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Un videogame al cinema

Sucker Punch (id 2011)


  • genere: Azione/Fantasy
  • regia: Zack Snyder
  • interpreti: Emily Browning, Abbie Cornish, Jena Malone, Vanessa Hudgens, Jamie Chung, Carla Gugino, Oscar Isaac, Scott Glen
  • produzione: Warner Bros

GIUDIZIO: Insipido pretenzioso

In due parole

Guardare uno che gioca alla playstation è noioso; fatevi la vostra partita che almeno vi divertite.

Recensione

Finora il regista Zack Snyder si era dedicato alla trasposizione filmica di alcuni fumetti con risultati piuttosto deludenti (unica eccezione: Watchman); molta forma e poca sostanza. Ora si cimenta in una prova autoriale scrivendo, dirigendo e producendosi il proprio videogioco personale.

Le mire autoriali di Snyder, come a dire: vi dimostro che sono un artista di sostanza, vengono esplicitate all'inizio della pellicola e nel finale in cui questo leviatano iperviolento della noia tenta di risollevarsi da terra.

Purtroppo non basta un inizio interessante (che vorrebbe promettere bene) e un finale in cui si tenta la svolta filosofica per tenere in piedi quella che di fatto è una partita a Doom, Gta o, sceglietelo voi il videogioco, di quasi due ore. Le metafore utilizzate dal regista per questa sua sorta di Alice nel paese dei mitragliatori, sono piuttosto puerili e sembrano soltanto una scusa per lanciarsi in un nuovo livello di gioco (vedi gli oggetti da cercare); i personaggi sono tagliati con l'accetta e fallisce il tentativo di dar loro spessore (l'unico forse che suscita un pò di interesse è il carnefice Oscar Isaac), le interminabili battaglie in cui gli effetti speciali e il rallenty non sono sufficienti ad affascinare l'occhio di un pubblico ormai assuefatto dalle meraviglie digitali, risultano noiose e per nulla avvincenti.

Come se non bastasse, i molteplici momenti in cui parte una canzone che lascia scivolare sullo schermo un montaggio di immagini e volti (che dovrebbero procurare emozione e raccontare una storia a sè) a modello di videoclip musicale, trasmettono la sensazione che si stia usando un classico escamotage per riempire minuti di film e far avanzare il baraccone.

Discutibile poi anche la scelta di affidare le cover di pezzi conosciuti (uno su tutti: Sweet Dreams degli Eurytmics) alle voci degli stessi attori del film che saranno pure bravi ma di certo non sembrano dei cantanti.

Insomma, il film non funziona su nessun livello, anche volendo prenderlo come semplice circo equestre del divertimento senza volerci trovare significati particolari o ambizioni autoriali (cosa che però, è Snyder stesso a voler fare), risulta noioso e per niente affascinante, come semplice giro sull'ottovolante si preferisce di gran lunga un film come il primo Die Hard (Trappola di Cristallo) ad esempio, che risulta divertente proprio perchè non si prende sul serio e interessante anche visivamente con soluzioni originali che in seguito diventeranno una consuetudine in tutti i film di questo tipo. Ma sappiamo che anche per divertire con spensieratezza ci vuole intelligenza.

Il regista sembra ossessionato da un'estetica che diventa sempre stucchevole e patinata come un filmato matrimoniale; molte simbologie visive che utilizza abbinandole a una iperviolenza sempre molto marcata, quasi a voler sottolineare una specie di autocompiacimento, fanno pensare che tutti i suoi film suggeriscano ideologie estremiste.

Se Watchmen aveva aperto uno spiraglio di possibilità in merito al talento di Zack Snyder, questo Sucker Punch evidenzia e conferma le prime impressioni avute di questo regista. Fotografia, effetti speciali e ultraviolenza non sono sufficienti a fare un film.