE, un tempo ancorati a disciplinare sia l'indebitamento sovrano che quello privato, sono crollati da oltre il 4% nel 2008 a livelli negativi, rimanendo in tale territorio per anni. Inoltre i programmi di acquisto di asset della BCE, ampliati con iniziative come il Programma di acquisto di emergenza pandemica (PEPP) e le Transazioni monetarie definitive (OMT), hanno saturato i mercati obbligazionari con liquidità e generato un enorme effetto crowding out che penalizza il credito a famiglie e imprese e maschera i problemi di solvibilità di chi emette debito pubblico.
Lo strumento anti-frammentazione, concepito per contenere lo “spread” tra i titoli di stato dei Paesi continentali e quelli periferici, spinge la questione oltre: promettendo un intervento illimitato, la BCE rassicura i mercati che sosterrà il debito sovrano praticamente a qualsiasi prezzo, diluendo la disciplina che i premi al rischio un tempo imponevano ai governi prodighi. Di fatto, potrebbe essere considerato uno strumento pro-sperpero, poiché avvantaggia i Paesi con scarso rispetto delle norme di bilancio e penalizza quelli che tengono sotto controllo debito e deficit.
Sebbene questi interventi calmino i mercati nel breve termine, alimentano una mentalità di indifferenza per le finanze pubbliche, inducendo gli stati ad aumentare costantemente la spesa pubblica. Pertanto molti governi, come quello spagnolo, si vantano dei bassi tassi d'interesse e della diffusione del debito nonostante i crescenti squilibri e il peggioramento dei conti pubblici. Lo strumento anti-frammentazione e i tassi nominali negativi distruggono il meccanismo di mercato che dovrebbe fungere da monito contro una politica fiscale sconsiderata. Gli stati membri, certi di finanziamenti a basso costo e del sostegno infinito della BCE, hanno scarsi incentivi a riformare bilanci gonfiati o a contenere i deficit, soprattutto quando ciò risulta costoso a livello elettorale. La persistente minaccia, sventolata dai politici tedeschi, che le azioni della BCE stavano sovvenzionando il “parassitismo fiscale” negli stati membri con un indebitamento elevato, sta diventando realtà.
Il caso più drammatico è la Francia. Il debito pubblico francese ha superato il 114% del PIL nel 2025, in parte a causa di persistenti e ingenti deficit coperti dalla BCE. I tentativi di consolidamento fiscale sono sempre stati timidi e quindi non sono riusciti a raggiungere una disciplina duratura, con il supporto della BCE sempre sullo sfondo come misura di sicurezza. Il risultato è un crescente premio per il rischio sovrano: i titoli di stato francesi, per la prima volta nella storia moderna dell'euro, ora rendono più dei titoli spagnoli, greci e italiani con rating comparabile, a dimostrazione del disagio del mercato nei confronti della traiettoria del debito francese, anche nell'era dei sostegni della BCE. Il fatto che questo aumento degli spread avvenga nel bel mezzo di un ampio piano di stimolo (Next Generation EU) e di tagli dei tassi è ancora più allarmante.
Il cosiddetto strumento anti-frammentazione, concepito come strumento di contenimento della crisi, è intrinsecamente un meccanismo di “responsabilità solidale senza controllo congiunto”. Vincola i membri prudenti dell'euro alle scelte fiscali dei partner meno disciplinati, socializzando il rischio ma nazionalizzando i benefici. Con questa facilitazione, i mercati non possono più discriminare il grano dalla pula in modo efficiente; l'ansia sulla sostenibilità del debito, che un tempo stimolava le riforme necessarie, viene soppressa anziché risolta. Inoltre è come una mutualizzazione del debito senza obblighi reali.
La filosofia del “costi quel che costi”, tanto elogiata dai leader della BCE, è ormai un’arma a doppio taglio: ha sostituito la responsabilità con la dipendenza e ha incoraggiato il lassismo fiscale.
Gli acquisti da parte delle banche centrali e la riduzione dei rendimenti in territorio nominale negativo rappresentano, per definizione, il caso peggiore di monetizzazione del debito. La BCE è un'entità in perdita perché acquista obbligazioni anche quando sono eccessivamente costose. Le perdite accumulate dalla BCE sui suoi programmi di acquisto di asset sono stimate a €800 miliardi, ampiamente superiori al suo capitale, secondo l'IERF.
Queste linee di politica mascherano problemi di solvibilità ed eliminano il deterrente definitivo alla spesa pubblica: il costo del denaro stesso. Il risultato a lungo termine è un contesto in cui i governi dell'area Euro, consapevoli che i finanziamenti pubblici sono garantiti a costi bassi anche in periodi difficili, accumulano debiti sempre più ingenti, rendendo l'area vulnerabile anche a lievi shock di fiducia, inflazione, o governance. Questa situazione potrebbe danneggiare l'euro in futuro se la Germania cadesse nella stessa trappola della Francia, uno scenario che sembra probabile alla luce degli ultimi annunci di politica monetaria.
Leggendo i giornali francesi, questo incentivo perverso è molto evidente. Invece di parlare di un percorso di spesa insostenibile, molti chiedono maggiori acquisti e stimoli da parte delle banche centrali. Inoltre altri chiedono l'accelerazione dell'euro digitale per attuare misure monetarie ancora più aggressive.
L'attuale crisi del debito francese è una conseguenza diretta di queste linee di politica. La spesa pubblica francese ha costantemente superato la crescita economica, eppure la promessa di un sostegno perenne da parte della BCE ha ritardato qualsiasi resa dei conti. Ora, con l'aumento dei premi al rischio e i mercati che mettono alla prova la determinazione della BCE, l'Eurozona si trova ad affrontare le amare conseguenze di un'era politica caratterizzata da azzardo morale e da una disciplina fiscale assente.
Sebbene l'attivismo della BCE possa garantire una stabilità temporanea, il suo costo a lungo termine è chiaro: aumento del debito, indebolimento del settore privato, svalutazione della valuta ed erosione degli incentivi per una responsabilità fiscale. A meno che l'Europa non riconsideri la sua dipendenza dagli stimoli eterni delle banche centrali e non ripristini i meccanismi di disciplina di mercato, l'attuale crisi francese potrebbe essere solo una delle tante tempeste fiscali future. Il successo dell'euro come valuta di riserva si basava sul pilastro della prudenza e della responsabilità fiscale. La mancanza di disciplina fiscale comporta sempre un rischio per la valuta.
Le banche centrali non possono stampare solvibilità e la mancanza di riforme strutturali e le eccessive politiche di allentamento monetario finiranno per distruggere l'euro.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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La grande battaglia del nostro tempo non è Oriente contro Occidente, bensì globalisti contro sovranisti
Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato fuori controllo negli ultimi quattro anni in particolare. Questa una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.
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(Versione audio dell'articolo disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/la-grande-battaglia-del-nostro-tempo)
Di recente mi è capitato di vedere questo video su uno dei bari più famosi in Italia. Niente di correlato con la mia attività divulgativa... almeno all'apparenza. Poi ho capito. Quando ho scritto i miei primi due libri, L'economia è un gioco da ragazzi e La fine delle fallacie economiche, ho esposto ai lettori le regole del gioco, quelle che tutti di base dovrebbero seguire. La metodologia Austriaca, da questo punto di vista, è ottima nella descrizione e nell'approccio. Ma rimane un mondo ideale, distaccato dalla realtà delle cose. Così come rimane distaccato dalla realtà il sito web del Mises Institute, poiché immagina che tutti seguano le regole del gioco e che queste ultime puniscano chi si discosta eccessivamente da esse. Infatti il problema è il tempo: quanto tempo passa prima di una correzione violenta e inarrestabile del sistema in questione? Non si sa... le stesse regole descritte con dovizia di particolari, logica e rigore si rivoltano contro chi le spiega dato che il tempo è un concetto fondamentale nell'analisi Austriaca.
E se barare fa parte dell'azione umana, bisogna prendere in considerazione questo aspetto nella propria metodologia d'indagine e analisi. Quindi ho innovato il modello iniziale e l'ho riproposto secondo la mia ottica, la mia evoluzione della teoria. L'ho condensato infine nell'ultimo libro pubblicato, Il Grande Default. L'ho applicato anche sul blog e su tutti gli spazi di divulgazione in cui opero, compreso questo, sin da quando, nel 2021, mi sono posto la domanda: “E se la FED stesse iniziando a proteggere il dollaro, adesso, piuttosto che distruggerlo?” Questa semplice domanda ha spiegato con coerenza tutti gli eventi successivi: il SOFR, il ciclo di rialzo dei tassi di Powell, i dazi, Tether, la liquidità dei titoli sovrani americani, l'inclusione di Bitcoin e oro a protezione del dollaro e dei Treasuries, ecc.
Il mio metodo, quindi, la mia lettura della realtà, la mia area di consulenza, non si pone come obiettivo l'arrogante e ridicola invettiva, con tanto di dito indice alzato e scosso nell'aria, di “far rispettare le regole”; invece rallenta la mano dei bari e cerca, quanto più accuratamente possibile, di suggerire a chi legge, e cerca consulenza, il modo per trarre un vantaggio competitivo rispetto a chi scioccamente agita il dito in aria pretendendo che l'intera umanità aderisca al suo mondo ideale. Un nobile obiettivo da perseguire, senza dubbio, ma nel frattempo... occhio al portafoglio perché è questo, invece, il mondo che abbiamo.
DAL DOGMA ALLA STRATEGIA
Se le basi della dottrina Austriaca sono radicate profondamente nell'azione umana, è altresì vero che il sistema bancario centrale di per sé è solo uno strumento. Ciò che conta sono gli esseri umani e ciò che ne fanno. Inutile dire che esso incentiva all'arbitrio sconsiderato, ma un conto è usare un coltello per attaccare solamente... un altro è usarlo per difendersi. Ripeto si tratta del mondo che abbiamo e in cui dobbiamo vivere, lavorare per renderlo un posto migliore per noi stessi è sacrosanto, nel frattempo è altrettanto sacrosanto cogliere quelle vittorie che ci portano un passo in più verso l'obiettivo finale: la sostituzione del sistema bancario centrale con qualcosa di più sostenibile. Perché se è vero che la bancarotta è un fenomeno che avviene dapprima lentamente e poi improvvisamente, allo stesso modo la solvibilità è qualcosa che si manifesta dapprima lentamente solo infine improvvisamente. Con il colpo di stato perpetrato dai globalisti durante la pandemia Covid, era evidente che ci fosse un cambio di linea di politica al vertice; qualcosa era cambiato e bisognava capire cosa. All'inizio non è stato facile mettere insieme i puntini, visto che il piano è stato svelato a mano a mano e soprattutto c'era la chiave di lettura da cambiare: dal mondo che vorrei/vorremmo al mondo che ho/abbiamo.
Nel momento in cui ho capito che tutta quella storia verteva sullo smantellamento del sistema bancario commerciale così come lo conosciamo e l'implementazione della sorveglianza finanziaria (es. CBDC) per impedire alla popolazione di protestare nel momento in cui il “vecchio” debito sarebbe stato sottoposto a pesante haircut per poterne emettere di nuovo tramite i perpetual bond, riciclando quindi il “vecchio” sistema in quello “nuovo”, mi è stato chiaro quale fosse la guerra globale che si stava combattendo. Applicando questa visione delle cose agli eventi che accadevano, mi ha colpito l'ovvietà con cui Powell ha iniziato a restringere l'offerta di denaro americana ben prima delle altre banche centrali mettendo fine a una linea di politica coordinata tra queste istituzioni durata per più di dieci anni. Non solo, ma anche il modo con cui ha lottato per essere riconfermato per il secondo mandato: una realtà che si sarebbe manifestata solo con l'appoggio di istituti bancari come JP Morgan, Goldman Sachs, ecc.
Una volta che si accetta questo background, ed è stato relativamente facile accettarlo visto che per anni ho denunciato l'UE su queste pagine come la seconda venuta dell'URSS, si capisce che la vera minaccia era la centralizzazione progressiva messa in campo da questa presunta unione di stati. Una volta che questo background si applica al resto del mondo, si nota che la conformità con la regolamentazione selvaggia messa in campo dall'UE altro non è che un gigantesco colpo di stato mondiale affinché tutti si conformino ai suoi dettami. Non mancano ovviamente infiltrati nelle stanze dei bottoni dei governi esteri per facilitare questa progressione, come ad esempio lo è stata l'amministrazione Obama, prima, e quella Biden, dopo. L'effetto centripeta dell'UE si è dimostrato, di fatto, un modello predittivo a sé stante, in grado da fungere da proverbiale “palla di vetro” per gli eventi futuri. Se infatti si ha un modello è facile scremare il grano (fenomeni che contano) dalla pula (titoli dei giornali).
È così, quindi, che il mondo deve essere visto: un adattamento alla realtà della serie di romanzi Il Trono di Spade. Questo ovviamente serve a catturare l'attenzione delle giovani leve, per così dire, dato che esiste un adattamento migliore a livello di letteratura ed è rappresentato dai romanzi di Dune, i quali sono un manuale eccellente per chi volesse capire l'emergere della geopolitica moderna negli anni '50 e '60 del secolo scorso. Oltre agli aspetti sociologici, è assolutamente affascinante notare come la religione sia il primum movens che motiva la gente comune a scendere in battaglia e viene costantemente tenuta sotto controllo attraverso di essa mentre le fazioni al vertice della piramide sociale si danno battaglia per il potere politico. E visto che siamo in tema di letteratura, come non citare il Ciclo delle Fondazioni sull'ascesa e la caduta degli imperi, e le opere di Philip K. Dick sul takeover della tecnologia rispetto all'umanità delle persone e l'ascesa della tecnocrazia. Oltre a fornire il modello attraverso cui leggere le informazioni che arrivano dall'esterno, e non adattare le conclusioni alle proprie idee, tutti questi manoscritti servono anche a essere un buon comunicatore piuttosto che ad “avere ragione su tutto”.
Infatti le informazione che arrivano dalla sfera geopolitica sono talmente fungibili che praticamente tutti, soprattutto coloro senza un modello, giocano al gioco delle probabilità e delle percezioni plausibili.A tal proposito diventa enigmatico per queste stesse persone farsi un'idea di cosa stiano combinando Trump e Powell, rimanendo sulla chiave di lettura superficiale in cui il primo vuole far fuori, politicamente, il secondo. Poi, però, ci sono fatti come il licenziamento di Lisa Cook e lo smantellamento di quella cupola di infiltrati alla FED che nel 2021 aveva cercato di sabotare la riconferma di Powell e mettere al suo posto un pupazzo della cricca di Davos. L'emarginazione dei fidati di Powell (Clarida, Rosengren e Kaplan) mirava a spiazzare la presa sulla banca centrale americana di quella parte del FOMC che voleva rialzare i tassi e iniziare a prosciugare il mercato degli eurodollari, avvantaggiando personaggi come la Cook che invece volevano che il dollaro continuasse a essere svuotato. Quello che Powell ha fatto sin dal 2021 è stato preparare la scena per quello che poi avrebbe fatto Trump una volta in carica, o per meglio dire, i NY Boys una volta che il loro rampollo avrebbe preso la carica appoggiato dall'elettorato americano.
Alla fine, tutto si riduce a porsi le giuste domande... un buon modello, tutto sommato, non credete? Chiaramente la parte ardua è arrivare alle suddette e su questo vi da una mano uno spazio divulgativo come questo che ha accumulato negli anni esperienza su esperienza. Sostenere questo lavoro vi permette di risparmiare tempo, oltre all'originalità delle tesi proposte. Perché è importante? Presto detto. Torniamo un attimo alla FED, quindi, e poniamoci la domanda: come fa Powell, a capo di un'istituzione il cui mandato è un obiettivo d'inflazione al 2%, prezzi stabili e piena occupazione, a tagliare i tassi nel momento in cui il compito di Trump è introdurre l'economia americana in un periodo di prosperità economica? Lo stesso Powell non è mai stato d'accordo con un obiettivo specifico d'inflazione, ma è una linea di politica sedimentata ormai; così come prezzi stabili e piena occupazione sono chimere keynesiane usate per giustificare un intervento costante nell'economia. Se l'economia americana sta andando bene, come si evince dalla tesi di Trump, allora il lavoro della FED è quello di continuare a rialzare i tassi... perché questo è esattamente il suo lavoro. A meno che, ovviamente, non si cambia il ruolo della FED.
E qui ritorniamo al ruolo di questo blog nella lettura del mondo: la maggior parte degli investitori, dei broker e dei consulenti finanziari guarda agli indicatori principali (es. Phillips Curve, ecc.) e ritiene, per formazione professionale, che la FED deve “impostare” il “prezzo” del denaro affinché tutti questi altri rapporti vengano “coordinati” e “armonizzati”. Come fa quindi ad abbassare i tassi quando, per definizione stessa del sistema attuale, c'è praticamente piena occupazione, i mercati azionari sono vicini ai picchi assoluti e le commodity sono ancora a prezzi inferiori rispetto a quando Powell è stato riconfermato? Fino allo scorso luglio la situazione fiscale e geopolitica era ancora in subbuglio... come avrebbe potuto tagliare i tassi Powell? Come avrebbe potuto farlo se prima Trump non avesse mostrato qualcosa di concreto al pubblico americano? Il petrolio stava schizzando in alto durante la crisi tra Iran e Israele, e la percezione comune, data dalla stampa internazionale, era che a Trump stavano sfuggendo le cose di mano. Powell doveva essere la voce della stabilità, far capire che avesse le cose sotto controllo. Poi Trump ha iniziato a segnare alcune vittorie sul suo tabellone: l'approvazione della Big Beautiful Bill, la pacificazione di varie aree in Medio Oriente (dal fondo della penisola arabica fin alla pace tra azeri e armeni), ha disinnescato l'escalation tra Israele e Iran, sta dimostrando che i dazi non sono inflazionistici, ecc. In sintesi, è ora di abbattere i miti keynesiani (piantati accuratamente dagli inglesi) nella testa di tutti quegli investitori e consulenti prima di procedere con il cambiamento strutturale del ruolo della FED.
Non è tanto una questione di “poliziotto buono” e “poliziotto cattivo”, bensì di “poliziotto caotico” e “poliziotto stabile”. Ma una domanda che segue naturalmente quella che ci siamo posti prima è: se Trump vuole i tassi bassi perché si preoccupa dell'economia nazionale, perché tutti gli altri si stracciano le vesti affinché segua questo percorso? L'eco che il resto del mondo fa a Trump sul taglio dei tassi da parte della FED equivale a uscire allo scoperto riguardo le loro vere intenzioni: hanno bisogno come l'acqua di liquidità in dollari. E qui casca l'asino keynesiano: è sempre servito per scopi diversi da quelli spacciati ai gonzi che hanno studiato questo ciarpame sui libri di testo. È questo il famoso redde rationem di cui si è tanto parlato su queste pagine in passato. E tutto ciò, ironia della sorte, supporta la tesi di Trump sui dazi! “L'indebolimento” del dollaro sin da quando s'è insediata la nuova amministrazione non è stato altro che una ri-dollarizzazione dell'economia mondiale perché le nazioni del mondo hanno rimpatriato i fondi quando la FED ha iniziato il ciclo di rialzi e Trump ha avviato le nuove politiche commerciali della nazione. Un doppio dazio per tutti, un ribilanciamento veloce del commercio mondiale! Se Powell avesse tagliato in precedenza, l'euro, ad esempio, sarebbe finito a 1.1 col dollaro e il comparto industriale tedesco avrebbe ottenuto un sollievo per quanto riguarda il suo languire.
L'altro lato dei dazi sono i tassi di cambio: davvero credete che la BCE non si preoccupi del tasso di cambio dell'euro? Non piace affatto che sia a 1.17 al momento della stesura di questo saggio. Quindi gli USA stanno fortificando il mercato dei titoli sovrani, indebolendo (strategicamente) il dollaro nel breve termine, stanno tenendo i tassi di riferimento alti forzando una stretta nel mercato delle garanzie collaterali, mentre il resto del mondo si arrabatta per impedire alle proprie divise di salire (vendere dollari e comprare titoli sovrani americani).
UN ASSET IN RAPIDO DEPREZZAMENTO: LA FED
Il mondo in divenire così come si sta configurando in base alle nuove necessità degli Stati Uniti non ha più bisogno di una Federal Reserve onnipresente per tutto e per tutti. Ritengo che Powell sia il primo a sostenere che la FED così com'è nel contesto attuale non è affatto necessaria e la campagna di relazioni pubbliche di Trump, che ha messo al centro dell'attenzione pubblica lo stesso Powell, rappresenta un modo per spiegare alla vulgata il motivo per cui non è necessaria una FED che salva tutto e tutti. Piuttosto che una Coordinated central banks policy, come accaduto fino al 2021, adesso abbiamo una Coordinated central banks submission, dove viene usato il potere della banca centrale americana per emanciparla dalle influenze estere che erano felici di ingrassare a scapito della ricchezza reale americana. Il post-Powell sarà caratterizzato da un dollaro onshore e da uno offshore; massima liquidità in patria, minima liquidità all'estero. La querelle Trump-Powell è una sceneggiata per impostare il dibattito pubblico lungo questi binari e introdurre le necessità di questo assetto al grande pubblico, giustificando la contrazione del mercato dell'eurodollaro e la sostituzione dello stesso con Tether.
Infatti l'infrastruttura messa in campo per le stablecoin esistenti e stablecoin emesse dalle banche commerciali rappresenterà il mezzo attraverso il quale gli USA vogliono tornare a una forma di “denaro privato” e una forma di “sistema bancario comunitario”. È così che si struttura una transizione da un mondo finanziario in cui la FED è la banca centrale del mondo a uno in cui è la banca centrale degli Stati Uniti. Il segno distintivo è stata la transizione dal LIBOR che prezzava il dollaro a livello mondiale in termini di eurodollari, al SOFR, che prezza il dollaro in termini di mercato americano.
La traiettoria è quella in cui la FED imposterà il valore del dollaro all'estero, mentre servirà per sostenere i mercati interni. Un ritorno alla sua concezione originale, un'istituzione eretta per fornire liquidità d'emergenza al commercial paper market, non una rete di salvataggio per istituti finanziari/bancari sull'orlo del fallimento. Infatti se l'economia americana è in buona salute, non ha bisogno di alcuna liquidità aggiuntiva dato che è in grado di fornirla da sé tramite suddetto commercial paper market, un'esclusività dell'economia statunitense. Inutile dire che questo a sua volta significa una decentralizzazione dell'emissione dei dollari.
Per il dollaro, ormai, essere una valuta di riserva mondiale è un peso; non lo è, invece, essere la valuta di saldo internazionale. Per l'appunto, le leggi incentrate sulle stablecoin vanno a rafforzare esattamente questo effetto di rete. Tutte le chiacchiere relative a un'ascesa dei BRICS e di una loro eventuale valuta di riserva mondiale sono gossip, esattamente perché gli USA non cercano più di imporre la propria valuta come riserva. Quel modello era stato creato per innescare cicli di boom/bust più violenti e trasferire, a prezzi stracciati, la ricchezza reale verso coloro che davvero gestiscono il sistema bancario centrale: la cricca di Davos, o più precisamente la City di Londra (il vecchio conglomerato di colonialisti londinese/olandese). L'imposizione di un fiat standard si riduce esclusivamente a questo: non erano gli americani a farlo, bensì questa rete di vecchi interessi bancari che per sostenere le varie valute fiat hanno soppresso il potenziale di oro, prima, e Bitcoin, poi, in modo da mantenere vivo un apparato di sottrazione di risorse in grado di soddisfare la sempiterna massima “vivere al massimo col minimo sforzo”. In fin dei conti è quel che fanno i colonialisti, solo che a lungo andare questo assetto finisce sempre in un declino per tutti, come scrisse anche Chodorov in uno dei suoi migliori libri. Emergono inevitabilmente i cosiddetti accordi vicendevolmente svantaggiosi (“lose-lose”) e c'è un fuggi-fuggi per dirigersi anticipatamente verso le uscite con quanto rimane del “malloppo”. L'euro digitale, per l'appunto, è la strategia d'uscita della cricca di Davos, dove la “exit liquidity” sono i risparmiatori europei.
Per farvi capire meglio cari lettori, attualmente il DAX tedesco viaggia intorno ai 24.000 perché gli investitori europei stanno vendendo Bund e comprano azioni tedesche. È una scommessa su quanto la BCE stamperà in futuro e quanto di questo denaro finirà nei bilanci dell'industria della difesa. Il rapporto P/E del DAX è circa 18; l'ultima volta che era a 16 si trattava del 2008 quando l'intero sistema finanziario era sottoposto a massiccia leva finanziaria. Pensate, quindi, che il mercato azionario tedesco sia sostenibile? Certo, il Dow Jones è trattato a un rapporto P/E superiore ma gli USA hanno prospettive a loro favore, vedono capitali scorrere verso di essi. Nessuno vuole inaugurare una nuova fabbrica in Germania, mentre invece tutti vogliono farlo negli Stati Uniti (il miglior paradiso fiscale “in chiaro” al mondo).
Under President Trump, capital markets are roaring back. Companies are taking calculated risks, spending, and pursuing deals in this economy.
Since June, $1.1 trillion in M&A has been announced, including nearly $300 billion in August—the busiest summer since 2021. pic.twitter.com/yWUZUSs7Ki
Oltre alla posizione fiscale, c'è anche quella normativa le cui prospettive di snellimento non fanno che migliorare con il lavoro messo in atto dal DOGE. Se a questo ci aggiungiamo che i dazi terminano anche il rent seeking estero tramite l'arbitraggio sulle valute, l'invito a delocalizzare negli USA è decisamente forte. Quello che stiamo osservando è una riorganizzazione del modello di business degli Stati Uniti e un'espressione dei propri vantaggi competitivi attraverso un dollaro più efficiente, ecco perché i vari stati del mondo stanno staccando accordi commerciali secondo i termini proposti da Trump. Questo renderà più facile il compito della FED e Powell ha fatto il suo lavoro: evidenziare il problema e buttare giù quel sistema che ha deformato l'economia statunitense. Ciò che arriverà dopo richiederà tutta una serie di altre capacità. Questo perché non sempre chi distrugge, prima, è anche un buon costruttore, poi, come ci ricordano anche Herbert, Tolkien, ecc.
LA NUOVA MAPPA DEL MONDO
La maggior parte delle volte che viene presentata la mappa del mondo, l'Europa è sempre il punto di partenza. Ora invece di aprire la mappa del mondo in questo modo predefinito, fatelo sull'oceano Pacifico. Per quanto possa essere noiosa la visuale ci sono tre grandi Paesi che si interconnettono: Russia, Cina e Stati Uniti. Questo nuovo assetto emergente serve a porre fine al sistema di estrazione di ricchezza che faceva confluire tutto a Londra e in Europa. Dopo Azerbaijan e Armenia, anche India e Cina si sono riappacificati. Cosa ha a che fare questo con suddetto nuovo assetto? Tutta la parte dell'Asia centrale è fondamentale perché la politica estera inglese ha tenuto sotto scacco la zona per centinaia di anni affinché non si integrasse. I titoli dei giornali si concentrano sul fatto che l'India, a causa della nuova politica commerciale americana, viene spinta “tra le braccia” della Cina, non che essa viene allontanata dalla sfera d'influenza inglese ed europea. Anche qui, il piano degli USA è quello di spingere l'UE e la cricca di Davos a mettere in gioco i propri di capitali per ricostruire ciò che resterà della demolizione “controllata” del tessuto socio-economico che hanno avviato nel 2020 (sulla scia della decisione epocale degli Stati Uniti di ridimensionare il mercato degli eurodollari, per la precisione la leva finanziaria spropositata in esso).
In debt based monetary system there is never enough money to satisfy the debt. This is why expression “you cannot taper a Ponzi” exists. And that is the case for Eurodollar market. So the idea the world can move from Eurodollar system to another new system without chaos/pain is… pic.twitter.com/tD1JbU4egY
— Santiago Capital (@SantiagoAuFund) September 6, 2025Il gioco di estrarre ricchezza dal contribuente americano e ottenere “pasti finanziari gratis” con cui controllare capillarmente il mondo è finito: la Francia sta vedendo sbriciolarsi il suo impero in Africa centrale, la Germania è stata tagliata fuori dall'accesso a energia a basso costo per la sua industria, il Regno Unito sta perdendo il controllo sulle assicurazioni nel commercio navale e sui saldi nel mercato del Forex, ecc. Per la ricostruzione dell'Europa o la cricca di Davos mette sul tavolo i propri capitali stipati in banche offshore, oppure Russia-Cina-USA l'affamerà dal punto di vista dei finanziamenti tanto che non potrà far altro che ricorrere alla predazione dei risparmiatori europei... almeno inizialmente. Ecco perché sono importanti gli asset congelati russi per la stabilità dei bilanci europei. Finché la Lagarde rimarrà a capo della BCE sarà questo il piano: introdurre l'euro digitale e cambiare il modo in cui hanno sinora funzionato i mercati dei titoli sovrani europei per implementare l'integrazione fiscale e la nuova emissione degli stessi sotto il comando della Commissione europea.
I mercati, però, si stanno rivoltando contro l'idea di una Germania al centro dell'UE come evidenziano soprattutto i rendimenti dei titoli sovrani. Il differenziale di rendimento tra il decennale tedesco e quello italiano, ad esempio, adesso ammonta a 87. Questo significa che alla Meloni viene data la possibilità, se “ripulisce” Roma, di far diventare l'Italia il nuovo centro dell'Unione Europea; oppure di guidare il nuovo blocco del Mediterraneo che si staccherà dagli stati europei del Nord dividendo in due ciò che rimarrà dell'attuale UE.
Sarà interessante quando il differenziale di rendimento tra i titoli sovrani italiani e quelli inglesi/francesi/tedeschi si assottiglierà fino a (chissà) un "flippening". Il messaggio del mercato obbligazionario è: gli USA hanno un occhio di riguardo nei confronti dell'Italia. pic.twitter.com/n6mZQ2gf1c
— Francesco Simoncelli (@Freedonia85) August 26, 2025La cricca di Davos, comunque, è composta da gente che non si da per vinta tanto facilmente. Ancora hanno operazioni sul suolo americano: Newsom è una di queste, Mamdani è un'altra. È una guerra che non finirà tanto presto, perché nel frattempo Trump sta usando la NATO come leva per stringere il cappio al collo di UE/UK. Adesso devono pagare se vogliono armi da inviare il quel buco nero chiamato Ucraina; così come Israele ha dovuto vedersela da solo quando ha attaccato l'Iran. Niente più pantani bellici per gli Stati Uniti in cui avrebbero speso enormi capitali solo per finanziare gli altri. E questa spero sia la miglior interpretazione di ciò che sta accadendo ora: Putin sta verificando se gli USA possono davvero tenere al guinzaglio l'UE, ricostruendo una fiducia andata persa a causa di tutte le macchinazioni nell'ombra ordite dallo Stato profondo americano.
Cina, Russia e Stati Uniti non saranno “grandi amiconi”, ma nemmeno nemici: saranno semplicemente quelle nazioni che rimodelleranno il mondo in quella che verrà ricordata come Yalta 2.0.
EFFETTI DI RETE E VALUTE
Nel campo monetario ognuno avrà il proprio sistema monetario e tale sistema sarà interoperabile. Non voglio essere qui colui che fa propaganda per altre crittovalute, ma non si può ignorare un fatto: Ripple sta emergendo come l'asset digitale da usare come mezzo di pagamento e mezzo per fornire liquidità. Ma quale sarà il collaterale? Titoli sovrani affidabili, oro, Bitcoin e altre commodity. Perché c'è questa frenesia intorno all'oro a livello di banche centrali? Perché oro e avanzo/disavanzo commerciale verranno tokenizzati a un certo punto, o attraverso una stablecoin ancorata al dollaro o attraverso Bitcoin. Per costruire un sistema del genere c'è bisogno di tempo. Perché Bitcoin ha vinto nel corso del tempo rispetto alla “concorrenza”? Effetto di rete. Perché il dollaro è la migliore valuta del mondo? Effetto di rete. Perché Tether è la stablecoin preferita per digitalizzare il dollaro a livello mondiale? Effetto di rete (400 milioni di utenti in tutto il mondo e in crescita). Qualunque sistema verrà scelto in Oriente (es. mBridge) e in Occidente essi saranno interoperabili.
Se i gold bug vogliono davvero che l'oro ritorni a essere centrale nell'attuale società, devono ficcarsi in testa che non si possono muovere centinaia di tonnellate d'oro. È per questo, tra gli altri motivi, per cui l'oro ha smesso di essere mezzo di pagamento ed è stato spostato, durante la Seconda guerra mondiale, dall'Europa agli Stati Uniti. Man mano che il mondo si sposta verso un sistema diverso, uno in cui le riserve saranno tokenizzate, la fiducia nei partner commerciali sarà determinata da cosa si deterrà in tali riserve. È, in sostanza, quello che stanno facendo adesso i cinesi: non stanno più riciclando i loro avanzi commerciali nei titoli sovrani americani, bensì in altre parti del mondo (es. comprano il nickel dall'Indonesia, ferro e carbone dall'Australia, ecc.). La Cina ha ancora una avanzo della bilancia commerciale nei confronti degli Stati Uniti, ma il suo peso nei titoli di stato americani detenuti all'estero è diminuito negli ultimi 3 anni. Dove stanno finendo quei soldi? Circolano nel resto del mondo, e più è interoperabile il sistema meno c'è bisogno di detenere riserve in valute locali... e una volta che la tokenizzazione degli asset farà il suo corso scompariranno anche le restanti frizioni che ancora si porta dietro il mondo analogico (spostare grandi capitali a livello digitale costa spiccioli).
Di nuovo, agli americani non interessa che il dollaro sia detenuto in riserva; interessa principalmente che il biglietto verde sia usato come mezzo di saldo principale nel commercio internazionale.
Bitcoin sarà collaterale, l'oro sarà collaterale, per il prestito locale e quello internazionale; entrambi saliranno di prezzo in relazione al valore nominale degli asset finanziari dove i flussi di denaro hanno imperversato per anni (es. mercato immobiliare, azionario, ecc.). Non credo che assisteremo a una deflazione dei prezzi di massa in questo sistema che si sta spostando verso una minore leva finanziaria come tutti si aspettano: gli hard asset saliranno in termini di prezzo nominale. Ora immaginate la loro inclusione nel circuito di Tether che sta integrando a più livelli gli asset del mondo reale: ciò farà lievitare anche i salari e quegli asset che da tempo immemore sono stati inseriti nelle scelte delle famiglie come “salvadanaio” (es. immobili). Infatti la possibilità di permettersi una casa è un guaio che le neonate famiglie si portano dietro da due decenni ed è qualcosa che si può risolvere o aumentando i salari, o aumentando il valore del collaterale a garanzia, o abbassando le tasse (Lutnick ha fatto sapere che uno degli obiettivi dell'attuale amministrazione è cancellare l'imposta sul reddito per coloro al di sotto dei $150.000 all'anno).
CONCLUSIONE
I mercati dei capitali rappresentano una sorta di pensiero orientato al futuro: a loro non importa del passato. Il meccanismo di prezzo dei mercati dei capitali è scontare il futuro. Quindi gli Stati Uniti mettono in ordine i loro bilanci fiscali e i soldi si muoveranno verso di essi. È una questione di domanda: chi ha gridato allo scandalo quando nella Big Beautiful Bill è stato alzato il tetto del debito non ha pensato al fatto che i $5.000 miliardi in più di titoli emessi verranno venduti e il deficit di bilancio sarà sempre più esiguo. Questa domanda arriverà sulla scia di un miglioramento delle condizioni fiscali, un rafforzamento dello Stato di diritto, un ridimensionamento dello Stato amministrativo, un abbassamento delle imposte sul reddito, uno snellimento delle normative burocratiche, un vantaggio competitivo per coloro che investiranno negli USA (detrazioni fiscali, niente dazi), ecc.
Siamo stati raggirati quando ci è stato fatto credere che quello che ci stiamo lasciando alle spalle è il migliore sistema economico di sempre. L'era del colonialismo tramite l'arbitraggio delle valute è al tramonto e sarà un mondo completamente diverso. I mercati dei metalli (oro, argento e rame principalmente) sono un indicatore potente a tal proposito, non solo il loro aumento di prezzo, ma anche la decentralizzazione delle borse valori di riferimento. Dopo il SOFR, che ha mandato in pensione i tassi d'interesse mondiali gestiti dalla City di Londra, il nuovo exchange di San Pietroburgo manderà in pensione la LBMA e la relativa manipolazione pluridecennale del mercato dell'oro fisico tramite quello sintetico. Il compito arduo che s'è sobbarcata l'amministrazione Trump è quello di smantellare la piovra della cricca di Davos mediante una determinazione dei prezzi genuina in ogni ambito economico.
È una cosa per cui rallegrarsi. Non il mondo perfetto, ma uno migliore in cui vivere e costruire.
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Bitcoin è il punto di riferimento: perché la più grande opportunità del prossimo decennio non è la DeFi
Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato fuori controllo negli ultimi quattro anni in particolare. Questa una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.
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(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/bitcoin-e-il-punto-di-riferimento)
Vorrei ribadire una citazione di Willy Woo che ho usato come apertura per il mio Bitcoin Treasuries Playbook:
La più grande opportunità fintech nel prossimo decennio non è la DeFi.
