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NATO: è tempo di eliminare il serpente nel giardino degli Stati Uniti

Freedonia - Lun, 15/04/2024 - 10:10

 

 

di Tom Luongo

Il trambusto della scorsa settimana a Bruxelles ha visto i ministri degli Esteri della NATO emergere dalle loro buche sottoterra in cerca di cibo ora che il clima si sta riscaldando per la primavera.

E portavano con sé un messaggio: più per loro e meno per noi. Sono pronti a rubarci il cibo dalle bocche, i figli dalle nostre case, per dare all’Ucraina l’aiuto di cui ha bisogno e sconfiggere la Russia in una guerra che solo loro vogliono.

Per raggiungere questo obiettivo strangolerebbero il processo politico interno; tradirebbero il loro ruolo di diplomatici parlando con lingue biforcute, confondendo le condizioni del dialogo con la Russia e porre fine ai combattimenti.

Il messaggio della politica estera della NATO è semplice: “Prima facciamo la guerra, poi parliamo”. I fatti sul campo non contano; i deficit di bilancio non contano; il crollo del sostegno pubblico all’Ucraina non ha importanza. Tutto ciò che conta è ciò che vogliono queste persone.

E vogliono la guerra, ma allo stesso tempo non ammetteranno mai che questo è esattamente ciò che vogliono.

Stoltenberg ha superato di un anno la sua data di scadenza e a questo punto è ancor di più un’anatra zoppa rispetto al presidente francese Emmanuel Macron. Il problema per coloro che di fatto gestiscono la NATO è che non riescono a mettersi d'accordo sul chi dovrebbe sostituirlo... un neoconservatore britannico, o un neoliberista olandese?

Nella stessa settimana in cui i ministri della Difesa francese e russo hanno avuto una franca conversazione sull’Ucraina, sull’attacco di Mosca contro i civili e su quanto velocemente la Russia vaporizzerà le truppe francesi inviate in battaglia, ci viene offerto il completo abbandono di ogni pretesa diplomatica.

E anche così, se Mark Wauck e Alex Mercouris hanno ragione, suddetta discussione è stata più uno sforzo diplomatico di qualsiasi altra cosa proveniente da Bruxelles.

Mercouris, ovviamente, ha molto altro da dire, ma questo è il punto: i russi sono stati costretti a entrare in questa guerra, ma ora che ci sono dentro, la fanno per vincere. Mercouris riassume la situazione così:

I russi non subiscono alcuna pressione per negoziare. Stanno vincendo la guerra e lo sanno. L’Occidente, se vuole evitare un disastro geopolitico – ciò che rappresenterebbe una sconfitta in Ucraina – deve parlare con i russi. Ma avanzare proposte incomplete, come un ritorno a Istanbul o un conflitto congelato, non porterà da nessuna parte. Ciò non farà altro che infastidire ancora di più i russi. La cosa logica e giusta da fare è chiedere ai russi cosa vogliono esattamente in Ucraina e vedere se è possibile per incontrarsi a metà strada. È diplomazia ovvia e basilare.

È passato talmente tanto tempo qui negli Stati Uniti dal momento in cui abbiamo avuto un Segretario di Stato che non fosse determinato a entrare in guerra contro Russia, Iran, o Cina (o tutti e tre contemporaneamente) che abbiamo dimenticato cosa significhi essere diplomatici.

Pensateci: la triste tecnica di Antony Blinken fa addirittura rimpiangere i giorni di Condoleeza Rice.

La differenza tra allora e oggi è che Putin non aveva detto alla NATO di “andare al diavolo”.

Qualcuno infatti ricorda che nel 2007 Vladimir Putin fu invitato a parlare alla Conferenza annuale sulla sicurezza di Monaco. Allora era altrettanto disposto a dire all’Occidente quello che avevano bisogno di sentire piuttosto che quello che volevano sentire, ma almeno facevamo finta di ascoltarlo.

Blinken è competente solo nel ruolo di anti-diplomatico e il motivo per cui è peggio della Rice, o addirittura di Hillary Clinton, è che non è nemmeno coerente. Dopo l'attacco terroristico a Mosca ha pronunciato parole sull'adesione dell'Ucraina alla NATO sapendo che questa è la strada verso una guerra degli Stati Uniti contro la Russia.

Ma Mercouris e Wauck credono entrambi che si tratti di una sorta di bluff da parte di Blinken. Mi piacerebbe credere che abbiano ragione. Il consigliere Jake Sullivan che si rompe una costola e cancella il suo viaggio in Arabia Saudita va nella direzione opposta. Voglio dire, c'è un'alta probabilità che ciò accada quando “si cade dalle scale” o qualunque scusa uno voglia mettere.

Così come circolano voci secondo cui gli Stati Uniti avrebbero detto all'Iran che non si arrabbieranno se quest'ultimo colpirà duramente Israele come rappresaglia per l'attacco all'ambasciata iraniana a Damasco. I cittadini israeliani sembrano credere a questa voce, cercando le uscite, facendo scorta di carta igienica, ecc.

Oggi possiamo vedere cosa c'è di fondamentalmente sbagliato nella NATO.

NATO’s 75th … a Foreign Ministers’ meeting … and what needs to happen next pic.twitter.com/bvat4wu84C

— David Cameron (@David_Cameron) April 4, 2024

Con tutto il rispetto per Macron, chi altro sta producendo questo livello di propaganda? Chi guida sempre questo autobus verso il bordo del precipizio? Chi eserciterà maggiori pressioni sul presidente Mike Johnson affinché faccia passare alla Camera il disegno di legge sugli aiuti all'Ucraina che invece ha tenuto a bada per quasi 6 mesi?

Esattamente chi vi aspettereste se aveste ancora tre cellule cerebrali funzionanti e una conoscenza fugace di qualcosa noto come “storia”.

L'unica cosa positiva che ho da dire sulla resurrezione politica di David Cameron è che non è Winston Churchill.

Non so voi, ma io sono stanco di scrivere e dire che la NATO non è più adatta allo scopo sin dalla fine della Guerra Fredda. Ma se le cose stanno così, allora perché ha ottenuto un nuovo quartier generale, nuovi membri e tutti i leader occidentali che gridano per avere più soldi?

Sappiamo tutti perché e questo è il problema fondamentale.

La NATO è l’alleanza da cui i Padri Fondatori ci mettevano in guardia già nel XVIII secolo ed è giunto il momento di trovare una via d'uscita dalla trappola che rappresenta l'appartenenza a essa. Come deterrente contro future aggressioni, la NATO può essere vista come una cosa necessaria; come tutte le organizzazioni che si trovano ad affrontare la fine della propria vita, però, ha dovuto trovare nuovi modi per mantenere la propria rilevanza dopo che abbiamo dissanguato l’URSS con un’abile combinazione di spese per la difesa e $8 al barile di petrolio.

Questo è anche il motivo per cui la Guerra Fredda non è mai veramente finita. Ha semplicemente cambiato pelle e con essa la NATO. Il problema con la maggior parte delle analisi sul conflitto attuale è che siamo tutti bloccati (me compreso a volte) all’interno della struttura dello Stato-nazione.

Gli Stati Uniti ne hanno bisogno; il Regno Unito ne ha bisogno; la Russia ha bisogno di qualcos’altro.

Ma questo quadro è inadeguato per descrivere tutto ciò che sta accadendo, a meno che non si mappi l’unità geografica con la fazione globalista dominante all’interno di ciascuna regione dell’Occidente. E ognuna di loro ha programmi e obiettivi molto diversi rispetto a Ucraina e Russia.

Ne ho scritto la scorsa settimana e vale la pena di ripeterlo:

L’Ucraina è diventata fisicamente il campo di battaglia a qualsiasi livello. Gli Stati Uniti e il Regno Unito, attraverso la loro influenza in Polonia e nei Paesi Baltici, sono stati usati dall'UE per fomentare questa guerra. Portarli in bancarotta (insieme alla Russia) attraverso il conflitto li costringe a tornare ad essere fonti di materie prime a basso prezzo, mentre vengono esportate leggi e regole dell’UE in quei luoghi che hanno il privilegio (dal loro punto di vista) di fare affari con essa.

Dal punto di vista di tutti e tre i giocatori, se l'Ucraina batte la Russia, allora è vittoria per tutti. Alla fine Putin verrà deposto, la Russia sarà umiliata e avrà inizio la tanto desiderata disgregazione del loro impero. L’Europa ottiene il suo Grande Reset; il Regno Unito riesce a mantenere il controllo sull’impero marittimo, rivendicando il controllo della NATO sul Mar Nero e costringendo i produttori di petrolio arabi a rimettersi in riga; gli Stati Uniti riescono a sfruttare la caduta della Russia per indebolire la Cina e fermare l’ulteriore integrazione dei BRICS.

In breve, il mondo tornerebbe agli anni ’90, quando tizi come Bill Browder andavano in giro a comprare tutto e gli oligarchi russi, messi in riga da Putin, spadroneggiavano. Fukuyama avrebbe infine ragione.

Ma, come ho detto, il vero obiettivo di questa guerra non è solo conquistare la Russia, ma anche far sprofondare gli Stati Uniti, facendoli pagare i costi per combattere una guerra che non sono in grado di sostenere.

La NATO non può e non deve sopravvivere a queste tensioni se le sue vittime designate, Russia/Cina/Iran, combattono anche lontanamente con competenza.

Tutti capiscono che questa è una corsa contro un orologio politico ed economico che in Occidente sta rapidamente scendendo fino a zero. Tutto ciò che la Russia deve fare è continuare a ottenere conquiste territoriali in Ucraina, l’Iran non reagire in modo eccessivo alle provocazioni di Israele e la Cina ignorare le lamentele sui dazi e su Taiwan.

E tutto ciò che gli americani, stanchi di tutto questo, devono fare è tenere chiuso il rubinetto monetario alla NATO e all’Ucraina, per quanto politicamente possibile.

Questo è il motivo per cui stiamo assistendo a tutta una serie di pressioni da parte del Regno Unito e dell’UE affinché gli Stati Uniti si concentrino nuovamente sull'Ucraina. È per questo che tutti a Capitol Hill odiano il presidente Mike Johnson e perché i coltelli sono puntati contro di lui da tutte le parti, compreso il suo stesso partito.

Sì, sto guardando proprio te, Marjorie Taylor Greene...

Gli Stati Uniti stanno chiaramente cercando un modo per districarsi da questo pasticcio, anche se tutto ciò che le vipere di K-Street vogliono è che ci si scateni contro la Cina.

L’analisi costi/benefici per gli Stati Uniti, soprattutto in un anno elettorale, non quadra. E non c’è alcun effetto leva reale che l’Europa possa applicare agli Stati Uniti se non attraverso più soldi ai politici venduti a Washington.

Per tutti i motivi di cui parlo da sei anni, i ricordi della Seconda Guerra Mondiale stanno svanendo. Le generazioni di americani impresse nella menzogna della Pax Americana del secondo dopoguerra stanno morendo (boomer) o non se ne preoccupano più, semmai se ne sono preoccupati (Generazione X).

I millennial e gli “zoomer” non sono coinvolti in questa mitologia, sanno che le loro teste sono sul ceppo.

Niente di tutto questo è nel loro interesse. Gli Stati Uniti, in quanto nazione in guerra con sé stessa, proveranno un’ultima volta quest’autunno a votare per uscire dall’Europa prima che la situazione qui diventi brutta. Ascoltate di nuovo attentamente l'arringa di Cameron: c’è una minaccia implicita non solo nel linguaggio ma anche nella sua messa in scena.

Attenzione, gente, queste persone sono nemiche di tutto ciò che è buono e dignitoso nel mondo. Abbiamo un sacco di serpenti qui negli Stati Uniti che eseguono gli ordini che vengono dati loro, vendendoci vecchie bugie e agendo al di fuori dei limiti della legge.

Ma ciò che sta diventando ovvio è che l’era della guerra extra-curriculare statunitense è finita. Molte persone si rifiutano di guardare la copertina del rapporto del TPS per paura di “capire l'antifona”.

Purtroppo la maggior parte di loro lavora alla NATO e non si stanno risparmiando nel loro vandalismo.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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Le criticità che stanno affossando l'Eurosistema

Freedonia - Ven, 12/04/2024 - 10:05

 

 

di Francesco Simoncelli

Quali sono le vere minacce che l’Europa deve affrontare? Non c'è bisogno di un'analisi eccessivamente approfondita, sono anche disponibili nei libri di storia e possono essere ridotte a due principali: guerra e bancarotta (inflazione). Fare la guerra richiede nemici, che alla fine ti umiliano e la spesa in eccesso, nel frattempo, distrugge la tua economia. Le guerre costano denaro e devono essere finanziate in qualche modo: tasse, prestiti e inflazione. I deficit diventano una routine per rendere più facile agli stati accedere ai prestiti e gli investitori, temendo l’inflazione e desiderosi di trarre vantaggio dai tassi più alti nell’economia reale, si ritirano dalle aste del debito pubblico. Ciò lascia la banca centrale come unica fonte di finanziamenti e la stampante monetaria come l’unico modo per ottenerli.

Il punto centrale di avere decisori è che esse possano (presumibilmente) prendere decisioni migliori, per conto del pubblico, rispetto alla gente comune. Hanno dimostrato la loro superiorità diventando più ricchi e più potenti, più istruiti, con posizioni di maggiore responsabilità rispetto al resto di noi. Il grande economista italiano, Vilfredo Pareto, lo spiegò chiaramente: decide il 20% più ricco,l’80% più povero si adegua. Sempre.

Le élite vengono elette e nominate a vari incarichi nella burocrazia. Sono anche nei consigli di amministrazione di grandi aziende, insegnano in prestigiose università e scrivono articoli su riviste e libri in cui dicono al resto di noi cosa pensare. Ecco perché sono loro a decidere. Ma perché, allora, hanno preso alcune delle peggiori scelte della storia? Avrebbero potuto semplicemente decidere di fare quello che fa ogni capofamiglia: pareggiare il bilancio. Niente più deficit, limitare la spesa in rapporto alle entrate, ecc. Queste due semplici cose avrebbero ammansito il problema del debito oggi e non si dovrebbero accendere prestiti solo per pagare gli interessi su di esso, senza contare che non ci troveremmo di fronte ad una catastrofica crisi del debito.

Un’economia sana/onesta funziona quando le persone scambiano beni e servizi con denaro e poi usano quest'ultimo per acquistare beni e servizi da altri. Si tratta di un sistema in cui i vantaggi sono reciproci: stanno tutti meglio. Per quanto possa sembrare innocuo distorcere un singolo elemento di questa semplice equazione, il denaro, invece questa azione apparentemente superficiale ha un effetto domino devastante, andando a incrinare il rapporto tra acquirenti e venditori. Alcune persone non devono più dare per avere, devono solo mettere le mani su questo “nuovo denaro” a buon mercato. Non sorprende quindi che dal 2009 al 2023 il tizio con un hedge fund, una IPO, una SPAC, un capitale di rischio, o semplicemente un portafoglio d'investimenti abbia visto le sue azioni aumentare dell'87% al netto dell'inflazione. Il povero lavoratore, invece, ha depositato i suoi risparmi su un conto bancario, non ha incassato quasi alcun interesse e il suo valore reale è crollato del 45%.

E ora i lavoratori di tutto il mondo stanno perdendo la fiducia nei loro leader. Non c'è da sorprendersi se in prossimità delle elezioni europee ritornano storielle già confutate riguardo i presunti “bot russi”, o l'arruolamento di clown nel mondo della musica per spingere i giovani a votare. Perché? Perché le decisioni prese dalle élite si sono rivelate un fallimento dietro l'altro: Iraq, Afghanistan, Patriot Act, salvataggi bancari, tassi a zero per 10 anni, incentivi verdi, lockdown, piani parlamentari per ridurre l'inflazione, DSA, DMA, regolamentazione pervasiva in ogni angolo del commercio, ecc. Non fare nulla sarebbe stato di gran lunga preferibile. Le élite sono stupide? Perché hanno preso così tante decisioni sbagliate? Ho battuto su questo punto molte volte, ma eccone un altro: sebbene il futuro sia imprevedibile, le cose seguono degli schemi. Il potere corrompe, come ci ricorda Lord Acton, e c’è sempre un’élite che prende il controllo di una società. Nel corso del tempo questi “decisori” presumibilmente più intelligenti trovano il modo di rendere la propria vita più ricca, più sicura, o più illustre. Le guerre sono una perdita per la gente comune, non solo dal punto di vista economico ma soprattutto dal punto di vista delle vite umane perse... la maggior parte, se non tutte, sono quelle di coloro nei loro ranghi. Sono invece molto amate dall’industria bellica: piovono soldi nel loro settore e le loro azioni in borsa volano. Non solo, sono anche un ottimo modo per riciclare denaro. Regalie e sprechi fanno ben poco per aiutare la gente comune, ma sono ottimi per i parassiti, i truffatori e gli addetti ai lavori.

Alla luce di tutto ciò, perché la gente comune dovrebbe continuare ad andare d'accordo con le élite? Perché dovrebbe continuare credere a una sola parola di gente come la Von der Leyen? In particolar modo sulla scia della torbida questione che ruota attorno alla sua persona riguardo il caso Pfizergate. Anche ammettendo che esistano questi “bot russi”, davvero sono loro il problema alle prossime elezioni europee o lo scetticismo montante tra la gente comune dovuto al comprovato fallimento di politici, ammanicati, burocrati e addetti ai lavori a più livelli?

Ognuno, poi, recita il suo ruolo nel glorioso teatro della storia. Anche la gente comune, in un impero tardo e degenerato, ha le sue piccole parti: può ammutinarsi di fronte ai suoi generali incompetenti, o portarli in “trionfo”. Nel caso specifico rieleggere politici idioti, esultare per la propria distruzione e baciare gli stivali che li hanno presi a calci.


LA CRISI (MAI SOPITA) EUROPEA

Non c'è fallimento più grande, poi, di quello mostrato dalle regole di Maastricht in termini di sostenibilità economica e fiscale. Anzi, la situazione attuale richiederebbe ristrettezza fiscale e di bilancio, mentre invece ciò che abbiamo visto è un continuo emendare le regole del patto di stabilità. Senza un approvazione all'unanimità non si può cambiare il Trattato di Maastricht e sostituirlo con uno nuovo, ciononostante siamo stati abituati, soprattutto negli ultimi 4 anni, a vedere un aggiramento di quelle norme auto-imposte quando non erano più in sintonia con la realtà economica. Sin dal primo referendum in Irlanda per la sua adesione all'UE, il motto è stato “le regole sono sacrosante... finché non cozzano con i nostri obiettivi reali”. E infatti le leggi economiche, per quanto possano essere aggirabili, lavorano in background per ricordare la loro apoditticità. Leggiamo da Eurointelligence:

Nel nostro ultimo briefing prima della pausa pasquale vorremmo allertare i nostri lettori su un tema che ci preoccupa da tempo: la possibilità di un'altra crisi finanziaria in Europa. In generale siamo stati moderati nel lanciare segnali di tal genere. La principale eccezione è stata la crisi finanziaria mondiale e la sua cugina, la crisi del debito sovrano dell’Eurozona. Circa quindici anni dopo qui in Europa assistiamo a un’altra crisi finanziaria: una crisi del modello sociale e politico europeo con profonde conseguenze per la stabilità fiscale e finanziaria.

Il canarino nella miniera è il superamento dei deficit di bilancio in Francia e Italia, rispettivamente superiori al 7% e al 5% per il 2024. Questi numeri sono un sintomo, non una causa. Dietro a tutto ciò c’è la mancanza di crescita economica necessaria per sostenere il modello sociale europeo. La politica fiscale della Germania non potrebbe essere più diversa da quella di Francia o Italia, eppure la Germania è afflitta dallo stesso identico problema. [...]

Il modello europeo è stato alimentato da aziende oligopolistiche, fortemente sostenute dallo Stato attraverso una regolamentazione che ha inclinato la parità di condizioni a loro favore. L’industria automobilistica tedesca è un classico esempio e tutti lo hanno seguito. [...]

Ciò che sta uccidendo questo modello è un cambiamento nella tecnologia e nella frammentazione geopolitica. Tra i due diremmo che il primo è il più importante. Sempre più funzioni della nostra vita, che prima erano riservate a processi puramente meccanici, sono completamente o parzialmente digitalizzate. Le barriere all’ingresso sono crollate. La Cina è passata da zero a leader mondiale delle auto elettriche.

Le aziende europee non generano più profitti sufficienti per alimentare il modello sociale e per finanziare la ricerca a lungo termine. [...] Non sorprende che l’Europa abbia solo pochissime aziende tecnologiche.

In breve, il modello oligopolistico della vecchia tecnologia europea non funziona più in un mondo digitale. Abbiamo parlato dei tentativi dell’UE di contrastare gli sviluppi tecnologici attraverso la regolamentazione, ma questo è un modo per affrontare i sintomi, non le cause.

Dopo i molteplici shock mondiali di questo decennio, le conseguenze del declino tecnologico dell’Europa si traducono in tassi di crescita potenziale più bassi. L’Italia è arrivata prima: la crescita della sua produttività è stata vicina allo zero da quando ha aderito all’euro. La crescita della produttività del Regno Unito è crollata dopo la crisi finanziaria mondiale e da allora non si è più ripresa. È improbabile che la crescita della produttività tedesca si riprenda; il Consiglio tedesco degli esperti economici prevede una crescita potenziale di circa lo 0,5% fino alla fine di questo decennio. Con una crescita della produttività così bassa, il modello europeo è diventato finanziariamente insostenibile. Non sorprende che il sistema politico si stia frammentando ovunque. La tesi a favore dei deficit in Francia, ad esempio, è che sono necessari per mantenere Marine Le Pen fuori dai posti di comando. Ciò significa che persisteranno.

Ci aspetta una crisi fiscale, causata da una combinazione di calo della crescita della produttività e stallo politico. La tecnologia è la causa principale del declino; la geopolitica è ciò che l’ha accelerato. Le soluzioni che abbiamo sostenuto nel corso degli anni – una capacità fiscale comune, un’unione dei mercati dei capitali, appalti congiunti per la difesa per neutralizzare l’aumento della spesa per la difesa – sono più lontane che mai. A meno che uno di questi parametri non cambi, una crisi finanziaria è uno scenario molto plausibile.

In breve, l’UE è disfunzionale e questo è il VERO problema, non la tecnologia di per sé. L’euro stesso, con un tasso d'interesse comune, è fondamentalmente difettoso. Aziende come Alphabet, Meta, Microsoft e Apple non potrebbero esistere nell’UE perché, in nome della concorrenza e della diversità, essa le ucciderebbe prima che diventino abbastanza grandi da avere importanza. Le norme dell’UE rendono impossibile risolvere il problema di fondo e la tecnologia, inclusa l’intelligenza artificiale, e la geopolitica lo stanno semplicemente aggravando: l’UE è disfunzionale per sua natura. Senza risorse energetiche in grado di fornirle indipendenza energetica, senza capitali finanziaria in grado di fornirle indipendenza finanziaria, senza indipendenza tecnologica in grado di fornirle un bacino di valore aggiunto da cui attingere nei momenti di stress industriale. Se la BNS non avesse abbassato simbolicamente i tassi di recente, avanzando la scusa di voler anticipare le altre banche centrali in modo da non far apprezzare troppo il franco svizzero, la BCE sarebbe stata travolta entro giugno da un selloff senza precedenti sull'euro. Tra la BNS che abbassa i tassi e l'attacco speculativo allo yen, dove gli speculatori (sono pronto a scommettere europei) credono poco alla temerarietà della BOJ, la Lagarde può tirare (temporaneamente) un sospiro di sollievo nonostante la linea di politica di Powell sui tassi.

Lei stessa, in una delle ultime relazioni della Banca centrale europea, non può far altro che ammettere la debolezza dell'economia europea nel suo complesso... e in base a quanto descritto finora “debolezza” è un eufemismo. Inoltre non possiamo dimenticare l'assenza di risorse militari in grado di fornire indipendenza militare all'UE. Senza mezzi termini, l'Europa è disarmata e non è in grado di fronteggiare eventuali minacce solo con le proprie forze. L'emissione di bond di guerra mira, tra le altre cose, a mettere una toppa a questa mancanza fatale. L'obiettivo è quello di creare un esercito europeo e cestinare la NATO, che attualmente è solamente un'appendice degli USA e grazie a ciò colpire ulteriormente la credibilità di quest'ultimi. Non dimentichiamo, infatti, l'attuale guerra intestina in Occidente tra USA ed Europa.

Date queste premesse, Powell non ha fretta e nemmeno la Russia ha fretta, soprattutto perché l'Europa stessa sta facendo un buon lavoro per auto-distruggersi. Nel frattempo la Russia acquisisce esperienza militare sul campo, a costo di qualche unità persa o mezzo perso; invece l'Europa non ha guadagnato nulla dalla sua campagna a sostegno della guerra in Ucraina. Nessuna esperienza sul campo, nessun ritorno economico dai soldi gettati in quel buco nero e nessun risultato concreto.


LO SNODO DEGLI EURODOLLARI

Potremmo definire i keynesiani come individui la cui pretesa di conoscenza li porta a pensare che essi, con le loro soluzioni, siano in grado di rompere, finalmente, l'annoso ciclo economico che da sempre ha attanagliato le economie mondiali. Soprattutto negli ultimi 100 anni con una maggiore frequenza rispetto al passato. Questa presunzione li porta anche a sostenere una dimensione della politica fuori dalla realtà: manipolare l'arte della retorica per condurre la società verso un futuro colmo di prosperità e benessere. Inutile dire che il loro comando è critico affinché possano verificarsi entrambe le cose. Ecco quindi che abbiamo una leadership in Europa che pretende di avere soluzioni percorribili a una situazione insostenibile, come quella del debito pubblico ad esempio, attraverso la loro guida lungimirante. Il percorso sarà pieno di ostacoli, ma sono altresì convinti di poter arrivare a una conclusione in cui tutti vincono. Per quanto riguarda l'Europa, però, la soluzione propugnata è una in cui il comando/controllo sono pervasivi, permettendo in questo modo a una tecnocrazia “illuminata” di avere sempre e comunque “dati disponibili” in modo da aggiustare capillarmente tutte quelle storture che potrebbero emergere lungo la strada. L'essenza del piano della cricca di Davos per rimediare ad anni di lassismo fiscale e monetario è sostanzialmente questo, rendendo l'UE sulla scia dello stesso un blocco monopsonico che prenderebbe in mano le redini della leadership mondiale.

Le valute fiat digitali sono il manifesto di questa volontà ed è per questo stesso motivo che gli Stati Uniti si sono sganciati da questo treno diretto verso la loro distruzione a vantaggio invece dell'UE. I pianificatori centrali europei stessi sanno che un apparato burocratico come lo intendono loro ha bisogno di energia a basso costo e finanziamenti corposi, l'unico modo per ottenerli sarebbe stato quello di far fluire la prima da Est e far fluire i secondi da Ovest. Come unico blocco politico rimanente, e come unico blocco economico affidabile, avrebbe dovuto “sobbarcarsi” l'onere di prendere per mano il mondo e condurlo verso uno “nuovo”.

La connivenza degli Stati Uniti è terminata con la fine della presidenza Obama e della fine delle presidenze Bernanke/Yellen. Nel 2019 la crisi dei pronti contro termine ha segnato un punto di svolta e l'inizio di una guerra finanziaria tra Stati Uniti ed Europa: garanzie extra USA non erano più eligible nel mercato dei finanziamenti a termine. Lo shock che si è generato è stato tale da far ricordare il momento in cui il proverbiale “zio ricco” dice ai nipoti, avidi e succhia-soldi, di andare a cercarsi un lavoro, perché lui non pagherà più per i loro bagordi. Per quanto bistrattati, vituperati e declassati, i titoli del Tesoro statunitensi avrebbero rappresentato la chiave per accedere ai finanziamenti a termine negli USA, diradando la nebbia della confusione generata dalle società di rating. Ricordate, infatti, che esiste la realtà percepita (influenzabile attraverso narrative concorrenti) e la realtà reale, e quest'ultima ci stava suggerendo che garanzie di alta qualità erano solamente i bond statunitensi. Inutile ricordare che da lì s'è scatenato il pandemonio della “crisi sanitaria” e tutte le risposte distopiche che l'hanno caratterizzata. Un assaggio, potremmo chiamarlo, del mondo “nuovo” immaginato dai tecnocrati europei.

Davvero questo singolo atto ha scatenato il finimondo? No. Quello che si stava già subodorando era la volontà degli Stati Uniti di staccarsi dalla “soluzione” alla crisi del debito pubblico e dello stato sociale ideata dalla cricca di Davos. Breve digressione: quando pensate a questi personaggi dovete immaginare che esiste una cupola mafiosa al di sopra della testa della gente comune e, come ogni cupola mafiosa che si “rispetti”, essa è composta da varie cosche inclini a tradimenti, scissioni e guerre intestine. I confini nazionali, l'appartenenza a una nazione, non sono altro che strumenti di propaganda per giustificare agli occhi degli sprovveduti il continuo salasso, economico ed energetico, che permette a tale cupola di sopravvivere alla prova del tempo. In che modo? Per quanto possa essere fastidioso, antipatico e inconcludente, la maggior parte delle persone crede fermamente nel mantra/illusione “bisogna pagare le tasse”. Che sia per i servizi, le pensioni, o lo stato sociale, questa idea instillata sin da bambini accompagna la vita della maggior parte delle persone che cedono volontariamente i frutti del proprio lavoro e la propria energia a suddetta cupola mafiosa. Di conseguenza ogni cosca può usare come scudo umano la sua porzione di popolazione contro le altre cosche. In caso di guerra è un utile elemento di sopravvivenza e persuasione.

Attualmente i tecnocrati europei, come abbiamo visto nelle sezioni precedenti in questo saggio, stanno usando i contribuenti europei come mezzo per sopravvivere alla tempesta scatenata dall'emancipazione statunitense dal piano precedentemente concordato. Tale emancipazione è avvenuta per capriccio? Nient'affatto. Gli Stati Uniti si sono accorti che i tecnocrati europei avevano come sottoprodotto della loro campagna di risoluzione dei problemi una scalata ostile nei confronti dello zio Sam. C'è voluto del tempo, ma infine la confusione riguardo il dramma economico che hanno subito gli USA nel corso del tempo è diventato chiaro: gli eurodollari.

Cerchiamo di spiegare un attimo cosa sono, visto che è un tema alquanto ostico da comprendere per la maggior parte dei lettori. Nessuno sa di preciso quando sia venuto in essere questo sistema, c'è chi ipotizza negli anni '50 del secolo scorso sulla scia del Piano Marshall per aiutare l'Europa a riprendersi attraverso prestiti agevolati in dollari. Tali prestiti ovviamente sono stati trasformati in depositi presso banche commerciali locali e quindi trasformati in valuta locale. C'è chi sostiene, invece, che sia venuto in essere sulla scia delle linee di politica di Johnson e la Great Society, fattori che alimentarono il deficit pubblico americano e la stampa monetaria. Sta di fatto che il sistema eurodollaro non rappresenta altro che un prestito in dollari depositato all'estero e di conseguenza al di fuori della giurisdizione della Federal Reserve. E come ogni prestito del mondo moderno, esso si basa sulla riserva frazionaria. Il tasso di riferimento è il LIBOR e i più grandi depositi di eurodollari si trovano a Londra. Potremmo dire, quindi, che la City di Londra ha governato la politica monetaria statunitense attraverso il sistema bancario ombra, manovrando le leve dei dollari offshore o “ombra”. L'ipertrofia di questo sistema ha iniziato a mostrare criticità alla fine degli anni '60, quando i dollari “ombra” venivano incassati in oro e mandare all'aria il Gold Pool di Londra. All'epoca c'era ancora in piedi Bretton Woods quindi erano gli Stati Uniti il riferimento a livello di standard aureo del mondo e la corsa all'oro, che portò alla crisi con la Francia e la portaerei di De Gaulle fatta salpare per rimpatriare l'oro francese depositato presso Fort Knox, spinse Nixon a chiudere definitivamente la finestra dell'oro. C'era confusione riguardo le criticità emerse “dal nulla” e che travolsero gli Stati Uniti, ciononostante la scelta di abbandonare l'oro e abbracciare il petrolio, la cui offerta è molto più flessibile rispetto a quella del metallo giallo, servì a far guadagnare tempo agli Stati Uniti e replicare gli standard di Bretton Woods con l'oro nero.

Per quanto gli USA potessero guadagnare tempo, la scelta di un asset più flessibile nell'offerta non fece altro che acuire i problemi visto che da lì a poco avremmo assistito al più grande scoppio finanziarizzazione nella storia economica. Gli eurodollari non sarebbero stati usati solo come prestiti, ma anche come modo per finanziare la cartolarizzazione di titoli e alimentare il mercato dei derivati over the counter. Nel 1997 si stimava che quasi il 90% del totale dei prestiti internazionali passasse attraverso il mercato degli eurodollari. I depositi in eurodollari erano una fonte più economica di fondi perché erano liberi degli obblighi di riserva e delle valutazioni di assicurazione dei depositi. In sintesi, non c'era responsabilità davanti a qualsiasi agenzia governativa e la sua crescita era difficile da stimare. Infatti ancora oggi si parla di stime, con la BRI che parla di circa $100,000 miliardi. Se poi ci aggiungiamo anche la valanga di derivati OTC superiamo i $600.000 miliardi. Insomma un mercato andato fuori controllo e che avvantaggiava tutti tranne gli Stati Uniti. Per quanto i Titoli di stato statunitensi rappresentassero la garanzia ideale in tale schema, la spiralizzazione della finanziarizzazione ha incorporato anche altri tipi di collaterale in grado di funzionare lo stesso come base per accedere al mercato degli eurodollari. Questo per dire che in realtà il denaro non era più la valuta fiat, così come non lo è più neanche adesso, ma le garanzie collaterali e per la precisione i Titoli di stato statunitensi tra quelle migliori. È per questo motivo che il dollaro è rimasto, di facciata, la valuta di riserva mondiale: faceva comodo a tutti coloro che hanno usato per i propri scopi l'eurodollaro, dato che in caso di criticità chi subiva i peggiori danni erano gli Stati Uniti, anche se loro non avevano crisi sul territorio. Infatti possiamo affermare che la maggior parte delle crisi del secolo scorso erano sostanzialmente tutte importate dallo zio Sam.

