Al quarto anno dalla sua nascita, un Bitcoin viene scambiato per alcuni dollari, nonostante le numerose previsioni che il suo valore sarebbe tornato a quello iniziale, e cioè pressochè zero.
E' un segnale incoraggiante che potrebbe voler dire che il numero di persone che è disposta a scommettere su di esso non solo continua ad essere costante, ma probabilmente cresce.
I primi quattro anni infatti sono quelli in cui il ritmo di creazione è maggiore di tutti gli altri: verso la fine di quest'anno tale ritmo si dimezzerà ed ogni nuovo blocco porterà con sé solo 25 nuovi BTC.
Cosa succederà? I miners continueranno il loro "lavoro" nonostante un improvviso guadagno dimezzato? Il numero delle transazioni e le loro commissioni saranno sufficienti a compensare la perdita di guadagno? La minore disponibilità di nuova moneta guiderà il loro prezzo verso l'alto?
E' molto difficile immaginare quale scenario si presenterà perchè molto dipenderà da quanti esercenti cominceranno ad accettare questa nuova cryptomoneta come forma di pagamento, e se le istituzioni cominceranno l'attacco a questa nuova tecnologia, varando nuove regolamentazioni che renderanno difficile o addirittura fuorilegge il suo uso.
Quello che è sicuro è che ormai l'80% dei bitcoin "facili" è stato minato, il numero degli utenti è in costante aumento (una stima approssimativa basata sul numero di IP distinti visti nella rete raggiungeva quasi il milione), e così le funzionalità: la prossima release del client ufficiale porterà con se la gestione delle firme multiple, che permetterà di implementare funzionalità sempre più avanzate in maniera sempre più semplice.
Il futuro sarà interessante da seguire.
Nel frattempo questo articolo scritto da un avvocato di uno studio legale di New York fornisce una buona presentazione di questa nuova moneta così fortemente amata-odiata, e verrà pubblicato sull'"Hastings College of the Law".
di Reuben Gringberg1
Ci sono buone possibilità che ormai abbiate sentito parlare di Bitcoin - e ce ne sono quasi altrettante che non sappiate ancora cosa esso sia o come esso effettivamente funzioni. Ed allora questo scritto potrà forse esservi d’aiuto.
Bitcoin è una nuova valuta digitale, i cui sostenitori ritengono possa costituire il futuro del denaro, poiché consente operazioni finanziarie (basate su Internet) veloci, poco costose ed anonime, ed inoltre elimina la necessità delle società d’intermediazione commerciale, e la gestione della sua stabilità da parte delle agenzie governative.
I detrattori lo definiscono uno “schema Ponzi” (alimentando così le paranoie dei teorici della cospirazione), ovvero uno strumento per terroristi, per trafficanti di droga e per pedofili -- per non parlare del disastro economico prossimo venturo.
Bitcoin è un prodotto della “Cypherpunk mailing list”, un gruppo di crittografi dalla notevolissima influenza sul mondo digitale. Questo gruppo ha effettivamente vinto quelle “guerre crittografiche” che permettono oggi ai privati di poter accedere a tecnologie che, come ad esempio Skype, si basano su un indecifrabile sistema crittografico, tecnologia che il governo voleva vietare.
Alcuni dei suoi membri sono noti per l’uso che fanno di Internet nell’attacco alle autorità di governo. Uno di loro, Bram Cohen, ha inventato BitTorrent, la tecnologia spesso utilizzata per eludere la protezione del copyright; un altro, Julian Assange, ha fondato WikiLeaks.
Nel 1998 un membro di “cypherpunk”, di nome Dai Wei, propose una moneta digitale (chiamata b-money) per facilitare il commercio su Internet, che era allo stesso tempo non-tracciabile e non-regolabile dai governi.
Dieci anni più tardi un programmatore che lavorava sotto lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto - non è noto nemmeno se lui (o lei) sia o meno giapponese – ha trovato il modo per attuare la proposta di Dai Wei, pubblicando un libro-bianco su questo tema, e rilasciando contemporaneamente il software per il suo sistema "bitcoin".
