Sintomatica a riguardo (e a tratti divertente se osservata da una prospettiva più alta) è «la politica della controinformazione» (chiamiamola così per mancanza di neologismi) che nella sua natura d'attacco, inorgoglita ormai da innumerevoli vittorie di Pirro, si è spiaggiata come un cetaceo alla fine dei suoi giorni; al punto che, per sopravvivere, le dinamiche che la riguardano si sono appropriate delle medesime logiche del Potere che all'inizio si era premurata (se non vantata) di combattere o denunciare o additare o svergognare che dir si voglia.
A queste considerazioni poco importa e poco deve importare delle etichette ufficiali che ogni fetta di contro-informazione chiamiamola "off-mainstream" ha sulle spalle o sulla bocca e la si identifica o si auto-identifica in qualche modo, o come si autodefinisce o non si autodefinisce, poiché, di fatto, anche se grezza come identificazione, di controinformazione vuole trattarsi.
Sarà mai sbagliato fare controinformazione? No. Fin qui, cioè fino ad un certo punto storico della nostra era moderna iperconnessa, vivificata nella cultura dell'ipertesto, nulla di male (cioè fino ad almeno cinque annetti fa'), ché dovevamo tutti capire fin dove spingere e dove fermarsi, quali priorità illustrare e quali sovvertire; e ci mancherebbe, per molti aspetti va e deve essere riconosciuto alla controinformazione che fu - il suo impegno e il tempo che doveva avere (e ha avuto), sino a che si prendesse coscienza - quasi nero su bianco - che il Potere non lo combatti con la verità, quel Potere che NON plasma la sua forza sulle menzogne in sé, bensì sulla plasmabilità - o meglio - a riguardo del grado di plasmabilità che può essere operato sulla maggioranza e soprattutto sulle menti degli adolescenti. Per dirla con una metafora, che ora gli adulti imparino l’abbiccì, è utile come a un novantenne imparare l'uso del preservativo.
Se bastasse la verità - e ciò che ad essa è connesso - per combattere la menzogna e i giochi corrotti (idea totalmente infantile, per non dire cretina), la montagna di prove che rivelano essere falsa la versione ufficiale sulla tragedia dell'11/9, avrebbe fatto sì che nessun sistema di potere sino ad allora (e tuttora) colluso e compiacente potesse essere solo considerato legittimo, mentre, di fatto, siamo fermi né più né meno agli stessi "cambiamenti" mossi dalla consapevolezza che si ha per l'assassinio di Kennedy, cioè: siamo sempre lì, FERMI a sottoscrivere e a sostenere chi fa orecchie da mercante. La controinformazione ha peggiorato le cose ed è diventata più deleteria del politico corrotto e del giornalista che detestano - e, di fatto - non ha influenzato nulla; beninteso, una controinformazione che si politicizza emulandone i beceri sistemi (e sempre ben collaudati) e ne sostiene i princìpi...
... poi se la prendi sul vivo ricordando loro che dimostravano e hanno dimostrato di sapere quali forze e abomini avrebbero incoraggiato e abbracciato, allora sei un Troll megalomane ...
... e questi giochetti si rispecchiano nei poteri più alti (e limitiamoci a sintetizzare, se parliamo di potere) che, in maniera ormai procedurale e automatica, gestiscono attraverso ogni sistema mediatico e non solo, le forze, quelle che contano e che sono entrate prepotentemente in gioco; e fanno sì che il dissenso non possa (non deve) superare la soglia di tolleranza - con lo zuccherino di concedere una parvenza di democratico confronto (così come fa un Sito come luogocomune, finché non si toccano certi tasti), di concedere "democrazia" all'italiota medio-omologato, che, non scordiamolo, è il volano fondamentale che sposta i pesi e determina il gioco della bilancia del consumo e dell'economia, approvando il Dio della menzogna e del sopruso: la sua natura predatoria. Si concede democrazia, dicevamo, come nei salotti televisivi, accettando il "gombloddddista", certo, per garantire il successo all'ovvia strategia di far fare la figura dello sfigato al "bastian contrario" di turno, come spesso è accaduto a un Massimo Mazzucco o a un Blondet o a un Messora (quest'ultimo poi, l'esemplare per eccellenza del controinformatore d'élite che si agita come in un frullatore arrivando non si sa a quale tipo di frullato, mistero), consci tutti (e c'è chi fa finta di non saperlo) che, relegati e degradati come «parvenu» un tanto al chilo, raccolti cioè come frutti esotici nell'orticello dell'impavido combattente occidentale per la verità, la loro forza è quella di chi s'illude di influenzare il Sistema accettando le armi che il Sistema stesso gli concede. Non solo si perde la battaglia, figurarsi una guerra, ma invoglia l'italiota a non far voltare le spalle al Sistema, anzi lo irretisce morbosamente negli scontri delle tribune politiche, lasciando sempre quel semino per cui, comunque, "il potere apre le porte al dissenso e al dialogo". Un simile abbaglio e giochetto (che non si limita certo al solo esempio dei salotti televisivi); una tale mancanza di carattere e di visione di insieme potremmo considerarla ognuna nello specifico e ognuna a suo modo, e direbbe anche quale ritorno porta al proprio orticello - fosse anche semplicemente d'orgoglio; ma quel che conta nel monito che ci lascia, è comprenderne la tragicità ...
... che il Potere vinca sempre e vincerà sempre finché nel contrastarlo usiamo le sue medesime logiche e i suoi medesimi principi, la medesima emotività, dimostrando che lo amiamo, è un fatto comprovabile dagli stessi autori dei Siti di controinformazione quando bannano coloro che evidenziano il meccanismo, e poi, ovviamente, lamentano che gli altri vorrebbero la bacchetta magica o che sei un disfattista (e altri sofismi d'accatto); predicano che il contraddittorio sia sempre liberale e, il 2018, ciliegina sulla torta, è l'anno della delusione. Non fa una piega.