Si tratta della fusione di BTC + TradFi.
Questo riassume tutto ciò che abbiamo visto nell'ultimo ciclo: Bitcoin che si afferma come livello di base per la prossima generazione di strumenti finanziari, con le stablecoin che fungono da collegamento tra il sistema del dollaro tradizionale e quello nuovo basato sulla tecnologia finanziaria.
L'investitore miliardario e venture capital, Tim Draper, ha sottolineato il continuo predominio di Bitcoin, sostenendo che ciò a cui stiamo assistendo è un esempio di un fenomeno in cui il vincitore prende tutto:
Di recente Bitcoin ha raggiunto una quota di mercato del 61%, in aumento rispetto al 40% registrato dopo il primo ciclo di espansione e contrazione e rispetto al 50% registrato dopo l'ultimo.
C'è un'attrazione gravitazionale verso Bitcoin. Tutte le innovazioni di successo su altre piattaforme vengono ora trasferite su di esso.
Ciò è molto più importante di quanto la gente pensi.
Tutta l'innovazione iniziata con le altcoin (smart contract, applicazioni blockchain, ordinal) si sta spostando su Bitcoin.
Paragono questo fenomeno a quello di Microsoft ai tempi dei sistemi operativi.
Quando Lotus 1-2-3 decollò, Microsoft creò Excel e lo integrò nel sistema operativo. WordPerfect ebbe successo, quindi Microsoft creò Word. Poi Microsoft acquistò PowerPoint in anticipo. Tutte queste applicazioni divennero standard per l'azienda, mentre le prime startup furono marginalizzate.
Bitcoin vale $1.800 miliardi; il secondo token più grande, Ethereum, vale solo $250 miliardi. Bitcoin ora cattura la maggior parte dei programmatori.
Le cinque applicazioni davvero importanti sono basate su Bitcoin: DeFi (pagamenti peer-to-peer, trading, exchange, inclusione finanziaria, ecc.), Smart contract (trasparenza e tracciabilità della supply chain, trading di asset e monitoraggio delle risorse), Ordinal, Rune e soluzioni Layer 2 come i micropagamenti a basso costo.
Questa attrazione gravitazionale sta accelerando.
Ogni imprenditore che investe in Bitcoin ha alle spalle lo slancio dell'intero ecosistema.
Gli imprenditori intelligenti costruiscono sempre sulla piattaforma con la maggiore attrazione gravitazionale.
E quella piattaforma è Bitcoin.
Quando mi chiedono quanto varrà tra 5 anni, rispondo che varrà un bitcoin. Potrebbe essere infinito rispetto al dollaro, mentre quest'ultimo continua a essere inflazionato.
La dominanza di Bitcoin era al 61% quando Draper ha pubblicato questo post meno di una settimana fa; ora è al 64%.
Nel frattempo Ethereum continua a languire, anche se c'è chi dice che è sottovalutato e pronto per un ritorno spettacolare, ma io non lo vedo.
Come evidenziato nel Treasuries Playbook, stiamo iniziando a vedere spuntare nuove società che mettono a bilancio ETH; nella stessa relazione abbiamo menzionato SBET, che attualmente viene trattato a un prezzo addirittura inferiore rispetto a quando l'abbiamo citato per la prima volta.
Ora un miner Bitcoin, BitMine Immersion Tech (NYSE: BMNR), ha nominato Tom Lee (non il batterista dei Motley Crüe) come presidente e ha chiuso un round di finanziamento da $250 milioni per includere nel suo bilancio ETH.
BitMine è la 62esima azienda tra quelle più grandi che detengono Bitcoin sul proprio bilancio, con 161 BTC all'attivo, e non è chiaro se intendano liquidarlo per ulteriori acquisti di ETH. Io non credo.
Bit Digital (BTBT) – anch'essa ignorando il mio consiglio – abbandonerà completamente il mining di Bitcoin per “diventare un'azienda puramente Ethereum”: venderà i suoi bitcoin (che a marzo ammontavano a 742 BTC) per acquisire ETH – e venderà o chiuderà l'intera attività di mining di Bitcoin. Non abbiamo mai posseduto BTBT nel nostro portafoglio, buona fortuna a lei comunque.
Abbiamo detenuto Sol Strategies, che si è prefissata di creare una società Solana Treasury circa un anno fa, e siamo riusciti a cavalcare l'onda quasi alla perfezione, uscendo dalla nostra posizione (con un rendimento stellare del 2043%) quando ho ipotizzato che il trading di memecoin fosse terminato e che non ci sarebbe stata una stagione alternativa come quella che avevamo visto nei cicli precedenti.
Anche Sol Strategies detiene BTC in bilancio, che speravo mantenesse come punto di riferimento, ma li hanno venduti per acquistare più SOL, vicino ai massimi; nel frattempo Bitcoin ha raggiunto nuovi massimi.
Un giorno i futuri studenti di finanza potrebbero ripensare a quest'epoca e dedurre che le strategie di tesoreria possono avere successo solo quando l'asset accumulato è quello dominante, e soprattutto deve superare un ostacolo magico come il 50% di predominio sul mercato.
Deve inoltre avere un CAGR a quattro e dieci anni superiore a qualsiasi altra cosa, altrimenti non ha senso accumularlo rispetto a qualcosa con un tasso di rendimento più elevato.
In altre parole deve essere Bitcoin, altrimenti tutte le altre azioni diverse da un suo acquisto saranno inefficaci. E su questo potete contarci.
Quindi se Bitcoin è l'unica valuta disponibile per le tesorerie aziendali e per lo strato di base del sistema finanziario di nuova generazione, “perché BTC non sale?” è la domanda che sentiamo spesso sui social media...
Soprattutto dopo quel terribile crollo fino a $98.000 il 22 giugno, perdendo il livello psicologicamente importante dei $100.000 per quasi otto ore.
Le persone sono rimaste segnate in modo permanente, molto probabilmente a causa della Classe del '24.
Una delle cose su cui mi sono sbagliato durante tutto questo ciclo è che dovremmo aspettarci almeno un paio di ribassi del 30-40%.
Ma non c'è stato nulla che abbia superato il 30% da novembre 2022, quando è terminato l'inverno delle crittovalute e Bitcoin ha toccato il fondo a $16.000 (sì, davvero).
Il grafico qui sotto mostra i due principali ribassi di questo ciclo: quello dopo le approvazioni degli ETF spot e i postumi post-halving sembrano un'unica fase di rallentamento, mentre quel piccolo ghirigoro lì ad agosto si è verificato quando l'intero sistema finanziario si è spaventato dopo che la Banca del Giappone ha rovinato tutto con un rialzo a sorpresa dei tassi di interesse di soli 15 punti base in più rispetto alle aspettative.
In questa analisi del perché “il prezzo non sale”, Bitcoin Magazine ha esaminato le ondate di HODL e ha concluso che ci sono molte balene sedute su BTC che stanno ritirando i loro gettoni per vivere la bella vita, con oltre 240.000 BTC venduti da wallet che li hanno conservati per un periodo da uno a cinque anni negli ultimi mesi.
Questa vendita ha ampiamente controbilanciato l'accumulo istituzionale. Dato che l'emissione giornaliera dei miner aggiunge altri ~450 BTC al mercato, capiamo perché il prezzo abbia faticato a salire: il mercato è in uno stato di equilibrio tra domanda e offerta.Considerati gli shock sistemici e le crisi apparentemente esistenziali che si stanno verificando a un ritmo costante (l'implosione del Giappone, i rendimenti obbligazionari, la guerra in Medio Oriente, la guerra in Ucraina, ecc.), “perché Bitcoin non sale?” non è la domanda principale che mi viene in mente.
“Perché non scende di più in questi periodi?” è quello che mi sono chiesto.È possibile, anzi sembra probabile, che la struttura del mercato sia cambiata radicalmente, forse al punto che (oso dirlo?) il ciclo quadriennale potrebbe essere un ricordo del passato.
Oppure, forse, in forma più estesa, quest'altro articolo di Bitcoin Magazine esamina la media mobile a 200 giorni rispetto ai cicli precedenti, notando che:
[...] è emerso un andamento notevolmente coerente quando la media mobile a 200 giorni supera il suo precedente massimo storico. In più cicli, quando si verifica questo crossover, il prezzo di Bitcoin ha raggiunto il picco massimo o è andato molto vicino a esso.
Se questo schema dovesse reggere, sembrerebbe che il picco di questo ciclo si verificherà intorno a maggio o giugno 2026 (normalmente ci aspetteremmo che BTC raggiunga il picco del ciclo nel quarto trimestre di quest'anno, o all'inizio del 2026, se il ciclo quadriennale regge).
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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L'UE è una zona di libero scambio?
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di John Phelan
(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/lue-e-una-zona-di-libero-scambio)
Il 1° gennaio 1993 nacque il Mercato Unico Europeo. L'ottobre dell'anno precedente il Primo Ministro britannico, John Major, aveva auspicato “un mercato unico europeo di 330 milioni di persone [...]. Un mercato per i computer britannici, le automobili britanniche, le televisioni britanniche, i tessuti britannici, i servizi britannici, le competenze britanniche. La più grande area di libero scambio del mondo”.
Eliminando le barriere commerciali all'interno della Comunità Economica Europea, il Mercato Unico avrebbe stimolato il commercio, la crescita economica e, forse, l'integrazione politica. Queste speranze non si sono mai concretizzate.
Un rapporto del Fondo Monetario Internazionale di ottobre dell'anno scorso ha rilevato che, mentre il commercio intra-UE di beni è aumentato dall'11% al 24% del Prodotto interno lordo dell'Unione Europea tra il 1993 e il 2023, rispetto all'8%-15% del commercio extra-UE, il commercio intra-UE di servizi – che rappresenta il 72% del PIL dell'UE – è cresciuto esattamente allo stesso ritmo del commercio extra-UE. Infatti il commercio tra i Paesi dell'UE è meno della metà di quello tra gli Stati Uniti.
Come si spiega tutto questo? Come osserva Luis Garicano, ex-membro del Parlamento europeo nell'articolo Il mito del mercato unico: “L'FMI stima il costo nascosto degli scambi di beni all'interno dell'UE in un dazio del 45%. Per i servizi la cifra sale al 110%, superiore ai dazi imposti da Trump sulle importazioni cinesi nel ‘giorno della Liberazione’”.
“Il mercato unico che tutti pensavamo di avere è in gran parte un mito”, conclude Garicano, il quale fornisce tre ragioni per questo fallimento.
In primo luogo il principio del “riconoscimento reciproco”, il quale “afferma che tutto ciò che può essere venduto legalmente in un Paese dell'UE può essere venduto in tutti gli altri”, però “fallisce nella pratica”. Il principio “non è mai stato assoluto” e prosegue:
I trattati dell'UE [...] consentono ai Paesi di bloccare prodotti per motivi legittimi come la salute pubblica, la sicurezza, o la tutela dell'ambiente. Ma queste eccezioni avrebbero dovuto essere solo questo: eccezioni, non la regola. Il problema è il costo dell'applicazione della regola quando un Paese rivendica un'eccezione.Tra i vari esempi:
Ogni prodotto venduto ai consumatori francesi deve recare il logo nazionale di riciclaggio “Triman” e istruzioni dettagliate per la raccolta differenziata specifiche per la Francia. Le lattine di vernice di AkzoNobel soddisfano pienamente le normative UE in materia di sostanze chimiche e di contatto con gli alimenti, ma una singola lattina di vernice deve comunque recare il logo di riciclaggio Triman francese, il “Punto Verde” spagnolo e il codice alfanumerico del materiale italiano. Lo spazio su una lattina da 1 litro è così limitato che l'azienda ora detiene scorte separate per Francia, Spagna e Italia.In secondo luogo “le direttive UE non armonizzano la legislazione UE”.
“Ci sono due problemi”, scrive Garicano:
[...] in primo luogo, anziché sostituire le normative nazionali, le norme dell'UE si sovrappongono a esse. In secondo luogo, gli stati membri spesso adottano il cosiddetto “gold plating”, ovvero aggiungono ulteriori requisiti nazionali nell'attuazione delle direttive UE.
Il risultato è che, anche quando l'UE crea norme comuni (direttive o regolamenti volti ad armonizzare), spesso il risultato non è un vero mercato unico. Le nuove norme dell'UE spesso non sostituiscono quelle nazionali, ma creano invece ulteriori livelli di regolamentazione.
A titolo di esempio, propone il Regolamento generale sulla protezione dei dati:
[...] il che (nonostante si tratti di un regolamento) significa che abbiamo ancora autorità di regolamentazione a livello UE, nazionale e regionale. Nel gennaio 2022 l'autorità austriaca per la protezione dei dati ha stabilito che l'utilizzo di Google Analytics da parte di NetDoktor violava il GDPR e ha ordinato al sito di disattivare lo strumento, pena sanzioni. Poche settimane dopo l'autorità francese per la protezione dei dati (CNIL) ha emesso decisioni parallele contro tre siti web francesi, dichiarando nuovamente Google Analytics illegale e intimando a ciascun operatore di passare a un'alternativa ospitata nell'UE. Nel giugno 2022 l'autorità italiana (Garante della privacy) ha imposto lo stesso divieto a Caffeina Media, minacciando di sospendere i suoi flussi di dati verso gli Stati Uniti a meno che non avesse riprogrammato il suo stack di analisi entro novanta giorni. Un editore che opera nell'UE deve ora mantenere configurazioni di analisi separate per Austria, Francia e Italia, mentre lo stesso strumento rimane legale altrove. Il rapporto Draghi rileva che ci sono circa 90 leggi incentrate sulla tecnologia e più di 270 autorità di regolamentazione attive nelle reti digitali in tutti i Paesi dell'UE. Tanti saluti al mercato unico!Infine “la Commissione europea non sta facendo il suo lavoro nel far rispettare il mercato unico”. “[Esplicitamente] incaricata di garantire l’applicazione dei trattati”, scrive Garicano, “nei dodici mesi fino a dicembre 2024, la Commissione ha aperto solo 173 nuovi casi, ovvero solo un quarto del volume gestito un decennio fa”.
“C'è un'evoluzione paradossale nel ruolo della Commissione”, osserva, “man mano che ha assunto funzioni aggiuntive in settori come l'edilizia abitativa, la difesa e la geopolitica (la prima Commissione von der Leyen si definiva una “commissione geopolitica”), si è ritirata dal suo compito principale di controllo del mercato unico”.
Un ottimista potrebbe dedurre che il problema qui non sia l'eccesso di UE, ma la sua carenza: il Mercato Unico non ha mantenuto le sue promesse perché non è sufficientemente “unico”. Un pessimista potrebbe osservare che, se ciò non avviene da oltre trent'anni, è improbabile che inizi a breve. È improbabile che un altro rapporto o una revisione corposa possano far muovere la bilancia.
Questa è una cattiva notizia per il successore di John Major, Kier Starmer. Con il suo governo in difficoltà a meno di un anno dall'insediamento, ha cercato un nuovo accordo con l'UE per migliorare le condizioni di accesso della Gran Bretagna al Mercato Unico.
Ma i servizi rappresentano una quota relativamente alta per quanto riguarda il 54% delle esportazioni britanniche rispetto al 33% degli Stati Uniti e ad appena il 31% dell'UE, e questo è esattamente il settore in cui il Mercato Unico è una finzione. Questo probabilmente spiega l'ostinato rifiuto dell'economia britannica di crollare in seguito alla Brexit: qualsiasi piccolo vantaggio possa derivare dall'essere bloccati in un Mercato Unico con un gruppo di economie inerti si riduce ulteriormente quando ci sono elevate barriere alla vendita delle proprie esportazioni principali – barriere che non sembrano destinate a scomparire tanto presto.
Se Starmer spera che le sue nuove condizioni di accesso alla “più grande area di libero scambio del mondo” compenseranno il danno economico causato dalle disastrose politiche fiscali del suo governo, è probabile che si sbagli. È un mito.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
Supporta Francesco Simoncelli's Freedonia lasciando una mancia in satoshi di bitcoin scannerizzando il QR seguente.
Come gli inglesi hanno inventato Julian Assange
Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato fuori controllo negli ultimi quattro anni in particolare. Questa una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.
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di Richard Poe
(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/come-gli-inglesi-hanno-inventato-5c3)
QUIZ: Come ha fatto a diventare famoso Julian Assange?
RISPOSTA: Nel 2007 Assange e il suo sito web, Wikileaks, contribuirono a destabilizzare il Kenya. Assange interferì nelle elezioni generali della nazione contribuendo a innescare un bagno di sangue che uccise più di 1.100 keniani.
Assange ha ammesso apertamente il suo ruolo nella rivoluzione colorata keniota. Nel 2010 si vantò con il Guardian che Wikileaks aveva “cambiato il risultato” delle elezioni keniote del 2007. Tali operazioni, affermò Assange, facevano parte dell'“importante” “ruolo globale” di Wikileaks.
Naturalmente Assange stava esagerando, sopravvalutando la propria importanza. Ovviamente non cambiò da solo il risultato delle elezioni in Kenya. Assange ottenne questo risultato solo con l'aiuto critico di un governo sovrano. Il Kenya è un'ex-colonia britannica e la sua rivoluzione colorata del 2007 aveva tutti gli aspetti di un'operazione britannica. Consapevolmente o inconsapevolmente, Assange sincronizzò i suoi sforzi con quelli del Ministero degli esteri britannico e di George Soros. Ho già scritto in precedenza dei legami di Soros con l'establishment britannico.
Sagoma britannica?
Il 20 aprile 2019 Martin Minns del The Star (Kenya) scrisse un rapporto investigativo approfondito in cui rivelava, tra le altre cose, che Wikileaks.org era registrato a Nairobi nell'ottobre 2006. Condivideva una casella postale con Mars Group Kenya, una ONG finanziata in parte dal Dipartimento per lo sviluppo internazionale (DFID) del Regno Unito.
Mars Group Kenya è stata fondata da Mwalimu Mati e sua moglie Jayne nel dicembre 2006. Mati aveva precedentemente diretto la sede keniota di Transparency International, un gruppo “anticorruzione” finanziato da Soros con sede a Berlino.
Mati aveva quindi forti legami con il governo britannico e con la rete di ONG di Soros. Era nella posizione ideale per fungere da intermediario, da tramite, tra Assange e gli altri partecipanti all'imminente rivoluzione colorata in Kenya.
Molte prove suggeriscono che questo fu esattamente il ruolo svolto da Mati nell'operazione.
Il rapporto Kroll
Assange si vantava di aver innescato la rivoluzione colorata in Kenya del 2007 pubblicando un rapporto segreto della Kroll Associates UK Limited, una società di intelligence privata con sede a Londra. Il rapporto accusava l'ex-presidente keniota, Daniel Arap Moi, di corruzione su larga scala.
Accusando Moi, il rapporto Kroll gettò un'ombra sul presidente in carica Mwai Kibaki, che si era candidato alla rielezione con l'appoggio di Moi. Wikileaks pubblicò il rapporto Kroll il 30 agosto 2007. Il quotidiano britannico The Guardian pubblicò la notizia il giorno successivo.
Il quotidiano The Star (Kenya) citò poi Assange affermando di aver scelto la data di pubblicazione per “motivi politici”, che il rapporto trapelato “ha influenzato le elezioni” “spostando il voto del 10%” e che Assange credeva che le sue azioni avessero “cambiato il mondo”.
Rivoluzione colorata
Nonostante gli sforzi di Assange, Kibaki ottenne una vittoria risicata nel dicembre 2007. I cospiratori scatenarono quindi una rivoluzione colorata. Il loro candidato favorito, Raila Odinga, denunciò la frode elettorale. Gli inglesi sostennero Odinga; gli Stati Uniti sostennero Kibaki (inizialmente).
A poche ore dal voto, il Ministero degli esteri del Regno Unito e il Dipartimento per lo sviluppo internazionale (DFID) del Regno Unito rilasciarono una dichiarazione congiunta in cui esprimevano “reali preoccupazioni” circa possibili brogli elettorali.
Si trattava dello stesso DFID che in precedenza aveva erogato fondi iniziali al Mars Group Kenya, con cui Wikileaks condivideva una casella postale a Nairobi. Lo stesso Mars Group aveva anche fatto trapelare il rapporto Kroll ad Assange.
Assange avrebbe poi definito il rapporto Kroll il “Santo Graal del giornalismo keniota”, ma quel “Santo Graal” ebbe risultati disastrosi. Dopo due mesi di rivolte, 1.133 persone morirono, migliaia rimasero ferite, torturate, mutilate e stuprate.
Soros smascherato
I manifestanti pro-Odinga vennero finanziati e diretti dall'Open Society Initiative for East Africa (OSIEA) di George Soros, come rivelato in un articolo dell'11 novembre 2010 che scrissi per GlennBeck.com.
Alla fine i cospiratori ottennero ciò che volevano: le elezioni furono annullate. Gli arbitri internazionali negoziarono un accordo di condivisione del potere con Odinga e Kibaki. Il Kenya fu definitivamente destabilizzato, con ogni futura elezione oscurata da minacce di violenza.
Quando denunciai il ruolo di Soros nel massacro in Kenya, Glenn Beck promosse il mio articolo lo stesso giorno su Fox News, a un pubblico di milioni di persone, nel suo programma dell'11 novembre 2010.
Il gruppo di Soros nega il coinvolgimento nella violenza
Due giorni dopo, il 13 novembre, l'Open Society Initiative for East Africa (OSIEA) di Soros rimandò pubblicamente al mittente le mie accuse sul Daily Nation di Nairobi.
Il 20 novembre 2010 Murithi Mutiga, scrivendo sul Sunday Nation di Nairobi, accusò Glenn Beck di aver cercato di danneggiare l'allora presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, attaccando uno dei suoi principali sostenitori, George Soros.
Lo stesso Mutiga ricopre ora il ruolo di “Direttore del programma per l'Africa” per l'International Crisis Group, una ONG co-fondata e ampiamente finanziata da Soros.
L'enigma di Assange
Voglio essere chiaro. Non ho una teoria ben delineata su Julian Assange. Non so perché sia stato arrestato nel 2010, né riesco a immaginare perché sia stato improvvisamente liberato di recente. Sembra che a un certo punto sia caduto in disgrazia con i suoi referenti britannici; sembra anche che gli inglesi fossero determinati a impedire ad Assange di parlare con gli americani, per qualche motivo. Forse sapeva troppo... Alla fine Assange potrebbe essere diventato un martire della libertà di parola, proprio come lo dipingono i mass media (anche se forse per ragioni diverse). La verità è che non lo so per davvero.
Ciò che posso affermare con certezza è che le origini di Wikileaks sono a dir poco dubbie. I servizi segreti britannici usarono chiaramente la neonata Wikileaks come piattaforma per fomentare la crisi elettorale del 2007 in Kenya. Qualunque sia la strada che Assange ha scelto di seguire negli anni successivi, lui e Wikileaks devono il loro primo grande successo a rapporti segreti con il governo britannico.
Chi volesse approfondire l'argomento farebbe bene a iniziare con un'attenta lettura del rapporto investigativo del 2019 di Martin Minns, già citato, pubblicato su The Star (Kenya).
Guerra psicologica britannica
Quando Assange scelse di intromettersi in quelle elezioni, fu inevitabilmente coinvolto nella sfera operativa di George Soros. Per saperne di più su Soros e le sue rivoluzioni colorate, si veda The Shadow Party che ho scritto insieme a David Horowitz.
Allo stesso modo, l'interesse di Assange per il “cambiamento” rivoluzionario lo ha inevitabilmente trascinato nelle braccia dei servizi segreti britannici. La rivoluzione colorata è una loro vecchia specialità. La praticano da secoli. Una parte fondamentale della strategia britannica è stata quella di reclutare aspiranti rivoluzionari ingenui e creduloni – come Karl Marx e Lev Trotsky – e addestrarli a fungere da agenti di influenza per il loro Impero. Immagino che la carriera di Assange abbia seguito una traiettoria simile.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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Le leggi dell'UE sul comparto tecnologico erigono una cortina di ferro digitale
Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato fuori controllo negli ultimi quattro anni in particolare. Questa una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.
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(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/le-leggi-dellue-sul-comparto-tecnologico)
Negli ultimi decenni l'Europa ha creato ben poco di realmente rilevante in termini di piattaforme tecnologiche, social network, sistemi operativi, o motori di ricerca. Al contrario, ha creato un ampio apparato normativo progettato per limitare e punire chi ha effettivamente innovato.
Invece di produrre alternative ai giganti tecnologici americani, l'UE ha scelto di soffocare quelle esistenti attraverso normative come il Digital Services Act (DSA) e il Digital Markets Act (DMA).
Il DSA mira a controllare i contenuti e il funzionamento interno delle piattaforme digitali, richiedendo la rapida rimozione dei contenuti ritenuti “inappropriati”, in quella che equivale a una forma moderna di censura, nonché la divulgazione del funzionamento degli algoritmi e restrizioni sulla pubblicità mirata. Il DMA, a sua volta, cerca di limitare il potere dei cosiddetti gatekeeper, costringendo aziende come Apple, Google, o Meta ad aprire i propri sistemi ai concorrenti, a evitare preferenze personali e a separare i flussi di dati tra i prodotti.
Queste due normative avranno un impatto maggiore sulle aziende tecnologiche statunitensi rispetto a qualsiasi legislazione nazionale, in quanto si tratta di norme emanate a Bruxelles ma applicate alle aziende americane in modo extraterritoriale. E vanno ben oltre le sanzioni: impongono modifiche strutturali alla progettazione di sistemi e funzionalità, qualcosa che nessuno stato dovrebbe imporre alle imprese private straniere.
Nell'aprile 2025 Meta è stata multata di €200 milioni ai sensi del Digital Markets Act per aver presumibilmente imposto un modello “consenso o pagamento” agli utenti europei di Facebook e Instagram, senza offrire una vera alternativa. Oltre alla multa è stata costretta a separare i flussi di dati tra le piattaforme, compromettendo così il sistema di pubblicità personalizzata che sostiene la sua redditività. Si è trattato di una palese interferenza nel suo modello di business.
Nello stesso mese Apple è stata multata di €500 milioni per aver impedito a piattaforme come Spotify di informare gli utenti su metodi di pagamento alternativi al di fuori dell'App store. L'azienda è stata costretta a rimuovere queste restrizioni, aprendo iOS ad App store esterni e sistemi di pagamento concorrenti. Ancora una volta, si è trattato di un'intrusione indesiderata e di un attacco diretto al modello basato sull'esclusività dell'ecosistema Apple.
Anche altre aziende come Amazon, Google, Microsoft e persino X sono sotto esame; quest'ultima è stata particolarmente colpita dalle norme DSA, essendo stata oggetto di un'indagine formale nel 2023 per presunta inosservanza delle norme sulla moderazione dei contenuti.
Le Big Tech, per loro stessa natura, rappresentano il bersaglio primario e mirato di questo nuovo quadro giuridico europeo. Queste aziende operano su scala globale, si basano su modelli di business incentrati sulla raccolta e la monetizzazione dei dati, integrano verticalmente più livelli dell'ecosistema digitale e detengono posizioni dominanti in settori chiave come i motori di ricerca, i social network e i sistemi operativi.
Con circa 450 milioni di consumatori e un elevato potere d'acquisto a livello digitale, l'UE è il secondo mercato più grande al mondo in tale settore. Per le Big Tech lasciare l'Europa non è un'opzione ed è proprio da qui che Bruxelles trae il suo potere: imponendo regole rigide, impone cambiamenti a livello globale, poiché mantenere diverse versioni di un prodotto per ogni regione è costoso e tecnicamente irrealizzabile. In questo modo, l'Unione Europea diventa di fatto un legislatore mondiale, esportando la sua visione normativa al resto del mondo.
Pur vivendo in realtà istituzionali diverse, europei e americani condividono valori fondamentali: libertà individuale, iniziativa privata e innovazione aperta. È in nome di questi valori che devono ora percorrere un percorso comune di resistenza a questa eccessiva regolamentazione, riaffermando un'alleanza transatlantica in difesa dell'innovazione, della sovranità digitale e della libertà stessa.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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Il modello sottostante
Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato fuori controllo negli ultimi quattro anni in particolare. Questa una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.
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(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/il-modello-sottostante)
L'Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID) si è a lungo presentata come l'organizzazione umanitaria americana che forniva assistenza ai Paesi in via di sviluppo. Con un budget annuale di quasi $40 miliardi e operazioni in oltre 100 Paesi, rappresenta una delle più grandi istituzioni di aiuti umanitari al mondo. Recenti rivelazioni ne svelano la vera natura, qualcosa di molto più sistematico: un architetto della coscienza globale. Basti pensare che Reuters, una delle fonti di informazione più affidabili al mondo, ha ricevuto finanziamenti dalla USAID per i programmi “Inganno sociale su larga scala” e “Difesa contro l'ingegneria sociale”. Sebbene vi sia dibattito sull'esatta portata di questi programmi, le implicazioni sono sconcertanti: una divisione di una delle fonti più affidabili al mondo per un'informazione oggettiva è stata pagata da un'agenzia governativa statunitense per la costruzione di una realtà sistemica. Questo finanziamento va oltre il tradizionale supporto ai media, rappresentando un'infrastruttura deliberata per l'inquadramento del discorso che sfida fondamentalmente il concetto di informazione “oggettiva”.
Fonte: database USASpending.govMa c'è di più. In quello che sembra un complotto alla Michael Crichton nella vita reale però, le recenti rivelazioni sulla USAID mostrano una portata sbalorditiva di controllo delle narrazioni. Prendiamo Internews Network, una ONG finanziata dall'USAID che ha investito quasi mezzo miliardo di dollari ($472,6 milioni) attraverso una rete segreta, “collaborando” con 4.291 testate giornalistiche. In un solo anno hanno prodotto 4.799 ore di trasmissioni che hanno raggiunto fino a 778 milioni di persone e “formato” oltre 9.000 giornalisti. Non si tratta solo di finanziamenti: è un'infrastruttura sistematica di manipolazione della coscienza.
Le rivelazioni mostrano che la USAID finanzia sia la ricerca “guadagno di funzione” del laboratorio di Wuhan, sia i media che avrebbero modellato la storia attorno a ciò che ne sarebbe emerso; sostenendo organizzazioni che avrebbero fabbricato prove per l'impeachment; finanziando sia i sistemi elettorali che facilitano i risultati, sia i fact-checker che determinano quali discussioni su quali risultati siano consentiti. Ma queste rivelazioni indicano qualcosa di molto più significativo della semplice corruzione.
Non sono emerse dal nulla: provengono da dichiarazioni di sovvenzioni governative, richieste FOIA e documenti ufficiali che non vengono nemmeno nascosti, ma semplicemente ignorati. Come ha osservato il mio vecchio amico Mark Schiffer: “Le verità più importanti oggi non possono essere dibattute: devono essere percepite come totalità”. Il modello, una volta visto, non può essere ignorato. Alcuni potrebbero mettere in discussione i metodi del DOGE, o il ritmo rapido di queste rivelazioni, e queste preoccupazioni costituzionali meritano una discussione seria. Ma questo è un discorso a parte rispetto a ciò che questi documenti rivelano. Le rivelazioni stesse, documentate in documenti ufficiali e dichiarazioni di sovvenzioni, sono innegabili e dovrebbero sconvolgere chiunque tenga alla verità. I mezzi con cui vengono rivelate contano molto meno di ciò che viene rivelato: una delle più grandi operazioni di controllo della narrazione ufficiale della storia.
Nessun ambito è immune – mercati, tecnologia, cultura, salute e, ovviamente, media – e troverete lo stesso schema. Le agenzie di intelligence sono profondamente radicate in ogni ambito, perché plasmare il modo in cui percepiamo la realtà è più potente che controllare la realtà stessa.
Proprio come la moneta fiat ha sostituito il valore reale con il valore dichiarato, ora vediamo lo stesso schema ovunque: la scienza fiat sostituisce l'indagine scientifica con conclusioni predeterminate, la cultura fiat sostituisce lo sviluppo organico con un'influenza gestita, la storia fiat sostituisce l'esperienza vissuta con narrazioni costruite. Viviamo in un'era in cui tutto è fiat – dove la realtà stessa viene dichiarata, non scoperta. E proprio come si crea scarsità artificiale nei sistemi monetari, vengono fabbricate false scelte ovunque, presentandoci binari artificiali che oscurano la vera complessità del nostro mondo. Come ha scritto Schiffer, la realtà non richiede più consenso, solo coerenza. Ma c'è una distinzione cruciale: la vera coerenza emerge naturalmente in più ambiti, riflettendo verità più profonde che non possono essere fabbricate. La coerenza imposta dalla gestione della percezione non è la verità: è un discorso controllato progettato per la coerenza, non per la scoperta. I conti della USAID forniscono ora una prova concreta di come si costruisce questa coerenza artificiale: una realtà programmata in cui l'apparenza della logica è più importante della sostanza effettiva.
Non si tratta solo di abbinamento di schemi, ma di previsione di schemi. Proprio come gli algoritmi imparano a riconoscere e anticipare schemi comportamentali, coloro che comprendono l'architettura di questo sistema possono prevederne le mosse successive prima che vengano eseguite. La questione non è se qualcosa sia “vero” o “falso”, ma capire come i flussi di informazioni plasmano la coscienza stessa.
Per comprendere quanto tutto questo vada in profondità, esaminiamone la metodologia. Come la Dott.ssa Sherri Tenpenny e altri hanno meticolosamente documentato attraverso richieste FOIA e divulgazioni di sovvenzioni governative, lo schema emerge attraverso due vettori di controllo principali:
Controllo delle informazioni
• Da $20.000 a $24.000 all'anno a Politico per gli abbonamenti a E&E News (che, come nota la Tenpenny, faticava a pagare gli stipendi senza questo finanziamento);
• Pagamenti consistenti al New York Times;
• Finanziamenti diretti a BBC Media Action;
• $4,5 milioni al Kazakistan per combattere la “disinformazione”.
Salute e sviluppo sociale
• $84 milioni alle iniziative sanitarie della Clinton Foundation;
• $100 milioni per la cura dell'AIDS in Ucraina;
• Finanziamenti per programmi contraccettivi nei Paesi in via di sviluppo.
Programmazione culturale
• $20 milioni a Sesame Street in Iraq;
• $68 milioni al World Economic Forum;
• $2 milioni per il cambio di sesso e l'attivismo LGBT in Guatemala;
• Iniziative culturali globali (milioni di dollari distribuiti tra programmi LGBTQ in Serbia, progetti su criteri DEI in Irlanda, arti transgender in Colombia e Perù, e promozione del turismo in Egitto).
Ciò che emerge non è solo un elenco di spese, ma un modello per l'architettura della realtà globale: dal Kazakistan all'Irlanda, dalla Serbia al Perù, dal Vietnam all'Egitto, non c'è un angolo del mondo che non sia toccato da questo sistema. Non si tratta semplicemente di una distribuzione di risorse, ma di un'infrastruttura strategica di influenza globale. Ogni allocazione, che si tratti di organi di informazione, iniziative sanitarie, o programmi culturali, rappresenta un nodo attentamente posizionato in una rete progettata per plasmare la percezione in molteplici ambiti. Innanzitutto controllare il flusso di informazioni attraverso i finanziamenti ai media, poi stabilire la legittimità attraverso programmi sanitari e di sviluppo sociale, infine rimodellare le strutture sociali attraverso la programmazione culturale. L'obiettivo finale non è solo influenzare ciò che le persone pensano, ma determinare i confini di ciò che può essere pensato, e farlo su scala planetaria.
Per coloro che studiano l'architettura della censura, come Mike Benz documenta da anni, nulla di tutto ciò è una sorpresa. È una simmetria perfetta: sapevamo della censura, ora ne vediamo i confini. Una mano imbocca con gli argomenti di discussione, l'altra con i soldi dei contribuenti. Queste non sono ipotesi; sono fatti documentati. Persino il database dei finanziamenti di Wikipedia contiene oltre 45.000 segnalazioni legate alla USAID, molte delle quali descrivono dettagliatamente corruzione, influenza mediatica e manipolazione finanziaria. Le prove sono sempre state lì, ma sono state ignorate, respinte o sepolte sotto lo stesso apparato di fact-checking che la USAID finanzia. Non si trattava di teorie assurde, erano avvertimenti, e ora finalmente abbiamo i numeri.
E non si limita a controllare le informazioni, la USAID non si limita a plasmare le rappresentazioni mediatiche, ma finanzia anche i sistemi che le applicano. Benz ha lanciato una notizia bomba: la USAID eroga allo sponsor del gruppo che controlla i procuratori finanziati da Soros il doppio ($27 milioni) di quanto eroga Soros stesso ($14 milioni). Non si tratta dell'influenza di un miliardario, ma dell'applicazione, sostenuta dallo stato, di resoconti falsi. La stessa rete che determina cosa si può pensare, determina anche chi persegue i reati, quali leggi vengono applicate e chi ne subisce le conseguenze.
Fonte: WikileaksL'influenza della USAID non si limita al finanziamento del controllo dei media, ma si estende anche all'interferenza politica diretta. Non si è limitata a inviare aiuti al Brasile: ha finanziato la censura, sostenuto attivisti di sinistra e contribuito a truccare le elezioni del 2022 contro Bolsonaro.
