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Lo specchio che tutti evitano

Snowpiercer (id - 2013)


  • genere: Fantascienza
  • regia: Joon-Ho Bong
  • interpreti: Chris Evans, Kang-Ho Song, Ed Harris, John Hurt, Tilda Swinton, Vlad Ivanov
  • produzione: Moho Film - Opus Pictures e altre

GIUDIZIO: Da vedere

In due parole

Ritratto quasi perfetto della nostra società e del "Sistema". Ridicole le accuse di inverosimiglianza; come spesso accade per film simili, totalmente frainteso.

Recensione

Siamo alle solite, per fare un film intelligente "non" ci vogliono gli Americani, non di questi tempi almeno, e un film intelligente viene completamente frainteso anche dai pseudointellettuali della critica europea, non parliamo poi del pubblico che trova più credibile un Bruce Willis che ammazza 300 persone nell'arco di un'ora e mezza passando indenne per situazioni dove solitamente soltanto i cartoni animati e willy Coyote possono salvarsi, accusando pellicole come questa di inverosimiglianza, scarsa azione etc.

Il problema è che alcune accuse di inverosimiglianza sono arrivate anche da alcuni critici ed è imbatrazzante, almeno per noi, constatare quanto non è stato capito un film che non è certo criptico o "difficile" ma risulta anzi fin troppo esplicito e quasi "pedagogico" nel dialogo finale.

Certo Snowpiercer è un film visionario ma avete mai sentito un'accusa di inverosimilità per film fantasiosi come ad esempio "Brazil" di Terry Gilliam? No di certo, anzi, si tratta di un valore aggiunto perchè la visione fantastica basata su simbologia e metafore, unita alla forza delle immagini, esprime un forte contenuto che è quello che deve arrivare al pubblico.

Non dimentichiamo poi che non esistono film "Verosimili"; ogni pellicola è un'opera di "Fiction" quindi "Finta" per definizione che inoltre utilizza tutta una serie di "illusioni" e "trucchi" per sembrare "Vera". Il regista che ha la pretesa di essere verosimile non deve scoprire i suoi trucchi; l'abilità di ingannare il pubblico si unisce alla volontà di farsi sorprendere e quindi imbrogliare del pubblico stesso. Per contro esistono opere dove il regista non ha alcuna pretesa di verosimiglianza perchè lavora su un piano diverso. Una favola non è mai verosimile eppure non ci sogneremmo mai di accusarla per questo. Ci lasciamo semplicemente trasportare da ciò che la fiaba racconta e dai significati che comunica.

Chiarito questo punto che sembra ovvio ma evidentemente per molti non è poi così scontato, possiamo tranquillamente dire che il film del regista SudCoreano Joon-Ho Bong è una favola postmoderna completamente visionaria anche se piuttosto esplicita. Si tratta di un ritratto quasi perfetto della società e del sistema in cui siamo inseriti.

Viene quasi il sospetto che gli intellettuali che hanno ovviamente compreso (e anche chi, tutto sommato non lo ha disprezzato) le "Basi" del film descrivendole nelle loro recensioni, abbiamo poi evitato di prendere in esame gli aspetti più inquietanti ma non per questo meno ovvi o manifesti; come se il descrivere fino in fondo il senso della pellicola potesse scatenare la paura di essere costretti a prendere atto del mondo in cui vivono. Una sorta di autocensura della mente a scopo protettivo.

Molti commenti del pubblico poi, dimostrano che manco le "basi" sono state capite e questo è un aspetto certamente singolare. Ovviamente le recensioni e i commenti che abbiamo letto non bastano a fare una statistica, ma rendersi conto che una cinquantina di commenti sono tutti sulla stessa linea, con lievi differenze è decisamente disarmante.

Ma scopriamo qualcosa di più sul film:

Snowpiercer inizia immediatamente con un messaggio chiaro: si odono molte voci appartenenti ai media televisivi che annunciano il problema sempre più impellente del "Riscaldamento Globale" (i media rappresentano la bugia e la propaganda) fino a quando i governi propongono una soluzione: una specie di gas refrigerante da spargere con gli aerei; scie chimiche a go-go e l'esperimento che finisce male provocando una nuova era glaciale sulla terra che annienta la vita così come la conosciamo.

Si salva soltanto una piccola percentuale di persone che viaggia su di un treno ipertecnlogico che fa il giro del pianeta senza fermarsi mai. Il treno come una moderna arca dove il motore rappresenta la vita mentre tutto ciò che sta fuori è la morte.

nelle carrozze di coda trova posto "il popolo", nelle altre carrozze ci sono i ricchi, la classe dirigente, i privilegiati e i "servi" del sistema, i cani da guardia. Si vive in uno stato di polizia, il popolo è controllato e sottomesso ma gli viene ripetuto in continuazione di essere privilegiato e pure ingrato perchè è stato salvato dal magnanimo Wilford, il proprietario del treno.