Aver visto affondare in questa mediocrità chi si stima, averlo visto da vicino; constatare che anche un Sito come Luogocomune, che negli anni addietro aveva messo in moto un'attività di pensiero prevalentemente liberale e piccante e intelligentemente provocante è, a seconda delle prospettive con cui si osserva il fenomeno, illuminante; l'essere divenuto specchio di quella politica ma anche filosofia che denunciava e aver contribuito a distrarre la massa dalla consapevolezza che doveva guadagnarsi, e poi lamentare l'inefficienza dei "governi" dopo che si è invitato a vendersi ad essi, oltre ad essere comico, è indice della forza che il Potere ha in primis nel nostro animo.
Le critiche che erano state mosse a Luogocomune in questo senso, prima ancora che partisse completamente per la tangente (e diversi hanno tentato molte e diverse strade per muoverle in modo costruttivo, ma sono stati invitati a uscire dalla porta "gentilmente") sono state mistificate con giochi di sponda, con la tattica di sfiancare l'utente che va dritto al punto, insieme a un servizio di FANSERVICE guidato in automatico dalla psicologia del Team Leader. Si mettono in moto giochi di sponda, al punto di etichettare la messa in discussione delle posizioni avverse quali "culto della personalità"; per citare una tra le più tristi ...
... insomma, quello che un Sito come Luogocomune subìva anche ingiustamente, sia detto senza la minima ironia, dicevamo: ciò che ha subìto dai fenomeni "nazionalpopolari" quali CICAP e giornalisti Mainstream e disturbatori assortiti, esso stesso ha poi appoggiato e replicato; ed è questo che dà definitivamente la misura di dove siamo giunti, ed è termometro del nostro mondo; dei suoi meccanismi autoingoianti.
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Bentornato Calvero... Giusto
Bentornato Calvero... Giusto in tempo per gli auguri di un sereno proseguimento di viaggio in questo mare purtroppo in tempesta.
mi permetto soltanto un paio di considerazioni su quanto hai scritto:
parli di luogocomune come se fosse un'entità, un sistema, un'organizzazione... associ la sua immagine a quella della controinformazione.
E' un processo abbastanza ovvio, il sito è diventato un simbolo per molti e in tempi ormai passati ha rappresentato un contenitore di idee, entusiasmi e collaborazione tra persone amanti della verità che hanno dimostrato di saper collaborare tra loro senza finanziamenti e politica, ma semplicemente in virtù di una comprensione comune: aiutandosi l'un l'altro alla fine ne guadagnano tutti.
Purtroppo questa cosa è finita da molto tempo per tantissime ragioni che non ha nemmeno senso analizzare ora; quello che adesso conta è capire che luogocomune è gestito da una persona, il suo fondatore, Massimo Mazzucco.
Per questo, a mio avviso, è un errore vederlo come "sistema" che finisce per soccombere o trasformarsi. E' semplicemente una persona con le sue idee, i suoi pregi, i suoi difetti, le sue manie.
Tu ovviamente sei troppo intelligente per dire che Mazzucco lavora per la cia quando dice una cazzata... Lasciamo siano quelli che non si ricordano di possedere un cervello a parlare di gatekeeper e amenità simili. Quelli che ridono con Crozza e si disperano se qualcuno gli toglie i like.
Detto questo, le cose che lamenti sono giuste, ci sono censure più o meno consapevoli e, cosa antipatica, un pubblico che spesso, segue il leader perchè incapace di ragionare da solo. Queste sono storture che certamente infastidiscono chi ama ragionare, argomentare etc. Infatti su LC tante persone di spessore non ci sono più e hanno smesso di commentare molto tempo fa venendo sostituite dalla più comune tifoseria. Credo che anche tu abbia sperimentato questo aspetto perchè se non erro, avevi un gruppo di fan su luogocomune e questo, anche se solletica il nostro ego, a volte ci da una percezione distorta delle cose.
Per questo riporto sempre tutto alla singola persona. Mi rendo cioè conto che su luogocomune ci si può confrontare con Massimo Mazzucco che come tutti, ha le sue idee e i suoi difetti, non con un sistema corrotto o difettoso, spero sia chiaro cosa intendo.
Forse, mi permetto di ipotizzare, che il problema che tu rilevi abbia radici più lontane. Il sistema vince perchè sa organizzarsi, ci sono centomila pecoroni pronti a seguire ciecamente il capo. La controinformazione non vince perchè: O è composta da cani sciolti, ognuno con le proprie idee e con un senso di libertà che gli rende stretto il concetto di massa.... O perchè si formano spontaneamente masse di altri pecoroni pronti a creare movimenti per la libertà galattica e la venuta di Ashtar Sheran e che di conseguenza si coagulano in "sette" se capisci che intendo dire.
La cosa che forse fa rabbia (cerco sempre di capire e ampliare il senso del tuo discorso), è che la massa di tifosi ha il potere di intaccare la libertà dei singoli. Ecco, gente "politicamente scorretta" e non perchè va di moda (non parlo degli haters), ma perchè è in grado di apportare contenuti sopra la media viene purtroppo additata come venduti, imbecilli etc. da questo popolo. Mi basta pensare allo stesso Dusty che quando parla di economia si tira addosso critiche feroci perchè nessuno è in grado di riflettere su quello che espone; oppure altri come totalrec, o pikebishop e molti altri che si scontrano ferocemente perchè il loro pensiero (che non deve essere sempre condivisibile sia chiaro) si scontra con il muro dei non pensanti o di quelli che vanno avanti per luoghi comuni (la battuta non è voluta).
Queste persone quindi hanno smesso di intervenire o intervengono di rado perchè non c'è terreno per interessanti riflessioni ma soltanto per stupide caciare fomentate da gente che si coalizza perchè incapace di esprimere un pensiero articolato e argomentato, spesso anche totalmente incapace di leggere; spesso quando leggo i commenti mi sembrano dialoghi tra sordi, quello che viene dopo non sembra aver letto quello che ha scritto prima: un iperego sparato a mille come se ogni boiata che ti passa per la mente fosse così importante da scriverla e tutti dovessero dare retta soltanto a te... Questo è forse il male dei moderni navigatori che hanno fatto il pieno di facebook e instagram e twitter.