Ecco perché, ad esempio, la Cina ne ha fatto incetta nel corso del tempo: se l'Europa godeva della propria affidabilità a livello internazionale, un player come la Cina avrebbe dovuto sgomitare (data la sua storia) per essere accettata e quindi porre garanzie di qualità.

Il dollaro digitale avrebbe definitivamente escluso qualsiasi tentativo futuro di bloccare questa fonte di finanziamenti praticamente infinita, non più legata alle decisioni della FED di chiudere un occhio di fronte a tale caos ma all'impossibilità di agire in qualsiasi modo per contrarlo. Un dollaro digitale avrebbe soprattutto sottratto potere al sistema bancario commerciale statunitense, la cui radicalizzazione territoriale rappresenta ancora un punto di forza dello stesso. Ed è stata tale radicalizzazione che ha impedito il disastro. Infatti l'esclusione delle garanzie collaterali extra USA nel mercato dei pronti contro termine statunitensi è arrivata proprio dalle grandi banche americane, o almeno una parte di loro, che ha iniziato il ciclo di smantellamento controllato del mercato degli eurodollari. Ricordiamo che i vari giri di QE successivi al primo erano tutti direzionati a salvare entità al di fuori degli USA, così come la Grande Crisi Finanziaria ha colto di sorpresa tutti. Infatti l'estate prima che scoppiasse il caos per la Lehman, il suo Ad, Dick Fuld, venne premiato come miglior banchiere del momento. Poi l'ottobre successivo il pandemonio. L'interconnessione del sistema finanziario è talmente intricata e aggrovigliata anche a causa del sistema bancario ombra che la fragilità dello stesso non ha fatto altro che incrementare con l'uso sconsiderato della leva tramite il mercato degli eurodollari. Ma chi avrebbe pagato per gli errori altrui? Gli Stati Uniti.

Il consenso delle grandi banche americane ha quindi deciso di darci un tagli avendo, infine, individuato il nodo gordiano di tutta questa storia. Powell è stato insediato nella sua posizione proprio per portare a termine tale operazione e non sorprende se, dovendo affrontare una rielezione nel 2021, abbia dovuto assecondare i mercati internazionali nel 2020 con l'aumento gigantesco del bilancio della FED. Non si era mai visto che la rielezione di un presidente della FED impiegasse 6 mesi e infatti c'è stata bagarre al Congresso su questo punto. Se fosse succeduta a lui la Brainard a quest'ora staremmo parlando di un storia diversa.

Il primo passo che ha fatto per guadagnare tempo è stato quello di rialzare i tassi nel mercato americano dei pronti termine fornendo un rendimento positivo di 5 punti base, placando la fame per rendimenti decenti alimentata da anni di ZIRP della coordinate central banking policy. Come già detto, chi poteva accedere a questo mercato erano principalmente istituti statunitensi che ponevano come garanzia titoli di stato americani; tutti gli altri sono stati esclusi. Il secondo passo è stato quello di sganciarsi dal LIBOR introducendo un nuovo tasso di riferimento per l'indicizzazione dei debiti statunitensi. Queste due mosse sono servite a schermare gli istituti finanziari americani da contagi sistemici esterni e ad aumentare il costo dei finanziamenti su tutta la linea. Il rialzo dei tassi da parte della FED nel 2022, arrivato guarda caso con l'inaugurazione del SOFR e l'abbandono del LIBOR, ha detto al mondo che la banca centrale americana si sarebbe ripresa il controllo della propria politica monetaria non appaltandola più ad agenti esterni che potevano fare il bello e il cattivo tempo con la credibilità degli USA. Se prima l'atteggiamento lassista da parte delle varie banche centrali incentivava prestiti/finanziamenti sconsiderati e l'uso della leva finanziaria senza alcun controllo nei mercati finanziari, un rialzo dei tassi e quindi un atteggiamento restrittivo nei confronti della politica monetaria rende più difficoltoso perseguire suddette azioni sconsiderate. Infatti alla FED importa poco contrarre i bilanci interni, quanto invece contrarre i mercati offshore del dollaro.

Da qui si capisce perché gli inglesi hanno lasciato che gli USA avessero la meglio a Bretton Woods, facendo prendere a pesci in faccia Keynes, e perché nel 1925 la FED assecondò la BoE nell'inflazionare il dollaro e quindi invertire il deflusso d'oro dalla Perfida Albione. Non c'era stata alcuna indipendenza dell'America dall'Inghilterra, solo a livello ufficioso. Con il rialzo dei tassi del 2022 possiamo dire che l'indipendenza degli USA dall'Inghilterra è infine completa.

Disperazione e panico si sono impossessati di coloro che fino al 2022 hanno approfittato degli eurodollari per vivere di pasti gratis, mentre adesso devono mettere in ordine la “propria casa” se vogliono sopravvivere alla tempesta finanziaria scatenata dalla volontà degli USA di riprendersi in mano il proprio destino monetario. Adesso il dollaro come riserva mondiale è davvero un vantaggio per gli USA e l'euro è scivolato addirittura al di sotto dello yuan come valuta di saldo commerciale internazionale. I guai socio-economici dell'Europa sono sostanzialmente auto-inflitti, dettati dalla sconsideratezza con cui ha sfruttato il mercato degli eurodollari. Le provocazioni deliberate degli ultimi anni alla Russia e l'essere guerrafondaia non servivano altro che a impantanare gli USA nelle paludi della guerra e spingerli a spendere più di prima. Dove credete che vengano riciclati i dollari inviati in Ucraina? Ecco perché il mantra del giorno è che senza gli Stati Uniti l'Ucraina è persa. In realtà, senza i dollari degli Stati Uniti l'Europa è persa. Paradossalmente per quanto costino di meno i titoli di stato statunitensi, essi sono più preziosi che mai al giorno d'oggi perché gli unici in grado di far accedere al mercato dei finanziamenti americano. Ecco perché la Yellen sta spingendo sul pedale fiscale e perché la FED sta anche cercando di restringere il suo spazio di manovra. Non solo, ma in questi periodi di risk-on su tutti i mercati, gli unici che ancora sono accettati come collaterale per avere accesso ai mercati ombra rimangono i titoli sovrani statunitensi. Questa percezione di sicurezza sta facendo contrarre non solo l'offerta di dollari “ombra”, ma anche di titoli tossici ombra che sono nati sulla scia dell'ipertrofia di tale mercato. Ciò per dire che i titoli europei non li vuole nessuno.

Ed ecco perché la line d'azione della cricca di Davos prevede di andare in default per il debito esistente, ripulire i bilanci ed emettere i cosiddetti perpetual bond come immaginati da Soros. Cosa sono? Niente di nuovo, visto che ricordano molto i Consol inglesi. Detto in poche parole, cancellazione del capitale dovuto per le obbligazioni attuali e concessione di una annualità (circa 2%) in interessi da pagare agli investitori. Per avviare questa transizione l'UE avrà bisogno di integrazione fiscale e di una tassazione diretta sui contribuenti degli stati membri; le prove di ciò vengono portate avanti con i recenti bond di guerra. Di certo sarà un grave danno di reputazione, ma quest'ultima può sempre essere ricostruita, mentre invece i bilanci devono essere ripagati e uscire da questa crisi con bilanci puliti è vitale per la sostenibilità di lungo periodo dell'UE. Da qui la volontà di trasferire poteri di spesa e tassazione a un governo centrale europeo e qualunque ostacolo sulla strada deve essere eliminato (es. Orban).

Durante il periodo della ZIRP mondiale e NIRP europea, i titoli trattati in Europa avevano raggiunto interessi negativi su quasi tutto lo spettro delle scadenze obbligazionarie sovrane. Addirittura il decennale italiano! Col rialzo dei tassi quei titoli hanno sommerso i bilanci in cui sono tenuti (prevalentemente banche commerciali europee) e succhiano fondi da quegli stati che li devono emettere. Non solo, anche il debito privato rappresenta un punto critico perché in Europa non esiste un commercial market come invece c'è negli Stati Uniti. Tutti gli snodi finanziari in UE passano attraverso il sistema bancario commerciale e questo lo rende un singolo punto di fallimento che non solo sta erodendo la capacità di finanziamento delle imprese, ma anche la solvibilità di quelle banche che sono arrivate in passato a concedere addirittura prestiti a tassi reali negativi. In breve, il debito pubblico/privato, per quanto possa essere più grande negli USA rispetto all'UE, è più gestibile nei primi piuttosto che nel secondo. Quindi abbiamo di fronte due realtà: gli Stati Uniti che stanno rimpatriando la politica monetaria, che sono indipendenti dal punto di vista energetico, che vedono capitale finanziario/sociale/economico che vola sui loro lidi; l'Europa che sta finendo i soldi degli altri, che è incapace di risolvere i propri problemi economici/finanziari senza il vantaggio di un mercato ombra che scarichi le responsabilità su altri, che ha una sistema bancario commerciale la cui unica salvezza è quello d'essere inglobato in quello centrale.

La soluzione statunitense, quindi, è stata quella di regionalizzare i guai economici e cercare di gestirli attraverso un soft landing basato sulla resilienza dei bilanci interni alla nazione. Per quanto si possa sperare che la (cosca a supporto della) FED possa avere la meglio sugli altri, ciò non toglie che Main Street rimane pur sempre la proverbiale “carne da cannone” usata per sostenere questa guerra. Il dolore economico sopportato, è questa la scommessa, sarà gestibile dalla popolazione americana, a differenza di quella europea che finirà tutte le frecce al suo arco ben prima. Di conseguenza l'occhio di bue sarà costantemente fisso sul contribuente europeo i guai dei relativi governi, lasciando più respire alla controparte statunitense. Senza dimenticare, poi, che a differenza del piano della cricca di Davos per l'UE, quello americano presuppone un minimo di credibilità aggiuntiva: cedole dei titoli sovrani parzialmente redimibili in oro.

It won't surprise me if she will follow Powell as next FED Chairmen. Expect this as a bigger plan to repay US government debt (or at least make it more manageable), with government bonds partially redeemable in gold. https://t.co/FRbnM4jSk0

— Francesco Simoncelli (@Freedonia85) April 2, 2024

Detto in parole povere, o l'Eurosistema viene lasciato disgregarsi oppure dovrà consolidarsi in un apparato di maggiore comando/controllo per sopravvivere; questo significa anche che l'UE sta cercando qualsiasi scusa per scatenare una crisi mondiale, facendo leva sulla guerra in Ucraina, e realizzare il proprio piano. Ne va della propria esistenza. Infatti la BCE è in una posizione in cui non può difendere sia l'euro che gli spread creditizi, soprattutto con l'energia che spinge verso movimenti di prezzo più alti. Se il petrolio dovesse raggiungere i $100 al barile, ad esempio, l'euro dovrebbe arrivare a 1.15 sul dollaro per non essere travolta, in particolar modo in questo momento storico in cui, per giustificare la moria di aziende, impone criteri ESG fuori di testa. Ecco perché la BCE ha disperatamente bisogno di tagliare i tassi; ecco perché Arabia Saudita e Russia sanno cosa sta succedendo e stanno approfittando di questa debolezza.


CONCLUSIONE

Le soluzioni “collettiviste” non funzionano e il motivo per cui non funzionano non è perché implicano un’azione collettiva. In fin dei conti lavoriamo tutti “collettivamente” – insieme, in una forma o nell’altra. Una società è un’impresa collettiva, così come una famiglia, una tribù o una città. Tutti coinvolgono gruppi di persone che lavorano più o meno insieme, seguendo determinate regole, con più o meno obiettivi comuni e guidati dal libero mercato che ci dice quanto valgono veramente le cose. E anche il prodotto più semplice, come una comune matita, impiega fino a un milione di persone diverse – da chi pianta l’albero a chi mette la vernice – con centinaia di competenze, macchinari, linguaggi e credenze diverse. L'essere umano è un animale sociale. Non può esistere a meno che due della sua specie non si uniscano e non può prosperare a meno che non lavori con gli altri per cacciare, raccogliere, costruire., scambiare i frutti di uno con i servizi di un altro. Il capitalismo è un’impresa collettiva: richiede scambi e interscambi pressoché costanti tra persone che non sono mai del tutto indipendenti le une dalle altre.

La differenza tra il capitalismo e il collettivismo è che il primo è volontario, mentre il secondo no.

L’élite collettivista – di cui molti pezzi grossi si trovano a Davos – non produce matite e, spesso, proprio niente. Non abbiamo scelta, siamo costretti a seguire le loro regole e linee di politica, che lo vogliamo o no. Tali linee di politica – che hanno sempre favorito gli addetti ai lavori a scapito di tutti gli altri – hanno rovinato l’Argentina per un periodo di 80 anni e ucciso circa 100 milioni di persone, in tutto il mondo, nel XX secolo. Anche il capitalismo ha le sue élite, i suoi capitani d'industria, ma sono élite solo finché forniscono beni e servizi a tutti gli altri. Quando falliscono vengono rapidamente messi da parte. Al contrario è quasi impossibile liberarsi delle élite collettiviste, una volta che hanno ottenuto il potere. Il vantaggio reciproco diventa il vantaggio per alcuni e non per altri (somma zero) e la gente comune diventa sempre più povera.

È importante ricordare che questa terribile situazione arriva sulla scia di stimoli monetari e fiscali senza precedenti imposti con la foglia di fico “ridistribuzione e aiuto alla classe media”, quando la realtà mostra che la repressione finanziaria, l'ipertrofia dello stato e il debito l'hanno devastata. Linee di politica che non hanno mai funzionato vengono perseverate e lo stato incolpa chiunque tranne se stesso per questi risultati nefasti. Per quanto si vogliano sbandierare numeri e previsioni ottimistiche del PIL, questa è l'opposto di un’economia forte o in ripresa. Deficit e debito si sono tradotti in più tasse, meno opportunità, meno risparmi, salari reali più deboli e una crescita assente.


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Aggiustare gli incentivi: il tapis roulant del denaro fiat ci impedisce di conservare valore

Freedonia - Gio, 11/04/2024 - 10:09

 

 

di Jimmy Song

Bitcoin cambia il nostro modello mentale e possiamo vederlo in molte persone che entrano nel suo ecosistema. Molti bitcoiner iniziano a risparmiare e a non vivere di stipendio in stipendio; molti iniziano a prendere la propria vita più seriamente e smettono di bere alcolici e giocare ai videogiochi; altri ancora iniziano a studiare la loro dieta e smettono di mangiare zuccheri, carboidrati, oli di semi e altre cose che hanno mangiato per tutta la vita; alcuni addirittura si sposano e iniziano ad avere figli; ci sono anche alcuni che iniziano a prendere sul serio la religione.

Questi risultati sono piuttosto sconcertanti. Cosa c’entra la moneta digitale con queste cose? Anche solo porre questa domanda significa ignorare l’ambiente in cui ci troviamo e la realtà del denaro fiat. È difficile vedere come ci influenza l'acqua sporca in cui nuotiamo, perché siamo immersi in essa. Solo quando ne usciamo possiamo vedere oggettivamente cosa stava succedendo.

Il denaro fiat ha degli incentivi terribili a tutti i livelli ed è l’effetto cumulativo di tali incentivi che crea il comportamento autodistruttivo che vediamo in così tante persone. Non dovremmo chiederci perché Bitcoin stia allontanando le persone dall’alcol, dovremmo chiederci in primo luogo perché le persone bevono troppo; non dovremmo chiederci perché i bitcoiner stiano avendo più figli, dovremmo chiederci perché le persone abbiano meno figli.

Queste sono le domande a cui cercherò di rispondere in questa serie di saggi. Dove sono andati storti gli incentivi del mondo moderno? Spoiler: il denaro fiat.

Nella prima parte di questa serie esaminerò gli incentivi individuali e il modo in cui essi cambiano il modo in cui viviamo a livello personale. Nei saggi successivi esplorerò la questione a livello di azienda/gruppo, nazionale/Paese e infine a livello mondiale. Questa serie sarà costruita dal basso verso l’alto e inizierò qui con gli incentivi a livello personale/individuale.


PERCHÈ CI MANCANO VEICOLI DI RISPARMIO

L’attuale sistema colpisce gli individui in molti modi diversi, ma quello più ovvio è la mancanza di strumenti di risparmio. In parole povere, non esistono buone riserve di valore nell’economia di oggi. Ogni potenziale riserva di valore presenta difetti critici che rendono il risparmio più difficile.

La ragione per cui non ci sono riserve di valore buone è perché ai nostri padroni keynesiani piace così. Il denaro che si trova in una riserva di valore non si muove, è parcheggiato e, sempre secondo loro, “non è produttivo”. Vogliono che esso circoli nell’economia e ne aumenti la velocità. Il motivo: equiparano il denaro in movimento alla prosperità; commettono lo stupido errore di pensare che la metrica della velocità rifletta la realtà.

I keynesiani sono famosi per commettere tali errori, misurando ad esempio il grado di occupazione come indicatore della salute economica. In un libero mercato velocità e occupazione hanno una certa correlazione, ma una volta che lo stato inizia a fare della seconda il suo obiettivo, ad esempio pagando le persone per scavare buche e riempirle, il parametro stesso diventa inutile. Tale comportamento intorbidisce i dati correlati e corrompe il sistema di misurazione.

Vale lo stesso ragionamento per la velocità del denaro. Quegli scambi effettuati attraverso lo stimolo dell’inflazione sono altrettanto inutili quanto scavare e riempire buche. Gli scambi davvero utili sono quelli effettivamente produttivi, come il denaro utilizzato per il materiale per costruire navi, non quelli improduttivi, come quei token finanziati con capitale di rischio per qualche scimpanzé su JPEG. Questo, tra l'altro, è il motivo per cui parametri come il “numero di sviluppatori” su un ecosistema altcoin sono fuorvianti. La metrica è influenzata da ricompense artificiali e molti di questi sviluppatori stanno facendo l'equivalente digitale di scavare e riempire buche pagati dalla pre-mining di un'altcoin.

Ai padroni keynesiani piace questo modo di contabilizzare l’economia basato su parametri, perché consente loro di giustificare qualsiasi cosa lo stato scelga di fare. Guerra? Ciò creerà posti di lavoro e stimolerà l’economia! Stato sociale? Ciò porterà più persone a spendere e questo aiuterà l’economia! Quasi ogni programma governativo può essere giustificato. L’unica azione dello stato che non piace ai keynesiani è il taglio della spesa. Gli economisti mainstream sono keynesiani per lo stesso motivo per cui proliferano i falsi profeti. Dicono ai governanti quello che vogliono sentirsi dire e razionalizzano le loro linee di politica.

Queste ultime non sono di per sé contrarie al risparmio, ma giustificano l’inflazione. E inflazionare è ciò che ogni stato vuole fare perché gli permette di spendere soldi che non ha. Affinché l’inflazione appaia produttiva dal punto di vista economico, è necessario che sia accompagnata da una certa razionalizzazione sui motivi per cui apporta benefici all’economia. Pertanto il risparmio viene reso più difficile rispetto alla gestione di un nodo su Ethereum.


RISERVE DI VALORE TRADIZIONALI

Prima di Bitcoin se volevate conservare valore a lungo termine avevate solo tre opzioni: immobili, che sono scarsi, ma hanno molti costi di mantenimento in tasse e manutenzione; le azioni, che sono vulnerabili a tutti i tipi di shock sia interni che esterni; l’oro, che è stato una grande riserva di valore per molto tempo, ma non lo è più dall’avvento del sistema bancario a riserva frazionaria.

Infatti l’oro è la ragione originale per cui il sistema bancario a riserva frazionaria esiste ed è diventato così redditizio. Per molti anni le banche hanno emesso prestiti sulla base di oro inesistente tramite certificati cartacei. Purtroppo questo processo continua ancora oggi, dove molti grandi depositari di oro emettono certificati cartacei. Ciò, a sua volta, gonfia l’offerta di oro sui mercati, quindi l’oro fisico è in realtà scarso, ma l’oro sintetico no. Come un'attrice di Hollywood, l'oro sintetico è per lo più falso.

Sono sicuro che se state leggendo questo pezzo avete già qualche dubbio sull'uso del denaro fiat come riserva di valore e non ho bisogno d'insistere su questo punto, ma per ragioni di completezza, spiegherò il perché. Il denaro fiat è estremamente liquido, ma perde valore molto rapidamente. Mantenere i vostri soldi in dollari è un ottimo modo per perdere denaro in un periodo di tempo ragionevole. L’espansione monetaria del dollaro è stata incredibile, con M2 che è passato da $289 miliardi nel 1959 a più di $21.000 nel 2023. Su base annua si tratta di una svalutazione di circa il 7% ogni anno. Come vedremo, questo numero non è una coincidenza.

Ci sono altre riserve di valore, come squadre sportive, oggetti da collezione, set Lego e persino barattoli di detersivi e sgombri. Su questi avremo altro da dire più avanti, ma basti sapere che tutti questi asset presentano svantaggi ancora più grandi dei tre di cui ci occuperemo ora: oro, azioni e immobili.


I PROBLEMI CON AZIONI, IMMOBILI E ORO

Ecco il problema con queste riserve di valore: in primo luogo hanno tutte grandi costi di transazione. Effettuare transazioni nel settore immobiliare è molto complicato. Non solo la liquidità oscilla costantemente, ma i tempi di regolamento sono molto lunghi e ci sono commissioni elevate, fino al 3%, da pagare ogni volta che acquistate o vendete. Con l'oro fisico c'è anche una spedizione da prendere in considerazione. Le azioni hanno commissioni e ottenere il giusto mix per diversificare adeguatamente le moltiplica di conseguenza.

Il secondo problema è che le azioni e il settore immobiliare richiedono un’enorme quantità di ricerca. In un’economia fiat bisogna fare soldi due volte: una volta per guadagnarli e una volta per tenerli. Non è necessaria una piccola quantità di ricerca per investire correttamente nel settore immobiliare o in azioni. Due case adiacenti possono avere valori radicalmente diversi, forse perché una ha fondamenta difettose o si trova in un distretto scolastico diverso. Due titoli azionari, anche nello stesso settore, possono avere valutazioni molto diverse, forse perché uno ha un management team particolarmente competente o ha accesso a un particolare brevetto che l’altro non ha. Quel che è peggio è che si tratta di una ricerca che non è realmente produttiva per nessuno. Affidarsi a una terza persona per la ricerca è un ottimo modo per farsi derubare dei propri soldi e quindi gli investitori immobiliari e azionari di successo fanno le proprie ricerche.

Per l'oro fisico c'è anche il problema di assicurarlo. Volete davvero tenere un lingotto d'oro da 400 once in casa vostra e correre il rischio che venga rubato? I beni fisici sono molto difficili da garantire ed è per questo che le banche hanno iniziato a farlo.

Il terzo problema è che esiste una dipendenza significativa da terzi. Gli immobili possono essere sottratti attraverso leggi sugli espropri; le società pubbliche possono avere team esecutivi che commettono appropriazione indebita e frode che potrebbero rovinare le vostre azioni; il deposito dell'oro può essere saccheggiato da uno stato per rimpinguare le proprie casse e anche l'oro privato può essere confiscato per diktat dello stato.


IL 7% ALL'ANNO

I gestori patrimoniali sanno che il 7% è il punto di riferimento per i rendimenti sugli investimenti dei loro clienti. Da dove salta fuori questa cifra? È il tasso al quale storicamente si è espansa l’offerta di denaro. Ottenere un rendimento del 7% annuo in azioni è considerato davvero positivo. La maggior parte del settore immobiliare non si avvicina nemmeno a questo livello e, sulla base dei dati che ho analizzato, l'oro certamente no.

L'effetto di non avere una buona riserva di valore a livello individuale è che c'è un intero gruppo di persone ricche che devono continuare a lavorare per conservare i propri soldi. Sono su un tapis roulant monetario, devono correre per restare nello stesso posto. E se conoscete persone ricche, questa è una delle loro caratteristiche distintive: trascorrono un'enorme quantità di tempo per gestire i propri soldi. Questo è uno spreco e uno dei motivi per cui quando ci sono più soldi, ci sono più problemi.


RINUNCIARE AL LAVORO EXTRA

C’è da meravigliarsi, quindi, se molte persone scelgano di non doversi occupare della gestione del denaro e finiscono per spenderlo? Questo è, dopo tutto, ciò che i padroni keynesiani vogliono: che manteniate vivo il flusso di denaro, indipendentemente dal fatto che sia per qualcosa di cui avete effettivamente bisogno o meno.

Perché non divertirsi adesso se il potere d'acquisto è comunque destinato a diminuire rapidamente? Perché non comprare un'auto, una borsa o una ciambella gourmet? Se è troppo lavoro tenere i vostri soldi, perché non spenderli in qualcosa che vi fa divertire ora?

Ciò è incoraggiato dall’altro lato dell’equazione fiat: il debito. Non solo risparmiare è davvero difficile, ma indebitarsi è davvero facile. La maggior parte delle persone che svolgono un normale lavoro hanno un'enorme disponibilità di debito. Nel prossimo articolo di questa serie vedremo che per i lavoratori autonomi o gli imprenditori il debito è più difficile da garantire, ma per i dipendenti aziendali il debito consente loro di anticipare i consumi. Cioè, possono avere qualcosa adesso invece di essere costretti ad aspettare e risparmiare con disciplina. Il debito ha creato molti adulti arroganti, viziati e immaturi.

Anche per gli individui ambiziosi, il desiderio di migliorarsi non sempre funziona. Molti imitano le startup nel tentativo di alimentare la propria crescita attraverso il debito, ad esempio attraverso i prestiti agli studenti. “Investendo” nella loro istruzione tentano di guadagnare più soldi in seguito. Solo che il numero di persone che entrano all'università la usano come una vacanza e, infatti, circa il 40% di coloro che entrano nei college non lo finiscono. Gli investimenti si trasformano in consumi perché non hanno disciplina.

La mentalità dell’alta preferenza temporale diventa molto più facile da alimentare grazie alla disponibilità di carte di credito, mutui, prestiti studenteschi, prestiti auto e persino prestiti personali. Il nostro sistema tenta gli individui con ogni tipo di consumo, tassando al contempo qualsiasi comportamento disciplinato.


INFLAZIONE DEI PREZZI DEGLI ASSET

La mancanza di buoni veicoli di risparmio, combinata con l’enorme disponibilità di debito, significa che si verifica una forte inflazione dei prezzi degli asset. Cioè, otteniamo valori folli per cose che sono percepite come scarse perché ci sono poche riserve di valore buone. Le persone investiranno in quasi tutto ciò che ha scarsità perché non vogliono perdere lentamente la loro ricchezza, pertanto otteniamo prezzi speculativi elevati per cose come le figurine di Michael Jordan, i dipinti di Rothko e i medaglioni dei taxi di New York City. Quando ci sono poche riserve di valore buone e gli asset liquidi come le azioni si limitano a tenere il passo con l’espansione monetaria, altri asset scarsi diventano più attraenti. Quando non esiste una buona riserva di valore, tutto diventa una riserva di valore scadente.

Ciò che è veramente ingiusto in questo particolare tipo di inflazione patrimoniale è che le persone che ne beneficiano sono in genere già molto ricche o semplicemente molto fortunate. Le squadre sportive hanno superato il rendimento annuo del 7% e così anche le azioni di Hamptons e Facebook prima che diventassero pubbliche. Ciò che accomuna tutti questi investimenti è che sono disponibili solo per i super ricchi. La ricchezza minima da investire in uno di questi elementi è di milioni e si parla di miliardi per le squadre sportive. Sono tutti veicoli che permettono ai ricchi di arricchirsi ancora di più.

Altri asset che hanno avuto buoni risultati sono diventati improvvisamente molto popolari. Molte opere d'arte moderna, medaglioni di taxi e persino figurine sportive avrebbero potuto essere acquistate in anticipo, ma ci voleva un po' di fortuna. Dopotutto, per ogni Rothko, ci sono migliaia di artisti che hanno prodotto dipinti simili ma non sono mai diventati popolari. Per ogni figurina sportiva, ci sono centinaia di figurine di sportivi che non sono riusciti ad avere una carriera decente.


ESSERE FORTUNATI PIUTTOSTO CHE BRAVI

Investire in asset che battono l’inflazione richiede un grande elemento di fortuna e ciò genera molto risentimento. La percezione è che le persone che ne hanno beneficiato si trovassero nel posto giusto al momento giusto. Tale fortuna non è poi così diversa nella sostanza dalla ricerca di rendite. Gli investimenti hanno così assunto un'etichetta di gioco d'azzardo, di conseguenza i valori delle persone nell’economia sono cambiati, passando da una mentalità orientata a fornire valore a una ijn cui si cercano diversi investimenti prima che diventino popolari.

Infatti questo elemento rappresentato dalla fortuna è presente anche nel settore immobiliare e in quello azionario. C'è ingiustizia in queste cose perché bisogna essere membri di una di queste comunità (che generalmente sono molto ricche) solo per sapere in anticipo in cosa investire; c'è anche necessità di contrarre quantità significative di debito necessarie per accedere a questi settori. Molte delle persone che si sono arricchite grazie all'inflazione dei prezzi degli asset non hanno fornito alcun valore a nessuno, sono state “fortunate”. Vale a dire, hanno lavorato duro per entrare nei gruppi giusti e ottenere influenza in modo da poter accedere a informazioni privilegiate, ma tale lavoro non aggiunge valore, quindi è più visto come fortuna.


RISERVE DI VALORE ILLIQUIDE E NON FUNGIBILI

Le riserve di valore come gli immobili, le azioni e le figurine di Michael Jordan sono veicoli di risparmio deboli perché non sono fungibili. Un pezzo di terreno non vale l’altro e una quota di IBM non è la stessa cosa di una quota di Google. La mancanza di fungibilità non significa solo una generale mancanza di liquidità, ma anche un rischio enorme. Questo è il motivo per cui i gestori azionari sono ossessionati dalla diversificazione. Ci sono tanti modi affinché un particolare titolo può andare male che metterli tutti nello stesso paniere è una follia.

Pertanto, a livello individuale, il denaro fiat fa sì che le persone lavorino molto più duramente per conservare il proprio valore o, se rinunciano a farlo e si indebitano, a impegnarsi in un consumo forsennato. C'è anche invidia sociale nei confronti delle persone ricche, perché molte di loro si arricchiscono perché sono fortunate piuttosto che abili e per aver aggiunto valore.

Le persone che vogliono mantenere la propria ricchezza devono lavorare molto duramente mentre coloro che non se ne preoccupano possono accumulare debiti. Gli incentivi del denaro fiat consistono nel lavorare il meno possibile consumando il più possibile.


BITCOIN RISOLVE QUESTI PROBLEMI

A livello individuale questi comportamenti che vediamo nell’economia fiat sono fortemente frenati in presenza di un buon veicolo di risparmio. Ci sono molti meno motivi per “investire”/scommettere se esiste una riserva di valore alternativa. Le persone più produttive possono continuare a fornire valore alla civiltà invece di lavorare per conservare il denaro che hanno.

Inoltre non avremmo così tanta inflazione patrimoniale. Ciò significa che asset come gli immobili possono andare a persone che lo desiderano per la loro utilità e non come investimento. La riserva di valore percepita in questi asset scompare e sempre più persone possono possedere case perché i costi diminuiranno naturalmente. Le persone possederanno solo le case che utilizzano e non quelle a scopo d'investimento. Allo stesso modo, i dipinti di Rothko, le figurine di Jordan e i set Lego avranno un prezzo in base alla loro utilità. Andranno alle persone che li apprezzano per la loro utilità e non a persone che cercano modi per proteggersi dall’inflazione.

Infine ci sarà molta meno disponibilità di debito, il che porterà a un consumo meno forsennato. Invece il capitale fluirà verso l’innovazione e l’imprenditorialità, un argomento che tratterò nella seconda parte di questa serie.

Purtroppo il denaro fiat ha creato degli incentivi terribili. Non solo la maggior parte delle persone preferisce essere pigra e fortunata piuttosto che lavorare sodo e brava, ma anche le persone che lavorano duro hanno solo un impatto positivo limitato a causa del tapis roulant su cui sono costrette a correre. Molti bitcoiner sono stati sganciati da questi incentivi monetari fiat e i loro comportamenti sono cambiati di conseguenza.

Infatti questo è il vero motivo per cui così tante persone nella comunità Bitcoin stanno rimettendo a posto la propria vita. La capacità di risparmiare e la libertà dal debito cambiano davvero il modo in cui viviamo.

Arrivate per i guadagni, restare per il cambiamento di vita.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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Mettiamo in prospettiva le perdite di capitale della BNS e della FED

Freedonia - Mer, 10/04/2024 - 10:03

 

 

di Alex J. Pollock

La banca centrale svizzera, la Banca nazionale svizzera (BNS), ha perso $3,6 miliardi nel 2023, dopo una gigantesca perdita di $150 miliardi nel 2022. Una volta contabilizzate queste perdite e averle opportunamente sottratte dal suo capitale, la BNS aveva ancora un capitale positivo di oltre $70 miliardi. Ciò gli conferisce un rapporto capitale/patrimonio totale di tutto rispetto pari al 7,9%. Tutti questi numeri vengono calcolati dopo aver valutato i suoi investimenti al mercato, come richiesto dalla legge, quindi il capitale è un capitale reale, valutato al mercato. Il valore di mercato delle riserve di oro della BNS è di $65 miliardi, di cui $1,9 miliardi in aumento di valore solo nel 2023. Poiché la BNS ha registrato una perdita complessiva per tale anno, non ha pagato dividendi ai suoi azionisti.

“La BNS mira a un bilancio solido con fondi propri sufficienti per poter assorbire anche perdite elevate”, si legge nella relazione. Questo sano principio finanziario è l’opposto della posizione ufficiale della FED.

La Federal Reserve ha fatto registrare una perdita gigantesca di $114 miliardi per il 2023. Aveva fatto registrare un profitto per l’intero anno 2022, ma ha iniziato a perdere denaro nel settembre di quello stesso anno alla notevole velocità di $2 miliardi a settimana. Le perdite della FED continueranno nel 2024: secondo la sua relazione dello scorso 28 febbraio, le perdite aggregate hanno raggiunto i $154 miliardi. Dal momento che la legge che governa la FED non le consente di mantenere “un bilancio solido con capitale azionario sufficiente per assorbire perdite elevate”, anzi le proibisce di farlo, le perdite ne hanno spazzato via il capitale di oltre 3,5 volte. 