Benz ha rivelato che l'agenzia ha condotto una “guerra santa per la censura”, sopprimendo sistematicamente i sostenitori di Bolsonaro online e rafforzando al contempo le voci dell'opposizione. Milioni di dollari sono confluiti in ONG che promuovevano la propaganda di sinistra, tra cui il Felipe Neto Institute, che ha ricevuto finanziamenti dagli Stati Uniti mentre gli alleati di Bolsonaro venivano rimossi dalle piattaforme social. La USAID ha anche finanziato gruppi di attivisti in Amazzonia, ha finanziato campagne mediatiche volte a manipolare l'opinione pubblica e ha convogliato denaro in organizzazioni brasiliane che spingevano per una regolamentazione più severa di Internet.
Non si è trattato di aiuti, ma di interferenza elettorale mascherata da promozione della democrazia. La USAID ha utilizzato i soldi delle tasse americane per decidere il futuro del Brasile, e probabilmente ha utilizzato tattiche simili in molti altri Paesi, il tutto sotto le mentite spoglie dell'assistenza umanitaria.
E non solo all'estero. Mentre i difensori della USAID sostengono che sia uno strumento di beneficenza e sviluppo nelle nazioni povere, le prove suggeriscono qualcosa di molto più insidioso: è un motore da $40 miliardi per un cambio di governo all'estero, e ora le prove indicano il suo coinvolgimento nella stessa azione in patria. Insieme alla CIA la USAID ha avuto un ruolo nell'impeachment di Trump del 2019, un tentativo illegale di ribaltare un'elezione statunitense utilizzando gli stessi strumenti di manipolazione della percezione e ingegneria politica che impiega all'estero.
Sinistra contro destra, vaccinati contro non vaccinati, Russia contro Ucraina, credenti contro scettici (su qualsiasi argomento): queste false dicotomie servono a frammentare la nostra comprensione, mentre la realtà stessa è molto più sfumata e multidimensionale. Ogni crisi artificiale genera non solo reazioni, ma reazioni a quelle reazioni, creando infiniti strati derivativi costruiti su fondamenta artificiali.
Il vero potere non sta nel fabbricare singoli fatti, ma nel creare sistemi in cui i falsi fatti si autoalimentano. Quando un fact-checker cita un altro fact-checker che cita una “fonte attendibile” finanziata dalle stesse entità che finanziano i fact-checker, lo schema diventa chiaro. La verità non sta in una singola affermazione, ma nel riconoscere come le affermazioni interagiscono per creare un sistema chiuso di realtà artificiale.
Prendiamo ad esempio il dibattito sui vaccini a mRNA: lo schema si manifesta prima della spiegazione, ovvero le persone discutono appassionatamente dell'efficacia senza rendersi conto che l'intero quadro è stato costruito ad hoc. Prima si finanzia la ricerca, poi si finanziano i media per dare forma alla narrazione. Anche gli scettici spesso cadono nella trappola, discutendo sui tassi di efficacia pur accettandone la premessa di base. Nel momento in cui si discute di “efficacia di un vaccino”, si è già perso: si sta usando il loro quadro di riferimento per discutere di quella che è, in realtà, una terapia genica sperimentale. Accettando la loro terminologia, i loro parametri, la loro impostazione della discussione stessa, si sta giocando nella loro realtà costruita. Ogni livello di controllo è progettato non solo per influenzare le opinioni, ma per strutturare preventivamente il modo in cui tali opinioni possono essere formate.
Come imparare a riconoscere una foto truccata o a percepire una nota stonata in una musica, sviluppare un rilevatore di sciocchezze affidabile richiede il riconoscimento di schemi. Una volta che si inizia a vedere come vengono costruite le narrazioni – come il linguaggio viene usato come arma, come vengono costruiti i quadri di riferimento – cambia la lente con cui si guarda il mondo intero. Le stesse agenzie di intelligence che si insinuano in ogni ambito che plasma la nostra comprensione non solo controllano il flusso di informazioni, ma programmano anche il modo in cui elaboriamo quelle informazioni stesse.
Il teatro ricorsivo si svolge in tempo reale. Quando la USAID ha annunciato tagli ai finanziamenti, BBC News si è affrettata ad amplificare le preoccupazioni umanitarie con titoli drammatici su pazienti affetti da HIV e vite in pericolo. Cosa non ha menzionato nei suoi reportage? La USAID è il loro principale finanziatore: finanzia BBC Media Action con milioni di dollari in pagamenti diretti. Guardate come il sistema si protegge: il principale beneficiario dei finanziamenti mediatici della USAID crea propaganda emotiva sull'importanza di quest'ultima, offuscando al contempo il suo rapporto finanziario nei suoi reportage.
Fonte: Lindsay Penny (sinistra), sito web della BBC (destra)Questa autodifesa istituzionale illustra uno schema ricorrente: le organizzazioni finanziate per la costruzione della realtà si proteggono attraverso strati di depistaggio. Quando vengono presentate prove, l'apparato di fact-checking finanziato da questi stessi sistemi entra in azione. Vi diranno che questi pagamenti erano per “abbonamenti” standard, che i programmi che promuovono l'ideologia di genere riguardano in realtà solo “uguaglianza e diritti”. Ma quando la USAID assegna $2 milioni all'Asociación Lambda in Guatemala per “assistenza sanitaria all'affermazione di genere” – soldi spesi per interventi chirurgici, terapia ormonale e consulenza – quegli stessi difensori omettono opportunamente i dettagli, confondendo il confine tra advocacy e intervento diretto. Le stesse organizzazioni finanziate per l'architettura sociale sono quelle che vi dicono che non esiste alcuna architettura sociale. È come chiedere all'incendiario di indagare sull'incendio.
Come personaggi di una grande produzione cinematografica, vedo vecchi amici che ancora si fidano di istituzioni come il New York Times. Anche questa esposizione diventa un potenziale nodo del sistema: l'atto stesso di rivelare i meccanismi del controllo potrebbe essere anticipato, un altro strato del teatro ricorsivo. Nei miei precedenti lavori sulla tecnocrazia, ho esplorato come il nostro mondo digitale si sia evoluto ben oltre la cupola fisica di Truman Burbank. Il suo mondo aveva muri visibili, telecamere e incontri programmati: una realtà costruita da cui poteva teoricamente fuggire raggiungendone i confini. La nostra prigione è più sofisticata: niente muri, niente limiti visibili, solo un contenimento algoritmico che plasma il pensiero stesso. Truman doveva solo navigare abbastanza lontano per trovare la verità. Ma come si fa a navigare oltre i confini della percezione quando l'oceano stesso è programmato?
Certo, la USAID ha fatto del buon lavoro, ma lo ha fatto anche Al Capone con le sue mense popolari. Proprio come l'opera di beneficenza del famigerato gangster lo ha reso intoccabile nella sua comunità, i programmi di aiuto della USAID creano una parvenza di benevolenza che rende politicamente impossibile mettere in discussione la loro agenda. La filantropia di facciata è da tempo uno strumento utilizzato dai potenti per proteggersi dallo scrutinio. Prendiamo in considerazione Jimmy Savile: un celebre filantropo il cui impegno caritatevole gli ha garantito l'accesso a ospedali e bambini vulnerabili, mentre commetteva crimini indicibili in piena vista. La sua immagine, attentamente costruita, lo ha reso irreprensibile per decenni, proprio come la benevolenza istituzionale ora funge da strato protettivo per le operazioni di influenza globale. La vera funzione di organizzazioni come la USAID non è solo l'assistenza: è l'architettura sociale, la formazione della mente e il riciclaggio di denaro dei contribuenti attraverso una rete intricata di ONG e fondazioni.
Questo inganno stratificato si autoalimenta: ogni livello di realtà artificiale è protetto da un altro livello di autorità istituzionale. Queste istituzioni non si limitano a raccontare storie; plasmano l'infrastruttura attraverso la quale le narrazioni vengono diffuse. Per quel che vale, credo che la maggior parte degli strumenti siano di per sé neutrali. Gli stessi sistemi digitali che consentono la sorveglianza di massa potrebbero rafforzare la sovranità individuale. Le stesse reti che centralizzano il controllo potrebbero facilitare la cooperazione decentralizzata. La questione non è la tecnologia in sé, ma se venga impiegata per concentrare o distribuire il potere.
Questa consapevolezza non è nata dal nulla. Coloro che per primi hanno intuito questa artificialità sono stati liquidati come complottisti. Abbiamo notato il coordinamento tra i canali, la strana sincronicità dei messaggi, il modo in cui alcune storie venivano amplificate mentre altre sparivano. Ora abbiamo le prove che mostrano esattamente come quella manipolazione era finanziata e orchestrata.
Conosco intimamente questo viaggio di scoperta. Quando ho iniziato a comprendere i pericoli della tecnologia mRNA, ci ho messo tutto il mio impegno: ho contattato la talentuosissima regista Jennifer Sharp e l'ho aiutata con Anecdotals, il suo documentario sui danni da vaccino. Ero pronto a dare tutto per questa causa, ma poi ho iniziato a guardare oltre. Ho iniziato a vedere come il COVID potesse essere stato un crimine progettato per introdurre le valute digitali delle banche centrali. Più approfondivo l'analisi, più mi rendevo conto che non si trattava di inganni isolati, ma facevano parte di un sistema di controllo più ampio. Il tessuto stesso di ciò che pensavo fosse reale ha iniziato a dissolversi.
Ciò che mi ha turbato di più è stato vedere quanto profondamente la programmazione si basi sull'imitazione. Gli esseri umani sono creature imitative per natura: è così che impariamo, è così che costruiamo la cultura. Ma questa tendenza naturale è stata trasformata in un'arma. Presentavo agli amici studi sottoposti a revisione paritaria, prove documentate, connessioni storiche, solo per vederli rispondere con punti di vista tratti dai media aziendali. Non che non fossero d'accordo, ma non elaboravano nemmeno le informazioni. Stavano confrontando modelli con cronache pre-approvate, esternalizzando il loro pensiero a “esperti fidati” che erano a loro volta intrappolati nella stessa rete di percezioni artificiali. In quel momento ho capito: nessuno di noi sa nulla di certo, stiamo tutti imitando ciò per cui siamo stati programmati. Credere è conoscenza autorevole.
La sfida non è solo smascherare un singolo inganno, ma comprendere come questi sistemi funzionino insieme in modi complessi e non lineari. Quando ci concentriamo sui singoli fili, ci sfugge il disegno più ampio. Come tirare un filo da un maglione e vederlo sfilacciarsi, alla fine ci rendiamo conto che non c'era nessun maglione in primo luogo, ma solo un'illusione intricata. Proprio come un ologramma contiene l'immagine completa in ogni frammento, ogni pezzo di questo sistema riflette il progetto più ampio per la costruzione della realtà.
Pensate ai $34 milioni a Politico: non si tratta solo di un flusso di finanziamenti, ma di una rivelazione olografica dell'intero sistema. Non si tratta solo del fatto che Politico abbia ricevuto denaro; è che questa singola transazione contiene l'intero progetto di gestione della percezione. Il pagamento stesso è un microcosmo: un'agenzia di stampa in difficoltà, finanziamenti governativi, controllo narrativo... ogni elemento riflette il tutto. Questo sistema ricorsivo si protegge attraverso strati di auto-validazione. Quando i critici sottolineano la parzialità dei media, i fact-checker finanziati dallo stesso sistema la etichettano come “già confutata”. Quando i ricercatori mettono in discussione i resoconti ufficiali, le riviste finanziate dagli stessi interessi ne respingono il lavoro. Persino il linguaggio della resistenza – “dire la verità al potere”, “combattere la disinformazione”, “proteggere la democrazia” – è stato cooptato e trasformato in un'arma dallo stesso sistema che avrebbe dovuto sfidare.
La storia del COVID incarna questa manipolazione sistemica. Quella che era iniziata come una crisi di salute pubblica si è trasformata in un esperimento globale di controllo narrativo, dimostrando quanto rapidamente le popolazioni potessero essere rimodellate attraverso messaggi coordinati, autorità istituzionale e paura trasformata in un'arma. La pandemia non riguardava solo un virus; era una dimostrazione di come la cognizione umana potesse essere progettata in modo completo: un singolo nodo che rivelava la vera portata e ambizione della manipolazione del dibattito pubblico.
Pensate al ciclo: i contribuenti americani hanno inconsapevolmente finanziato la crisi stessa, poi hanno pagato di nuovo per essere ingannati al riguardo. Hanno pagato per lo sviluppo della ricerca sul “Guadagno di funzione”, poi hanno pagato di nuovo per la comunicazione che li avrebbe convinti ad accettare mascherine, lockdown e interventi sperimentali. Il sistema è così sicuro del suo controllo psicologico che non si preoccupa nemmeno più di nascondere le prove.
Come ho documentato nella serie Ingegnerizzare la realtà, questo quadro per la gestione della coscienza è molto più profondo di quanto la maggior parte delle persone possa immaginare. Le rivelazioni della USAID non sono episodi isolati: sono scorci di un vasto sistema di progettazione sociale in funzione da decenni. Quando la stessa agenzia che finanzia i fact-checker paga apertamente per “l'inganno sociale”, quando le vostre fonti di informazione fidate ricevono pagamenti diretti per “l'architettura sociale”, il quadro stesso di ciò che consideriamo “reale” inizia a sgretolarsi.
Non stiamo solo osservando lo svolgersi degli eventi: stiamo osservando le reazioni agli eventi artificiali, e poi le reazioni a quelle reazioni, creando una regressione infinita di significati derivati. Le persone formano posizioni appassionate su questioni che sono state costruite, poi altri si definiscono in opposizione a quelle posizioni. Ogni livello di reazione alimenta la fase successiva di consenso orientato. Ciò a cui stiamo assistendo non è solo la diffusione di realtà costruite, ma l'architettura stessa delle tendenze culturali e geopolitiche. Le tendenze artificiali generano reazioni autentiche, che a loro volta generano controreazioni, finché non avremo costruito intere società che rispondono a un teatro attentamente orchestrato. Gli ingegneri sociali non stanno solo orientando le convinzioni individuali, ma stanno rimodellando le fondamenta stesse del modo in cui gli esseri umani danno un senso al mondo.
Queste rivelazioni sono solo la punta dell'iceberg. Chiunque presti attenzione alla profondità e alla depravazione della corruzione sa che questo è solo l'inizio. Con l'emergere di ulteriori informazioni, l'illusione di neutralità, di benevolenza, di istituzioni che agiscono nell'interesse pubblico, crollerà. Nessuno che si impegni veramente con queste informazioni se ne va con una rinnovata fiducia nel sistema. Il cambiamento sta avvenendo solo in una direzione: alcuni più velocemente di altri, ma nessuno in senso inverso. La vera domanda è: cosa succede quando una massa critica raggiunge il punto in cui la sua comprensione del mondo crolla? Quando si renderanno conto che i documenti che plasmano la loro percezione non sono mai stati organici, ma costruiti? Alcuni si rifiuteranno di guardare, preferendo la comodità al confronto, ma per coloro che sono disposti ad affrontarlo, non si tratta solo di corruzione: riguarda la natura stessa della realtà che pensavano di abitare.
Le implicazioni sono sconcertanti non solo per la consapevolezza individuale, ma per la nostra stessa capacità di funzionare come repubblica. Come possono i cittadini prendere decisioni informate quando la realtà stessa è stata frammentata in storie costruite in competizione tra loro? Quando le persone scopriranno che le loro convinzioni più profonde sono state plasmate, che le loro cause appassionate sono state scritte, che persino i loro interessi e gusti culturali sono stati curati, che le loro opposizioni a certi sistemi erano state previste e progettate... cosa rimane dell'esperienza umana autentica?
Ciò che sta per accadere ci porrà di fronte a una scelta: o ritirarci in una comoda negazione, liquidando le prove come “complotti della destra”, o affrontare la sconvolgente consapevolezza che il mondo che pensavamo di abitare non è mai esistito. La mia ricerca degli ultimi anni indica attività ben più nefaste che devono ancora essere svelate: operazioni così atroci che molti si rifiuteranno di elaborarle.
Come ho scritto nell'articolo La seconda Matrix, c'è sempre il rischio di cadere in un altro strato di risveglio controllato. Ma il rischio maggiore sta nel pensare troppo in piccolo, nell'ancorarci a un singolo filo di comprensione. Le rivelazioni della USAID non riguardano solo la rivelazione del ruolo di un'agenzia nel plasmare la realtà, ma anche il riconoscimento di come i nostri stessi schemi di pensiero siano stati colonizzati da strati ricorsivi di realtà artificiale.
Questa è la vera crisi del nostro tempo: non solo la manipolazione della realtà, ma la frammentazione della coscienza umana stessa. Quando le persone comprendono che le loro convinzioni, le loro cause e persino le loro resistenze sono state plasmate all'interno di questo sistema, sono costrette ad affrontare la domanda più profonda: cosa significa riappropriarsi della propria mente?
Ma ecco cosa non vogliono che voi capiate: vedere attraverso questi sistemi è profondamente liberatorio. Quando capite come è costruita la realtà, non siete più vincolati dai suoi confini artificiali. Non si tratta solo di smascherare l'inganno, ma di liberare la coscienza stessa da limitazioni artificiali.
Il gioco potrebbe essere finito nell'operazione di architettura della realtà della USAID, ma la sfida più profonda sta nel ricostruire il significato in un mondo in cui il tessuto stesso della realtà è stato intrecciato con fili artificiali. La scelta che ci troviamo di fronte non è solo tra una comoda illusione e una scomoda verità. Il vecchio sistema richiedeva la convalida prima della fede. La nuova realtà richiede qualcosa di completamente diverso: la capacità di riconoscere gli schemi prima che siano ufficialmente confermati, di percepire coerenza in più ambiti, di uscire completamente dal gioco creato. Non si tratta di schierarsi nei loro binari costruiti, ma di vedere l'architettura stessa del modello.
Come si manifesta questa liberazione in pratica? Significa cogliere il modello di una crisi costruita prima che si manifesti completamente; significa riconoscere come eventi apparentemente non correlati – un crollo bancario, un'emergenza sanitaria, un movimento sociale – siano in realtà nodi della stessa rete di controllo; significa comprendere che la vera sovranità non consiste nell'avere tutte le risposte, ma nello sviluppare la capacità di percepire la rete di inganni prima che si consolidi in una realtà apparente. Perché il potere supremo non sta nel conoscere ogni risposta, ma nel rendersi conto quando la domanda stessa è stata progettata per intrappolarci all'interno del paradigma costruito.
Man mano che sviluppiamo questa capacità di riconoscimento dei modelli – questa capacità di vedere attraverso la manipolazione algoritmica – il significato stesso dell'essere umano si evolve. Mentre questi sistemi di infrastrutture ideologiche crollano, il nostro compito non è solo preservare il risveglio individuale, ma proteggere e nutrire gli elementi più consapevoli dell'umanità. La liberazione definitiva non consiste solo nel vedere attraverso l'inganno, ma nel preservare la nostra umanità in un mondo di percezione strettamente controllata.
Mentre questi sistemi di modellazione della realtà crollano, abbiamo un'opportunità senza precedenti di riscoprire ciò che è reale, non attraverso le loro strutture artificiali, ma attraverso la nostra esperienza diretta della verità. Ciò che è autentico non è sempre ciò che è organico: in un mondo mediato, autenticità significa scelta consapevole piuttosto che reazione inconscia; significa comprendere come si plasmano le nostre menti, mantenendo al contempo la nostra capacità di connessione autentica, espressione creativa ed esperienza diretta. Gli elementi più umani – amore, creatività, intuizione, scoperta autentica – diventano più preziosi proprio perché sfidano il controllo algoritmico. Queste sono le ultime frontiere della libertà umana: le forze imprevedibili e non quantificabili che non possono essere ridotte a dati o modelli comportamentali.
La battaglia finale non è solo per la verità, ma per lo spirito umano stesso. Un sistema in grado di progettare la percezione può progettare la sottomissione, ma c'è una bella ironia in tutto questo: il semplice atto di riconoscere questi sistemi di costruzione della realtà è di per sé un'espressione di autentica consapevolezza, una scelta che dimostra che non hanno conquistato completamente la percezione umana. Il libero arbitrio non può essere ingegnerizzato, proprio perché la capacità di vedere attraverso la realtà ingegnerizzata rimane nostra. Alla fine la loro più grande paura non è che rifiuteremo il loro mondo artificiale, ma che ricorderemo come vedere oltre.
Una domanda pertinente potrebbe essere: perché queste rivelazioni emergano proprio in questo momento? Cui bono? Il momento stesso potrebbe essere lo schema più importante da riconoscere. Nel corso della storia le rivelazioni strategiche sono spesso servite a reindirizzare, o placare, la resistenza piuttosto che a smantellare realmente i sistemi di controllo. Smascherando selettivamente determinati crimini, il sistema permette alla pressione di sfogarsi, garantendo al contempo l'integrità dell'architettura più profonda del controllo. Le rivelazioni diventano parte del meccanismo di controllo stesso. Sebbene sia incoraggiato nel vedere smascherate reti criminali a lungo nascoste, non attendo con ansia la cavalleria. La speranza senza vigilanza è solo l'ennesima forma di cattura del pensiero. Il sistema spesso rivela certe verità in modo strategico, sia per normalizzarle, sia per indirizzare la resistenza verso canali prestabiliti. Alcuni la chiamerebbero l'essenza dell'inganno luciferino: presentare verità accuratamente selezionate in momenti calcolati con precisione per ottenere il massimo effetto. Sebbene queste rivelazioni sembrino autentiche – e voglio credere che stiamo assistendo a un vero cambiamento – la storia ci insegna a conservare il nostro discernimento. L'ottimismo non dovrebbe accecarci di fronte agli schemi. Che si tratti di un'antica guerra spirituale, o di una semplice manipolazione psicologica, il modello è chiaro: la verità stessa diventa uno strumento quando i suoi tempi e il suo contesto sono controllati.
Prendete in considerazione la rapidità con cui si sono formati gli “scontri”: l'iniziativa Stargate di Larry Ellison, costruita sulle fondamenta di Oracle come progetto della CIA, è ora accolta con favore dalle stesse persone che, non molto tempo fa, si opponevano con veemenza al controllo digitale centralizzato. Se venisse lanciata con un marchio diverso, il cosiddetto movimento per la libertà andrebbe in tilt. Perché questo doppio standard? Si tratta dello stesso Larry Ellison che, dopo l'11 settembre, si è offerto di creare un database per la sicurezza nazionale e tracciare ogni americano, completo di identificatori biometrici. Se Joe Biden avesse ospitato Bill Gates nel suo ufficio per annunciare partnership con Microsoft, Google e Facebook, il cosiddetto movimento per la libertà sarebbe andato in tilt. Mi sono opposto alla tecnocrazia imposta dalle élite quando l'amministrazione di sinistra la stava implementando; non sono particolarmente interessato nemmeno al suo lato destro.
E che dire dell'approvazione condizionata dei vaccini per il pollame contro l'influenza aviaria? Dov'è il movimento per la libertà medica che ha superato gli obblighi sul COVID-19 e ha formato la coalizione MAHA che ha contribuito all'elezione di questa amministrazione? La stessa coalizione che si è schierata contro le tecnologie sperimentali a mRNA ora è in gran parte silente, mentre interventi simili minacciano le nostre riserve alimentari. Presto dovremo preoccuparci dei residui di vaccino nelle uova al mattino? L'indignazione selettiva è lampante.
Questa stessa applicazione selettiva è perfettamente illustrata dal recente ordine esecutivo sull'antisemitismo e dalla sua task force attuativa. Oltre al nobile obiettivo di combattere l'odio, guardiamo a ciò che sta realmente accadendo: un apparato governativo con un potere senza precedenti per “sradicare” le “molestie antisemite” nei campus universitari. Chi definisce cosa costituisce antisemitismo? Dove sono i confini chiari che proteggono la libertà di parola tutelata dalla Costituzione? Queste non sono domande di parte: sono fondamentali per la libertà. Il silenzio degli ex-difensori del Primo Emendamento è assordante. Gli stessi guerrieri che ieri hanno combattuto la censura governativa applaudono oggi di fronte alla regolamentazione della libertà di parola. È ipocrisia, pura e semplice. La libertà di parola o è sempre importante, o non lo è affatto.
Parafrasando Groucho Marx, diffido di qualsiasi club ideologico che mi voglia come membro. Non si tratta di scegliere squadre, ma di riconoscere schemi. La forma di controllo definitiva non è nascondere la verità, ma plasmare il modo in cui la elaboriamo quando emerge. Ecco perché riconoscere schemi è più importante che mai. Dobbiamo essere in grado di gestire più realtà contemporaneamente: queste rivelazioni sono significative E il loro momento potrebbe essere strategico. Il potere viene svelato E nuove forme di controllo potrebbero emergere. Gli aiuti umanitari sono importanti: il loro scopo principale è aiutare le persone bisognose e, se impiegati correttamente, possono servire a questa missione cruciale. Possono anche costruire partnership economiche e mantenere la pace, soprattutto se avremo una leadership interessata alla diplomazia piuttosto che a guerre infinite. Ma alcuni programmi della USAID chiaramente non riguardano affatto gli aiuti o lo sviluppo, ma l'ingegneria culturale e la divisione. Un'iniziativa di drag show da $2 milioni in Guatemala non è un aiuto umanitario; è un tentativo di plasmare i valori sociali sotto le mentite spoglie dell'inclusione. La componente di aiuto potrebbe essere reale o meno in ogni caso specifico, ma l'agenda è innegabile.
Possiamo simultaneamente:
• Accogliere con favore la verità che viene alla luce;
• Mettere in discussione i tempi e il meccanismo di divulgazione;
• Mantenere la consapevolezza dei nuovi sistemi di controllo;
• Chiedere conto al potere, indipendentemente da chi lo esercita.
Sono profondamente preoccupato che alcuni nella resistenza stiano diventando compiacenti, credendo che “i buoni siano ora al potere”. Niente potrebbe essere più pericoloso. Sì, possiamo accogliere con favore la corruzione che viene denunciata, pur rimanendo vigili su ciò che ne consegue, in particolare sui rischi delineati da giornalisti come Catherine Austin Fitts, Naomi Wolf e Whitney Webb. Hanno messo in guardia contro l'emergere della rete di controllo, il potere incontrollato degli oligarchi della tecnologia e come i sistemi finanziari e digitali vengano silenziosamente ristrutturati sotto traccia. Questi avvertimenti meritano la stessa attenzione della corruzione che ora viene smantellata.
Ho notato che i recenti critici di ricercatori come la Fitts, la Wolf e la Webb – in particolare quelli che seguono i venti politici – raramente si confrontano con le loro argomentazioni concrete. Ricorrono invece a etichette come “opposizione controllata”, o “blackpilled”. Questo schema merita di essere analizzato: la cabala è riuscita a creare la propria resistenza, o a catturare movimenti esistenti da più tempo di quanto io sia vivo. Dovremmo seguire i fatti e poi determinare cosa pensiamo di essi, non il contrario. E non possiamo avere doppi standard basati sulle nostre versioni preconcette del bene e del male.
La Costituzione rimane il miglior quadro di riferimento per la libertà individuale dell'umanità: rendiamola concreta attraverso una trasparenza radicale e principi coerenti. Ma se la storia ci insegna qualcosa, è che il potere non si dissolve, cambia forma. Il che mi porta a una curiosità, una coincidenza: DOGE (Dipartimento per l'Efficienza Governativa, un omaggio anche alla memecoin preferita di Elon) condivide il nome con il Doge di Venezia, un sovrano che operava all'intersezione tra potere militare e controllo finanziario. Che si tratti solo di un divertente parallelismo storico, o di qualcosa di più significativo, vale la pena chiedersi: i tecnocrati di oggi stanno davvero smantellando i sistemi di controllo, o li stanno perfezionando in qualcosa di molto più sofisticato?
Sinistra – Voce di Wikipedia sul Doge della Repubblica di Venezia; Destra – Copertina di “Financial Vipers of Venice” di Joseph P. FarrellLe élite veneziane governavano non solo attraverso il potere diretto, ma padroneggiando la leva finanziaria e militare – un modello che non è scomparso, ma si è semplicemente adattato, operando ora attraverso strutture moderne come il sistema bancario centrale e la governance dell'intelligenza artificiale. La maggior parte delle persone, intrappolate nei cicli di notizie e nei feed dei social media odierni, raramente si sofferma a riflettere se questi parallelismi suggeriscano echi storici più profondi, forse persino antiche dinastie bancarie con una conoscenza occulta di lunga data. Che tali teorie vi incuriosiscano o vi ripugnino, ampliare la nostra portata oltre il momento immediato è necessario per comprendere il quadro completo. Gli schemi si ripetono e il potere raramente cede il controllo: cambia forma.
Sebbene mi piaccia vedere il DOGE rovesciare lo stato amministrativo e denunciare sia gli sprechi di denaro che le efferate operazioni criminali mascherate da burocrazia, non possiamo abbassare la guardia. Capisco perché i metodi tradizionali non funzionino: lo Stato profondo ha i suoi artigli ovunque. Basta guardare i membri del Congresso sponsorizzati dall'industria farmaceutica che si oppongono sfacciatamente a RFK: come disse una volta Robin Williams, dovrebbero indossare marchi come nella NASCAR che mostrano i loro sponsor. Ma la domanda cruciale non è solo cosa viene demolito, ma cosa viene costruito al suo posto.
I metodi di controllo possono essersi evoluti dal sistema bancario veneziano alla governance digitale, ma i principi di base rimangono straordinariamente coerenti. Laddove un tempo le dinastie bancarie controllavano le società attraverso il debito sovrano e le rotte commerciali, i sistemi odierni basati sull'intelligenza artificiale vanno oltre, ottenendo un controllo comportamentale granulare attraverso modelli predittivi, algoritmi e una sorveglianza onnipresente. I metodi si evolvono, ma i meccanismi di influenza – che plasmano il comportamento umano attraverso sottili vincoli e incentivi ingegnerizzati – rimangono sorprendentemente familiari. Se la storia ci insegna qualcosa, è che il potere non svanisce, si reinventa con nuovi nomi, utilizzando nuovi strumenti. Due cose possono essere vere contemporaneamente: questo significa riconoscere gli schemi, assistere a rivelazioni di orrori finanziati dai contribuenti e rimanere vigili su quale sistema sostituirà quello che viene smantellato. La chiave non è schierarsi, ma sviluppare la capacità di riconoscere e resistere a tutte le forme di manipolazione, anche quelle che appaiono come una liberazione.
La mia lealtà è verso la mia famiglia, il mio onore, la mia comunità e l'umanità, ma soprattutto verso la verità stessa. Se lasciamo che il dogma prevalga sul giudizio, diventiamo esattamente ciò di cui molti di noi si fanno beffe: caricature del pensiero di parte.
Il vero cambiamento non verrà dall'alto verso il basso, non è mai avvenuto. Verrà dall'interno delle comunità, dalle persone che riconoscono gli schemi e si rifiutano di partecipare a realtà precostituite. Verrà dagli individui che scelgono la verità al posto della comodità, dalle reti locali che costruiscono resilienza contro il controllo centralizzato, dal basso verso l'alto piuttosto che dall'alto verso il basso. Il potere al popolo non è solo uno slogan: è l'unica via da seguire.
In questo momento dobbiamo tutti stare in guardia, non abboccare all'amo delle lotte intestine e invece continuare a cercare verità, amore e concretezza. La guerra non è tra destra e sinistra, ma per preservare la sovranità umana in un'epoca di realtà artificiale.
Una cosa che continuo a notare: le persone bramano risposte assolute... eroi, cattivi, conclusioni chiare. Ma se la vera trappola non fosse solo l'inganno, ma il nostro stesso bisogno di certezza? Forse la posizione più radicale è quella di resistere alla tentazione di rinchiudersi in una narrazione fissa e di restare aperti all'emergere di nuovi modelli.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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In che modo l'FMI impedisce l'adozione globale di Bitcoin (e perché lo fa)
Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato fuori controllo negli ultimi quattro anni in particolare. Questa una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.
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(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/in-che-modo-lfmi-impedisce-ladozione)
Negli ultimi anni l'FMI ha:
• Ha esercitato pressioni su El Salvador affinché abbandonasse Bitcoin come moneta a corso legale e annullasse altre linee di politica su di esso;
• Ha esercitato pressioni affinché nel 2023 la Repubblica Centrafricana censurasse Bitcoin attraverso gli enti bancari regionali;
• È stato responsabile della mancanza di seguito da parte di Milei riguardo la campagna su Bitcoin in Argentina;
• Ha citato “serie preoccupazioni” riguardo ai piani su Bitcoin in Pakistan;
• Ha costantemente inquadrato le crittovalute come un “rischio” nelle negoziazioni sui prestiti.
Ecco un riassunto:
Come possiamo vedere, le uniche nazioni che sono riuscite a resistere alle pressioni dell'FMI sono state El Salvador, prima di ottenere un prestito dallo stesso, e il Bhutan, che non ha prestiti da questa istituzione.
Ogni Paese che ha ricevuto un prestito dall'FMI e che ha adottato, o tentato di adottare, Bitcoin a livello ufficiale è stato ostacolato.
Com'è possibile che l'FMI sia riuscito a impedire così tanto l'adozione da parte di stati a livello globale, fatta eccezione per il Bhutan, e perché si muove in modo aggressivo per impedirlo?
In questa relazione analizzeremo in dettaglio ciascuna delle tre nazioni in cui l'FMI è riuscito a contrastare con successo l'adozione di Bitcoin e i segnali che indicano che è probabile che riesca a ottenere lo stesso risultato con il Pakistan.
Nell'ultima sezione esamineremo i cinque motivi per cui l'FMI teme Bitcoin e come esso stia ancora prosperando a livello locale nonostante l'abbandono, totale o parziale, da parte di vari stati.
1. Repubblica Centrafricana: quando il denaro coloniale incontra la speranza digitale
La Repubblica Centrafricana utilizza il franco CFA. Esso non è solo una valuta: è una catena geopolitica, sostenuta dalla Francia e governata dalla Banca degli Stati dell'Africa centrale. Dei suoi 14 Paesi membri, i 6 dell'Africa centrale (inclusa la Repubblica Centrafricana) devono comunque depositare il 50% delle riserve valutarie a Parigi.
Questo controllo sulle riserve favorisce la dipendenza economica, creando al contempo mercati di esportazione per i prodotti francesi a condizioni favorevoli. Nel 1994, ad esempio, il CFA fu svalutato della metà, una linea di politica influenzata dalle pressioni occidentali, in particolare dell'FMI. Ciò causò un aumento vertiginoso del costo delle importazioni, consentendo agli esportatori (principalmente con sede nell'UE) di procurarsi risorse dai Paesi CFA a un costo dimezzato. A livello locale, l'impatto fu devastante, con conseguenti congelamenti salariali, licenziamenti e diffuse tensioni sociali.
Quando la Repubblica Centrafricana annunciò nel 2022 l'adozione di Bitcoin come moneta a corso legale, la Banca degli Stati dell'Africa centrale e il suo organo di regolamentazione COBAC annullarono immediatamente la legge, citando violazioni del Trattato CEMAC, il trattato che istituiva la comunità economica e monetaria dell'Africa centrale. Non si trattava di burocrazia, ma di un avvertimento da parte dei guardiani monetari della Francia.
Perché era importante: ancora oggi l'economia della Repubblica Centrafricana dipende in larga misura dai salvataggi dell'FMI. Con $1,7 miliardi di debito estero (il 61% del PIL), sfidare la Banca degli Stati dell'Africa centrale significava rischiare l'isolamento finanziario.
La campagna silenziosa dell'FMI
L'FMI si è mosso rapidamente. Nel giro di due settimane (4 maggio 2022) ha condannato pubblicamente il “rischioso esperimento” della Repubblica Centrafricana, citando contraddizioni legali con il divieto alle crittovalute imposto dalla CEMAC. La mossa ha sollevato “importanti sfide legali, di trasparenza e di politica economica”, ha affermato l'FMI, simili alle preoccupazioni in merito all'adozione di Bitcoin da parte di El Salvador: rischi per la stabilità finanziaria, la tutela dei consumatori e le passività fiscali (per contestualizzare, nessuno di questi rischi si è materializzato in El Salvador).
Ma la loro vera arma era la leva finanziaria. In qualità di maggiore creditore della Repubblica Centrafricana, l'FMI ha vincolato la sua nuova Extended Credit Facility (ECF) – un'ancora di salvezza da $191 milioni – al rispetto delle sue linee di politica.
La linea temporale che racconta tutto
Questa tabella ripercorre la campagna ombra dell'FMI:
La chiave per affossare le ambizioni Bitcoin della Repubblica Centrafricana è stata assicurarsi che il progetto Sango, un'iniziativa di hub blockchain per vendere “certificati di residenza elettronici” e cittadinanza per $60.000 in bitcoin, non andasse avanti.
Il progetto Sango: coincidenza o collusione?
Nel luglio 2022 la Repubblica Centrafricana ha inaugurato il Progetto Sango, con l'obiettivo di raccogliere $2,5 miliardi (il 100% del PIL).
Il fallimento è stato catastrofico. A gennaio 2023 erano stati raccolti solo $2 milioni (lo 0,2% dell'obiettivo). Mentre i rapporti dell'FMI citano “ostacoli tecnici con una penetrazione di Internet del 10%” come causa del fallimento, la nostra analisi mostra un quadro diverso. Due fattori hanno affondato il progetto.
