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La giusta analogia

Nel 1974 Marina Abramovic decide di mettere il suo corpo – e la sua anima – a disposizione di un pubblico sconosciuto.

In una performance che rimase famosa, la nostra Marina Abramovic mise in essere un esperimento notevole che ancora oggi può essere oggetto di profonde riflessioni, riflessioni che valuto attuali e molto più di quel che si possa supporre di primo acchito.

Il fatto eclatante si “giocò” a Napoli. Lei – la performer – è di nazionalità serba (ora naturalizzata statunitense). Una ragazza coraggiosa – questo è un fatto – che con lucidità affrontò i suoi simili (che sono anche i nostri) mettendoli nella straordinaria possibilità di poter fare di lei qualsiasi cosa avessero voluto, senza che a nessuno si sarebbe eventualmente potuta imputare responsabilità di alcun tipo. Marina Abramovic e soltanto lei sarebbe stata responsabile di qualsiasi cosa le fosse accaduta. Qualsiasi. Fino a esperimento concluso.

Ci saranno però delle regole o meglio, delle opzioni …


… la nostra artista/performer predispose un tavolo con sopra di esso settantadue (72) oggetti di varia natura e, sottolineato: a totale disposizione del pubblico. Tra questi una pistola vera e caricabile, vedrete adesso la lista parziale. Ecco qualcosa:
  • Acqua
  • Ago
  • Alcool
  • Ascia
  • Cerotto
  • Coltello da cucina
  • Dolce
  • Macchina fotografica Polaroid
  • Mela
  • Olio di oliva
  • Pistola
  • Proiettile
  • Sale
  • Saponetta
  • Spillone
  • Stringhe di pelle
  • Vino
  • Zolfo

Questi gli oggetti che il pubblico avrebbe utilizzati a piacimento. Lei non si sarebbe opposta.


 

La performance durò sei ore, dalle 20:00 alle 02:00. Stando alle cronache, nelle prime ore si dedicarono alla persona di Marina Abramovic fondamentalmente con rispetto e affettuosa curiosità, per poi giungere all’estremo opposto: quando, verso il finale, la pistola sarà caricata del relativo proiettile e facendo sì e inducendo l’artista – arma puntata su di sé – di poter premere il grilletto …

… a quel punto la svolta, il gallerista non resse più, s’infuriò e intervenne per fermare l’irreparabile o giù di lì.

Insomma, tirando le somme, in quelle sei ore si era partiti da gesti solidali e di tenerezza, passando dal donarle una rosa, ad esempio; sino ai gesti violenti, come tagliuzzandole i vestiti, ferendola con le spine del medesimo fiore (tra le altre cose) e ad altre sottili (e meno sottili) violenze e umiliazioni.

 

Conclusioni

Ogni volta che si discute di questa storia, il giudizio che gli si appioppa per la maggiore è quello della solita e sopita nenia della brutalità umana, in un’accezione talmente spregevole da non lasciare spazio a considerazioni più intelligenti e meno di pancia. In questo esperimento non vi sono corrispondenze esaustivamente sensate, di quelle cioè che corroborerebbero l’interpretazione che più si avalla. Ritengo si sia proprio rovesciata la questione, confondendo stupidamente le conseguenze con il movente; così come ho trovato meno sensato ancora che “quell’indole oscura” palesatasi a seguire dal pubblico, fosse ricollegabile all’uomo capace di approfittare del suo prossimo “basta gli si dia l’occasione di morbosa impunibilità” e quindi… “la cattiveria si mostra senza paura” …

… per Me nulla ha preso il sopravvento e non c’è cattiveria. Nulla di nulla. Il il branco ha riconosciuto un preciso tipo di “debole” (il debole non necessariamente è il bisognoso) giacché il branco è stato saggio e, proprio tra i più “cattivi”, riconosco i più saggi. Al branco si è rivelato il “debole” che prima si mascherava da forte, un debole ipocrita, un debole rivelatosi, e che ha deciso lui stesso – di far cadere la maschera. Non è quel debole meritevole di empatia, soggiogato dagli eventi e dalle forze maggiori dell’esistenza, No; ma quell’entità che ha deciso arrogantemente e consapevolmente di rinunciare alla sua dignità.

