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Viaggio di ritorno per l'Umanità, dalla dignità perduta

Le tre sepolture (The Three Burials of Melquiades Estrada - 2005 )


  • genere: Drammatico
  • regia: Tommy Lee Jones
  • interpreti: Tommy Lee Jones, Barry Pepper, January Jones, Julio Cesar Cedillo, Melissa Leo
  • produzione: Europa Corp. Distribution

GIUDIZIO: imperdibile

In due parole

Tommy Lee Jones esordisce alla regia con un piccolo, grande capolavoro. Che serva da lezione a molti blasonati professionisti

Recensione

Alla faccia dell'esordiente... Tommy Lee Jones debutta alla regia dimostrando una padronanza del mezzo cinematografico e dell'arte narrativa davvero fuori dal comune. E' vero che complice di tutto questo è la sceneggiatura praticamente perfetta del bravissimo Guillermo Arriaga (21 grammi, Babel) ma è anche vero che se una sceneggiatura mediocre può affossare il film del più bravo dei "Director", non basta una grande sceneggiatura per trasformare uno zotico in un regista di razza.

Le tre sepolture (infelice titolo italiano che, ne siamo sicuri, è sufficiente da solo a deragliare il pubblico verso altri lidi sconsigliandone la visione) è un raro esempio di grande, grandissimo cinema che ormai scarseggia ma di cui gli appassionati della settima arte (e non solo) sentono sempre di più il bisogno. Aldilà della storia in sè, (di questo viaggio di espiazione alla ricerca della dignità e del significato di essere uomini), il film si snoda attraverso una narrazione asciutta, priva di retorica, luoghi comuni e di tutte quelle furberie che sono sempre in agguato tra gli strumenti di cui dispone un regista per far funzionare la sua rappresentazione; e tutto questo è sorprendente; sia perchè di film così calibrati, sinceri e per nulla paraculi ce ne sono pochi, sia perchè tutto questo è stato realizzato in un'opera debuttante.

Tommy Lee Jones suscita emozioni genuine sincere; colpisce allo stomaco senza ricorrere a trucchi o colpi bassi, e scusate se è poco. Ci regala un film antieroico, antiricattatorio, che non termina con i titoli di coda perchè si fissa nella nostra memoria; ci invita a ripensarlo anche quando siamo usciti dal cinema o abbiamo spento il DVD, lo trasforma in un argomento di riflessione con gli amici, ci offre un nuovo punto di vista attraverso il quale interpretare le piccole cose della nostra quotidianità... E scusate se è poco.

In questo straordinario viaggio etico e morale, tutti i personaggi sono azzeccati e attraverso le molte sfacettature che ognuno di loro riesce ad esprimere, si dipinge il quadro di un'umanità alla disperata ricerca di sè stessa; di una redenzione e di una crescita che sia finalmente in grado di di donare un significato a questa esistenza.

Purtroppo, le immagini suggestive che mostrano uno sterminato territorio di frontiera con tutte le sue meraviglie e suoi pericoli hanno garantito al film la fuorviante etichettatura "western" che sommata al titolo contribuisce certamente ad un'ulteriore deviazione di pubblico verso altre sale.

Che altro dire? bestemmiando perchè i prodotti di pregevole fattura come questo non vengono mai pubblicizzati abbastanza (a volte sembrano pure boicottati apposta da queste scelte scellerate), rendendo sempre più difficile la loro diffusione, quindi il loro successo, quindi la possibilità di veder investire in nuovi prodotti futuri, possiamo soltanto consigliarvi, se non lo avete visto, di recuperare questo autentico gioiello se volete riscorpire il gusto di vedere un bel film.

 

Uno dei pochi films da vedere

Ritratto di Pike Bishop

Uno dei pochi films da vedere negli ultimi anni.

Segnalo, per i fans di Tommy Lee Jones, l'inquietante (ma solo se avete seguito le news da Emilio Fido o Mammarrai) "Nella valle di Elah", dove, a mio parere, l'attore Texano si produce nella migliore interpretazione della sua lunga carriera, almeno finora.

In ogni caso Hollywood e' morta: ora come ora solo ex-attori riescono a produrre films guardabili...

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