- Fuga degli investitori;
- Una sentenza della Corte Suprema della Repubblica Centrafricana ha bloccato il progetto.
Tuttavia, a un esame più attento, entrambi questi fattori suggeriscono un coinvolgimento dell'FMI.
Diamo un'occhiata più da vicino alle prove.
Fuga degli investitori
Il ruolo dell'FMI in questa fuga degli investitori è circostanziale, ma convincente. Il 4 maggio 2022 l'FMI ha espresso preoccupazione per l'adozione di Bitcoin da parte della Repubblica Centrafricana, affermando che sollevava importanti sfide legali, di trasparenza e di politica economica. Questa dichiarazione, rilasciata prima del lancio del Progetto Sango, ha evidenziato i rischi per la stabilità finanziaria e l'integrazione economica regionale, potenzialmente scoraggianti per gli investitori. Inoltre, nel luglio 2022, durante una revisione del Programma Monitorato dal Personale (SMP), l'FMI ha rilevato “pericoli di recessione economica dovuti all'aumento dei prezzi di generi alimentari e carburante”, i quali avrebbero dovuto accrescere la cautela degli investitori. I rapporti menzionano anche che l'FMI e il COBAC hanno messo in guardia dai rischi intrinseci nell'adozione di crittovalute da parte della Repubblica Centrafricana, accrescendo lo scetticismo.
La tempistica di queste dichiarazioni dell'FMI coincide con la fuga degli investitori osservata, suggerendo che la loro posizione cautelativa potrebbe averne influenzato le percezioni. Sebbene circostanziale, la sequenza degli eventi suggerisce che l'influenza dell'FMI, in quanto istituzione finanziaria rispettata nella comunità degli investitori, abbia giocato un ruolo chiave nella fuga degli investitori.
Sentenza della Corte Suprema
In superficie, la sentenza della Corte Suprema sembra un evento indipendente, finché non scaviamo più a fondo e troviamo grandi punti interrogativi sull'indipendenza della magistratura della Repubblica Centrafricana, un Paese che si classifica al 149° posto su 180 nel suo indice di percezione della corruzione (estremamente basso).
Come accennato, una settimana dopo che la Repubblica Centrafricana ha annunciato la sua strategia su Bitcoin, l'FMI ha segnalato delle “preoccupazioni”, tra cui rischi per la stabilità finanziaria, la trasparenza, gli sforzi antiriciclaggio e le sfide nella gestione delle politiche macroeconomiche dovute alla volatilità (Bloomberg, 4 maggio 2022).
Il 29 agosto 2022, 117 giorni dopo, la Corte Suprema della Repubblica Centrafricana ha stabilito che il progetto Sango era illegale. Per contestualizzare, la Corte Suprema, che fa parte del sistema giudiziario della Repubblica Centrafricana, è descritta da organismi internazionali per la trasparenza, come il Gan Integrity, come una delle istituzioni più corrotte del Paese, con prove che indicano inefficienza, interferenze politiche e probabile influenza da tangenti o pressioni politiche.
Il crollo del progetto Sango è diventato la prova regina dell'FMI: “La prova che Bitcoin non può funzionare in economie fragili”. Ma la realtà è che la costante espressione di “preoccupazioni” da parte sua ha creato le condizioni affinché il progetto venisse strutturalmente indebolito in anticipo, rendendo inevitabile questa conclusione.
A 8.300 chilometri di distanza, nella piccola nazione del Bhutan, vediamo il netto contrasto con il successo di Bitcoin, reso possibile senza il “coinvolgimento” dell'FMI.
La conclusione non detta: la resilienza di Bitcoin oltre i confini
L'inversione di tendenza della Repubblica Centrafricana non riguardava la sostenibilità di Bitcoin, bensì la forza bruta. L'FMI ha trasformato in armi le unioni bancarie regionali (CEMAC), ha privato la Repubblica Centrafricana di capitali e ha fatto leva su un prestito da $191 milioni per estinguere la minaccia alla sovranità finanziaria. Quando il Progetto Sango ha avuto difficoltà, la trappola si è chiusa.
Eppure questa sconfitta rivela il potere duraturo di Bitcoin. Notate cosa l'FMI non ha distrutto:
• Le rimesse in bitcoin della Nigeria continuano a bypassare i corridoi del dollaro, consentendo di risparmiare milioni di dollari in commissioni;
• Il commercio basato sul BTC in Kenya prospera senza l’approvazione dell'FMI;
• El Salvador continua ad accumulare BTC nonostante 221 menzioni dello stesso nelle condizioni di prestito.
Lo schema è chiaro: dove l'adozione dal basso mette radici, Bitcoin sopravvive. Ma per i Paesi che hanno annunciato manifesti Bitcoin dall'alto e che hanno ricevuto ingenti prestiti dall'FMI, tutti e quattro hanno incontrato livelli di resistenza schiaccianti... El Salvador, Repubblica Centrafricana, Argentina e ora Pakistan.
Il saldo residuo di $115,1 milioni dei prestiti FMI alla Repubblica Centrafricana la rendeva vulnerabile alle sue forti pressioni. In nazioni senza prestiti FMI, come il Bhutan, Bitcoin sfugge alla morsa del Fondo Monetario Internazionale. Ogni pagamento peer-to-peer, ogni transazione su Lightning Network, erode le fondamenta del vecchio sistema.
L'FMI ha vinto la battaglia nella Repubblica Centrafricana, ma la guerra per la sovranità finanziaria è appena iniziata.
2. L'ostacolo da $45 miliardi all'adozione di Bitcoin in Argentina
Se la Repubblica Centrafricana è stata ostacolata nei suoi piani per Bitcoin, l'Argentina non è mai arrivata al traguardo. La retorica pre-elettorale del presidente Milei suggeriva che grandi cose fossero in serbo per Bitcoin... eppure nulla si è materializzato. Si è trattato solo di una retorica politica svanita dopo le elezioni, o c'era qualcos'altro in gioco? Questa sezione svela cos'è realmente accaduto alle aspirazioni abortite dell'Argentina su Bitcoin.
Capire come sta procedendo l'adozione di Bitcoin è come valutare se un razzo raggiungerà la velocità di fuga: dobbiamo considerare sia i fattori di spinta che quelli di resistenza.
Sono ottimista: credo che Bitcoin vincerà, è chiaramente una soluzione migliore al sistema monetario ormai in rovina che abbiamo attualmente. Ma sono anche realista: credo che la maggior parte delle persone sottovaluti le forze radicate che si oppongono a Bitcoin.
Quando gestivo la mia azienda tecnologica, ci siamo imbattuti nella stessa situazione. La nostra tecnologia era 10 volte migliore, più veloce e più conveniente rispetto al sistema legacy che alla fine abbiamo sostituito. Ma non hanno rinunciato facilmente al loro monopolio!
Cosa è successo in Argentina?
Quando il libertario Javier Milei è stato eletto presidente dell'Argentina nel novembre 2023, molti sostenitori di Bitcoin hanno esultato. Un leader che ha definito i banchieri centrali “truffatori”, aveva giurato di abolire la banca centrale argentina (BCRA) e lodava Bitcoin come “la reazione naturale contro i truffatori delle banche centrali”. Il suo caso è diventato una cartina di tornasole per verificare se Bitcoin potesse ottenere l'accettazione da parte del grande pubblico attraverso l'adozione da parte di un governo piuttosto che attraverso la crescita dal basso.
Eppure, a diciotto mesi dalla sua presidenza, la visione di Milei su Bitcoin rimane incompiuta. Il motivo? Un guinzaglio da $45 miliardi tirato dal Fondo Monetario Internazionale.Il veto dell'FMI su Bitcoin in Argentina
I vincoli erano già stati introdotti al momento dell'elezione di Milei. Il 3 marzo 2022 il precedente governo argentino aveva firmato un accordo di salvataggio da $45 miliardi con l'FMI. Nelle settimane successive sarebbero emersi dettagli secondo cui l'accordo conteneva una clausola insolita: l'obbligo di “scoraggiare l'uso delle crittovalute”. Non si trattava di un suggerimento, bensì di una condizione del prestito documentata nella Lettera d'Intenti dell'FMI, la quale citava preoccupazioni sulla “disintermediazione finanziaria”.
L'effetto immediato:
• La banca centrale argentina ha vietato alle istituzioni finanziarie le transazioni in crittovalute (Comunicazione BCRA A 7506, maggio 2022);
• La linea di politica rimane applicata sotto Milei, nonostante la sua retorica pro-Bitcoin.
L'inversione di marcia di Milei
Dopo aver assunto l'incarico, Milei ha:
✔ Ridotto l'inflazione dal 25% mensile a meno del 5% (maggio 2024);
✔ Eliminato i controlli valutari (aprile 2025);
✔ Ottenuto un nuovo accordo da $20 miliardi con l'FMI (aprile 2025).
Ma le proposte principali del suo manifesto – l'adozione di Bitcoin e l'abolizione della BCRA (Banca Centrale Argentina) – sono palesemente assenti. I calcoli spiegano il perché: l'Argentina deve all'FMI più di qualsiasi altra nazione, il che conferisce a quest'ultimo una leva finanziaria senza pari.
Ciononostante c'è dell'ironia nel caso dell'Argentina: mentre l'FMI blocca l'adozione ufficiale di Bitcoin, gli argentini lo stanno comunque abbracciando. La proprietà di crittovalute è cresciuta del 116,5% tra il 2023 e il 2024 in Sud America.
Nella regione l'Argentina ha i tassi di proprietà più elevati, pari al 18,9%, una cifra quasi 3 volte superiore alla media mondiale, aumentata poiché i cittadini si proteggono dall'elevata inflazione annuale del 47,3% (aprile 2025), una ribellione silenziosa che l'FMI non riesce a controllare.
Cosa succederà dopo?
Tutti gli occhi sono puntati sulle elezioni di medio termine dell'ottobre 2025. Se Milei otterrà il sostegno legislativo, potrebbe mettere alla prova le linee rosse dell'FMI. Ma per ora la lezione è chiara: quando le nazioni prendono in prestito dall'FMI, la loro sovranità monetaria ha delle condizioni.
Punti chiave:
• Il prestito dell'FMI del 2022 ha legato il salvataggio dell'Argentina a linee di politica anti-crittovalute;
• Milei ha dato priorità alla stabilizzazione economica rispetto alla promozione di Bitcoin, per mantenere il sostegno dell'FMI;
• Esistono parallelismi in El Salvador, Repubblica Centrafricana e ora Pakistan che rivelano una strategia coerente dell'FMI;
• Gli argentini aggirano le restrizioni adottando Bitcoin a livello popolare.
3. El Salvador: una vittoria parziale dell'FMI
Quando El Salvador ha reso Bitcoin moneta a corso legale nel 2021, non si è limitato ad adottare una crittovaluta: ha dichiarato la propria indipendenza finanziaria. Il presidente Nayib Bukele l'ha definita una ribellione contro il predominio del dollaro e un'ancora di salvezza per chi non ha accesso ai servizi bancari. Tre anni dopo quella ribellione si è scontrata con un ostacolo da $1,4 miliardi: l'FMI.
Il prezzo del salvataggio
Per garantire il prestito del 2024, El Salvador ha accettato di smantellare i pilastri fondamentali della sua politica su Bitcoin. Le condizioni rivelano un allentamento sistematico:
• Solo accettazione volontaria: le aziende non sono più tenute ad accettare Bitcoin (mandato del 2021 abrogato);• Divieto per il settore pubblico: enti governativi a cui è vietato effettuare transazioni in Bitcoin o emettere debito, ciò include il divieto di strumenti tokenizzati legati a Bitcoin;
• Blocco dell'accumulo di bitcoin: tutti gli acquisti governativi sono stati sospesi (oltre 6.000 BTC di riserva ora congelati), revisione completa delle partecipazioni (wallet Chivo, Bitcoin Office) entro marzo 2025;
• Liquidazione del fondo fiduciario: fidebitcoin (fondo di conversione) da sciogliere con trasparenza verificata;
• Chiusura graduale del wallet Chivo: il programma di incentivi da $30 si conclude dopo che i sondaggi hanno mostrato che la maggior parte degli utenti ha scambiato BTC con USD;
• Rollback del pagamento delle tasse: USD diventa l'unica opzione per le tasse, eliminando l'utilità di Bitcoin come pagamento sovrano.
La ritirata calcolata di Bukele
La conformità di El Salvador ha senso dal punto di vista fiscale:
• Il prestito stabilizza il debito (84% del PIL) in vista del pagamento delle obbligazioni;
• La dollarizzazione rimane intatta (il dollaro statunitense resta la valuta principale).
Eppure la marcia indietro è impressionante, considerando la retorica di Bukele del 2021. La scarsa diffusione del wallet Chivo ha probabilmente reso più facili le concessioni.
Cosa resta dell'esperimento?
L'FMI non ha ucciso Bitcoin in El Salvador, ma solo l'adozione ufficiale. L'uso popolare persiste:
• Bitcoin Beach (economia circolare locale) è ancora in funzione, anzi prospera;
• Il turismo attrae un numero sempre maggiore di appassionati di Bitcoin.
Ma senza il sostegno dello stato, il ruolo di Bitcoin rischia di ridursi a uno strumento di nicchia piuttosto che a una rivoluzione monetaria, almeno nel breve termine.
La strada da percorrere
Si delineano due scenari:
- Lento declino: Bitcoin diventa una curiosità turistica mentre le condizioni dell'FMI entrano in vigore;
- Revival in sordina: il settore privato resta in vita nonostante il ritiro del governo salvadoregno.
Una cosa è chiara: quando l'FMI emette gli assegni, stabilisce anche le regole.
Punti chiave:
• Il prestito dell'FMI ha costretto El Salvador a revocare 6 politiche chiave su Bitcoin;
• Un precedente per le altre nazioni che cercano il sostegno dell'FMI;
• L'uso popolare di Bitcoin potrebbe sopravvivere all'intervento del governo.
El Salvador ha fatto molte concessioni in Bitcoin. Sebbene questo non abbia danneggiato molto la nazione, invia un messaggio forte ad altre nazioni latinoamericane come Ecuador e Guatemala, che stavano osservando El Salvador e pensavano di copiarne le strategie (finché non hanno verificato l'entità del prestito dell'FMI che aveva ricevuto). Quindi, in termini netti, si è trattato di una vittoria parziale dell'FMI e di una vittoria parziale di El Salvador.
4. Bhutan: la storia di successo senza FMI
Sono ormai trascorsi due anni dall'inizio dell'esperimento Bitcoin in Bhutan.
Ciò significa che ora disponiamo di dati attendibili su come ha influito sull'economia.
L'FMI ha avvertito che l'adozione di Bitcoin da parte delle nazioni avrebbe destabilizzato la loro economia, sarebbero state meno efficaci nell'attrarre investimenti diretti esteri e avrebbero messo a repentaglio le proprie iniziative di decarbonizzazione e tutela ambientale. Ha espresso in particolare preoccupazione per la “mancanza di trasparenza” del Bhutan nell'adozione delle crittovalute.
Cosa dicono i dati?
- Le riserve di bitcoin hanno risposto direttamente a urgenti esigenze fiscali. “Nel giugno 2023 il Bhutan ha stanziato $72 milioni dalle sue riserve per finanziare un aumento del 50% degli stipendi dei dipendenti pubblici”;
- Il Bhutan è stato in grado di “utilizzare le riserve di bitcoin per evitare una crisi mentre le riserve di valuta estera si riducevano a $689 milioni”;
- Il primo ministro Tshering Tobgay in un'intervista ha affermato che Bitcoin “supporta anche progetti sanitari e ambientali gratuiti”;
- Tobgay ha anche affermato che le sue riserve di bitcoin hanno contribuito a “stabilizzare l'economia [della nazione] da $3,5 miliardi”;
- Analisti indipendenti hanno ora affermato che “questo modello potrebbe attrarre investimenti esteri, in particolare per le nazioni con risorse rinnovabili inutilizzate”.
Considerando che l'analisi dell'FMI non solo era sbagliata, ma era anche lontana dall'obiettivo, sorge spontanea la domanda: le sue previsioni si sono mai basate sui dati?
5. Cinque motivi per cui l'FMI potrebbe temere Bitcoin
E se la paura più grande dell'FMI non fosse l'inflazione... ma Bitcoin, e se Bitcoin riuscisse a spezzare la morsa del debito dell'FMI/Banca Mondiale?
Durante la mia recente conversazione con John Perkins, qualcosa è scattato. Alex Gladstein aveva precedentemente denunciato come gli “aggiustamenti strutturali” dell'FMI non abbiano eliminato la povertà, ma di fatto arricchito le nazioni creditrici. Perkins ha integrato questo concetto con i suoi resoconti personali.
Perkins mi ha messo a nudo come il Sud del mondo sia intrappolato in un ciclo di debito, progettato per mantenere il flusso di ricchezza verso Occidente. Ma ecco il colpo di scena: Bitcoin sta già smantellando questo copione in cinque modi chiave.
Ridurre i costi delle rimesse per allentare il cappio del debito
Le rimesse, ovvero il denaro inviato in patria dai lavoratori migranti, rappresentano spesso una parte significativa del PIL dei Paesi in via di sviluppo. Intermediari tradizionali come Western Union applicano commissioni che possono arrivare fino al 5-10%. Ciò agisce come una tassa nascosta che prosciuga le riserve valutarie. Per Paesi come El Salvador o la Nigeria, ogni dollaro di rimessa che non affluisce nel Paese è un dollaro che la banca centrale deve immagazzinare per stabilizzare le proprie valute. Spesso questa riserva di dollari è fornita dall'FMI.
Bitcoin cambia le regole del gioco
Con Lightning Network, le commissioni scendono quasi a zero e le transazioni vengono liquidate in pochi secondi. Nel 2021 il presidente di El Salvador, Bukele, aveva previsto (con un certo ottimismo) che Bitcoin avrebbe potuto far risparmiare $400 milioni in rimesse. In realtà ci sono poche prove che abbiano raggiunto anche solo lontanamente quella soglia, tuttavia il potenziale è chiaro: più rimesse in bitcoin portano a maggiori riserve in dollari, il che si traduce in una minore necessità di prestiti dell'FMI.
Non c'è da stupirsi che quest'ultimo abbia menzionato Bitcoin 221 volte nelle condizioni di prestito per El Salvador nel 2025. Inutile dire che vorrebbe rimanere un creditore rilevante.
Bitcoin non è solo più economico per le rimesse, ma aggira completamente il sistema del dollaro. In Nigeria, dove la naira è in difficoltà, le famiglie ora detengono BTC come un asset più prezioso della valuta locale. Non c'è bisogno che le banche centrali brucino le riserve in dollari; nessun salvataggio disperato da parte dell'FMI.
I numeri parlano da soli:
• Il Pakistan perde $1,8 miliardi all'anno in commissioni per le rimesse: Bitcoin potrebbe far risparmiare la maggior parte di questa cifra;
• El Salvador risparmia già oltre $4 milioni all'anno con solo l'1,1% di adozione delle rimesse in bitcoin.
L'adozione non è ancora universale: solo il 12% dei salvadoregni usa Bitcoin regolarmente, mentre oltre il 5% delle rimesse in Nigeria avviene tramite crittovalute. Ma la tendenza è chiara: ogni trasferimento in Bitcoin indebolisce il ciclo di dipendenza dal debito.
L'FMI vede la minaccia. La domanda è: quanto velocemente si diffonderà questa rivoluzione silenziosa?
Le rimesse ammontavano a quasi $21 miliardi nel 2024, rappresentando oltre il 4% del PIL della NigeriaElusione delle sanzioni e delle barriere commerciali
L'Iran, il Venezuela e la Russia, Paesi ricchi di petrolio, hanno avuto un accesso limitato al dollaro a causa delle sanzioni statunitensi rispettivamente nel 1979, nel 2017 e nel 2022, con conseguente esportazione di una quantità di barili di petrolio al giorno notevolmente inferiore in ciascun caso.
Che si condividano o meno le ideologie di queste nazioni, Bitcoin interrompe questo circolo vizioso. L'Iran elude già le sanzioni usando Bitcoin come mezzo per “esportare petrolio”, mentre il Venezuela ha usato Bitcoin per pagare le importazioni, eludendo le sanzioni.
L'Iran è anche in grado di aggirare le sanzioni monetizzando le sue esportazioni di energia attraverso il mining. Questo evita gli ultimatum dell'FMI, “riforme in cambio di denaro”, e, al contempo, mantiene l'economia in funzione.
La presa del petrodollaro si indebolisce, mentre Russia e Iran aprono la strada agli accordi sul petrolio in Bitcoin.
Un'altra nazione che l'ha utilizzato per evitare le difficoltà economiche causate dalle sanzioni è l'Afghanistan, dove gli aiuti umanitari transitano attraverso Bitcoin. ONG come Code to Inspire hanno aggirato il blocco bancario imposto dai talebani e il Digital Citizen Fund ha utilizzato Bitcoin per distribuire aiuti dopo la presa del potere da parte dei talebani, impedendo alle famiglie di morire di fame.Sebbene la quota di Bitcoin nel commercio sanzionato sia ridotta (meno del 2% per le esportazioni di petrolio di Iran e Venezuela), la tendenza è in crescita.
Le sanzioni sono uno strumento fondamentale per la leva geopolitica, spesso sostenuto dall'FMI e dalla Banca Mondiale attraverso il loro allineamento con le principali economie come gli Stati Uniti. Le nazioni sanzionate che utilizzano Bitcoin riducono il controllo dell'FMI sui flussi finanziari, minacciando allo stesso tempo il predominio del dollaro.
Usare Bitcoin come scudo contro l'inflazione
Quando nazioni come l'Argentina affrontano l'iperinflazione, prendono in prestito dollari dall'FMI per rafforzare le riserve valutarie e stabilizzare la propria valuta, per poi ritrovarsi ad affrontare misure di austerità o la vendita forzata di asset strategici a basso prezzo quando i rimborsi vanno a rilento. Bitcoin offre una via d'uscita, agendo come una valuta globale e non inflazionabile che opera indipendentemente dalla supervisione governativa e il cui valore aumenta.
L'esperimento di El Salvador dimostra come Bitcoin possa ridurre la dipendenza dal dollaro. Detenendo BTC, le nazioni possono tutelarsi dal crollo della valuta senza dover ricorrere ai prestiti dell'FMI. Se l'Argentina avesse destinato solo l'1% delle sue riserve a Bitcoin nel 2018, avrebbe potuto compensare la svalutazione del peso di oltre il 90% di quell'anno, evitando un salvataggio dell'FMI. La neutralità di Bitcoin significa anche che nessuna singola entità può imporre condizioni, a differenza dei prestiti dell'FMI che richiedono privatizzazioni o riforme impopolari.
Bitcoin non ha un debito pubblico, né una lunga storia su cui basarsi per incoraggiarne l'adozione. Tuttavia, grazie all'Effetto Lindy, ogni anno che passa Bitcoin diventa un'alternativa più praticabile.
Effetto Lindy: più a lungo qualcosa ha avuto successo, più è probabile che continui ad averlo. La longevità di Bitcoin rafforza il suo potenziale di successo.Mining di Bitcoin: trasformare l'energia in ricchezza senza debiti
Molti Paesi in via di sviluppo sono ricchi di energia ma poveri per i debiti, intrappolati dai prestiti dell'FMI per infrastrutture come dighe o centrali elettriche. Questi prestiti richiedono esportazioni di energia a basso costo o concessioni di risorse in caso di insolvenza. Il mining di Bitcoin capovolge questo scenario trasformando l'energia inutilizzata – come il gas bruciato o l'idroelettrico in eccesso – in ricchezza liquida senza intermediari o costi di trasporto.Il Paraguay guadagna $50 milioni all'anno dall'attività di mining tramite l'idroelettrico, coprendo il 5% del suo deficit commerciale. L'Etiopia ha guadagnato $55 milioni in 10 mesi. Il Bhutan si distingue: con $1,1 miliardi in bitcoin (il 36% del suo PIL da $3,02 miliardi), la sua attività di mining tramite l'idroelettrico potrebbe produrre $1,25 miliardi all'anno entro la metà del 2025, saldando i suoi debiti da $403 milioni con la Banca Mondiale e $527 milioni con la Asian Development Bank senza austerità o privatizzazioni. A differenza dei prestiti dell'FMI, i bitcoin minati aumentano di valore e possono essere utilizzati come garanzia per prestiti non FMI. Questo modello – monetizzare l'energia senza cedere asset – spaventa l'FMI, poiché riduce la sua influenza sul settore energetico.
Economie Bitcoin: potere dal bassoBitcoin non è solo per le nazioni, è per le comunità. In luoghi come Bitcoin Beach a El Salvador o Bitcoin Ekasi in Sudafrica, la gente del posto usa già BTC per transazioni quotidiane, risparmi e progetti comunitari come scuole o cliniche. Queste economie circolari, spesso innescate dalla filantropia, mirano all'autosufficienza. In Argentina, dove l'inflazione supera spesso il 100%, nel 2021 il 21% delle persone ha utilizzato le crittovalute per proteggere la propria ricchezza. Se ampliati, questi modelli potrebbero ridurre la dipendenza dai programmi finanziati dal debito nazionale, che è ovviamente l'ultima cosa che l'FMI desidera.
Conclusione
Promuovendo la resilienza locale, Bitcoin indebolisce la “leva delle crisi” dell'FMI. Le comunità fiorenti non hanno bisogno di salvataggi, quindi quest'ultimo non può chiedere la privatizzazione in cambio di prestiti. In Africa, progetti come Gridless Energy – che ha già fatto uscire 28.000 africani dalla povertà energetica utilizzando microreti rinnovabili legate al mining di Bitcoin – riducono la necessità di megaprogetti sostenuti dall'FMI. Se migliaia di città adottassero questa strategia, la carenza di dollari diventerebbe meno importante e gli scambi commerciali potrebbero bypassare i sistemi basati sul dollaro.
Mentre l'FMI si impegna a diffondere disinformazione sul consumo energetico e sull'impatto ambientale di Bitcoin come un modo per ostacolarne l'adozione, il suo strumento preferito e molto più potente è quello di utilizzare la leva finanziaria che ha sulle nazioni indebitate per “incoraggiare fortemente” l'adesione alla sua visione di un futuro senza Bitcoin.
L'FMI ha combattuto l'adozione di Bitcoin in El Salvador, Repubblica Centrafricana e Argentina. Ora sta contrastando l'intenzione del Pakistan di minare Bitcoin. L'aumento di questi sforzi dal basso probabilmente costringerà l'FMI a intervenire in modo sempre più marcato.
Le economie basate su Bitcoin, dal basso, consentono alle comunità di prosperare senza i salvataggi dell'FMI. E c'è bisogno del potere delle persone per trovare modi nuovi e innovativi per contrastare il contrattacco di questa istituzione.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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Il caro prezzo del declino della civiltà
Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato fuori controllo negli ultimi quattro anni in particolare. Questa una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.
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(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/il-caro-prezzo-del-declino-della)
La civiltà è fragile. Innumerevoli interazioni sociali e commerciali la costituiscono. In uno dei suoi saggi più importanti, Individualism: True and False, F. A. Hayek scrisse: “Sebbene possa non essere difficile distruggere le formazioni spontanee che costituiscono le basi indispensabili di una civiltà libera, potrebbe essere al di là delle nostre possibilità ricostruire deliberatamente una tale civiltà una volta che queste fondamenta vengono distrutte”.
Oggi un numero allarmante di persone vede il crollo come una cosa positiva. Alcuni, profondamente pessimisti, considerano le nostre istituzioni irreparabili, rendendo preferibile una ripartenza; altri attivisti radicali auspicano il crollo della civiltà occidentale.
Hayek potrebbe dire: fate attenzione a ciò che desiderate, pochi sfuggiranno alla carneficina che porterebbe il crollo della civiltà.
Se l'avvertimento di Hayek vi preoccupa, allora il magnifico libro di Alexandra Hudson, The Soul of Civility, rientra nella correzione educativa.
Scrivo correzione educativa perché la Hudson sostiene che se le nostre istituzioni stanno fallendo, è perché stiamo facendo scelte moralmente sbagliate. Possiamo e dobbiamo fare di meglio, non solo per noi stessi, ma per il bene dell'umanità. La Hudson scrive: “Non possiamo cambiare la società, ma possiamo cambiare noi stessi e il modo in cui operiamo nel mondo che ci circonda. E se un numero sufficiente di noi decidesse di cambiare sé stesso, potremmo essere in grado di cambiare anche il mondo in cui viviamo”. Questo non è un invito a eleggere leader migliori, o ad allinearsi a un'identità tribale.
La civiltà, ci informa la Hudson, “è il rispetto fondamentale che ci è dovuto in virtù della nostra dignità condivisa e del nostro pari valore morale come esseri umani. Lo dobbiamo agli altri indipendentemente da chi sono, che aspetto hanno, da dove vengono, se ci piacciono o no, e se possono o meno fare qualcosa per noi”.
Basandosi sul lavoro del filosofo Martin Buber, la Hudson sostiene: “Dobbiamo combattere consapevolmente la tentazione perenne di vedere il mondo e gli altri esclusivamente attraverso la lente delle nostre esperienze e del nostro progresso. Strumentalizziamo le persone quando ci fa comodo e siamo pronti ad (apparire) gentili e generosi quando abbiamo qualcosa da guadagnare”.
La Hudson fornisce una semplice linea guida: “Le abitudini morali che promuovono la prosperità umana sono virtù. Le abitudini morali che ci dividono – dentro di noi e tra noi e gli altri – sono vizi”.
La Hudson spiega che civiltà non è sinonimo di cortesia, e che una personalità colta non è sinonimo di carattere. Ci incoraggia a difendere principi senza tempo anche quando gli altri sono fortemente in disaccordo.
Sostiene che la virtù non può essere imposta per legge. Man mano che diventiamo più virtuosi, si ravviva in noi il sentimento morale che, per diritto di nascita, ogni essere umano è uguale agli altri.
La missione della Hudson è ispirare la virtù per salvare la libertà. Molti pensatori l'hanno influenzata, tra cui Ben Franklin, che ammoniva: “Solo un popolo virtuoso è capace di libertà. Man mano che le nazioni diventano corrotte e viziose, hanno più bisogno di padroni”.
Cita anche Edmund Burke, che scrisse: “Gli uomini sono qualificati per la libertà esattamente in proporzione alla loro disposizione a imporre catene morali ai propri appetiti”. Come Franklin, anche Burke capì che se il “potere di controllo” non si trova negli individui, lo si troverà all'esterno, nelle mani degli autoritari.
La Hudson condivide ciò che il giurista americano Learned Hand scrisse nel ventesimo secolo: “La libertà risiede nei cuori degli uomini e delle donne; quando lì muore, nessuna costituzione, nessuna legge, nessun tribunale può salvarla; nessuna costituzione, nessuna legge, nessun tribunale può fare molto per aiutarla”.
Perfect Days, un film di Wim Wenders di una bellezza immensa, racconta la vita di un addetto alle pulizie dei bagni pubblici di Tokyo. L'alto livello di pulizia di base nei bagni pubblici e nelle strade giapponesi è inimmaginabile nelle città statunitensi. La legge non impone questa attenzione individuale alla pulizia; è una dimostrazione di rispetto per gli altri.
Di recente, in un bar di Philadelphia, alcuni giovani hanno ballato e scattato selfie con un cartello che diceva “Al diavolo gli ebrei”. Uno degli studenti coinvolti ha affermato che si trattava solo di uno “scherzo”.
“Lo stato non può legiferare sul pensiero”, ha affermato il deputato Thomas Massie quando ha votato contro un disegno di legge che condannava l'antisemitismo qualche anno fa. Massie ha ragione, ma sta solo sostenendo il punto della Hudson.
Se volete vivere in una società in cui l'antisemitismo è normalizzato, non aspettatevi di sfuggire alle conseguenze.
“L'obbedienza alla spontaneità” è un concetto introdotto da John Fletcher Moulton, matematico e giudice inglese del diciannovesimo secolo. Moulton e la Hudson concordano sul fatto che in questa obbedienza risieda “la vera grandezza di una nazione, la sua vera civiltà”. La Hudson aggiunge: “Quanto più una società si affida all'autoregolamentazione – e quanto meno si affida alla legge, alla coercizione, al conflitto e al contenzioso – tanto più è libera”.
Sostiene che “una società libera dipende dalla decisione dei suoi cittadini di compiere azioni onorevoli e virtuose anche quando hanno la possibilità di non farlo”. La Hudson vuole che prendiamo in considerazione la nostra disponibilità a obbedire a virtù spontanee.
Se in una buona giornata vi tenete lontani dai social media e dalle notizie, potreste non avere motivo di pensare alle idee contenute nel libro della Hudson. In una giornata del genere la vostra vita funziona piuttosto bene. Avete l'elettricità a portata di mano, cibo in tavola e persone che vi amano e si prendono cura di voi. È improbabile che andiate mai in quel bar di Philadelphia.
Il nostro carattere non è messo alla prova dai nostri giorni migliori – i mari calmi della prosperità economica e della coesione sociale – ma dai periodi di difficoltà economica e dai periodi in cui i legami della società civile sono sfilacciati. Il libro della Hudson è medicina preventiva.
Di recente, durante la prova di una corona dentale per mia moglie, il dentista e la sua assistente hanno lavorato fino all'ora di pranzo per ottenere un risultato perfetto. Altri dentisti avrebbero potuto prendere scorciatoie, invece lui ha messo al primo posto le esigenze di mia moglie. La Hudson sostiene che abbiamo bisogno di più interazioni di questo tipo nella vita di tutti i giorni: “Le nostre interazioni quotidiane possono elevare o peggiorare la nostra esperienza di convivenza sociale. La nostra considerazione verso gli altri promuove la fiducia reciproca e, di conseguenza, la nostra libertà e il nostro benessere”.
Basandosi sugli scritti di Hayek, la Hudson sottolinea che esiste una differenza tra la fiducia visibile che nutriamo nei confronti di familiari e amici e la fiducia invisibile che potremmo costruire con gli sconosciuti.
Quest'ultima rende possibile la società commerciale. Infatti la Hudson scrive che essa “è una fiducia generalizzabile, ovvero quella fiducia che riponiamo negli innumerevoli sconosciuti con cui interagiamo ogni giorno. Essa riduce i costi di transazione nella nostra società anonima e si costruisce attraverso i nostri piccoli gesti di gentilezza e generosità verso gli sconosciuti”.
“La tranquillità della mente, così necessaria alla felicità [...] è meglio promossa dalle [...] passioni della gratitudine e dell’amore”, scrisse Adam Smith in The Theory of Moral Sentiments.
La Hudson scrive: “Nessuna battaglia terrena vale il rischio di compromettere la salute e la vita della nostra anima. In fin dei conti, non possiamo controllare la civiltà o la maleducazione degli altri. Possiamo solo controllare noi stessi”.
Ognuno di noi oggi fallirà molte volte nel controllo di sé stesso. Ciò che conta non è che, in quanto esseri umani imperfetti, commettiamo errori, ma che siamo disposti a far sì che quegli errori vengano corretti dai legami affettivi che ci aiutano a prosperare.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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La nuova economia di guerra europea: dal collasso verde al keynesismo militare
E come ogni economia di guerra che si rispetti, la censura è un'arma che viene impiegata per imporre conformismo e serrare i ranghi. Ormai è difficile che non venga notato ovunque, soprattutto perché i costi di questa campagna continuano a lievitare e senza una fonte di denaro facile con cui finanziarla l'UE crollerà sotto il peso delle sue contraddizioni. Il Digital Markets Act (DMA) è diventato il fulcro della disputa transatlantica. Donald Trump insiste per avere voce in capitolo nell'interpretazione delle norme che, come il DSA, colpiscono principalmente le piattaforme di comunicazione statunitensi dominanti (es. X e Meta). In sostanza, Bruxelles mira a far rispettare le sue linee di politica di censura proprio su quelle piattaforme che stanno diventando sempre più importanti per il dibattito pubblico. Mascherato nella formula “incitamento all'odio”, lo spazio della comunicazione digitale deve essere sottoposto al controllo della censura pubblica. Bruxelles ha notato che le contro-narrazioni che prendono di mira l'eco-autoritarismo si stanno formando principalmente su queste piattaforme e mettono sempre più a nudo il funzionamento e gli obiettivi dell'apparato di potere dell'UE. Per garantire la propria politica di censura, Ursula von der Leyen e il suo apparato burocratico a Bruxelles accettano di buon grado che, alla fine, siano le aziende e i consumatori europei a pagare il prezzo della mania di controllo dell'UE attraverso dazi più elevati. Gli Stati Uniti manterranno l'attuale regime tariffario fino a quando non verrà raggiunto un accordo sulla gestione della politica di censura europea. La posizione intransigente di Washington fa sperare che Bruxelles subirà un duro colpo nel suo tentativo di instaurare una dittatura digitale.
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da Zerohedge
(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/la-nuova-economia-di-guerra-europea)
Mentre la pseudo-economia verde trascina l'economia in generale nel baratro, due terzi dei tedeschi si dichiarano soddisfatti delle energie rinnovabili o addirittura ne auspicano una più rapida espansione. Nel frattempo la costruzione di un'economia di guerra europea segna la fase successiva dell'attuale impoverimento dell'Europa.