Il fatto che dapprima i carnefici si siano comportati dolcemente non è da valutare in nome di un processo mosso dalla compassione, ma nella misura di testare per gradi (quindi accertandosone per eliminare le riserve e i dubbi) quell’entità umana pronta a privarsi della sua dignità. Quello che è avvenuto per gradi, non è – come molti hanno ritenuto – un crescendo legato a indagare sin dove “potersi spingere come aguzzini” per liberare cioè impunemente una qualche forma di sadismo …

… bensì è IL crescendo dovuto, per sincerarsi di quale misura quell’essere umano si sia effettivamente privato deliberatamente della sua dignità e, quindi, in maniera primordiale – ma non barbara – prendere atto che quell’entità si è rivelata essere traditrice della razza, un reale pericolo per la sua specie (quindi la nostra), un pericolo giustamente da eliminare.

Non c’è nulla in questo esperimento da farci riflettere pertinentemente sulla cattiveria dell’uomo e della sua ferocia in sé (che comunque possiede, ed è un altro discorso), bensì come e perché il rapporto del Potere tra entità senzienti e tra fazioni o classi, si basi esclusivamente sul grado di dignità individuale o di classe.

Se al posto di Marina Abramovic vedessimo il popolo italiano, si potrà intendere perché i Governi hanno e hanno avuto sempre il Diritto di fare dei popoli – a ragione – ciò che vogliono: – torturarci, vessarci, denigrarci, umiliarci, impoverirci, annichilirci, imprigionarci, ferirci (per poi incerottarci o accarezzarci solo dove e quando serve) e far sì che si arrivi persino a metterci da soli una pistola alla tempia e – da soli – premere il grilletto … (come accade, d’altronde) …

… con una sola differenza. Per noi non ci sono galleristi a intervenire in nostro favore.

 

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Una persona con più palle

Ritratto di Oona

Una persona con più palle della stragande maggioranza delle persone residenti in Italia al momento.

 

Storia personale: circa 2 settimane fa vado a trovare mia zia anziana, residente in una cittadina parmense ^^. Abita nello stesso palazzo della figlia (sposata anch'essa, che possiede un cane). Ovviamente, essendo con i miei genitori, mi aspettavo che, avendo fatto un lungo viaggio (circa 3 ore di macchina) ci facessero entrare in casa per bere qualcosa, sedersi, chiaccherare....no, sia mai!! Ci hanno fatto accomodare in giardino, tutti a debita distanza, loro addirittura con i guanti, e tutti a dire le classiche frasi "Non vedo l'ora di farmi il vaccino!" "Gli asintomatici sono i più pericolosi" ecc. ecc.

 

Nel frattempo io, sdraiata sul prato, accarezzavo e giocavo il loro cane, che fregandosene della Propaganda ha accarezzato me, mio padre, mia mamma e tutti i presenti!

Perfino Fido è più intelligente di noi...

L'esperimento è veramente

Ritratto di Punto

L'esperimento è veramente interessante, ancor più per l'epilogo. 

Parto dalla fine. Trovo il comportamento della folla spregevole, e molto stupido. 
Che vi si sia manifestata la ferocia, è un fatto, ma questo tratto non è  una tipica caratteristica umana, non solo, in quanto il prevaricare su di un soggetto più debole si manifesta di frequente in più occasioni. Lo fanno gli animali selvatici, lo fanno persino le piante. È una delle caratteristiche che riscontriamo nella eterna lotta alla sopravvivenza, strettamente legata alla vita stessa. 
Il mio disprezzo nasce invece dal fatto che nonostante la nostra specie sia dotata di una forte capacità di immaginare e capacità di processare le relazioni causa effetto, sembra non voler usare questo dono. 
Trovo anche io quindi che il comportamento sia frutto di una lettura degli eventi filtrata da immagini primordiali, ma sono portato a credere che più che intendere un "tradimento della razza", gli squali abbiamo ad un certo punto inteso il gesto come un atto di sfida e man mano che giocando con il debole sia iniziato a scorrere sangue e la sfida continuava, si sono fatti sempre più feroci.

Il mio disprezzo sta nel constatare il limite nella capacità di immaginare, comprendere il contesto. 

L'esperimento mostra quindi, a mio parere, il limite del branco. Come è facile ingannarlo, aizzarlo e quindi indebolirlo. Troppo facile è manipolarlo e i burattinai potranno continuare a muovere i loro fili nell'ombra accecando la mente del branco aizzandolo e sollecitando la parte istintiva. 
 

Esperimento sta m...ia!

Ritratto di Pike Bishop

Che esperimento e esperimento!

Questa traditrice della cultura che venne a sabotare all'inizio degli anni '70, adepta di una combriccola di Satanisti, divenne famosa con cazzate senza senso per bambini idioti come quelle illustrate qui sopra.

