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Learning on the job

Oggi leggo un articolo del Corrierone riguardo ai problemi che hanno i genitori per andare a colloquio con gli insegnanti durante le ore di lavoro. Si spiega un po’ la situazione, si dice cosa si sta cercando di fare e alla fine si riportano un paio di dichiarazioni di qualcuno. Sentite la citazione di tale Rosario Salamone, preside del liceo Visconti di Roma, riguardo alla possibilità di dedicare un pomeriggio al ricevimento:

«Un’esperienza terribile: sembrava un suk mediorientale, file lunghissime e l’incontro che si esauriva nella lettura dei voti» […] «Chi mette i figli al mondo deve dimostrare una maggiore responsabilità. E saper rinunciare anche a una mattinata di lavoro». […] «Non sono un supermercato aperto 24 ore al giorno»

Non so voi, ma io con certa gente farei così. Licenziamento in tronco e divieto per due anni di lavorare a qualsiasi titolo per qualsivoglia ufficio pubblico. All’inizio questo signor preside passerebbe le sue giornate a cercare un lavoro, ma senza barare: niente amici e conoscenti, solo offerte di lavoro e invio di curriculum. Viste le grandissime abilità acquisite a fare il preside, siamo sicuri riuscirà a trovare un lavoro che gli consentirà di avere il medesimo trattamento salariale. Il che significa quasi certamente un posto da quadro/dirigente. Il che significa 9, 10, a volte 11 ore di lavoro al giorno. Durante questo periodo, proveremo a vedere quante volte riuscirà a prendersi una mattina libera per andare a parlare 10 minuti con un insegnante. Con uno, perché gli altri ricevono in altri giorni. Diciamo 5 mattinate libere in un mese per quel motivo.

Più realisticamente, il preside in questione non troverà alcun posto da quadro. Dovrà fare una lunga trafila per un lavoro che potrebbe fare chiunque, malpagato e soprattutto non assunto. Diciamo che se va bene, se va di lusso, verrà assunto da un’agenzia con contratto di un mese, rinnovato di volta in volta. Prendendo in considerazione un mese a caso, diciamo dicembre o gennaio, avrà già perso due giornate di lavoro per vari motivi (influenza, pratiche da sbrigare eccetera). Ora, sempre in questo mese, chiede anche 5 mattine per andare a parlare con i professori. Perché lui è un genitore responsabile. Fanno quasi cinque giornate di lavoro in un mese. Quanti soldi ha perso non andando a lavorare per quasi un quarto del tempo? Ma soprattutto, dopo questo mese di allegre scampagnate al liceo Visconti, quante possibilità ci sono che a fine il mese il contratto gli venga prolungato? Poche, poche.

E così il nostro ha perso il lavoro, deve pagare l’affitto, le bollette, mantenere un figlio e possibilmente nutrirsi tre volte al giorno. E tutto per andare a parlare 10 minuti con un genio della pedagogia par suo.

Dimenticavo: allo scadere dei due anni il nostro verrebbe reintegrato al suo posto. Non vogliamo avere un preside sulla coscienza...