La strategia economica più popolare e allo stesso tempo più distruttiva rimane l'interpretazione moderna del keynesismo. Con la sua visione semplicistica dell'attività economica, l'economista britannico John Maynard Keynes ha consegnato ai politici del dopoguerra una cassetta degli attrezzi che in seguito hanno distorto in una “soluzione” universale per ogni crisi economica. La versione condensata recita come segue: quasi ogni recessione deriva da un deficit di domanda da parte dei consumatori. Il compito dello stato, quindi, è quello di creare credito artificiale per colmare questo divario di domanda.
Ricetta per l'espansione burocratica
Tassi d'interesse più bassi, stampa di credito e, come dice la favoletta, l'economia decolla. In realtà ciò che rimane è una montagna di debito pubblico, una burocrazia in crescita, mercati finanziari distorti e una produttività in calo. Questi sono fatti economici, facilmente verificabili anche dai non economisti. La prosperità nasce da uno stock di capitale in crescita che soddisfa la domanda dei consumatori in modo efficiente e preciso con più beni e servizi.
La politica keynesiana si è rivelata disastrosa per l'Europa, perché offre ai politici una scusa permanente per espandere la propria influenza, costruire burocrazia e manipolare i mercati. Istituzioni politiche come la Commissione Europea, la maggior parte dei partiti europei e i governi degli stati membri operano quasi esclusivamente in questo modo.
Il Green Deal
È con questo spirito che è nato il Green Deal: una pseudo-economia mascherata da “trasformazione verde” e spacciata per un contributo alla salvezza del pianeta. In realtà si tratta di un congegno mostruoso, una risposta grottesca alla dipendenza energetica dell'Europa che ogni anno divora porzioni sempre più grandi dell'economia solo per mantenere in funzione la sua smisurata macchina dei sussidi.
Solo nel 2024 la Germania ha versato in questa macchina tra i €90 e i €100 miliardi. Il governo federale tedesco ha erogato €58 miliardi, mentre la Banca europea per gli investimenti ha aggiunto €8,6 miliardi in nuovi prestiti, il programma InvestEU €9,1 miliardi e i Fondi per l'innovazione e l'ambiente dell'UE circa €20 miliardi. Senza questo flusso costante di finanziamenti, l'economia zombie crollerebbe. A dimostrazione di ciò, il governo tedesco ha incanalato altri €100 miliardi di debito – mascherati da “fondo speciale” – nella macchina dei sussidi verdi, sempre più affamata.
Le pseudo-economie sopravvivono solo grazie a nuove iniezioni di capitale, andando continuamente contro la domanda del mercato. Le tensioni interne aumentano fino a rendere inevitabile il collasso. Il Green Deal ha intrappolato l'Europa proprio in questa spirale mortale.
Le ricadute
La Germania è ora al terzo anno di recessione e registra un numero record di fallimenti aziendali. Allo stesso tempo il governo ha creato mezzo milione di posti di lavoro nel settore pubblico in soli sei anni, mentre 1,2 milioni di posti di lavoro nel settore privato sono scomparsi. Combinato con l'immigrazione incontrollata, il risultato è una pressione estrema sul sistema di welfare tedesco.
La politica si è ritirata in una posizione puramente difensiva: lo Stato sociale funge da bacino di raccolta per centinaia di migliaia di persone che perdono i propri mezzi di sussistenza, mentre il settore privato crolla sotto il peso dei costi energetici e dei sussidi.
La diagnosi è chiara: il Green Deal è un vicolo cieco. Ogni euro speso esclude i mercati dei capitali privati, alloca male le risorse e incatena i lavoratori nei settori improduttivi. Il contrasto con l'Argentina è sorprendente: lì il presidente Milei ha tagliato la quota di PIL dello stato di sei punti percentuali e ha innescato un boom economico con una crescita del 7,7%.
La trasformazione richiede dolore
L'unica via d'uscita per l'Europa è accettare una dolorosa fase di trasformazione, ridimensionare lo stato e abbandonare le sue fantasie ecologiste. Una politica energetica razionale significa energia nucleare e reintegrazione delle forniture energetiche russe.
Eppure l'opinione pubblica racconta una storia diversa: il 64% dei tedeschi è soddisfatto delle energie rinnovabili, o ne vorrebbe di più. Anni di propaganda statale hanno cancellato il legame tra sussidi verdi e collasso economico. La narrazione del cambiamento climatico, moralizzata e trasformata in un'arma, si è radicata nella coscienza pubblica.
Le energie rinnovabili possono avere il loro posto, ma solo in mercati liberi, senza coercizioni o imposizioni. L'economia verde zombi non è mai riuscita a rilanciare la crescita dell'Europa. È tempo di affrontare la realtà e abbattere questa struttura prima che si possa costruire qualcosa di nuovo.
Il prossimo tentativo
Ma l'Europa non mostra segni di cambiamento di rotta. La burocrazia è diventata troppo grande per smantellarsi da sola. Da Berlino a Bruxelles, i leader trattano l'esodo industriale come una serie di sfortunati incidenti piuttosto che come il risultato diretto delle loro linee di politica. L'accogliente tavola rotonda “Made for Germany” tra Friedrich Merz e gli amministratori delegati del DAX ha confermato il sospetto di collusione tra aziende e statalismo.
Dopo aver fallito con il Green Deal, i politici europei stanno ora sperimentando una nuova pseudo-economia: un complesso militare-industriale alimentato dal debito. Secondo uno studio di Ernst & Young, le aziende tedesche del DAX hanno tagliato 30.000 posti di lavoro nella prima metà del 2025, ad eccezione delle aziende appaltatrici della difesa Rheinmetall e MTU Aero Engines, che hanno aumentato l'organico rispettivamente del 17% e del 7%.
Il piano dell'UE: entro il 2035, metà di tutti i beni di difesa europei – dall'artiglieria alla difesa informatica alle munizioni di precisione – saranno prodotti all'interno dell'Unione, creando fino a 660.000 posti di lavoro. Tutto ciò sarà finanziato non solo dall'aumento dei bilanci nazionali per la difesa, ma anche da programmi UE come ReARM Europe e SAFE, che genereranno centinaia di miliardi di nuovo debito.
Occhi ben chiusi
Bruxelles prevede di mobilitare ulteriori €800 miliardi in spese per la difesa entro il 2030. Eppure nessun settore è più lontano dalla domanda reale dei consumatori dell'industria bellica. Questa è la pseudo-economia keynesiana nella sua forma più estrema: guadagnare tempo con il debito, affamando al contempo i mercati dei capitali privati.
L'ascesa della lobby della difesa come nuova beniamina di Bruxelles alimenterà la corruzione, acuirà il divario tra le strutture parassitarie dell'UE e le forze produttive in contrazione, e consoliderà il clientelismo corporativo come sistema operativo dell'UE. Lo scandalo degli SMS con Pfizer della von der Leyen rimane il simbolo più calzante di questa macchina orrenda di Bruxelles.
In definitiva, l'economia europea non ha né le risorse né la tecnologia per realizzare il sogno di un'UE militarizzata. È una tragica replica del Green Deal: alimentata dalla propaganda, alimentata dal debito e destinata al collasso.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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I dati “in via di sparizione” della Cina non possono nasconderne il rallentamento economico
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di Ethan Yang
(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/i-dati-in-via-di-sparizione-della)
Le informazioni sulla salute economica della Cina sono sempre più difficili da reperire. Sebbene Pechino sia sempre poco trasparente su qualsiasi cosa possa potenzialmente indicare instabilità o debolezza, questo comportamento sta raggiungendo un punto in cui i suoi tentativi di occultamento stanno trasmettendo un messaggio inequivocabile: l'economia cinese è in difficoltà.
Il 4 maggio il Wall Street Journal ha riferito che il Partito Comunista Cinese (PCC) sta “facendo sparire” enormi quantità di dati economici in seguito alle notizie di un crollo delle vendite di terreni, di una crescita stagnante del PIL, di una disoccupazione in aumento e persino di un calo della produzione di salsa di soia.
“Pechino ha smesso di pubblicare centinaia di statistiche”, ha riportato il quotidiano, “la scomparsa dei dati ha reso più difficile per le persone sapere cosa sta succedendo in Cina in un momento cruciale, con la guerra commerciale tra Washington e Pechino che dovrebbe colpire duramente la Cina e indebolire la crescita globale”.
Il motivo per cui ciò sta accadendo è ovvio: il PCC, e in particolare Xi Jinping, sono preoccupati per le conseguenze che i dati economici negativi potrebbero avere sulla loro credibilità e sulla loro presa sul potere.
Non dovremmo affrettarci a concludere che siamo nel 1989, sul punto di assistere alla caduta del Muro di Berlino; né dovremmo concludere che si tratti semplicemente di una transizione strutturale prima che la Cina diventi una superpotenza tecnologica.
La realtà è probabilmente da qualche parte nel mezzo.
La Cina, come gli Stati Uniti, sta affrontando una miriade di difficoltà politico-economiche che non necessariamente faranno deragliare il Paese, ma preannunciano risultati mediocri in futuro. La differenza principale è che gli Stati Uniti dispongono di un sistema per rimuovere pacificamente i responsabili quando le loro idee falliscono.
La storia della crescita della Cina
La Repubblica Popolare Cinese, dopo una serie di riforme di mercato nel 1978 e l'adesione all'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) nel 2001, ha vissuto un miracolo economico, passando dall'essere uno dei Paesi più poveri del mondo alla seconda economia più grande. Le spiegazioni sono molteplici e ampiamente citate, tra queste l'enfasi sulla produzione manifatturiera e su una manodopera a basso costo ma sempre più produttiva, un solido livello di istruzione, una governance stabile e una generale apertura alle imprese, soprattutto nei confronti di un regime comunista. La Cina, inoltre, adotta una linea di politica industriale su larga scala, un grado relativamente basso di libertà economica e un sistema politico che reagisce violentemente a qualsiasi cosa possa minacciare il potere del PCC. Quest'ultimo punto è particolarmente rilevante dopo il 2012, quando Xi Jinping, l'attuale presidente, è salito al potere e ha deciso che il Paese aveva ceduto troppo al presunto caos del settore privato, provocando una drastica riduzione delle libertà politiche ed economiche.
Con il rallentamento della crescita economica, dovuto sia a ragioni naturali che politiche, il governo cinese ha iniziato a diffondere sempre meno informazioni. La Cina, che un tempo vantava tassi di crescita annui a due cifre, ora cresce a un tasso di circa il 3-4%, secondo alcuni esperti. Sebbene questo dato possa essere considerato significativo per un Paese sviluppato come gli Stati Uniti, il PIL pro capite della Cina è di gran lunga inferiore e rimane un margine di crescita sostanziale.
Impedimenti alla crescita
Parte del motivo di questo rallentamento della crescita è naturale. Con il progredire di un'economia, devono verificarsi determinati cambiamenti strutturali prima che essa raggiunga la fase successiva. Questo fenomeno è noto come “trappola del reddito medio”, uno in cui i Paesi rurali sperimentano una rapida crescita economica man mano che si modernizzano e progrediscono verso un'economia basata meno sull'agricoltura e più sulla produzione e sugli investimenti. Tuttavia la crescita inizia a rallentare perché la fase successiva, oltre la produzione manifatturiera, che non richiede una formazione specializzata, richiede invece determinati livelli di istruzione e infrastrutture. È facile costruire fabbriche e riempirle di lavoratori; creare invece le condizioni per startup tecnologiche, finanza aziendale e un'economia guidata dai consumi richiede più che semplice manodopera e una ragionevole stabilità. La Cina sta affrontando questo problema in questo momento, mentre si confronta con enormi disparità di sviluppo tra le sue ricche città costiere e l'entroterra rurale.
Un altro motivo per cui la Cina sta attraversando un rallentamento economico deriva dalle linee di politica del suo governo centrale. La crescita del PIL sta rallentando per una serie di ragioni, ma alcuni settori dell'economia sono particolarmente ostacolati dall'intervento governativo. Ad esempio, a seguito di un improvviso e aggressivo attacco normativo alle proprie aziende nell'ambito di una campagna nota come “Prosperità Comune” nel 2021, il mercato azionario cinese ha subito un impatto sostanziale e continua a essere in difficoltà.
La Campagna per la Prosperità Comune è stata aggravata dalla continua repressione della società cinese durante l'epidemia di COVID-19 e dall'uso della Strategia Zero COVID. L'indice composito di Shanghai, che monitora tutti i titoli della Borsa di Shanghai, è rimasto relativamente stabile, mentre Alibaba, l'equivalente cinese di Amazon, è trattato a meno della metà del suo massimo di ottobre 2020. La Cina, che aveva iniziato a costruirsi la reputazione di futuro del business, è ora vista dagli investitori come ostile e imprevedibile. Anche la sua dipendenza dal commercio estero per alimentare la sua base manifatturiera è sempre più vista come un difetto, mentre gli Stati Uniti e altri Paesi riequilibrano le loro relazioni con essa per ragioni sia economiche che geopolitiche.
La realtà è che le linee di politica industriali cinesi stanno iniziando a ritorcersi contro di essa. Un importante motore di crescita è sempre stato il settore immobiliare e ora è sull'orlo del collasso a causa degli anni di denaro facile e di pianificazione governativa che hanno lasciato il segno, in particolare con il default del gigante finanziario Evergrande. Le linee di politica industriali volte a sostenere settori specifici (dai semiconduttori ai veicoli elettrici) allocano in modo errato il capitale, causano inefficienze e sconvolgimenti di massa. Nel 2023, ad esempio, i titoli dei giornali erano pieni di resoconti di cimiteri di auto elettriche, poiché le persone hanno ritenuto più conveniente abbandonare completamente le proprie auto piuttosto che cercare di venderle. Il principale fattore scatenante di questo problema sono stati i sussidi sconsiderati che hanno sostenuto le aziende in fallimento e hanno incoraggiato i consumatori ad acquistare auto indipendentemente dal fatto che le loro città disponessero delle infrastrutture adeguate per supportarle.
Cosa significa tutto questo per il futuro?
Il rallentamento della crescita economica della Cina dovrebbe certamente essere visto come un'accusa alle linee di politica di Xi, e più in generale alla linea di politica industriale, e all'incapacità del modello autoritario di Pechino di affrontare adeguatamente le difficoltà strutturali della crescita economica. Ciò non significa necessariamente che la Cina crollerà domani, o che non sarà un contendente geopolitico per gli Stati Uniti. Il settore high-tech cinese continua a crescere, alimentando la crescita di settori strategici come i droni, le terre rare e l'intelligenza artificiale. Sebbene resti da vedere se le linee di politica industriali di Pechino catapulteranno il Paese nella modernità, c'è ancora spazio per la crescita, a un ritmo molto più moderato di quanto desiderato ovviamente. Si può affermare con certezza che troppe cose devono andare per il verso giusto affinché la Cina possa vedere la rapida crescita economica che i fautori della linea di politica industriale ritengono dovrebbe arrivare.
La Cina sperimenterà una crescita economica molto più lenta del previsto, ma il futuro probabilmente non porterà al collasso, bensì alla mediocrità. La domanda da porsi, quindi, è: come affronterà questo dilemma un'entità sempre più paranoica e autoritaria come il PCC?
Il governo cinese adotterà misure radicali per promuovere la libera impresa e ripristinare le relazioni con l'Occidente? Altamente improbabile. Come affronterà Xi Jinping le proposte, benintenzionate, di moderare alcune delle sue linee di politica? Accoglierà silenziosamente le critiche, o ricorrerà a purghe politiche? Ha già fatto entrambe le cose in passato.
Il risultato è probabilmente una via di mezzo. Si tratta di un comportamento sempre più imprevedibile da parte del governo cinese, che cerca da un lato di placare il malcontento popolare e dall'altro di reprimerlo. Il risultato finale è una debole crescita economica nel prossimo futuro e un mandato di Xi Jinping sempre più ansioso e incerto.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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Il progetto tecnocratico
Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato fuori controllo negli ultimi quattro anni in particolare. Questa una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.
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(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/il-progetto-tecnocratico)
“L'umanità tenterà di superare i propri limiti e di giungere a una più piena realizzazione”, dichiarò Julian Huxley nel 1957, coniando il termine “transumanesimo”. Nel 2022 Yuval Noah Harari ne avrebbe annunciato l'oscuro compimento: “Gli esseri umani sono ora animali hackerabili. L'intera idea del libero arbitrio [...] è finita. Oggi disponiamo della tecnologia per hackerare gli esseri umani su larga scala. Tutto viene digitalizzato, tutto viene monitorato. In questo periodo di crisi, bisogna seguire la scienza. Si dice spesso che non si dovrebbe mai permettere che una buona crisi vada sprecata, perché una crisi è un'opportunità per attuare anche delle ‘buone’ riforme che in tempi normali le persone non accetterebbero mai. Ma in una crisi non si ha alcuna possibilità, quindi è meglio fare ciò che noi, le persone che capiscono, vi diciamo di fare”.
Come Truman Burbank nel film The Truman Show, viviamo in un mondo in cui la realtà stessa è sempre più manipolata. E come Truman, la maggior parte delle persone rimane ignara della portata di questa manipolazione finché non ne vengono mostrati gli schemi. Ma a differenza della cupola fisica di Truman, con le sue telecamere e i suoi set artificiali, il nostro ambiente opera attraverso sofisticati sistemi tecnologici e vincoli digitali invisibili. I meccanismi di questa ingegneria della realtà – dalla manipolazione dei media alla programmazione sociale – sono stati esplorati in dettaglio in una precedente analisi. Ora ci concentreremo sulla forza trainante di questo mondo artificiale: la tecnocrazia, il sistema di controllo che rende possibile tale ingegneria della realtà su scala globale.
L'architettura tecnocratica non è stata semplicemente tramandata attraverso le istituzioni, ma è fluita attraverso le linee di sangue. Al centro di questa rete dinastica si trova Thomas Henry Huxley, noto come “il Bulldog di Darwin”, che contribuì a stabilire il materialismo scientifico come nuova religione mentre faceva parte dell'influente Tavola Rotonda di Rodi. Suo figlio Leonard portò avanti questa fiaccola, mentre i nipoti Aldous e Julian divennero architetti chiave dell'ordine mondiale moderno. Non si trattava di connessioni casuali, ma piuttosto dell'attenta coltivazione di reti di potere multigenerazionali.
I legami si approfondiscono attraverso il matrimonio e l'associazione. Charles Galton Darwin, nipote di Charles Darwin, scrisse The Next Million Years nel 1952, delineando il controllo della popolazione attraverso mezzi tecnologici. Suo figlio si sarebbe poi sposato con un membro della linea Huxley, creando un potente nesso di influenza che abbracciava scienza, cultura e governance.
Questo progetto intergenerazionale si è evoluto con la capacità tecnologica. Laddove Rockefeller una volta dichiarò “abbiamo bisogno di una nazione di lavoratori, non di pensatori” mentre costruiva la sua industria dell'informazione, oggi i tecnocrati si trovano ad affrontare un'equazione diversa. Con l'intelligenza artificiale che elimina la necessità del lavoro umano, l'attenzione si sposta dalla creazione di lavoratori obbedienti alla gestione della riduzione della popolazione, non attraverso la forza aperta, ma attraverso una sofisticata ingegneria sociale.
L'amministratore delegato di BlackRock, Larry Fink, ha di recente reso esplicito questo cambiamento, spiegando come l'intelligenza artificiale e l'automazione rimodelleranno le dinamiche demografiche: “Nei Paesi sviluppati con una popolazione in calo [...] questi Paesi svilupperanno rapidamente la robotica e la tecnologia dell'intelligenza artificiale [...] i problemi sociali che si avranno nel sostituire gli esseri umani alle macchine saranno molto più facili in quei Paesi con una popolazione in calo”. La sua schietta valutazione rivela come la capacità tecnologica guidi i programmi delle élite: man mano che il lavoro umano diventa meno necessario, la riduzione della popolazione diventa più auspicabile.
I messaggi sul cambiamento climatico, il calo delle nascite e la normalizzazione dell'eutanasia non sono sviluppi casuali, ma estensioni logiche di questo programma in evoluzione.
Dal cervello mondiale alla mente alveare digitale
Nel 1937 uno scrittore di fantascienza britannico immaginò un futuro in cui tutta la conoscenza umana sarebbe stata accessibile a tutti. Oggi lo chiamiamo Internet. H. G. Wells vide molto più della semplice tecnologia. “Il mondo ha un Cervello Mondiale a cui, in ultima analisi, tutta la conoscenza deve essere indirizzata”, scrisse, “e ha un sistema nervoso di comunicazioni stradali, ferroviarie e aeree che sta già iniziando a unire l'umanità in un tutt'uno”. La sua visione andava oltre la mera condivisione di informazioni. Attraverso The Open Conspiracy invocava “un movimento di tutto ciò che è intelligente nel mondo”, sostenendo esplicitamente la governance tecnocratica di un'élite scientifica che avrebbe gradualmente assunto il controllo della società. “La Cospirazione Aperta deve essere un movimento mondiale e non un movimento inglese o occidentale. Deve essere un movimento di tutto ciò che è intelligente nel mondo”. Wells delineò il suo schema per una classe di individui istruiti e razionali che avrebbero guidato questa trasformazione globale. Persino nella sua opera di narrativa, Shape of Things to Come, si legge di un progetto, in particolare nella descrizione di come una pandemia potrebbe facilitare la governance globale.
Questo piano ha trovato la sua espressione istituzionale attraverso Julian Huxley all'UNESCO. “La filosofia generale dell'UNESCO dovrebbe essere quella di un umanesimo scientifico di portata mondiale e di matrice evolutiva”, dichiarò in qualità di primo Direttore Generale. Attraverso opere come Religion Without Revelation (1927), Huxley non si limitò a suggerire la sostituzione della fede tradizionale, ma delineò una nuova ortodossia religiosa con la Scienza come divinità e gli esperti come sacerdozio. Questa devozione quasi religiosa all'autorità scientifica sarebbe diventata il quadro di riferimento per l'odierna accettazione incondizionata delle affermazioni degli esperti su tutto, dagli obblighi di vaccinazione alle linee di politica sul clima. La maggior parte dei civili non possiede le conoscenze specialistiche per valutare queste questioni tecniche complesse, eppure ci si aspetta che le accolgano con fervore religioso: “fidarsi della scienza” diventa l'equivalente moderno di “fidarsi della fede”. Questa cieca deferenza nei confronti dell'autorità scientifica, esattamente come immaginava Huxley, ha trasformato la scienza da metodo di indagine a sistema di credenze.
La famiglia Huxley fornì l'architettura intellettuale per questa trasformazione. “L'umanesimo scientifico mondiale” di Julian Huxley presso l'UNESCO stabilì il quadro istituzionale, mentre suo fratello Aldous ne rivelò la metodologia psicologica. Nella sua intervista del 1958 con Mike Wallace, Aldous Huxley spiegò come il rapido cambiamento tecnologico potesse sopraffare le popolazioni, facendole “perdere la capacità di analisi critica”. La sua descrizione del “controllo attraverso la sopraffazione” descrive perfettamente il nostro attuale stato di costante sconvolgimento tecnologico, in cui le persone sono troppo disorientate dai rapidi cambiamenti per resistere efficacemente ai nuovi sistemi di controllo.
Ancora più importante, Huxley sottolineò l'importanza di un'implementazione “graduale”, suggerendo che, calibrando attentamente i cambiamenti tecnologici e sociali, la resistenza potesse essere gestita e i nuovi sistemi di controllo normalizzati nel tempo. Questa strategia graduale, che rispecchia l'approccio della Fabian Society, è riscontrabile in ogni aspetto, dalla lenta erosione dei diritti alla privacy all'implementazione incrementale dei sistemi di sorveglianza digitale. Il suo monito sul condizionamento psicologico attraverso i media prefigurava gli attuali algoritmi dei social media e la modifica del comportamento digitale.
Between Two Ages di Zbigniew Brzezinski ampliò questo quadro, descrivendo un'imminente “era tecnetronica” caratterizzata dalla sorveglianza dei cittadini, dal controllo attraverso la tecnologia, dalla manipolazione del comportamento e dalle reti di informazione globali. Fu straordinariamente esplicito riguardo a questo progetto: “L'era tecnetronica comporta la graduale comparsa di una società più controllata. Una tale società sarebbe dominata da un'élite, libera dai valori tradizionali [...]. Presto sarà possibile esercitare una sorveglianza pressoché continua su ogni cittadino e mantenere archivi completi e aggiornati contenenti anche le informazioni più personali. Questi archivi saranno soggetti a un recupero immediato da parte delle autorità”. Oggi molti potrebbero ricordare sua figlia Mika Brzezinski come co-conduttrice di “Morning Joe” su MSNBC: mentre suo padre plasmava la teoria geopolitica, lei avrebbe continuato a influenzare l'opinione pubblica attraverso i media, dimostrando come l'influenza dell'establishment si adatti attraverso le generazioni.
Il concetto di “Cervello Mondiale” di Wells – una rete di informazioni globale interconnessa – è diventato realtà grazie all'ascesa dell'intelligenza artificiale e di Internet. Questa centralizzazione della conoscenza e dei dati rispecchia l'ambizione tecnocratica di una società globale basata sull'intelligenza artificiale, come esemplificato da iniziative come l'AI World Society (AIWS).
Le previsioni di George Orwell sono diventate la nostra realtà quotidiana: i teleschermi che tracciano i nostri movimenti sono diventati dispositivi intelligenti con telecamere e microfoni sempre accesi; la neolingua, che limita il linguaggio accettabile, è emersa come moderazione dei contenuti e correttezza politica; il buco della memoria che cancella i fatti scomodi opera attraverso la censura digitale e il “fact-checking”; il crimine di pensiero che punisce le opinioni sbagliate si manifesta come sistemi di credito sociale e punteggi di reputazione digitale; la guerra perpetua che mantiene il controllo continua attraverso conflitti infiniti e la “guerra al terrorismo”.
Si consideri come le principali pubblicazioni prevedano sistematicamente le imminenti trasformazioni tecnologiche: la promozione da parte dei media generalisti della mentalità del “mai offline” ha preceduto l'adozione diffusa di dispositivi di sorveglianza indossabili che ora convergono biologia umana e tecnologia digitale – quello che oggi viene chiamato “Internet dei corpi”.
Queste non sono previsioni casuali: rappresentano sforzi coordinati per abituare la popolazione a tecnologie sempre più invasive che confondono i confini tra il mondo fisico e quello digitale. Questo schema di anticipazione dei sistemi di controllo attraverso i media generalisti ha un duplice scopo: normalizza la sorveglianza e al contempo presenta la resistenza come futile o retrograda. Quando questi sistemi saranno pienamente implementati, la popolazione sarà già stata condizionata ad accettarli come un progresso inevitabile.
Se Orwell ci ha mostrato il bastone, Huxley ci ha rivelato la carota. Mentre Orwell metteva in guardia dal controllo attraverso il dolore, Huxley predisse il controllo attraverso il piacere. La sua distopia fatta di caste genetiche, diffusione di droghe che alterano l'umore e un intrattenimento senza fine corre parallela al nostro mondo di tecnologia CRISPR, farmaci psichiatrici e dipendenza digitale.
Sebbene le basi teoriche siano state gettate da visionari come Wells e Huxley, l'implementazione delle loro idee ha richiesto quadri istituzionali. La trasformazione da concetti astratti a sistemi di controllo mondiali sarebbe emersa attraverso reti di influenza attentamente elaborate.
Dalle Tavole Rotonde alla governance mondiale
Quando Cecil Rhodes morì nel 1902, lasciò molto più di una semplice fortuna in diamanti. Il suo testamento delineava la strada per un nuovo tipo di impero, costruito non attraverso la conquista militare, ma attraverso l'attenta formazione di futuri leader che avrebbero pensato e agito come tali. Carroll Quigley, nella sua influente opera Tragedy and Hope, fornì spunti di riflessione privilegiati sulle strutture di potere da lui osservate, scrivendo di come “i poteri del capitalismo finanziario avessero un altro obiettivo di vasta portata, nientemeno che creare un sistema mondiale di controllo finanziario in mani private, in grado di dominare il sistema politico di ogni Paese e l'economia mondiale nel suo complesso. Questo sistema sarebbe stato controllato in modo feudale dalle banche centrali mondiali, che agivano di concerto, attraverso accordi segreti stipulati in frequenti incontri e conferenze private”.
Ciò si sarebbe manifestato attraverso una rete basata sui contatti umani e sull'influenza istituzionale. Rhodes immaginava la creazione di una rete d'élite che avrebbe esteso l'influenza britannica a livello globale, promuovendo al contempo la “cooperazione” anglo-americana. La sua dottrina non riguardava solo il potere politico, ma anche la definizione dei meccanismi attraverso i quali i leader del futuro avrebbero pensato e operato.
I meccanismi del controllo globale hanno subito una profonda trasformazione dai tempi di Rhodes. Il modello 1.0 del globalismo operava attraverso gli stati nazionali, il colonialismo e le strutture esplicite dell'Impero britannico. L'attuale Globalismo 2.0 opera attraverso istituzioni aziendali e finanziarie, indirizzando il potere verso una governance globale centralizzata senza la necessità di un impero formale. Organizzazioni come il Gruppo Bilderberg, il Council on Foreign Relations, la Commissione Trilaterale e il Tavistock Institute hanno trascorso dai 50 ai 100 anni a guidare programmi e linee di politica globali, centralizzando gradualmente potere, influenza e risorse tra un'élite sempre più concentrata. Il Gruppo Bilderberg, in particolare, ha facilitato discussioni private tra influenti leader politici e imprenditoriali, plasmando a porte chiuse i processi decisionali di alto livello.
Le borse di studio Rhodes sono state più di un semplice programma educativo: hanno creato un canale per identificare e coltivare i futuri leader che avrebbero portato avanti questo programma tecnocratico. Il Movimento della Tavola Rotonda, emerso dal progetto di Rhodes, avrebbe creato gruppi influenti in Paesi chiave, creando reti informali che avrebbero plasmato la politica globale per generazioni.
Da queste Tavole Rotonde sono emerse istituzioni chiave per la governance globale: il Royal Institute of International Affairs (Chatham House) di Londra e il Council on Foreign Relations negli Stati Uniti. Queste organizzazioni non si sarebbero limitate a discutere di politica, ma avrebbero creato il quadro intellettuale attraverso il quale la politica poteva essere concepita. I loro membri avrebbero poi fondato la Società delle Nazioni, le Nazioni Unite e il sistema di Bretton Woods.
La visione di Alice Bailey, articolata attraverso la Lucis Trust (fondata nel 1922 come Lucifer Publishing Company prima di essere rinominata nel 1925), prefigurava e contribuiva a plasmare aspetti delle istituzioni globali odierne. Pur non avendo fondato direttamente le Nazioni Unite, l'influenza della Lucis Trust è visibile nei fondamenti spirituali e filosofici dell'organizzazione, tra cui la Sala di Meditazione presso la sede centrale delle Nazioni Unite. Nel libro The Externalization of the Hierarchy, scritto nell'arco di diversi decenni e pubblicato nel 1957, la Bailey delineò una visione di trasformazione globale che si avvicina a molte iniziative attuali delle Nazioni Unite. I suoi scritti descrivevano i cambiamenti che ora vediamo manifestarsi: sistemi di istruzione che promuovono la cittadinanza globale, programmi ambientali che ristrutturano la società, istituzioni spirituali che si fondono con credenze universali e sistemi economici sempre più integrati. In particolare indicò il 2025 come data obiettivo per questa “esteriorizzazione della gerarchia”, una tempistica in linea con molte iniziative globali attuali, tra cui l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile.
Oggi questo piano d'azione si manifesta attraverso il World Economic Forum, dove Klaus Schwab, sotto la guida di Henry Kissinger, mette in pratica queste storiche guide tecnocratiche. Come affermò Kissinger nel 1992: “Un Nuovo Ordine Mondiale emergerà. L'unica domanda è se nascerà da intuizioni intellettuali e morali, e intenzionalmente, o se sarà imposto all'umanità da una serie di catastrofi”. Il WEF di Klaus Schwab plasma attivamente questo ordine “penetrando nei governi” attraverso il suo programma Young Global Leaders. Come si vantava lo stesso Schwab: “Ciò di cui siamo molto orgogliosi è che riusciamo a penetrare nei governi di diversi Paesi”, un'affermazione dimostrata dal fatto che diversi membri del governo di Paesi come Canada, Francia, Germania e Nuova Zelanda, così come politici statunitensi come Gavin Newsom, Pete Buttigieg e Huma Abedin, hanno partecipato alle iniziative di leadership del WEF.
Programmare il futuro: vendere la gabbia
Edward Bernays, nipote di Sigmund Freud, sviluppò il quadro psicologico che sarebbe diventato il marketing moderno e la manipolazione dei social media. Questa connessione familiare non fu una coincidenza: le intuizioni psicologiche di Freud sulla natura umana sarebbero state trasformate da suo nipote in strumenti di manipolazione di massa. Questo modello di influenza continua ancora oggi: il co-fondatore di Netflix, Marc Bernays Randolph, è pronipote di Edward Bernays, a dimostrazione di come queste linee di sangue continuino a plasmare il nostro consumo culturale. Le tecniche di “ingegneria del consenso” e di gestione dell'opinione pubblica, sperimentate da Edward Bernays, operano ora attraverso piattaforme digitali su una scala senza precedenti, preparando il terreno per il fenomeno della programmazione predittiva.
La programmazione predittiva opera presentando i sistemi di controllo futuri come intrattenimento, normalizzandoli prima della loro implementazione. Quando la realtà rispecchia la finzione, il pubblico è stato precondizionato ad accettarla. Non si tratta di una mera coincidenza: queste narrazioni preparano sistematicamente le popolazioni a trasformazioni pianificate.
Come spiega il teorico Alan Watt: “La programmazione predittiva agisce creando un condizionamento psicologico nelle nostre menti attraverso un processo di tipo pavloviano. Esponendo ripetutamente le persone a eventi futuri, o sistemi di controllo attraverso i media di intrattenimento, le risposte diventano familiari e quegli eventi vengono quindi accettati come eventi naturali quando si manifestano nella realtà”.
Hollywood funge da veicolo principale per la normalizzazione delle idee tecnocratiche. Film e programmi TV presentano costantemente scenari futuri che poi diventano realtà:
• Minority Report (2002) prevedeva pubblicità personalizzata e interfacce controllate dai gesti → Ora abbiamo annunci mirati e controlli touchless;
• Iron Man (2008) ha normalizzato le interfacce cervello-computer per l'uso quotidiano → Ora vediamo Neuralink e altre iniziative di impianti neurali ottenere l'accettazione del pubblico;
• Black Mirror (2011-) episodi sui punteggi di credito sociale → La Cina ha implementato sistemi simili;
• Contagion (2011) ha previsto in modo inquietante le risposte alla pandemia → Molte delle sue scene si sono svolte nella vita reale;
• The Social Network (2010) ha descritto la rivoluzione tecnologica come inevitabile e i leader come brillanti outsider → Portando a una diffusa venerazione dei tecnocrati;
• Person of Interest (2011) ha descritto la sorveglianza di massa tramite l'intelligenza artificiale → Ora abbiamo un riconoscimento facciale diffuso e una polizia predittiva;
• Her (2013) ha descritto un'intima relazione tra un essere umano e un assistente AI, presagendo l'erosione dei legami umani tradizionali;
• Elysium (2013) ha descritto la divisione tecnologica di classe → Ora assistiamo a un crescente dibattito sul potenziamento transumano limitato alle élite;
• Transcendence (2014) ha esplorato la fusione della coscienza umana con l'IA → Ora assistiamo a un rapido progresso di Neuralink e altre iniziative di interfaccia cervello-computer;
• Ready Player One (2018) ha normalizzato l'immersione digitale completa e l'economia virtuale → Ora assistiamo a iniziative di metaverso e mercati di asset digitali.
Anche l'intrattenimento per bambini gioca un ruolo. Film come WALL•E predicono il collasso ambientale, mentre film per bambini come Big Hero 6 della Disney/Pixar mostrano la tecnologia che “salva” l'umanità. Il messaggio rimane coerente: la tecnologia risolverà i nostri problemi, ma a scapito delle relazioni umane tradizionali e delle libertà. Questo condizionamento sistematico attraverso i media richiederebbe un quadro istituzionale altrettanto sistematico per essere implementato su larga scala.
Mentre Bernays e i suoi successori svilupparono il quadro psicologico per l'influenza di massa, l'implementazione di queste idee su larga scala richiese una solida architettura istituzionale. La traduzione di queste tecniche di manipolazione dalla teoria alla pratica sarebbe emersa attraverso reti di influenza attentamente costruite, ciascuna basata sul lavoro delle altre. Queste reti non si sarebbero limitate a condividere idee, ma avrebbero attivamente plasmato i meccanismi attraverso i quali le generazioni future avrebbero compreso e interagito con il mondo.
La rete istituzionale
La mappa tecnocratica richiedeva istituzioni specifiche per la sua attuazione. La Fabian Society, il cui stemma raffigura un lupo travestito da agnello e un logo a forma di tartaruga a rappresentare il loro motto “quando colpisco, colpisco duro” e “cambiamento lento e costante”, stabilì meccanismi per una graduale trasformazione sociale. Questo approccio gradualista sarebbe diventato un modello per l'attuazione del cambiamento istituzionale senza innescare resistenze.