Ma non lo si chiami esperimento, che ho gia' la pressione altissima.

Pagliacciata propagandistica mediatica e' una definizione piu' precisa.  Un esperimento si fa per avere delle conclusioni date delle assunzioni di base neutrali e un procedimento impeccabile.  Questi stronzi hanno invece montato (e piu' volte in tutta Europa, dopodiche' questo pezzo di avanzo biologico femminile non ha piu' avuto problemi di soldi) uno spettacolo circense.

Infatti noi non sappiamo se il pubblico fosse genuino, quanti fossero quelli infiltrati, come e perche' le lasciassero fare questa pagliacciata.  Inoltre la "coraggiosa" ragazza non ha mai rischiato un beneamato cazzo di niente, perche' la responsabilita' penale non si puo' scaricare solo perche' una cretina ti dice che sei a posto perche' lo dice lei e perche' in ultima analisi "sono pronta a morire" l'ha detto lei, ma non e' detto che fosse veramente disposta a fare tutto quello che le avrebbero ordinato, casomai qualcuno non pilotato avesse chiesto di spararsi in testa. 

Inoltre e' facile notare che di 72 oggetti, dopo avere scelto quelli innoqui rimangano solo quelli pericolosi, che vuol dire che chi cerca la dimostrazione di un incattivimento del pubblico lo fa cascandoci con tutti e due i piedi, nella trappola predisposta da questi satanisti, che saranno satanisti ma non sono affatto stupidi. 

Il fatto che finisse nuda era chiaro fin dall'inizio, come era chiaro che se fosse stato un vero "esperimento" allora anche la roulette russa ripetuta in tutte le maggiori citta' europee e' un "esperimento".  Peccato che il tamburo sia pieno di cartucce finte.

Questa pagliacciata serve a creare uno stato d'animo, uno stato del pensiero, ed e' stata solo una delle prime tappe di questo satanismo mediatico che ora come ora ci troviamo in tutte le squinze pigolanti della musica "popolare" pilotata da elites sataniste. 

Posso dire una cosa?  Vaffanculo.

 

Satanismo - okay, parliamone

Ritratto di Calvero

Ho avuto più volte la possibilità di verificare (senza che allora potessi trarne più approfondite conclusioni) come il branco non sia inquadrabile in quel fenomeno che tutti sappiamo spregevole.

Che fossero tutti d'accordo, partendo da questa ipotesi, non ci credo, che lo fossero alcuni, ci sta - e ho scritto «stando alle cronache» infatti; e le mie conclusioni non si basano sulle cronache, ma sulla corrispondenza personale con quelle cronache che hanno una valenza pari all'esperimento. Che sia della minchia o meno. Che la tipa in quel momento sia stata coraggiosa, rimane un fatto, che lo abbia fatto sapendo quanto e cosa e come le sarebbe convenuto e/o le avrebbe fruttato e quindi ne aveva le sue fottute convenienze, è un bel modo per trovare il coraggio, ma il coraggio rimane; ritengo che al posto suo, in molti non ci si metterebbero, con infiltrati e non infltrati, giacché puoi sempre aspettarti il gesto non preventivato ma plausibilissimo del pirla che magari non ti ammazza (forse) ma un bel ricordino di quelli giusti te lo lascia. Poco conta che il suo assumersi la responsabilità, cioè dando lei l'impunibilità fantomatica, non possa scavalcare la Legge. Infatti qui "concordiamo" ma solo alla base del concetto, e cioè: - se ti ammazzano, sempre di omicidio qualcuno deve rispondere ... OF COURSE. Il punto è un altro. Conta quello che si sente dire la gente (il branco) e quando se lo sente dire, in che modo se lo sente dire, e come la cosa possa suggestionare e certamente suggestiona, al di là della questione giuridica e penale di questo paese, come di mille altri.

L'esempio più cretino è un film. Il film è finzione. Non è detto che quella finzione non corrisponda alla realtà. Non solo. Se mettiamo in gioco l'idea di quel documentario che si spaccia come tale, e poi invece era un'operazione di propaganda - di qualsiasi tipo si voglia - può certo rappresentare una realtà falsata, ma anche la realtà vera e propria. Dipende. Falsata potrebbe essere la prospettiva su cui fanno indirizzare dei sentimenti d'odio, ad esempio, ma non le dinamiche rappresentate.

A me questa vicenda ha fatto scattare il campanellino. Non ho usato parole come inconscio perché non mi interessano le etichette date accademicamente o meno (ovvio che esiste l'inconscio) ma mi interessa la percezione profonda. Ho fatto una differenziazione che è stata saltata a pié pari anche da Punto ...