Hai detto bene: non si combatte il sistema con le sue armi, l'unico modo è starne fuori, ma per farlo ci vuole intelligenza, coraggio, disciplina... E' un lavoro su sè stessi non su qualcosa di estraneo e forse questo è il motivo per cui non la nessuno o lo fanno molto in pochi.
Per concludere una riflessione:
Se non ci fosse stato Mazzucco, se non fosse esistita la controinformazione, pur con tutti i suoi difetti, le sue sfacettature, le sue sfumature di grigio che sono più delle 50 dedicate ai dementi, io non avrei conosciuto tante persone interessanti, non sarei stato invitato a mettere in moto il pensiero e forse oggi sarei più simile a chi non è ancora riuscito a fare un gesto tanto semplice quanto coraggioro e reazionario: buttare via la TV.
Michael Moore rispondendo alla domanda di un giornalista che gli chiedeva come si sentisse nel pensare che tanto, quando la gente usciva dal cinema tornava alla vita di ogni giorno dimenticando il film, aveva detto: Se anche uno solo di quel pubblico il giorno dopo modifica le sue abitudini, io ho vinto e il mio lavoro non sarà stato vano.
Credo avesse ragione, se non pianti i semi non vedrai mai germogliare niente... Fortunatamente c'è chi ancora pianta, anche se a volte sbaglia, anche non si può essere sempre daccordo, Ma se non ci fosse più nessuno a piantare.... Allora forse sarebbe davvero finita. Oggi anche tu hai scritto, hai piantato il tuo seme... Forse tanti diranno: fanculo Calvero.... Ma a me hai fatto venir voglia di scrivere, di rispondere, di riflettere su quanto hai scritto... Poi ne parlerò con qualcuno e forse così farai anche tu... Piccoli germogli... Tempi Biblici... Ma non è forse meglio del nulla?
Ciao Music, mi sento di
Ciao Music, mi sento di osservare che sono profondamente d'accordo con ciò che hai appassionatamente spiegato e anche in profondo disaccordo, ma non voglio relativizzare banalmente, proverò a spiegarlo: - anche perché parlo in tempi non sospetti; il mio articolo non ha certo quella di giocare d'ambiguità.
Quindi il tuo non potrà che essere che un preciso assist. Laddove tu hai approfondito il perché, cioè che non si consideri cosa da poco il lavoro sin qui svolto dalla controinformazione, io l'ho confermato diversamente; magari troppo leggermente, chiedo venia, quindi che la tua chiarezza sia la benvenuta in merito; e quando io scrivo che ho STIMA, non lo uso come intercalare. Per ME le parole hanno un peso specifico ben calibrato. La mia posizione rimane comunque tagliente, se la vogliamo chiamare così. Non ho puntato direttamente sul nome di Mazzucco non per dare più peso al concetto di "Luogocomune/sistema"(perché Luogocomune - è - soprattutto Mazzucco, ma è anche altro, è inevitabile diventi se non un sistema, comunque un modello), ma perché non mi sarebbe piaciuto che anche il lettore occasionale potesse fraintedere e ravvisare dei personalismi che non ci sono. Se io ho delle questioni personali con Mazzucco, le ho lasciate fuori, così come ho lasciato fuori le sue. Semplicemente, né più né meno.
Il punto è un altro, o meglio, si discosta s'un'altra frequenza dalla tua posizione quando asserisco che: se sostengo come Te sostieni che i semini sono sempre pronti a germogliare, ci siamo, bene, parimenti e con la stessa energia, non posso minimizzare la mia sensibilità e le mie conoscenze maturate in questi ambiti (altrimenti non avrei neanche scritto l'articolo) per far finta di non sapere che esiste quella cosa che si chiama: vanificare e diventare illiberali o, per dirla come ho espresso, a un certo punto appropriarsi delle medesime logiche che prima si additavano. Non mi dispiace riconoscerlo, ché le cose vanno chiamate col loro nome, senza diplomazie, ed ecco quindi che non è più questione di "Mazzucco" o "Luogocomune" ma ecco che diventa comprova - non di aver perso una battaglia in sé, tutti noi le perdiamo, ma diventa la comprova che si è diventati lo specchio di ciò che additavi. Da questa non se ne esce, ed è questo che è accaduto.
Se mi fossi profuso nel sottolineare i pregi di Mazzucco come persona, e del suo lavoro di grande giornalista, poiché è uno dei pochi giornalisti rimasti a potersi chiamare tale, avrei commesso tre cazzate gigantesche, nonché un'infantilità.
La prima: 1) - così come Luogomune è carico delle critiche che si rifacevano a quanto qui esposto, così è ricco di profonda amicizia che gli ho dimostrato e sostegno e amore con la A maiuscola; ho dato l'Anima in scontri che duravano mesi, se non anni, solo per difendere la stella polare che Luogocomune con tutti i suoi e i miei e i nostri difetti rappresentava ed era; 2) La seconda, se ne avessi discusso in questo articolo con questi sentimenti (oltre la stima e il riconoscimento di cui comunque ho parlato), avrei ridicolizzato quello che fermamente so ed ho espresso, apparendo come colui che non ha il coraggio delle proprie idee e magari di non volersi inimicare l'ambiente, in sostanza sarebbe stato il gioco cerchiobottista per eccellenza; 3) La Terza, sono profondamente certo che proprio Luogocomune abbia fatto grossi danni come modello ...
... il discorso che, poi, nella vita, ogni nostra costruttiva posizione porterà i suoi frutti, al di là di tutto, e al di là delle nostre debolezze e vanti e orgogli, è una verità assoluta, ma questo non deve levarci l'energia di saper chiamare le cose con il loro nome, sempre. So di averne molte pure io di responsabilità di cui rispondere, dovevo forse dirlo per apparire modesto?
Una cosa che comunque la tua risposta mi ha spinto di cuore a fare, e adesso è carica di altra energia, quindi non più intrinseca all'articolo in sé, è che non ho il minimo problema a sottoscrivere e a riconoscere in Mazzucco una figura per me IMPORTANTISSIMA per la mia crescita e a cui devo MOLTISSIMO ... gli sarò sempre debitore, ...