Naturalmente i Congressi che hanno approvato il Federal Reserve Act e i suoi emendamenti non avrebbero mai pensato che essa potesse avere un giorno un capitale negativo – hanno semplicemente pensato che fosse impossibile che perdesse così tanti soldi.

L'attuale deficit di capitale è dimostrato dall'innegabile aritmetica al 28 febbraio: ha versato un capitale di $36 miliardi e minuscoli utili non distribuiti da $7 miliardi, per un totale di $43 miliardi. Capitale iniziale di $43 miliardi meno perdite di $154 miliardi = capitale attuale di -$111 miliardi.

Tuttavia non troverete questo capitale negativo, che è il vero capitale, riportato nel bilancio della Federal Reserve. Essa insiste sulla farsa di contabilizzare le sue ingenti perdite come un attivo, un cosiddetto “deferred asset”. Credete che le perdite possano davvero essere trasformate in un attivo? Voi no? Nemmeno io. Credete che le perdite dovrebbero essere sottratte dal capitale, come ha fatto la BNS? Anche io! In breve, la FED pubblica una cifra capitale fasulla, ma questa è la sua linea di condotta.

A differenza della BNS, la FED non possiede oro per contribuire a compensare il deprezzamento secolare della valuta fiat.

Nonostante le enormi perdite, il capitale negativo e gli utili non distribuiti negativi, la FED continua a pagare dividendi ai suoi azionisti. E non vincola i suoi investimenti o il suo capitale al mercato.

Tutto ciò costituisce un contrasto piuttosto interessante con la BNS.

Il bilancio della Federal Reserve combina i bilanci delle dodici banche regionali Federal Reserve (FRB). Ecco un aggiornamento sul capitale reale al 28 febbraio 2024 di tutte quante loro. Otto delle dodici FRB sono tecnicamente insolventi, con perdite superiori al 100% del loro capitale e quindi passività superiori ai loro attivi. Altri due FRB hanno perso il 98% e l’85% del loro capitale e si stanno avvicinando costantemente all’insolvenza tecnica. Solo due hanno ancora la maggior parte del loro capitale. Di tutte le FRB, la più grande e importante in assoluto è quella di New York. Inoltre presenta di gran lunga le perdite maggiori e il capitale più negativo. L’intero sistema presenta un enorme deficit di capitale. Ricordiamo che la seguente tabella mostra i numeri di capitale reali, non quelli inventati riportati dalla FED.

Capitale reale delle banche regionali Federal Reserve al 28 febbraio 2024

Questi numeri di capitale non includono, a differenza della BNS, alcun mark to market. La FED rivela ogni trimestre il valore di mercato delle perdite sul suo portafoglio, anche se non le inserisce nei suoi rendiconti finanziari. Al 30 settembre 2023 la perdita netta di mercato era pari a $1.300 miliardi. Un’ipotesi ragionevole alla fine di febbraio 2024 è che la perdita del valore di mercato fosse di circa $1.000 miliardi. Pertanto il valore del capitale di mercato sarebbe di -$111 miliardi in aggiunta ai -$1.000 miliardi = -$1.100 miliardi.

Vi piace una situazione in cui il capitale della vostra banca centrale sia positivo o negativo? Credo che la FED dovrebbe essere ricapitalizzata, ma essa stessa e la maggior parte degli economisti contesta fermamente tale soluzione. Come minimo il Congresso dovrebbe insistere su questa linea, come richiesto dal Loss Transparency Act della Federal Reserve, un disegno di legge presentato dal deputato French Hill affinché la FED mantenga libri contabili onesti.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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La facciata economica della Cina sta cadendo a pezzi

Freedonia - Mar, 09/04/2024 - 10:00

 

 

di Samuel Gregg

Non molto tempo fa i commentatori di tutto lo spettro politico ci avvertivano che l’economia cinese era destinata a superare quella americana. Gli Stati Uniti avevano bisogno, affermava un senatore, di “una politica industriale filoamericana per il XXI secolo” per scongiurare questa minaccia esistenziale.

Tale retorica ricordava la fine degli anni ’80, quando una serie di libri avvertivano gli americani che, a meno che gli Stati Uniti non adottassero una politica industriale di tipo giapponese (intervento del governo che sposta risorse verso un particolare settore o industria), erano destinati a essere superati economicamente da un Paese che l’America aveva schiacciato militarmente quattro decenni prima.

Nel 1990 l’economia giapponese entrò nel suo “decennio perduto” di stagnazione economica. Sebbene ciò fosse dovuto in gran parte a una politica monetaria a dir poco imperfetta, è stato anche il risultato di estesi interventi statali nell’economia giapponese attraverso la politica industriale: un punto ammesso niente meno che dal Ministero delle finanze giapponese nel 2002.

Modelli simili potrebbero manifestarsi oggi in Cina. L’economia cinese è definitivamente spenta e molti dei dilemmi economici di Pechino sono il risultato delle politiche dirigiste del regime comunista.

La più grande bomba a orologeria che Pechino deve affrontare è il disastro demografico. Grazie alla politica del figlio unico perseguita tra il 1980 e il 2016, la Cina si trova ora ad affrontare tutte le complicazioni legate a una piramide demografica rovesciata in cui una popolazione sempre più anziana è affiancata da un bacino di giovani sempre più ristretto.

Ciò significa una spesa sempre più accelerata per le pensioni, lo stato sociale e l’assistenza sanitaria, che eliminerà costantemente gli investimenti in cose come ricerca/sviluppo, infrastrutture e difesa. Non c’è da stupirsi se Pechino ora stia esortando le famiglie ad avere tre figli. Il problema è che, una volta stabiliti i modelli demografici, è difficile modificarli. Di conseguenza, come osserva lo studioso di politica estera Ryan Hass, la Cina ora “rischia d'invecchiare prima'ancora di arricchirsi”.

La demografia non è l’unica sfida che la Cina deve affrontare. Il Paese sta raccogliendo i frutti degli ultimi 15 anni di decisioni di politica economica sempre più incentrate sullo stato.

Prendiamo, ad esempio, la tanto pubblicizzata Belt-and-Road Initiative (BRI). Dal 2013 Pechino ha cercato di promuovere e investire sistematicamente in progetti infrastrutturali in tutto il mondo, in particolare nei Paesi che la Cina considera geopoliticamente significativi.

Fin dal suo inizio la BRI è stata caratterizzata da costi fuori controllo, tanto che, già nel 2015, le banche cinesi gestite dallo stato hanno iniziato a ridurvi la loro esposizione mentre le banche commerciali hanno cercato di evitarla del tutto. Ci sono anche prove che la BRI è stata a lungo segnata dalla corruzione da parte dei funzionari responsabili della sua gestione.

Tali problemi erano prevedibili quando c'è lo stato che gioca un ruolo pesante nel dirigere gli investimenti – un processo che ha subito una costante accelerazione in Cina dopo che Xi Jinping è salito al potere nel 2012. Ciò ha prodotto diffuse allocazioni errate di capitale in tutta l’economia, come risultato di banche controllate dallo stato che concedevano prestiti a imprese statali inefficienti e zombi.

Funzionari statali cinesi hanno persino riconosciuto che Pechino ha sprecato come minimo $6.000 miliardi in investimenti infruttuosi tra il 2009 e il 2014. Ciò non sorprende dato che la relazione di consultazione dell’Articolo IV del 2021 dell'FMI sulla Cina ha concluso che le imprese cinesi di proprietà statale erano, in media, solo l’80% produttive rispetto alle aziende private. Ciò, afferma sempre tale relazione, ha svolto un ruolo significativo nel continuo declino della produttività della Cina a partire dalla fine degli anni 2000.

Un problema correlato è l’uso aggressivo della politica industriale, soprattutto a partire dall’inizio degli anni 2010, sotto forma di sussidi, investimenti statali diretti e prestiti a basso costo. L’obiettivo era quello di cercare di sostenere la crescita in settori come la produzione avanzata, la tecnologia, il settore dei servizi, le infrastrutture e l’agricoltura.

Naturalmente se investite abbastanza denaro in un dato settore economico, otterrete dei risultati. Un’analisi approfondita di Scott Lincicome e Huan Zhu riguardo la politica industriale in Cina mostra enormi fallimenti in settori come i semiconduttori, le tecnologie 3G, gli aerei nazionali e la produzione automobilistica. Le stesse linee di politica hanno anche contribuito a far crescere la corruzione in molti settori economici, compreso il settore della ricerca/sviluppo, altamente sovvenzionato.

Queste e altre tendenze innervosiscono gli investitori esteri e ciò ci porta a un altro problema che i politici cinesi devono affrontare.

Gli investimenti esteri in entrata in Cina sono in calo ormai da due anni consecutivi: ora sono al livello più basso sin dal 1993. Questo sviluppo riflette una relazione complessa, dalle tensioni commerciali al disagio riguardo le intenzioni di Pechino nei confronti di Taiwan.

Alla base di questa flessione negli investimenti esteri c’è anche la diminuzione della fiducia tra i leader imprenditoriali esteri riguardo le future prospettive economiche della Cina. La Camera di Commercio dell’Unione Europea nel suo Business Confidence Survey del 2023 sulla fiducia delle imprese in Cina, ad esempio, ha rimarcato “un significativo deterioramento del sentiment delle imprese”. Più specificamente “il 64% degli intervistati ha riferito che fare affari in Cina è diventato più difficile nell’ultimo anno, il tasso più alto mai registrato; l’11% degli intervistati ha spostato gli investimenti fuori dalla Cina; l’8% ha deciso di spostare altrove gli investimenti futuri precedentemente pianificati per la Cina; e uno su dieci riferisce di aver già spostato, o di pianificare di spostare, la propria sede centrale asiatica (HQ) o il quartier generale della business unit fuori dalla Cina continentale”.

“Le incertezze nel contesto politico cinese”, secondo suddetta indagine, sono state fondamentali per questo deterioramento della fiducia. Le imprese straniere temono la crescente ambiguità su ciò che Pechino consentirà di fare alle imprese estere in Cina. Questa incertezza è stata sicuramente esacerbata dal fatto che l'Ufficio nazionale di statistica cinese sta diventando progressivamente più selettivo riguardo ai dati economici da rilasciare e ritarda regolarmente la pubblicazione di altri dati rilevanti. Nell’agosto 2023 la Cina ha smesso di rilasciare informazioni sul tasso di disoccupazione giovanile.

Queste tendenze indicano che la Cina sta per cadere in una stagnazione come quella giapponese degli anni ’90? È troppo presto per dirlo. Indicano, tuttavia, che i politici americani – indipendentemente dal fatto che il loro focus sia la sicurezza nazionale o il commercio – dovrebbero ricalibrare il loro approccio nei confronti di Pechino ed evitare di rimanere bloccati in una narrazione che presuppone che la Cina sia un colosso economico inarrestabile. In parole povere, le prove suggeriscono il contrario.


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Ciò di cui gli USA hanno meno bisogno adesso è un taglio dei tassi

Freedonia - Lun, 08/04/2024 - 10:10

 

 

di David Stockman

Sin dal marzo 2008 lo strumento chiave della FED – il Federal fund rate – si è mantenuto su livelli negativi, se aggiustato all’inflazione, per oltre il 93% del tempo. E anche gli attuali tassi positivi riescono a malapena a superare la soglia dello zero e sono ancora molto, molto al di sotto dei livelli più sani registrati dal 1984 fino al 2000.

Tuttavia da quando il tasso di riferimento reale è diventato marginalmente positivo nel luglio 2023, il crescendo di tamburi a Wall Street per un nuovo ciclo di tagli dei tassi è diventato travolgente. Cosa diavolo c’era di così oneroso o economicamente opprimente in un tasso reale pari ad appena +1,82% a febbraio?

A sentire Wall Street si potrebbe pensare che l'economia statunitense stia per essere gettata nella fossa della recessione in assenza di una nuova tornata di tagli dei tassi, ma queste sono solo ridicole, stupide sciocchezze. L’unica ragione plausibile per tagliare i tassi dopo anni di denaro a costo negativo in termini reali è quella d'innescare e sostenere una nuova bolla nel mercato azionario già selvaggiamente gonfiato.

Si tratta di consentire agli speculatori amanti della leva finanziaria d'inseguire i prezzi delle azioni al rialzo. Infatti tassi più bassi innescherebbero l’espansione dei multipli PE riducendo allo stesso tempo il costo di finanziamento di tali posizioni tramite prestiti a margine più economici o premi di opzioni.

È davvero una situazione pietosa perché non esiste alcuna ragion di stato immaginabile che possa aiutare l’uno per cento a speculare di più e quindi inclinare ulteriormente la distribuzione della ricchezza finanziaria in cima alla scala economica.

Tasso di riferimento aggiustato all’inflazione, dal 1984 al 2024

I capi della FED e i loro scagnozzi a Wall Street insistono sul fatto che l’orrenda repressione dei tassi d'interesse mostrata qui sopra era tutta per rendere migliore la vita a Main Street: innescare livelli più elevati in investimenti aziendali, una maggiore costruzione di alloggi residenziali e un ciclo economico meno volatile.

Il problema, ovviamente, è che non esiste uno straccio di prova a sostegno di tali affermazioni.

Ad esempio, ecco un grafico del ciclo economico dal 1948 misurato dal tasso annuo di variazione del PIL reale. I minimi durante le ultime due recessioni sono stati più profondi rispetto a quelli delle 10 recessioni precedenti la Grande Crisi Finanziaria del 2007-2009. E a parte l’aberrazione del 2020, anche le riprese negli ultimi decenni sono state generalmente più deboli.

Qualche tempo fa Ben Bernanke ebbe persino il coraggio di elogiare la “Grande Moderazione” durante i suoi primi anni alla FED. Ciò implicava che, grazie agli sforzi e alle intuizioni superiori dei 12 membri del FOMC, la turbolenza storica del ciclo economico era stata completamente risolta.

Ahimè, quel discorso è stato pronunciato nel marzo 2004 e tutto ciò che si trova a destra di quella data nel grafico qui sotto suggerisce il contrario.

Tasso annuo di variazione del PIL reale, dal 1948 al 2023

Il passaggio alla dilagante stampa di denaro è iniziato con Greenspan nel 1987 e da allora è diventata progressivamente più aggressiva. A parte la famigerata bolla immobiliare di Greenspan del 2003-2006, che fu di breve durata, non c’è stato alcun aumento nella quota del PIL destinato all’edilizia residenziale. Infatti, su base uniforme, la tendenza è stata una diminuzione, e non un aumento, degli investimenti nell’edilizia residenziale.

Se l’obiettivo della politica sociale è offrire maggiori opportunità abitative ai più bisognosi, ciò può essere raggiunto attraverso sussidi diretti basati sul reddito, ad esempio sotto forma di riscatto di mutui, a costi molto inferiori e senza nessuno degli effetti collaterali negativi di tassi ipotecari artificialmente bassi.

Al contrario, i tassi d'interesse di mercato artificialmente repressi vanno a vantaggio dei ricchi, conferendo loro un valore in dollari molto maggiore che spesso utilizzano per mutui multimilionari e finanziare la loro residenza principale, per non parlare delle seconde e terze case.

Investimenti residenziali in percentuale del PIL, dal 1978 al 2023

Allo stesso tempo l'effetto collaterale dei tassi ipotecari artificialmente bassi rispetto a quelli di mercato è quello di causare un rialzo del prezzo del patrimonio immobiliare esistente, conferendo così enormi guadagni ai proprietari di case esistenti e barriere all’ingresso per le famiglie di nuova formazione che entrano nel mercato dei mutui per la prima volta.

Data la natura del patrimonio immobiliare residenziale, questo effetto collaterale è particolarmente acuto. Nel caso delle case unifamiliari, ad esempio, attualmente ci sono 86,2 milioni di unità abitative di proprietà (area arancione), ma il livello di nuove costruzioni nel trimestre più recente è stato di appena 993.000 unità su base annua (area nera).

Di conseguenza la nuova offerta ammonta solitamente solo all’1% dello stock esistente, il che significa che un sussidio attraverso gli interessi è dannatamente inefficiente se l’obiettivo è stimolare nuova offerta di alloggi.

Inoltre questa inefficienza non riguarda solo i 3,5-4,0 milioni di unità unifamiliari esistenti. L'effetto del prezzo di mercato incide sul valore di tutte le quote, in vendita o meno; e a tale inflazione del valore possono accedere i proprietari che non vendono e invece rifinanziano la loro proprietà o la usano in altro modo come garanzia.

In fin dei conti la vera questione per quanto riguarda l’edilizia residenziale è la distribuzione del reddito o il sostegno alle famiglie basato sui bisogni, non il livello di nuove costruzioni in sé. Di conseguenza il tasso ipotecario dovrebbe essere lasciato al mercato, con le risorse pubbliche incanalate esclusivamente attraverso pagamenti mirati e basati sulla verifica dei mezzi.

Nuova offerta rispetto allo stock esistente di case unifamiliari, dal 2000 al 2023

Non è neppure opportuno che i tassi d'interesse siano abbassati artificialmente per stimolare gli investimenti non residenziali o del settore commerciale. Come mostrato di seguito, i dati sugli investimenti netti delle imprese confutano completamente l'assioma del denaro facile. Mentre prima dell’era Greenspan gli investimenti netti delle imprese si aggiravano intorno al 5-7% del PIL, negli ultimi anni hanno raggiunto in media appena il 3%.

Inoltre va notato che qui stiamo utilizzando la misura aggiustata degli investimenti aziendali: nuovi investimenti al netto del consumo (ammortamento) dell'anno in corso rispetto al capitale sociale esistente. Dopotutto questo è in realtà la quantità che è disponibile dagli investimenti aziendali annuali per finanziare miglioramenti nella produttività o espansione della capacità.

Investimenti netti delle imprese in percentuale del PIL, dal 1965 al 2023

Se gli interventi iperattivi della FED e le manipolazioni dei tassi d'interesse sui mercati monetari e dei capitali non attenuano il ciclo economico (per non parlare di eliminare le recessioni), non stimolano maggiori investimenti immobiliari e non causano un aumento degli investimenti aziendali, allora gli unici macro settori rimasti sono i consumatori interni e il governo federale.

D’altra parte non c’è magia in tassi d'interesse più bassi, l’unica cosa che possono plausibilmente fare come una questione meccanica è far sì che i mutuatari accendano più debiti di quanto altrimenti accadrebbe in un libero mercato.

Perché i politici dovrebbero voler incoraggiare ancora più debito pubblico e delle famiglie nonostante i livelli altissimi già esistenti?

Nel periodo di massimo splendore della prosperità americana, nel 1955, il debito complessivo ammontava a soli $408 miliardi, pari al 99% del PIL. Alla vigilia dell’arrivo di Greenspan alla guida della FED, tali cifre erano salite lentamente, raggiungendo i $5.600 miliardi e il 117% del PIL nel secondo trimestre del 1987.

Ma dopo che la stampante monetaria è stata accesa ininterrottamente e i tassi d'interesse nominali e reali estremamente bassi sono diventati la norma, è iniziato il deragliamento: alla fine del 2023 il debito totale negli Stati Uniti ammontava a $52.700 miliardi e quasi al 190% del PIL.

Inutile dire che qualsiasi politica della banca centrale che miri esplicitamente o anche tacitamente a indurre ancora più prestiti e una leva finanziaria ancora più elevata rispetto alle entrate di governo federale e famiglie negli Stati Uniti non è nemmeno lontanamente razionale. Si tratterebbe semplicemente di un default meccanico del catechismo keynesiano, il quale sostiene erroneamente che i consumatori, i lavoratori, gli investitori, i risparmiatori e gli imprenditori che interagiscono liberamente nel mondo del commercio spendono di per sé troppo poco e risparmiano troppo.

Ahimè, questa è semplicemente dottrina statalista e non ha fondamento empirico, oltre a essere antitetica alla nozione stessa di libero mercato e libertà economica.

Debito delle famiglie e del governo federale, dal 1955 al 2023

Inutile dire che tutto il pompaggio monetario non è finito in un buco nero economico, senza lasciare traccia visibile sull’economia statunitense. Al contrario, ciò che è accaduto è stata la massiccia finanziarizzazione della vita economica americana, fenomeno che può essere misurato dal valore di mercato di tutti gli asset finanziari – azioni, obbligazioni, beni immobili – rispetto al reddito nazionale.

Infatti nel 1955 il valore di mercato degli asset finanziari delle famiglie (area nera) ammontava a $1.100 miliardi, pari al 267% del reddito nazionale (PIL). E mentre il livello in dollari è cresciuto fino a raggiungere i $12.800 miliardi nel secondo trimestre del 1987, il rapporto con il reddito nazionale è rimasto stabile.

Alla fine del 2023 gli asset finanziari totali delle famiglie (al valore di mercato) erano arrivati a quasi $119.000 miliardi e rappresentavano il 425% del PIL. Vale a dire, il tasso tendenziale di crescita economica è sceso dal 3,5% annuo prima di Greenspan ad appena l’1,5% annuo negli ultimi decenni.

Malgrado ciò un’economia più debole – gravata da $97.000 miliardi di debito totale – sta ora sfoggiando un carico di asset finanziari più elevato.

Un tempo i sostenitori di un'economia sana/onesta avrebbero definito il grafico qui sotto un castello di carte, e sicuramente lo è.

Non c’è da stupirsi se i fastidiosi piagnucoloni di Wall Street stiano disperatamente invocando un altro giro di droga monetaria.

Asset finanziari delle famiglie rispetto al PIL, dal 1955 al 2023

Tre sono gli indicatori che potrebbero segnalare un cambio di gestione dell'economia da parte della banca centrale americana, cambiamenti che la libererebbero dalla morsa degli speculatori di Wall Street e degli spendaccioni a Washington:

• Promulgazione di una moratoria su qualsiasi ulteriore acquisto da parte della FED di titoli del Tesoro americano o di debito garantito dal governo federale.

• La fine dei bailout, dei sussidi sui tassi d'interesse, delle operazioni di mercato aperto e di qualsiasi altra manipolazione di mercato a Wall Street.

• Ritorno a un modus operandi basato sulla finestra di sconto, come previsto dal mandato originale della FED, in cui le banche membri che necessitano di liquidità possono ottenere anticipi a fronte di solide garanzie commerciali e a tassi di interesse di mercato più uno spread di penalità.

Queste misure prenderebbero due piccioni con una fava. Senza la prospettiva di una FED che rastrella tutto il debito pubblico, i rendimenti obbligazionari aumenterebbero drasticamente e i guerrafondai e i grandi spendaccioni su entrambe le estremità di Pennsylvania Avenue si troverebbero finalmente ad affrontare il vero costo economico della loro dissolutezza.

Allo stesso tempo un rendimento obbligazionario nettamente più elevato metterebbe fine alla gigantesca bolla del mercato azionario che ha spostato la ricchezza verso la cima della scala economica. Dal 1989, ad esempio, il patrimonio netto dello 0,1% più ricco della popolazione è salito da $1.800 miliardi a poco meno di $20.000 miliardi. Si tratta di un guadagno di $138 milioni a famiglia.

Al contrario, il patrimonio netto aggregato del 50% più povero, ovvero 66 milioni di famiglie, è aumentato da $700 miliardi a $3.600 miliardi. Si tratta di un guadagno di soli $44.000 a famiglia.

Di conseguenza ognuno nello 0,1% più ricco ha guadagnato 3.100 volte più patrimonio netto rispetto alla metà più povera delle famiglie americane. E questo risultato sbilanciato non è dovuto al fatto che lo 0,1% più ricco fosse molto più ricco fin dall’inizio.

Infatti nel 1989 il patrimonio netto aggregato dello 0,1% più ricco era 2,45 volte quello del 50% più povero, ma nel terzo trimestre del 2023 era cresciuto fino a 5,45 volte. Questo cambiamento non aveva assolutamente nulla a che fare con il merito, l’abilità negli investimenti o il contributo alla vita economica americana; era semplicemente un prodotto dell’inflazione degli asset finanziari e della pronta capacità dei più ricchi di speculare con una leva finanziaria a basso costo, fenomeni entrambi alimentati dalla FED.

In breve, il drastico ampliamento del divario di ricchezza illustrato nel grafico qui sotto non è stato il risultato naturale del capitalismo di libero mercato che funziona sulla base del denaro sano/onesto. È stato invece il prodotto della dilagante stampa di denaro da parte della banca centrale americana, un’istituzione statale che era stata infiltrata da Wall Street.

Patrimonio netto dello 0,1% più ricco rispetto al 50% più povero, dal 1989 al 2023

Negli ultimi decenni la scusa della FED è stata o che l’inflazione non stava raggiungendo l’obiettivo del 2,00% dal basso o che eventuali riacutizzazioni temporanee della stessa erano transitorie e sarebbero presto rientrate nell’intervallo obiettivo. Di conseguenza non ha mai smesso di stampare credito fiat, aumentando il suo bilancio da $200 miliardi nel 1987 a $9.000 miliardi al picco nel 2022. Tale aumento di 45 volte ha ampiamente superato l'aumento di 5 volte, invece, del reddito nazionale (PIL) durante lo stesso periodo.

Già questo rapporto asimmetrico indica che la stampante monetaria della FED dovrà essere messa a tacere per un bel po’ di tempo. Ma ecco il punto: non c’è l’ombra di una prova che l’inflazione al 2,00% vada a beneficio dell’economia di Main Street o delle famiglie a reddito medio e basso. Come abbiamo ripetutamente dimostrato, i tassi di crescita economica reale, i livelli d'investimento, gli aumenti di produttività e gli standard di vita della classe media hanno tutti vacillato rispetto alle tendenze storiche da quando la FED ha iniziato a stampare pesantemente durante l’era Greenspan.

Ma ciò che un’inflazione pari o superiore al 2,00% in realtà fa è distruggere i magri risparmi delle famiglie di Main Street, che non possono permettersi di lanciare i dadi a Wall Street o investire in rischiose obbligazioni spazzatura, immobili cartolarizzati o altri asset ad alto rendimento. Di conseguenza anche se il patrimonio netto dello 0,1% più ricco è aumentato del 1.000% tra il terzo trimestre del 1989 e il terzo trimestre del 2023, il valore di un dollaro risparmiato da un consumatore medio nel 1989 valeva solo 41 centesimi alla fine di suddetto periodo di 34 anni.

Detto in modo diverso, la politica pro-inflazione della FED devasta la classe media e i salariati medi, anche se pompa enormi quantità di liquidità a basso costo nelle bische di Wall Street.

Deprezzamento del dollaro dal terzo trimestre del 1989

Ciò che i dottorandi che spacciano un obiettivo d'inflazione al 2,00% ignorano sempre è che l’inflazione è cumulativa e non vi è alcuna garanzia che lo stipendio di un particolare lavoratore manterrà il passo.

Ad esempio, ecco il salario medio nel settore manifatturiero (linea rossa tratteggiata) dal terzo trimestre del 1989 rispetto ai costi di cibo, energia e immobili.

Direi porprio che tutta questa inflazione non è stata esattamente un affare per il lavoratore medio nel settore manifatturiero, sempre che sia riuscito a mantenere il proprio lavoro. In realtà oggi ci sono 5 milioni di posti di lavoro ben retribuiti nel settore manifatturiero in meno rispetto a 34 anni fa.

In tal periodo la retribuzione oraria media dei lavoratori nel settore manifatturiero non è riuscita a tenere il passo con nessuna delle principali voci del costo della vita.

Variazione % cumulativa tra il terzo trimestre del 1989 e il terzo trimestre del 2023:

• Retribuzione oraria dei lavoratori nel settore manifatturiero: +156%

• IPC cibo: +157%

• IPC immobili: +188%

• IPC energia: +211%

In breve, l’inflazione non è un affare per i lavoratori salariati. L’intera idea di prendere di mira qualcosa di diverso dalla stabilità dei prezzi equivale a gergo accademico malcelato progettato per offuscare il vero obiettivo: generare ricchezza a Wall Street a partire dall’erronea nozione greenspaniana secondo cui “effetti ricchezza” e “riflusso verso il basso” sono un vantaggio per Main Street.

Ma quando si confronta il grafico qui sotto con i guadagni netti mostrati nel grafico sopra, le prove gridano piuttosto forte: l’inflazione è un pessimo affare per Main Street e una manna del tutto ingiustificata e ingiusta per Wall Street.

Variazione del salario medio nel settore manifatturiero rispetto all’indice dei prezzi al consumo per cibo, casa ed energia, dal terzo trimestre del 1989 al terzo trimestre del 2023

In secondo luogo, si affermerà che rendimenti obbligazionari significativamente più alti causeranno un aumento proporzionale dei tassi ipotecari, a scapito della classe media.

Sì e no. Secondo gli attuali dati governativi, il mutuo medio negli Stati Uniti è di $89.643, ma in questo caso la media non ci dice quasi nulla.

Come mostrato di seguito, il mutuo medio detenuto dal 20% più povero delle famiglie ammonta a meno di $15.000, mentre quello per il 50° percentile è di circa $55.000 e quello del 99° percentile è di $524.000. Quindi i benefici in dollari derivanti dai tassi ipotecari artificialmente bassi vanno in gran parte alle famiglie più benestanti.

Inoltr, se il governo federale vuole aiutare le famiglie a reddito medio per quanto riguarda i mutui, allora la soluzione non è quella di sovvenzionare quelli dei ricchi sopprimendo artificialmente i tassi d'interesse, ma di fornire trasferimenti mirati alle famiglie all’estremità inferiore della scala dei redditi. Un meccanismo per raggiungere questo obiettivo sarebbe una riduzione del tasso d'interesse ipotecario per chi acquista una casa per la prima volta.

Infine si sosterrà che una moratoria estesa sugli acquisti da parte della FED di debito pubblico o delle agenzie governative lascerà il sistema finanziario a secco in caso di crisi di liquidità.

Ma questa è la peggiore affermazione fasulla tra le tante. Se vogliamo una rottura radicale dall'abietta servitù della FED nei confronti di Wall Street, la risposta è chiudere il FOMC (Federal Open Market Committee) e far uscire completamente le operazioni della banca centrale dai canyon di Wall Street.

Infatti i primi ideatori della FED, guidati dal grande Carter Glass, fecero di tutto per mantenere la banca centrale il più lontano possibile da Wall Street. Ecco perché avevano previsto che la FED operasse attraverso 12 finestre di sconto regionali, dove le banche commerciali membri in ciascuna regione potevano ottenere prestiti, ma solo sulla base di solide garanzie commerciali e a un tasso d'interesse di mercato più uno spread di penalità.

Oggi il sistema bancario commerciale detiene più di $12.000 miliardi in prestiti e leasing, esclusi il debito del Tesoro statunitense e i titoli delle agenzie governative. Si tratta di una garanzia più che sufficiente per soddisfare qualsiasi rigore finanziario; inoltre cosa c’è di sbagliato nel richiedere alle banche di pagare tassi d'interesse di mercato più, diciamo, una penalità di 200 punti base qualora volessero usare il credito della banca centrale? Proprio niente.


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In che modo il capitalismo americano si è trasformato nel corporativismo americano?

Freedonia - Ven, 05/04/2024 - 10:01

 

 

di Jeffrey Tucker

Negli anni ’90, e per molti anni fino al nostro secolo, era comune ridicolizzare lo stato perché arretrato dal punto di vista tecnologico. Tutti stavamo iniziando ad avere accesso a cose favolose: siti web, app, strumenti di ricerca e social media. Invece gli stati erano bloccati nel passato, utilizzando mainframe IBM e floppy disk di grandi dimensioni. Ci siamo divertiti moltissimo a prenderli in giro.

Ricordo i giorni in cui si pensava che lo stato non sarebbe mai riuscito a raggiungere le glorie e la potenza del mercato stesso. Ho scritto diversi libri sull’argomento, pieni di tecno-ottimismo.

Il nuovo settore tecnologico aveva un’etica libertaria al riguardo: non gli importava dello stato e dei suoi burocrati; non aveva lobbisti a Washington. Questo settore incarnava le nuove tecnologie della libertà e non si preoccupava molto del vecchio mondo analogico di comando/controllo. Avrebbe inaugurato una nuova era di potere in mano alle persone comuni.

Eccoci qui, un quarto di secolo dopo, con prove alla mano che invece è accaduto il contrario. Il settore privato raccoglie i dati che lo stato acquista e utilizza come strumento di controllo. Ciò che viene condiviso e quante persone lo vedono è una questione di algoritmi concordati da una combinazione di agenzie governative, centri universitari, varie organizzazioni no-profit e aziende stesse. Il tutto è diventato una massa opprimente.

Ecco la nuova sede di Google a Reston, Virginia.

Ed ecco quella di Amazon, ad Arlington, Virginia.

Tutte le grandi aziende che una volta rimanevano lontane da Washington ora possiedono un gigantesco palazzo simile a quelli situati a Washington, o nei dintorni, e raccolgono decine di miliardi di entrate governative. Lo stato è ora diventato uno dei loro principali clienti, se non il cliente principale, dei servizi forniti dai grandi social media e dalle società tecnologiche.

Amazon, Microsoft e Google sono i maggiori vincitori di contratti governativi, secondo una relazione di Tussel. Amazon ospita i dati della National Security Agency con un contratto da $10 miliardi e riceve centinaia di milioni da altri governi. Non sappiamo quanto Google abbia ricevuto dal governo degli Stati Uniti, ma si tratta sicuramente di una quota sostanziale dei $694 miliardi che il governo federale distribuisce in contratti.

Anche Microsoft detiene un'ampia quota di contratti governativi. Nel 2023 il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha assegnato il contratto Joint Warfighter Cloud Capability a Microsoft, Amazon, Google e Oracle. Il contratto vale fino a $9 miliardi e fornisce servizi cloud al Dipartimento della Difesa. È solo l'inizio, infatti il Pentagono è alla ricerca di un piano che sia più grande.

In realtà non ne conosciamo nemmeno l’intera portata, ma è gigantesco. Sì, queste aziende forniscono servizi regolari ai consumatori, ma un cliente principale e addirittura decisivo è lo stato stesso. Di conseguenza la vecchia battuta sulla tecnologia arretrata nelle agenzie governative non esiste più. Oggi lo stato è uno dei principali acquirenti di servizi tecnologici ed è anche uno dei principali motori del boom dell’intelligenza artificiale.