... debole non necessariamente corrisponde a bisognoso, eppure nella nostra "testa" (o inconscio?) il debole è il bisognoso. Col cazzo. Lei non era debole, lei ha recitato la debolezza, mettendo una determinata maschera. Lo ha fatto nella condizione di forza. Non di forza maggiore. E si ritorna a quanto labili sono i confini tra i termini e i sinomini e le paroline che ci mettiamo vicino.

Possiamo anche spostare il discorso se vogliamo. E alziamo l'asticella della questione. In realtà non c'è un reale rispetto per chi ad esempio corre in Formula Uno, parlo del tifoso e del cosiddetto "sportivo davanti alla TV"; se ne avesse veramente per il suo "idolo" non vorrebbe che rischiasse la vita. Punto. Fine della storia. Non lo vorrebbe su quella pista. Ma in un transfert che lo fa godere col culo parato, quando piangerà la morte del suo eroe che si è schiantato 300 Kilometri orari, piangerà per le emozioni a cui era debitore inconsciamente. Null'altro.

Quindi dico che ci si evolve e dico che io sono parte di un branco che se ne è sbattuto altamente i cosiddetti alla notizia della morte di Ayrton Senna (per dirne uno) ... che si fotta, non mi muove un pelo del culo, lui aveva in spregio la vita, questi sono i fatti. La sua dignità era stata venduta ... e la pistola gliela mette in mano il pubblico, cane alzato e colpo in canna ....

... tu dici satanismo? ... okay (e ti parla chi ama la moto e aveva i suoi idoli) ... beh, sarebbe ora di vedere veramente come ha attecchito e dove ha attecchito e a quali suggestioni di massa è applicato realmente.

 

Coraggio

Ritratto di Pike Bishop

La tipa non ha un centesimo del coraggio di una qualsiasi escort.  Sempre puttane sono solo che lei, facendo servizi a Satana rischiava molto meno per guadagnare molto di piu'.  E godeva.

 

Tasselli

Ritratto di Calvero

Pike Bishop ha scritto:

La tipa non ha un centesimo del coraggio di una qualsiasi escort.  Sempre puttane sono solo che lei, facendo servizi a Satana rischiava molto meno per guadagnare molto di piu'.  E godeva.

Quindi la discriminante è il servizio a Satana. A me sta bene. Un servizio che gli svolge molto meglio un "Tiziano Ferro" (fa niente se non sai chi è) e altri come lui. Le puttane sono dei supereroi a confronto. Ci mancherebbe. Ci sono camionisti che fanno una vita che  .... altro che coraggio così come lo si chiama in causa.

Quindi arrivando al mio chiamarlo in causa - posso ritenerlo impertinente il discorso se tutto era pianificato. 

Sottolineaiamo che non sono stato mosso a compassione. Potrei essere uno di quelli che ti spara in testa se mi fai seriamente numeri di questo genere, fai tu. Dammi l'impunibilità reale e ti consiglio veramente di pensarci due volte prima di mettermi una pistola in mano.

Ritengo che la psicologia del branco non si muova nei confronti del debole e ancora meno del bisognoso. Quando accade, a monte ci sono già stati processi di identificazione legati a sovrastrutture e a ideologie. Questo mi interessa. Ho assistito a dinamiche (e indagato momenti violenti) che mi dicono che la ferocia dell'uomo è un tassello tutt'altro che avvicinato intelligentemente.

La Natura Umana

Ritratto di Pike Bishop

Si puo' disquisire sulla natura umana e sulla psicologia del branco, anche con episodi, annedoti, e roba non del tutto controllata, soppesata e scientifica, ci mancherebbe.

Contesto pero' questa pagliacciata diretta da gente che VUOLE INSINUARE NELLA GENTE ALCUNE IDEE FUNZIONALI AL LORO PROGRAMMA di abbrutimento delle masse e degli individui.  Questo, mi dispiace, non puo' e non deve essere fatto.

Sono sicuro, Calvero, che nella tua esperienza tu hai moltissimi episodi che potrebbero mettere in luce alcune caratteristiche della psicologia del branco e sarei molto piu' felice di ascoltare queste testimonianze invece che esaminare "esperimenti" che sono solo propaganda, la stessa propaganda - dalle stesse fonti - che ci dobbiamo sorbire diuturnamente tramite "artisti" e compagnia cantante.