... ritengo che Massimo Mazzucco sia uno dei più importanti e intelligenti documentaristi del nostro secolo. E ho pesato bene le parole. E non voglio dire di più per ... cosa?, sia mai, far pensare che stia indorando la pillola o smussando le mie idee per compassione. Pensa che sono stato anche tacciato di essere un ruffiano da un suo braccio destro, e da altri utenti di Luogocomune. Come si vede, nel bene e nel male, questo dimostra che per Mazzucco e per il Sito non ho mai avuto l'atteggiamento univoco del Bianco o del Nero, ma entrambi, che è un equilibrio sacro; la cosa triste è proprio questa; le emozioni del potere hanno vinto, ancora una volta. La Zona Grigia si espande. Levi Docet.
Giusto per chiarire... ...Se
Giusto per chiarire...
...Se mai ce ne fosse bisogno; il mio intervento non era una giustificazione verso Massimo nè una critica verso di te. Mi sono lasciato andare ad alcune riflessioni ispirandomi a quanto hai scritto.
Per quanto riguarda:
Che dovrebbe essere il punto del discorso che fai, ritengo che si, probabilmente è accaduto in vari contesti o in vari ambienti. Credo sia sufficiente gettare uno sguardo all'evoluzione del, movimento prima, partito poi, dei 5 stelle per rendersene conto (come esempio in senso più ampio).
Nello specifico di Luogocomune invece non saprei; tornando al discorso che il sito è gestito da una singola persona che ora è di fatto "personaggio" (vedi ad esempio come viene invitato a parlare un pò di tutto, cosa accaduta anche a Franceschetti e altri che iniziano come specialisti in qualche cosa ma poi, la popolarità li porta a diventare "personaggi" ai quali ci si rivolge a 360 gradi), mi viene da pensare una cosa: forse l'inghippo sta nel fatto di restare incastrato nel personaggio e ci si adegua quindi a certe logiche. In questo forse vedo una deriva che può portare a commettere errori o storture. Non so che ne pensi tu.
Se mi chiedi cosa ne penso
Se mi chiedi cosa ne penso io, dico che la tua è un'ottima riflessione, e ritengo che tu abbia toccato un argomento molto interessante e che gioca su diversi piani, visto che ha dalla sua una visione generale e una visione anche a prescindere. Più nello specifico, la ritengo una concausa; - ma, qui il punto - a seguire. Nel senso che non è l'elemento scatenante, bensì quel che potrebbe - oppure ha permesso di - amplificare e dare più forza a ciò di cui ho parlato. In realtà, nel "Mazzucco opinionista" (chimiamolo così, e specifico: senza sarcasmi) ci vedo molto meno quelle «emozioni» (le ho identificate proprio così) di quel Potere che ci invita TUTTI dall'inconscio a subordinarci ad esso, nelle sue logiche nelle sue ambizioni. E quando diciamo ambizioni, la vanità o la sete di dominio, e altre corbellerie iperboliche, non le contemplo; parlo di qualcosa di molto più sottile. Vero è che se Luogocomune e Mazzucco non si fosse politicizzato e non avesse allargato le maglie dei suoi filtri permettendo all'utenza medio-italiota che ha nella «mediocrità» (nella pura accezione del termine) l'unica forza di cui può disporre, non sarebbe risultato così "simpatico" a una più vasta platea, sempre più bisognosa di dare alle cineserie della politica un'aura più intrigante e piccante; e il "Mazzucco opinionista" - essendo un personaggio che alle basi ha una reale base anticonvenzionale, ecco diventa una ricetta con quell'ingrediente in più per rendere più appetitosa la minestra della politica, anche se di politica non si parlasse; il meccanismo è inconscio o, per non usare paroloni, comunque non viaggia prettamente a livello logico-razionale.
Se come dici tu è accaduto in vari contesti e ambienti, comunque in vari contesti e ambienti c'è stata più coerenza. Se prendi un Messora - che per me può soltanto allacciare le scarpe a Mazzucco, cioè non lo vede neanche col binocolo - paradossalmente "un Messora" è sempre stato allineato alla cineseria e alla mediocrità, annesse e connesse fanfallucchere moralistiche camuffate da volontà di verità. Sta proprio qui il punto. Messora è sempre stato Messora. Così un Blondet, ottimo indagatore, che, levate le sue precipitate cavalcate wagneriane contro chi osi puntare il dito contro santa-madre-sappiamo-cosa, cioè con contorsioni anche filosofiche contro un Nietzsche, per dirne una, che - signore pietà, non si può neanche sentire, ha sempre detto chi fosse e quale tipo di integrità interessassero, interessano e interessavano i suoi moventi, le sue ambizioni.
Cineserie
Scusa se chiedo, ma che intendi con "cineserie"?
Cineseria
La cineseria la intendo a "mio modo" nel senso che ho intezione di sdoganare questa definizione. Una spiegazione univoca o precisa non c'è, almeno, io non l'ho trovata, voglio dire, quando la cercai anni addietro; se non la più povera per la lingua italiana, quindi se usata nel linguaggio figurato: - a indicare «cosa di scarso valore che vuole rifarsi a un valore», quindi non uno scarso valore in sé, bensì quell'imitazione, quel scimmiottamento, quell'apparenza che non si vergogna di essere imitazione; che dimostra essere un replicare il vero, senza avere assolutamente nulla di vero se non in ciò che formalmente esprime (e sia chiaro, non si parla della cineseria vera e propria, che semplicemente è quella relativa all'estetica o all'arte cinese, che non ha colpe, quando è originale) ...
... tornando nello specifico del "mio modo": - la mia è una parafrasi di come la usava magnificamente Carmelo Bene quando sottolineava/imputava una porvertà di spirito a chi vi si appellava come fosse cosa seria, non percependone la ridicolaggine; che, a sua volta, la parafrasava da Nietzsche che, filosoficamante, la sua (per quel che ci è dato decifrare) era un'accezione che contestualizzava a seconda del registro delle invettive e degli attacchi alla mediocrità e non solo, quindi, ricapitolando: per me « Cineseria » è un termine a cui do un valore "nuovo" e si riferisce a tutto ciò che concerne l'animo umano quando s'immiserisce in apparenze prive di un valore reale che, ad occhi dozzinali, appaiono importanti.
commento autorimosso.Ho
commento autorimosso.