E' inutile ricordare qui le fin troppo esplicite immagini metaforiche rappresentate dal treno; i significati legati a questo simbolo sono piuttosto noti, ma ciò che è davvero interessante nel film, è che nella rivoluzione (una delle tante) che scaturisce tra i derelitti che vogliono conquistare la testa del treno e che li trascinerà in un viaggio allucinante attraverso le carrozze è densa di simbolismi e rappresenta una specie di girone dantesco della nostra realtà. Ogni vagone che attraverseranno rappresenta un affresco della nostra società dipinto con forti immagini simboliche e straordinaria visionarietà dal regista. C'è il sistema scolastico con il suo indottrinamento, c'è il problema del cibo e della sua qualità, la società consumistica e i suoi sprechi. Sono presenti tutti gli ingranaggi "del sistema" e ogni personaggio con il suo aspetto o con la sua battuta rappresenta un simbolo. Vi lasciamo il piacere di scoprire il modo in cui il regista ha voluto rappresentare gli affreschi tematici inseriti in ogni vagone. Regista che forse cede qualcosa nel finale, scivolando nel pedagogico quando realizza un dialogo fin troppo esplicito, come se si preoccupasse di far capire fino in fondo il suo messaggio che è certamente disilluso e amaro:

La testa viaggia sempre in accordo con la coda, le rivoluzioni sono pilotate, tutto è programmato perchè il sistema deve perpretare sè stesso. Sono innumerevoli gli spunti di riflessione di questa pellicola che pur non essendo un capolavoro ha una forza emotiva notevole e lascia il segno invitando esplicitamente il pubblico a pensare.

E' davvero importante che sia poco verosimile un treno che fa il giro del mondo? Quando la stessa idea rappresenta una metafora in sè stessa senza pretese di credibilità?

Da segnalare un cast multietnico (tutti bravissimi), gli inossidabili Ed Harris e John Hurt, che nonostante la fama e a differenza dei colleghi Robert Deniro e Al Pacino preferiscono non svendersi in film mediocri ma selezionare progetti difficili e interessanti e il "Capitan America" Chris Evans che dopo il blockbuster di propaganda dimostra di essere un bravo attore.

Il nostro consiglio è di non perdere questo film che appartiene alle rarità che un vero amante della settima arte cerca come i tartufi; che ha ancora il coraggio di invitare a riflettere e di mostrare la realtà senza paura, che ama giocare con l'immaginario e il fantastico. Nella speranza che questo cinema faccia tendenza e aiuti a disintossicarci dalle stupidaggini per cerebrolesi che dominano sovrane sommergendo ogni cosa.

 

 

Un messaggio

Ritratto di Calvero

Ciao Proiezionista

EDIT 20,25

... ti dico da subito che per onorare la tua recensione, che per me vuoldire abbastanza, sono andato in negozio e ho comprato il film. Ho comprato il bluray; la sera mi sono posizionato sul mio divano e nel silenzio reverenziale che io dedico SEMPRE ai film, ho settato le opzioni in lingua originale e.... ho fatto partire la storia.

 

Ora permetti un preambolo importante. Io ero già innamorato di The Host, che secondo me è un film incompreso che fa il paio con questo. Quindi sono rimasto da subito con le antennine alzate sul nome di questo regista/autore, e allora, ti domanderai, come mai non sono andato a vederlo al cinema quella volta? La risposta è nella tua recensione. Siccome per me il cinema è (a prescindere) un costo, ogni tanto mi premuro di sentire - senza che vi siano spoiler - delle osservazioni e delle critiche da chi in Rete più o meno mi fido. E questa volta ho sbagliato, perché le critiche mi avevano convinto che sarei andato a vedere il solito film di fantascienza finto/intellettuale.

Poi sei arrivato tu e mi hai fatto capire che avevo sbagliato.

Ora la critica.

Ti dico da subito che anche se The Host è nettamente meno importante, non ho delle riserve come le ho per Snowpiercer. Il Film mi è piaciuto, però mi ha fatto girare i coglioni. Ti dico che l'ho già visto TRE volte e tra qualche giorno lo rivedrò una quarta con un amico, per condividere le riflessioni.

