… ovvero di come inimicarsi da subito tutti i lettori. Non saprei, non so come dirlo senza mancare di rispetto a nessuno, quindi andrò subito al punto, ma non prendetela sul personale.
Io credo nel diritto delle persone di detenere armi. Ecco, l'ho detto.
Comprendo che oggi è quasi una bestemmia affermare una cosa del genere, però se abbiamo deciso di parlarci in maniera franca ed onesta (perché l'abbiamo deciso, vero?) bisogna farlo fino in fondo. Comprendo anche di non aver alcuna possibilità di piacere dopo aver detto questo, ma cercherò almeno di spiegarmi.
Ci sono alcune cose al mondo che sono sgradevoli, ma esistono. Una di queste è la violenza. C'è, è li fuori ed è dentro di noi. La violenza è il primo grande ostacolo alla libertà e c'è un solo modo per opporsi ad essa: la violenza. E' un dato di fatto, purtroppo. Questo lo sapevano bene i nostri antenati: nelle società arcaiche potevano fare guerra solo gli uomini liberi; il possedere armi era un privilegio dei ricchi e i ricchi erano i liberi. Per usare termini moderni, diritti politici e guerra andavano di pari passo e la libertà non era concepibile senza la possibilità di difenderla con le armi. I liberi avevano le armi, gli schiavi no. Era così ad esempio nella Grecia arcaica. E quando, col tempo, fu necessario aumentare il numero di uomini da impiegare al fronte, si dovettero concedere i diritti politici a strati sempre più larghi (e meno ricchi) della società.
Ironicamente, i più fieri oppositori del diritto di avere armi indossano magliette con il volto di Che Guevara e dicono di predicare i valori della Resistenza. Del primo non c'è molto da dire: di mestiere organizzava guerre in nome della libertà.
Sulla seconda invece sarebbe anche ora di parlarci chiaro. I valori della Resistenza sono riassumibili in poche parole: “in nome della libertà, prendo in mano il fucile e mi sollevo contro chi mi governa”.
Forse qualcuno si aspettava che parlassi del diritto di sparare al primo che mette piede nella mia proprietà. Illusi. Quand'ero in prima o seconda media ci fecero vedere un film, “L'amico ritrovato” se non mi sbaglio. Ricordo la scena di un ebreo reduce della prima guerra mondiale che attende, indossando fieramente la divisa, sull'uscio di casa il nazista che lo sta per portar via. All'epoca mi parve una scelta di incredibile coraggio e dignità. Oggi mi pare una scelta da mona. L'equipaggiamento militare sarebbe stato anche appropriato, ma mancava l'elemento base: il Gewehr 98. Grazie a questo eccellente fucile in dotazione all'esercito tedesco, sapendo che i nazisti stavano per arrivare, avrebbe potuto mettere al sicuro la propria famiglia, appostarsi in un luogo riparato ed iniziare a far saltare le cervella di tutti i nazisti che si presentavano. Obiezione: tanto dopo cosa sarebbe successo? Probabilmente esattamente quello che è successo a tutti quelli a cui i nazisti hanno bussato alla porta e che non hanno fatto niente: ucciso in qualche campo di concentramento. Ma se tutti gli ebrei avessero avuto la possibilità e la mentalità di sparare a vista alle SA che tentavano di entrare in casa loro per rapirli ed ucciderli, probabilmente la storia sarebbe andata in maniera diversa.
L'altra obiezione in sequenza sarà: “ma se tutti avranno le armi, si ammazzeranno per strada come cani senza motivo”. Avete mai visto due karateka fare a botte? No. Forse perché apprendono una filosofia segreta che impedisce loro di usare violenza per non generare controriflussi negativi alla propria coscienza? Neanche per idea. Semplicemente perché sanno fin troppo bene che se fanno a botte con un loro pari, si faranno male. Avete mai visto ragazzi che sparano sulla folla da uno scooter? Sì, certo, l'ultima vota hanno anche ucciso un ragazzino. Sapete perché lo fanno? Perché sanno che nessuno ha una pistola. Se sapessero che statisticamente in quella folla una o due persone hanno la pistola e sono pronti ad usarla (ma non sanno chi sono, perché non sono in divisa) ci penserebbero due volte prima di fare una cosa del genere.
E' chiaro che “diritto ad avere armi” non significa “distribuiamo armi in piazza dal rimorchio di un camion”. Significa avere detentori di armi che sono stati preparati ed istruiti ad usarle.
Non c'erano ebrei armati sui treni per la Polonia.
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Complimenti
Quando si affrontano argomenti controversi come questi trovo particolarmente interessanti i riferimenti storici, ti esorto ad abbondare in tal senso, li trovo particolarmente interessanti.