Chiedo scusa ma mi è stato veramente difficile digerirlo. Hai ragione, ed è tragico.
Manderò un PM
Che cosa è successo? stavo
Che cosa è successo?
stavo per rispondere al lungo commento di Shavo, peraltro interessante, e adesso vedo che è scomparso tutto... Mi è sfuggito qualcosa?
Ciao Music. E' successo che
Ciao Music.
E' successo che ho trovato il tempo per leggere e pesare bene le critiche fatte a Luogocomune. Non solo. Sono andato a rileggermi alcune delle discussioni di quest'estate che non avevo avuto il tempo di seguire, e ho constatato che Calvero è stato trattato ingiustamente. Lui non vorrà farne una questione personale ma è proprio quella che mi fa girare i coglioni. Chiunque può andare a rileggersi le ultime discussioni e io non posso rendere più evidente quel che è scritto nero su bianco.
E' stato doloroso constatare lo stato delle cose, ma non so quanto sia utile mettere il dito nella piaga.. non mi viene in mente niente di buono da dire. Mi spiace.
Sulla deriva della controinformazione penso non servano grandi riflessioni. Servono denunce puntuali , di volta in volta, caso per caso, allo scopo di una presa di coscienza. Farne un oggetto discorsivo sarebbero solo seghe mentali, modestissimo parere.
..se avverti scontrosità è l'argomento, ovviamente niente di personale ;)
Che Calvero sia stato
Che Calvero sia stato trattato ingiustamente è cosa nota per chiunque vada a rileggersi le discussioni... Non è stato il primo e immagino non sarà l'ultimo, si parlava anche di questo in fondo, senza scendere nel personale si rifletteva sull'incapacità o sui metodi nell'affrontare determinate questioni che a volte sembrano ricalcare quelli che si sono tanto criticati.
Ma comunque il tuo intervento raccontava un'esperienza personale, ci stava benissimo, potevi tranquillamente lasciarlo.
I mostri
Music, ero stato scorretto. La storia personale l'avevo usata come argomento in difesa del concetto di comunità e implicitamente della pace sociale, ovvero i pretesti per l'espulsione di Calvero. Mea culpa. Il punto è che non c'è stata onestà nell'espulsione. Ci fosse stata sarebbe stato un compromesso discutibile, ma i motivi dell'espulsione sono stati mistificati. E questo è gravissimo, è imperdonabile, non l'espulsione in sè. Adesso spiego perchè.
Non è esattamente questione di incapacità nella gestione. E' una cosa molto più sottile, che riguarda i tabù e la paura. Lo stesso Calvero non si azzarda a scendere troppo in profondità, e c'è una ragione.
Calvero ha mostrato con la dialettica cose che dovevano rimanere coperte per preservare l'equilibrio delle cose, lo status quo, da sconvolgimenti che ne avrebbero intaccato le fondamenta. E qui ci viene in soccorso l'eredità della nostra lingua, che è proprio uno di quei campi di battaglia dove più infuria la propaganda, la guerra.
Mostrare ha lo stesso etimo di mostro.
Se ragioniamo sul concetto di mostro vediamo che esso è qualcosa di spaventoso, di sconosciuto; è un estraneo, viene da fuori ed è indefinibile, non fa parte di nessuna categoria. Il mostro sta ai limiti della realtà, è spesso una creatura ibrida, come il lupo mannaro, lo zombie ne vivo ne morto, la sfinge, e così via.
Il mostro possiede una forza capace di uccidere, di sconvolgere la realtà, qualcosa a cui dobbiamo fare attenzione. Qui sta il significato di mostrare: porre attenzione a una realtà potenzialmente pericolosa. Calvero ha osato puntare il dito al Mostro; ha mostrato cose che sono dei veri tabù per molte persone. Quando Calvero parla di ego mostra una realtà che sta ai limiti, che non fa parte della realtà visibile. L'Ego è un Mostro. E ai mostri bisogna fare attenzione.
Perchè bisogna stare attenti? perchè i mostri ti possono mangiare, ti possono uccidere. E queste non sono cose da prendere alla leggera, sono estremamente serie. Per questo non sempre i mostri vanno affrontati. A volte li si deve lasciare lì dove sono, non si è pronti. Altre volte invece li si deve affrontare, perchè non c'è altra via per andare avanti, se non chiuderti nel tuo piccolo, costruirti un muro che protegga la tua morale, le tue certezze, e vivere convinto di essere uno dei BUONI, e i CATTIVI tutti fuori dal muro. Ma così non si cresce. L'unico modo per crescere è uscire, esplorare, e viaggiare fino ai limiti del mondo, dove abitano i mostri. Qualcuno lo si deve uccidere. Altri invece li si deve domare, MAI uccidere. Altri vanno evitati. E se il mostro non ti mangia ti rafforzi, e puoi tornare indietro, puoi fare ritorno dall'oltretomba e risorgere con nuova forza, nuova vita.
Quello che è successo a Calvero, quando ha puntato il dito al Mostro, è che è stato cacciato dalla comunità per paura. E la Paura può avere più forza di qualsiasi di-mostrazione.
...Ma se uno vuole davvero trovare il Tesoro prima o poi deve affrontare il Drago, il Mostro che ne sta a guardia.
Fuori dalla propria piccola realtà, al di là del bene e del male, il Drago sta a guardia del vero tesoro della Vita.
L'intervento di Shavo
Ritengo che Shavo abbia fatto bene a rimuovere l'intervento, e anche se so che questa mia osservazione porgerà il fianco e far sì che possa essere interpretata come "di comodo", intendo per me (visto che intelligentemente discuteva con severità il mio articolo), in realtà sono profondamente certo che l'intervento di Shavo (che ovviamente avevo letto, prendendomi il tempo per rispondere) sminuiva la sensibilità di Shavo stesso che, nel suo raccontare cosa ha e aveva vissuto, raccontarlo cioè in maniera non elucubrata ma di cuore, al punto che mi aveva profondamente commosso, dicevamo, sempre a un certo punto della sua esternazione aveva però iniziato a confondere le sue stesse ragioni, sminuendo la portata e l'indirizzo dei significati che stava analizzando. Questo è ciò che penso.
