di James Rickards1
Di recente la crisi bancaria in Italia ha attratto tutte le attenzioni, ma una delle più grandi banche del mondo è sull'orlo della bancarotta.
La banca in questione è Deutsche Bank. È la più grande banca in Germania e una delle dodici più grandi del mondo. È difficile sopravvalutare l'importanza di Deutsche Bank, non solo per l'economia globale, ma anche in termini della sua vasta rete di strumenti derivati fuori bilancio, delle garanzie, del commercio finanziario, e di altri obblighi finanziari nei cinque continenti.
È ben risaputo che Dutsche Bank è il "malato" nel settore bancario europeo.
Ma Deutsche Bank ricade certamente nella categoria "troppo grandi per fallire". Pertanto non le sarà permesso di fallire. La Germania interverrà come riterrà opportuno per sostenere la banca.
I problemi di Deutsche Bank sono ben noti: condoni fallimentari e perdite commerciali mark-to-market, proprio come molte altre grandi banche. Ma i problemi sono molti di più. Il capitale di Deutsche Bank è appena sufficiente secondo i generosi "stress test" della BCE, e del tutto inadeguato in scenari che coinvolgono una crisi di liquidità globale del genere che abbiamo visto nel 2008.
Di recente il Dipartimento di Giustizia USA ha annunciato che avrebbe multato Deutsche Bank per $14 miliardi, a causa di pratiche di vendita fuorvianti tra il 2005 e il 2007 per quanto riguarda i titoli garantiti da ipoteca. Anche se Deutsche Bank giungesse all'archiviazione del caso per una frazione di tale importo, diciamo $5 miliardi, ciò potrebbe compromettere in modo significativo la sua base di capitale già debole.
Non a caso, le azioni di Deutsche Bank hanno sofferto enormemente. Da un picco pre-Lehman di €104 per azione, sono scese a €34 per azione all'inizio del 2015. Stiamo parlando di un calo del 68%, in gran parte guidato dalla crisi finanziaria globale del 2007-08 e dalla crisi del debito sovrano europeo del 2011-2015.
Proprio quando gli investitori pensavano che le cose non potessero andare peggio, le cose sono andate peggio. Da €34 per azione nel 2015, il titolo azionario di Deutsche Bank è sceso a €10.25 per azione negli ultimi giorni. Questo è un gigantesco declino rispetto ai minimi del 2015. Le sue azioni sin da allora sono rimbalzate.
Ma è ancora gravata da crediti deteriorati, spese esorbitanti e patrimonio deteriorato. I gestori della banca stanno cercando di porre rimedio alla situazione, ma il processo sta contribuendo a deteriorare ulteriormente il capitale restante e ad aumentare eventuali corse alla banca.
Tanti potenziali investitori sono scettici su questo piano, e non vogliono farsi coinvolgere.
Questa, infatti, è un'altra dinamica che complica la raccolta di capitali. I potenziali investitori hanno timore di una diluizione dei loro investimenti se la banca dovrà raccogliere più capitali in futuro.
Deutsche Bank si sta dirigendo verso quella che è una crisi dei finanziamenti ed un ulteirore crollo del suo valore azionario, probabilmente a €1.00 per azione. Le cose per il momento sono calme, ma potrebbero andare fuori controllo subito o forse addirittura il prossimo anno.
Io uso un metodo chiamato inferenza causale per fare previsioni sugli eventi in sistemi complessi, come i mercati dei capitali. La metodologia dell'inferenza causale si basa sul Teorema di Bayes, una formula del XIX secolo scoperta da Thomas Bayes.
Questo è lo stesso metodo che m'ha aiutato a prevedere con successo esiti di eventi come la Brexit e le elezioni americane. Ora lo sto utilizzando per prevedere un crollo azionario di Deutsche Bank nei prossimi mesi.
Quali segnali ci sono che indicano un crollo?
Il segnale più forte non viene dalla Germania, ma dall'Italia...
Banca Monte dei Paschi di Siena (BMP) è la più antica banca del mondo ancora in funzione, fondata nel 1472. BMP ha bisogno di un'iniezione di capitali se vuole essere salvata ed il tempo stringe.
Cos'hanno a che fare i travagli di BMP con Deutsche Bank? Entrambe le banche sono troppo grandi per fallire e stanno andando in bancarotta, ma BMP è più vicina all'orlo del baratro. È il "canarino nella miniera" per Deutsche Bank.
L'Italia vuole salvare BMP con i soldi dei contribuenti. Questo è il copione standard utilizzato dagli stati nel 2008. Ma le regole sono cambiate.
Nel 2014, al vertice dei leader del G20 a Brisbane, è stato deciso che i salvataggi sarebbero stati sostituiti dal "bail-in". Il bail-in non usa il denaro dei contribuenti per ricapitalizzare le banche. Obbligazionisti e depositanti vengono sottoposti ad un haircut e sono involontariamente trasformati in azionisti.
Immaginate di avere $500,000 in deposito presso una banca e ricevere una e-mail in cui vi si dice che il deposito è di soli $250,000 (la somma assicurata), perché gli altri $250,000 sono stati convertiti in azioni in una "bad bank", la quale potrebbe o non potrebbe produrre rendimenti in futuro. Questo è ciò che accade in un bail-in.
Il governo tedesco sotto Angela Merkel sta dicendo all'Italia che non può salvare BMP; deve usare le nuove regole del bail-in. Ma se la Germania costringe l'Italia ad effettuare il bail-in su BMP, allora l'Italia insisterà sul fatto che la Germania dovrà effettuare il bail-in di Deutsche Bank quando sarà il momento.
Alla Germania non piacerà questa situazione, ma se non effettuerà il bail-in per Deutsche Bank, l'Unione Europea si sfalderà a causa dell'acrimonia tra l'Italia e la Germania. Rispetto a questa disputa, il Brexit è un baraccone. La Grecia è un baraccone di un baraccone. L'Italia è l'affare più importante. Se la Germania e l'Italia non possono cooperare, allora non c'è più un'Unione Europea.
I mercati non aspetteranno mentre i politici tedeschi e italiani gireranno intorno alla questione bail-in. Trarranno le loro conclusioni e inizieranno una corsa agli sportelli nei confronti di Deutsche Bank.
Il governo tedesco lascerà che il titolo azionario di Deutsche Bank scenda a €2 prima d'intervenire. È così che gli azionisti daranno il loro "contributo" al bail-in.
Deutsche Bank non andrà fallita e il titolo non andrà a zero. Ma questa storia è tutt'altro che finita.
Saluti,
Traduzione per il Portico Dipinto a cura di Johnny Contanti.
- 1. Don’t Forget About Deutsche Bank, James Rickards, The Daily Reckoning, 14 dicembre 2016.
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