Come funziona
Per molti versi un Conto Bitcoin è da considerarsi come un Conto Bancario online. I depositi sono memorizzati come movimenti contabili in entrata su un libro-mastro elettronico, ed i pagamenti sono costituiti da ordini di credito effettuati in favore di un conto ed a scapito di un altro.
Ma ci sono delle differenze cruciali. Bitcoin si basa su un network tipo peer-to-peer. La qual cosa significa che, invece di essere collegato attraverso un server centrale, ogni programma Bitcoin situato sul PC di un individuo è legato ad altri programmi Bitcoin, che a loro volta sono legati ad ulteriori programmi dello stesso tipo, e così via. Ogni PC contiene una copia del libro-mastro elettronico che registra tutte le operazioni del sistema.
Le transazioni “cleared”2 vengono rapidamente ed automaticamente comunicate a tutti gli altri programmi Bitcoin.
Il decentramento aiuta il sistema ad evitare gli attacchi di eventuali pirati informatici perché, anche se questi penetrassero un grandissimo numero di programmi Bitcoin, avrebbero comunque uno scarso effetto sulla rete nel suo complesso. Notate, inoltre, che questo sistema permette anche alle persone fisiche di inviarsi denaro fra loro, in modo diretto, senza l'intermediazione di una banca.
Un network finanziario peer-to-peer è però potenzialmente vulnerabile a ladri e vandali che trasmettono transazioni fittizie o copie fasulle degli acconti. Nakamoto, però, ha trovato un modo per riprodurre molti dei controlli di un tradizionale sistema finanziario, ma senza arruolare banche o agenzie governative.
Questo processo è costruito intorno ad un sistema di "mining"3 che crea e distribuisce nuovi Bitcoins. Chiunque può provare a crearne, ma con mezzi analoghi a quelli utilizzati una volta nella ricerca dei minerali rari.
Mentre i cercatori d'oro competono nella ricerca, estrazione e purificazione del metallo, i minatori bitcoin competono per la soluzione di un enigma estremamente difficile, che durante tutto il giorno impiega mediamente 10 minuti utilizzando la capacità di elaborazione numerica di tutta la rete. Ogni soluzione dell’enigma contiene, infatti, una copia delle transazioni più recenti fatte attraverso Bitcoin, le quali sono appena diventate parte stessa del libro-mastro elettronico, a sua volta appena aggiornato, e che viene distribuito attraverso la rete!
Questo sottile e complicato processo rende pressoché impossibile la falsificazione di bitcoins. Il sistema di “mining” crea anche un senso di equità per il modo con cui viene inizialmente distribuita la ricchezza inclusa nella nuova unità valutaria. In qualsiasi sistema monetario "fiat" [sistema monetario che deriva da leggi o regolamenti governativi, ndt], il valore della moneta supera il suo valore intrinseco, la sua creazione è quindi un’autentica manna dal cielo.
Quando una zecca del sistema in USA incaricato di produrre la moneta stampa una banconota da 100 dollari al costo di pochi centesimi, il governo ci fa sopra un profitto enorme, utilizzandola per i suoi acquisti.
Confrontate ora tutto ciò con il modo attraverso il quale vengono creati i bitcoins. Il successo nell’”estrazione” della moneta digitale, come il successo nell’estrazione mineraria dell'oro, è determinato dalla combinazione, nel processo di ricerca, di fortuna ed investimenti. Alcuni geeks [persone affascinate dalla tecnologia, ndt] investono nella potenza dei computers per estrarre bitcoins e realizzare profitti. Nessuno però - certamente non Nakamoto - beneficerà della “manna del first-mover”4, generata dalla stampa di banconote.
Inoltre, l'attività di mining dà soluzione ad un problema che insegue da vicino tutti i sistemi monetari – ovvero la conservazione della credibilità della moneta, intesa come riserva di valore, attraverso la capacità di contenere dentro di sé il tasso a cui essa è stata creata.
Praticamente ogni paese è alle prese con questo problema di credibilità, di solito conseguenza del deficit di bilancio.
Ma anche un vero e proprio sistema gold-standard (in cui la quantità di denaro è fuori dal controllo dei governi) presenta un certo rischio, perché la quantità d’oro in circolazione può cambiare abbastanza rapidamente. In effetti il fiume d'oro portato in Europa dai “Conquistadores” del 16° secolo, ha quasi certamente contribuito alla considerevole inflazione presente in quel secolo.