Tento una chiarezza maggiore. Shavo non solo ha il Diritto (ci sarebbe bisogno di spiegarlo?) di risentirsi e opporsi e/o offendersi, ma anche ha il Diritto di tentare di comprendere con più forza possibile il sotteso di questo articolo. E sono a sua disposizione.
Ritengo che a riprova di quanto sto tentando di spiegare, cioè a riprova di quello che poi Shavo ha in seguito commentato, ci siano proprio le sue parole.
Ma - attenzione - che sia e rimanga cristallina la questione. Condivido anche parte delle parole di Music, infatti se Shavo decidesse di ripubblicare il primo intervento, ne sarei ugualmente felice: 1) primo, perché dimostrerebbe (se mai ce ne fosse bisogno) che è sempre il benvenuto, qualsiasi cosa voglia esprimere, a prescindere; 2) secondo, perché nelle sue parole c'era un'umanità, una dolcezza, una rabbia e una forza esemplare.
Seconda risposta per Shavo (e non solo)
Penso che questo tuo ultimo intervento darà modo di far riflettere con intelligenza e a prescindere, in modo costruttivo, molti lettori.
lo specchio e il potere
Calvero hai detto bene, e anzi, grazie per le belle parole :)
Per sviscerare bene la questione dovremmo discutere della natura del potere, ma richiederebbe pagine e pagine...
Tu hai usato un'immagine estremamente comunicativa, lo specchio; in sintesi: diventare lo specchio di quel che si combatte. Come immagine da sola dice tanto; denuncia che gli stessi schemi sono stati adottati, riprodotti, nel corso della guerra, e noi ci ritroviamo a riflettere le stesse storture di chi abbiamo davanti.
Bene. Però perchè succede? com'è che la trasformazione avviene?
Questione di strategia?.. è da escludere, perchè a copiare il nemico alla fine vince chi ha i numeri. Non penso che a un Mazzucco, anzi prendiamo un G.Chiesa, che fonda addirittura un partito (!), passi per la testa di vincere il nemico al suo stesso gioco. Non ci vuole un genio.
E quindi cos'è?.. chi va con lo zoppo impara a zoppicare? :D
La risposta può venire solo analizzando che cos'è il Potere, nella sua dimensione umana. Per quello preferisco parlare di un caso come la tua espulsione. Quella è una situazione vicina, e più comprensibile che parlare di strutture astratte come la "controinformazione" e le sue deviazioni.. le "deviazioni" sono gli slittamenti provocati a cascata dai punti di pressione di un reticolo di potere che agisce sulla/nella realtà, intra-realtà, che pervade il mondo e la nostra libertà di azione.. ma son cose che andrebbero sviscerate per bene, analizzate dal principio alla fine, in relazione a chissà quante variabili.. è decisamente troppo per questo spazio e per le mie scarse letture in merito :D
Comunque volendo basterebbe notare come la politica sia nient'altro che una manifestazione del potere, non la fonte. Il tramite per cui il potere entra nella realtà, si materializza, è l'uomo. E' lì che va individuato e compreso il potere. Il potere esiste in natura? Per come la vedo io no; in natura esiste la forza, che è un'altra cosa. Ma mi rendo conto che già queste premesse sono discutibilissime... Anche perchè l'uomo fa parte della natura...il che rende ciò che ho scritto decisamente paradossale... va beh, io lancio il sasso e nascondo la mano!
PS. il primo intervento s'è perso come lacrime nella pioggia, non insistete - dio ma che brutte faccine su sto sito
link
Link di approfondimento.
uno che sa di cosa parla:
https://www.youtube.com/watch?v=CHBelRnVC10
Michel Foucault, il potere disciplinare e il biopotere
C'è un terzo fattore da
C'è un terzo fattore da considerare.
Il Potere si esercita laddove c'è uno spazio che noi offriamo rinunciando alle responsabilità. Questo capita quando andiamo a votare, quando affidiamo l'educazione dei figli a sconosciuti, la salute ai professionisti, le opinioni agli influencers, e via dicendo. La cessione di responsabilità è il terreno dove si esercita il potere. Chiaramente questo terreno può essere conquistato anche attraverso la paura - e qui mi ricollego al post sui mostri - Il Potere è quella forza che abbisogna di uno spazio di manovra. Questa è la prospettiva.
La parola chiave è responsabilità. Senza responsabilità siamo in balìa del Potere.
E' la quadratura del cerchio.
Spunti e non solo
Shavo, hai contribuito con notevoli spunti, le cui prospettive si allargano a discorsi ancor più ampi, vanno mano mano ingrandendosi all'interno del problema stesso; si capirà quindi in che ginepraio di domande o meglio abissi ci si trovi e costi (o costerebbe) l'impegno da mettervi; una volontà di sondare con cura - non solo cosa sia il potere, ma proprio quanto ESSO c'entri (con l'apostrofo) e centri (senza apostrofo) «con e per» la natura spirituale dell'esperienza: la nostra esperienza umana.
Se certe teste di cazzo non fossero così pigre e con la volontà di esserlo (poi approfondirò meglio il perché del linguaggio forte, che, sia chiaro, non v'è allusione a nessun personaggio menzionato nei nostri commenti), sapremmo di avere - o meglio, potremmo aprire uno scrigno prezioso, oserei dire "magico", lasciatoci in eredità da pensatori immensi (mistificati e boicottati ma sempre alla portata di tutti) che altri non sono che la nostra volontà di evolvere l'uomo ... in cosa? ... in responsabilità. Basterebbe dedicarcisi, e senza neanche chi sa quali sacrifici, beninteso a chi sente il valore dell'onestà e del rispetto per la vita: come ciò che più ci identifica con l'essere meritevoli di questo nostro passaggio.
