Tron Legacy (id 2010)
- genere: Fantascienza
- regia: Joseph Kosinski
- interpreti: Jeff Bridges, Garrett Edlund, Olivia Wilde, Bruce Boxleitner, James Frain, Beau Garrett, Michael Sheen
- produzione: Walt Disney
GIUDIZIO: Per appassionati e nostalgici
In due parole
Recensione
Quando uscì Tron nel lontano 1982, per tutti gli appassionati delle sale giochi che erano esplose un paio di anni prima con la rivoluzione dei giochi al computer e per tutti quelli che possedendo uno zx spectrum (uno dei primi personal computer destinati alla diffusione casalinga) erano affascinati dalle potenzialità di questa nuova tecnologia alla portata di tutti che rendeva reale un mondo tecnologico fino a quel momento letto soltanto in qualche libro di fantascienza, fu una specie di folgorazione: la vita stava cambiando velocemente e anche il cinema non sarebbe stato più lo stesso; dopo le meraviglie di Guerre Stellari, adesso si raggiungevano vette inimmaginabili. Un film fatto interamente al computer, molti fantasticavano meravigliati su questa pellicola che si diceva leggendaria prima ancora della sua uscita.
Il film, decisamente innovativo per l'epoca e vero capostipite senza il quale probabilmente il cinema avrebbe ritardato ulteriormente l'inserimento oggi massiccio del computer nella sua industria, conteneva una serie di ingenuità nella sceneggiatura, volendo mantenere quello stile Disneyano in voga in quel periodo, sempre in bilico tra il film adulto e il film per ragazzi, che ne decretò l'insuccesso commerciale. Una certa prolissità e verbosità della regia con dei personaggi poco approfonditi non aiutò a far decollare un film che sotto il profilo della realizzazione e degli effetti speciali era invece assolutamente sorprendente.
Oggi, il regista di allora che per anni ha lavorato a un secondo episodio, è riuscito da produttore a realizzare il sogno di continuare la saga dei “creativi” (esseri umani programmatori di software) che si ritrovano a vivere all'interno di un computer relazionandosi con programmi che hanno l'aspetto umano dei suoi creatori.
Tron legacy tenta di riprendere il discorso dove lo aveva lasciato il capitolo originale; ma oggi sono cambiate molte cose: innanzi tutto abbiamo ormai visto tutti le possibilità offerte dal cinema; non c'è più nulla che non si possa fare; a tal punto che i migliori effetti speciali attualmente vengono considerati quelli di cui il pubblico non si accorge. Si tratta letteralmente di ricostruire e inventarsi la realtà (assai inquietante ma è così).
E qui sta il primo pregio del nuovo episodio; la computer grafica è utilizzata soltanto all'interno del mondo dei computer, per creare un mondo fantastico appunto, non per simulare la realtà. Finalmente effetti speciali giustificati e affini alla trama. Il secondo pregio del film sta nel regista che ha ereditato il sequel, e che si dimostra sobrio evitando la schizofrenia delle scene d'azione incomprensibili con la macchina in continuo movimento stile vomito da montagne russe che ci propinano di continuo nelle ultime produzioni. Il terzo pregio lo attribuiamo alla colonna sonora, davvero bella ed efficace, realizzata dai daft punk che ricorda molto da vicino le atmosfere di Zimmerman dalle parti del Cavaliere Oscuro. Infine, tornando a parlare degli effetti speciali, ci sono certamente alcuni tocchi di classe e una realizzazione davvero piacevole che cerca di mantenere lo spirito dell'originale.
Purtroppo però, la sceneggiatura è debole come la precedente; i personaggi sono bidimensionali e le molte opportunità o spunti che una storia simile offrirebbe non vengono approfonditi e sviluppati; un vero peccato perchè si resta a bocca asciutta con la sensazione che si sarebbe potuto fare molto di più e offrire davvero un buon film a un pubblico che speriamo, senta ancora il bisogno di “bei film”.
Il tutto scorre senza annoiare ma anche senza entusiasmare troppo e si dimentica in fretta. Le molte citazioni presenti e la bellezza indubbia di certe immagini faranno si che qualche nostalgico lo conservi in dvd per poterlo rivedere magari a pezzi, di tanto in tanto, ricordando i tempi in cui il computer era un'invenzione talmente prodigiosa da farci immaginare che contenesse un mondo al suo interno con tanti omini che ci vivevano le loro vite lunghe soltanto pochi microcicli.
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