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Il Dottor 11 Settembre, suppongo!

11 Settembre: la nuova Pearl Harbour (id - 2013)


  • genere: Documentario
  • regia: Massimo Mazzucco
  • interpreti:
  • produzione: Produzione Indipendente

GIUDIZIO: Indispensabile

In due parole

La pietra di paragone con la quale ogni giornalista, ricercatore, etc. dovrà confrontarsi da oggi in poi per non rischiare un "Harakiri" ben poco onorevole scrivendo un nuovo articolo o facendo nuove dichiarazioni.

Recensione

Se pensavate di conoscere i fatti dell'11 Settembre 2001, questo film potrebbe farvi cambiare idea.

Sono passati 12 anni dai tragici attentati del "911" e in tutto questo tempo sono stati prodotti molti film, si sono svolti dibattiti, si è creato un movimento per la ricerca della verità e un movimento di "debunkers" che si è occupato di smentire ogni teoria di complotto interno e di attaccare ogni critica o domanda alla versione ufficiale dei fatti; ci sono state inoltre molte operazioni di disinformazione con la nascita di movimenti paralleli che sono riusciti nell'intento di gettare ancora più confusione su tutta la faccenda.

L'argomento però è ben lungi dall'essere esaurito perchè il "più grave attentato della storia moderna" ha innescato tutta una serie di ripercussioni che stanno interessando i paesi dell'intero pianeta e le persone di ogni razza e religione.

Grazie a quell'evento infatti, oggi sentiamo parlare di "guerra preventiva", di "limitazione delle libertà personali" per combattere il terrorismo, di "crisi economica" e di annullamento dei diritti civili.

E mentre il dibattito continua e il mondo peggiora, ecco comparire sulla scena questo nuovo film di Massimo Mazzucco che dopo una dignitosa carriera come fotografo di moda e regista premiato a Venezia, da alcuni anni si dedica a produrre documentari di controinformazione. Mazzucco è attualmente considerato uno dei maggiori esperti italiani sui fatti dell'11 settembre 2001 e i suoi film sono stati trasmessi in parte anche in televisione suscitando accesi dibattiti.

Questa nuova opera infatti è la terza che il regista dedica all'11 settembre 2001 e sommata a tutte le altre opere prodotte all'estero in questi anni, ci si potrebbe chiedere il senso di un nuovo film dato che ormai sembra che l'argomento sia stato sviscerato in ogni suo aspetto.

In realtà un film come: "11 settembre la nuova Pearl Harbour" non è mai stato fatto. La pellicola dura circa 4 ore e mezza ed è stata divisa in 3 DVD. Per la prima volta in assoluto, vengono messe a confronto: la versione ufficiale dei fatti, le contestazioni del movimento per la verità, le risposte dei debunkers a queste contestazioni e le contestazioni a quanto affermano i debunkers.

In questo modo in un singolo prodotto, si affronta una reale panoramica a 360 gradi dei vari problemi presentando esclusivamente i fatti. Si tratta realmente di uno strumento unico e completo che non soltanto permetterà a chiunque di farsi un'opinione finalmente scevra da ogni condizionamento o posizione arbitraria sugli eventi, ma costituisce un monumentale lavoro di ricerca ed esposizione davanti al quale non saranno più possibili tattiche e furberie che possano essere utilizzate da qualche nuovo articolista, debunker, ricercatore o altro che voglia cimentarsi con questa storia senza confrontarsi prima con questo film.

Si tratta certamente di una pietra di paragone a cui dovranno rifarsi tutti: dai debunkers ai giornalisti, dai ricercatori della verità ai semplici curiosi.

In questo senso, il lavoro svolto da Massimo Mazzucco è davvero encomiabile; il film non è tanto un atto di accusa quanto  un'esposizione completa delle principali controversie nate attorno a questo attentato: pro e contro vengono esposti e poi messi a confronto con i fatti conosciuti. Questo film non "dice", si limita ad "esporre", e questo è il suo pregio più grande.

L'importanza storica di questo lavoro è indubbia anche se dobbiamo segnalare una nota dolente che non inficia in alcun modo i contenuti del film, ma lo penalizza dal punto di vista della tecnica produttiva.