La traduzione della teoria tecnocratica in linee di politica globali richiedeva la forza delle istituzioni. Organizzazioni come le Fondazioni Rockefeller e Ford non si limitarono a sostenere queste iniziative, ma ristrutturarono sistematicamente la società attraverso finanziamenti strategici e l'attuazione delle relative linee di politica. L'influenza della Fondazione Rockefeller sulla medicina rispecchiava la riorganizzazione dell'istruzione da parte di quella Ford, creando meccanismi interconnessi di controllo sulla salute e sulla conoscenza. Queste fondazioni erano più che semplici organizzazioni filantropiche: fungevano da incubatori per la governance tecnocratica, coltivando attentamente reti di influenza attraverso sovvenzioni, borse di studio e supporto istituzionale. Il loro lavoro dimostrò come una beneficenza di facciata potesse mascherare una profonda ingegneria sociale, un modello che continua con i filantropi di oggi nel mondo della tecnologia.
Bill Gates esemplifica questa evoluzione: la sua fondazione esercita un'influenza senza precedenti sulle linee di politica sanitarie globali, investendo contemporaneamente in sistemi di identificazione digitale, alimenti sintetici e tecnologie di sorveglianza. L'acquisizione di vaste proprietà agricole, che lo ha reso il più grande proprietario terriero privato d'America, corre parallela al suo controllo sui sistemi globali di conservazione e distribuzione dei semi. Come Rockefeller prima di lui, Gates utilizza le donazioni filantropiche per plasmare molteplici ambiti, dalla sanità pubblica al mondo dell'istruzione, dall'agricoltura all'identità digitale. La sua visione transumanista si estende alla brevettazione di interfacce uomo-computer, posizionandosi per influenzare non solo i nostri sistemi alimentari e sanitari, ma potenzialmente la biologia umana stessa attraverso l'integrazione tecnologica. Attraverso investimenti strategici nei media e pubbliche relazioni attentamente gestite, queste attività sono tipicamente presentate come iniziative benefiche piuttosto che come esercizi di controllo. Il suo lavoro dimostra come i filantropi moderni abbiano perfezionato i metodi dei loro predecessori nell'utilizzare le donazioni benefiche per progettare la trasformazione sociale.
La trasformazione della medicina offre un esempio lampante di come si siano evoluti i sistemi di controllo. Jonas Salk, celebrato come filantropo per il suo lavoro sui vaccini, rivelò motivazioni più oscure in libri come The Survival of the Wisest e World Population and Human Values: A New Reality, che sostenevano esplicitamente l'eugenetica e i programmi di spopolamento. Questo schema di apparente filantropia che maschera il controllo demografico si è ripetuto per tutto il secolo scorso, costringendoci a riconsiderare molti dei nostri presunti eroi del progresso.
La strumentalizzazione della divisione sociale è emersa attraverso un attento studio accademico. Il lavoro di Margaret Mead e Gregory Bateson in Papua Nuova Guinea, in particolare il loro concetto di schismogenesi (la creazione di fratture sociali), ha fornito il quadro teorico per l'ingegneria sociale moderna. Pur essendo presentati come una ricerca antropologica neutrale, i loro studi hanno di fatto creato un manuale per la manipolazione sociale attraverso lo sfruttamento dei conflitti interni. Steps to an Ecology of Mind di Bateson ha rivelato come i modelli di comunicazione e i circuiti di feedback possano plasmare il comportamento sia individuale che collettivo. Il concetto di schismogenesi descriveva come le separazioni iniziali potessero amplificarsi in cicli di opposizione auto-rinforzanti, un processo che oggi vediamo deliberatamente implementato attraverso gli algoritmi dei social media e i programmi di informazione mainstream.
Hate Inc. di Matt Taibbi offre una potente analisi contemporanea di come questi principi operino nella nostra era digitale. Ciò che Bateson osservò nelle culture tribali, Taibbi documenta nell'ecosistema mediatico odierno: lo sfruttamento sistematico della divisione attraverso la distribuzione algoritmica di contenuti e metriche di coinvolgimento, creando una forma industrializzata di schismogenesi che alimenta il controllo sociale attraverso conflitti artificiali, anche quando l'establishment “monopartitico” converge su questioni chiave come la politica estera.
Il Royal Institute of International Affairs e il Council on Foreign Relations hanno plasmato i quadri politici internazionali, mentre il Tavistock Institute ha sviluppato e perfezionato tecniche di operazioni psicologiche. La Scuola di Francoforte ha rimodellato la critica culturale e la Commissione Trilaterale ha guidato l'integrazione economica. Ognuna di queste organizzazioni svolge molteplici ruoli: incubare idee tecnocratiche, formare i futuri leader, creare reti di influencer chiave, sviluppare quadri politici e progettare il cambiamento sociale.
The Impact of Science on Society di Bertrand Russell fornì il modello per il controllo dell'istruzione moderno. “La materia che avrà maggiore importanza politica è la psicologia di massa”, scrisse. “La sua importanza è stata enormemente accresciuta dallo sviluppo dei metodi di propaganda moderni. Tra questi il più influente è quello che viene chiamato ‘istruzione’”. Le sue schiette esplorazioni del controllo demografico e della governance scientifica trovano espressione nei dibattiti contemporanei sul governo degli esperti e sul “seguire la scienza”. Queste idee si manifestano ora in sistemi educativi digitali standardizzati e piattaforme di apprendimento basate sull'intelligenza artificiale.
Limits to Growth del Club di Roma merita un'attenzione particolare per aver stabilito il quadro intellettuale alla base delle attuali iniziative di controllo ambientale e demografico. La loro dichiarazione secondo cui “il nemico comune dell'umanità è l'essere umano” ha rivelato il loro vero programma. Come affermarono esplicitamente in The First Global Revolution (1991): “Nella ricerca di un nuovo nemico che ci unisse, abbiamo concepito l'idea che l'inquinamento, la minaccia del riscaldamento globale, la scarsità d'acqua, la carestia e simili sarebbero stati adatti [...]. Tutti questi pericoli sono causati dall'intervento umano ed è solo attraverso un cambiamento di atteggiamenti e comportamenti che possono essere superati. Il vero nemico, quindi, è l'umanità stessa”. Le loro previsioni sulla scarsità di risorse non riguardavano solo le preoccupazioni ambientali, ma fornivano le basi per le attuali iniziative di comunicazione sul cambiamento climatico e di controllo demografico, abilitando il controllo sia attraverso l'allocazione delle risorse che attraverso l'ingegneria demografica.
Queste strutture istituzionali non sono rimaste statiche, ma si sono evolute con la capacità tecnologica. Ciò che è iniziato come un sistema fisico di controllo avrebbe trovato la sua massima espressione nell'infrastruttura digitale, raggiungendo un livello di sorveglianza e modifica comportamentale che i tecnocrati del passato potevano solo immaginare.
Implementazione moderna: la convergenza dei sistemi di controllo
L'architettura di sorveglianza moderna pervade ogni aspetto della vita quotidiana. Dispositivi intelligenti monitorano i ritmi del sonno e i parametri vitali di milioni di persone, mentre assistenti AI guidano le nostre routine quotidiane con il pretesto della comodità. Proprio come il mondo di Truman era controllato da telecamere nascoste e interazioni organizzate, il nostro ambiente digitale monitora e modella il nostro comportamento attraverso dispositivi che accettiamo volentieri. Notizie e informazioni fluiscono attraverso filtri algoritmici attentamente selezionati che plasmano la nostra visione del mondo, mentre la sorveglianza e l'automazione sul posto di lavoro definiscono sempre più i nostri ambienti professionali. Il nostro intrattenimento arriva attraverso sistemi di raccomandazione, le nostre interazioni sociali sono mediate da piattaforme digitali e i nostri acquisti sono monitorati e influenzati da pubblicità mirate. Laddove il mondo di Truman era controllato da un singolo produttore e da un team di produzione, la nostra realtà ingegnerizzata opera attraverso quadri integrati di tecnologie di controllo. L'infrastruttura della tecnocrazia – dalla sorveglianza digitale agli algoritmi di modificazione comportamentale – fornisce i mezzi pratici per implementare questo controllo su larga scala, ben oltre qualsiasi cosa raffigurata nel mondo artificiale di Truman.
Come l'ambiente attentamente controllato di Truman, il nostro mondo digitale crea un'illusione di scelta mentre ogni interazione è monitorata e plasmata. Ma a differenza delle telecamere fisiche di Truman, il nostro sistema di sorveglianza è invisibile, integrato nei dispositivi e nelle piattaforme che adottiamo volontariamente. Persino le nostre decisioni in materia di salute sono sempre più guidate da algoritmi “esperti”, l'istruzione dei nostri figli viene standardizzata attraverso piattaforme digitali e i nostri viaggi sono costantemente monitorati tramite biglietti digitali e GPS. Ancora più insidioso, il denaro stesso si sta trasformando in valuta digitale tracciabile, completando il circuito di sorveglianza. Proprio come ogni acquisto e movimento di Truman era attentamente tracciato nel suo mondo artificiale, le nostre transazioni finanziarie e i nostri movimenti fisici sono sempre più monitorati e controllati attraverso sistemi digitali, ma con una precisione e una portata ben maggiori di qualsiasi cosa possibile nella realtà artificiale di Truman.
I programmi storici si sono manifestati con notevole precisione nei nostri sistemi attuali. Il Cervello Mondiale di Wells è diventato il nostro Internet, mentre il soma di Huxley assume la forma di SSRI diffusi. I sogni di governance globale della Bailey emergono attraverso le Nazioni Unite e il WEF, mentre l'era tecnetronica di Brzezinski si afferma come capitalismo della sorveglianza. Il modello educativo di Russell si manifesta nelle piattaforme di apprendimento digitale, le tecniche di manipolazione di Bernays alimentano i social media e le preoccupazioni ambientali del Club di Roma guidano le linee di politica sui cambiamenti climatici. Ogni modello storico trova la sua implementazione moderna, creando reti di controllo convergenti.
La fase successiva dei sistemi di controllo sta già emergendo. Le valute digitali delle banche centrali (CBDC) stanno creando quello che equivale a un gulag digitale, dove ogni transazione richiede approvazione e può essere monitorata o impedita. I punteggi ambientali, sociali e di governance (ESG) estendono questo controllo al comportamento aziendale, mentre la governance basata sull'intelligenza artificiale automatizza sempre più i processi decisionali. Questo nuovo paradigma codifica efficacemente la “cancel culture”, oltre alle iniziative di diversità, equità e inclusione, nel sistema monetario, creando un sistema completo di controllo finanziario.
Iniziative come Internet dei Corpi e lo sviluppo di città intelligenti supervisionate da enti governativi come la rete C40 dimostrano ulteriormente come la visione tecnocratica venga implementata oggi. Questi sforzi per fondere la biologia umana con la tecnologia digitale e per centralizzare le infrastrutture urbane sotto il controllo tecnocratico rappresentano la logica estensione del modello storico delineato in questo saggio.
Comprendere per resistere
Il futuro tecnocratico non è in arrivo: è già qui. Ogni giorno viviamo le previsioni che questi pensatori fecero decenni fa, ma comprendere la loro visione ci dà potere.
Proprio come Truman Burbank salpa infine verso i confini del suo mondo artificiale, riconoscendo l'illusione che lo aveva limitato, anche noi dobbiamo trovare il coraggio di spingerci oltre i confini della nostra realtà imposta digitalmente. Ma a differenza della cupola fisica di Truman, i nostri vincoli sono sempre più biologici e psicologici, intrecciati nel tessuto stesso della vita moderna attraverso sistemi di controllo tecnocratici. La domanda non è se viviamo in un sistema simile a quello di Truman: è dimostrato che è così. La domanda è se riconosceremo la nostra cupola digitale prima che diventi biologica e se avremo il coraggio di navigare verso i suoi confini come fece Truman.
Azioni individuali
• Implementare solide pratiche di privacy: crittografia, minimizzazione dei dati, comunicazioni sicure;
• Sviluppare competenze critiche di alfabetizzazione mediatica;
• Mantenere alternative analogiche ai sistemi digitali;
• Praticare periodi sabbatici tecnologici.
Costruzione di famiglie e comunità
• Creare reti di supporto locali indipendenti dalle piattaforme digitali;
• Insegnare ai bambini il pensiero critico e il riconoscimento di schemi;
• Creare alternative economiche basate sulla comunità;
• Costruire relazioni faccia a faccia e incontri regolari.
Approcci sistemici
• Supportare e sviluppare tecnologie decentralizzate;
• Creare sistemi paralleli per l'istruzione e la condivisione delle informazioni;
• Costruire strutture economiche alternative;
• Sviluppare l'indipendenza alimentare ed energetica locale.
La nostra resistenza quotidiana deve avvenire attraverso un impegno consapevole: utilizzare la tecnologia senza essere utilizzati da essa, consumare intrattenimento comprendendone la programmazione e partecipare alle piattaforme digitali mantenendo la privacy. Dobbiamo imparare ad accettare la comodità senza rinunciare all'autonomia, seguire gli esperti mantenendo il pensiero critico e abbracciare il progresso preservando i valori umani. Ogni scelta diventa un atto di resistenza consapevole.
Anche questa analisi segue il modello che descrive. Ogni sistema di controllo è emerso attraverso uno schema coerente: prima una tabella di marcia articolata da pensatori chiave, poi un quadro sviluppato attraverso le istituzioni, infine un'implementazione che appare inevitabile una volta completata. Proprio come Wells immaginò il Cervello Mondiale prima di Internet e Rhodes progettò i sistemi di borse di studio prima della governance globale, il progetto diventa visibile solo dopo averne compreso i componenti.
La scelta futura
Come con il graduale risveglio di Truman a fronte dell'artificialità del suo mondo, la nostra consapevolezza di questi sistemi di controllo si sviluppa attraverso il riconoscimento di schemi. E proprio come Truman deve superare le sue paure programmate per navigare verso i confini del mondo a lui noto, anche noi dobbiamo superare i nostri comodi vincoli tecnologici per preservare la nostra umanità.
La convergenza di questi sistemi di controllo – dal fisico allo psicologico, dal locale al globale, dal meccanico al digitale – rappresenta il culmine di un progetto di ingegneria sociale durato un secolo. Ciò che ebbe inizio con i monopoli hardware di Edison e il Cervello Mondiale di Wells si è evoluto in un sistema onnicomprensivo di controllo tecnologico, creando un Truman Show digitale su scala globale.
Tuttavia la conoscenza di questi sistemi rappresenta il primo passo verso la resistenza. Comprendendone lo sviluppo e riconoscendone l'implementazione, possiamo compiere scelte consapevoli sul nostro coinvolgimento con essi. Sebbene non possiamo sfuggire completamente dalla griglia tecnocratica, possiamo preservare la nostra umanità al suo interno attraverso azioni consapevoli e connessioni locali.
Il futuro rimane non scritto. Attraverso la comprensione e l'azione consapevole, possiamo contribuire a plasmare un mondo che preservi l'agire umano all'interno della rete tecnologica che definisce sempre più la nostra realtà.
Questa scala metaforica, che si eleva sempre più verso un'ascesa apparentemente divina, riflette la visione tecnocratica della trascendenza dell'umanità attraverso mezzi tecnologici. Malgrado ciò la vera liberazione non risiede nello scalare questa gerarchia costruita, ma nello scoprire la libertà che esiste oltre i suoi confini: la libertà di plasmare il nostro destino piuttosto che lasciarlo dettare da una mano invisibile. La scelta che ci attende è chiara: rimarremo Truman accettando i limiti del nostro mondo costruito? O faremo quel passo finale, salpando verso un futuro incerto ma in definitiva autodeterminato?
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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Il futuro delle cartolarizzazioni in un mondo popolato da crittovalute
Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato fuori controllo negli ultimi quattro anni in particolare. Questa una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.
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(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/il-futuro-delle-cartolarizzazioni)
Le società nell'elenco Bitcoin Treasury come Strategy sono di gran moda in questo momento. Non passa giorno senza che venga annunciato l'ennesimo veicolo pubblico il cui scopo principale è quello di offrire esposizione alle crittovalute all'interno di un involucro azionario. Sebbene questa soluzione abbia i suoi vantaggi, alcune di queste società non hanno una proposta di valore unica e sono indistinguibili l'una dall'altra. Le loro azioni potrebbero non generare un premio durante un mercato ribassista.
Un approccio migliore è quello di offrire un'azienda che si occupi di ecosistema, che offra un'esposizione completa alle diverse sfaccettature di una specifica blockchain, combinando attività operative con investimenti mirati e fluidi. Mentre le società nell'elenco Bitcoin Treasury sono in definitiva poco più che una beta, un'azienda che si occupa di ecosistema può fornire l'alfa.
Quadro di riferimento
Col senno di poi, i mercati azionari e le crittovalute sono sempre stati destinati l'uno per l'altra. Il mercato azionario è ampio, liquido e ampiamente accessibile; le crittovalute non sono niente di tutto questo, ma una nuova ed entusiasmante classe di asset con un maggiore potenziale di rialzo. Da qui l'interesse di inserire una strategia long sulle crittovalute all'interno di un portafoglio di società quotate, in particolare nei mercati senza ETF sulle crittovalute.
Strategy (ex-MicroStrategy) ha eseguito il piano con successo. Attualmente detiene quasi il 3% di tutti i bitcoin e viene trattato oltre 1,5 volte il valore dei suoi bitcoin. Essendo la prima, e di gran lunga la più grande, società Bitcoin Treasury, ha goduto di un significativo vantaggio da pioniere. Le sue azioni sono altamente liquide, accessibili a investitori istituzionali e retail su innumerevoli piattaforme e ora fanno parte del prestigioso NASDAQ 100. Questa liquidità, insieme al premio sul suo NAV (valore del patrimonio netto), le consente di continuare a emettere più azioni per acquistare più bitcoin. Strategy è stata anche pioniera nell'uso di obbligazioni convertibili per estendere la sua portata (e l'esposizione a Bitcoin) nel mercato del debito.
Rispetto al possesso diretto di bitcoin, i vantaggi di investire in una società Bitcoin Treasury includono:
• Semplificazione della gestione della custodia delle crittovalute, del trattamento fiscale e della rendicontazione;
• Ottenere esposizione alle crittovalute tramite infrastrutture del mercato azionario (custodi, prime broker, ecc.);
• Accessibilità da parte di un'ampia gamma di conti e tipologie di investitori (piani pensionistici, RIA, ecc.);
• Miglior trattamento fiscale delle azioni rispetto alle crittovalute in alcuni Paesi;
• Accesso a un mercato di opzioni più liquido rispetto a quello spot BTC;
• Arbitraggio del mandato di investimento tramite emissione di obbligazioni senior convertibili;
• Monetizzazione di stack di capitale flessibili per la leva finanziaria.
Molti di questi vantaggi sono offerti anche dagli ETF spot su Bitcoin, con l'ulteriore vantaggio di commissioni più basse e strutture di pass-through più pulite. Altri saranno eliminati dalla maggiore maturazione dei mercati spot su Bitcoin, o da nuove leggi che elimineranno le scappatoie normative.
Il fattore più probabile che determina il premio di Strategy rispetto al NAV è la percezione che mercati obbligazionari favorevoli consentiranno di continuare ad acquisire più bitcoin senza diluizione. Tuttavia non vi è alcuna garanzia che la domanda di debito continuerà e può sempre invertirsi a causa della saturazione del mercato, o di un mercato ribassista. L'impossibilità di un rifinanziamento potrebbe portare i detentori di debito esistenti a essere rimborsati tramite azioni di nuova emissione, forzando la diluizione nel momento peggiore possibile.
Ciò non significa che gli sconti sul NAV siano imminenti, o che le aziende non dovrebbero ricorrere alla leva finanziaria, ma piuttosto che le sole operazioni di tesoreria non determineranno necessariamente premi sul NAV, pertanto le crittovalute dovrebbero cercare ulteriori proposte di valore.
Un approccio più sostenibile
Un modo per fare distinzioni è concentrarsi su altcoin che non hanno ETF. Un titolo di questo tipo sarebbe particolarmente interessante se l'asset sottostante non ha ancora un mercato spot liquido. Se si tratta di una coin che può essere investita in staking, la società potrebbe seguire tale strategia per ottenere un rendimento con un rischio di controparte minimo.
Tuttavia il semplice acquisto e detenzione di una coin del genere potrebbe non essere sufficiente per fare la differenza, dato che sempre più ETF stanno emergendo online, compresi quelli che offrono lo staking. I vantaggi di accesso diminuiscono con l'aumento dell'accesso complessivo.
Una strategia più duratura è quella di trasformarsi in un ecosistema: una scommessa onnicomprensiva su un'intera blockchain e su tutte le opportunità di rendimento che presenta, ora e in futuro.
Le aziende basate su ecosistemi possono essere impiegate per qualsiasi crittovaluta, incluso Bitcoin. Possono offrire un'esposizione più completa e diversificata a una piattaforma e gestire la complessità operativa dell'impiego di capitale su una nuova catena. La più ampia superficie di attività consente inoltre ai manager di distinguersi dai concorrenti che si concentrano sullo stesso ecosistema.
Altri vantaggi dell'essere un'azienda ecosistemica includono:
• Gestire attività operative dedicate a una singola catena, come l'esecuzione di validatori, l'offerta di staking delegato e il lancio di un L2;
• Andare oltre il semplice staking per rendere più liquidi quest'ultimo e il restaking;
• Partecipare a opportunità di DeFi e yield farming;
• Utilizzare la leva finanziaria per aumentare i rendimenti su DeFi/yield farming;
• Ottenere un trattamento preferenziale dai team di sviluppo del protocollo;
• Investimenti di rischio in nuove dApp sviluppate in quell'ecosistema;
• Fornire uno sportello unico per accedere a tutte le opportunità che ruotano attorno a una moneta nativa;
• Offrire agli investitori la possibilità di spostare senza problemi il capitale investito da un ecosistema all'altro, senza ritardi o complessità e al minimo costo.
Le aziende ecosistemiche sono progettate per massimizzare i vantaggi delle strutture finanziarie permissionless, in cui il capitale può fluire senza soluzione di continuità da un'opportunità di rendimento all'altra. Le opportunità offerte dalle piattaforme di smart contract come Ethereum e Solana sono innumerevoli, e altre ne emergeranno negli anni a venire.
I mercati azionari potrebbero trovare questa caratteristica delle crittovalute particolarmente interessante, data l'assenza di un equivalente TradFi. Tuttavia sfruttare questa fluidità – e gestirne i rischi – richiede competenza e attenzione costante, soprattutto per le blockchain più recenti. Chi applica la strategia in modo efficace può attenuare gli inevitabili cicli di mercato.
I rendimenti derivanti dall'indebitamento finanziario delle società di tesoreria pura sono decrescenti e non vi è alcuna garanzia di riuscire a raccogliere debito e capitale proprio, soprattutto in mercati difficili. Inoltre è improbabile che persistano ostacoli fiscali e di accesso.
Tuttavia le aziende che sviluppano ecosistemi presentano caratteristiche che offrono qualcosa di più prezioso (e sostenibile) della semplice esposizione al prezzo o della leva finanziaria. Offrono convessità ecosistemica. Se ben gestito, questo è un servizio per cui il mercato sarebbe giustificato a pagare un sovrapprezzo.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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“Tirannia sotto mentite spoglie”: la democrazia sopravviverà in Europa?
Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato fuori controllo negli ultimi quattro anni in particolare. Questa una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.
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(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/tirannia-sotto-mentite-spoglie-la)
14 febbraio 2025. Il vicepresidente degli Stati Uniti, J. D. Vance, tiene un discorso in Germania alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco.
Il pubblico si aspetta che parli di politica estera, geopolitica e minacce che gravano sul mondo.
Afferma invece che la minaccia più preoccupante oggi è “la minaccia interna, il ritiro dell'Europa da alcuni dei suoi valori più fondamentali”.
Aggiunge che i Paesi e le istituzioni europee stanno minando la democrazia e la libertà di parola, e ne fornisce degli esempi.
“Un ex-commissario europeo”, afferma Vance, “è apparso di recente in televisione e si è detto entusiasta del fatto che il governo rumeno avesse appena annullato un'intera elezione”.
Infatti Thierry Breton, ex-commissario europeo per il mercato interno, ha ammesso in un'intervista per un'emittente televisiva francese che la Corte costituzionale rumena si è piegata alle pressioni dell'UE e ha annullato le elezioni presidenziali del Paese perché il candidato di destra, Călin Georgescu, aveva buone probabilità di vincere. “Lo abbiamo fatto in Romania”, ha detto Breton, “e ovviamente dovremo farlo, se necessario, anche in Germania”.
Il 26 febbraio, quando Georgescu si è presentato per registrarsi come candidato per la ripetizione delle elezioni presidenziali, organizzata pochi mesi dopo le elezioni annullate, è stato arrestato dalla polizia e accusato di “tentativo di sovvertire l'ordine costituzionale”. Ad oggi le autorità rumene non hanno fornito alcuna prova a sostegno di tale accusa.
“La stessa cosa potrebbe accadere anche in Germania”, ha affermato Vance nel suo discorso di Monaco.
Il partito di destra Alternativa per la Germania (AfD), che ha partecipato alle elezioni parlamentari tedesche del 23 febbraio, è arrivato secondo con il 20,8% dei voti. L'Unione Cristiano-Democratica (CDU), di centro-destra, che ha ottenuto la maggioranza dei voti (28,5%), ha invece scelto di boicottare AfD e di formare un governo con il Partito Socialdemocratico (SPD), di centro-sinistra, che aveva formato il precedente governo e che i tedeschi avevano appena respinto, ottenendo solo il 16,4% dei voti.
Il nuovo cancelliere tedesco, il leader della CDU Friedrich Merz, aveva dichiarato durante la campagna elettorale: “Non collaboreremo con il partito che si definisce Alternativa per la Germania, né prima [delle elezioni], né dopo, mai”.
Merz ha mantenuto la parola data. Subito dopo le elezioni l'intelligence interna tedesca ha definito AfD “organizzazione estremista” e “minaccia per la democrazia”. La motivazione addotta è stata che AfD è “anti-immigrazione e anti-musulmana”. Potrebbe addirittura essere messa al bando dal governo.
Vance ha continuato:
Guardo a Bruxelles, dove i commissari dell'UE avvertono i cittadini che intendono chiudere i social media in periodi di disordini civili, nel momento in cui individuano ciò che ritengono essere un “contenuto d'odio”.Infatti, nel 2022, l'Unione Europea ha adottato il Digital Services Act (DSA) che dovrebbe “proteggere i diritti degli utenti dei social media” e “fornire un ambiente online più sicuro” “limitando la diffusione di contenuti illegali e dannosi”. Non è stato definito cosa costituisca “contenuto illegale e dannoso” e potrebbe essere qualsiasi cosa la Commissione Europea definisca come tale, insieme al diritto di imporre multe e chiudere i siti web.
Sebbene le affermazioni di Vance fossero inconfutabili, i funzionari presenti hanno immediatamente espresso il loro sgomento.
L'ex-cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha affermato che le osservazioni di Vance “non erano appropriate”, aggiungendo:
Mai più fascismo, mai più razzismo, mai più guerra d'aggressione [...]. Le democrazie odierne in Germania e in Europa si fondano sulla consapevolezza storica che le democrazie possono essere distrutte da antidemocratici radicali [...] abbiamo creato istituzioni che garantiscono che le nostre democrazie possano difendersi dai loro nemici e regole che non restringono o limitano la nostra libertà, ma la proteggono.Il Ministro degli esteri francese, Jean-Noël Barrot, ha dichiarato che “la libertà di parola è garantita in Europa”.
Il primo ministro britannico, Keir Starmer, ha osservato:
Nel Regno Unito abbiamo avuto libertà di parola per moltissimo tempo e durerà per moltissimo tempo [...] per quanto riguarda la libertà di parola nel Regno Unito ne sono davvero orgoglioso.Christoph Heusgen, presidente della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, al termine della stessa ha affermato che le osservazioni di Vance avevano raffigurato l'Europa come “un incubo a occhi aperti [...]. Dobbiamo temere che la nostra base comune di valori non sia più comune”. Poi è scoppiato a piangere.
È possibile che la “base comune di valori” che un tempo legava Europa e Stati Uniti non sia più comune. Se ciò è vero, è per le ragioni elencate da Vance: i leader e i governi europei si sono allontanati da ciò che un tempo legava Europa e Stati Uniti, come la libertà di parola e le elezioni libere ed eque, i cui risultati vengono effettivamente sanciti ad hoc.
L'argomentazione di Scholz sul fascismo, il razzismo e la minaccia alla democrazia è infondata, se non addirittura un'inversione dei fatti. Georgescu non ha rilasciato dichiarazioni fasciste o razziste e non ha mai minacciato la democrazia. Al contrario, ha affermato la sua volontà di difendere la sovranità nazionale e la civiltà occidentale, e si è dichiarato vicino alle posizioni dell'amministrazione Trump che non sono né fasciste né razziste.
Nel 2018 il politico dell'AfD, Alexander Gauland, affermò che “Hitler e i nazisti sono solo un granello di polvere in più di 1.000 anni di storia tedesca”.
Nel 2017 Björn Höcke, leader dell'AfD nel Land tedesco della Turingia, definì il Memoriale dell'Olocausto di Berlino un “memoriale della vergogna”.
Ma le parole di Gauland e Höcke non rappresentano la linea del partito AfD. Gauland chiarì le sue osservazioni solo pochi giorni dopo, affermando:
Molti hanno visto l'espressione come una banalizzazione inappropriata [...] niente potrebbe essere più lontano dalla realtà e mi rammarico si sia creata una simile impressione [...]. Mi rammarico dell'impressione che ne è derivata. Non è mai stata mia intenzione banalizzare o deridere le vittime di quel sistema criminale.La motivazione fornita dall'intelligence interna tedesca per definire l'AfD come “organizzazione estremista” non è né fascismo né razzismo. Infatti nessun leader dell'AfD sostiene posizioni fasciste o razziste e, ciò che in realtà potrebbe risultare discutibile per molti europei, è che l'AfD è “il partito più filo-israeliano e filo-semita” in Germania.
“Questa non è democrazia”, ha affermato il Segretario di Stato Marco Rubio a proposito della decisione dell'agenzia di intelligence interna tedesca, “è tirannia mascherata”.
Ironia della sorte negli Stati Uniti il Comitato Nazionale Democratico (DNC) ha annullato l'elezione di David Hogg e Malcolm Kenyatta come vicepresidenti del DNC, apparentemente per “motivi procedurali”. Dopo la sua elezione Hogg ha dichiarato di voler raccogliere fondi per sostenere gli sfidanti alle primarie dei democratici in carica. A giugno il DNC prenderà in considerazione una ripetizione delle elezioni, presumibilmente nella speranza di ottenere un risultato predeterminato. Nel frattempo molti democratici criticano senza sosta il Partito Repubblicano per “aver distrutto la democrazia”.
Contrariamente a quanto affermato dal ministro degli Esteri francese, la libertà di parola è in declino in Europa, in particolare in Francia. L'ex-giornalista e candidato alla presidenza, Éric Zemmour, è stato condannato innumerevoli volte e multato pesantemente per aver criticato l'Islam e l'immigrazione musulmana. La sua condanna più recente è stata emessa il 26 marzo 2025. Dopo l'omicidio di un giovane francese da parte di una banda di musulmani, Zemmour ha parlato della presenza in Francia di criminali che sono “feccia arabo-musulmana”. È stato riconosciuto colpevole di aver pronunciato un “insulto razzista”.
Nel 2014 lo scrittore Renaud Camus è stato condannato per incitamento all'odio per aver affermato che la Francia era stata “invasa” da immigrati musulmani.
Il canale televisivo francese C8 è stato chiuso dall'Autorità di regolamentazione dell'audiovisivo e della comunicazione digitale (Arcom) per “mancanza di diversità e pluralismo”. CNews, un altro canale televisivo francese, è stato multato pesantemente dall'Arcom per lo stesso “reato” e continua a rischiare la chiusura. Qualsiasi canale televisivo simile all'americana Fox News non sarebbe autorizzato a esistere in Francia.
La libertà di parola nel Regno Unito, contrariamente a quanto affermato da Starmer, è seriamente in pericolo. Negli ultimi mesi cittadini britannici sono stati condannati al carcere per aver pubblicato messaggi critici nei confronti dell'Islam sui social media e persino per aver pregato vicino a una clinica per l'aborto.
Questa deriva antidemocratica ha preso piede in diversi Paesi europei. Politici e partiti che non condividono la visione del mondo dei funzionari al potere vengono sempre più esclusi da ogni possibilità di candidarsi a una carica ufficiale.
In Germania, come detto, Merz ha scelto di escludere l'AfD.
In Francia Marine Le Pen, che secondo i sondaggi è in testa alle elezioni presidenziali del 2027, è stata condannata a cinque anni di ineleggibilità e quattro anni di carcere per presunta appropriazione indebita di fondi pubblici. La sentenza avrebbe dovuto entrare in vigore immediatamente, senza una sospensione temporanea della condanna in attesa dell'appello. Dopo che la decisione ha suscitato scandalo, la Corte d'Appello di Parigi ha dichiarato che avrebbe esaminato il caso e avrebbe emesso una sentenza definitiva nell'estate del 2026.
La Le Pen non si è appropriata indebitamente di fondi pubblici. Il giudice ha definito reato il fatto che gli assistenti dei deputati europei di Rassemblement National che lavoravano a Strasburgo lavorassero anche a Parigi per il partito. Il Movimento Democratico, un partito centrista guidato dal Primo Ministro francese François Bayrou, ha fatto esattamente la stessa cosa con gli assistenti dei suoi deputati europei, ma Bayrou è stato assolto.
Nei Paesi Bassi, quando il Partito per la Libertà (PVV) ha vinto con la maggioranza dei voti alle elezioni parlamentari del novembre 2023 e il suo leader, Geert Wilders, ha tentato di formare un governo, tutti gli altri partiti politici hanno unito le forze per impedirglielo, finché non è stato costretto a ritirarsi.
In Austria, nel settembre 2024, il Partito della Libertà d'Austria (FPÖ) ha vinto con la maggioranza dei voti alle elezioni parlamentari e al suo leader, Herbert Kickl, è stato impedito di formare un governo.
In Italia, invece, quando Fratelli d'Italia (FdI) – un partito con politiche simili a quelle di Rassemblement National, del PVV olandese e dell'FPÖ austriaco – ha vinto alle elezioni parlamentari italiane del 2022, la sua leader, Giorgia Meloni, è riuscita a formare un governo ed è ora Primo ministro. Il motivo? FdI faceva parte di un'alleanza con altri partiti di centro-destra. Ora la Meloni è l'unico politico etichettato in modo sprezzante dai media generalisti europei come “estrema destra” e in grado di godere del risultato della sua elezione.
La maggior parte dei leader europei oggi si riferisce ai partiti e ai politici che desidera escludere come “estrema destra”. Il termine è usato per riferirsi a partiti razzisti, xenofobi e autoritari. Nessuno di quelli sopra menzionati mostra la minima tendenza al razzismo, alla xenofobia e all'autoritarismo, nemmeno la metà di quanto facciano i loro avversari. I partiti estromessi, secondo lo storico e scrittore Daniel Pipes, non sono “nazionalisti”, ma patriottici, “difensivi, non aggressivi”. Pipes li descrive come “civilizzazionisti”:
Hanno a cuore la cultura tradizionale dell'Europa e dell'Occidente, e vogliono difenderla dagli attacchi degli immigrati aiutati dalla sinistra [...]. I partiti civilizzatori sono populisti, anti-immigrazione e anti-islamizzazione. Populista significa nutrire rancori contro il sistema e nutrire sospetti nei confronti di un'élite che ignora o denigra tali preoccupazioni.Gli attacchi alla libertà di parola prendono di mira dichiarazioni che avvertono che un'immigrazione di massa e non controllata potrebbe portare a una “grande sostituzione” demografica degli europei nativi, i cui valori sono giudaico-cristiani, con migranti provenienti dal Medio Oriente, i cui valori sono fondamentalmente islamici. La generale apprensione circa la possibilità che i valori islamici finiscano per sopraffare quelli europei è un'opinione condannata dalla maggior parte dei politici, dei media e della magistratura in Europa, nonostante il tasso di natalità musulmano sia di gran lunga superiore a quello europeo. Questa apprensione deriva anche dal fatto che la maggior parte dei musulmani che vive in Europa non si integra né sembra desiderarlo, e che la percentuale di musulmani tra i criminali in Europa oggi è di gran lunga superiore alla loro quota nella popolazione generale.
Molti leader europei oggi sembrano ciechi di fronte alle conseguenze dell'immigrazione in continua crescita e della crescente presenza musulmana in Europa. Minimizzano la continua migrazione di massa dei musulmani, l'entusiastico tasso di natalità e rimangono ostinatamente sordi di fronte alle preoccupazioni espresse a gran voce dai loro cittadini non musulmani.
Questi leader sembrano rifiutarsi di vedere che è in atto un profondo cambiamento demografico, sebbene sia ampiamente visibile. Sembrano anche rifiutarsi di vedere che questo cambiamento demografico sta rapidamente erodendo le culture tradizionali europee.
