Importante nota introduttiva: prima di visionare il video qui presentato, si consiglia di leggere l'articolo che fornisce tutte le informazioni necessarie alla sua comprensione.
Lo studio pubblicato su "The Lancet" e le accuse di Brian Deer
Nel 1998 Andrew Wakefield ed altri autori pubblicarono uno studio sulla prestigiosa rivista medica "The Lancet" riguardo lo studio di 12 bambini tra i 3 ed i 10 anni con un simile disordine di regressione dello sviluppo.
Lo sviluppo di tali bambini era stato normale per un certo numero di mesi dopodichè era avvenuta una perdita delle abilità acquisite tra cui l'interazione con il resto del mondo, il parlato, ed importanti disturbi addominali (quali dolori lancinanti e diarrea) della durata di molti mesi.
Il risultato dello studio correlava, per 8 dei bambini, i sintomi addominali alla recente vaccinazione MMR (anti parotite-morbillo-rosolia), per uno con una infezione di morbillo, e per un altro con una otite media acuta.
Il paper conclude dicendo che non è stata trovata una connessione tra il vaccino MMR ed i sintomi descritti in quanto i dati per poter trarre una conclusione del genere non sono sufficienti e sono necessari studi ulteriori per verificare se esiste una possibile relazione con il vaccino.
Intervistato in proposito, Wakefield consigliò di effettuare le vaccinazioni singole distanziandole nel tempo invece che le trivalenti, finchè non fosse stato possibile fare degli studi più mirati.
La notorietà di questo studio, sebbene non suggerisse un legame tra vaccinazioni ed autismo, fece si che in Inghilterra, negli anni immediatamente successivi, diminuì la copertura vaccinale trivalente MMR per paura delle possibili reazioni avverse.
In seguito, Brian Deer, un giornalista senza nessuna qualifica di tipo medico, che inizialmente sembrava lavorare indipendentemente si interessò dell'argomento e scrisse alcuni articoli pubblicati sul Sunday Times in cui attaccò violentemente Wakefield accusandolo prima di aver condotto [lo studio] senza il consenso dei genitori, e quindi in maniera "non etica". Successivamente, in altri altri articoli sostenne inoltre che Wakefield avesse volutamente falsificato i dati clinici dei pazienti per poter raggiungere quel risultato con l'intento di lucrare su di un vaccino alternativo da lui sviluppato.
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