È uno dei segreti meglio custoditi nella vita pubblica americana, cosa di cui i media generalisti non parlano quasi mai. La maggior parte delle persone pensa ancora alle aziende tecnologiche come a ribelli della libera impresa: non è affatto così.

La stessa situazione ovviamente esiste per le aziende farmaceutiche. Questo rapporto risale ancora più indietro nel tempo ed è ancora più stretto al punto che non esiste una reale distinzione tra gli interessi della FDA/CDC e quelli delle grandi aziende farmaceutiche. Sono praticamente la stessa cosa.

In questo quadro potremmo anche inserire il settore agricolo, che è dominato dai cartelli che hanno scacciato le aziende agricole a conduzione familiare. Si tratta di un piano statale e di massicci sussidi che determinano cosa viene prodotto e in quale quantità. Non è a causa dei consumatori che la vostra Coca-Cola è piena di un prodotto spaventoso chiamato “sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio”, che la vostra barretta di cioccolato e il vostro danese ce l'abbiano anch'essi e che ci sia del mais nel vostro serbatoio. Questo è interamente il prodotto delle agenzie e dei budget governativi.

La vecchia regola è che il cliente ha sempre ragione. Questo è un sistema meraviglioso a volte chiamato sovranità del consumatore e il suo avvento nella storia, risalente forse al XVI secolo, rappresentò un enorme progresso rispetto all'antico sistema corporativo del feudalesimo e certamente un passo in avanti importante rispetto agli antichi dispotismi. Da allora è stato il grido di battaglia dell’economia di mercato.

Cosa succede quando lo stato diventa un cliente principale e addirittura dominante? L’etica dell’impresa privata cambia: non più interessata principalmente a servire il grande pubblico, essa rivolge la sua attenzione al servizio dei potenti nelle sale dello stato, tessendo gradualmente stretti rapporti e formando una classe dirigente che diventa una cospirazione contro la popolazione.

Questo veniva comunemente chiamato “capitalismo clientelare” e forse descrive alcuni dei problemi su piccola scala. Quello di cui parlo io è un altro livello di realtà che necessita di un nome completamente diverso: corporativismo, una coniazione degli anni ’30 e sinonimo di fascismo prima che diventasse una parolaccia a causa delle alleanze in tempo di guerra. Il corporativismo è una cosa specifica, non capitalismo e non socialismo, ma un sistema di proprietà privata con un’industria cartellizzata che serve principalmente lo stato.

I vecchi binari tra settore pubblico e privato – ampiamente riconosciuti da tutti i principali sistemi ideologici – sono diventati così sfumati da non avere più molto senso. Siamo ideologicamente e filosoficamente impreparati ad affrontare questo nuovo mondo. Non solo, può essere estremamente difficile persino distinguere i buoni dai cattivi nel flusso di notizie; non sappiamo quasi più per chi tifare o fischiare nelle grandi lotte del nostro tempo.

È diventato tutto confuso. Se ci guardiamo indietro abbiamo fatto molta strada sin dagli anni '90!

Alcuni potrebbero osservare che questo è diventato un problema molto tempo fa. A partire dalla guerra ispano-americana, abbiamo assistito ad una fusione tra pubblico e privato che ha coinvolto l'industria delle munizioni.

Ed è vero. Molte fortune dell’Età dell’Oro vennero fatte da imprese del tutto legittime e basate sul mercato, ma altre si raccolsero intorno al nascente complesso militare-industriale che iniziò a maturare durante la Grande Guerra e coinvolse una vasta gamma di settori, dall’industria manifatturiera ai trasporti fino alle comunicazioni.

Naturalmente nel 1913 abbiamo assistito all’avvento di un partenariato pubblico-privato particolarmente eclatante con la Federal Reserve, in cui le banche private si sono fuse in un fronte unificato e hanno accettato di onorare gli obblighi del debito pubblico degli Stati Uniti in cambio di garanzie di salvataggio. Questo corporativismo monetario continua a tormentarci ancora oggi, così come il complesso militare-industriale.

In cosa è diverso rispetto al passato? È diverso per grado e portata. La macchina corporativa ora gestisce i principali prodotti e servizi della nostra vita, compreso l’intero modo in cui otteniamo informazioni, come lavoriamo, come usiamo le banche, come contattiamo gli amici e come acquistiamo. È il manager di tutta la nostra vita sotto ogni aspetto ed è diventata il motore dell'innovazione e del design dei prodotti; è diventata uno strumento per sorvegliare gli aspetti più intimi della nostra vita, comprese le informazioni finanziarie e i dispositivi di ascolto che abbiamo volontariamente installato nelle nostre case.

In altre parole, non si tratta più solo di società private che forniscono proiettili e bombe ad entrambe le parti in una guerra e successivamente ottengono i contratti della ricostruzione. Il complesso militare-industriale si è espanso a tutto e ha invaso ogni aspetto della nostra vita.

È diventato il principale curatore e censore delle nostre notizie e dei post sui social media; è in grado di dire quali aziende e prodotti devono avere successo e quali no; può uccidere le app in un lampo se alla persona ben posizionata non piace quello che state facendo; può ordinare ad altre app di aggiungervi o togliervi da una lista nera in base alle opinioni politiche; può dire anche alla più piccola azienda di conformarsi o affrontare la morte per legge; può impadronirsi di qualsiasi individuo e renderlo un nemico pubblico basandosi interamente su un’opinione o un’azione contraria alle priorità del regime.

In breve, questo corporativismo – in tutte le sue iterazioni compreso lo stato regolatore e il bottino di guerra dei brevetti che rafforza i monopoli artificiali – è la fonte principale di tutto l’attuale dispotismo.

È uscito completamente allo scoperto con il lockdown del 2020, quando le aziende tecnologiche e i media si sono uniti in assordanti campagne di propaganda per tappare in casa le persone, cancellare le vacanze e non farvi visitare la nonna in ospedale e nella casa di riposo; ha esultato quando milioni di piccole imprese sono state distrutte e i grandi magazzini hanno prosperato come distributori di prodotti approvati, mentre vaste fasce della forza lavoro sono state definite non essenziali e messe al soldo dello stato sociale.

Questo è lo stato corporativista all’opera, con un vasto settore aziendale completamente acquiescente alle priorità del regime e un governo completamente dedito a premiare i suoi partner industriali in ogni settore che va di pari passo con la priorità politica. Il fattore scatenante per la costruzione dell’immenso macchinario che governa le nostre vite risale a molto tempo fa e inizia sempre nello stesso modo: con un contratto statale.

Ricordo bene quei giorni negli anni '90 quando le scuole pubbliche iniziarono ad acquistare computer da Microsoft. Sono suonati campanelli d'allarme? Non per me. Avevo l’atteggiamento tipico di ogni libertario pro-business: qualunque cosa il business voglia fare, dovrebbe farlo. Sicuramente spetta all’impresa vendere a tutti gli acquirenti disponibili, anche se questo include gli stati. In ogni caso, come diavolo si potrebbe evitare tutto ciò? La contrattazione tra stato e imprese private è stata la norma da tempo immemore.

Questo fu solo l’inizio di quella che è diventata una delle industrie più grandi del mondo, molto più potente e decisiva sull’organizzazione industriale rispetto ai vecchi mercati produttore-consumatore. Il “macellaio, panettiere e birrificio” di Adam Smith sono stati messi da parte proprio dalle cospirazioni imprenditoriali contro le quali egli metteva in guardia. Queste gigantesche società a scopo di lucro e pubbliche sono diventate il fondamento operativo del complesso corporativo animato dalla sorveglianza.

Non siamo nemmeno vicini ad affrontare le implicazioni di tutto ciò, dato che trascendono completamente i vecchi dibattiti tra capitalismo e socialismo. Infatti non si tratta più di questo. L’attenzione su tale aspetto potrebbe essere teoricamente interessante, ma ha poca o nessuna rilevanza per la realtà attuale in cui pubblico e privato si sono completamente fusi e si sono intromessi in ogni aspetto della nostra vita, e con risultati del tutto prevedibili: declino economico per i molti e ricchezza per i pochi.

Questo è anche il motivo per cui né la sinistra né la destra, né i democratici né i repubblicani, né i capitalisti né i socialisti, parlano chiaramente del momento in cui viviamo. La forza dominante sulla scena nazionale e globale oggi è il tecno-corporativismo che si intromette nel nostro cibo, nelle nostre medicine, nei nostri media, nei nostri flussi di informazioni, nelle nostre case e nelle nostre tasche.

Vorrei davvero che queste società fossero veramente private, ma non lo sono. Sono attori statali. Più precisamente, lavorano tutti fianco a fianco e non è più chiaro quale sia la mano e quale sia il guanto.

Affrontare intellettualmente tale aspetto è la sfida più grande dei nostri tempi. Affrontarlo giuridicamente e politicamente sembra un compito molto più arduo, per usare un eufemismo. Il problema è complicato dalla spinta a eliminare il dissenso a tutti i livelli della società. In che modo il capitalismo americano è diventato corporativismo americano? Un po' alla volta e poi tutto in una volta.


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La teoria delle tre generazioni: come Bitcoin raggiungerà l'adozione di massa in 60 anni

Freedonia - Gio, 04/04/2024 - 10:09

 

 

di Aleksandar Svetski

I bitcoiner sono noti per sopravvalutare la rapidità con cui Bitcoin “conquisterà il mondo” e diventerà “ampiamente adottato come denaro”. Sono fermo su questa posizione da molto tempo ormai, ma ultimamente sono arrivato a pensarla in modo diverso.

Prima di accusarmi di resa, o di diserzione, vi chiedo di continuare a leggere e di conservare la vostra opinione fino alla fine.

Mi piace pensare che sto maturando nel modo in cui vedo Bitcoin. Chiamatela temperanza, pazienza o una sana dose di umiltà, ma sto cercando di aggiungere un po' di realismo, o una “preferenza temporale più bassa” alla percezione spesso sovrastimata di Bitcoin tra alcuni di noi. Ma, come noterete, penso che su una scala temporale più lunga, nessuno di noi sia “abbastanza rialzista”.

Bitcoiners need to get an order of magnitude more bullish.

— ck (@ck_SNARKs) July 26, 2022

Iniziamo.


BITCOIN È UNA TRASFORMAZIONE TECNO-SOCIO-ECONOMICA

Le persone sono molto veloci nel proiettare le curve di adozione della tecnologia su Bitcoin, ma il problema è che quest'ultimo non è solo una tecnologia.

Non si tratta solo di uno smartphone, o di un computer, di un social network, di un nuovo titolo, di un nuovo metodo di pagamento, di un motore di ricerca, di una piattaforma di messaggistica, o di qualsiasi altro nuovo prodotto, app o servizio.

Bitcoin è un’intera trasformazione tecno-socio-economica; è una reinvenzione del denaro da zero, incompatibile con qualsiasi forma precedente.

Quindi non solo si tratta di un cambiamento di ordini di grandezza più grande, ma è anche completamente diverso in senso paradigmatico. Ciò comporta enormi vantaggi ed enormi ostacoli.

Vantaggi perché:

  1. Bitcoin ha il vantaggio più importante: se l’offerta è fissa e il mercato a cui punta è quello globale – il che implica che sarà la misura rispetto alla quale verrà valutato ogni titolo, proprietà, attività commerciale, veicolo, borsa o cosa esistente sulla Terra – allora ne consegue che Bitcoin sarà, col tempo, la singola “unità di valore” più liquida e preziosa sulla Terra.

  2. Se è incompatibile con il vecchio, è davvero un cambiamento di paradigma. E se sarà superiore (cosa che ha dimostrato di essere in ogni dimensione importante nel campo monetario), allora non solo “competerà” con la vecchia guardia, ma la sostituirà completamente. Non si tratta di “ritagliarsi una nicchia”, ma di un tipo di trasformazione in cui il vincitore prende tutto e, fondamentalmente, “cambia la natura del gioco”. È qualcosa di molto più grande.

Ostacoli perché:

  1. Una tale trasformazione è un grosso problema. Diventare una moneta globale non sarà una passeggiata nel parco, non sarà facile, Bitcoin dovrà affrontare molti, molti venti contrari e i cadaveri fiancheggeranno il percorso lungo tal viaggio. Il cambiamento è difficile anche nel migliore dei casi e con le controparti più disponibili. Non abbiamo nessuna delle due cose dalla nostra parte.

  2. La natura dei cambiamenti di paradigma è che la maggior parte delle persone non li vede e, anche quando li vedono, raramente li capiscono. Pertanto ci vuole un po’ di tempo per raggiungere la massa critica (qualunque cosa significhi tale misura) e molto, molto più tempo per arrivare alla cosiddetta “adozione di massa”. Non solo, ma alla gente non piace sbagliarsi, soprattutto agli operatori storici, quindi, a parte il fattore tempo, ci sono le resistenze e il sendo del ridicolo da parte di tutti.

Questi sono entrambi ostacoli reali ed è necessario prenderli in considerazione. Non si può semplicemente chiudere gli occhi e le orecchie, twittare che “Bitcoin risolve i problemi” e fingere che andrà tutto bene perché alla fine le cose andranno sempre bene. No, non funziona così.

Dobbiamo capire che stiamo giocando a un “gioco di livello superiore”, come direbbe Jeff Booth, con la posta in gioco più alta e contro i più grandi nemici esistenti, sia esterni che interni. Stiamo combattendo sia contro l’establishment che contro le culture stesse in cui siamo cresciuti.

È necessario che avvengano più cambiamenti di quanto chiunque di noi possa immaginare.

Non lo dico per scoraggiarvi nei confronti di Bitcoin, o per favi sentire come “Dannazione, morirò prima di vedere il lato positivo”, ma per a) ispirarvi che Bitcoin è più grande di quanto pensate e b) farvi fare un bagno di realismo in modo che possiate prepararvi mentalmente e smettere di giocare a giochi a breve termine.

Bitcoin è una maratona, non uno sprint.


LA TEORIA DELLE TRE GENERAZIONI

I cambiamenti socioeconomici su larga scala richiedono generazioni per stabilizzarsi e normalizzarsi. La vecchia guardia deve morire, per così dire, affinché coloro che sono nati nel nuovo paradigma possano prendere i posti di comando.

Ogni generazione rappresenta di per sé un cambiamento di paradigma, e ogni successivo cambiamento di questo tipo porta con sé una comprensione e una relazione completamente nuova nei confronti di Bitcoin.

Esploriamo meglio questo concetto...


PRIMA GENERAZIONE: LA FASE DELL'INFEZIONE

Siamo alla prima generazione di Bitcoin. Chiamatelo pure il primo capitolo, o la prima “era”. Questa era o generazione durerà 20 anni e costituirà la fase di “infezione” per Bitcoin.

La definisco così perché, in questa fase, Bitcoin sta infettando il sistema. È una sorta di virus che si attacca all'ospite che poi agisce in modo tale da provocarne un’ulteriore diffusione. Il suo intento è infettare infrastrutture chiave, menti chiave, leve chiave e sistemi chiave nel paradigma attuale. Inizialmente deve insinuarsi il più inosservato possibile, per poi formare una sorta di simbiosi con l'ospite man mano che cresce, in modo che emergano vantaggi reciproci per entrambi.

Lo abbiamo già visto accadere.

In questa fase Bitcoin doveva dimostrare di essere qualcosa che qualcuno avrebbe scambiato con denaro canonico (o pizze). Doveva mostrare una significativa “prova di concetto” commerciale, cosa che fece con Silk Road. Doveva procedere attraverso una fase iniziale di monetizzazione (Mt. Gox) e poi ispirare un intero settore di imitatori affinché ciò che aveva fatto poteva davvero essere trasformativo, come abbiamo visto con le cosiddette shitcoin.

Ciò comporta un sacco di speculazioni, fino a quando non raggiungeremo finalmente una saturazione sufficientemente significativa della capitalizzazione di mercato totale o della liquidità da poter effettuare una fase di transizione verso un nuovo paradigma.

Siamo esattamente nella fase intermedia della mini-era della speculazione di questa prima generazione, o fase d'infezione dei primi anni di vita di Bitcoin.

Mentre alcuni di noi vedono e utilizzano Bitcoin come denaro e unità di conto, il resto del mondo generalmente lo vede come un asset speculativo, o qualcosa da “scambiare” per fare più soldi fiat. C’è una ragione per cui è correlato ai mercati e, sebbene possano esserci alcuni segnali di disaccoppiamento, in realtà è ancora presto e nel breve termine le persone continueranno a trattarlo come un asset “propenso al rischio”.

Alcune persone lo definiscono una “cosa brutta” e sostengono che abbia disatteso la sua promessa iniziale, ma penso che non abbiano colto il punto. Il denaro fa girare il mondo, soprattutto nel mondo moderno in cui viviamo.

Pertanto per avere il massimo impatto e garantire la simbiosi più efficace, Bitcoin deve essere un animale economico e finanziario. Per porre rimedio alla dissolutezza, Bitcoin deve assorbirla e poi lentamente, come un virus (o, nel caso di Bitcoin, un antivirus), infettare l'ospite e iniziare a cambiarlo.

L’abbassamento della preferenza temporale e il conseguente adattamento/maturazione del comportamento delle persone è un esempio lungimirante di questo effetto. Se desiderate saperne di più su questo punto, consultate l'articolo di Saifedean Ammous su The Bitcoin Times.

Così il gioco è fatto. Prima generazione, un arco di tempo di 20 anni; ne sono trascorsi 15 e siamo sulla buona strada. Mancano altri cinque anni prima della prossima generazione, e in questi cinque anni vedremo altri due halving, un’enorme quantità di speculazione e una reale accelerazione verso quella liquidità o saturazione della capitalizzazione di mercato di cui ho parlato prima.

Allo stesso tempo, dietro le quinte, verranno costruite le cose per preparare il terreno per la prossima generazione. Il che ovviamente ci porta a...


SECONDA GENERAZIONE: LA FASE DELLE INFRASTRUTTURE

Immaginate di essere nati nel 2009, lo stesso anno in cui è nato Bitcoin.

Crescete e diventate maggiorenni in un mondo in cui Bitcoin è sempre esistito. Da bambini davate per scontato che il denaro fosse una cosa digitale e questa idea contorta di aprire conti bancari, o andare in giro con banconote stampate e carte di plastica, vi sembra strana.

Nel 2029 compirete 20 anni e forse la speculazione non avrà mai avuto posto nella vostra mente. Forse vedrete un problema che deve essere risolto e Bitcoin come uno strumento per aiutarvi a risolverlo.

Tenete presente che in questa fase il prezzo di Bitcoin sarebbe più alto e la volatilità più bassa. Cose come Lightning Network saranno più avanzate, insieme ad altri livelli superiori. In quanto tale valuterete tutta questa infrastruttura come una cassetta degli attrezzi, non tanto come una risorsa speculativa. Infatti potreste vedere altre cose sotto questa ottica e scegliere di scommetterci, ma poiché a) Bitcoin sarà maturato e la volatilità attenuata, e b) tanti servizi offriranno Bitcoin come opzione di finanziamento, deciderete che è lo standard rispetto al quale misurare i vostri guadagni; non più l’asset buono solo per speculare.

C'è anche la possibilità che i vostri genitori fossero bitcoiner di prima generazione e vi abbiano insegnato i principi, o vi abbiano messo da parte Bitcoin, e voi siate cresciuti immersi in questi concetti. Quindi non solo Bitcoin è qualcosa che è semplicemente “sempre esistito”, è qualcosa che comprendete profondamente.

Né sono idee inverosimili, data l’era in cui siete cresciuti. Immaginate come voi e quelli della vostra generazione vedrete Bitcoin e come lo utilizzerete: in modo completamente diverso, sì.

Ecco perché considero la fase successiva come la fase degli strumenti o dell’infrastruttura. In questa era Bitcoin passerà finalmente dagli speculatori ai cuori, alle menti e alle mani dei costruttori.

I ventenni che stanno raccogliendo capitali e costruendo imprese in quest’epoca utilizzeranno Bitcoin, Lightning e altri livelli superiori come strumenti che daranno loro un vantaggio così significativo nel mondo che vedremo un’intera gamma di prodotti e servizi che integreranno il denaro nelle loro operazioni, più o meno nello stesso modo in cui la comunicazione è stata integrata in tutto ciò che usiamo oggi.

Gli incentivi si evolveranno in modo tale che avere Bitcoin e i suoi strati superiori nel vostro kit di strumenti vi darà superpoteri.

Ma... tenete presente che per gran parte di questa era, la generazione precedente continuerà a tirare i cordoni della borsa. Ci sarà ancora un elemento culturale e normativo che vedrà Bitcoin come estraneo o speculativo e, nonostante “tutto quello che sta succedendo”, lotterà per aggrapparsi al passato.

Questa era sarà lo scontro tra i nuovi costruttori e i bitcoiner di prima generazione da un lato, e la restante élite del vecchio mondo che possiede ancora gran parte della ricchezza fiat (es. azioni, obbligazioni, proprietà immobiliari, imprese, ecc.). I bitcoiner di prima e seconda generazione, soprattutto all’inizio di questa nuova era, saranno ancora in inferiorità numerica. Ma ovviamente nessun grande uomo si è mai tirato indietro da un combattimento, a prescindere dalle probabilità.

Immaginate i prossimi 20 anni, fino al 2049; non credo che nessuno di noi possa davvero arrivare a capire il tipo di infrastrutture, prodotti e servizi che ne deriveranno e quanto cambierà la marea. Il che ovviamente mi porta alla...


TERZA GENERAZIONE: LA FASE DELL'ADOZIONE DI MASSA

Questa è la generazione dell’adozione di massa ed è qui che i figli dei nostri figli diventeranno maggiorenni. Non avranno mai vissuto un mondo in cui Bitcoin non esisteva e potrebbero entrare nell’età adulta senza nemmeno sapere cosa fossero la valuta fiat.

La fine di questa era avverrà quando gli ultimi resti della nostra generazione inizieranno a estinguersi e si strapperà qualunque nastro adesivo tenesse insieme le vecchie infrastrutture. La città della valuta fiat verrà abbandonata ed entreremo nella vera fase di adozione mainstream.

Potreste pensare: “No amico, accadrà più velocemente data tutta la tecnologia che verrà costruita per allora”.

Ma io ribatto: “Certo, allora verrà costruita molta tecnologia, ma sono abbastanza sicuro che un numero significativo di persone esiterà quando si tratterà di vendere le proprie case, le proprie automobili, i propri prodotti/servizi  in cambio del denaro magico di Internet”.

Quel numero si sarà ridotto in modo significativo, ma se si pensa che governi, grandi aziende e persone che hanno avuto successo nella vita grazie a un metodo preciso andranno all-in e si fideranno di una forma di denaro che avrà solo 40 anni allora vi state illudendo.

Bitcoin è il luogo in cui finiremo, ma la ricchezza deve prima passare di mano e ciò richiederà tempo. Questo è il motivo per cui credo che questa terza generazione sia il luogo in cui avverrà la fase di adozione di massa. Diventeranno maggiorenni in un mondo in cui avranno a disposizione una tecnologia finanziaria superiore e un’infrastruttura economica che consentirà loro di utilizzare Bitcoin come capitale. La forma di capitale più liquida, più ampiamente accessibile, più significativa e affidabile disponibile.

Pensate da qui al 2069 e capirete d'immaginare un mondo completamente diverso. Quello sarà il momento in cui Bitcoin diventerà davvero maggiorenne; la fase in cui la valuta fiat si dissolverà, morirà o diventa una reliquia del passato, mentre Bitcoin diventerà sia uno strato di regolamento globale che una moneta globale.

Sarà il punto in cui Bitcoin costituirà parte integrante di quasi tutte le applicazioni tecnologiche utilizzate da persone di tutto il mondo.

A quel punto Bitcoin non sarà più il virus, unito con l'ospite ne creerà uno nuovo.

Cosa succederà oltre non lo so, ma è emozionante pensarci. A quel punto ci troveremo in un paradigma completamente nuovo.


PER I FIGLI DEI NOSTRI FIGLI

Avrete notato dal mio linguaggio che la mia certezza su ciò che accade in ogni fase diminuisce man mano che ci allontaniamo. Sono abbastanza sicuro di ciò che ci riserveranno i prossimi cinque anni e ho un certo livello di fiducia anche per la prima metà della seconda era, ma oltre tale arco temporale posso solo supporre e dire a grandi linee ciò che è probabile che accada.

Questo perché sono umano e gli esseri umani sottovalutano sempre gli effetti composti, mentre Bitcoin è soggetto a più effetti complessivi di qualsiasi altra cosa che conosciamo (almeno come asset, se non altro). Con ogni giorno che passa e ogni nuovo satoshi detenuto da ogni nuovo utente, con ogni nuovo miner che si collega, ogni nuovo commerciante che accetta Bitcoin, ogni nuovo nodo che funziona e ogni nuovo canale Lightning aperto, Bitcoin si sedimenta e cresce.

Nessuno di noi è pronto per ciò che questo significherà per tre intere generazioni e, purtroppo, molti di noi non vivranno abbastanza per vederlo, ma questa è la goccia con cui abbiamo fatto traboccare il proverbiale vaso.

La nostra generazione ci ha concesso sia il dono di essere i padri fondatori di un nuovo mondo, sia la maledizione di sopportare il mondo dei clown di oggi per arrivarci. Anche se forse non riusciremo a godere a pieno dei frutti di questo lavoro, avremo incarnato la generazione che finirà sui libri di storia come quella che ha cambiato tutto.

Non so voi, ma è un compromesso che vale la pena di firmare.

I bitcoiner di prima generazione sono come coloro che gettarono le basi e le prime pietre delle cattedrali dell’epoca antica e feudale. Non sarebbero mai vissuti abbastanza per vederle finite, ma sarebbero stati ricordati per sempre come i loro fondatori.

E chi lo sa, forse guarderemo dall’altro mondo e ammireremo ciò che abbiamo fatto, come quei grandi che sono venuti prima di noi.

Non lo so.

Ciò che conta, e con questo mi avvio alla conclusione, è riconoscere che Bitcoin è un fenomeno multigenerazionale. Non è Google, Apple, Facebook, Twitter, uno smartphone, PayPal, Visa, un’azione, o una semplice merce. È molto più di tutti questi messi insieme e, data la sua fondamentale importanza, ci vorrà del tempo affinché venga adottato in modo diffuso.

Ci vorranno alcune generazioni affinché si possa normalizzare; passerà sui nostri cadaveri prima di raggiungere il suo pieno potenziale – non che dobbiamo essere radunati e fucilati, ma che la nostra generazione deve lasciare il posto a quella successiva e quest'ultima a quella successiva affinché il nuovo paradigma prenda veramente piede. Una volta che ce ne saremo andati, Bitcoin prospererà davvero.

Spero che voi teniamente a mente tutto questo quando pensate a Bitcoin.

Dobbiamo stare attenti a proiettare le curve di adozione della tecnologia su di esso e, nonostante le delusioni, tentare di non voler armeggiare con esso. Ciò che non è rotto non ha sempre bisogno di essere riparato o aggiornato e, infatti, la caratteristica principale di Bitcoin è il fatto che non cambierà, o cambierà molto poco, nei tempi a cui ho fatto riferimento in questo saggio.

Se le regole del consenso di Bitcoin sono rimaste invariate e andrà avanti così per tre, quattro, cinque decenni, allora le persone svilupperanno naturalmente ciò che conta di più per un nuovo standard e un nuovo paradigma socio-economico: la fiducia.

E per quanto i bitcoiner odino questa parola, la fiducia è importante: la verità è che vi fidate maggiormente di ciò che potete verificare. Questo è il motivo per cui, dopo poche generazioni, Bitcoin sarà alla fine il livello monetario, economico e di comunicazione più affidabile sulla Terra.


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La risposta asimmetrica e il cammino dei criminali verso la terza guerra mondiale

Freedonia - Mer, 03/04/2024 - 10:08

 

 

di Tom Luongo

Avete mai provato a uscire dall'orbita di un narcisista? È dannatamente difficile. Il loro modello di abuso emotivo è progettato per farvi sentire l'aggressore, demoralizzandovi, indebolendovi della vostra vitalità e libertà d'azione.

Usano come arma la vostra umanità e alimentano il vostro senso di colpa. Quando finalmente trovate il coraggio di emanciparvi, è allora che le zanne escono davvero; è allora che viene rivelato il loro vero volto e non è altro che disprezzo, derisione e odio sfrenato.

I narcisisti non vi amano, amano sé stessi.

Apro questo articolo con un rapido richiamo alla psicologia umana per preparare il terreno alla discussione di questa settimana su tutto ciò che riguarda la geopolitica. Non c'è arte in questo pezzo, gente, sono dannatamente esausto per crearne.

Perché sono esausto? Correre dietro ai narcisisti mentre ci accompagnano verso la Terza Guerra Mondiale indebolisce l’energia anche della personalità più resiliente. I narcisisti veramente maligni che pensano di manovrare le leve del potere nel mondo si sono resi conto che ci stiamo allontanando da loro.

E sono fottutamente arrabbiati; il sentimento è molto, molto reciproco.

Dal licenziamento di Victoria Nuland dal Dipartimento di Stato lo scorso 5 marzo, gli eventi che circondano la Russia stanno accelerando. A quanto pare l'attacco alla Crocus Concert Hall di Mosca sarebbe dovuto avvenire originariamente il 9 marzo. Doveva essere cronometrato con il Discorso sullo stato dell'Unione di Biden inteso come severo avvertimento ai russi affinché “prendessero la decisione giusta” e votassero contro Vladimir Putin.

Quel giorno il Dipartimento di Stato ha diramato un avvertimento a tutti gli americani di stare lontani da riunioni, sale da concerto, ecc. in Russia.

Perché avrebbero dovuto diramare tale avvertimento sapendo benissimo che i russi avrebbero risposto e avrebbero fermato l’attacco?

Non ha letteralmente senso. Quando la Nuland è stata licenziata dal Dipartimento di Stato, la nostra prima reazione è stata quella d'intendere il tutto come uno spostamento della politica estera americana dalla Russia alla Cina. Ma è tutta qui l'intera storia?

Perché poi l'attacco è avvenuto effettivamente due settimane dopo: un gruppo di tagiki entra, da soldati professionisti quali sono, sparano e scappano. Non si sono comportati affatto come si conveniva ai tagliateste dell'Isis, che sono stati immediatamente incolpati di ciò.

Il recente articolo di Pepe Escobar sull'argomento è eccellente e vale la pena leggerlo. Passa attraverso le linee temporali e traccia molte connessioni importanti, ma mentre lo leggevo ho notato che “girava intorno al tema principale”, per come l'intendo io.

Il corrispondente di guerra russo, Marat Khairullin, ha aggiunto un altro boccone succoso a questa portata: svela in modo convincente il punto di vista dell'MI6 nell'attacco terroristico alla Crocus City Hall.

L’FSB è proprio nel bel mezzo di uno scrupoloso processo di smantellamento della maggior parte, se non di tutte, le connessioni ISIS-K/CIA/MI6.

Ma questa non sarà la fine della storia. Innumerevoli reti terroristiche non sono controllate dall’intelligence occidentale, anche se lavorano con essa tramite intermediari, solitamente “predicatori” salafiti che trattano con le agenzie d'intelligence dell’Arabia Saudita e del Golfo.

Il caso della CIA che pilota elicotteri “neri” per estrarre i jihadisti dalla Siria e portarli in Afghanistan è più un’eccezione – in termini di contatto diretto – che la norma. Quindi l’FSB e il Cremlino saranno molto attenti quando si tratterà di accusare direttamente la CIA e l’MI6 di gestire queste reti.

Questo non vuole essere un affronto nei confronti di Escobar, ha lavorato su molti punti di vista in questa storia, analizzando il tutto per arrivare a una conclusione. Ci vuole tempo e sono felice che se lo sia preso.

Secondo me, però, la pista dell’MI6 è la prima da prendere in considerazione in questo attacco, non l’ultima.

E la chiave di lettura si trova proprio in quella linea temporale. Invece di dare per scontato che gli Stati Uniti siano l’agente catalizzatore degli eventi – facile da pensare perché è coinvolta la Nuland – ripensare a questa operazione come a una distintamente britannica (con l’aiuto di elementi canaglia nel Dipartimento di Stato e della CIA, ovviamente) produce una narrazione molto più coerente.

Ricordate, alla fine abbiamo a che fare con dei narcisisti qui. Allora ricordiamoci cui bono.

Perché senza valutare chi trae vantaggio da questo attacco, non analizziamo le cose correttamente. Inoltre non sto cercando di togliere tutte le colpe dagli Stati Uniti, sicuramente sono coinvolti, ma la sfumatura sta nel definire “chi” negli Stati Uniti.

E se la Nuland fosse stata licenziata perché la notizia di questo attacco aveva finalmente raggiunto le persone giuste al Dipartimento di Stato e al Dipartimento della Difesa? E si sono resi conto, giustamente, che un attacco come questo avrebbe reso quasi impossibile per Putin ignorare e forzare politicamente la mano per intensificare la guerra in Ucraina a un livello tale da giustificare agli occhi del popolo occidentale che era finalmente giunto il momento di farci coinvolgere laggiù?

Riuscite a sentire la crescente voce “Putin deve andarsene” provenir dai think tank di K-Street e dalle sale del GCHQ?

Chi vuole questo risultato? Chi chiede questo risultato da più di due anni? Chi ha inscenato una provocazione (Kerch, Nordstream, Bucha, navi russe colpite nel Mar Nero, assalto alla centrale nucleare di Zaporižžja, ecc.) dopo l'altra per mandare Putin “in tilt?” Al di fuori dell'ufficio di Victoria Nuland e di Lindsay Graham, nessuno negli Stati Uniti è stato così impegnato in tutto questo tempo.

Nikki Haley è stata finalmente costretta a lasciare la corsa alle elezioni presidenziali.

Semmai, più a lungo va avanti questa guerra, minore sarà il sostegno che l’Ucraina riceverà dagli Stati Uniti, anche da Biden! Il cambiamento nell’atteggiamento degli Stati Uniti nei confronti dell’Ucraina è in corso da oltre un anno.

