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La Psicopolizia è tra noi, in nome della memoria

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Lo Stato promuove lo sviluppo della cultura, così recita la Costituzione. Della «cultura» per la maggiore si ha (o si vorrebbe riconoscergli) un valore positivo; un concetto che vuole vederla come modello di accrescimento e, appunto, di sviluppo; personale come collettivo. E anche il termine «sviluppo» sembra volerci dare significati positivi, qualcosa che ci rimanda all'essere dinamicamente attivi, in crescendo, vivificando e non ottenebrando la libertà di pensiero. 

In maniera inquietante si deve prendere atto invece che i significati e i valori che volevano inneggiare alla nostra libertà, alla nostra crescita, stanno precipitando verso l'oblio del fascismo o del dispotismo che dir si voglia, quello bieco, obliquo, insomma quello vestito in Frac; quello più pericoloso che in nome di un Proclama carico di millantata dignità coglie l'occasione per travestirsi da "baluardo" della memoria. Ed ecco che la cultura che poggia le sue radici anche nello studio della Storia, si trasfigura: dalla cultura si arriva al Culto. Così, come in un cappio che man mano chiude l'ampio respiro che la cultura dovrebbe avere, l'etimo torna ad altri indizi, come quelli di «coltivazione»; dal latino - colere, cioè coltivare. Wikipedia:  l'utilizzo di tale termine è stato poi esteso a quei comportamenti che imponevano una "cura verso gli dei", da cui il termine "culto".

In poche parole, anzi in pochi termini, siamo giunti al ritorno di un simile significato che pare lo Stato difenderà come Legge1 e, da esso, legittimare come Reato il cosiddetto negazionismo. Quello inteso nella roboante questione ebraica legata all'olocausto. Il fascismo che si vuole così legittimare distrugge la neutralità che la Storia avrebbe in sé. La storia non è questione politica, né può divenire cosa di Stato. Non a sproposito, ci si pensi, quando si dice "Cosa Nostra" sappiamo che parliamo di associazioni che hanno l'esigenza di delinquere per sopravvivere. Quando qualcosa viene etichettata come DI qualcuno, DI qualcosa, allora automaticamente si dà inizio ad un processo DI acquisizione totalizzante, DI proprietà gestita, che fa capo intellettualmente DI una determinata gerarchia, DI regime, indi di una manifestazione DI potere. 

Che dall'alto si possa categorizzare la Storia con un atto di presunzione e di totalitaria memoria, in sé è già la manifestazione di un nazismo che muta forma ma non sostanza; trascende il senso stesso che quella Legge vorebbe imporre, poiché a conseguenza di ciò si scatenerà il conseguente clima di imposizione. Se osservassimo la storia solo attraverso meri dati statistici allora dovremmo dimenticare come un Clima di Potere non si manifesta immediato, bensì è carico di avvisaglie che in qualche modo la maggioranza, maledettamente, sottovaluta. Non esisterebbe altrimenti la Propaganda che appunto attraverso intenti nobili e posando sui sentimenti genuini, mistifica, assopisce e anestetizza la nostra attenzione spostando la nostra soglia d'allarme. La cultura e la Storia non possono esistere come concetti se non in ragione di essere liberamente osservati, criticati, discussi e dibattuti.

Con questo Iter mosso contro il negazionismo siamo ora giunti ad una circoscrizione che impicca il significato della storia ad un determinato Potere e, tramite un raggiro, si vuole imporre un Culto. In questo caso quello ebraico. Di fatto, la storia diviene Cosa Di Parte. Di fatto il concetto così sdoganato è quello dell'adorazione, come lo era nei confronti di qualsiasi regime. Per comprendere la differenza tra cultura e culto, tra storia e propaganda, bisogna chiedersi dove si dovrebbero temere le manette.

Anche coloro che non sono dei negazionisti, che sono storici, hanno colto i segnali di pericolo:2

«Leggi così sono controproducenti, favoriscono l'oblio», spiega lo storico Giovanni De Luna, che proprio alle legislazioni anti-negazioniste europee ha dedicato il suo ultimo libro, in fase di stesura: «In Francia hanno provato a inserire, per legge, nei manuali scolastici, un giudizio positivo sul colonialismo. Chirac ha dovuto ritirare la proposta. In Ucraina vengono condannate le persone che non chiamano “olocausto” la carestia provocata da Stalin nel 1932. Quante leggi dovremmo fare? Non si può governare il passato con le leggi. È il dibattito pubblico che deve distruggere certe tesi».

Le contraddizioni di questa proposta di Legge esistono sia in ragione di un dispotismo mascherato che potrebbe valere per qualsiasi Legge che ci obblighi a conoscere il nostro passato attraverso Culti di Stato e giochi di Potere, sia in ragione di coloro che la sostengono. Coloro che si ergono a moralizzatori attraverso Israele mentre perpetuano, sempre in nome DI quella memoria, tremende atrocità, ghettizzano popoli arrogandosi posizioni di Potere altamente discutibili, compreso quel Muro invisibile alla politica internazionale che sembra non esista in nessun contesto Storico e viva al di là della memoria e della Libertà.

