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Meglio dare che farsi prendere...

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Sony ha recentemente annunciato di aver subito una violazione dei loro database, compromettendo gli account di circa 100 milioni (!) dei suoi utenti e quindi dei loro dati personali, tra cui potenzialmente anche quelli della carta di credito.1

Sebbene questo tipo di furto di dati sia stato di dimensioni eccezionali non è stato certo l'unico, e possiamo ricordare ad esempio quello avvenuto recentemente ai magazzini Michaels Crafts 2, ma gli avvenimenti di questo tipo non sono certamente pochi.3

Se per caso dovesse venire violato il database di PayPal verrebbero compromessi diverse centinaia di milioni di carte di credito.

Il problema di fondo è il modo con cui al giorno d'oggi effettuiamo pagamenti online. Sostanzialmente ci dobbiamo fidare di una terza parte, dandogli le chiavi di accesso dei nostri strumenti finanziari. Diamo i numeri della nostra carta di credito oppure i dati dei nostri conti correnti e ci fidiamo del fatto che i commercianti non ci addebitino più di quanto acquistato, e che tengano al sicuro le nostre informazioni personali. Se non paghiamo in contanti stiamo sempre autorizzandoli implicitamente a prelevare danaro dai nostri conti.

Non deve per forza essere così. Le attività commerciali potrebbero dare a noi le loro informazioni, e chiederci di trasferire i fondi nei loro conti, esattamente come quando paghiamo in contanti un negoziante. Se gli archivi informatici e finanziari del commerciante vengono violati e del denaro viene rubato, il problema resterebbe del negoziante e non riguardarebbe tutti i suoi clienti.

Bitcoin4 si comporta come se fosse contante. Le attività online che accettano bitcoin ci chiedono di fare un trasferimento di moneta su di un loro indirizzo e non succede che gli diamo il permesso di accedere al nostro conto per prelevare quanto dovuto. Questo è uno dei motivi per cui Bitcoin può essere una forma di pagamento che supera le problematiche attuali, migliore sia per il cliente che per il commerciante.

Se Sony avesse accettato pagamenti in Bitcoin dai suoi clienti avrebbe pagato di persona i furti che sarebbero conseguiti alla violazione dei suoi server, ma non dovrebbe affrontare tutte le cause che i suoi clienti gli stanno intentanto per furto di identità, e possibilità di uso fraudolento della loro carta di credito.


Libera traduzione di Dusty da un articolo del blog di Gavin Andresen5