No, le persone che hanno fatto più rumore sono i maledetti inglesi, con cui la Nuland certamente lavora a stretto contatto. I Verdi francesi e tedeschi si sono espressi con altrettanta veemenza, quindi c'entra anche l'Europa continentale.

Ecco cosa penso che sia accaduto alla Crocus. La Nuland, l’MI6 e probabilmente i turchi hanno messo su questa operazione usando mercenari tagiki dell’ISIS-K per uccidere un gruppo di russi. L’obiettivo era impedire agli Stati Uniti di voltare le spalle ai maligni narcisistici colonialisti europei che hanno bisogno di questa guerra, ma non possono combatterla. Questo è il lavoro degli Yankee.

La leadership degli Stati Uniti, già impegnata nei piani per districarsi dall’Europa e rivolgere le proprie attenzioni alla Cina, avverte i russi il 7 marzo di quello che accadrà il 9, inviando inoltre un importante segnale distensivo con il licenziamento della Nuland il 5 marzo.

Dopodiché l'operazione sarebbe continuata, ma sotto la guida di qualcun altro (o semplicemente con il pilota automatico). Le impronte digitali della Nuland sono ovunque. Gli Stati Uniti sembrano dannatamente colpevoli. Cosa fa il male? Non dorme, aspetta. E poi abbiamo avuto l’attacco vero e proprio, dopo che Putin è stato rieletto. Lo scopo primario era ancora perseguibile, forzare la mano di Putin.

Chi invia note di cordoglio alla Russia dopo l'attacco? Incredibile a dirsi gli Stati Uniti e la NATO. Negli ultimi tre anni non c'è stata una sola espressione conciliante da parte di Antony Blinken quando s'è trattato della Russia; è stato l'epitome dell'anti-diplomatico.

Eppure eccolo qui a esprimere le sue condoglianze alla Russia. Poi gli Stati Uniti si astengono dal voto del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite contro Israele, un altro progetto britannico andato completamente in tilt.

Niente di quanto accaduto è in sintonia con la narrativa secondo cui Stati Uniti e Russia sono nemici implacabili.

Ora indovinate chi si è rifiutato anche solo di riconoscere la perdita di vite umane da parte dei russi? Sì... il Regno Unito.

Ecco Jeremy Hunt:

Il Cancelliere dello Scacchiere britannico, Jeremy Hunt, ha dichiarato a Sky News che la Gran Bretagna ha “pochissima fiducia in ciò che dice il governo russo”.

“Sappiamo che stanno creando una cortina di fumo di propaganda per difendere un’invasione assolutamente malvagia dell’Ucraina. Ma questo non significa che non sia una tragedia quando persone innocenti perdono la vita, quando ci sono bombardamenti orribili”, ha detto Hunt. Egli ha inoltre sottolineato che Londra prende “ciò che dice il governo russo con le pinze [...] dopo quello che abbiamo visto da loro negli ultimi anni”.

Non riuscite a sentire quanto sporco si sia sentito Hunt nel dover piangere anche senza entusiasmo i russi morti? È più che patetico e disumano, ma d'altra parte è un membro dell'élite politica britannica... cos'altro potete aspettarvi da questi demoni senz'anima?

David Cameron non ha fatto altro che criticare gli Stati Uniti per non aver stanziato più soldi all’Ucraina. Infatti ci incolpano delle sue perdite  e questo è il classico bullismo narcisistico della vittima.

Ma la vera rivelazione è arrivata dal massimo diplomatico dell’UE, Josep Borrell, sul quale si può sempre contare per mostrare al mondo come si contrae l’afta epizootica. In una scioccante dimostrazione di verità, Borrell ha finalmente raccontato al mondo la realtà dietro l’Ucraina:

Translation of #Borrell’s statement:

Dear Americans, don't dump #Ukraine on us. We don't have money. We have elections coming soon and we may not be re-elected, given the situation in Europe. If you help and we are re-elected, we will do everything you say pic.twitter.com/JCYpaFs9t4

— Malinka ????️ (@Malinka1102) March 26, 2024

Ricordate, i narcisisti non vi amano; amano solo sé stessi. Quando Borrell implora gli americani, fermate la clip e guardate il primo piano: è tutta una messa in scena, amici miei, questa è la verità ed è un avvertimento da parte di Borrell.

Quindi, in questo contesto, le condoglianze di Blinken devono essere prese come una vera foglia di fico nei confronti di Putin. Purtroppo entrambe le parti devono continuare a prepararsi per futuri conflitti, perché è la cosa più prudente da fare, anche se nessuna delle due parti li vuole. Vi suona familiare? Ricordate la storia della prima guerra mondiale.

Negli ultimi dieci anni gli Stati Uniti sono stati trascinati nella trappola in Ucraina dalla Nuland e dai suoi collaboratori dell’MI6 e dell’Europa. Tutti e tre i protagonisti, Stati Uniti, Regno Unito ed Europa, avevano ragioni per l’Ucraina, ma alla fine erano tutte diverse.

L’Ucraina è diventata fisicamente il campo di battaglia a qualsiasi livello. Gli Stati Uniti e il Regno Unito, attraverso la loro influenza in Polonia e nei Paesi Baltici, sono stati usati dall'UE per fomentare questa guerra. Portarli in bancarotta attraverso il conflitto li costringe a tornare ad essere fonti di materie prime a basso prezzo, mentre vengono esportate leggi e regole dell’UE in quei luoghi che hanno il privilegio (dal loro punto di vista) di fare affari con essa.

Dal punto di vista di tutti e tre i giocatori, se l'Ucraina batte la Russia, allora è vittoria per tutti. Alla fine Putin verrà deposto, la Russia sarà umiliata e avrà inizio la tanto desiderata disgregazione del loro impero. L’Europa ottiene il suo Grande Reset; il Regno Unito riesce a mantenere il controllo sull’impero marittimo, rivendicando il controllo della NATO sul Mar Nero e costringendo i produttori di petrolio arabi a rimettersi in riga; gli Stati Uniti riescono a sfruttare la caduta della Russia per indebolire la Cina e fermare l’ulteriore integrazione dei BRICS.

In breve, il mondo tornerebbe agli anni ’90, quando tizi come Bill Browder andavano in giro a comprare tutto e gli oligarchi russi, messi in riga da Putin, spadroneggiavano. Fukuyama avrebbe infine ragione.

Ma, come ho detto, il vero obiettivo di questa guerra non è solo conquistare la Russia, ma anche far sprofondare gli Stati Uniti, facendoli pagare i costi per combattere una guerra che non sono in grado di sostenere.

E ora c'è chi trae vantaggio da questa operazione. Gli Stati Uniti non avrebbero avuto alcun vantaggio nell’uccidere brutalmente centinaia di civili russi, ben sapendo che sarebbero stati essi stessi a condurre la maggior parte dei combattimenti. Il Regno Unito e l’UE hanno bisogno che gli Stati Uniti facciano il lavoro sporco, perché se gli USA uscissero indenni da questa guerra (come nella Seconda Guerra Mondiale) allora il sistema attuale continuerà e i loro piani di dominio falliranno.

Ed è per questo che queste persone sono diventate così sconvolte e istrioniche negli ultimi mesi mentre gli Stati Uniti si rifiutano d'inviare ulteriori aiuti all’Ucraina. È per questo che Emmanuel Macron sta andando all-in: è un'anatra zoppa facilmente sacrificabile. Ecco perché la perfidia britannica dietro le quinte dev'essere il primo sospettato in qualsiasi atto di orrore. È per questo che la Germania è politicamente paralizzata tra la sua classe industriale ansimante e i Verdi che di fatto gestiscono il governo.

Ecco perché il loro odio per gli Stati Uniti è palesemente evidente adesso: gli USA stanno cercando di allontanarsi dai vecchi, sclerotici e maligni narcisisti dell’Europa e questi ultimi non lo sopportano.

È quasi come se fossero i cattivi dei vecchi cartoni animati di Scooby Do: “E anch'io me la sarei cavata, se non fosse stato per quei dannati russi”.

Niente è fuori discussione per loro: hanno il movente, i mezzi e l’opportunità. Dal lato americano, le azioni della Nuland possono essere comprese attraverso il suo odio genetico nei confronti dei russi. Per il Regno Unito e l’Europa è il loro posto al tavolo geopolitico post-globalismo.

La rimozione della Nuland elimina gran parte dello slancio burocratico, ma ciò non significa che le cose cambino in un attimo. Le correzioni di rotta richiedono tempo. Questa operazione a Mosca era in preparazione da molto tempo. Non sarebbe stato fermata. Ritardata? Sicuro. Ma ciò che sta realmente accadendo parla più agli altri attori coinvolti che agli Stati Uniti.

E questo mi porta al ponte Francis Scott Key. Come evento merita un articolo a parte, ma penso che sappiate dove voglio arrivare. C'è una probabilità molto piccola che si sia trattato di un incidente causato da una vecchia nave con un registro di manutenzione irregolare, da un capitano ucraino e da un equipaggio indiano.

Tutte queste cose sono, in termini cinematografici, “allestimento del set”, per creare una narrativa plausibile. Stronzate, in altre parole. Immagino che lo sciopero degli sceneggiatori a Hollywood sia effettivamente finito.

Si è trattato di un attacco sul suolo americano da parte di una potenza straniera e il primo gruppo di persone a cui dovremmo pensare sono i russi. Perché? La vendetta di Mosca, dopo che siamo stati fatti apparire come coloro che hanno architettato l'attentato, come le persone che contano... quelle che prendono le decisioni.

Il fatto che sia gli Stati Uniti che la Russia abbiano cercato di sviare reciprocamente la colpa di entrambi questi incidenti è un fatto molto significativo. Dice chiaramente che entrambe le parti sono consapevoli dei pericoli che questi attacchi alla loro sovranità rappresentano e non sono disposte a usarli come casus belli. È la parte più incoraggiante in tutta questa storia. Le persone razionali stanno ancora cercando di rallentare l'escalation.

Il problema è che non hanno il controllo della situazione. Se gli Stati Uniti volessero la guerra contro la Russia, sarebbe già iniziata. Ciò significa che la vuole qualcun altro.

Da notare la mancanza di “È stata la Russia!” proveniente dagli Stati Uniti; da notare che l'FBI è intervenuta immediatamente, senza alcuna indagine, e ha detto che si è trattato di un incidente, non di un atto di guerra, cosa che molto probabilmente era.

La domanda quindi è: “Chi è stato?” Non scopriremo mai la verità, ma il nostro principale sospettato dev'essere chi ha il movente di voler mandare gli Stati Uniti “in tilt” e difendere apertamente l’Ucraina.

Non sto dicendo che la Russia non l'abbia fatto, anzi. Come atto in una guerra di quarta generazione, abbattere questo ponte in questo momento è assolutamente una delle migliori mosse della Russia sulla scacchiera, soprattutto se Putin si sta davvero preparando ad alzare l'asticella su Kiev nelle prossime settimane. E mi aspetto che faccia proprio questo.

Paralizzare logisticamente gli Stati Uniti è la mossa giusta, ma invita anche a un contrattacco da parte degli Stati Uniti che Putin ha accuratamente evitato per oltre otto anni da quando ha inviato per la prima volta le forze russe in Siria nel 2015.

No, penso che anche questa sia una di quelle “prove” per incastrare la Russia per qualcosa che qualcun altro ha fatto per ragioni molto diverse. E questa ragione è pura, sfrenata, narcisistica vendetta contro gli Stati Uniti che hanno avuto l’audacia di allontanarsi dalle proprie responsabilità (come le hanno definite) in Europa.

Queste persone sono molto chiare ormai da anni: o gli Stati Uniti seguiranno i loro piani per il futuro, o verranno distrutti dall’interno. Questo attacco al ponte Key di Baltimora è un evento da incubo, pensato per essere un catalizzatore per il collasso dell’economia statunitense, creando caos durante un anno elettorale.

Potrebbe facilmente propagarsi ai nostri mercati immobiliari, obbligazionari e azionari nelle prossime settimane. Attaccare gli Stati Uniti mette pressione su di essi e allo stesso tempo distoglie l’attenzione dal deterioramento dell’economia europea.

Questo è un evento che più ci penso più si trasforma in un romanzo di Agatha Christie, in cui tutti hanno motivi per attaccare gli Stati Uniti per ragioni completamente diverse. Quindi non arriverò ad alcuna conclusione definitiva, anche se sapete chi sono i miei principali sospettati.

Ma basti dire che nella rabbia dei narcisisti, non ci verrà risparmiato nulla mentre saremo incolpati per il loro lento e doloroso cammino verso la Terza Guerra Mondiale.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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La garanzia collaterale dietro tutti i giochi monetari: Main Street

Freedonia - Mar, 02/04/2024 - 10:05

 

 

di David Stockman

Anche se si attribuisce molta importanza al PIL prodotto dallo stato a causa della spesa sconsiderata e dei deficit, sarebbe saggio stare attenti a ciò che si sta applaudendo. Infatti parte delle enormi quantità di PIL prodotto dal governo federale, derivanti da $6.500 miliardi in spesa pubblica durante i 12 mesi successivi al marzo 2020, sono state temporaneamente collocate in celle frigorifere presso i conti bancari delle famiglie; da allora si sono lentamente riversate nel flusso di spesa al consumo, rafforzando così la domanda derivante dalla produzione e dagli utili del periodo attuale.

Riteniamo che una buona misura di questo “stimolo ritardato” sia stata catturata dalla relazione tra i conti di spesa dei consumatori – depositi e valuta – e il reddito nazionale. Tale rapporto era variato tra il 4,0% e il 6,5% durante i due decenni precedenti al primo trimestre del 2020, ma è decollato a razzo come raffigurato nel grafico qui sotto.

Nel terzo trimestre del 2019 questi saldi di cassa spendibili ammontavano a $938 miliardi e rappresentavano circa il 4,3% del PIL. Al culmine dello tsunami di stimoli fiscali nel terzo trimestre del 2022, tali cifre erano salite rispettivamente a $4.800 miliardi e 18,5% del PIL. Le famiglie hanno detto che, tassi d'interessi in salita o meno, rimangono sedute su un cuscinetto di liquidità da $4.000 miliardi. Intendono quindi continuare a spendere il consueto 96% di quanto guadagnano attualmente.

Depositi e valuta in possesso delle famiglie in percentuale del PIL, dal 2000 al 2024

Inutile dire che questa enorme quantità di denaro delle famiglie non è arrivata sulla scia di un'improvvisa voglia di risparmiare da parte dei consumatori americani; è stata figurativamente lanciata dagli elicotteri di Washington sotto forma di tre progetti di legge approvati tra marzo 2020 e marzo 2021, che complessivamente hanno inondato di $6.500 miliardi l’economia statunitense.

Inoltre la maggior parte di questo ammontare non derivava da un onesto finanziamento in deficit nei mercati obbligazionari, che, a sua volta, avrebbe ridotto (“crowding out”) la spesa per investimenti delle imprese in immobilizzazioni o capitale circolante. Invece durante suddetto periodo la FED ha stampato circa $5.200 miliardi dal nulla, pari all’80% della spesa federale.

In questo contesto i numeri degli assegni sociali emessi dal Dipartimento del Commercio non lasciano nulla all'immaginazione: come mostra il grafico qui sotto, prima della crisi sanitaria il tasso annuo di spesa per gli assegni sociali era di circa $3.100 miliardi e nel febbraio 2020 ammontava a un non trascurabile 22,1% delle spese per consumi personali (PCE).

E poi l’ondata di stimoli fiscali ha travolto l’economia americana come uno tsunami. Nell’aprile 2020, dopo che il CARES Act, il tasso di pagamento degli assegni sociali è raddoppiato arrivando a $6.300 miliardi. Dopo il terzo stimolo con l’American Rescue Act di Biden, la crescita è ulteriormente aumentata fino ad arrivare a $8.100 miliardi nel marzo 2021.

Arrivati a quel punto gli assegni sociali ammontavano a uno sbalorditivo 52% dei $15.700 miliardi della PCE della nazione. In una parola, Washington è caduta nella follia fiscale più assoluta.

Questa conclusione è particolarmente giustificata perché la maggior parte del flusso di denaro in stimoli si è aggiunta alla spesa basata sul reddito. Infatti il reddito personale meno gli assegni sociali (cioè il reddito da lavoro) aveva fatto registrare un tasso annuo di $15.770 miliardi nel febbraio 2020 ed era aumentato – nonostante lockdown e licenziamenti – a $16.350 miliardi, o di quasi il 4%, a marzo 2021.

In breve, le famiglie sono state inondate da così tanta liquidità derivante dalla combinazione di produzione normale e reddito più stimoli fiscali che non potevano spenderla tutta. E questo proprio mentre si rifornivano di merci da Amazon, dato che i loro normali luoghi di spesa nel settore dei servizi (es. ristoranti, bar, cinema, palestre, centri commerciali, ecc.) erano bloccati per ordine del governo federale.

Ahimè, il denaro extra è finito nei sopraccitati $4.000 miliardi di “celle frigorifere”, dove pendono come una spada di Damocle economica sugli sforzi della FED per ridurre l’inflazione scatenata da Washington.

Tasso annuo degli assegni sociali, da gennaio 2019 a marzo 2021

Inutile dire che tutto ciò è totalmente aberrante e insostenibile a lungo termine. Suddetti $4.000 miliardi di liquidità in eccesso delle famiglie, quindi, viene lentamente smaltita e nel terzo trimestre del 2023 era già di $561 miliardi, ovvero il 12%, al di sotto del livello massimo dell’anno precedente.

Inoltre qui non stiamo parlando solo di mezzi di spesa ritirati dalle “celle frigorifere”, ma anche della psicologia del consumatore che ne consegue. In una parola, è probabile che tutta questa insolita liquidità abbia reso i consumatori molto meno cauti di quanto lo sarebbero normalmente stati durante un ciclo di rialzo dei tassi, quando i costi del servizio del debito aumentano e c'è nell'aria il timore di un aumento della disoccupazione e delle perdite del reddito.

Ma man mano che questa liquidità viene spesa, è probabile che la spinta psicologica per i consumatori diminuisca costantemente e probabilmente in proporzione maggiore rispetto alla semplice riduzione dei saldi in dollari. Allo stesso tempo è probabile che l’attuale tasso di risparmio basso venga spinto al rialzo man mano che ritorna la cautela nell’economia di Main Street. Infatti la follia di $6,.500 miliardi in stimoli fiscali che si sono riversati nell’economia nel periodo compreso tra marzo 2020 e marzo 2021 ha letteralmente distrutto i normali flussi e modelli economici.

Pertanto, nel dicembre 2019, il tasso di risparmio pre-crisi sanitaria (linea nera) era del 6,4% e rappresentava $1.051 miliardi di risparmi annui. Ma nell’aprile 2020 il CARES Act da $2.300 miliardi ha letteralmente spento le luci della macroeconomia.

Il tasso di risparmio è salito a un ritmo mai raggiunto prima: 32,9%, il che equivale a un flusso di risparmio di poco meno di $6.000 miliardi su base annua. E quando è arrivato lo stimolo del marzo 2021, si è verificata ancora una volta la stessa aberrazione.

Inutile dire che è da lì che ha avuto origine tutto il denaro extra conservato nelle “celle frigorifere”. Gli sciocchi di Washington hanno pompato talmente tanti stimoli fiscali in un’economia semi-chiusa che non aveva nessun posto dove andare se non nei depositi bancari.

A un certo punto è probabile che si verifichi una grande inversione di tendenza: il cubetto di ghiaccio del risparmio in eccesso si scioglierà non appena uscirà dalle celle frigorifere, causando l’esaurimento della riserva di liquidità da $4.000 miliardi delle famiglie e il desiderio di un ritorno dei saldi cautelativi nelle finanze dei consumatori. Di conseguenza il tasso di risparmio minimo del 3,7% nel dicembre 2023 potrebbe facilmente tornare alla media del 6,4% visto tra il 2017 e il 2019.

In termini di dollari ciò toglierebbe $500 miliardi dal flusso PCE, anche se i supplementi di spesa provenienti dai saldi di cassa delle famiglie saranno diminuiti drasticamente.

Ci piacerebbe credere che ciò accadrà entro ottobre di quest'anno. I burattinai che gestiscono Joe Biden meritano la punizione economica implicita nel loro sciocco vantarsi delle virtù di Bidenomics. E prima accadrà, meglio sarà per tutti.

Tasso di risparmio delle famiglie statunitensi e livello di risparmio, dal 2017 al 2023

Non dovrebbero esserci dubbi sul fatto che l’Unipartito abbia lasciato a bocca asciutta le famiglie americane Negli ultimi cinque anni gli utili settimanali aggiustati all’inflazione sono scesi a un ritmo annuo dello 0,4%.

La politica pro-inflazione della FED le si è ritorta contro: invece di funzionare come stimolo alla crescita ha finito per divorare quasi tutti i modesti guadagni salariali nominali realizzati dai lavoratori nel settore privato in America.

Indice dei guadagni medi settimanali aggiustati all'inflazione, da gennaio 2019 a gennaio 2024

Inutile dire che in passato le cose non andavano così. Infatti il reddito familiare medio reale crebbe a un robusto 3,54% annuo tra il 1954 e il 1969. Ma poco dopo, nell’agosto 1971, alla FED vennero rimosse le cosiddette “manette dell'oro” e s'iniziò a deragliare dal punto di vista inflazionistico.

Nel corso dei successivi 53 anni i redditi familiari sono a malapena riusciti a vincere la corsa contro le ondate d'inflazione generate dalla banca centrale nazionale. Il reddito familiare medio reale è aumentato solo dello 0,74% annuo tra il 1969 e il 2022, ovvero solo del 21% rispetto alla media del periodo 1954-1969.

Proprio così. La crescita mediana del reddito familiare in termini aggiustati all’inflazione ha decelerato di quattro quinti sin dal 1969. Quindi la domanda è: il passaggio della rettitudine fiscale e monetaria ai deficit keynesiani e alla stampa di denaro ha stimolato la crescita del tenore di vita e del reddito reale di Main Street?

Sicuramente no.

Reddito familiare medio reale, dal 1954 al 1969

A dire il vero non crediamo che la FED stia intenzionalmente cercando di prendere a martellate la classe media. La spiegazione è in realtà più sinistra: dopo l'arrivo di Alan Greenspan alla FED, essa è diventata sempre più prigioniera degli speculatori di Wall Street.

Il braccio politico della FED, il FOMC, non solo è situato in Liberty Street, ai piedi del distretto finanziario, ma dipende totalmente dai trader di Wall Street nella trasmissione della politica monetaria all'intera nazione; il tasso di riferimento della FED è la leva finanziaria dalla quale essa invia segnali di prezzo ai mercati monetario e obbligazionario e da lì alle azioni, al settore immobiliare e ad altri asset finanziari, che, a loro volta, dovrebbero far lievitare il tasso d'investimenti e crescita reale di Main Street.

Tuttavia non è mai stato previsto che funzionasse in questo modo. Il progetto originale della Federal Reserve, elaborato da Carter Glass nel 1913, operava attraverso il sistema bancario principale, non attraverso i mercati finanziari e monetari di Wall Street. Il suo meccanismo di trasmissione della politica monetaria era rappresentato dalle finestre di sconto delle 12 banche Federal Reserve regionali.

Ma in questa modalità il meccanismo politico era essenzialmente passivo. Non è stata progettata per guidare la macroeconomia, perché il deputato Glass e i suoi colleghi di quell’epoca capivano pienamente che il capitalismo del libero mercato che operava con il gold standard era pienamente in grado di generare la massima crescita, prosperità e ricchezza.

Di conseguenza non vi era alcuna sciocca convinzione, come oggi, che il capitalismo fosse sempre sul punto di precipitare in un  buco nero di recessione o depressione, o che fosse intrinsecamente incapace di raggiungere il suo PIL “potenziale”. Non c’era bisogno, quindi, che un braccio dello stato aggiustasse capillarmente i livelli di occupazione, la crescita reale, gli investimenti di capitale, la costruzione di nuove case, o i tassi d'inflazione. Tutto ciò era inteso come competenza degli uomini liberi in liberi mercati, interagendo attraverso una forma di denaro sana/onesta (l’oro).

Il mandato della FED era molto più modesto e ristretto: fu progettato per mantenere liquido il sistema bancario commerciale durante i periodi di stress stagionale o finanziario, pronto a scontare titoli commerciali a un tasso d'interesse penalizzante, che, a sua volta, fluttuava al di sopra del normale tasso di mercato.

Di conseguenza la FED recepiva i tassi, non li impostava; era un lubrificatore del mercato dei prestiti commerciali, non il finanziatore del debito pubblico; e, soprattutto, era a favore del mercato, non di un politburo monetario.

Ciò faceva tutta la differenza di questo mondo: la FED di allora non aveva bisogno di essere chiaroveggente riguardo al futuro economico, poiché quest’ultimo è impossibile da sapere con certezza. Pertanto non aveva alcun pregiudizio rispetto al fatto che i tassi d'interesse di mercato fossero bassi, alti o intermedi in un dato momento del ciclo economico, né si preoccupava dei mercati dei capitali a Wall Street e del livello dei prezzi delle azioni e delle obbligazioni.

Al contrario, l’attività di base di Wall Street è la speculazione sugli asset finanziari, mentre la distribuzione di nuove emissioni di azioni e obbligazioni hanno uno status decisamente secondario in termini di livelli di attività e redditività. Di conseguenza gli speculatori sono intrinsecamente e irrimediabilmente sbilanciati verso tassi d'interesse bassi, sempre più bassi.

Questo perché la speculazione in tutte le sue forme si basa in ultima analisi sui carry trade: uno spread positivo tra il costo del mantenimento di un asset e i rendimenti guadagnati su di esso. E questo include, soprattutto, non solo le cosiddette azioni e obbligazioni del mercato “cash”, ma ogni forma di futures e derivati ​​su opzioni, il cui prezzo è in parte basato sul costo implicito del denaro nel corso della loro durata.

Oltre a ciò, la curva dei rendimenti ancorata al mercato monetario imposta anche il tasso di capitalizzazione o il multiplo di valutazione per gli asset a più lunga durata. Gli speculatori vogliono che il costo del denaro scenda poiché ciò riduce il costo di finanziamento delle loro operazioni sul lato delle passività, anche se fa sì che il mercato aumenti il ​​multiplo di valutazione dei loro asset.

L’errore più grande della politica economica statale, quindi, è quello di permettere che la banca centrale diventi ostaggio degli speculatori di Wall Street. Essi spingeranno sempre e comunque i banchieri centrali a impostare tassi più bassi per un periodo più lungo, o anche meno alti per meno tempo, ogni volta che l’esplosione dell’inflazione li costringerà a spingere i cosiddetti freni monetari.

A tal proposito ci basta prendere in considerazione un rapporto cruciale durante l’era Greenspan e la successiva dottrina del cosiddetto “effetti ricchezza”, che rappresenta solo una storia di copertura per la stampa di denaro. In altre parole, i prezzi degli asset sono aumentati di ordini di grandezza superiori a quelli dei salari e dei redditi, ma non ci sarebbe alcuna base logica o sostenibile per tutto ciò se fossimo in mercato libero e basato sul denaro sano/onesto.

Tuttavia dopo il terzo trimestre del 1989 i redditi medi reali delle famiglie sono aumentati solo dello 0,70% annuo, mentre il loro patrimonio netto reale è aumentato del 3,18% annuo. Si tratta di un rapporto di 4,5X quando a tutti gli effetti avrebbe dovuto essere dell'1,0X.

Inutile dire che, anche in un'economia capitalista e di libero mercato, il patrimonio delle famiglie e il patrimonio netto non sono distribuiti equamente, perché non sono equamente distribuiti nemmeno i contributi di lavoro, impresa, investimento e invenzione. Ma quando i vincitori naturali in un libero mercato ottengono uno straordinario impulso dall’inflazione degli asset finanziari promossa dalle banche centrali, la spirale dei guadagni illeciti può rapidamente aggravarsi, portando nel tempo ad accumuli di patrimonio netto estremamente “ingiusti”.

Pertanto tra il terzo trimestre del 1989 e il terzo trimestre del 2023, il patrimonio netto dello 0,1% delle famiglie più ricche è aumentato da $1.750 miliardi a $19.850 miliardi, o di 11,3 volte. Al contrario il patrimonio netto del 50% delle famiglie più povere è aumentato da $710 miliardi a $3.640 miliardi, ovvero solo di  5,1 volte.

Il punto è che il modello distributivo dei vincitori naturali in un'economia capitalista era già in pieno vigore nel 1989. Non c’è alcuna ragione per cui il guadagno netto nel patrimonio netto dello 0,1% più ricco fosse più del doppio del guadagno del 50% più povero. In realtà coloro che dispongono di asset sono molto più predisposti al gioco d’azzardo con leva finanziaria rispetto alle famiglie medie che lottano per far quadrare i conti di fronte all’implacabile inflazione di beni e servizi.

Di conseguenza quando queste cifre vengono espresse in termini pratici di patrimonio netto per famiglia, la distorsione diventa chiara: nel 1989 le 92.000 famiglie che costituivano lo 0,1% più ricco avevano un patrimonio netto di $18,86 milioni ciascuna, 1.230 volte il patrimonio netto medio di $15.300 del 50% più povero, ovvero 46,4 milioni di famiglie.

Tuttavia nei successivi 34 anni siamo arrivati a $138 milioni ciascuna per lo 0,1% più ricco, ovvero 131.000 famiglie, rispetto ai $44.000 ciascuna per il 50% più povero, ovvero 65,7 milioni di famiglie. Questo è un rapporto del 3.175X.

In breve, quando si tratta di stampare denaro poiché si è prigionieri degli speculatori e dei trader a Wall Street, il vecchio detto secondo cui i ricchi diventano sempre più ricchi non potrebbe essere più appropriato.

Inoltre i dati non lasciano dubbi sul fatto che i guadagni derivanti dall’inflazione degli asset finanziari siano stati sistematicamente asimmetrici. Nel corso di questo periodo di 34 anni il patrimonio netto per fascia di ricchezza è aumentato come segue:

• Top 0,01%: +$18.100 miliardi, o l'11,3X

• 0,99% successivo: +$20.700 miliardi, o l'8,1X

• 9% successivo : +$43.600 miliardi, o il 6,6X

• 40% successivo: +$36.600 miliardi, o il 6,0X

• Ultimo 50%: +$2.900 miliardi, o il 5,1X

Quindi la domanda è: cosa accadrebbe se il mandato della FED tornasse al modello della Finestra di Sconto di glassiana memoria?

Suggeriremmo diversi risultati, che sarebbero tutti più che benvenuti.

  1. Il sistema bancario sarebbe più liquido e sicuro.
  2. La crescita economica e la prosperità sarebbero una funzione del libero mercato, che in ogni caso non può essere migliorato dallo stato, come ampiamente dimostra la situazione dal 1987 in poi.
  3. Non ci sarebbe una massiccia monetizzazione dei titoli di stato o una crescita esplosiva del debito pubblico, perché i deficit sarebbero finanziati onestamente nei mercati obbligazionari, causando crowding out, aumento dei tassi d'interesse e potenti reazioni politiche.
  4. Finirebbe l’inflazione dei prezzi degli asset e dei beni/servizi per Main Street.
  5. Verrebbe eliminato il contributo dello stato alla crescente maldistribuzione della ricchezza.

Cosa c'è che non andrebbe bene?

Distribuzione della ricchezza delle famiglie statunitensi. Nota: i guadagni azionari dal 1990 si sono concentrati nello 0,1% più ricco e nella fascia successiva dell’1% più ricco.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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La liquidità è morta, lunga vita alla liquidità

Freedonia - Ven, 29/03/2024 - 11:01

 

 

di Francesco Simoncelli

L'euro di oggi vale solo circa 45 centesimi rispetto a un euro nel 1999. Alcune persone sono rimaste al passo, molte sono rimaste indietro; tutti coloro che lavorano per un salario sono stati derubati. L’“inflazione”, sebbene difficile da spiegare o controllare, è il prezzo che si paga quando si lascia che un’élite corrotta e dissoluta ci dica cosa fare. Ci è stato detto che per rilanciare l’economia bisognava stampare denaro per aumentare la “domanda”, salvo poi “scoprire” che la nuova domanda era fasulla così come i tassi d'interessi e il denaro stesso. Ciononostante c'è stato un effetto: più soldi compravano più cose... ora però arrugginiscono, raccolgono polvere, consumate e abbandonate. Il denaro aggiuntivo creato ex novo ha anche aumentato i prezzi degli asset posseduti dai pianificatori centrali e i prodotti che tutti gli altri volevano acquistare. Le cose che si vuole comprare possono essere suddivise in tre categorie: assurde, inutili e pericolose. Sanzioni, restrizioni commerciali, sussidi a industrie selezionate, programmi per la diversità, operazioni di cambio di sesso, la lotta alla droga, alla povertà, al riscaldamento globale, al degrado urbano, alla disinformazione, alle infezioni, alla supremazia bianca e all’antisemitismo... tutto aveva un prezzo.

Tra il 1999 e il 2023 la BCE “ha stampato” quasi €7.000 miliardi in nuovo denaro per pagare queste cose. Ciò, insieme ai prestiti da fonti private, ha portato il debito dell'area Euro alle vette di oggi. I tassi di crescita sono diminuiti e la maggior parte delle persone non è diventata più ricca, ma più povera. Siamo sprofondati sempre di più in un mare di debiti – pubblico e privato – con tassi d'interesse che sono schizzati in alto sulle carte di credito e sul mercato obbligazionario sovrano. Il costo del debito pubblico italiano, ad esempio, ammonta già a circa €50.000 a persona. Ed è lecito aspettarsi che quest'onere supererà i €3.000 miliardi e poi i €4.000 miliardi, dato che non c’è alcun piano credibile per ridurlo. I prestiti aggiuntivi dovranno essere soddisfatti con tassi d'interesse più elevati e una maggiore stampa di denaro. Trascinando il peso del passato, come potranno mai permettersi un futuro adeguato le attuali e nuove generazioni?

La differenza fondamentale tra oggi e gli ultimi 40 anni, 1980-2020, è stata la stampa di denaro senza precedenti e, per la precisione, l'aver assecondato la crescita smisurata del mercato degli eurodollari. Nel nostro sistema monetario fasullo la nuova ricchezza non viene guadagnata, viene creata con i prestiti. La banca centrale concede prestiti alle banche membri, queste ultime poi concedono prestiti agli hedge fund, alle banche più piccole, alle aziende, a chiunque voglia i soldi. L’offerta di denaro aumenta, ma lo stesso vale per il debito.