Più che in altri lavori di Mazzucco infatti, in questo si sente il peso della mancanza di un supporto tecnico adeguato; Le scelte grafiche utilizzate per esporre titolazioni o argomenti sono spesso infelici e su grande schermo provocano un certo fastidio che può distrarre lo spettatore; il comparto audio soffre di evidenti problemi di remixaggio con i volumi dei vari elementi miscelati male che presentano inoltre un andamento altalenante dello stesso "volume" audio. Anche nel montaggio finale sono presenti degli inspiegabili "buchi", in alcuni "tagli" di montaggio e nelle transizioni tra le tre parti del film, sono assenti dei titoli esplicativi e il tutto si interrompe o riprende bruscamente.

Riteniamo questo aspetto non meno importante sopratutto in vista di una possibile distribuzione del film nelle sale e ci auguriamo che possa esserci una riedizione che tenga conto e risolva i vari problemi tecnici che renderebbero certamente più appetibile e fruibile il contenuto al grande pubblico.

Anche l'authoring DVD, completamente assente, si sarebbe potuto sfruttare per inserire nel dvd tutte quelle informazioni lasciate fuori sotto forma di "inserti speciali", che potevano essere giustificati come ulteriori approfondimenti.

Ci auguriamo sinceramente una futura: "Director's Cut" se non altro per permettere al film di "decollare" in direzione di un vasto pubblico. Come detto nel giudizio: film indispensabile e notevole lavoro di ricerca storica. Assolutamente consigliata la visione a tutti, qualsiasi posizione si decida di tenere in merito a questi eventi.

 

La cosa migliore di questo documentario

Ritratto di Pike Bishop

Pur con le sbavature tecniche illustrate nell'articolo, e' la sua fruibilita' e "guardabilita'".

Mi spiego meglio: la maggior parte di questi documentari sono una pizza incredibile, specie quando durano piu' di un'ora.

La Nuova Pearl Harbor non lo e': il ritmo, forse anche per la mole di informazioni che contiene, e' spigliatissimo e non viene perso tempo in filmati di repertorio e musiche da crematorio se non quando non sia strettamente necessario.

Io, personalmente, mi sono sempre addormentato profondamente durante la visione di documentari sul disastro delle torri gemelle.  Questo invece me lo sono sciroppato giu' in due sedute, ma avrei potuto farlo in una singola, se avessi avuto tempo.  Anche la mia prole, che come tutti i ragazzi moderni a un tempo di attenzione paragonabile a quello di un pesce rosso, se l'e' guardato tutto e ne e' rimasta impressionata.

L'altra cosa rimarchevole e' la fruibilita': la scaletta e' fatta molto bene ed e' facile ripescare singole sequenze e problematiche all'interno del film nel caso se ne volesse discutere o rinfrescarsi le idee.  Provate a guardare qualsiasi altro film analogo e capirete la differenza.

Per quanto riguarda le sbavature (volume, specialmente) tecniche, l'autore mi ha confermato che non saranno presenti nella versione in Inglese, la quale mi pregero' di commentare appena sara' uscita.

E' un fatto che sebbene nel cuore di un autore italiano il pubblico di casa abbia la precedenza, e' sull'arena internazionale, in lingua inglese, che il film dovra' dimostrare di potere avere il meritato successo.  Gran parte dei problemi dell'audio, a mio parere, derivano proprio da discrepanze di volumi dovute alla versione bilingue (in Italiano).

L'unica cosa che io, personalmente, avrei evitato nel film, sarebbe stata la comparsata di un elemento dal nome pugliesissimo, e da una falsa pronuncia milanese che passa per svizzera, dal peso personale praticamente nullo: a quel punto si sarebbe potuto anche avere nel film il parere personale di Cipputi, Cesputi e della Mucca Carolina.  Non ho mai capito la personale ossessione di Massimo Mazzucco per questo personaggio, ed il giorno in cui lo ignorera' sara' un bel giorno per tutti quelli che non hanno cosi' tanto tempo da perdere.

Vedremo cosa capitera' con la versione in inglese, ma, anche per il momento, questo documentario e' assolutamente OBBLIGATORIO per chiunque si occupi, anche solo lontanamente, di storia contemporanea.

Ben fatto, Massimo Mazzucco.

PS

Mi aspetto ora una recensione di Roberto Quaglia, anche se capisco la sua riluttanza a riconoscere chi non ha riconosciuto il suo lavoro e la sua ritrosia a questo punto nel occuparsi ancora della questione (che francamente capisco perfettamente).  Provero' a contattarlo...

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