L'immigrazione incontrollata dal mondo musulmano continua anno dopo anno in tutta l'Europa occidentale, mentre il tasso di natalità in Germania è di 1,35 per donna. Il dato per l'Austria è di 1,58; per l'Italia è di 1,31; per la Spagna è di 1,41. Il dato per la Francia è di 1,85. Tutti questi valori sono significativamente lontani dal livello di sostituzione, che è di 2,1 per donna.
In tutti i Paesi dell'Europa occidentale il tasso di natalità dei musulmani è significativamente più alto rispetto a quello della popolazione generale.
Anche se molti europei non sono a conoscenza dei dati statistici, possono vedere con i loro occhi che è in atto un cambiamento demografico, insieme alla distruzione dei loro valori e delle loro tradizioni. Votare per i partiti “civilizzazionisti”, ha detto Zemmour, è la “reazione di persone che non vogliono morire”.
La domanda chiave per il futuro dell'Europa è: i partiti “civilizzazionisti” rimarranno esclusi da qualsiasi accesso al potere, o riusciranno a superare gli ostacoli che si frappongono sul loro cammino?
In Romania George Simion, candidato alla presidenza le cui idee sono vicine a quelle di Georgescu, ha ottenuto oltre il 40% dei voti al primo turno delle elezioni presidenziali e aveva ottime possibilità di essere eletto il 18 maggio. Inaspettatamente ha perso. Il vincitore, che godeva del pieno sostegno dell'Unione Europea, è passato dal 21% al primo turno al 53,6% al secondo turno, una performance straordinaria che probabilmente merita di essere analizzata.
In Germania AfD è ormai diventato il partito più popolare del Paese. L'agenzia di intelligence tedesca ha misteriosamente deciso di ritirare l'etichetta di estremista attribuita ad AfD. In Francia i sondaggi mostrano che se Marine Le Pen non potrà candidarsi, Jordan Bardella, il presidente di Rassemblement National, ha buone probabilità di essere eletto nel 2027 nonostante abbia solo 29 anni. Nel Regno Unito il partito Reform UK di Nigel Farage ha di recente ottenuto ampi consensi alle elezioni locali inglesi. Se le elezioni generali britanniche si tenessero presto, probabilmente vincerebbe.
La domanda al centro di queste questioni è: è possibile fermare la deriva antidemocratica che ha attanagliato diversi grandi Paesi europei?
“Le élite europee”, ha scritto il giornalista americano Michael Barone, “sembrano essersi convinte di dover distruggere la democrazia per salvarla”.
Sarà possibile salvare la democrazia in Europa?
In un recente articolo Heather Mac Donald, membro del Manhattan Institute, ha scritto:
In tutto l'Occidente i cittadini si stanno ribellando al ricambio demografico. È in corso una battaglia tra la loro volontà e quella delle élite. Se i leader tedeschi continuano a dire a un quarto della popolazione tedesca – individui perbene e rispettosi della legge – che sono, nella migliore delle ipotesi, sostenitori di Hitler e, nella peggiore, adoratori di Hitler, perché vogliono preservare l'identità culturale tedesca, se questi leader continuano a reprimere voci e voti, o ci sarà un enorme sconvolgimento nei palazzi del potere e il popolo verrà liberato, oppure i meccanismi di repressione diventeranno più radicali.
Gli americani dovrebbero sperare nella prima soluzione.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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Forgiare la classe degli spettatori
Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato fuori controllo negli ultimi quattro anni in particolare. Questa una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.
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(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/forgiare-la-classe-degli-spettatori)
Mio padre sapeva smontare e rimontare il motore di un'auto nel nostro garage. Io, come molti della mia generazione, sono stato indirizzato verso la strada “civilizzata”: lavoro d'ufficio, uffici climatizzati e un crescente distacco dal mondo fisico. Mentre sono cresciuto amando lo sport, memorizzando le statistiche del baseball con devozione religiosa e trovando una gioia genuina nelle partite, qualcosa di fondamentale è cambiato nel modo in cui gli uomini oggi si rapportano allo sport.
In stanze scarsamente illuminate in tutta la nazione, milioni di uomini si riuniscono ogni fine settimana, adornati con maglie con i nomi di altri uomini. Ci siamo trasformati da una nazione di giocatori a una nazione di spettatori. Come il panem et circenses di Roma, questo consumo passivo serve a pacificare piuttosto che a ispirare. Le partite in sé non sono il problema: possono forgiare il carattere, insegnare la disciplina e offrire un vero intrattenimento. Amo ancora lo sport, trovandovi una gioia autentica proprio come facevo da bambino memorizzando quelle statistiche del baseball. Ma a un certo punto sono cresciuto e ho capito che dovrebbero completare i successi della vita, non sostituirli. Il pericolo sta in ciò che accade quando gli uomini adulti non compiono mai questa transizione.
Un segmento crescente di giovani uomini si trova ad affrontare una forma ancora più insidiosa di cultura dello spettatore. Mentre i loro padri almeno guardavano veri atleti raggiungere traguardi concreti, molti giovani ora idolatrano personaggi dei social media e creatori di contenuti, diventando osservatori passivi di personaggi creati ad arte che hanno raggiunto la fama principalmente grazie al loro sguardo. Conoscono ogni dettaglio del dramma degli influencer e dei successi nel gaming, eppure non hanno mai incontrato Solženicyn né costruito qualcosa con le proprie mani. Il virtuale ha sostituito il viscerale; il parasociale ha sostituito il personale.
La storia ci mostra un ciclo ricorrente: i tempi difficili creano uomini forti, gli uomini forti creano tempi buoni, i tempi buoni creano uomini deboli e gli uomini deboli creano tempi difficili. Ci troviamo ora nelle fasi finali di questo ciclo, dove il comfort e la comodità hanno generato una generazione di osservatori piuttosto che di costruttori. Il nostro intrattenimento funge da oppiaceo digitale, mantenendo le masse soddisfatte mentre la loro capacità di azioni significative si atrofizza.
Questa trasformazione non è casuale. Come ho scritto nella serie, Ingegnerizzare la realtà, la riformulazione sistematica dell'attività fisica come problematica rappresenta un tentativo calcolato di indebolire la resilienza della società. Importanti organi di stampa come The Atlantic e MSNBC hanno pubblicato articoli che collegano l'attività fisica all'estremismo di destra, mentre le istituzioni accademiche inquadrano sempre più la cultura dell'allenamento come problematica. Persino la proprietà di una palestra è stata definita un potenziale indicatore di radicalizzazione. Il messaggio non potrebbe essere più chiaro: la forza individuale, sia letterale che metaforica, minaccia l'ordine prestabilito.
Questa erosione dell'autosufficienza si estende ben oltre la forma fisica. Un amico che ha trascorso decenni come meccanico mi ha confidato di recente di essere grato di essere prossimo alla pensione. “Queste Tesla”, mi ha detto, “non sono nemmeno più auto: sono computer su ruote. Quando qualcosa va storto, non lo aggiusti; sostituisci solo interi moduli”. Quello che un tempo era un mestiere che qualsiasi persona dedita a esso poteva imparare è diventato un esercizio di dipendenza supervisionata. Persino Klaus Schwab prevede apertamente che entro il 2030 Los Angeles sarà “libera dalle auto private” - solo una flotta di Uber a guida autonoma. Con il devastante incendio di questa settimana in un tunnel di Los Angeles che ha lasciato migliaia di persone bloccate, viene da chiedersi se questi momenti di “ricostruzione migliore” siano esattamente le opportunità necessarie per accelerare queste trasformazioni. Il messaggio diventa ancora più chiaro: non riparerai più le cose perché non le possiederai più.
La risposta al COVID ha rivelato questo programma con sorprendente chiarezza. Mentre i negozi di alcolici sono rimasti “attività essenziali”, le autorità hanno chiuso spiagge, parchi e palestre, proprio i luoghi in cui le persone potevano mantenere la propria salute fisica e mentale. Hanno promosso l'isolamento a scapito della comunità, l'aderenza alla legge a scapito della resilienza e la dipendenza dai farmaci a scapito dell'immunità naturale. Non si è trattato solo di una linea di politica di sanità pubblica; è stata una prova generale della dipendenza dallo stato. Le stesse istituzioni che hanno scoraggiato le pratiche sanitarie di base ora promuovono linee di politica che sostituiscono l'autorità familiare con la supervisione burocratica. Dai consigli scolastici che usurpano i diritti dei genitori ai servizi sociali che intervengono nelle decisioni familiari, stiamo assistendo alla sostituzione sistematica della figura paterna capace con uno Stato-paternalistico in continua espansione.
Ma la vera mascolinità non è mai stata solo una questione di forza fisica. I più grandi esempi di virtù maschile della storia non erano solo uomini d'azione: erano uomini di principi, saggezza e coraggio morale. Da Marco Aurelio a Omar Little, come ho esplorato nei miei scritti precedenti, il filo conduttore era avere un codice incrollabile: la volontà di restare saldi nelle proprie convinzioni anche quando ciò comporta un costo personale.
Pensate a quanti uomini oggi acconsentono silenziosamente a linee di politica che sanno essere sbagliate, abbracciano narrazioni di cui dubitano in privato, o si sottomettono a pressioni istituzionali che violano la loro coscienza. Durante il COVID abbiamo visto uomini che comprendevano l'importanza dell'immunità naturale, dell'esercizio fisico all'aria aperta e dei legami comunitari, tuttavia hanno imposto linee di politica che danneggiavano i loro quartieri e le loro famiglie. Hanno preferito l'adesione alle istituzioni al coraggio morale, la sicurezza professionale al dovere civico, l'approvazione della maggioranza alla convinzione personale.
La vera forza non si trova nell'aggressività anonima o nell'atteggiamento digitale. L'ho imparato in prima persona durante il COVID, quando mi sono espresso contro l'obbligo di vaccinazione e sono diventato un emarginato per aver difeso la scelta personale e l'autonomia corporea. Mentre tanti “leoni da tastiera” mi hanno attaccato online, un episodio mi è rimasto impresso. Un amico mi ha inoltrato un thread di Reddit in cui qualcuno aveva pubblicato informazioni personali sulla mia famiglia e su di me, sperando di incitare all'odio nei miei confronti, tutto perché difendevo l'autonomia corporea e mi opponevo alla segregazione biomedica arbitraria. Le iniziali lo hanno tradito: era il mio vicino, qualcuno che conoscevo da anni.
Quando l'ho affrontato di persona, si è trasformato all'istante in un topo spaventato. Lo stesso uomo che aveva audacemente invocato la mia distruzione da dietro il suo schermo, credendo di essere anonimo, ora stava tremando davanti a me, con le mani sudate, la voce tremula, incapace persino di incrociare il mio sguardo.
Questa debolezza spirituale e intellettuale rappresenta una minaccia ben più grande di qualsiasi declino delle capacità fisiche. Una società di uomini fisicamente forti, ma moralmente conformi, è vulnerabile tanto quanto una di uomini fisicamente deboli. La vera forza maschile richiede il coraggio di pensare in modo indipendente, di mettere in discussione l'autorità quando necessario, di proteggere coloro che dipendono da voi anche quando ciò comporta un rischio. Richiede la saggezza di distinguere tra autorità legittima e consenso artificiale, tra competenza genuina e controllo istituzionale.
La storia ci offre una lezione: le civiltà prosperano quando diverse virtù lavorano in sinergia, ovvero costruttori e nutrici, protettori e guaritori, forza in equilibrio con l'empatia. L'attuale erosione sistematica di entrambe non è casuale, ma calcolata. Mentre gli uomini vengono spinti verso un consumo passivo e le donne lontano dalla loro saggezza intuitiva, entrambi vengono sostituiti dall'autorità istituzionale: uno Stato-paternalistico che cerca di ricoprire entrambi i ruoli senza raggiungere nessuno dei due.
Prendiamo in considerazione il meccanismo in atto: i programmi statali separano sempre più i bambini dall'influenza della famiglia in età precoce, mentre i programmi scolastici promuovono ideologie che offuscano deliberatamente la realtà biologica. Dalla scuola materna all'università, le istituzioni allontanano sistematicamente i figli dai valori dei genitori. Come la moneta fiat che ha sostituito il denaro reale, ora abbiamo relazioni fiat attraverso i social media, successi fiat attraverso i giochi ed esperienze fiat attraverso il metaverso. Ogni sostituzione ci allontana sempre di più dall'autentica esperienza umana verso una dipendenza progettata. Quando i figli non capiscono più cosa significhi essere maschi o femmine, quando viene loro insegnato a guardare alle istituzioni piuttosto che ai genitori per una guida, la vittoria dello stato è quasi completa.
Il risultato è una società di spettatori piuttosto che di costruttori, di consumatori piuttosto che di creatori, di seguaci piuttosto che di leader. Una società in cui gli uomini barattano i veri successi con l'intrattenimento virtuale e il coraggio da tastiera, mentre la saggezza femminile genuina è sostituita da stereotipi approvati dalle aziende.
Lo stato può espandersi solo nel vuoto lasciato da uomini indeboliti e donne isolate. Si nutre della nostra impotenza progettata, rafforzandosi man mano che diventiamo più dipendenti. Chi riconosce questo schema si trova di fronte a una scelta semplice: rimanere comodi spettatori del proprio declino, o rivendicare quelle virtù autentiche che ci rendono umani.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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Perché i baby boomer francesi rimanderanno a tempo indeterminato la riduzione del deficit
Visto che mi ritrovo a dover commentare diversi “europeisti” a cui piace infilare la testa sotto la sabbia, mettiamo le cose in chiaro: cosa sta cercando di fare l'UE? Manipolare gli eventi attuali, oltre allo spazio politico ed economico, per permetterle di condensare un'integrazione politica, fiscale e militare a livello di continente sotto l'egida di una serie di istituzioni: la Commissione europea, la BCE, la Corte di Giustizia europea, l'euro digitale (con l'aiuto dell'ONU, tra l'altro). In questo modo, con l'unione fiscale soprattutto, verrebbero a crearsi gli “Stati Uniti d'Europa”... ma con la struttura politica dell'URSS. Per questo l'UE vorrebbe muovere il centro finanziario del mondo dagli USA all'Europa. Ma sapete una cosa? Si è trattato di un prestito, si è sempre trattato di un prestito sin dalla Seconda guerra mondiale. È così che la famigerata cricca di Davos, l'élite colonialista europea, ha conquistato i territori: inondare quei Paesi “interessanti” per loro con capitali, farli sviluppare finanziariamente senza una base di capitale costruita solidamente nel tempo, derubarli delle risorse a ogni livello, richiamare i capitali prestati. L'UE avrebbe voluto fare lo stesso sia con gli USA che con la Cina (in Russia non è riuscita a penetrare invece). Entrambe, però, hanno alzato il dito medio. Ora si sta mettendo davvero fine al colonialismo finanziario (versione “aggiornata” di quello territoriale).
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da Zerohedge
(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/perche-i-baby-boomer-francesi-rimanderanno)
La Francia continua a non riuscire a risanare i conti pubblici. Dati recenti dell'Insee suggeriscono che la forte dipendenza dai trasferimenti diretti da parte di alcuni gruppi sociali, in particolare i pensionati, unita al loro crescente peso elettorale, potrebbe rappresentare un ostacolo fondamentale. Questi fattori rendono più difficile per il governo intraprendere significativi aggiustamenti di bilancio senza correre il rischio di instabilità politica.
Sulla base di questi risultati e data la vicinanza alle elezioni locali (1° trimestre 2026) e presidenziali (2° trimestre 2027), continuiamo a ritenere che vi siano buone probabilità che il pacchetto di risanamento di circa €44 miliardi recentemente annunciato sia destinato ai servizi pubblici piuttosto che ai trasferimenti diretti. Non possiamo escludere la possibilità che venga sostanzialmente annacquato.
Forze che ostacolano il consolidamento fiscale
La Francia, dal punto di vista storico, ha faticato a ridurre il proprio deficit fiscale. Una delle ragioni principali è che i tagli alla spesa tendono a colpire i gruppi con maggiore influenza elettorale. Ciò è stato illustrato alla fine del 2024, quando l'allora Primo ministro, Michel Barnier, propose di rinviare l'indicizzazione dei prezzi delle pensioni nel bilancio 2025. L'obiettivo era di risparmiare fino a €4 miliardi, ma il suo governo fu infine fatto cadere da una mozione di sfiducia sostenuta dalla maggioranza dei partiti che dichiaravano di difendere i pensionati.
In un working paper del 1989, gli autori (Alesina e Drazen) osservarono che i gruppi sociali possono posticipare strategicamente un risanamento fiscale necessario. Questi gruppi ritardano le misure nella speranza che i costi associati vengano infine sostenuti da un altro gruppo. In tali contesti gli aggiustamenti fiscali si basano su gruppi sociali meno attivi, o sono innescati da una crisi o da uno shock esterno, come la perdita di fiducia degli investitori.
Un aggiustamento fiscale davvero necessario
Il peggioramento dei conti pubblici e le prospettive di crescita stagnanti hanno reso la riduzione del deficit in Francia sempre più urgente. Il saldo primario necessario per stabilizzare il rapporto debito/PIL tra il 2026 e il 2030 è stimato a -0,7%. Tuttavia i risultati della Francia sono deboli: il saldo primario medio dal 2002 al 2019 ha raggiunto -1,9% e si prevede che raggiungerà in media -2,3% nel periodo 2026-2030.
Nel frattempo la popolazione rimane profondamente divisa su come ridurre la spesa, nonostante la crescente consapevolezza delle rischiose prospettive fiscali del Paese. Il debito pubblico è una delle cinque principali preoccupazioni nei sondaggi d'opinione.
Mappare i gruppi interessati
Per comprendere perché i risanamenti fiscali basati sulla spesa pubblica siano così difficili da realizzare, utilizziamo un recente set di dati fornito dall'Insee per stimare il potenziale costo dell'austerità per diversi gruppi sociali. Questo set di dati offre informazioni sul reddito totale delle famiglie, al lordo e al netto dei trasferimenti pubblici diretti e indiretti.
I trasferimenti diretti includono tutti i trasferimenti monetari come pensioni, indennità di disoccupazione e sussidi. I trasferimenti indiretti rilevano il valore imputato dei servizi pubblici ricevuti, tra cui assistenza sanitaria, istruzione o assistenza abitativa.
Sulla base di questi dati, costruiamo due metriche di esposizione:
- esposizione diretta, definita come il rapporto tra trasferimenti diretti e reddito totale;
- esposizione indiretta, definita analogamente per i trasferimenti indiretti.
Maggiore è l'esposizione di un gruppo, più costosi sarebbero per esso i tagli alla spesa.
Visualizziamo queste relazioni utilizzando un grafico a bolle (si veda il primo grafico), in cui la posizione di ciascun gruppo sociale riflette la sua esposizione e la dimensione di ciascuna bolla corrisponde alla sua quota nella popolazione totale. Questi gruppi sociali non si escludono a vicenda. Il grafico evidenzia quali gruppi dipendono maggiormente dalla redistribuzione pubblica e sono quindi più propensi a resistere o ritardare un aggiustamento fiscale.
Vulnerabilità agli shock esterni
In questo quadro i pensionati emergono come il gruppo sociale che sosterrebbe il costo diretto più elevato derivante da qualsiasi riduzione dei trasferimenti diretti, i quali rappresentano quasi il 60% del loro reddito totale. Seguono i diplomati della scuola secondaria di primo grado, per i quali i trasferimenti diretti, e in particolare le indennità di disoccupazione, rappresentano quasi il 40% del loro reddito.
Entrambi i gruppi presentano anche elevati livelli di esposizione indiretta, con trasferimenti indiretti che rappresentano circa il 40% del loro reddito iniziale (al lordo della ridistribuzione). Tuttavia, nella popolazione, il livello di esposizione indiretta è inferiore e distribuito in modo più uniforme.
Questi risultati confermano che il risanamento fiscale attraverso tagli ai servizi pubblici potrebbe incontrare una minore opposizione politica, poiché una quota minore della popolazione presenta un'elevata esposizione indiretta. D'altro canto è probabile che i trasferimenti diretti (come le pensioni) incontrino una forte resistenza, dato che i baby boomer sono tra i più colpiti e ora rappresentano oltre il 50% dell'elettorato.
Tutto ciò ostacola la capacità del governo di prevenire lo sbilanciamento fiscale e rende il Paese vulnerabile a shock esterni, come la perdita di fiducia degli investitori. Tuttavia sussiste un rischio elevato che le misure di risanamento del Primo ministro, François Bayrou, vengano vanificate da concessioni politiche durante i dibattiti parlamentari autunnali.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
Supporta Francesco Simoncelli's Freedonia lasciando una mancia in satoshi di bitcoin scannerizzando il QR seguente.
La seconda Matrix
Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato fuori controllo negli ultimi quattro anni in particolare. Questa una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.
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(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/la-seconda-matrix)
Nell'articolo Leggere tra le bugie abbiamo esplorato come riconoscere i modelli di inganno istituzionale: le narrazioni accuratamente elaborate che tengono l'umanità intrappolata in una matrice di percezioni.
Theodore Dalrymple identificò il funzionamento di questa prima matrice di controllo nei regimi totalitari: “Nel mio studio sulle società comuniste, sono giunto alla conclusione che lo scopo della propaganda comunista non era persuadere o convincere, non informare, ma umiliare; e quindi, meno corrispondeva alla realtà, meglio era. Quando le persone sono costrette a tacere quando vengono raccontate loro le bugie più evidenti, o peggio ancora quando sono costrette a ripetere le bugie stesse, perdono una volta per tutte il loro senso di probità. Acconsentire a bugie evidenti significa, in un certo senso, diventare malvagi a loro volta. La propria capacità di resistere a qualsiasi cosa viene così erosa, e persino distrutta. Una società di bugiardi evirati è facile da controllare”.
Questo principio di partecipazione forzata non è scomparso, si è evoluto. Il sistema odierno non esige solo il silenzio, ma anche la complicità attiva per quanto riguarda le sue narrazioni, trasformando la resistenza stessa in un'arma di influenza. Osservare voci autorevoli denunciare la vera corruzione, solo per poi reindirizzarla verso soluzioni accuratamente preselezionate, rivela uno schema ancora più profondo: il sistema non si limita a creare propaganda, ma crea percorsi riservati per coloro che la vedono. Liberarsi dalla programmazione mainstream è solo il primo passo; ciò che segue è più sottile e altrettanto inquietante. Svincolarsi dalle narrazioni istituzionali crea un'immediata vulnerabilità: la necessità di nuove risposte, nuovi leader, una nuova direzione. Chi governa la prima matrice non lascerebbe le rampe di uscita senza supervisione.
Ciò chiarisce i meccanismi più profondi della seconda matrice: catturare il risveglio attraverso canali sofisticati di opposizione non autentica.
La meccanica dell'opposizione controllata
Lo schema diventa chiaro quando esaminiamo come viene gestita la critica sistemica: a chi denuncia la corruzione è permesso parlare, ma solo entro limiti rigorosi. Prendiamo ad esempio il settore bancario: anche chi denuncia la natura predatoria delle banche centrali raramente ne chiede l'abolizione. La crisi del 2008 ha portato le frodi finanziarie all'attenzione del grande pubblico attraverso denunce popolari come il film, La grande scommessa. Ciononostante la comprensione ha generato solo sfiducia: nessuna responsabilità, solo salvataggi per i responsabili dell'accaduto e un sistema più fragile per tutti gli altri. Come ogni sofisticato gioco di fiducia, funziona per fasi: prima si guadagna la fiducia attraverso rivelazioni reali, poi si crea dipendenza attraverso conoscenze esclusive “dall'interno”, infine si reindirizza quella fiducia verso risultati limitati. Osservate come le piattaforme mediatiche alternative seguono questo schema: denunciano la corruzione autentica, costruiscono un seguito devoto, quindi spostano sottilmente l'attenzione narrativa dalla responsabilità sistemica. Ogni rivelazione sembra condurre più in profondità in un labirinto di risveglio coordinato. Nota: evito deliberatamente di nominare obiettivi specifici, questa analisi non riguarda la creazione di nuovi eroi o antagonisti, ma il riconoscimento di modelli che trascendono i singoli individui.
Ciò che rende questo modello così efficace è che le stesse istituzioni che hanno trasformato il denaro da oro a carta trasformano anche la resistenza genuina in opposizione gestita. Come ho scritto in Tutto svuotato, proprio come la moneta sintetica sostituisce il valore reale, i movimenti di opposizione fiat offrono versioni sintetiche di risveglio indipendente, contenenti solo la verità sufficiente per sembrare reali, mantenendo al contempo l'opposizione entro limiti sicuri.
Comprendere questi schemi di opposizione controllata può sembrare opprimente. Ogni rivelazione sembra portare a un ulteriore livello di inganno. È come scoprire di essere in un labirinto solo per rendersi conto che ci sono labirinti dentro labirinti. Alcuni si perdono a documentare ogni svolta, discutendo di dettagli del sistema finanziario, discutendo di protocolli medici, analizzando mosse di scacchi geopolitiche. Oppure, nei “circoli del complotto”: il virus è stato isolato? Come sono crollate davvero le Torri? Cosa c'è veramente in Antartide? Sebbene queste domande siano importanti, rimanere bloccati in un'infinita mappatura di labirinti ha come risultato la perdita totale del focus. Un sano dibattito e un sano disaccordo sono naturali, e persino salutari, nei movimenti che cercano la verità, ma quando questi dibattiti assorbono tutta l'energia e l'attenzione, impediscono un'azione efficace verso gli obiettivi fondamentali.
Il viaggio della ricerca
Negli ultimi anni mi sono immerso profondamente nella scoperta dei meccanismi di controllo, non come un esercizio astratto, ma insieme a un team che include alcuni dei miei amici più cari, seguendo percorsi che sembravano condurre alla verità. Le rivelazioni sono state sconvolgenti: “fatti” fondamentali con cui siamo cresciuti si sono rivelati delle vere e proprie invenzioni. Siamo stati umiliati due volte: prima disimparando ciò che pensavamo di sapere, poi scoprendo che le nostre certezze su nuovi percorsi erano sbagliate. Percorsi che sembravano rivoluzionari hanno portato a vicoli ciechi; comunità che sembravano autentiche si sono rivelate canali progettati ad arte.
La verità più dura non è solo riconoscere l'inganno, ma accettare che potremmo non conoscere mai la storia completa, pur dovendo comunque agire in base a ciò che possiamo verificare. Ciò che è iniziato come una ricerca su specifici inganni ha rivelato qualcosa di molto più profondo: mentre devastanti guerre fisiche infuriano in diverse regioni, un conflitto più profondo si dispiega silenziosamente in tutto il pianeta... una guerra per la libertà della coscienza umana stessa. Ecco come si presenta la Terza guerra mondiale: non solo bombe e proiettili, ma l'ingegneria sistematica della percezione umana.
Questo modello di costruzione della fiducia prima del riorientamento riflette un sistema di controllo più profondo, che opera secondo l'antico principio alchemico di Solve et Coagula: prima dissolvere (rompere), poi coagulare (riformare sotto controllo). Il processo è preciso: quando le persone iniziano a riconoscere l'inganno istituzionale, si formano coalizioni naturali al di là delle divisioni tradizionali. I lavoratori si uniscono contro le politiche delle banche centrali; i genitori si organizzano contro gli obblighi sanitari; le comunità si oppongono all'accaparramento di terreni da parte delle multinazionali.
Ma guardate cosa succede dopo: questi movimenti unificati si dissolvono sistematicamente. Pensate alla rapidità con cui la resistenza unitaria si è frammentata dopo il 7 ottobre e a come le proteste dei camionisti si sono dissolte in narrazioni di parte. Ogni frammento si frammenta ulteriormente: dalla messa in discussione dell'autorità alle teorie contrastanti, dall'azione unitaria alle lotte intestine tribali.
Questa non è una frammentazione casuale, è una dissoluzione calcolata. Una volta scomposti, questi frammenti possono essere riformati (coagulati) in canali dialettici controllati, man mano che le persone tornano alla programmazione precedente su questioni che superano la loro unità.
Osservate come funziona il gioco della fiducia nei movimenti per la verità: prima arriva la rivelazione legittima (es. documenti autentici, informatori autentici, prove inconfutabili). La fiducia si costruisce attraverso intuizioni autentiche, poi inizia un sottile reindirizzamento. Proprio come la società viene smembrata in frammenti sempre più piccoli lungo varie linee di politica, razziali e culturali, i movimenti per la verità vengono smembrati in campi concorrenti. L'unità diventa divisione; l'azione diventa dibattito; la resistenza diventa contenuto.
Questa frammentazione sistematica dei movimenti di risveglio riflette un modello storico più profondo, che traccia l'evoluzione del controllo della percezione di massa dalla propaganda rozza alla sofisticata manipolazione biodigitale.
Dalla propaganda alla programmazione
La prima matrice ha plasmato i pensieri attraverso la programmazione diretta. Il percorso da Bernays alla supervisione biodigitale segue una progressione chiara: prima manipolare la psicologia di massa, poi digitalizzare il comportamento, infine fondersi con la biologia stessa. Ogni fase si basa sulla precedente: dallo studio della natura umana, al suo monitoraggio, fino alla sua ingegnerizzazione diretta. Da Bernays che scopre come manipolare la psicologia di massa attraverso desideri inconsci, al Tavistock che perfeziona l'ingegneria sociale, alla modifica algoritmica del comportamento, ogni fase introduce strumenti più sofisticati per la manipolazione della realtà. La tecnologia digitale ha accelerato questa evoluzione: gli algoritmi dei social media perfezionano la cattura dell'attenzione, gli smartphone consentono un monitoraggio comportamentale costante, i sistemi di intelligenza artificiale prevedono e modellano le risposte.
Mentre questi strumenti digitali si fondono con interventi biologici – dai farmaci che alterano l'umore alle interfacce cervello-computer – si avvicinano al controllo completo della percezione umana stessa. Ciò che è iniziato con una rozza propaganda si è evoluto in una precisa manipolazione digitale dell'attenzione e del comportamento. La seconda matrice crea canali approvati per coloro che si liberano – un ecosistema ingegnerizzato di alternative controllate. Proprio come le narrazioni mediatiche coordinate hanno addestrato la classe degli esperti a esternalizzare il proprio pensiero a “fonti autorevoli”, la matrice biodigitale ora si offre di esternalizzare la propria sensibilità, promettendo una cognizione migliorata e offrendo al contempo una programmazione più profonda. Questa rappresenta l'ultima evoluzione nella gestione della percezione: all'inizio si negava l'esistenza delle cospirazioni, quando poi ciò è diventato impossibile a causa di prove inconfutabili, sono stati creati canali ad hoc per le menti in via di risveglio.
Il processo a O.J. Simpson ha segnato un cambiamento cruciale in questa strategia: ha addestrato la società a elaborare indagini serie come uno spettacolo di intrattenimento. Come osservò Marshall McLuhan, “il mezzo è il messaggio”: il formato stesso dell'intrattenimento mediatico rimodella il modo in cui elaboriamo la verità, indipendentemente dal contenuto. Ciò che è iniziato come legittime domande sulla corruzione della polizia e sui pregiudizi istituzionali è diventato una soap opera alimentata dagli ascolti. Lo stesso schema continua ancora oggi: i crimini di Jeffrey Epstein diventano intrattenimento mentre i suoi clienti rimangono liberi, i crimini di Mangione generano molteplici produzioni in streaming a pochi giorni dall'evento, ancor prima della conclusione delle indagini (le vicende di Garlasco trasformate in intrattenimento per nascondere la corruzione dei giudici, ndT). Gli incidenti di Las Vegas e New Orleans ne sono una dimostrazione lampante: nel giro di poche ore eventi potenzialmente destabilizzanti vengono incanalati in narrazioni concorrenti, mentre l'apparato dell'intrattenimento è pronto a trasformare qualsiasi indagine seria in contenuto fruibile.
Le rivelazioni vere sulle reti di trafficanti e sulla criminalità organizzata sono diventate contenuti da guardare ininterrottamente. Le gole profonde diventano influencer; i documenti declassificati diventano trend su TikTok. Con una capacità di attenzione limitata e contenuti infiniti, la ricerca della verità diventa un'altra forma di consumo che pacifica anziché rafforzare. Osservate come passa il tempo e le “teorie del complotto” diventano luoghi di ritrovo limitati: la morte di JFK viene attribuita alla “mafia”, un comodo escamotage per le forze istituzionali che sostengono tale tesi. Modelli simili emergono con le rivelazioni sull'11 settembre.
Ecco la mia posizione, per quanto estrema possa sembrare ai miei amici ancora immersi in narrazioni convenzionali: dobbiamo considerare la possibilità che la struttura di potere controlli entrambi i lati della maggior parte dei dibattiti più importanti. Ogni narrazione mainstream ha la sua opposizione approvata; ogni risveglio ha i suoi leader sanzionati; ogni rivelazione conduce a canali amministrati. Comprendere questo schema potrebbe portare alla paralisi, ma non dovrebbe: significa invece riconoscere che abbiamo bisogno di nuovi modi di pensare e di organizzarci.
Come ha osservato la ricercatrice Whitney Webb su X:
Now that the people who fearmongered about "Russians" infiltrating and being to blame for everything are leaving power, now we have people on the other side fearmongering about "Islamists" infiltrating and being to blame for everything.
Oh, how the pendulum swings and how the…
Cambia solo il nemico designato: la spinta verso una maggiore sorveglianza e controllo rimane costante. Ogni “parte” ha il suo turno di alimentare la paura nella propria base, mentre le stesse istituzioni espandono il loro potere.
Nixon aprì le porte alla Cina; Clinton promosse il NAFTA; Trump accelerò l'Operazione Warp Speed. Sto osservando uno schema ricorrente, non sto accusando nessuno di cospirazione, ma sto notando come le figure politiche spesso agiscano in modo contrario alla loro immagine pubblica: Nixon, l'anticomunista, aprì le porte alla Cina; Clinton, che fece campagna elettorale per la protezione dei lavoratori americani, fece approvare il più grande accordo di libero scambio internazionale; Trump, l'outsider populista, promosse l'agenda di Big Pharma. Che siano pressioni istituzionali, realtà politiche o altre forze, queste contraddizioni rivelano uno schema sofisticato: il sistema pianifica entrambi i lati delle principali trasformazioni politiche, garantendo risultati controllati indipendentemente da chi sembra detenere il potere. Molte di queste figure potrebbero esse stesse rispondere a forze che a malapena comprendono: attori utili, o manipolati, piuttosto che orchestratori consapevoli.
Questa dinamica non si limita ai politici. Si pensi a Twitter/X che negli ultimi due anni si è autoproclamato baluardo della libertà di parola, mentre proprio questa settimana ha introdotto algoritmi per amplificare la “positività”. Inquadrato come un mezzo per promuovere un dialogo costruttivo, rispecchia le stesse linee di politica di moderazione un tempo criticate come censura.
Questo schema di opposizione controllata si estende a ogni livello dei movimenti di risveglio. Pensate a quanti dei miei amici, ancora intrappolati nella prima matrice, liquidano i seguaci di QAnon come dei perfetti idioti, prendendoli in giro come personaggi dei cartoni animati e ignorando la documentata corruzione istituzionale che il movimento ha denunciato. Ciò che non capiscono è che sotto gli elementi teatrali si nascondono prove significative di criminalità sistemica. Rimango aperto all'esame di queste affermazioni: dopotutto, il riconoscimento di schemi richiede di prendere in considerazione le prove senza pregiudizi. Ma il messaggio centrale del movimento, “fidatevi del piano”, rivela come il risveglio venga reindirizzato. Trasforma la resistenza attiva in un gruppo di spettatori passivi, in attesa che i “personaggi dietro le quinte” li salvino invece di intraprendere azioni significative.
È qui che traccio il limite. Non posso delegare il benessere della mia famiglia a entità sconosciute o piani segreti. Ciò richiede una vigilanza costante, attenta sia alle minacce evidenti che ai sottili depistaggi. L'aspetto più pericoloso dell'opposizione gestita non sono le informazioni che condivide, ma il modo in cui insegna un'impotenza mascherata da speranza.
La cattura dei movimenti autentici
Ogni nuova teoria e movimento aggiunge un ulteriore livello di complessità, allontanando ulteriormente chi la cerca tramite l'azione significativa. La controcultura degli anni '60 passò dal mettere in discussione la guerra e l'autorità alla passività del “sintonizzatevi, abbandonatevi”. Negli anni '80 gli ex-hippy divennero yuppie, la loro consapevolezza rivoluzionaria incanalata ordinatamente nel capitalismo consumistico. Ancora oggi il movimento contro la guerra mostra questo schema: una parte politica si oppone alla guerra in Ucraina mentre la sostiene a Gaza, l'altra ribalta queste posizioni. Ciascuna parte si dichiara contraria alla guerra quando non è il conflitto che preferisce. Occupy Wall Street ha seguito lo stesso schema: partendo da una potente denuncia della corruzione finanziaria, si è frammentata in cause di giustizia sociale concorrenti che hanno lasciato intatto il sistema bancario.