I mutuatari più grandi sono gli stati, però, i quali usano il denaro facile per sprecare, sequestrare risorse scarse e giocare d’azzardo. Finché il volume del denaro – la liquidità – era in aumento, era ragionevole aspettarsi che i prezzi delle obbligazioni sovrane salissero. Basti pensare, ad esempio, che addirittura i titoli italiani a un certo punto erano trattati a rendimenti reali negativi. Ma da questa orda non possiamo sottrarre gli speculatori sui mercati finanziari che hanno avuto gioco facile nel creare strumenti finanziari sempre più rischiosi per cercare di sbarcare il lunario in un ambiente dove i tassi negativi reali erano diventati la norma. Infatti solo in Europa la quantità di asset che aveva un rendimento negativo era arrivata a cifre da record nel passato più recente. Addirittura i junk bond. Anche i consumatori hanno acceso prestiti – per case, automobili e acquisti con carta di credito.

Tutti questi prestiti e queste spese hanno aumentato il “denaro in circolazione” che inseguiva, principalmente, i beni reali. Ciò significava prezzi degli asset più alti e l’aumento dei prezzi degli asset ha reso le élite molto più ricche.

Poi, nel 2021, l’abbuffata di prestiti si è interrotta bruscamente: i tassi d'interesse e l’inflazione sono aumentati, i prestiti sono diminuiti e con ciò l’offerta di denaro ha iniziato a contrarsi. La FED ha cambiato rotta: niente più soldi facili e niente più tassi negativi. Il tasso di riferimento della FED è stato lasciato salire di 550 punti base – l’inversione di tendenza più grande e più rapida nella sua storia.


LE VECCHIE ABITUDINI, PER QUANTO DURE A MORIRE, MUOIONO

Buffett e il defunto Charlie Munger erano entrambi dei geni, ma hanno anche avuto la fortuna di essere vivi e di investire in un momento in cui il sistema bancario centrale stava pompando migliaia di miliardi in nuova “liquidità” nei mercati. Quel periodo è finito e infatti Buffett sta scegliendo il cash come “strategia d'investimento”. Questa nuova fase è iniziata nel 2021. Dove ci porterà esattamente? Non lo possiamo sapere ancora, ma ciò che è certo è che si tratta di un periodo diverso da quello che ha reso ricchi Buffett e Munger. E per capire il presente, orientandosi al meglio per il futuro, non si può far altro che guardare al passato.

Il periodo 1950-1980 è stato senza dubbio il punto più alto per l’America. Fu allora che Buffett imparò, da Ben Graham, ad acquistare buone aziende a buon mercato e a rimanere investito in esse a lungo. Successivamente imparò da Munger ad acquistarle a prezzi ottimali; ottenerle a buon mercato era utile ma non necessario. Nel 1971 gli Stati Uniti dovettero fare qualcosa con il loro sistema monetario, altrimenti sarebbero stati spazzati via dalla prima crisi del mercato degli eurodollari. Piuttosto che risolvere la questione si vendettero (inconsapevolmente?) alla City di Londra e nel 1980 il nuovo sistema stava già piegando e distorcendo l’economia mondiale. Prima del 1980 quasi tutti i confronti e tutte le misure erano favorevoli agli Stati Uniti: commercio, esportazioni, lavoro, redditi, arte, cultura, ecc. L’America era la numero 1. Dopo il 1980 quasi tutti gli indicatori sono scivolati nell'oblio.

Tra questi c'erano dettagli non molto notati, ma decisamente importanti. Nel primo periodo i salari reali della gente comune aumentavano di circa il 2,3% annuo; nel secondo – dal 1980 in poi – sono finiti in una fascia di bonaccia. Una delle ultime relazioni sui salari aggiustati all’inflazione non mostra alcun miglioramento sin dall’ottobre 1978.

In secondo luogo il peso degli assegni del welfare state in percentuale del PIL era inferiore al 10% prima del 1980; successivamente è salito a quasi il 20% nel 2020 e ora s'è stabilizzato al 15%. Dopo il 1980 la percentuale della produzione totale spesa da chi non la guadagnava è aumentata. Il sistema monetario post-1971 ha favorito la “finanziarizzazione” e la politicizzazione, non nuovi prodotti e servizi. Se ci fosse stato un aumento della ricchezza complessiva, questa non sarebbe finita agli schiavi salariati che se la guadagnavano, sarebbe invece finita nelle mani di coloro che avrebbero ottenuto gli “assegni del welfare” e al sistema finanziario.

L’economia reale è composta da persone che offrono beni o servizi ad altri, in cambio di denaro, che poi usano per acquistare beni o servizi da altri. Ecco perché l’economia pre-1980 andava bene: fornire beni o servizi migliori aumentava la ricchezza reale, quindi i salari aumentavano. Dopo il 1980 è stata una storia diversa: il denaro creato ex novo era più flessibile e più facilmente persuaso a finire nelle tasche di coloro che lo controllavano. Questo nuovo sistema monetario è stato in gran parte una creazione di Milton Friedman: pensava di poter eliminare l’inflazione e la deflazione eliminando l’oro dall'equazione. In realtà, come ben sappiamo, quello gli Stati Uniti era un problema di tutt'altra natura; Friedman venne preso come accademico affinché fornisse una giustificazione di facciata per quello che stava accadendo. Ovviamente non potevano farsi vedere travolti dal panico, dato che non capivano il motivo per cui d'improvviso il loro modello di business stava fallendo. Ciò che rimaneva era fare leva sulla loro credibilità e sulla mancanza di avversari di pari livello e procedere con una dimostrazione di forza: togliere dall'immaginario collettivo qualsiasi riferimento all'oro come mezzo di scambio e mezzo di saldo dei trasferimenti internazionali. La flessibilità e l'offerta più ampia del petrolio avrebbe permesso loro di guadagnare tempo.

Friedman era condivisibile sui temi sociali e politici, ma non su quelli economici. Nel suo mondo teorico gli economisti della FED avrebbero consentito un aumento del bilancio della banca del 3% all’anno. Nessuno avrebbe avuto più motivo di temere l’inflazione, perché i pianificatori monetari centrali non avrebbero esagerato; e nessuno avrebbe avuto più motivo di temere un tracollo in stile Grande Depressione, perché la FED avrebbe potuto fornire una quantità infinita di “liquidità” al sistema bancario, rendendo quasi impossibile una deflazione a livello di sistema. Nel mondo reale, però, le persone non sono né sempre buone, né sempre cattive, ma sempre soggette a influenza (soprattutto politica). E l’influenza nel momento di “stampare” denaro ha sempre trionfato sulla prudenza e sulla correttezza. Infatti la FED ha costantemente aumentato l’offerta di denaro ben oltre il tasso di crescita del PIL, superando nel 2020 di ben 9 volte l’obiettivo del 3% raccomandato da Friedman.

È bene sottolineare un punto in tutta questa disamina: l'interventismo monetario è un male assoluto perché corrompe in modo assoluto. Il sistema bancario centrale in tal senso rappresenta la manifestazione fisica di tale concetto e il vero cancro che ha contorto/distorto la prosperità e il benessere umano è stata la nascita/istituzionalizzazione della Banca d'Inghilterra. E non è un caso che sulla scia di questo scempio si sia provato a istituire una cosa del genere per ben due volte negli Stati Uniti, fallendo in entrambi i casi (es. Prima e Seconda Banca degli Stati Uniti). Come si può intuire le influenze inglesi ancora persistevano dopo la presunta indipendenza statunitense, riuscendo infine ad avere successo con la creazione della FED. E non è nemmeno un caso che la grande espansione monetaria negli USA, la quale diede poi i natali alla Grande Depressione, venne perseguita per arrestare il deflusso di oro dall'Inghilterra che avrebbe sicuramente mandato in bancarotta il Paese. Ecco perché si può concludere che la vera indipendenza gli Stati Uniti l'hanno guadagnata con l'avvio del SOFR, l'emancipazione dal LIBOR e il rimpatrio della politica monetaria.

Per quanto sia incontrovertibile che il problema è l'interventismo capillare che scaturisce dalle macchinazioni presumibilmente sapienti di un gruppo ristretto di persone che si arroga il diritto di decidere per tutti gli altri, l'assenza di una FED indipendente avrebbe rappresentato un destino peggiore di quello attuale. Senza gli incentivi dei grossi conglomerati bancari statunitensi a conservare la propria sfera d'influenza sul territorio, che avrebbero dovuto cedere sulla scia di una valuta digitale, i piani distopici di una certa élite sarebbero stati già realizzati. Invece ne è nato uno scontro in cui diverse fazioni megapolitiche sono in lotta e gli Stati Uniti stanno cercando di risolvere l'annoso problema del mercato degli eurodollari che finora ha consumato il loro potenziale di crescita a vantaggio di altri. Uno di questi altri è l'Europa; un altro ancora è l'Inghilterra; un altro ancora è la Cina. Se, quindi, Powell non fosse stato riconfermato (un tira e molla durato più di sei mesi), il dollaro sarebbe stato completamente annichilito a vantaggio di tutti quei disagiati della cricca di Davos e dei loro piani di riconfigurazione della società. Sì, in questo schema delle cose contribuenti e imprese sono pedine in un gioco bellico più grande, usati come “scudi umani” volenti o nolenti. Sulla resistenza al dolore economico si basa la vittoria o la sconfitta delle parti in conflitto, ecco perché Powell insiste sul cosiddetto soft landing: permettere a una recessione di fare il suo corso senza però far sentire troppo dolore economico alla popolazione. In questo senso si deve intendere la linea d'azione higher for longer dei tassi e la ricostruzione del mercato dei capitali interno.

La BOJ si prepara a difendere lo yen. È lecito aspettarsi da qui ulteriori pressioni sull'euro mentre gli asset energetici continuano a salire. In questo modo Powell può sedersi tranquillo fino a settembre senza dover parlare più di taglio dei tassi.https://t.co/54I7CfZpsu

— Francesco Simoncelli (@Freedonia85) March 19, 2024

In Europa, invece, guadagnare tempo significa saccheggiare tutto il saccheggiabile per resistere alla tempesta. L'impalcatura economico costruita sin dalla venuta in essere dell'euro s'è basata su un presupposto fallace: finanziamenti infiniti tramite il mercato degli eurodollari. Ora che le festa è finita il panico dilaga e non c'è alcuna remora a mandare al macello in prima linea contribuenti e imprese. La direttiva sulle case green approvata di recente dal Parlamento europeo è un indizio in tal direzione. Senza contare che quest'anno dovrebbero infine concludersi i programmi di acquisti di asset della BCE, solo che se davvero sarà la prima e tagliare i tassi allora gli USA potranno dichiarare vittoria. Powell sta tenendo così i alti i tassi proprio per tal motivo, non ha necessità di continuare a rialzarli; è fiducioso che l'Europa si possa scavare la fossa da sola anche al livello di tassi raggiunto adesso. Tutta l'espansione burocratica europea (es. DSA, DMA, controllo capillare degli aspetti commerciali dei vari settori produttivi, stato di diritto a giorni alterni, sanzioni contro l'industria tech, grande fratello finanziario, ecc.) punta in tale direzione.

Vediamo un po': la FED continua col suo "higher for longer", la BOJ termina la YCC e inverte la rotta. Che abbiamo invece qui? La BCE che da sola vuole dettare il passo. Semmai dovesse tagliare i tassi a giugno, partirà uno short da paura sull'euro.https://t.co/kj3hNSLJso

— Francesco Simoncelli (@Freedonia85) March 20, 2024

Ricapitolando: la stampa di denaro è un pessimo modo per risolvere i problemi, ma è stato un escamotage utilizzato per guadagnare tempo. Nel frattempo ciò ha distribuito errori economici che devono essere corretti. Infatti tutto il nuovo denaro creato nel summenzionato secondo periodo preso in analisi non è stato guadagnato, bensì preso in prestito principalmente dalla finanza e dagli stati. Il nuovo “denaro” ha aumentato direttamente il debito collettivo e indirettamente ha aumentato i prezzi di azioni e obbligazioni facendo guadagnare a Buffett e Munger un sacco di soldi per sé e per i loro azionisti. Quel capitolo è ormai giunto al termine. La storia di oggi – economica, finanziaria, politica – è diversa sotto quasi ogni aspetto. In particolare, la nuova liquidità è stata presa in prestito e spesa, ma il peso del debito rimane insieme alla crisi inflazionistica/deflazionistica che Milton Friedman pensava di aver evitato. Ognuno dei player in gioco deve risolvere i propri problemi, ma alcuni di essi sono più gravi di quelli degli altri.


RABDOMANTI

La gravità di suddetti problemi porta di conseguenza a scelte dettate dalla disperazione e dal panico, cercando di muovere tutte le leve possibili ed esercitando tutta la pressione possibile sulle proprie sfere d'influenza. Infatti non è un caso che il taglio dei tassi della BNS arrivi subito dopo quello della BOJ. Si tratta di due Paesi su cui la FED ha un particolare ascendente e sono stati utilizzati, e tutt'ora vengono utilizzati, come alleati nella race to the bottom. In essa vince chi è più scaltro, non chi è più bravo. Se ricordate su queste pagine è stato documentato quando la cricca di Davos aveva cercato di destabilizzare la BNS un anno fa col suo attacco a Credit Suisse (fallito grazie al salvataggio della NYFED). Ora che il carry trade coi tassi negativi del Giappone non è più perseguibile, ed è stato quello che ha tenuto a galla l'euro, la BCE ha un disperato bisogno di qualcuno che inverta la rotta da qualche parte prima di lei. Inutile dire che la Svizzera, trovandosi in Europa suo malgrado, è sottoposta alle influenze di quest'ultima (tramite la Bundesbank).

1/ Non è un caso che questa mossa arrivi subito dopo il rialzo della BOJ. La BNS è un campo di battaglia tra la FED e la BCE, e a quest'ultima serve disperatamente un'altra banca centrale che la preceda in un taglio dei tassi.https://t.co/U67YlVCa3J

— Francesco Simoncelli (@Freedonia85) March 22, 2024

Il sistema bancario europeo ha bisogno di liquidità per non subire le criticità dovute alla quantità di crediti incagliati e asset non performanti che tiene in pancia. È un problema, questo, che attanaglia anche le banche dall'altro lato dell'Atlantico, ma la severità di tal problema è più gestibile data la volontà di ricostruire il mercato dei capitali piuttosto che spolparlo fino all'osso per sopravvivere come sta accadendo in Europa. Una crisi di liquidità, quindi, è inevitabile e le più esposte sono le banche europee. Come sappiamo per esperienza gli stress test non sono utili per saggiare lo stato in cui versa realmente il sistema bancario commerciale, quindi vediamo di analizzare le cose da un altro punto di vista.

Sappiamo che il sistema bancario commerciale è altamente indebitato, fattore misurato dal rapporto tra attivi di bilancio e patrimonio netto, tipico delle condizioni al picco di un ciclo del credito bancario. Mentre i tassi d'interesse erano saldamente ancorati allo zero, i margini di prestito si sono compressi e l’aumento della leva finanziaria di bilancio è stato il mezzo attraverso il quale una banca poteva continuare a staccare profitti. Ora che i tassi d'interesse sono aumentati, l’atteggiamento collettivo dei banchieri nei confronti dei livelli di credito è cambiato radicalmente: sono sempre più sensibili all’esposizione al rischio, sia nel settore finanziario che in quello non finanziario. Le perdite sui mercati obbligazionari si sono già accumulate sia per i clienti che per le banche stesse, di conseguenza hanno iniziato a modificare i loro modelli di business per ridurre la loro esposizione al calo dei valori delle obbligazioni. L’urgenza con cui questa linea di politica viene perseguita è dettata dal livello d’indebitamento bancario europeo, il quale riflette la difficoltà che ha l’intera coorte bancaria nel ridurre il proprio bilancio collettivo. Ma ciò di cui non viene tenuto traccia è lo spostamento dei prestiti dai settori ritenuti rischiosi, quelli che potrebbero gravare le banche con prestiti in sofferenza.

Esistono due modi in cui una banca può conformarsi alla normativa Tier 1 di Basilea 3: aumentando il capitale degli azionisti, o riducendo il rischio sui propri bilanci. Per la maggior parte delle grandi banche, l’emissione di più azioni è considerata troppo diluitiva, quindi vi è una maggiore pressione per ridurre il rischio di prestito. Questo è stabilito dal coefficiente di finanziamento netto (NSFR) introdotto in Basilea 3, ovvero il rapporto tra il finanziamento disponibile (ASF) e il finanziamento richiesto (RSF). L’applicazione delle norme ASF è finalizzata a garantire la stabilità delle fonti di credito di una banca (ovvero, il lato depositi del bilancio). Si applica un taglio del 50% ai grandi depositanti aziendali, mentre i depositi al dettaglio, considerati una fonte di finanziamento più stabile, subiscono solo un taglio del 5%. Ciò spiega perché Goldman Sachs e JPMorgan Chase, ad esempio, hanno espanso le loro filiali bancarie al dettaglio e hanno allontanato i grandi depositi, trasferiti presso la FED attraverso i pronti contro termine inversi.

L'RSF si applica agli attivi di una banca. Per ridurre il rischio del proprio bilancio, una banca deve evitare l’esposizione a impegni di prestito superiori a sei mesi, depositi presso altri istituti finanziari, prestiti a società non finanziarie e prestiti a clienti al dettaglio e piccole imprese. Sono penalizzate anche le negoziazioni in materie prime, così come le esposizioni in derivati che non sono specificatamente compensate da un altro derivato. Ciò spiega, tra le altre cose, la stretta creditizia sulle piccole e medie imprese, la spina dorsale di qualsiasi economia.

Le conseguenze delle regole NSFR di Basilea 3 stanno spingendo le banche commerciali a spostarsi progressivamente verso una stasi priva di rischio piuttosto che tentare di ridurre le dimensioni del bilancio (cosa che richiederebbe una contrazione dei depositi). Mentre le singole banche possono ridurre le proprie passività spostandole verso altre banche, la contrazione del bilancio a livello sistemico richiede una riduzione sia dei saldi dei depositi che di passività simili nell’intera rete bancaria. A parte la capacità molto limitata di cancellare i saldi dei depositi a fronte dei prestiti in sofferenza associati, il processo della creazione di depositi (es. riserva frazionaria) è difficile da invertire... a meno di un default. E se tutti coloro che hanno prestiti li ripagassero? Alcuni potrebbero essere in grado di farlo, ma per la stragrande maggioranza in un’economia zombificata ciò è impossibile.

Senza la continua espansione del credito bancario a tassi d'interesse più bassi, i prestiti in sofferenza sono destinati ad aumentare. Possono essere ammortizzati solo a fronte del patrimonio netto di una banca, o da altri elementi considerati di proprietà degli azionisti (es. crediti d'imposta non pagati), ed è per questo che le offerte di denaro più ampie, composte in gran parte da credito bancario, hanno smesso di salire. Una contrazione? A meno di singole banche che saltano in aria, è difficile immaginarla.

Da qui la caccia spasmodica del sistema bancario europeo alla liquidità e la BCE alla frenetica ricerca di una scusa per tagliare i tassi. Lo spostamento del debito a termine in bilancio da mark-to-market a hold-to-redemption ha nascosto ulteriori perdite e permesso di comprare tempo. Ma c'è un altro aspetto da tener presente: il mercato pronti contro termine statunitense (al quale si può accedere solo con titoli statunitensi). Un contratto pronti contro termine è un prestito garantito da un titolo; un contratto pronti contro termine inverso è un prestito in cui la banca centrale prende in prestito denaro da primary dealer, banche, fondi del mercato monetario e imprese parastatali. La durata del prestito è di un giorno. Il programma offre agli investitori del mercato monetario un posto in cui investire i fondi overnight.e bilanciare la curva di domanda/offerta di quest'ultimi. Durante la crisi sanitaria, ad esempio, la FED ha acquistato circa $5.000 miliardi in titoli del Tesoro e titoli ipotecari da Wall Street e di conseguenza nel sistema finanziario fu immessa un’enorme quantità di liquidità. Poiché le banche non utilizzavano tutta la liquidità per concedere prestiti o acquistare asset a lungo termine, le istituzioni finanziarie disponevano di liquidità in eccesso che doveva essere investita nei mercati monetari. Il risultato è stata una pressione al ribasso sui rendimenti a breve termine.

La FED ha poi rialzato il suo tasso di riferimento, ma con i fondi in eccesso che si riversavano sul mercato, raggiungere il tasso obiettivo si sarebbe rivelato difficoltoso. I pronti contro termine inversi le hanno consentito di raggiungerlo. Al loro picco questi strumenti finanziari avevano raggiunto i $2.500 miliardi, poi da lì sono scesi e attualmente sono a circa $500 miliardi; probabilmente scenderanno quasi a zero nei prossimi mesi. In sostanza, il mercato sta assorbendo la liquidità in eccesso. La FED è consapevole che i grandi investitori istituzionali devono vendere asset per ridurre la leva finanziaria se non c’è liquidità sufficiente. È questo il suo approccio per sgonfiare, in modo quanto più ordinato possibile, la bolla degli asset finanziari; certo, gli spillover raggiungeranno anche Main Street, ma aver puntellato il mercato dei capitali statunitense ha offerto una certa fiducia che il dolore economico percepito potrebbe essere di gran lunga inferiore a quello che invece subiranno altre giurisdizioni (come l'Europa). Infatti i capitali finanziari stanno volando negli USA.

Per quanto ci sia già recessione in termini reali, essa non sarà riconosciuta in termini nominali quest'anno (anche perché c'è ancora liquidità residua nei mercati per mascherarla). Questo permetterà alla FED di navigare fino a settembre con i tappi alle orecchie per smorzare le grida di coloro che vogliono assolutamente un taglio dei tassi. Se ce ne sarà uno, allora arriverà a settembre in modo da sfruttare l'effetto ritardo che può verificarsi nell'economia e favorire poi una eventuale rielezione di Trump. In questo modo potrà rappresentare la “seconda venuta di Reagan” agli occhi dell'elettorato e l'economia statunitense potrà tirare il fiato in termini di commercio/crescita.


CONCLUSIONE

Tutti coloro che ancora credono che ci sarà un ritorno ai bagordi del 1980-2020 si sbagliano di grosso. Non ci sarà più nessuno zero bound, almeno non negli Stati Uniti. La FED sta dicendo chiaro e tondo che bisogna passare attraverso un credit crunch per risolvere gli annosi problemi che hanno attanagliato il sistema bancario commerciale statunitense. E questo i grandi investitori, come Buffet, l'hanno capito. L'eccesso di leva accumulato nel corso dei decenni deve essere ripulito; soprattutto adesso che la politica monetaria è di nuovo tornata nelle mani dell'Eccles Buinding ed è stata tolta dal sistema bancario ombra (es. dollari “fantasma”) che avvantaggiava la City di Londra, Pechino e Bruxelles.

La scommessa della FED è la dannazione della BCE, della BOE e della PBOC.


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Cos’è “l’halving”? Spieghiamo l'evento più importante nella storia di Bitcoin

Freedonia - Gio, 28/03/2024 - 11:01

 

 

di Brian Nibley

L’halving del prossimo mese, considerato il più significativo fino a oggi, ridurrà la ricompensa del nuovo blocco da 6,25 bitcoin a 3,125.

• L’emergere dell'ETF spot su Bitcoin e il miglioramento della chiarezza normativa sono caratteristiche distintive uniche dell’evento attuale.

Dato che gli ETF spot su Bitcoin sono stati approvati lo stesso anno in cui è previsto l'halving, molti nuovi arrivati nel settore potrebbero chiedersi: cos'è? Questa è una domanda comune tra coloro che vogliono saperne di più sul protocollo Bitcoin. Considerato l'evento più importante nella storia di Bitcoin, l'halving di quest'anno dovrebbe avvenire intorno al 13 aprile.

Qui tratteremo le nozioni di base su come funziona, cos'è, perché accade e cosa potrebbe significare per i mercati quest'anno e oltre.

#BTC

4 Phases of The Bitcoin Halving

1. Pre-Halving Rally

Approximately 42 days remain until the Bitcoin Halving in April 2024

And ~60 days before the Halving, a Pre-Halving rally tends to occur (light blue)

History has repeated in this respect

Now, Bitcoin is approximately… pic.twitter.com/UQ8Klh6EfH

— Rekt Capital (@rektcapital) March 4, 2024


Comprendere lhalving

Prima di esaminare i potenziali impatti dell'halving di quest'anno, discutiamo di come funziona.

Bitcoin opera secondo un modello deflazionistico, in cui la ricompensa per l'estrazione di nuovi blocchi viene dimezzata ogni 210.000 blocchi, o circa ogni quattro anni, ed è un processo noto come "halving". Questo evento è significativo perché riduce la velocità con cui vengono generati nuovi bitcoin, limitandone così l’offerta. Bitcoin è l’unico asset nella storia umana ad avere un'offerta fissa che non aumenterà mai oltre il suo limite superiore, rendendolo la valuta più dura mai conosciuta.

Questo aspetto del protocollo non può essere modificato a causa della distribuzione decentralizzata dei nodi. Per aumentare il limite di offerta, la maggior parte dei nodi dovrebbe accettare tale modifica. Anche se questo potrebbe accadere in teoria, è difficile immaginare uno scenario in cui diventi realtà. Migliaia di nodi indipendenti in tutto il mondo dovrebbero accettare d'impoverirsi e ridurre il valore di Bitcoin nel suo complesso.

L'halving di quest'anno ridurrà la ricompensa dei nuovi blocchi da 6,25 a 3.125 bitcoin. Storicamente ognuno di essi è stato seguito da un notevole aumento del prezzo di Bitcoin, sebbene le performance passate non siano garanzia di risultati futuri. Tuttavia la sola anticipazione può portare a un aumento del volume degli scambi e della volatilità dei prezzi, come abbiamo visto nelle ultime settimane.

Contrariamente a quanto potrebbero dire alcuni commentatori di mercato, l'halving non potrà mai essere veramente priced-in prima che avvenga. Questo perché gran parte della pressione di vendita sul mercato proviene dai miner, i quali devono vendere le coin per coprire le proprie spese operative. Dopo l'halving questa pressione di vendita si riduce del 50%, poiché le loro entrate diminuiscono dello stesso importo.

#Bitcoin’s halving is almost here. Unpack the event from a miner’s perspective with our new report: https://t.co/sUsmeP70X0 pic.twitter.com/rcTiSIpiG6

— Fidelity Digital Assets (@DigitalAssets) March 4, 2024


Cosa succede ai miner dopo l’halving?

I miner possono avere difficoltà dopo l'halving, poiché vedono una significativa riduzione delle entrate. Le società di mining più grandi possono avere un’ancora di salvezza dato che possono accedere ai mercati dei capitali per ulteriori investimenti. In assenza di un rapido aumento del prezzo del Bitcoin, i miner più piccoli potrebbero essere costretti a chiudere.

Di conseguenza l'hashrate della rete tende a diminuire per un certo periodo dopo l'halving. Ciò porta quindi a un aggiustamento della difficoltà verso il basso, che alla fine può consentire a più miner di tornare online.

If you are looking for signs that this #Bitcoin bull market is different, look no further. ????#BTC is sitting at its all time high BEFORE the Fed has started cutting rates and BEFORE the halving.

Totally unprecedented.

Bullish AF.

— Rip VanWinkle ⚡️ (@danieleripoll) March 4, 2024


Limpatto dellhalving

L'halving di quest'anno potrebbe essere l'evento più importante nella storia di Bitcoin. Esistono diversi fattori convergenti che non erano presenti durante i precedenti cicli. Alcuni di questi includono:

• L’emergere degli ETF spot su Bitcoin;

• maggiore chiarezza normativa su Bitcoin, criptovalute ed exchange;

• l'eliminazione di molti cattivi attori del ciclo precedente (si pensi a FTX, Celsius, Voyager, ecc.);

• potenziale adozione di Bitcoin da parte di uno stato nazionale (El Salvador e voci di altri Paesi più grandi);

• l'adozione di Bitcoin a livello aziendale (Microstrategy, altre società pubbliche di Bitcoin).

In passato l'halving è stato un evento significativo sia per il prezzo di Bitcoin che per l'intero settore, anche in assenza delle variabili di cui sopra. È ovvio che questa volta potrebbe essere astronomico dato l’effetto combinato di questi nuovi sviluppi.

Inoltre poiché gli investitori al dettaglio possono ora ottenere esposizione a Bitcoin attraverso gli ETF, potrebbero esserci effetti a catena nell’intero sistema finanziario. Come tutto questo possa prendere forma nessuno lo sa.

TOM LEE: "I think #Bitcoin makes a beeline back towards its long-term trend line, which is probably $82,000 in the near term, $150,000 before year-end" ????

pic.twitter.com/RBw5LqaMcc

— Bitcoin News (@BitcoinNewsCom) March 5, 2024

Alcuni degli impatti più certi dell’halving e del mercato rialzista associato includono:

• un aumento delle transazioni. I commercianti che accettano Bitcoin come pagamento tendono a vedere un aumento degli acquisti, poiché i detentori cercano modi per ottenere profitti;

• aumento del volume degli scambi. Questo fattore può rivelarsi talmente estremo che gli exchange incontrano difficoltà. Ad esempio, Coinbase ha subito un'interruzione il 28 febbraio che ha portato gli utenti a vedere un saldo "0" nei loro conti per un certo periodo, mentre il prezzo di Bitcoin è rapidamente salito a $64.000;

• rinnovati investimenti e assunzioni nell'ecosistema delle criptovalute. Le società legate a Bitcoin e alle tecnologie blockchain tendono ad assumere durante questo periodo e gli investitori cercano di finanziare più startup;

• la speculazione e il sentimento del mercato. Non sorprende che il sentimento del mercato tenda a diventare euforico e che la speculazione su Bitcoin e sulle altcoin possa raggiungere livelli estremi. La leggendaria volatilità di questa classe di asset mostra tutto il suo potenziale proprio in questo periodo.

E, cosa più divertente di tutte, la creazione di nuovi meme legati a Bitcoin tende a salire alle stelle durante questo periodo.

Consultate quest'analisi più tecnica per avere maggiori dettagli su numeri e cifre.


Conclusione

L'halving Bitcoin è un evento cruciale, il quale si verifica circa ogni quattro anni e riduce la velocità con cui i nuovi bitcoin vengono messi online. Mentre ci avviciniamo a quello di quest'anno, c'è molta attesa per il suo potenziale impatto sul prezzo di Bitcoin e sul settore in generale.

Con l’emergere degli ETF spot su Bitcoin, una maggiore chiarezza normativa e la crescente adozione da parte sia delle nazioni che delle aziende questo halving potrebbe essere più significativo che mai. Sebbene i risultati esatti rimangano incerti, gli halving del passato hanno storicamente portato a un aumento del volume degli scambi, alla volatilità del mercato e a rinnovati investimenti nel settore.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/


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Quando l'ideologia diventa patologica

Freedonia - Mer, 27/03/2024 - 11:09

 

 

di Phil Duffy

Aleksandr Solzhenitsyn avrà anche ricevuto il Premio Nobel per la letteratura nel 1970, ma ciò non rende la sua opera, Gulag Archipelago, una lettura piacevole. La sola descrizione dettagliata dei metodi di tortura impiegati dal sistema sovietico allontanerà molti lettori. Al di là degli interrogatori ci sono i processi basati su un sistema giuridico finto, descritto dalla teoria del giurista sovietico Andrei Vyshinsky secondo cui la verità è relativa e che le prove possono essere ignorate per poi essere sostituite da confessioni forzate ottenute sotto tortura.

Al di là dell’incubo del sistema giudiziario sovietico, Solzhenitsyn descrisse quelle che chiamò “le navi dell’arcipelago”, i mezzi per trasportare i condannati al luogo finale d'incarcerazione e lavoro forzato. I mezzi di trasporto erano chiamati vagoni passeggeri “Stolypin”, progettati in epoca zarista per ospitare, al massimo, undici prigionieri per scompartimento. Nei momenti peggiori, secondo Solzhenitsyn, uno Stolypin poteva impiegare sette giorni per raggiungere la sua destinazione, carico di venticinque prigionieri.

Nella migliore delle circostanze gli scompartimenti erano pieni di prigionieri politici. Tuttavia i ladri – o blatnye, come venivano chiamati – venivano trasportati con i prigionieri politici e godevano di una posizione più alta nella gerarchia distopica sovietica. Occupavano i posti migliori nello scompartimento di uno Stolypin, continuando a esercitare il loro mestiere vittimizzando i prigionieri politici. I blatnye non venivano puniti per il possesso di un'arma: “La loro legge sui ladri veniva rispettata (“Non possono essere altro che quello che sono”). E un nuovo omicidio in cella non avrebbe aumentato la pena dell'assassino, ma gli avrebbe portato invece nuovi allori [...]. Stalin ha sempre avuto un debole per i ladri: dopo tutto, chi ha rapinato le banche per lui?”.

Solzhenitsyn, senza dubbio, si riferiva al ruolo di Joseph Stalin nella pianificazione della grande rapina alla Banca di Stato di Tiflis nella Georgia. Lo scopo della rapina era finanziare gli sforzi rivoluzionari dei bolscevichi, un piano presumibilmente approvato da Vladimir Lenin.

Com'è possibile che una nazione affidò il proprio sistema di giustizia alla sua classe criminale? Nel caso della Russia, le ragioni sono molteplici e complesse. Parte di questo fenomeno era legato alla sua storia e alle divisioni di classe che ne derivarono. Tuttavia c’era un altro fattore che ebbe un ruolo in particolare nei secoli XIX e XX: l’ideologia. Solzhenitsyn condivise una  prospettiva interessante al riguardo:

Le autogiustificazioni di Macbeth erano deboli e la sua coscienza lo divorava. Sì, anche Iago era un agnellino. L'immaginazione e la forza spirituale dei malfattori di Shakespeare si fermarono davanti a una dozzina di cadaveri. Perché non avevano ideologia.

