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Placebo e fiducia: note a margine

Si parlava nel post precedente[1] del fattore fiducia e si diceva

è tutta una questione di fiducia. Il punto è stabilire "verso chi o cosa".

Ora, per evitare fraintendimenti aggiungo questa breve nota a margine.
Non si tratta di una sorta di scontro "fiducia in altri versus fiducia in sé stessi". Le due cose non si escludono a vicenda. Ciò su cui si voleva porre l'attenzione è il fatto che il sistema vigente tende ad escludere la seconda componente a tutto favore della prima.
Credo invece sia importante non fidarsi ciecamente degli esperti in quanto esperti, cioè a prescindere, ma informarsi da loro, chiedere il loro parere su una questione, possibilmente a più di uno, e poi continuare da soli la ricerca di possibili soluzioni vagliando con mente critica tutto ciò che veniamo a sapere.
 

Dunque, se da un lato è importante l'apporto conoscitivo di chi ha speso una vita in un determinato settore, e che quindi presumibilmente ne sa di gran lunga più di noi, dall'altro non dovremmo mai dimenticare che -soprattutto quando si tratta della nostra salute- siamo noi il fulcro da cui può e deve partire la guarigione. Senza il nostro contributo attivo, senza il nostro atteggiamento positivo e costruttivo, anche le migliori pastigliette possono fallire. Un buon medico lo sa bene.
Dovremmo iniziare a diventare i medici di noi stessi. Consultando certamente gli esperti, ma ricordandoci che il nostro stato di salute parte da noi stessi.

Se c'è quindi uno scontro da evidenziare, non è "fiducia nell'altro versus fiducia in noi" (anzi, le due cose sono complementari e si integrano), ma piuttosto "noi come oggetti passivi di una terapia versus noi come soggetti attivi del nostro benessere".

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[1] http://ilporticodipinto.it/content/placebo-e-fiducia