Però si potrebbe fraintendere quanto esprimo, cioè che nel nostro piccolo, ci si dovrebbe sentire in dovere di caricarsi una gargantuesca sapienza sulle spalle per salvare il mondo dall'ignoranza - per l'amor di Dio certe stronzate No, non questo. Capiamoci sul punto, che è questo: - ciò che ci rende scimmie e nuovamente si fa sì che l'uomo ami il suo regredire, questo è il punto. Il suo ritornare alla condizione di scimmia e noccioline un tanto al chilo (non sono un'evoluzionista: Darwin è un cretino, tra i più grandi cretini esistiti insieme a Marx, parliamo del loro pensiero quindi, e spero si intuisca l'indirizzo della mia osservazione sul concetto di scimmia); è un degrado e di questo degrado siamo tutti potenziali responsabili, ed è questo quello che si è voluto far finta di non vedere quando un Sito come Luogocomune e Mazzucco ha fortemente preso su di se l'onere e non l'onore (il perché non m'interessa); in qualche modo è l'incarico di far regredire il pensiero (indi lo spirito) al punto di re-indirizzare e contribuire a re-indirizzare le coscienze e la coscienza collettiva a uno stadio inquinato inquindandola, con l'aggravante - proprio come è uso al Potere (la cui politica è manifestazione, come hai illustrato prima, indi più pericolosa giacché teatrino mistificante) ... di farlo dalla parte di chi ne contestava i vecchi meccanismi ri-sostenendoli ...
... ancor più penoso quindi (e qui il discorso della gravità di divenire «specchi») constatare (e tuttora sta avvenendo) il mischiare articoli e commenti dal sapore filosofico, dando un'aura di ricercatezza e umana volontà di comprendere la nostra realtà nelle Homepage di questi Siti, in realtà non vivificandone - affatto - questo il barbatrucco, i significati. Anzi tradendoli persistentemente. Luogocomune è diventato una sorta di salotto di alto livello, "alto" se paragonato ai salotti televisivi, un posto nella rete ove si parla e si parli di cose che «in-televisione-non-si-parla» e questo è tragico, ché fa presa sull'inconscio dell'italiota medio-omologato che in questi giochi da opinionisti anticonvenzionali, trovano una boccata di ossigeno che ossigeno non è, in realtà una valvola di sfogo che comunque, non vivificando i veri discorsi alti, sparsi qui e là «tanto per e un tanto al chilo» riconducono sempre all'orticello della morbosità della divisione e della tribuna politica ...
... a riprova, si può andare anche in questo preciso momento nell'homepage di LC e vederne la disfatta - in questo senso sia chiaro; constatare l'umiliazione del pensiero che "vuole" la verità e contemporaneamente si genuflette, ci si appella addirittura, all'operato di burattini destinati a marcire nel letame da dove essi stessi risorgono e risorgeranno con una nuova bandiera. Ci vuole un neologismo, ci siamo? ... come dissi all'inizio, anche perchè il termine «pena» ha fatto il suo tempo, ed è giusto così. Siamo ben oltre la pena.
La questione è antropologica, e non si è ancora compreso quanto. Ecco perché serviva contro-propaganda e non contro-informazione, quella volta. Probabilmente ora è tardi anche per la contro-propaganda.
Torno ora a un punto importante che hai tenuto a ribadire. Hai fatto bene a tenere in considerazione l'elemento della mia espulsione. Non serve neanche il senno di poi per far sì che te lo dica: altrimenti non mi sarei preso la responsabilità di questo articolo dove il riferimento è cristallino. Quando parlo e ho parlato di personalismi che evito ed eviterò, mi riferivo e mi riferisco a quelli puramente di carattere soggettivo, ma non che la mia espulsione sarebbe fatto personale. Non lo è. Assolutamente No. Altrimenti non aveva senso tutto il discorso. A me è accaduto di essere espulso in maniera più diretta solamente perché avevo più tempo e ho avuto più tempo da dedicare. Anche perché ho amato Luogocomune più di altri, questo è un fatto che mi si può contestare, ma so di cosa parlo.
Probabilmente altri bravissimi utenti non avevano più tempo e forze per reggere alla farsa. Ciò che è importante capire, è ancora quello che già ho espresso nell'articolo: è coglierne la tragedia. Ma in che modo? Non che adesso c'è o ci sia gente che non ci dorme la notte o il mondo verrà distrutto da Armagheddon per questa miseria ...
... la questione, appunto, è capire chi siamo. Per fare un esempio stupido, ma veramente stupido, non è che se non ci fosse stato il CICAP, ora a tutti sarebbe chiara la farsa dell'11 Settembre in Italia (siamo seri), però sappiamo tutti e benissimo che quando parliamo di metodi dei consenzienti ai regimi, della Zona Grigia, allora sappiamo quanta responsabilità hanno miseri sistemi propagandistici, giornalisti che fanno orecchie da mercanti compresi nel prezzo, bene, ecco: - Luogocomune li ha superati. Perché la responsabilità dei "CICAP vari e assoriti" ha fatto il suo tempo, ha compiuto la fase che doveva compiersi ...
... ora sta alla nuova contro-informazione (vestita da volontà di verità): sta a lei l'incarico (inconscio o meno, non mi interessa sondarlo, dipende oltretutto dai casi e dalle dinamiche), dicevamo, sta a lei una nuova fase; traghettare lo spirito verso la nuova cineseria di cui ho parlato e verso le prossime vette orwelliane. Si capirà quindi a quale miseria tocca assistere, a quale teatro del vanificare e sterilizzare siamo di fronte, è il nuovo medioevo; a quali meccanismi scimmieschi si ritorna per cosa? ... la speranza?, la vanità? e l'orgoglio? ... di non voler ammettere di aver sostenuto chi sostiene e aveva dimostrato che avrebbe sostenuto abomini e non solo, per la speranza di vedere ... cosa ... tramutare la merda in oro? no, non è questione di speranza come maliziosamente e furbamente hanno voluto far credere. Non è questione che gli altri vorrebbero la bacchetta magica, come molti hanno dimostrato non essere il punto e, di conseguenza, invitati genitilmente a uscire dalla porta. E non sto parlando di Calvero.