Quanto di positivo - ed eccezionalmente rivoluzionario - questo film possiede, lo hai già evidenziato tu e in maniera precisa. Siamo d'accordo. Anche la premessa che hai fatto, hai fatto BENISSIMO a farla ... poiché per opere come questa, la stronzaggine che hanno nella testa i critici è giusto che (nel nostro piccolo) venga messa all'indice.

Quello che non mi è piaciuto sta proprio nel fatto che, a mio avviso, questo film doveva essere "teatrale" - PUNTO, e non una via di mezzo, come è stato. Qui è stata la cappella. Vedi, giustamente tu nomini BRAZIL, ma BRAZIL - dall'inizio alla fine - ti intrappola in un mondo "onirico/distopico/grottesco" (uso questi termini alla carlona, per non perdere tempo) e quindi segue una linea stilistica che non si tradisce.

Mentre Snowpiercer si tradisce, eccome. Vuoi un esempio?

Eccolo:

- tu non puoi farmi un film così e alla prima scena d'azione, mi parti con la "Cinepresa Parkinson" che si usa nei prodotti da bimbominkia per dare un sapore alla Bourne Identity del cazzo, che qui ci sta come il prosciutto crudo inzuppato nel cappuccino la mattina. Daicazzo, ma stiamo scherzando !?(guarda in The Host , come ha usato le cineprese, fantastico!).

 

Mentre qui non ci siamo e non mi piace, perché c'è stato un gran lavoro per far sembrare il treno in movimento e poi arriva una serie di sequenze imbarazzanti in cui sembrano recitare tutti in un salotto di un appartamento e con una fotografia statica, appunto teatrale. Porca puttana: mi metti le scene in computer grafica che si alternano con momenti così fuori dalla realtà - tanto sono simbolici e intimi nei significati - che mi cascano le palle per terra ... dai, sembravano due film diversi. Avesse usato delle tecniche più sobrie, senza cercare di stupire con dinamismi hollywoodiani, avrebbe fatto il capolavoro ...

... e non dico questo per i motivi da te citati, che mi sta bene non sia un capolavoro; non mi sta bene che si è piegato a delle scelte che hanno svilito la forza simbolica e spezzato in più momenti la sospensione della credulità che, se permetti, non posso non darle importanza, altrimenti me frega nulla di andare al cinema. Perché, sempre per citare Brazil (che a un certo punto mi deventa pure pesante) comunque l'opera non si tradisce ...

... io non dico che doveva essere come Dogville (sia mai), ma se tu lavori male questi equilibri, mi spezzi la sospensione della credulità e mandi in vacca molto.

Ti ripeto, io il film l'ho apprezzato e sicuramente quello che non mi è piaciuto non è legato alle critiche di cui hai parlato. Io ti parlo proprio di un potenziale gestito male. Simbolico può essere simbolico quanto vuoi, ma deve respirare tutto secondo un preciso equilibrio e che qui si è andato sfibrando verso il finale.

Mi spieghi tu, per dirne un'altra, che cosa mi sta a significare il tipo che non muore mai - che è come TERMINATOR, ma allora!!! ... è urticante ... cristoforo colombo! cioè questo si prende coltellate e cazzotti mostruosi, legnate sui denti, gli schiacciano la carotide con un piede di porco, s'infila una "Katana" nel fianco, e poi si rialza e continua a rompere il cazzo ... e pure nel finale! come nei peggiori Horrror si derie "B".... no, mi spiace, non ci siamo, non lo scuso. Anche perché la vicenda ha voluto dare alla vita e alla morte un valore precisamente terreno e razionale.

E capiscimi, a me starebbe bene che qualcosa di ---> all'apparenza inspiegabile, s'inserisca in una storia, ma a quel punto devi dare a quella forzatura un valore che trascende i significati. Altrimenti stai giocando di sponda; altrimenti mi stai facendo solo il finto criptico perché ti serve stupire. 

Se purtroppo (come credo) la produzione o chi per essa, lo ha costretto "gioco/forza" a scendere a questi compromessi, mi spiace sono affari suoi, e non posso fare sconti alla critica per questo.

Sono invece con te sul discorso degli attori e anzi, rinvigorisco la dose. Ti dico sinceramente che era veramente tanto che non m'innamoravo così di un attore fino ad adesso chiuso in ruoli di comodo. Già nell'ultimo Capitan America, per quanto commerciale, ho visto Evans crescere dal suo piccolo ...

... qui è stratosferico. Mi è piaciuto moltissimo. Aveva un'emotività e una carica eccezionale. Ci ha creduto. Veramente. Addirittura nel finale, quando fa il monologo, la sua parte è talmente forte che è superiore al film, infatti non ci sta ... ma non perché lui non sia bravo, ma perché la sua performance è superiore al pathos generato dalla pellicola che il regista non ha saputo equilibrare.