L'ideologia: questo è ciò che dà al male la giustificazione a lungo cercata e dà al malfattore la necessaria fermezza e determinazione. Questa è la teoria sociale che lo aiuta a far sì che le sue azioni sembrino buone invece che cattive, ai suoi occhi e a quelli degli altri, cosicché non sentirà rimproveri e maledizioni ma riceverà lodi e onori.

Secondo George F. Kennan, che fece parte del gruppo di ambasciatori degli Stati Uniti a Mosca tra il 1933 e il 1953, l’Occidente – dall’inizio della rivoluzione russa nel 1917 – aveva difficoltà a comprendere le motivazioni del regime rivoluzionario:

C'era [...] un'importante differenza tra la questione che interessava i primi bolscevichi e quella che interessava le parti in guerra in Occidente. La prima era ideologica, con implicazioni sociali e politiche universali. I bolscevichi credevano che le questioni di organizzazione sociale – in particolare la questione della proprietà dei mezzi di produzione – avessero un’importanza che trascendeva tutte le rivalità internazionali. Tali rivalità erano, ai loro occhi, il prodotto delle relazioni sociali. Ecco perché attribuivano così poca importanza all’esito militare della lotta in Occidente.

I politici occidentali, al contrario, si concentravano sugli interessi nazionali e sul mantenimento di un equilibrio di potere tra quelle nazioni.

In quanto marxisti, i bolscevichi erano convinti che i successi ottenuti dalla Russia arretrata costituissero un'eccezione alla regola di Karl Marx secondo cui una rivoluzione socialista sarebbe avvenuta prima nelle società industriali più avanzate, in particolare nella patria di Marx, la Germania. Mentre erano ansiosi per i capitali occidentali che avrebbero permesso loro di acquisire attrezzature dall’Occidente per la crescita industriale, i bolscevichi condussero contemporaneamente campagne di propaganda in Occidente progettate per abbattere le sue economie e strutture politiche.

L'ideologia costituì quindi la giustificazione sociale non solo per il violento rovesciamento del regime zarista, ma anche per una continua “purificazione” del socialismo sovietico che portò alle famigerate  purghe di Stalin, le quali mandarono a morte milioni di cittadini sovietici. Sebbene non ci siano dubbi sul fatto che le purghe fossero progettate per eliminare i rivali politici di Stalin, furono vendute al popolo sovietico come parte di una spirale di purezza, in cui gli ideali della rivoluzione russa – e il marxismo classico – venivano in tal modo preservati.

L'ideologia ebbe una presa particolare sul popolo russo all'inizio delle rivoluzioni di febbraio e ottobre del 1917. La vita sotto gli zar aveva creato una rigida società feudale che sopravvisse anche dopo la  liberazione di venti milioni di servi da parte dello zar Alessandro II nel 1861. Non ci fu alcun movimento significativo verso il liberalismo in quel periodo come c’era stato in Gran Bretagna e in altre nazioni dell’Europa occidentale.

Alcune di queste differenze erano basate sulla natura fisica del territorio sovietico e sul suo clima freddo, il quale produceva stagioni di crescita brevi. Il suo sistema ferroviario era molto indietro rispetto a quello occidentale, ostacolando la circolazione di beni e servizi verso i mercati. Jerome Blum, in Russian Agriculture in the Last 150 Years of Serfdom, scrive: “Durante i 150 anni da Pietro ad Alessandro II, quando tante innovazioni furono introdotte in altri settori della vita nazionale, l’agricoltura rimase pressoché immutata rispetto a quello che era stata per secoli”.

Daniel Field ha osservato in A Companion to Russian History che: “La rivoluzione agricola, iniziata in Gran Bretagna a metà del XVIII secolo, aveva alcuni ammiratori nella Russia rurale, ma nessun praticante”.

La Russia era lontana dagli effetti dell’Era delle Scoperte, della rivoluzione agricola britannica e della Rivoluzione industriale.

Anche la distribuzione delle terre ai contadini, conseguente alla loro emancipazione, aveva i suoi lati oscuri:

Per quanto sembrassero impressionanti a prima vista queste libertà, presto divenne evidente che avevano avuto un costo pesante per i contadini. I beneficiari non erano loro, ma i proprietari terrieri. La cosa non deve sorprenderci: erano stati i dvoriane [cortigiani] ad elaborare le proposte di emancipazione. Il risarcimento ricevuto dai proprietari terrieri era molto superiore al valore di mercato delle loro proprietà; avevano anche il diritto di decidere a quale parte delle loro partecipazioni rinunciare. Non sorprende che abbiano tenuto per sé la terra migliore; i servi si prendevano gli avanzi. I dati mostrano che i proprietari terrieri conservarono i due terzi della terra, mentre i contadini ne ricevettero solo un terzo. La terra di qualità a prezzi accessibili ai contadini era così limitata che essi furono ridotti ad acquistare strisce strette che si rivelarono difficili da mantenere e che fruttavano poco cibo o profitto.

Inoltre, mentre ai proprietari terrieri veniva concessa una compensazione finanziaria per ciò a cui avevano rinunciato, i contadini dovevano pagare per la loro nuova proprietà. Non avendo risparmi, dovettero accendere dei mutui, l'80% erogato dalla banca statale e il restante 20% dai proprietari. Sembrava un'offerta generosa, ma come in ogni operazione di prestito il problema stava nei rimborsi. I contadini si ritrovarono gravati da pagamenti che diventarono un peso per tutta la vita e che poi doveva essere trasferito ai loro figli.

Nel 1917, gravata dalla sua partecipazione alla prima guerra mondiale, la Russia era matura per una rivoluzione basata sull’ideologia marxista. Tuttavia il termine ideologia richiede un chiarimento per comprenderne l’impatto in Russia. Britannica descrive l'evoluzione del termine:

La parola fece la sua prima apparizione in francese come idéologie ai tempi della Rivoluzione francese, quando fu introdotta dal filosofo A.-L.-C. Destutt de Tracy, come sostantivo abbreviato per quella che chiamava la sua “scienza delle idee” [...]. Destutt de Tracy e i suoi compagni ideologi idearono un sistema d'istruzione nazionale che credevano avrebbe trasformato la Francia in una società razionale e scientifica.

Britannica aggiunge poi che:

L'ideologia in senso stretto rimane abbastanza vicina alla concezione originale di Destutt de Tracy e può essere identificata da cinque caratteristiche: (1) contiene una teoria esplicativa di tipo più o meno completo sull'esperienza umana e sul mondo esterno; (2) stabilisce un programma, in termini generalizzati e astratti, di organizzazione sociale e politica; (3) concepisce la realizzazione di questo programma come una lotta; (4) non cerca semplicemente di persuadere ma di reclutare seguaci leali, esigendo quello che a volte viene chiamato impegno; (5) si rivolge a un vasto pubblico ma può tendere a conferire un ruolo speciale di leadership agli intellettuali.

La definizione più ampia di ideologia, descritta dal primo criterio di cui sopra, è troppo generale per essere utile a comprendere il conflitto che diede origine alla Rivoluzione Russa e alle sue conseguenze. I restanti quattro criteri, tuttavia, spiegano il divario che esiste tra la definizione più ampia di ideologia, che può comprendere il liberalismo classico, e la definizione più rigorosa che è l’essenza del marxismo violento. È quest’ultima definizione che richiede la nostra attenzione, perché rappresenta un rifiuto totale della moralità e del pensiero che è stato il motore del progresso nel mondo occidentale.

Si può speculare sulla carriera di Stalin in assenza della sua adozione del marxismo, ma è chiaro che nel 1907, quando organizzò la rapina alla banca di Tiflis, era già impegnato in una vita criminale che comprendeva rapine, omicidi, rapimenti ed estorsioni. Ciò solleva una domanda sul ruolo dell’ideologia in tutti i collettivismi: in che misura i dittatori collettivisti sono dogmaticamente legati all’ideologia originale dopo che questa ha favorito la loro ascesa al potere? Stalin usò l’ideologia marxista come copertura per rimuovere qualsiasi opposizione al suo regime e impiegò i suoi militari per costringere altre nazioni a diventare parte del suo impero sovietico. Altri dittatori hanno adottato la stessa strategia, da Mao Zedong in Cina a Fidel Castro a Cuba e Hugo Chavez in Venezuela. Tutti hanno utilizzato il manuale marxista mentre serviva ai loro scopi, ma lo hanno ignorato per eliminare brutalmente l’opposizione. Le persone in quei Paesi, che avrebbero dovuto beneficiare del socialismo marxista, hanno sofferto invece di privazione economica e perdita di libertà.

E ciò ci porta alla domanda definitiva: fino a che punto l’ideologia, rigorosamente definita, si traduce in una perdita di libertà e opportunità economiche all’interno di tutti i collettivismi, incluso il socialismo non marxista, il fascismo, il progressismo e persino la socialdemocrazia? I collettivisti abbandonano il principio di non aggressione mentre giustificano la violenza statale sulla base della falsa idea che il fine giustifica i mezzi. Poiché sempre più potere si concentra nel governo federale degli Stati Uniti, la natura coercitiva dello stato viene sempre più utilizzata per far rispettare obiettivi definiti politicamente come, ad esempio, diversità, equità e inclusione, “diritti” di identificazione del genere e discutibili strategie di controllo del clima. Le università, un tempo bastioni della libertà di parola, ora tollerano la violenza contro coloro che si oppongono ai programmi promossi dai collettivisti. La differenza fondamentale tra la definizione rigorosa di ideologia, che descrive le convinzioni dei collettivisti, e la definizione più ampia, che descrive le convinzioni del liberale classico, è l’ingegneria sociale condotta attraverso lo stato.

Nel regno della ragione il collettivismo non potrà mai vincere sul liberalismo classico e sull’economia del libero mercato. Tuttavia, come osservò Solzhenitsyn, l’ideologia prevalse sulla ragione negli anni successivi alla Rivoluzione russa. La politica di contenimento di George Kennan ebbe un discreto successo nel mettere in quarantena il marxismo virulento/violento dietro la cortina di ferro e il sistema sovietico alla fine fallì a causa delle sue stesse contraddizioni.

Tuttavia ciò è accaduto trentatré anni fa e da allora le lezioni della storia sono andate perdute in Occidente. Il liberalismo classico e il sistema di libero mercato non possono mai essere racchiusi in un’ideologia per contrastare il collettivismo. La ragione deve prevalere, ma dobbiamo evitare il tipo di pensiero superficiale che prevalse tra gli Alleati nella Prima Guerra Mondiale. La sopravvivenza della moralità occidentale è a rischio. Mentre tutte le generazioni perderanno, le generazioni più giovani hanno più da perdere sotto il collettivismo perché dovranno soffrirne più a lungo.


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From Tupac to Trump – Everything Is Scripted

Lew Rockwell Institute - Mer, 27/03/2024 - 05:01

The other night, I was watching Jason Whitlock’s excellent “Fearless” podcast, as I regularly do. He was covering the history of rap, or hip-hop (as a mere White male, I cannot determined the difference between them), with a focus on the most popular players in the industry, people like P-Diddy (formerly Puff Daddy) and Tupac Shakur.

I knew about Diddy’s dubious background. His father was a street criminal who was murdered when Puffy/Diddy was little. Little Diddy, like a song. At any rate, from these unfortunate set of circumstances, Puffy/Diddy somehow was handed Bad Boy Records, a division of corporate giant Arista, despite having no background in business. He was now no longer Sean Combs, his birth name, and initially was known as Puff Daddy. To be honest, that’s kind of a weak sounding name for someone in charge of a gangster rap label. Not that P Diddy strikes fear in the hearts of anyone, either. Snoop Dog? Lil’ Romeo? What’s with all these lame nicknames for supposed tough guys? And to think Johnny Cash was embarrassed about being named Sue.

But what really struck me is the research Whitlock did on Tupac Shakur. The guy with the “Thug Life” tattoo. The “baddest” man in a “bad” industry. Whitlock, who is an actual investigative journalist, unearthed a remarkable video interview with a teenage Shakur, who was then known as “Zesty.” Well, to be fair, it’s no less imposing of a nickname than Snoop Doggy Dog or Lil’ Romeo. At any rate, the interview reveals a very dainty, feminine Shakur, who seems much more like the theater major he was planning to be than any future gangster. Whitlock talked about how, in 1994, Shakur was supposedly shot five times, including twice in the head. Remarkably, he was released from the hospital the next day, complete with a Hollywoodish bandage wrapped around his head. He was now the face of gangster rap. Central casting 101.

This was a few years before Tupac was actually shot and killed, seemingly at the behest of his rival, Biggie Smalls, aka The Notorious B.I.G. There was a whole east coast-west coast rivalry going on. It’s a hip hop thing, you wouldn’t understand. On the old Bozo cartoons, his chief antagonists were a criminal duo known as Short Biggie and Big Shorty. Maybe the Notorious B.I.G. was a Bozo fan. At any rate, some fans refused to believe Zesty/Tupac was really gone. Did he fake his death, like Elvis? Or JFK, Jr.? Biggie Smalls went on to be murdered himself shortly thereafter. That’s organized crime for you. And those concocting this stupid and dangerous rap music industry wanted nothing more than for young people to make that comparison. They glamorized rappers the way Warner Brothers glamorized 1930s gangsters in films.

“Beto” O’Rourke, the Irish guy born Robert Francis O’Rourke, was a drunk driver, played in a punk band, a member of the self-proclaimed world’s oldest computer hacking group, the Cult of the Dead Cow, and most notably admitted to having fantasized about killing young kids. Then he was recruited- “installed” as comedian Katt Williams calls it- as an exciting young Democratic Party politician. Just like Sandy Cortez, as she was known as a popular teenager in an upper-middle class area. She was transformed into “AOC,” after she was hired to play the role of congressional representative, according to her brother. Or, you may prefer to believe our state controlled media, who tell us that in America, any obscure waitress can grow up to be a politician. That can happen if you’re really good at mixing drinks.

Have you watched “comedian” Lily Singh? She makes Margaret Cho look like Rodney Dangerfield. And her ego puts Trumpenstein to shame. There are lots of videos devoted to critiquing her ridiculous pomposity on YouTube. But someone “discovered” her. And gave her a late night talk show. She was “installed.” They needed a bisexual woman of color, as she refers to herself in every other sentence. Going back a bit, how did Don King go from two time murderer to the world’s premiere boxing promoter? Everything about King- his finger in a light socket hairdo, his wrapping himself in the American flag, his fracturing of big words, screams actor. Someone “discovered” him in his prison cell. He was definitely “installed.”

Marjorie Taylor Greene is the Republican alternative to Alexandria Ocasio Cortez, the former perky high schooler known as Sandy. MTG to AOC. A female Trump. Greene’s background is pretty undistinguished. She seems to have worked as a cross fit trainer, and also written for some conspiracy periodical. Hey, I still do kick boxing workouts at sixty seven, and I’ve written for conspiracy periodicals. Can someone “discover” me? MTG’s antics are very similar to AOC’s. You have a clear choice. Can anyone listen to Kamala Harris for five minutes, and not believe she was “installed?” There are lots of more attractive women, who can cackle as well as her. And millions of White women more qualified to be the nation’s first female vice president.

Who “installed” Lori Lightfoot? Gretchen Whitmer? Online rumors claim that Whitmer was known as “Stretchin’ Gretchen” in high school. I think you can probably figure out what the nickname suggests. How did Mike Lindell go from crackhead to the CEO of the world’s biggest pillow company? Did someone really think Lindsey Graham had the charisma and charm of a successful politician? Adam Schiff? Chucky Schumer? Did Nancy Pelosi really turn Miss Lube Job of 1959 into Speaker of the House? None of these leading political figures are personable in the manner of a Bill Clinton or a Ronald Reagan, let alone Franklin Roosevelt or John F. Kennedy. Yet someone backed them with big money, and if we are to believe the voting results, someone keeps returning them to office. Every one of them are “installed.”

In our world of alternative media, I am suspicious about lots of the most popular figures. I know how hard it is to get the kind of following I have built. I don’t know what you have to do, or what you can do, to get hundreds of thousands, or even millions of followers. Some of these people have become One Percenters while saying and writing many of the same things I have, without becoming a One Percenter. As I’ve said, I treat everyone as legitimate until proven otherwise. But it is impossible to escape the notion that there is an unseen source of power behind some of them. We may not know which ones, but some of them were undoubtedly “installed.”

I read a story recently about a couple that lost their little girl on the beach. Apparently, the sand where she was playing just collapsed, and pulled her under. The interview I saw with the parents raised the kinds of questions such interviews usually do. I don’t know, maybe it’s not as traumatic as I would think it would be to lose a small child like that. And it wasn’t explained just how she was sucked under, to such an extent that volunteers worked for twenty minutes or something before reaching her dead body. I can’t imagine a more horrible way to die. My apologies to the parents, and to the parents enduring tragedies like this, for noticing their demeanor. But we see it regularly in all the mass casualty events. It just sets off my Spidey Sense. But who knows, maybe Zesty Shakur was shot twice in the head. He was a gangster.

It’s hard to disagree with Shakespeare’s proclamation that “all the world’s a stage.” But who was Shakespeare? There has long been a scholarly debate about the real identity of perhaps the world’s greatest author. The historical William Shakespeare had little education, and had never traveled to any of the countries he described so colorfully. When James Wilmot set out to write the first biography of Shakespeare in 1781, and visited his home town, he was shocked by what he discovered. There was no evidence that Shakespeare had ever owned, let alone read, any books. He left behind no letters. The real author of the work credited to Shakespeare must have been an aristocrat like Francis Bacon. Maybe I’m just being an elitist snob. A community college dropout and self-proclaimed populist shouldn’t be a snob.

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The Heinous Constitution: An Abominable Curse on the Liberty of All

Lew Rockwell Institute - Mer, 27/03/2024 - 05:01

“Still another of the frauds of these men is, that they are now establishing, and that the war was designed to establish, “a government of consent.” The only idea they have ever manifested as to what is a government of consent, is this—that it is one to which everybody must consent, or be shot. This idea was the dominant one on which the war was carried on; and it is the dominant one, now that we have got what is called “peace.”

Lysander Spooner, No Treason: The Constitution of No Authority

To believe or support any document that is claimed to be a contract agreed upon by all, and in perpetuity, without a single signature by any held to its decrees, represented by only a few criminal rulers, ‘interpreted’ by only nine appointed criminal ‘supreme’ court judges, and enforced at the point of a gun, is not only ignorant, arrogant, and asinine, it is completely insane. But in this nation-state 235 years ago, a few rich mercantilists and corrupt politicians falsely referred to as the ‘founders,’ in the dark of night, behind locked and closed doors, in total secrecy, drafted what is referred to as ‘The Constitution,’ and claimed it bound every single individual in the country, and would be binding on every single individual born thereafter. What nonsense is this?

No man, and no group of men called government, have any right whatsoever to rule over any other man on earth. To assume such a position, whether this rule be consented to by any minority or majority, or unlawfully ‘designated’ to any so-called ‘representative, is illegitimate and immoral, and is the epitome of evil. This is without question, and those who would attempt to refute this truth, are not to be trusted. All power of one over another is criminal, therefore the delegation of such power is also criminal. This should bring forth the assumption that all those who participate in this unauthorized government, all those who support this system, and all those who vote to sustain this system, are behaving in a criminal manner. As should be obvious at this juncture, we live in a criminal country.

Unfortunately, every country on earth has some form of government, or governing structure, and all are illegitimate. Although some places are better than others, none are truly free, so this makes it virtually impossible to use your feet to seek real freedom, as none exists in its natural form in this world. How did man get to this place? How did man not see the error in rule, and squash it at the beginning? How did man over thousands of years of rule not understand that rule is the essence of slavery?

Could any government be legitimate? I would say no, but optimistically speaking, there is always the possibility. A legitimate government could theoretically (never in reality) exist, but with a very strict set of parameters. It would have to be completely voluntary by all participants, it could have no power whatsoever to make ‘laws’ or mandates or delegate any power,  it could only protect the natural rights of man without any manner of aggression, it could have no power to tax (steal), it could not regulate or restrict anyone from any activity that did not harm the natural rights of others, and none could be bound by it should they decide to leave the system. This seems simple enough to me, but it has never once been tried; this likely due to the fact that no criminal politician would have any interest whatsoever in not having power over others. This is a realization that should be embraced by all.

Due to extreme propaganda, outright lies, lifetime indoctrination, and brainwashing, most in this country cling to the State’s false narrative that they are free, but there has never been total freedom, even when times were much better than today. Every day since the so-called birth of the U.S., freedom has been compromised, and the population has experienced less and less liberty. This was not an accident, as all government is criminal, and seeks only to gain more power over others. Government is fraudulent, and its constitutions therefore, are fraudulent as well. This should be easily understood, but it is not except by the very few.

Governments have no legitimate right to rule, and cannot therefore, define, grant, restrict, or take away natural rights, or alter natural law, without destroying the concept of freedom in the process. Any government constitution is in direct contradiction of this truth, as constitutions are meant to first define the powers assumed by government, when government has no justifiable authority to claim power over any man, his property, or his beliefs. Considering the U.S. Constitution, especially Article 1, Section 8, it grants unlimited powers to government, including the power to tax, to control all money, to control all commerce, to provide for the general welfare, to provide (control) for all common defense, to borrow money creating common debt, to declare war, to raise armies and militaries, to assume control of all by complete power over the militia, and grants itself ‘authority’ to purchase (steal) any property it deems necessary for these purposes, among other powers. If this is not enough, government gives itself the power to make all laws necessary for executing any and all powers as ‘vested’ by the Constitution. As you can see in this statement alone, this constitution was meant to ‘vest’ massive powers to government. Nothing could be more harmful to freedom, nor could it be more blatantly immoral and absurd.

The government drafted and implemented this document to greatly expand centralized power, and gave itself unlimited powers to do so. This was not done by the people, or with the consent of the people, certainly not even one single individual, and this heinous document was never created out of whole cloth in order to limit itself, or empower the people in any way. Should that have been the mission, it was an abject failure from minute one, but in reality, it was no failure for the rulers, it was a magnificent success, as can be evidenced over our history of tyranny and totalitarian rule.

The U.S. Constitution is not only illegitimate, it is a complete fraud. It has no authority over any individual, it cannot define or grant rights, as all rights are natural, and it was never drafted for that purpose. To accept anything other than this truth, one would have to concede that any government, and at any time in history, or any so-called criminal representatives of government, could bind you by an unsigned contract without your implicit agreement, to be a slave to the State. Not only that, but also, that all your children, and your children’s children, and every generation in the future would also be bound by the dead politicians who forced this on the people in the first place. The idiocy of this kind of thinking is not only bewildering, but is also idiotic.

Everything I have said here applies to every constitution, every government decree, every restrictive law, whether State or Federal. Constitutions have no legitimate authority, regardless of venue. There is no such thing as limited government because government only seeks more power. There is no such thing as a benevolent government for these same reasons, and that all government is evil. No one has any right whatsoever to delegate power to anyone or any government to bind another; one can only bind himself, so this fact alone negates all government and its heinous constitutions.

Of course the questions I will be asked, are: “What is your solution?” “What system do you recommend?” How do we ‘reform’ government to make it better?” “Who will protect me, and keep me safe?” “Who will build roads?” “Who should I vote for as my master to fix government?” And many will think if not ask: “Who will steal from my neighbors to give to me, so I can have ‘free’ healthcare, welfare, ‘covid’ checks, tax credits, government schooling, food stamps, retirement pay, etc.?” Stupid questions all, and an obvious sign that irresponsibility and voluntary enslavement to the State, is more important to most than their own freedom. This is pathetic beyond words, and the chatter of dependent fools.

“To be GOVERNED is to be watched, inspected, spied upon, directed, law-driven, numbered, regulated, enrolled, indoctrinated, preached at, controlled, checked, estimated, valued, censured, commanded, by creatures who have neither the right nor the wisdom nor the virtue to do so. To be GOVERNED is to be at every operation, at every transaction noted, registered, counted, taxed, stamped, measured, numbered, assessed, licensed, authorized, admonished, prevented, forbidden, reformed, corrected, punished. It is, under pretext of public utility, and in the name of the general interest, to be placed under contribution, drilled, fleeced, exploited, monopolized, extorted from, squeezed, hoaxed, robbed; then, at the slightest resistance, the first word of complaint, to be repressed, fined, vilified, harassed, hunted down, abused, clubbed, disarmed, bound, choked, imprisoned, judged, condemned, shot, deported, sacrificed, sold, betrayed; and to crown all, mocked, ridiculed, derided, outraged, dishonored. That is government; that is its justice; that is its morality.”

Pierre-Joseph Proudhon, The General Idea of the Revolution in the Nineteenth Century

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The CIA Does ‘Soulful Work’

Lew Rockwell Institute - Mer, 27/03/2024 - 05:01

Back in the late 1980s and early 1990s, a spate of books and articles extolling the word “soul” became the rage in the United States.  Soul became the chic word.  It popped up everywhere.  Everything seemed to acquire soul – cars, toasters, underwear, cats’ pajamas, assorted crap, kitsch, etc.  Soul sold styles from boots to bras to bibelots from The New York Times to O Magazine.

The vogue in soul talk spread to every domain as everyone was commodified and capital was financialized.  While political, economic, and ecological reality spun out of regular people’s control and they felt unable to feel connected to a religious tradition that cut through the materialistic and war miasma, they were ravaged with a hunger to devour, to consume.  It was soul propaganda, highbrow New Ageism at its finest, the religious equivalent of an old-fashioned Ralph Lauren interior.  It was the era of consuming souls in a society that had become a spiritual void.  At least for those who had become divorced from their bodies and tradition at its best.  Fantasy started to rapidly replace reality.

The great popularizer of this new sense of soul and self (though no-self would be more accurate) was Thomas Moore, the author of the best-selling book – Care of the Soul, “a pathbreaking lifestyle handbook” and soon to be soul franchise (The Soul of Sex, Soul Therapy, The Soul of Christmas, etc.)  His works replaced the idea of an existential self with a precious, epicurean conception.  “You have a soul, the tree in front of your house has a soul, but so too does the car parked under the tree,” he said, adding that things “have as much personality and independence as I do.”  Ah, soul!

Not soul as I once learned in Catholic school: the essence of human freedom and consciousness in God united with the body.

Definitely not soul as the essence of a person bound by conscience to God and other human beings.

Not soul as in “For what shall it profit a man if he should gain the whole world and lose his soul.”

Not even soul as the dictionary defines it” “the immortal essence of an individual life.”

Although I have seen this soul-talk used for decades now to sell all sorts of bullshit and thought I couldn’t be surprised by any more usage, I just stumbled on one that took my breath away.  I read in Life Undercover, a memoir by RFK, Jr.’s presidential campaign manager, daughter-in-law, and former CIA spy under nonofficial cover in the Middle East, Southeast Asia, and North Africa, Amaryllis Fox (Kennedy), that CIA work is “soulful work.”  I didn’t know this.  I thought its job was to spy, kill, and foment chaos for its Wall St handlers (with certain exceptions being some analysts who gather information).  I recall former CIA Director Mike Pompeo saying, “I was the CIA director. We lied, we cheated, we stole. It’s – it was like – we had entire training courses. It reminds you of the glory of the American experiment.”  Or as my friend Doug Valentine, an expert on the CIA, puts it, the CIA is “Organized Crime,” not a bunch of soul-force workers out to feed the hungry and clothe the naked.  He writes:

CIA and military intelligence units now operate out of a global network of bases, as well as secret jails and detention sites operated by complicit secret police interrogators. Their strategic intelligence networks in any nation are protected by corrupt warlords and politicians, the ‘friendly civilians’ who supply the death squads that in fact are their private militias, funded largely by drug smuggling and other criminal activities.

Yet Fox effusively thanks her CIA colleagues for their great work and for making her the woman she has become.  “Your allegiance is to the flag, to the Constitution, to some higher power, be that God or Love,” she writes in gratitude.

For some reason, I don’t think the assassinated JFK or RFK would buy her love talk; rather, they may quote another eloquent Irish-American, the playwright Eugene O’Neill: “God damn you, stop shoving your rotten soul in my lap.”

The man Fox is trying to elect president of the U.S., Robert F. Kennedy, Jr., also wrote a memoir – American Values – that revolves around an indictment of the CIA for an endless series of crimes:  “What are we going to do about the CIA?” he quotes his father saying to his aide Fred Dutton at the beginning of JFK’s presidency, before both Kennedys had yet to be killed by the soulful CIA.  Kennedy, Jr. writes:

Critics warned that the ‘tail’ of the covert operations branch would inevitably wag the dog of intelligence gathering (espionage). And indeed , the clandestine services quickly subsumed the CIA’s espionage function as the Agency’s intelligence analysts increasingly provided justification for the CIA’s endless interventions.

Fifty-six years later his campaign manager Fox Kennedy – you can’t make this weirdness up – married to RFK, III, is touting the soulful work of the Agency.  She replaced Dennis Kucinich, who was a strong a supporter of the Palestinians.  Is Fox and RFK, Jr.’s relationship a matter of what the Boss says to Luke in the iconic movie Cool Hand Luke – “What we got here is failure to communicate” – or the kind of communication that takes place in elite circles behind closed doors?

Sometimes sick people utter truths that lead to sardonic assent.  They remind you of history that is so shameful you cringe.  Fox and Pompeo also seem to live in separate realities, their psyches twisted by some deep evil force for which they both worked.

And here we are in another presidential election year.  When you think about presidential politics, you have to laugh.  I like to laugh, so I think about them from time to time.  It’s always a bad joke, but that’s why they are funny.  It makes no difference whether the president is Ford, Nixon, Carter, Reagan, George H. W. Bush, Clinton, Bush Jr., Obama, Trump, Biden, or anyone who tries to square the oval office for their special sort of big change that never comes.  Those who tell you with a straight face that the lesser of two (or more) evils is better than nothing have not studied history.  They choose the evil of two lessers and wash their hands.  They live on pipe dreams, as Eugene O’Neill put it in his play The Iceman Cometh:

To hell with the truth! As the history of the world proves, the truth has no bearing on anything. It’s irrelevant and immaterial, as the lawyers say. The lie of a pipe dream is what gives life to the whole misbegotten mad lot of us, drunk or sober.

I am reminded of advice I was given during the immoral and illegal Vietnam War when I had decided to apply for a discharge from the Marines as a conscientious objector.  But if you don’t go to the war, people said to me with straight faces, some poor draftee will.  The military needs good people.  To which I would often respond: Like the country needs good commanders-in-chief such as Lyndon Johnson and Richard Nixon.  It’s like what people say about buying a lottery ticket when your odds are 1 in 500,000,000 – someone has to win.  Ha!  Ha!  Never reject the system is always the message.

Contemplating U.S. history for the past fifty-five plus years confirms the continuity of government policy for war and economic policies that enrich the wealthy at the expense of the working class and massacre the innocent around the world.  But we can pretend otherwise.  For an egregious recent example, the three leading candidates in this year’s election – Biden, Trump, and RFK, Jr. – all stand firmly behind the Israeli genocide in Gaza that any human being with a soul would condemn.

That these men are controlled by the Israel Lobby is obvious, but we can pretend otherwise.

That this is corruption is obvious, but we can pretend otherwise.

We can pretend and pretend and pretend all we want because we are living in a pretend society.

What’s that old Rodney Dangerfield joke: the problem with happiness is that it can’t buy you money?  Well, the problem with presidential politics is it can’t buy you the truth, but if you do it right it can fetch you money, a lot of corrupt money to help you rise to the pinnacle of a corrupt government.  For the truth is that the CIA/NSA run U.S. foreign war policy and the presidents are figureheads, actors in a society that lost all connection to reality on November 22, 1963.

Scotte Ritter has recently written the following about the CIA and its spearheading of the U.S. war against Russia through Ukraine:

Now, amid such a tense environment, it appears the C.I.A. has not only green-lighted an actual invasion of the Russian Federation, but more than likely was involved in its planning, preparation and execution.

Never in the history of the nuclear era has such danger of nuclear war been so manifest.

That the American people have allowed their government to create the conditions where foreign governments can determine their fate and the C.I.A. can carry out a secret war which could trigger a nuclear conflict, eviscerates the notion of democracy.

If this is soulful work, God help us.

Ask the 32,000 + dead Palestinians in Gaza whose voices cry out for justice while the top presidential contenders cheer on the Israeli/U.S. slaughter.

“The terrible truth is,” writes Douglass Valentine, “that a Cult of Death rules America and is hell-bent on world domination.”

And yes, presidential politics is a funny diversion from that reality.  Eugene O’Neill could be humorous also.  He played the Iceman theme to perfection, the Grim Reaper of two faces.

There was a tale circulating in the 1930s that a man came home and called upstairs to his wife, “Has the iceman come yet?”  “No,” she replied, “but he’s breathing hard.”

Reprinted with the author’s permission.

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Rule by Criminals: When Dissidents Become Enemies of the State

Lew Rockwell Institute - Mer, 27/03/2024 - 05:01

In these days of worldwide confusion, there is a dire need for men and women who will courageously do battle for truth.”— Martin Luther King Jr.

When exposing a crime is treated as committing a crime, you are being ruled by criminals.

In the current governmental climate, obeying one’s conscience and speaking truth to the power of the police state can easily render you an “enemy of the state.”

The government’s list of so-called “enemies of the state” is growing by the day.

Wikileaks founder Julian Assange is merely one of the most visible victims of the police state’s war on dissidents and whistleblowers.

Five years ago, on April 11, 2019, police arrested Assange for daring to access and disclose military documents that portray the U.S. government and its endless wars abroad as reckless, irresponsible, immoral and responsible for thousands of civilian deaths.

Included among the leaked materials was gunsight video footage from two U.S. AH-64 Apache helicopters engaged in a series of air-to-ground attacks while American air crew laughed at some of the casualties. Among the casualties were two Reuters correspondents who were gunned down after their cameras were mistaken for weapons and a driver who stopped to help one of the journalists. The driver’s two children, who happened to be in the van at the time it was fired upon by U.S. forces, suffered serious injuries.

There is nothing defensible about crimes such as these perpetrated by the government.

When any government becomes almost indistinguishable from the evil it claims to be fighting—whether that evil takes the form of war, terrorism, torture, drug trafficking, sex trafficking, murder, violence, theft, pornography, scientific experimentations or some other diabolical means of inflicting pain, suffering and servitude on humanity—that government has lost its claim to legitimacy.

These are hard words, but hard times require straight-talking.

It is easy to remain silent in the face of evil.