E' pero' buona pratica ricordare che le dinamiche di branco sono sempre inserite in un contesto sociale piu' vasto e che questo contesto va sempre accuratamente considerato prima di giungere a qualsiasi conclusione.  Persino la struttura linguistica di una particolare cultura puo' influire, come non mi stanchero' mai di far notare: la sociologia non puo' essere una scienza finche' le variabili sono pressoche' infinite (e la lista delle scienze e' della grandezza del numero che si puo' contare sulle dita di una mano), ma si possono abbozzare delle caute conclusioni. Ma, prima di tutto, si deve essere sicuri di non essere stati ingannati di proposito.  E ci ingannano continuamente, anche solo con la scelta di alcune parole, figurarsi se si mettono dentro simboli e sentimenti.

Che questo gesto possa essere

Ritratto di Punto

Che questo gesto possa essere usato come "esperimento" o meno, ha poca importanza. Il concetto di base della mia riflessione esula il caso di specie. La riflessione si basa sul fatto che la natura della vita stessa è "violenta". È fatta in qualche modo di lotta per la crescita e in un costante disequilibrio che deve trovare nel suo insieme equilibri mutevoli. Ci trasformiamo continuamente mutando uno status quó e queste trasformazioni mantengono nei loro cicli, quando in equilibrio, proprio un certo stato delle cose. Ma è sempre in una condizione precaria. Sul filo del rasoio. 

Ove questo non possa definirsi un'esperimento perché inquinato a priori, vale solo la riflessione che in tante occasioni diamo prova di non usare troppo poco la parte razionale e che facendo leva sulla parte istintiva è sin troppo facile manovrare la "voltontá".

E a questo punto sorge una domanda, se la propaganda esaspera e bombarda con il racconto di episodi violenti per suscitare l'indignazione e lo svilimento nelle menti dell'opinione pubblica, non è questa stessa una prova del fatto che nelle coscienze vi alberga anche una natura non violenta?

 

Codice

Ritratto di Calvero

Pike Bishop ha scritto:

Si puo' disquisire sulla natura umana e sulla psicologia del branco, anche con episodi, annedoti, e roba non del tutto controllata, soppesata e scientifica, ci mancherebbe.

Contesto pero' questa pagliacciata diretta da gente che VUOLE INSINUARE NELLA GENTE ALCUNE IDEE FUNZIONALI AL LORO PROGRAMMA di abbrutimento delle masse e degli individui.  Questo, mi dispiace, non puo' e non deve essere fatto.

 

Primo punto

C'è di mezzo un problema generazionale, un problema a cui rendo conto.

Per quel che mi è stato dato osservare dei fenomeni passati, si deve aprire un dialogo in merito al fatto che ognuno ha la sua esperienza, la sua intelligenza, la sua conoscenza e, in ultimo (o in primis, a seconda), il suo tempo: inteso della propria generazione.

Il tempo di Pike non è quello di Calvero, con l'aggiunta - per Pike: della possibilità di aver conosciuto Lui direttamente (o lì vicino. lo si capisce), le dinamiche di determinati periodi (e quando dico determinati chi ha orecchie per intendere intenda) ... e questo non significa che chi le abbia meno vissute queste dinamiche o non vissute proprio (quindi non-empiricamente) non possa giungere a uguali considerazioni, però ha certo altre prospettive su cui ragionare legittimamente ...

... quel periodo (della Abramovic) era ancora "qui e là" foriero di diverse volontà di rottura con il concetto di borghesia (e non solo) e da troppo giovane/bambino e ignorante, persino io percepivo e focalizzavo il transito da una realtà a un'altra, anche se poi gli anni ottanta misero definitivamente gli ultimi chiodi sulla bara della sensibilità dell'uomo verso la verità; l'ingerenza e le ingerenze di un intrattenimento mediatico precursore dei veleni futuri, quindi della tossicità zuccherata la quale prese e prendeva per manina le intelligenze di allora, cioè portandole ad apprezzare le gratificazioni ottuse, invece che le conquiste sottili e positivamente provocatorie; a trovare piacere nel godere dei pruriti invece che delle illuminazioni, ci condusse e ci conduce e ci ha condotti col sorriso ebete al delirio odierno ...

... ed ecco che inquadrare il fenomeno di cui all'articolo e della Abramovic stessa, con quelle provocazioni tese a spaccare le certezze del perbenismo sociale e della nostra innata capacità a essere votati primariamente ad obbedire per un'educazione imposta invece di comprendere il reale senso del rispetto per il prossimo, ha precisamente messo in essere una lente di ingrandimento a un problema umano. Ecco quindi il senso di come è stata focalizzata la mia indagine.