Sono daccordo con le tue

Ritratto di Il Proiezionista

Sono daccordo con le tue osservazioni e sono questi i dettagli che gli impediscono di volare alto.

Tuttavia ritengo che il valore del film nel suo complesso non venga sminuito; le storture presenti non mi hanno infastidito più di tanto, una volta catturato dalla vicenda era più importante apprezzarne gli aspetti allegorici e metaforici, almeno per me.

Purtroppo, e mi spiace dirlo ora, so che la versione italiana del blu ray è pessima e pure con un aspect ratio errato. Aspetto che certamente pregiudica una buona visione e può aumentare il disagio o il fastidio dell'occhio per inquadrature o movimenti non bilanciati.

Riporto qui un paio di commenti dalle recensioni presenti su Amazon:

"La Koch Media ha sbagliato l'aspect ratio del film.
Invece che un 1:85 ha realizzato il blu ray in un 1:78.

Cosa da poco direte voi?
Non direi, visto che vedrete tutto Snowpiercer zoomato e quindi perderete un porzione di qualsiasi inquadratura.
Inoltre questa versione perde di definizione e di contrasto, visto che il nero sembra quasi un grigio.

La differenza tra il nostro blu-ray e quello francese è imbarazzante.
Consultate pure internet per visionarne la magnificenza rispetto a questa italica versione."

"Aggiornamento del 1/10/2014
la Koch Media, dimostrando ottima professionalita' e tenendo conto delle critiche ricevute, ha pubblicato una nuova versione di Snowpiercer con aspect ratio corretto e soprattutto con un quadro video finalmente di buona fattura con contasto e livello del nero adeguati ad un blu ray. Non solo, venendo incontro a chi aveva acquistato il vecchio disco, l'ha sostituito gratuitamente con la nuova edizione. Grande esempio di rispetto nei confronti degli appassionati dell'alta definizione!!!!"

Mi auguro tu sia riuscito a trovare la nuova versione.

Vigliacchi

Ritratto di Calvero

Vigliacchi bastardi che gli spezzerei le ginocchia una volta per tutte a questi, glielo cambio io l'aspect ratio, della faccia però. Maledetti. Non dico altro perché mi girano le palle che non hai idea. 

Grazie per le informazioni 

Snowpiercer

Ritratto di Dusty

Grazie proiezionista per aver recensito questa pellicola che altrimenti avrei evitato a più pari.

Lascio questo commento solo per sfogare la frustrazione nel non capire il perché sia stato inserito quel personaggio senza nessun senso che non vuol morire: la trovo una di quelle storture così esagerate da far crollare tutto il resto. Se qualcuno avesse una chiave di lettura in proposito sarei molto curioso.

Snopiercer errors (big spoilers)

Ritratto di Dusty

Tra gli errori e scene che non ho capito che mi turbano:

  • al tipo a cui hanno tolto il braccio sono bastati 7 minuti per farglielo congelare, ma alla fine invece i due sopravvissuti escono senza problemi... Bel controsenso. Inoltre non è chiaro perchè doveva fare il discorso "entro 7 minuti" visto che quello era il tempo minimo per il congelamento, e non il massimo.
  • Wilson dice che Curtis è stato l'unico essere umano ad aver attraversato tutto il treno ma è chiaramente falso: come minimo lo hanno fatto anche la sua "segretaria" che è andata a prendere le misure ai bambini, così come i due bambini scelti.
  • Non capisco il senso della fine del film: uccidere senza motivo tutte le specie viventi preservate, per poi far vedere che ci sono stati due sopravvissuti che comunqnue dopo poche ore sarebbero morti anch'essi, senza acqua, cibo, calore.
  • Il sub-terminator spara tra i vetri delle carrozze per cercare di uccidere Curtis: a parte l'insensatezza del caso che proprio in quel momento il treno fa una curva ed i due si trovano negli unici due vagoni con pareti di vetro, ed a parte l'impossibilità di riuscire a colpirsi ad una tale distanza in movimento, il vetro era antiproiettile e non è servito a nulla se non a fare danni al treno. Inoltre Curtis è stato scelto come futuro successore, quindi perchè ucciderlo?
  • Quale è il senso del pesce che viene tagliato prima dello scontro?
  • Ci rimangono così male a scoprire che mangiavano scarafaggi, benchè avessero mangiato anche bambini... vabè
  • (per pietà lascio perdere eventuali commenti sulla tipica fisica da cartoni animati riguardante il fatto che il treno spazza via intere pareti di ghiaccio)

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