L'ultima questione è quella dei «teste di cazzo», e mi riferivo e mi riferisco alla pomposità di chi ha - se non la conoscenza, quantomeno la cultura per poter dare allo spirito della libertà, cioè allo spirito della Vita, il nostro amore. Accademici e scienziati d'ogni risma che ogni giorno hanno sotto il naso il puzzo della menzogna e della disonestà, della non-lealtà, la menzogna a cui si sono venduti e, tutti in famiglia, non mancano lo spettacolo del cinepanettone di Natale al cinema, dicendo che comunque Charlie Chaplin è un grande, e preoccuparsi che Valentino Rossi non perda l'amore dei suoi tifosi. Sia mai levarsi dal cu- ...ehm, dal cuore, il 46 santo - dell'italiota condizione.
Se posso permettermi
Ci sono troppe cose tremendamente sbagliate; davvero, troppe. I capisaldi che fino a poco tempo fa rappresentavano uno spiraglio di speranza sono stati ribaltati a sfavore della crescita, fagocitati da chi sta molti passi avanti; si è dimostrato nuovamente, come alcune menti brillanti non hanno mai smesso di avvertire.
Sarebbe stato vitale rendersi conto quando era il momento di smettere... come i Led Zeppelin... come Francis Dunnery... come i bambini, rendersi conto istintivamente.
Uscendo dalle mie nebulose, tastando il “concreto”, tra le molte cose si parla – si, si parla – di terra piatta; qui anche il linguaggio più raffinato stenta a trovare espressioni adeguate. Energie sprecate...esiste un termine più forte di “sprecate”? Se si, aiutatemi.
Dalla mia: non rimane che chiudersi in se stessi, rovistare nei ricordi dell’innocenza con la speranza di trovare l’ispirazione per raccogliere le forze che potrebbero proteggerci dalla mondanità, vera nemica!
Per me rimangono anche la MUSICA, l’”ESTETICA” che non (ri)chiede ragionamenti, le VIVANDE genuine, somme espressioni dell’amore che più di ogni altra cosa esprime la gioia tramite le lacrime.
Si può dire individualismo collettivo?
Grazie Calvero, grazie Musciband, grazie Shavo, grazie Pike, grazie Portico dipinto.
Ciao Luxio e complimenti per
Ciao Luxio e complimenti per il dono della sintesi. Scusa il ritardo di una mia reazione alle tue osservazioni, ma attendevo di ruminarle a dovere. In brevi e fulimanti righe hai centrato ancor meglio la questione. La mia posizione rimane tra l'incudine e il martello perché se affondo "troppo" la lama, si può travisare la mia invettiva come fosse formulata da colui che ha il dente avvelenato, e quindi perderebbe d'obbiettività; se rimango invece in punta di piedi nel discorso, si potrebbe travisare come una mancanza di coraggio (intellettuale s'intende)...
... approfitto quindi del tuo commento per sottolineare due cose. Primo, non vorrei che fosse sembrato un momento, il mio, troppo incattivito, non è così; anzi, sono stato pure molto civile (che non è la mia indole la diplomazia): e ti dico che ho avuto modo di riflettere ancora meglio in questi giorni e quindi non solo ribadisco le mie osservazioni, ma aggiungo che (in questi mesi ho ponderato e seguito sia LC sia il mondo mediatico in genere), dicevamo, aggiungo e ritengo che Luogocomune sia tra i Siti ora per antonomasia dannosi, nella sua funzione di utile cuscinetto per il potere, un potere dei più feroci e prepotenti e liberticidi in allestimento.
Surreale quindi, e mai avrei pensato, dico MAI, di prendere atto che fenomeni come CICAP e fenomeni come Luogocomune sarebbero un giorno diventati la stessa cosa.
Sono certo che così come vennero prese sottogamba e considerate esasperate diverse mie riflessioni anni addietro, verranno prese sottogamba anche queste.
Seconda cosa. In merito al discorso della e sulla tua "via di fuga" .... beh, pure questo hai espresso con lucida e tagliente analisi, ti dico che è condivisibile e allo stesso tempo per nulla egoistica la cosa. Meriterebbe, dico davvero, un articolo a parte.
Le cose precipitano, ed era inveitabile. Fa parte dell'implosione che attendono (senza saperlo) i nostri nipoti. Solo non mi aspettavo che a dare una mano a farle precipitare si aggiungessero i miei amici e personaggi che tanto avevano fatto per quella stella polare chiamata verità.
Il resto l'hai detto in maniera esemplare condensandolo in modo pressoché ineccepibile; ... e quindi ti rispondo che Sì, si può dire «individualismo collettivo». La premierei come Locuzione dell'anno. Senza riserve.
A Calvero
Ciao Calvero, innanzi tutto ti ringrazio per la risposta, sinceramente non mi aspettavo una qualsiasi reazione alla mia riflessione, non ci sono abituato. E ti ringrazio per il complimento: dono della sintesi mi sembra esagerato, ci avrò messo ¾ d’ora per scrivere quella roba... ed ero pure in uno stato alterato (cosa che tuttavia e probabilmente ha contribuito ad elevare il livello di sincerità di tutto il discorso).
In genere sono piuttosto imbranato e faccio fatica a sintetizzare o quantomeno a dare un senso al flusso di pensieri che si muovono nella mia testa come un disco durante una partita di hockey sul ghiaccio.
Riguardo al tuo approccio alla questione non ritengo sia assolutamente e in qualsivoglia maniera esagerato o fuori luogo, è semplicemente pragmatico (parolone); le interpretazioni le lasciamo ai lettori.
Io continuo a seguire Luogocomune e inevitabilmente, almeno per me, ho constatato l’accrescere della decadenza che la fa da padrona: nonostante gli spunti che può offrire per delle riflessioni importanti, il tutto è diventato uno spregevole spurgo. Ci sono alcuni utenti di sommo spessore che a breve faranno la tua stessa fine (e che secondo me non sono stati abbastanza scaltri da fare dietro front quando erano ancora in tempo). Ormai Luogocomune per me è diventato davvero un luogo comune, e ciò mi rattrista.
Riguardo alla mia “via di fuga”...rimane per il momento un desiderio che fatica a trovare appigli nella realtà, ma che non demorde e che tenta di negoziare consensi in tutte le occasioni, incontrando derisioni che non fanno altro che alimentare la voglia di proseguire, fanculo.
In questo momento non saprei cos’altro aggiungere, forse solo sursum corda, amici miei!