What is harder—what we lack today and so desperately need—are those with moral courage who will risk their freedoms and lives in order to speak out against evil in its many forms.

Throughout history, individuals or groups of individuals have risen up to challenge the injustices of their age. Nazi Germany had its Dietrich Bonhoeffer. The gulags of the Soviet Union were challenged by Aleksandr Solzhenitsyn. America had its color-coded system of racial segregation and warmongering called out for what it was, blatant discrimination and profiteering, by Martin Luther King Jr.

And then there was Jesus Christ, an itinerant preacher and revolutionary activist, who not only died challenging the police state of his day—namely, the Roman Empire—but provided a blueprint for civil disobedience that would be followed by those, religious and otherwise, who came after him.

Indeed, it is fitting that we remember that Jesus Christ—the religious figure worshipped by Christians for his death on the cross and subsequent resurrection—paid the ultimate price for speaking out against the police state of his day.

A radical nonconformist who challenged authority at every turn, Jesus was a far cry from the watered-down, corporatized, simplified, gentrified, sissified vision of a meek creature holding a lamb that most modern churches peddle. In fact, he spent his adult life speaking truth to power, challenging the status quo of his day, and pushing back against the abuses of the Roman Empire.

Much like the American Empire today, the Roman Empire of Jesus’ day had all of the characteristics of a police state: secrecy, surveillance, a widespread police presence, a citizenry treated like suspects with little recourse against the police state, perpetual wars, a military empire, martial law, and political retribution against those who dared to challenge the power of the state.

For all the accolades poured out upon Jesus, little is said about the harsh realities of the police state in which he lived and its similarities to modern-day America, and yet they are striking.

Secrecy, surveillance and rule by the elite. As the chasm between the wealthy and poor grew wider in the Roman Empire, the ruling class and the wealthy class became synonymous, while the lower classes, increasingly deprived of their political freedoms, grew disinterested in the government and easily distracted by “bread and circuses.” Much like America today, with its lack of government transparency, overt domestic surveillance, and rule by the rich, the inner workings of the Roman Empire were shrouded in secrecy, while its leaders were constantly on the watch for any potential threats to its power. The resulting state-wide surveillance was primarily carried out by the military, which acted as investigators, enforcers, torturers, policemen, executioners and jailers. Today that role is fulfilled by the NSA, the FBI, the Department of Homeland Security and the increasingly militarized police forces across the country.

Widespread police presence. The Roman Empire used its military forces to maintain the “peace,” thereby establishing a police state that reached into all aspects of a citizen’s life. In this way, these military officers, used to address a broad range of routine problems and conflicts, enforced the will of the state. Today SWAT teams, comprised of local police and federal agents, are employed to carry out routine search warrants for minor crimes such as marijuana possession and credit card fraud.

Citizenry with little recourse against the police state. As the Roman Empire expanded, personal freedom and independence nearly vanished, as did any real sense of local governance and national consciousness. Similarly, in America today, citizens largely feel powerless, voiceless and unrepresented in the face of a power-hungry federal government. As states and localities are brought under direct control by federal agencies and regulations, a sense of learned helplessness grips the nation.

Perpetual wars and a military empire. Much like America today with its practice of policing the world, war and an over-arching militarist ethos provided the framework for the Roman Empire, which extended from the Italian peninsula to all over Southern, Western, and Eastern Europe, extending into North Africa and Western Asia as well. In addition to significant foreign threats, wars were waged against inchoate, unstructured and socially inferior foes.

Martial law. Eventually, Rome established a permanent military dictatorship that left the citizens at the mercy of an unreachable and oppressive totalitarian regime. In the absence of resources to establish civic police forces, the Romans relied increasingly on the military to intervene in all matters of conflict or upheaval in provinces, from small-scale scuffles to large-scale revolts. Not unlike police forces today, with their martial law training drills on American soil, militarized weapons and “shoot first, ask questions later” mindset, the Roman soldier had “the exercise of lethal force at his fingertips” with the potential of wreaking havoc on normal citizens’ lives.

A nation of suspects. Just as the American Empire looks upon its citizens as suspects to be tracked, surveilled and controlled, the Roman Empire looked upon all potential insubordinates, from the common thief to a full-fledged insurrectionist, as threats to its power. The insurrectionist was seen as directly challenging the Emperor.  A “bandit,” or revolutionist, was seen as capable of overturning the empire, was always considered guilty and deserving of the most savage penalties, including capital punishment. Bandits were usually punished publicly and cruelly as a means of deterring others from challenging the power of the state.  Jesus’ execution was one such public punishment.

Acts of civil disobedience by insurrectionists. Much like the Roman Empire, the American Empire has exhibited zero tolerance for dissidents such as Julian Assange, Edward Snowden and Chelsea Manning who exposed the police state’s seedy underbelly. Jesus was also branded a political revolutionary starting with his attack on the money chargers and traders at the Jewish temple, an act of civil disobedience at the site of the administrative headquarters of the Sanhedrin, the supreme Jewish council.

Military-style arrests in the dead of night. Jesus’ arrest account testifies to the fact that the Romans perceived Him as a revolutionary. Eerily similar to today’s SWAT team raids, Jesus was arrested in the middle of the night, in secret, by a large, heavily armed fleet of soldiers.  Rather than merely asking for Jesus when they came to arrest him, his pursuers collaborated beforehand with Judas. Acting as a government informant, Judas concocted a kiss as a secret identification marker, hinting that a level of deception and trickery must be used to obtain this seemingly “dangerous revolutionist’s” cooperation.

Torture and capital punishment. In Jesus’ day, religious preachers, self-proclaimed prophets and nonviolent protesters were not summarily arrested and executed. Indeed, the high priests and Roman governors normally allowed a protest, particularly a small-scale one, to run its course. However, government authorities were quick to dispose of leaders and movements that appeared to threaten the Roman Empire. The charges leveled against Jesus—that he was a threat to the stability of the nation, opposed paying Roman taxes and claimed to be the rightful King—were purely political, not religious. To the Romans, any one of these charges was enough to merit death by crucifixion, which was usually reserved for slaves, non-Romans, radicals, revolutionaries and the worst criminals.

Jesus was presented to Pontius Pilate “as a disturber of the political peace,” a leader of a rebellion, a political threat, and most gravely—a claimant to kingship, a “king of the revolutionary type.” After Jesus is formally condemned by Pilate, he is sentenced to death by crucifixion, “the Roman means of executing criminals convicted of high treason.”  The purpose of crucifixion was not so much to kill the criminal, as it was an immensely public statement intended to visually warn all those who would challenge the power of the Roman Empire. Hence, it was reserved solely for the most extreme political crimes: treason, rebellion, sedition, and banditry. After being ruthlessly whipped and mocked, Jesus was nailed to a cross.

Jesus—the revolutionary, the political dissident, and the nonviolent activist—lived and died in a police state. Any reflection on Jesus’ life and death within a police state must take into account several factors: Jesus spoke out strongly against such things as empires, controlling people, state violence and power politics. Jesus challenged the political and religious belief systems of his day. And worldly powers feared Jesus, not because he challenged them for control of thrones or government but because he undercut their claims of supremacy, and he dared to speak truth to power in a time when doing so could—and often did—cost a person his life.

Unfortunately, the radical Jesus, the political dissident who took aim at injustice and oppression, has been largely forgotten today, replaced by a congenial, smiling Jesus trotted out for religious holidays but otherwise rendered mute when it comes to matters of war, power and politics.

Yet for those who truly study the life and teachings of Jesus, the resounding theme is one of outright resistance to war, materialism and empire.

What a marked contrast to the advice being given to Americans by church leaders to “submit to your leaders and those in authority,” which in the American police state translates to complying, conforming, submitting, obeying orders, deferring to authority and generally doing whatever a government official tells you to do.

Telling Americans to blindly obey the government or put their faith in politics and vote for a political savior flies in the face of everything for which Jesus lived and died.

Will we follow the path of least resistance—turning a blind eye to the evils of our age and marching in lockstep with the police state—or will we be transformed nonconformists “dedicated to justice, peace, and brotherhood”?

As Martin Luther King Jr. reminds us in a powerful sermon delivered 70 years ago, “This command not to conform comes … [from] Jesus Christ, the world’s most dedicated nonconformist, whose ethical nonconformity still challenges the conscience of mankind.”

Ultimately, as I make clear in my book Battlefield America: The War on the American People and in its fictional counterpart The Erik Blair Diaries, this is the contradiction that must be resolved if the radical Jesus—the one who stood up to the Roman Empire and was crucified as a warning to others not to challenge the powers-that-be—is to be an example for our modern age.

Reprinted with permission from The Rutherford Institute.

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The Nuland – Budanov – Tajik – Crocus Connection

Lew Rockwell Institute - Mer, 27/03/2024 - 05:01

Let’s start with the possible chain of events that may have led to the Crocus terror attack. This is as explosive as it gets. Intel sources in Moscow discreetly confirm this is one of the FSB’s prime lines of investigation.

December 4, 2023. Former chairman of the Joint Chiefs of Staff, Gen Mark Milley, only 3 months after his retirement, tells CIA mouthpiece The Washington Post: “There should be no Russian who goes to sleep without wondering if they’re going to get their throat slit in the middle of the night (…) You gotta get back there and create a campaign behind the lines.”

January 4, 2024: In an interview with ABC News, “spy chief” Kyrylo Budanov lays down the road map: strikes “deeper and deeper” into Russia.

January 31: Victoria Nuland travels to Kiev and meets Budanov. Then, in a dodgy press conference at night in the middle of an empty street, she promises “nasty surprises” to Putin: code for asymmetric war.

February 22: Nuland shows up at a Center for Strategic and International Studies (CSIS) event and doubles down on the “nasty surprises” and asymmetric war. That may be interpreted as the definitive signal for Budanov to start deploying dirty ops.

February 25: The New York Times publishes a story about CIA cells in Ukraine: nothing that Russian intel does not already know.

Then, a lull until March 5 – when crucial shadow play may have been in effect. Privileged scenario: Nuland was a key dirty ops plotter alongside the CIA and the Ukrainian GUR (Budanov). Rival Deep State factions got hold of it and maneuvered to “terminate” her one way or another – because Russian intel would have inevitably connected the dots.

Yet Nuland, in fact, is not “retired” yet; she’s still presented as Undersecretary of State for Political Affairs and showed up recently in Rome for a G7-related meeting, although her new job, in theory, seems to be at Columbia University (a Hillary Clinton maneuver).

Meanwhile, the assets for a major “nasty surprise” are already in place, in the dark, and totally off radar. The op cannot be called off.

March 5: Little Blinken formally announces Nuland’s “retirement”.

March 7: At least one Tajik among the four-member terror commando visits the Crocus venue and has his photo taken.

March 7-8 at night: U.S. and British embassies simultaneously announce a possible terror attack on Moscow, telling their nationals to avoid “concerts” and gatherings within the next two days.

March 9: Massively popular Russian patriotic singer Shaman performs at Crocus. That may have been the carefully chosen occasion targeted for the “nasty surprise” – as it falls only a few days before the presidential elections, from March 15 to 17. But security at Crocus was massive, so the op is postponed.

March 22: The Crocus City Hall terror attack.

ISIS-K: the ultimate can of worms

The Budanov connection is betrayed by the modus operandi – similar to previous Ukraine intel terror attacks against Daria Dugina and Vladimir Tatarsky: close reconnaissance for days, even weeks; the hit; and then a dash for the border.

And that brings us to the Tajik connection.

There seem to be holes aplenty in the narrative concocted by the ragged bunch turned mass killers: following an Islamist preacher on Telegram; offered what was later established as a puny 500 thousand rubles (roughly $4,500) for the four of them to shoot random people in a concert hall; sent half of the funds via Telegram; directed to a weapons cache where they find AK-12s and hand grenades.

The videos show that they used the machine guns like pros; shots were accurate, short bursts or single fire; no panic whatsoever; effective use of hand grenades; fleeing the scene in a flash, just melting away, almost in time to catch the “window” that would take them across the border to Ukraine.

All that takes training. And that also applies to facing nasty counter-interrogation. Still, the FSB seems to have broken them all – quite literally.

A potential handler has surfaced, named Abdullo Buriyev. Turkish intel had earlier identified him as a handler for ISIS-K, or Wilayat Khorasan in Afghanistan. One of the members of the Crocus commando told the FSB their “acquaintance” Abdullo helped them to buy the car for the op.

And that leads us to the massive can of worms to end them all: ISIS-K.

The alleged emir of ISIS-K, since 2020, is an Afghan Tajik, Sanaullah Ghafari. He was not killed in Afghanistan in June 2023, as the Americans were spinning: he may be currently holed up in Balochistan in Pakistan.

Yet the real person of interest here is not Tajik Ghafari but Chechen Abdul Hakim al-Shishani, the former leader of the jihadi outfit Ajnad al-Kavkaz (“Soldiers of the Caucasus”), who was fighting against the government in Damascus in Idlib and then escaped to Ukraine because of a crackdown by Hayat Tahrir al-Sham (HTS) – in another one of those classic inter-jihadi squabbles.

Shishani was spotted on the border near Belgorod during the recent attack concocted by Ukrainian intel inside Russia. Call it another vector of the “nasty surprises”.

Shishani had been in Ukraine for over two years and has acquired citizenship. He is in fact the sterling connection between the nasty motley crue Idlib gangs in Syria and GUR in Kiev – as his Chechens worked closely with Jabhat al-Nusra, which was virtually indistinguishable from ISIS.

Shishani, fiercely anti-Assad, anti-Putin and anti-Kadyrov, is the classic “moderate rebel” advertised for years as a “freedom fighter” by the CIA and the Pentagon.

Some of the four hapless Tajiks seem to have followed ideological/religious indoctrination on the internet dispensed by Wilayat Khorasan, or ISIS-K, in a chat room called Rahnamo ba Khuroson.

The indoctrination game happened to be supervised by a Tajik, Salmon Khurosoni. He’s the guy who made the first move to recruit the commando. Khurosoni is arguably a messenger between ISIS-K and the CIA.

The problem is the ISIS-K modus operandi for any attack never features a fistful of dollars: the promise is Paradise via martyrdom. Yet in this case it seems it’s Khurosoni himself who has approved the 500 thousand ruble reward.

After handler Buriyev relayed the instructions, the commando sent the bayat – the ISIS pledge of allegiance – to Khurosoni. Ukraine may not have been their final destination. Another foreign intel connection – not identified by FSB sources – would have sent them to Turkey, and then Afghanistan.

That’s exactly where Khurosoni is to be found. Khurosoni may have been the ideological mastermind of Crocus. But, crucially, he’s not the client.

The Ukrainian love affair with terror gangs

Ukrainian intel, SBU and GUR, have been using the “Islamic” terror galaxy as they please since the first Chechnya war in the mid-1990s. Milley and Nuland of course knew it, as there were serious rifts in the past, for instance, between GUR and the CIA.

Following the symbiosis of any Ukrainian government post-1991 with assorted terror/jihadi outfits, Kiev post-Maidan turbo-charged these connections especially with Idlib gangs, as well as north Caucasus outfits, from the Chechen Shishani to ISIS in Syria and then ISIS-K. GUR routinely aims to recruit ISIS and ISIS-K denizens via online chat rooms. Exactly the modus operandi that led to Crocus.

One “Azan” association, founded in 2017 by Anvar Derkach, a member of the Hizb ut-Tahrir, actually facilitates terrorist life in Ukraine, Tatars from Crimea included – from lodging to juridical assistance.

The FSB investigation is establishing a trail: Crocus was planned by pros – and certainly not by a bunch of low-IQ Tajik dregs. Not by ISIS-K, but by GUR. A classic false flag, with the clueless Tajiks under the impression that they were working for ISIS-K.

The FSB investigation is also unveiling the standard modus operandi of online terror, everywhere. A recruiter focuses on a specific profile; adapts himself to the candidate, especially his – low – IQ; provides him with the minimum necessary for a job; then the candidate/executor become disposable.

Everyone in Russia remembers that during the first attack on the Crimea bridge, the driver of the kamikaze truck was blissfully unaware of what he was carrying,

As for ISIS, everyone seriously following West Asia knows that’s a gigantic diversionist scam, complete with the Americans transferring ISIS operatives from the Al-Tanf base to the eastern Euphrates, and then to Afghanistan after the Hegemon’s humiliating “withdrawal”. Project ISIS-K actually started in 2021, after it became pointless to use ISIS goons imported from Syria to block the relentless progress of the Taliban.

Ace Russian war correspondent Marat Khairullin has added another juicy morsel to this funky salad: he convincingly unveils the MI6 angle in the Crocus City Hall terror attack (in English here, in two parts, posted by “S”).

The FSB is right in the middle of the painstaking process of cracking most, if not all ISIS-K-CIA/MI6 connections. Once it’s all established, there will be hell to pay.

But that won’t be the end of the story. Countless terror networks are not controlled by Western intel – although they will work with Western intel via middlemen, usually Salafist “preachers” who deal with Saudi/Gulf intel agencies.

The case of the CIA flying “black” helicopters to extract jihadists from Syria and drop them in Afghanistan is more like an exception – in terms of direct contact – than the norm. So the FSB and the Kremlin will be very careful when it comes to directly accusing the CIA and MI6 of managing these networks.

But even with plausible deniability, the Crocus investigation seems to be leading exactly to where Moscow wants it: uncovering the crucial middleman. And everything seems to be pointing to Budanov and his goons.

Ramzan Kadyrov dropped an extra clue. He said the Crocus “curators” chose on purpose to instrumentalize elements of an ethnic minority – Tajiks – who barely speak Russian to open up new wounds in a multinational nation where dozens of ethnicities live side by side for centuries.

In the end, it didn’t work. The Russian population has handed to the Kremlin total carte blanche to exercise brutal, maximum punishment – whatever and wherever it takes.

The views of individual contributors do not necessarily represent those of the Strategic Culture Foundation.

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The Russian Elections: Were They Actually Rigged?

Lew Rockwell Institute - Mer, 27/03/2024 - 05:01

It is fascinating and instructive to read and digest the various critiques of the recent Russian presidential elections, March 16-18, 2024. Western journalists both on the political Left and the supposed political Right have uniformly attacked the vote as “rigged” and the election as stolen. That is, the election apparatus of “dictator” Vladimir Putin—who, along with Donald Trump and Viktor Orban, is the leader most loathed globally by both the political Left and the Establishment Right—manipulated and massaged the results to the effect that the Russian president received 87% of the votes cast (the turnout was around 74%).

Here is how the English Leftist paper of record, The Guardian, leads off its reporting of March 18 on the Russian vote:

Although Vladimir Putin’s landslide victory with 87% of the vote in the Russian election was no surprise, these elections were important both for the Kremlin and for those in opposition to Putin.

With voter turnout at 74% – the highest in history – anything less than a landslide victory would have suggested that those who did not vote for Putin represented a significant force in Russian politics. This would have been particularly awkward in the case of young upstart Vladislav Davankov, who, with 3.79% of the vote, came a close third place. Davankov has been mistakenly described as an anti-war candidate – he supports peace and negotiations, ‘but on Russia’s conditions and without one step backwards’ – but his platform also called for ‘freedom of speech and opinion, instead of intolerance and denunciations’, and ‘openness and pragmatism instead of searching for new enemies’. [Claims by NPR that all oppositions candidates were in jail are patently false].

Several opposition figures, including the well-known blogger Maxim Katz, and barred candidate Boris Nadezhdin, publicly stated they would vote for him. According to Vote Abroad, Davankov gained the majority of votes at Russian polling stations in other countries. With such a ‘subversive’ candidate on the ballot sheet, nothing other than absolute victory would have allowed Putin to sleep at night.

It was clear for some time that the Kremlin saw this election as a test of the regime’s legitimacy. It was not enough for the Kremlin to win the election – it also had to demonstrate public engagement…. There was a push for early voting, especially in the occupied territories in Ukraine, where electoral officials accompanied by armed men in uniform knocked on people’s doors and politely asked them if they would like to vote early. Those who did not yet have Russian passports were allowed to use their Ukrainian IDs. In Russia there were the usual raffles, discos and canteens at polling stations to entice people out….”

In other words, Russian election officials did some of what American—Democrat—election officials and agents did for the 2020 election, most specifically in the six crucial battleground states of Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, Arizona, Georgia, and Nevada.

Never mind, say the critics. Russian elections and American ones are two separate species, not comparable. The Russian ones are not credible, they solemnly intone—Putin is a tyrant who was just consolidating his power, they add.

And suddenly up pops, conveniently, a virulent anti-Putin Russian analyst, Sergey Shpilkin, who employs a dubious methodology to estimate that perhaps as many as 31 million out Putin’s garnered total of 76 million (or about 41%) of the Russian president’s vote total is fake! His analysis “hinges on comparing the distribution of votes for different candidates with the turnout at each polling station. A fair election [sic!] would typically show identical distributions differing only in absolute values. However, discrepancies in this pattern suggest vote inflation through ballot stuffing or the rewriting of vote tallies, which appear to have significantly skewed the official results.”

His suggestion is sheer speculation based on what he conceives as a “fair election” and based on the presence or lack of identical vote total percentages for candidates across the board in all voting districts. In other words, he fails to take into account regional variations in voting and voting patterns, differences between urban and rural voting, and other significant factors which would account for vote totals. Indeed, is it not likely that regions of Russia nearest to and most affected by the war in Ukraine might vote differently than, say, regions in the Siberian Far East? Or that the city of Moscow, far more influenced by Western “culture,” might skew such guestimates?

Nevertheless, the results of Shpilkin’s miraculous deduction have been solemnly seized upon by the Establishment Media both in Western Europe and in the United States, as such a conclusion reinforces and confirms their view that “Putin is (another) new Hitler” who has destroyed “democracy” and “freedom” in Russia.

Report after report echoes the same refrain. Yet, despite that near uniformity in the media and among the US and EU political governing class that the Russian elections were rigged, and that if only a “fair” election would be held, Putin would be toast, the facts on the ground demonstrate the exact contrary. Vladimir Putin remains very popular in Russia. And occasionally a rare and realistic appraisal gets past the gatekeepers. Even the anti-Putin UK Telegraph (March 19) was forced to admit that the Russian president “enjoys a frightening level of support that Western media and politicians obscure….” And the Telegraph suggests that it understands why: “to preserve the illusion that there’s just one evil madman to blame for the war in Ukraine, rather than a nation with far too many brainwashed anti-Nato, anti-Western nationalists keen to endorse their leader’s aggression.”

Despite reports from the BBC and The Economist that only “some” Russians in fact support President Putin, even The New York Times was finally forced to admit that independent polling by the well-regarded Levada Center (that has been tracking Putin’s approval rating since 1999) revealed that his support nationally in Russia stood at 86%. “Perhaps even more surprising,” continued the Telegraph, “a ridiculous 75 per cent of Russians told the pollster that their country is heading in the right direction.”

And the writer adds: “In the same way that Daniel Jonah Goldhagen’s book, Hitler’s Willing Executioners challenged the notion that it was Hitler alone who was responsible for the horrors of WW2 and the Holocaust, we must be honest in assessing Russian aggression beyond Mr. Putin. The media hopefully pretends that Russian aggression is solely a Putin problem. In fact, polling from Levada and others indicates that there are a troubling number of Russians who endorse Putin’s warped view that Ukraine isn’t a legitimate nation [sic].”

Thus, the real enemy is not just Vladimir Putin, but the Russian people, the entire Russian nation. We can only imagine what alarms that sets off in the fetid minds of Western globalists. Will the unelected and fanatical Neoconservative/Leftist globalist foreign policy apparatchiks, hidden away in faceless edifices in Washington and Brussels, now declare that their “war” to rid the world of Putin, perhaps assassinate the Russian president because he won’t accept their tutelage, must be extended to the entirety of the Russian people? In other words, are we now watching the onset of an ethnic and religious war against an entire population? Is that what the US State Department and our foreign satraps in Bonn, London, and Paris now are envisaging in the name of “(y)our democracy”?

Consider: all independent polls prior to the Russian presidential election indicated that Vladimir Putin would win overwhelmingly by a huge margin of perhaps over 80%, which he did. Why, then, pray tell, given the global situation and how he is negatively viewed by American and EU leaders, would he confirm the views of Washington and Brussels that he was a “dictator,” a “new Hitler,” when assuredly he was destined to win by such a large margin?  It makes no sense, and, if anything, Putin is not dumb. Even if the tyrant as he is often portrayed, he did NOT have to rig anything.

Indeed, a strong case could be made that the recently completed Russian elections were actually fairer in some ways than their 2020 American counterparts. At the very least accusers in the US should examine their own disreputable history of voter fraud and manipulation before zealously attacking Moscow.

Are we not witnessing a form of gaslighting and projection by American and EU critics of events in Russia, especially as we consider the various efforts in the United States to rig elections nationally or simply prevent an opponent from being on the ballot (e.g., the actions of Colorado and a few other states to remove Donald Trump from the presidential ballot).

As Mollie Hemingway, Dr. Naomi Wolf, Tucker Carlson, and others have convincingly shown, our own 2020 American presidential election was fraught with very skillful rigging. The 2020 election was undoubtedly the most corrupt in American history. As Hemingway recounts, we witnessed a combination of greatly extended absentee voting and counting newly-discovered votes after the election was supposed to be over, the lack of proper voter identification, vote harvesting, and the intentional use of unverified drop boxes, all of which was backed up by millions of dollars and support from such luminaries as Mark Zuckerberg.  And we must add to this the direct and flagrant collusion of the news media which purposely hid the blockbuster story of Hunter Biden’s corruption and Joe Biden’s involvement in it.

Hemingway sums up what happened:

[T]o an alarming degree, Democrats achieved control over elections in 2020. What made 2020 different was that for the first time ever the groups that supported Democrats were allowed, on a widespread basis, to cross that bright red line that separates government officials who administer an election from political operatives. Unelected liberal activists were allowed to embed in government offices and actually take over election administration duties in crucial battleground states. They were given vast amounts of voter information and even put in charge of designing, distributing, and collecting ballots…. It was as if the Dallas Cowboys were allowed to hire and train their own family members to serve as referees and then got angry the opposing team didn’t publicly accept a narrow loss with several controversial calls.  [….]  (Hemingway, Rigged: How the Media, Bid Tech, and the Democrats Seized Our Elections. Washington: Regnery, 2021, pp. 206-207)

Our national foreign policy elites stress that we favor implanting “democracy” all around the globe, and that we will do everything to see it flourish. Of course, Russia (and then China, Iran, Hungary, etc.) comes in for harsh criticism. Yet, some of our major allies—Saudi Arabia comes to mind—are most definitely not “democratic.” Our zeal for “(y)our democracy” has its velleities.

Or, consider our latest cause celebre, the defense of “(y)our democracy” in Ukraine. Our media and government praise its leader, Volodymyr Zelensky, as a “new George Washington.” Yet Zelensky’s government in Kiev has suppressed opposition parties and put his opponents in jail, while persecuting Ukraine’s large Russian Orthodox religious church. Even former president of the European Commission, Jean-Claude Juncker, has described our ally as “a country corrupt at all levels of society.”

The simple fact is that American criticism of the Russian elections, the constant accusations against its president, and the US commitment to defeat Russia in Ukraine, even if it costs the life of every Ukrainian, is essentially ideological and founded on the correct assumption that Russia refuses to return to the status which it had under Boris Yeltsin, who was, in  caricature called “America’s poodle” for his subservience to American globalist policy.

The developing globalist template can brook no opposition, whether domestically from a Donald Trump who fails to heed the commands of the Deep State, or from a Vladimir Putin who believes that the true interests of his country do not always coincide with Davos, Washington, or Brussels.

Reprinted with the author’s permission.

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Operation Cyclone: Creating the Islamic Mujahideen

Lew Rockwell Institute - Mer, 27/03/2024 - 05:01

According to our giggletoes Vice President, Kamala, ISIS-K is responsible for the attack on the Moscow concert and Putin was warned.  Ask ANY CIA media source and without a shred of evidence, the mantra gob speak is the same.   Therefore, it must be truth.  The fact that the US is so fearfully deflecting en masse with the ‘common enemy’ ISIS theme is classic “Call In The Cleaners” mafia mentality.

The ISIS-K group identified by giggles was formed in 2015 with declared opponents – Afghanistan and Pakistan – the same opponents of the US.   At their formation roughly 70 adherents joined.   While the Afghanistan Taliban is considered an opponent, they were also the source of alliance via defectors.  By 2017, they were still only 70-100 strong and had been ‘operational’ in Afghanistan and Pakistan only.  Their primary targets have been Shiites.   Oddly, in 2021, their opponents were expanded to include:  Iran, India, Russia and Tajikstan – Then suddenly, in March 2024, their history was altered, their size was expanded, their opponents became everyone, and the US claimed their funding came from Saudi Arabia and Qatar – both allies of the US. Yet their attacks never expanded outside of the original two opponents – Pakistan and Afghanistan.

That is – until the US became desperate to deflect blame on someone for the Moscow Theatre attack.   Moscow has revealed the attackers were from Tajikistan with a regroup after the attack in Ukraine.  Prior to this, the last attack by ISIS-K was purportedly in December 2020 wherein the US claimed “ISIS-K ambushed a bus of Syrian regime soldiers near the US occupied oil fields.”  Was it ISIS-K?   According to SANA, the Syrian News Agency, the bus was filled with civilians.   “It was the deadliest attack since the fall of ISIL last year” ~ The UK’s – Rami Abdel Rahman, a pawn of MI6.

The December 2020 attack occurred more than one year after the end of the Syrian War and the withdrawal of US forces.  Except US forces didn’t withdraw – a contingent moved northeast and took control of the oil wells belonging to Syria in al Shaddadi, al Hasakah, and Deir ez Zor.  To protect the oil from ISIS and Assad…  But ISIS was created by MI6/Mossad/US…  So ‘protecting’ was the preferred media hype for ‘confiscated illegally’.

After the Fall of ISIS in 2019, Trump declared he wanted ALL troops out of Syria – Mattis resigned in protest.  Netanyahu, Bolton, and Jordan’s King Abdullah, protested against Trump’s demand – and the oil was confiscated.   Oddly, these US troops who are stealing Syria’s oil are likely the same ones who opened fire on a bus of civilians …and the Mafia Cleanup Crew was immediately called.  And suddenly ISIS-K had been resurrected from the dead.  Then went underground and disappeared again – only to reappear 4 years later in Russia – arbitrarily.

That would be the US narrative.  And Putin’s point;  the men were ordered by various sources and those sources are what Russia will discover and take care of accordingly.

THE NEXT SPIN:   Syria’s hijacked oil is sold for pennies on the dollar to Iraq.   Iraq then exports the oil to India, China and the US – as of 2022.  Jordan imports its oil from Saudi Arabia and resells it to the US – for a profit.  Why don’t we import from Saudi Arabia?

The oil racket is NOT deaccelerating.   US production has hit 13 million barrels a day.  Of that, 9.5 barrels are exported, on consumption of 20 million barrels a day.   Giving us a shortage of 16.5 barrels a day – so the US imports 8.3 million barrels according to the EIA.   This Math debacle is indicative of government agencies not coordinating their propaganda lies.

These constant lies have become more pronounced as computers, social media, and researchers dig for information.  Unpacking one after another implies that our government is incapable of Truth.   A pathological disease that is – accelerating.   And the reason for the acceleration is to attempt to cover a previous lie with a new one.   Which has reached breaking point as sleuths dig out the truths.

When Musk gave the Twitter Files to Matt Taibbi, Lee Fang, Shellenberger, Alex Berrensen, David Zweig, and Bari Weiss, he handed them a Pulitzer.    But he also handed the Files to Progressive democrats – globalists – and libelous pundits.   Taibbi’s eulogy after the death of Andrew Breitbart was titled, “Death of a Douche”.   Why Musk chose these stalwarts of Liberalism was reflective of his own politics and Alwaleed bin Talal, the second largest shareholder.

Alwaleed was one of the primary benefactors of the Clinton Foundation and Hillary for years!   This alliance would signify that Musk was on par with the Clinton Family Dynasty of censorship.   Today, Musk announced that if we do not vote RED across the board – America is a dead sea scroll.   Did he really make an about-face in the span of 1 ½ years?   Or is Musk actually one of their greatest propaganda operation creations?

The Twitter Files did not result in any SEC or FBI wrist slaps and were not considered a ‘smoking gun’ by anyone – as reported.   A nothingism despite the revelations of election manipulation and interference … from within our own government.   It all went quietly away into the hallows of the Epstein Files.

The unraveling of ISIS is only one small pogrom in the schematic of America’s Fall from grace.   In 2015, Hillary went before Congress and explained how the CIA’s creation of al Qaeda was a necessary evil to fight ISIS.   Yes.   Hillary claimed that it was a necessary evil to purge Soviet influence.  So the purpose of Al Qaeda was to destroy the Soviet Union in preparation for Reagan’s Freedom For Soviet Union in 1991.

Between 1979 and 1992, the US, Mossad and MI6 collaborated in Operation Cyclone to arm and finance the Mujahideen in Afghanistan so as to eliminate Soviet influence.   Reagan accelerated the Operation despite the two major proponents being democrats Charlie Wilson and Michael Vickers.  Reagan authorized the funding of the mujahideen.

Osama bin Laden’s Al Qaeda was an offshoot of Operation Cyclone – as was the Taliban.  Various other offshoots include El Nusra, Boko Haram, ISIL, and others scattered across the globe – with the duel purpose of eradicating local populations while maintaining a climate of insecurity, and fear which allows US and western proxies to stage their own Savior psychosis.  In other words – the US/UK/Mossad creates the terrorists – gives the funding and orders – and then saves the defending country from the same terrorists – for a price…. RESOURCES.

Hillary considered this financial Ponzi scheme a winning strategy!  And Congress – AGREED.  This is how America created its excellence.   This is how America created its greatness.   This is what America is built on that everyone in government is desperate to maintain.  This is their secret from the American People and the World.   Approved by Carter & Reagan.

Does this mean that the Border Crisis is another 9-11?   A Talking Point to distract from the Psyops perpetrated by our military then – and Now?   IF one were to imagine the most horrific events happening today across the globe – we can functionally expect that these events are orchestrated by the US/UK/Mossad.   

Epstein.   Child Trafficking.

Reprinted with permission from Helena-The Nationalist Voice.

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