E se oggi nel 2020, ancora si dà per scontato che rispetto ed educazione siano anche solo accettabili come sinonimi, allora la strada è lunga e non tutto di quello avvenuto a Napoli è distante da un concetto che merita attenzione.

 

Secondo punto

 

Sul discorso che hai fatto di come non si possa essere scientifici su questioni come queste, tutto condivisibile o meglio: tutto vero, ma c'è un'obiezione o una precisazione giacchè manca un dato o una questione, se vogliamo. Ci sono elementi che ci appartengono a prescindere, riconoscere quelli significa appropriarsi del Codice. Tutto segue di proporzione e il contesto, che varia di volta in volta, è in realtà un'illusione mutaforma, e sempre alla stessa illusione appartiene. E non è detto che debba sempre essere tradotto. Non fosse così, menti potenti e indagini filosofiche (che chiamo filosofiche per velocizzare) cervelli coi controcazzi, di intelligenze come di un Nietzsche, non avrebbero scardinato illusioni a autoinganni secolari se non millenari e pure preconizzato quello che sarebbe accaduto e sta accadendo. C'è poco da girarci intorno. Il problema della verità assoluta è un falso problema e coglioni patentati come Marx - infatti e a riprova, che leggevano il contesto vendendoti la favola di cosa è bene per la collettività come se stessero considerando realmente l'uomo, hanno fallito e sono collassati e si sono autodistrutti lasciando ai nostalgici (che non sanno quanto fosse prezzolato) l'altra favoletta di rito, che Marx .... "è perché non l'hanno ancora capito" ...

... non per niente una testa valida come quella di un "Fusaro" rimane prigioniera di costrutti ideologici che non riguardano l'uomo e vede fin dove il nasino non lo fa andare oltre o non vuole andare oltre. 

 

Terzo punto

 

Come allusione indicava, Sì - ho molti episodi che argomentandoli avrei lasciato alla questione una visione che non rimaneva inquinata dai fattori che tu denunci. Hai ragione. Per ora mi basta dire che il motivo per cui ho rovesciato la mia esistenza e ho voltato le spalle a Satana, ho mandato a fanculo una carriera, è stato proprio quello, e da qui la mia esternazione in una mia risposta precendete quando ho asserito:

Ho assistito a dinamiche (e indagato momenti violenti) che mi dicono che la ferocia dell'uomo è un tassello tutt'altro che avvicinato intelligentemente.

Mi piacerebbe poter mostrare con quale spietata rabbia e senso di impotenza fronte a tutti i dotti salotti e accademici di stocazzo e di gran figli di puttana incravattati, quale furore ho nell'esprimere questa denuncia.

Ma la testiera ha dei limiti e le teste di cazzo sono troppe.

Mi piacerebbe poter mostrare

Ritratto di Punto

Mi piacerebbe poter mostrare con quale spietata rabbia e senso di impotenza fronte a tutti i dotti salotti e accademici di stocazzo e di gran figli di puttana incravattati, quale furore ho nell'esprimere questa denuncia.


Dalla mia piccola esperienza di vita, ho potuto constatare l'inefficacia della denuncia ma soprattutto di quanto, la verità sia un concetto sopravvalutato. 
 
Ritengo che una volta sfoltiti gli orpelli e i costrutti mentali, resta la vita e le sue essenziali dinamiche, della serie: nasci, mangi/cachi, muori. 
 
Sulle prime due fasi ci si può fare ben poco. Resta il mangi e cachi. Ed è li che tutto muove. L'essenziale bisogno a mangiare e alla conseguenza sua cacca. Tutto quindi dipende dal percorso o modello di crescita che decidiamo di seguire. E la cacca che ne consegue... lascia indignati il giusto. 
Il rispetto, la libertà, possono diventare orpelli, è come tali sacrificabili. 
 
È stato mostrato un modello nel quale la crescita è fatta di altro. Se non si sostituisce il modello "satanista" (forse uso impropriamente il termine) con un altro modo di intendere il percorso da fare tra nasci e muori, non sarà sufficiente denunciare. 
 
Quindi anche la propaganda e gli strumenti di manipolazione in genere, non sono da intendersi spregievoli. Anche qui la vita stessa in ogni forma è fatta di adattamento (adattare e adattarsi). Ciò non togli che rimango spesso stupido è amareggiato di come la massa si faccia abbindolare da un progetto di vita così al di sotto delle possibilità. Ma tant è...