La seduzione sta nel contenuto di verità. I movimenti ambientalisti denunciano l'inquinamento aziendale, ma promuovono crediti sull'anidride carbonica e sensi di colpa individuali. I movimenti per la giustizia sociale denunciano le disuguaglianze, ma reindirizzano verso criteri DEI a livello aziendale. La rivoluzione del cibo biologico è iniziata come resistenza all'agricoltura industriale, ma è diventata una categoria di prodotti premium, reindirizzando preoccupazioni reali verso scelte di shopping esclusive. Ogni movimento contiene abbastanza verità da attrarre menti consapevoli, ponendo al contempo attente barriere su soluzioni accettabili, identificando problemi reali ma sostenendo soluzioni che espandono il potere istituzionale.
Questo schema si ripete a ogni livello. Nel corso della storia le strutture di potere hanno compreso il principio di fornire una leadership controllata ai movimenti emergenti. Questo schema continua ancora oggi in ogni movimento di risveglio.
Il modello è coerente:
• Un politico mette “coraggiosamente” in discussione i vaccini mentre accetta soldi dall'industria farmaceutica;
• Un esperto “smaschera” la corruzione dello Stato profondo mentre difende le agenzie di intelligence;
• Una celebrità “combatte la cancel culture” promuovendo i Green pass;
• Un guru della finanza “mette in guardia” dal collasso bancario mentre vende CBDC.
Questi modelli di riorientamento si manifestano vividamente oggi. Il movimento per la libertà medica dimostra questa dinamica: le preoccupazioni fondate sui danni causati dai vaccini rischiano di essere reindirizzate verso teorie contrastanti e dibattiti circolari, mentre la responsabilità rimane sfuggente. La recente controversia sul MAHA dimostra come anche le preoccupazioni fondate sulla sovranità alimentare possano potenzialmente distogliere l'attenzione da questa urgente crisi degli effetti collaterali causati dai vaccini e dalla relativa responsabilità.
Anche il mondo delle crittovalute illustra questo schema: le critiche valide alle banche centrali si trasformano in guerre tribali tra comunità di token. Ognuna rivendica la propria verità esclusiva, estendendo potenzialmente la portata del sistema. Persino i dibattiti ragionevoli sulle soluzioni monetarie diventano una devozione religiosa verso monete concorrenti. Nel frattempo la promessa originale di Bitcoin – la prima crittovaluta e la sua visione di autonomia finanziaria – rischia di essere cooptata, mentre la tecnologia blockchain viene riproposta per le valute digitali delle banche centrali (CBDC), le identità digitali e la conformità automatizzata. Gli stessi strumenti pensati per liberarci dalla sorveglianza bancaria vengono riproposti per perfezionarla, ma la fusione del controllo finanziario con l'identità digitale crea qualcosa di molto più insidioso: un sistema in grado di imporre la conformità sociale attraverso l'accesso alle risorse di base, monitorare i pensieri attraverso modelli di transazione e, in ultima analisi, fondersi con la nostra stessa esistenza biologica. Questa architettura non riguarda solo il controllo del denaro, ma anche la programmazione delle menti.
La convergenza biodigitale: progettare la realtà umana
La fusione tra controllo digitale e biologico non sta solo cambiando il nostro modo di interagire, ma sta anche ridisegnando la percezione umana stessa. Man mano che le connessioni sociali si spostano sempre più online, la consapevolezza umana autentica viene sostituita sistematicamente da esperienze ingegnerizzate. Oltre al dirottamento dell'attenzione e alla manipolazione emotiva, il costo più profondo ci colpisce dove fa più male: nelle nostre relazioni umane. Ogni giorno vediamo persone insieme fisicamente ma separate da schermi, perdendo momenti di vera connessione mentre scorriamo realtà artificiali. Questa costruzione artificiale è destinata a rafforzarsi ulteriormente: Meta ha annunciato l'intenzione di popolare i feed di Facebook con contenuti generati dall'intelligenza artificiale e interazioni con bot entro il 2025, sollevando interrogativi sulla connessione umana autentica su queste piattaforme.
Le grandi aziende farmaceutiche hanno introdotto la capacità di alterare chimicamente la cognizione; le grandi aziende tecnologiche hanno perfezionato la capacità di indirizzare digitalmente l'attenzione e modellare il comportamento. La loro fusione non riguarda la quota di mercato, ma il dominio completo dello spettro cognitivo umano stesso. Quelle aziende che hanno promosso le pillole per anestetizzare una generazione, ora collaborano con piattaforme che ci rendono dipendenti dalla stimolazione digitale. Le aziende che hanno tratto profitto dai farmaci per l'ADHD collaborano con i giganti dei social media che manipolano deliberatamente i deficit di attenzione. Le aziende che hanno commercializzato antidepressivi uniscono le forze con i creatori di algoritmi che manipolano scientificamente le risposte emotive.
Come ha osservato Whitney Webb a proposito del passaggio dalla narrativa del nemico “russo” a quella degli “islamisti”, la minaccia designata cambia mentre l'espansione della sorveglianza rimane costante. L'agenda dell'identità digitale segue questo schema: mentre il World Economic Forum la presenta come un aiuto umanitario per l'inclusione finanziaria, costruisce l'architettura per un monitoraggio e una supervisione comportamentali completi. Ogni crisi, che sia sanitaria, di sicurezza o finanziaria, aggiunge nuovi requisiti che uniscono identità, servizi bancari, cartelle cliniche e tracciamento sociale in un unico sistema unificato. Ciò che inizia come partecipazione volontaria diventa inevitabilmente obbligatorio man mano che la sorveglianza digitale si estende al monitoraggio e alla definizione del comportamento umano stesso: il terreno di gioco perfetto per le valute digitali delle banche centrali.
Questa architettura di sorveglianza rappresenta la fusione di due pilastri fondamentali. Ciò che è iniziato con alterazioni chimiche dell'umore e del pensiero, e si è poi evoluto nella manipolazione digitale dell'attenzione e del comportamento, si sta ora fondendo in un'unica architettura per la gestione dell'esperienza umana. Osservate come le app per la salute mentale raccolgono dati comportamentali promuovendo al contempo la terapia farmacologica. Il punteggio di credito sociale si fonde con il monitoraggio della salute. Le stesse aziende che sviluppano sistemi di identità digitale collaborano con i giganti farmaceutici. Non si tratta di ipotesi future: sta accadendo ora. Mentre discutiamo dell'etica dell'intelligenza artificiale, loro stanno silenziosamente costruendo l'infrastruttura per fondere la cognizione umana con i sistemi digitali. La promessa transumanista di una maggiore consapevolezza attraverso la tecnologia maschera una realtà più oscura: ogni integrazione diminuisce la percezione umana naturale, sostituendo la coscienza genuina con una simulazione ingegnerizzata. Questa colonizzazione tecnologica del cervello umano cerca di recidere la nostra connessione con la consapevolezza naturale e la sovranità spirituale.
In una delle sue ultime lezioni, Aldous Huxley, il celebre autore del libro Il mondo nuovo, fece una previsione agghiacciante sul futuro del controllo sociale: “Nella prossima generazione o giù di lì, ci sarà un metodo farmacologico per far sì che le persone amino la loro servitù e per produrre una dittatura senza lacrime, per così dire, creando una specie di campo di concentramento indolore per intere società, cosicché le persone si vedranno togliere le loro libertà e ne godranno”.
Siamo a un punto cruciale in cui la cattura tecnologica della coscienza umana sta diventando irreversibile. Ogni nuova generazione nasce in una più profonda integrazione digitale, con una realtà di base sempre più sintetica. Ma riconoscere questo schema rivela sia la minaccia che la debolezza: pur perfezionando gli strumenti tecnologici per il controllo, non riescono a replicare appieno il potere della connessione umana diretta. Ogni istanza di interazione autentica, ogni momento di presenza immediata, dimostra ciò che il loro sistema non riesce a catturare. La risposta non è solo smascherare le bugie, ma creare spazi di connessione umana che esistano al di fuori della loro architettura di controllo. Ciò che rende questo momento senza precedenti non è solo la sofisticatezza del controllo, ma il suo metodo di attuazione: non attraverso la forza, ma attraverso la seduzione e la convenienza. Ogni convenienza che abbracciamo, ogni miglioramento digitale che accettiamo, ci avvicina alla loro visione di consapevolezza manipolata.
Liberare la coscienza, recuperare la connessione
Comprendere questi meccanismi non significa rifiutare la tecnologia o rifugiarsi in un isolamento paranoico: significa riconoscere che il vero potere inizia con l'autonomia e imparare a relazionarsi con la modernità alle nostre condizioni.
La battaglia per la nostra mente richiede consapevolezza e azione autentica. Mentre loro cercano di manipolare il comportamento attraverso sostanze chimiche e algoritmi, il nostro potere risiede innanzitutto nella liberazione di noi stessi, per poi estenderci attraverso la connessione umana diretta.
Il loro obiettivo finale – il dominio assoluto sulla percezione e la cognizione umana – rivela una debolezza fondamentale: non possono contenere pienamente menti liberate e relazioni umane autentiche che esistono al di fuori dei loro canali mediati. Questo sistema onnicomprensivo richiede un'opposizione gestita a ogni livello, allontanandoci da un autentico risveglio e da un coinvolgimento diretto.
L'intuizione cruciale è questa: l'opposto del globalismo non è il nazionalismo o i movimenti politici, ma la libertà individuale espressa attraverso l'azione locale. Il vero risveglio non può essere programmato. Emerge attraverso un chiaro riconoscimento e si diffonde attraverso una connessione autentica. Quando gli intellettuali nei think tank come il Brownstone Institute hanno trovato una causa comune con i vigili del fuoco, il sistema ha riconosciuto un precedente pericoloso. L'unità al di là delle tradizionali divisioni sociali – tra intellettuali, professionisti e lavoratori – dimostra come le persone veramente libere possano colmare le divisioni artificiali. Mentre le reti digitali possono facilitare l'organizzazione, il vero potere si manifesta nella comunità fisica.
Parlando per esperienza, queste reti digitali sono state inestimabili nel mio percorso: ho trovato anime gemelle, condiviso intuizioni e costruito amicizie durature attraverso le comunità online. Queste connessioni mi hanno aiutato a comprendere modelli che forse non avrei mai notato da solo. Ma la condivisione di informazioni è solo il primo passo. La vera trasformazione avviene quando portiamo queste intuizioni condivise fuori dallo schermo e nelle nostre comunità, trasformando le connessioni digitali in relazioni concrete e azioni locali condivise.
Ciò significa:
• Liberare le nostre menti mentre loro spingono il pensiero programmato (creando circoli di apprendimento locali per contrastare la loro ingegneria digitale-farmaceutica del pensiero);
• Creare connessioni mantenendo la componente individuale (creando vere e proprie comunità per resistere ai loro sistemi di credito sociale);
• Agire senza attendere il consenso (aggirando i canali di opposizione concordati);
• Coltivare cibo mentre si promuovono alternative sintetiche (mantenendo l'autonomia biologica mentre si promuovono dipendenze create in laboratorio);
• Costruire una comunità mentre vendono tribù digitali (creando una connessione genuina come antidoto all'isolamento tecnologico);
• Guarire noi stessi mentre loro commercializzano le dipendenze (sviluppare una resilienza naturale contro la loro convergenza biodigitale).
La verità più potente non è una rivelazione: è il riconoscimento che la coscienza può trascendere completamente i confini da essa costruiti. La via d'uscita richiede di andare oltre le sue infinite distrazioni e di rivendicare un'azione radicata e autentica. La convergenza biodigitale può catturare solo le anime che seguono i suoi percorsi prestabiliti; la nostra essenza non è mai stata veramente vincolata dai suoi confini.
Rimanete vigili, mettete in discussione tutto, liberate la mente e agite con intenzione. La rivoluzione inizia con spiriti sovrani e cresce attraverso una connessione autentica. Costruite dove loro distruggono, create mentre loro ingannano, connettetevi mentre loro dividono. La via d'uscita dalla loro Matrix è con gli occhi ben aperti e i piedi ben piantati nel terreno locale.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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Perché sempre più aziende, come MicroStrategy, stanno finendo nell'elenco Bitcoin Treasury
Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato fuori controllo negli ultimi quattro anni in particolare. Questa una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.
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(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/perche-sempre-piu-aziende-come-microstrategy)
MicroStrategy, pioniere del modello Bitcoin Treasury, ha ribadito la sua convinzione con un nuovo acquisto di 7.390 bitcoin per un valore di $764,9 milioni tra il 12 e il 18 maggio, portando il suo patrimonio totale a 576.230 BTC, stando a quanto riporta The Defiant. Con Bitcoin trattato sopra i $100.000, un numero crescente di aziende sta seguendo il suo esempio, implementando la strategia Bitcoin Treasury come modello di business.
Un tempo considerato un esperimento, questo approccio si sta ora affermando come un vantaggio competitivo per le aziende lungimiranti. Cosa sta guidando questa adozione e come possono sfruttarla gli investitori? È tempo di scoprire perché l'iniziativa Bitcoin Treasury sta diventando il nuovo gold standard e cosa significa per il futuro della conservazione del proprio patrimonio.
In quanto asset scambiato a livello globale, Bitcoin è ormai ampiamente riconosciuto sia come merce che come valuta. In quanto tale, potrebbe rivelarsi vantaggioso non solo per gli investitori al dettaglio, ma anche per le istituzioni. L'amministratore delegato di MicroStrategy, Michael Saylor, ha compiuto il primo passo nel 2020, inserendo Bitcoin nel bilancio della sua azienda, e ora altri stanno seguendo l'esempio.
La mossa audace di MicroStrategy: dal software alla strategia incentrata su Bitcoin
Nell'agosto 2020, quando MicroStrategy annunciò l'acquisizione di 21.454 bitcoin per $250 milioni, Saylor riconobbe le qualità distintive di questa nuova commodity digitale e andò all-in, trasformando la sua azienda in un veicolo di acquisizione di Bitcoin. Questa strategia si rivelò un grande successo. Secondo il suo rapporto sugli utili del primo trimestre 2025, l'azienda ha ottenuto un guadagno di $5,8 miliardi dalle partecipazioni in Bitcoin, raggiungendo il 58% del suo obiettivo annuale.
Di fatto le azioni di MicroStrategy (MSTR) sono diventate un intermediario tra TradFi e crittovalute: hanno dimostrato come investire legittimamente in Bitcoin (in precedenza, a volte era l'unico modo, insieme al fondo GBTC). Oltre a questo esisteva il mercato delle opzioni MSTR più liquido e più grande, e altri strumenti per incanalare capitali dalla TradFi a Bitcoin, come STRK, STRF e obbligazioni convertibili. Senza dimenticarci anche di MSTU, MSTY e MSTX.
L'ex-attività di MicroStrategy è stata abbandonata, quindi il cambio di nome è arrivato giusto in tempo: l'azienda non è più “micro” in alcun modo. È un colosso gigantesco che apre la strada ad altre aziende. La loro tesi è semplice: “Se si guarda alla performance di questo asset, si vede che Bitcoin è cresciuto del 60% all'anno negli ultimi quattro anni. Prendiamo le obbligazioni (con rendimenti annuali a una sola cifra nello stesso periodo). Stiamo parlando di un arbitraggio tra (quasi) lo 0% e il 60%”, ha dichiarato Michael Saylor in un'intervista del novembre 2024 su Barron's.
Pertanto se un'azienda detiene bitcoin, nel tempo può superare i suoi concorrenti gestendo la propria tesoreria aziendale in modo molto più efficiente. Comporta dei rischi? Certo. Anche Bitcoin può scendere. Ma se si è un operatore a lungo termine (tenete a mente i cicli quadriennali) e soprattutto se si acquista bitcoin allo stesso modo di Strategy (con debito non garantito), si è sostanzialmente al sicuro, poiché non può verificarsi un evento di margin call anche se Bitcoin scendesse ai minimi.
HODLing come tendenza in crescita
A oggi ci sono 101 tra le società quotate in borsa che hanno aderito all'iniziativa BTC Treasury, per un totale di 765.805 BTC. Tra queste figurano MARA Holdings, Tesla, Riot Platforms e Metaplanet, le quali hanno annunciato l'intenzione di raccogliere altri $250 milioni per espandere la propria strategia Bitcoin, secondo un post del 1° maggio su X.
Bitcointreasuries.net illustra vividamente l'evoluzione del trend negli ultimi anni. È facile osservare che la crescita esponenziale è iniziata all'inizio di novembre, subito dopo la vittoria di Trump alle elezioni presidenziali, segnalando un allentamento normativo e il via libera alle crittovalute. Anche a marzo e febbraio il trend è rimasto rialzista nonostante la correzione di BTC sotto gli $80.000.
E che dire dell'andamento delle azioni degli acquirenti? È troppo presto per giudicare, ma i nuovi arrivati – Cantor Equity Partners (CEP) e Asset Entities (ASST) – hanno registrato un'impennata dopo i loro annunci: CEP è salita di circa il 200% da inizio maggio, secondo Benzinga, mentre ASST è salita di oltre il 1.000% dal 6 maggio, come riportato da TheStreet.
Impressionante? Sicuramente.
Continuerà? Secondo la teoria dei giochi qualsiasi comportamento specifico che conferisca un vantaggio competitivo sarà ampiamente adottato. Quindi è molto probabile. Questa ondata è appena iniziata, quindi possiamo aspettarci ulteriori notizie sulle aziende che aderiranno allo standard Bitcoin. Ma i maggiori vantaggi andranno a chi si muoverà per primo.
Bitcoin Treasury potrebbe fungere da porta d'accesso per gli investitori individuali
Come può un singolo investitore capitalizzare su questa tendenza? È una buona domanda. Per chi è pronto ad assumersi il rischio, potrebbe essere saggio tenere d'occhio le aziende con solide attività quotate in borsa che investono parte della propria liquidità in Bitcoin. Un simile approccio offre il potenziale di rialzo di Bitcoin mantenendo un rischio moderato, perché gli oggetti d'investimento sono aziende solide, non solo il “denaro magico di Internet”. Secondo Blockworks, tra ottobre 2020 e novembre 2021, il titolo MicroStrategy è salito da $165 a quasi $900, con un guadagno del 440% trainato dall'aumento di Bitcoin da $11.000 a $69.000 nello stesso periodo.
L'ultimo mercato rialzista ha dimostrato che le aziende nell'elenco Bitcoin Treasury tendono a sovraperformare i propri concorrenti, e quello attuale potrebbe essere lo stesso. Con la sua comprovata esperienza di performance superiori agli investimenti tradizionali, Bitcoin offre una valida copertura contro l'inflazione e un percorso per la conservazione del proprio patrimonio a lungo termine, nonostante la sua intrinseca volatilità (cosa che sta cambiando anch'essa, ndT).
L'ondata di adozione di Bitcoin è solo all'inizio e chi ne riconosce il potenziale oggi potrebbe raccogliere i frutti più grandi domani. Che siate un'azienda o un investitore individuale, il messaggio è chiaro: l'iniziativa Bitcoin Treasury sta ridefinendo il futuro della finanza... ed è meglio farne parte.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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Lo tsunami di insolvenze in Germania: crollo strutturale in corso
La creazione e la proliferazione delle banche centrali nel corso dell'ultimo secolo hanno promesso una maggiore stabilità finanziaria. Tuttavia, come dimostrano continuamente la storia e gli eventi attuali, non hanno impedito le crisi finanziarie. La loro frequenza e gravità hanno oscillato, ma non sono diminuite da quando le banche centrali sono diventate il principale soggetto nella regolamentazione dei mercati finanziari e negli interventi monetari. Al contrario, hanno introdotto nuove fragilità e modificato la natura, ma non la ricorrenza, delle turbolenze finanziarie. L'evidenza empirica sfata il mito secondo cui le banche centrali abbiano posto fine all'era delle crisi finanziarie frequenti. Indipendentemente dalla loro supervisione, un boom del credito ha preceduto una crisi bancaria su tre. Chi lo ha creato? Le banche centrali attraverso la manipolazione dei tassi d'interesse. Secondo documenti di lavoro dell'FMI, ci son ostate 147 crisi bancarie solo tra il 1970 e il 2011, in un'epoca di predominio delle banche centrali. Le crisi finanziarie rimangono un fenomeno globale persistente, che si verifica in cicli che coincidono con episodi di espansione del credito. Le banche centrali hanno spesso prolungato periodi di espansione con tassi bassi e acquisti di asset, e hanno creato bruschi momenti di crisi dopo aver commesso errori in materia di inflazione e rischi di credito. Tuttavia, a ogni crisi successiva, la soluzione è sempre stata la stessa: programmi di acquisto di asset più ampi, e aggressivi, e tassi reali negativi. Ciò significa che le banche centrali sono gradualmente passate dall'essere prestatori di ultima istanza a prestatori di prima istanza, un ruolo che ha amplificato le vulnerabilità economiche. A causa della globalizzazione e delle innovazioni finanziarie, le crisi tendono ad avere dimensioni più ampie e complesse, colpendo la maggior parte delle nazioni. Il profondo coinvolgimento delle banche centrali nei mercati fa sì che le loro linee di politica, come la liquidità di emergenza o gli acquisti di asset, mascherino i rischi sistemici, portando a fallimenti ritardati ma più impattanti. In molte economie avanzate le recenti crisi sono state innescate dall'accumulo di debito e dalle distorsioni di mercato, spesso con il pretesto di mantenere la stabilità. La Banca Mondiale afferma che circa la metà degli episodi di accumulo di debito nei mercati emergenti sin dal 1970 ha coinvolto crisi finanziarie, e gli episodi associati a esse sono stati caratterizzati da una maggiore crescita del debito e un'economia stagnante. Le principali crisi degli ultimi decenni hanno evidenziato che le banche centrali non le prevengono, spesso i loro interventi hanno solo ritardato la resa dei conti, aggravando gli squilibri sottostanti, in particolare il debito pubblico. Le banche centrali usano il loro enorme potere per mascherarne l'insolvenza e aumentarne il prezzo, il che porta a un'eccessiva assunzione di rischi e a un'inflazione dei prezzi degli asset. L'espansione monetaria e la NIRP del 2020, perpetuate fino al 2022 nonostante l'impennata dell'inflazione, ne sono un chiaro esempio. Gli stati hanno beneficiato del periodo di espansione consentendo loro di far lievitare spesa pubblica e debito. Nel frattempo cittadini e piccole imprese hanno sofferto di un'inflazione elevata. Quando le banche centrali hanno infine riconosciuto il problema che avevano contribuito a creare, hanno mantenuto linee di politica accomodanti, dando priorità alla liquidità, alimentando una maggiore irresponsabilità da parte degli stati, e l'aumento dei tassi ha danneggiato le finanze delle famiglie e delle piccole imprese che in precedenza avevano subito l'esplosione dell'inflazione. Gli stati non si sono preoccupati degli aumenti dei tassi perché hanno aumentato le tasse. La Banca d'Inghilterra, ad esempio, così come la BCE, continua a tagliare i tassi e ad allentare la politica monetaria nonostante l'aumento dell'inflazione. La controtendenza degli USA non è un caso, invece, visto che mirano a riformare il sistema e stanno già mettendo in cantiere le basi di questa riforma.
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da Zerohedge
(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/lo-tsunami-di-insolvenze-in-germania)
La Germania è investita da un'ondata di insolvenze. Ora, nel terzo anno di una prolungata recessione, la situazione economica è più allarmante rispetto alla crisi finanziaria del 2009.
La spirale di morte delle imprese tedesche ha raggiunto proporzioni drammatiche. Secondo il Leibniz Institute for Economic Research di Halle (IWH), il secondo trimestre del 2025 ha fatto registrare il numero più alto di insolvenze tra società di persone e società di capitali degli ultimi 20 anni. Nonostante un leggero calo a giugno, la tendenza persiste: la sostanza economica della Germania si sta erodendo e, con essa, la nazione sta silenziosamente dicendo addio alla sua prosperità.
Estinzione di massa delle aziende tedesche
Solo a giugno gli economisti dell'IWH hanno contato 1.420 fallimenti aziendali, in calo del 4% rispetto a maggio, ma i confronti su base annua rivelano l'intera portata della crisi: un aumento del 23% rispetto a giugno 2024. Le cifre sono anche superiori, di oltre il 50%, rispetto alla media pre-lockdown. Particolarmente degno di nota: in stati economicamente forti come la Baviera e l'Assia, le insolvenze sono aumentate in modo sproporzionato, rispettivamente dell'80% e del 79%.
Nel complesso, nel secondo trimestre sono state registrate 4.524 insolvenze aziendali, con un aumento del 7% rispetto al primo trimestre del 2025.
Gli economisti citano non solo la recessione in corso, ma anche una correzione di mercato attesa da tempo, dopo anni di tassi di interesse bassissimi imposti dalla Banca Centrale Europea. Come afferma Steffen Müller, responsabile della ricerca sull'insolvenza presso l'IWH: “Per molti anni i tassi di interesse estremamente bassi hanno impedito i fallimenti e, durante la pandemia, gli aiuti di Stato hanno mantenuto in vita aziende già deboli”. Ora il mercato sta reclamando il suo potere di pulizia.
Evitare l'analisi della causa principale
Ma questa rottura strutturale si scontra con un vuoto nella politica economica.
Sebbene l'analisi dell'IWH eviti di affrontare le debolezze strutturali più profonde e i danni politici autoinflitti, questi rimangono i fattori decisivi alla base dell'isolamento economico della Germania. Gli elevati costi energetici, l'eccessiva regolamentazione e la pressione fiscale – per gli standard internazionali – stanno spingendo le aziende al fallimento o alla fuga all'estero. I lavoratori ne stanno ora risentendo sempre di più.
Secondo la società di consulenza Ernst & Young, nel 2025 saranno probabilmente tagliati oltre 100.000 posti di lavoro, soprattutto nel settore industriale, la principale vittima della crisi energetica e normativa. Dal periodo pre-COVID l'industria tedesca ha perso circa il 10% del suo volume di produzione. Considerato isolatamente, il settore è finito più in una depressione che in una recessione. Nelle condizioni attuali, un ritorno a un percorso di crescita sostenibile è improbabile.
Anche il settore edile, duramente colpito, sta soffrendo. Un tempo elemento stabilizzante nel 2020-21, l'attività edilizia è crollata sin dal 2022. La produzione edilizia reale è diminuita del 4% nel 2024, con un ulteriore calo previsto del 2,5-3% per il 2025. Nel complesso il volume reale delle costruzioni nel 2025 sarà inferiore del 10-12% rispetto ai livelli del 2019.
False speranze di salvataggio
Il governo tedesco prevede un piano di stimolo economico da €847 miliardi, finanziato tramite debito, nell'arco di quattro anni, destinato principalmente al potenziamento delle infrastrutture e dell'apparato militare. Tuttavia la maggior parte dei fondi sarà probabilmente destinata a colmare le lacune del sistema previdenziale tedesco, ormai in piena emorragia.
Solo nel 2025 si prevede un deficit previdenziale di almeno €140 miliardi. Il governo federale deve colmare questa lacuna per evitare un aumento vertiginoso dei costi secondari. In caso contrario gli ambiziosi piani di investimento dell'amministrazione Merz crolleranno.
La Germania è diventata un caso socioeconomico problematico e i suoi leader si aggrappano all'ormai sorpassato copione keynesiano. Si prevede che la spesa pubblica, finanziata attraverso il debito e sostenuta dalla soppressione dei tassi d'interesse da parte della BCE, darà una spinta all'economia.
Ma questo non accadrà. Solo il mercato può allocare in modo efficiente il capitale scarso verso usi produttivi che creino prosperità. Berlino ancora deve comprendere questa realtà.
Il recente accordo commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea costerà alla Germania circa €6,5 miliardi in dazi solo nel primo anno, ma ben più dannoso sarà l'esodo delle aziende che trasferiscono le proprie attività negli Stati Uniti per evitare i dazi, a meno che il sistema tariffario tedesco non cambi.
L'ondata di debiti del governo Merz potrebbe ritardare brevemente l'ondata di insolvenze inondando i mercati di capitale artificiale, ma questo non farà che rinviare l'inevitabile resa dei conti: un'epurazione delle aziende zombi che prosperavano grazie al credito a basso costo o ai sussidi del Green Deal europeo.
Stato ipertrofico, ideologia verde
A poche settimane dall'insediamento di Friedrich Merz come cancelliere, una cosa è chiara: non si tornerà a una politica economica basata sul mercato. Merz si è rivelato un sostenitore del big government, dell'interventismo e dell'ortodossia della trasformazione verde.
La Germania detiene ancora il peso politico necessario per far fallire il programma di trasformazione di Bruxelles e forzare un ritorno alla razionalità economica. Tuttavia, finora, la rapida deindustrializzazione del Paese e la prolungata recessione non hanno innescato una rivalutazione critica del suo percorso politico.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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Lo scandalo Russiagate supera il Watergate per crimini e tradimento
Il manoscritto fornisce un grimaldello al lettore, una chiave di lettura semplificata, del mondo finanziario e non che sembra essere andato fuori controllo negli ultimi quattro anni in particolare. Questa una storia di cartelli, a livello sovrastatale e sovranazionale, la cui pianificazione centrale ha raggiunto un punto in cui deve essere riformata radicalmente e questa riforma radicale non può avvenire senza una dose di dolore economico che potrebbe mettere a repentaglio la loro autorità. Da qui la risposta al Grande Default attraverso il Grande Reset. Questa la storia di un coyote, che quando non riesce a sfamarsi all'esterno ricorre all'autofagocitazione. Lo stesso accaduto ai membri del G7, dove i sei membri restanti hanno iniziato a fagocitare il settimo: gli Stati Uniti.
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(Versione audio della traduzione disponibile qui: https://open.substack.com/pub/fsimoncelli/p/lo-scandalo-russiagate-supera-il)
Quindi la bufala è finalmente riconosciuta come tale anche a livello ufficiale. Il “Russiagate” – ovvero la narrazione mainstream – è ora descritto dai capi dell'intelligence americana come una montatura architettata per ribaltare i risultati delle elezioni presidenziali statunitensi del 2016.
Tulsi Gabbard, l'attuale Direttrice dell'Intelligence Nazionale (DNI), e il direttore della CIA, John Ratcliffe, hanno entrambi accusato l'ex-Presidente Barack Obama di aver partecipato a una “cospirazione” per sovvertire il processo costituzionale. Non è solo Obama a essere implicato in questo grave crimine, anche altri ex-alti funzionari della sua amministrazione 2013-17, tra cui l'ex-DNI James Clapper, il direttore della CIA John Brennan e il capo dell'FBI James Comey. Se giustizia sarà fatta, le ripercussioni politiche saranno davvero sconvolgenti.
Il potenziale impatto non si limita alla sola violazione delle leggi statunitensi e del processo democratico – già di per sé gravi. Lo scandalo Russiagate, iniziato nel 2016, ha avuto un effetto duraturo e dannoso sulle relazioni tra Stati Uniti ed Europa e la Russia.
La pericolosa guerra per procura della NATO scatenata in Ucraina, che minaccia di degenerare in una guerra mondiale su vasta scala, è stata alimentata in gran parte dall'ostilità generata dalle false accuse di ingerenza russa nelle elezioni statunitensi.
Le accuse secondo cui il presidente russo Vladimir Putin avrebbe supervisionato una campagna sovversiva contro le elezioni americane del 2016 e avrebbe colluso con Donald Trump per farlo eleggere sono sempre state pretestuose. Lo scandalo si basava su informazioni di intelligence scadenti, volte a spiegare presumibilmente come Trump avesse sconfitto la sua rivale, Hillary Clinton. Successivamente lo scandalo è stato gonfiato fino a trasformarlo in una narrazione apparentemente credibile dai capi dell'intelligence statunitense, su indicazione dell'allora presidente Barack Obama, per delegittimare il primo mandato presidenziale di Trump.
Anni prima delle recenti rivelazioni di intelligence, molti giornalisti indipendenti, tra cui Aaron Maté, ed ex-analisti di intelligence come Ray MacGovern e William Binney, avevano confutato in modo convincente le affermazioni ufficiali sul Russiagate. Non solo queste affermazioni erano false, ma erano consapevolmente false. Vale a dire, bugie e distorsioni deliberate. La Russia non ha hackerato le email appartenenti al Comitato Nazionale Democratico per screditare la Clinton. La sua corruzione è stata svelata da una fuga di notizie interna al DNC e date in pasto a Wikileaks. Questo è stato in parte il motivo per cui Assange è stato perseguitato con anni di carcere.
Un numero sufficientemente ampio di elettori disprezzava la Clinton e la sua psicopatia guerrafondaia, così come il suo tradimento della classe operaia americana in cambio della generosità di Wall Street.
Inoltre Mosca ha costantemente negato qualsiasi coinvolgimento nel tentativo di influenzare le elezioni statunitensi del 2016 o di favorire Trump. Putin ha affermato più di una volta che la Russia non ha preferenze su chi diventerà presidente degli Stati Uniti, sottintendendo che siano tutti uguali e controllati da forze statali più profonde. È ridicolo, inoltre, che mentre Washington abbia accusato Mosca di interferenze elettorali, i fatti dimostrano che gli Stati Uniti hanno abitualmente interferito in decine di elezioni straniere per molti decenni, comprese quelle russe. Nessun'altra nazione si avvicina agli Stati Uniti – l'autoproclamato “leader del mondo libero” – nel sabotare le elezioni straniere.
In ogni caso, è istruttivo paragonare la farsa del Russiagate allo scandalo Watergate.
Il Watergate fu un caso di spionaggio da parte della Casa Bianca di Nixon ai danni di un rivale democratico durante le elezioni del 1972. La crisi politica che ne seguì portò alle sue dimissioni in disgrazia nel 1974. Gli Stati Uniti rimasero scioccati da questi sporchi trucchi. Diversi alti funzionari della Casa Bianca furono in seguito condannati e scontarono una pena detentiva per crimini legati alla vicenda. Nixon fu poi graziato dal suo successore, Gerald Ford, ed evitò il processo. Ciononostante il Watergate disonorò in modo indelebile la politica statunitense e, all'epoca, fu descritto come “il peggior scandalo politico del XX secolo”.
I successivi casi di corruzione e illeciti vengono spesso definiti con il suffisso “-gate”, in omaggio al Watergate, considerato un'epocale rovina politica. Da qui il nome “Russiagate”.
Tuttavia ci sono differenze estremamente importanti.
Mentre il Watergate fu uno scandalo basato su crimini e illeciti concreti, il Russiagate è stato sempre un inganno propagandistico artificioso.
Il vero scandalo dietro il Russiagate non sono stati i presunti misfatti di Trump o quelli della Russia, ma la cospirazione criminale di Obama e della sua amministrazione per sabotare le elezioni del 2016 e successivamente rovesciare la presidenza Trump e la volontà del popolo americano. Tulsi Gabbard, il capo dell'intelligence di grado più alto del Paese, ha affermato che questo equivale a “tradimento” e ha chiesto il perseguimento di Obama e di altri ex-alti funzionari.
Probabilmente il vero scandalo Russiagate è molto più devastante nelle sue implicazioni politiche rispetto al Watergate. Quest'ultimo riguardava spionaggio illegale e trucchetti, mentre il Russiagate coinvolgeva un presidente e i suoi capi dell'intelligence che cercavano di sovvertire l'intero processo democratico. Non solo, ma anche i media generalisti statunitensi sono ora stati smascherati per aver perpetrato un furto propagandistico ai danni del popolo americano. Tutti i principali media statunitensi hanno amplificato le informazioni di intelligence orchestrate dall'amministrazione Obama, sostenendo che la Russia avesse interferito nelle elezioni e che Trump fosse un “fantoccio del Cremlino”. La bufala è diventata un'ossessione per i media statunitensi per anni e ha accumulato gravi danni nelle relazioni internazionali, un'eredità nefasta con cui conviviamo ancora oggi.
Il New York Times e il Washington Post, considerati due dei massimi esponenti del giornalismo americano, hanno vinto congiuntamente il Premio Pulitzer nel 2018 per il loro reportage sul Russiagate, ovvero la versione ufficiale, che ha dato credibilità alla bufala. Alla luce di ciò che sappiamo ora, questi giornali dovrebbero vergognarsi di aver condotto una campagna di menzogne in stile Goebbels non solo per ingannare l'opinione pubblica statunitense, ma anche per sovvertire il processo democratico e avvelenare le relazioni internazionali. La loro reputazione è stata distrutta, così come quella di altri importanti media, tra cui ABC, CBS, CNN e NBC.
Ironia della sorte il Washington Post vinse il Premio Pulitzer nel 1973 per il suo reportage sullo scandalo Watergate. La storia fu trasposta in un best-seller, “Tutti gli uomini del presidente”, e in un film di successo con Robert Redford e Dustin Hoffman, nei ruoli degli intrepidi giornalisti Bob Woodward e Carl Bernstein. Woodward, Bernstein e il Washington Post furono acclamati come il meglio del giornalismo statunitense per aver smascherato il Watergate e aver assicurato alla giustizia un presidente corrotto.
Quanto è vergognoso e assurdo che un attacco ancora più grave alla democrazia americana e alle relazioni internazionali, sotto forma del Russiagate, venga ignorato e insabbiato dai “migliori d'America”! Che lo scandalo venga ignorato e insabbiato non dovrebbe sorprendere, perché rivelarlo in modo appropriato manderebbe in frantumi le fondamenta dell'establishment politico statunitense e il ruolo sinistro dello Stato profondo e del suo sistema di propaganda mediatica.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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