 

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La nostra Storia

Ritratto di incredulo

Autore Calvero:

Citazione:
Con questo Iter mosso contro il negazionismo siamo ora giunti ad una circoscrizione che impicca il significato della storia ad un determinato Potere e, tramite un raggiro, si vuole imporre un Culto. In questo caso quello ebraico. Di fatto, la storia diviene Cosa Di Parte. Di fatto il concetto così sdoganato è quello dell'adorazione, come lo era nei confronti di qualsiasi regime. Per comprendere la differenza tra cultura e culto, tra storia e propaganda, bisogna chiedersi dove si dovrebbero temere le manette.

Bella lì Calvero.

Quello che sfugge, anche ai più preparati, è il FATTO che la nostra CULTURA è la cultura ebraica, o meglio quella funzionale alla sua affermazione.

Noi studiamo la STORIA partendo dalla genesi, dalla civiltà mesopotamica.

Tutta la Storia dell'UMANITA' precedente è liquidata come una serie ininterrotta di UOMINI che vivevano come selvaggi con l'anello al naso e SOLO da allora l'Uomo ha iniziato il viaggio verso la CIVILTA'.

L'ESSERE UMANO è presente sulla Terra da 3,5 milioni di anni ma noi siamo PROGRAMMATI tramite i PROGRAMMI scolastici, a considerare come significativa solamente la Storia che parte da Babilonia agli Egiziani, dagli egiziani a Mosè che libera il popolo ebraico, il Cristianesimo e l'impero romano, il misterioso medioevo, le crociate, i Templari, la "scoperta" del nuovo mondo (scoperta di sta minchia, già lo conoscevano), il potere temporale della Chiesa e le lotte con i nobili, poi la modernità massone che parte dalla rivoluzione francese fino alla rivoluzione industriale, alle due guerre mondiali, alla DIVISIONE FINTA del marxismo con il capitalismo(basti ricordare che i marxisti erano quasi tutti ebrei e massoni), la "sconfitta" del comunismo, che ha portata nella coscienza collettiva l'uguaglianza "capitalismo=giusto modello"  e all'attualità di questi ultimi 20 anni, dei quali siamo tutti più o meno informati.

In questo filo rosso il POTERE è SEMPRE QUELLO, un potere INVISIBILE che "scientificamente" modella e plasma il SENTIRE collettivo e lo INDIRIZZA dove vuole.

Questa Storia è la STORIA DEL POTERE, quel potere che vuole CANCELLARE dalla coscienza, TUTTO ciò che potrebbe danneggiarlo.

Il negazionismo è un PROBLEMA, va combattuto con forza.

Ed è quello che stanno facendo ad una Umanità sempre più LONTANA dal suo CENTRO, da ciò che SIAMO, una Umanità smarrita che VIVE in maniera INNATURALE

Ormai TUTTE le componenti sociali non oppongono RESISTENZA e il destino collettivo è nelle LORO mani.

Hanno imposto il loro MARCHIO sul mondo, soldi, sesso, potere terreno, onori terreni, incoraggiano il soppruso, la violenza, la GUERRA.

Il LORO Dio è il Dio degli eserciti e gli ha promesso il dominio del mondo.

Ciao

 

 

 

"Ama e fai ciò che vuoi"

.. dall'alto

Ritratto di Calvero

Grazie dell'intervento Incredulo, potrebbe valere da solo un altro articolo, e qui viene proprio a dare un ingrandimento che coglie il Macro osservando dall'alto questo nostro agitarci nelle bugie, se non: - LA bugia millenaria.

Leggendoti sai cosa mi è venuto in mente? ..   ÁGORA di Alejandro Amenábar (l'hai visto?) .. un film delicato e mal valutato per diversi aspetti. Beh lì, al momento opportuno, il regista si è proposto in una scelta assolutamente atipica per un film del genere. Ogni tanto si "staccava" e osservava dalla profondità dello Spazio parte del nostro Pianeta fino ad avvicinarsi a quella che fù Alessandria D'Egitto; un grande respiro dove l'effetto speciale (anacronistico per il genere, qui la genialità) è al servizio della sceneggiatura o meglio, dell'uomo nel suo prodigarsi mentre viene ingoiato in inganni, dispotismi e inquisizioni rivelandoli nella loro piccolezza di fronte al senso storico del cammino dell'umanità. Veramente MAGICO ed esplicativo della rudezza e ipocrisia dei CULTI in contrasto col cuore libero degli uomini liberi.

 

Citazione:
Noi studiamo la STORIA partendo dalla genesi, dalla civiltà mesopotamica.

Torno a usare il termine - inquietante. 

Citazione:
 Questa Storia è la STORIA DEL POTERE, quel potere che vuole CANCELLARE dalla coscienza, TUTTO ciò che potrebbe danneggiarlo.

.. che dire, siamo in guerra ... ..

da troppo tempo