Bitcoin risolve il problema dell'auto-disciplina, inserendo nell’algoritmo di mining limiti superiori sia alla velocità con cui la moneta può essere creata, sia all'importo totale che essa può raggiungere. Il numero di bitcoins assegnati ad ogni soluzione del puzzle si dimezza ogni quattro anni. Oggi ce ne sono circa 8 milioni, e 50 ne vengono assegnati ogni circa 10 minuti. Entro il 2030 il loro numero si avvicinerà al massimo assoluto, ovvero 21 milioni. Nessun individuo o comitato di gestione ha il potere di cambiare queste caratteristiche.
I conti (indirizzi) Bitcoin sono denominati da pseudonimi, identificabili solo da lunghe stringhe casuali di lettere e numeri, come ad esempio 1DHoxhPDnLNyYtpPpG4JMenF7yLPye78Mf. Questo li rende assolutamente privati, come se si usasse il contante - partendo dal presupposto che gli utenti non rivelino la stringa del loro Conto e non decidano di farsi identificare. Si noti, inoltre, che è molto semplice crearli, in modo tale che gli individui possano facilmente proteggere il loro anonimato, ponendo i loro assets in decine o addirittura centinaia di conti (indirizzi) diversi.
Chiunque può visualizzare le transazioni riguardanti un particolare Conto su siti web come, blockexplorer.com o blockchain.info. Quest’apertura e trasparenza può sembrare la compromissione degli obiettivi Bitcoin di anonimato e di privacy. Ma i dati relativi alle operazioni non possono, però, essere facilmente collegati ai proprietari di un Conto.
L'ecosistema Bitcoin
Bitcoin non è mai stato utilizzato da quando esso fu rilasciato nel gennaio del 2009. Oggi, però, è sostenuto da una costellazione di “miners” [operatori di un sistema “mining”,ndt], programmatori, titolari di Conto e fornitori di servizi. Alcuni sviluppatori di software, guidati da Gavin Andresen, hanno assunto la gestione del programma Bitcoin, quando Nakamoto abbandonò il team.
I tecnofili ne sono stati i primi utenti, perché erano incuriositi dall’alta tecnologia insita nel progetto, che ha unito il peer-to-peer alla crittografia. Ancor di più, piaceva loro l'idea di guadagnare denaro attraverso la costruzione di computers specializzati nel “mining”, conosciuti come "rigs”. In effetti la crescita della comunità di “miners” è così rapida che in media, un suo componente può aspettarsi di vincere al massimo di una di quelle competizioni per anno.
Per ridurre la natura casuale (di distribuzione delle vincite) nelle attività di mining, alcuni miners hanno riunito la loro potenza di calcolo nei cosiddetti “mining pools”. Queste gruppi vincono competizioni più spesso e con più regolarità di quelli che operano da soli, e pagano bitcoins ai soci del pool in base alla potenza computazionale che hanno dato in contribuito. Oggi alcuni di essi, tipo “deepbit” ed “btcguild”, contano per una gran parte della potenza computazionale della rete Bitcoin.
Facendo i conti il network Bitcoin rappresenta il supercomputer più potente al mondo. Con 130 petaflops5, è notevolmente più veloce di quello del “K Computer” di Kobe, in Giappone (8 petaflops, considerato il più veloce al mondo), così come di quello delle altre reti di calcolo, tra cui il SETI@Home (che cerca a 1/2 petaflop dati radio-telesopici per eventuali segnali provenienti da alieni), ed il Folding@Home (che simula il ripiegamento-proteico, utile nella ricerca medica, con calcolo a 4 petaflops).
Insieme a quella dei tecnofili, Bitcoin ha catturato l'immaginazione dei “gold bugs” 6 che condividono il disgusto di Ron Paul riguardo la Federal Reserve, e sono attratti dall’intrinseco anonimato delle transazioni bitcoin. Poiché il “mining” è costoso e richiede tempo e tecnologia, i “gold bugs” hanno bisogno di un sistema per acquistare, piuttosto che creare, bitcoins. Allo stesso modo i “miners” hanno bisogno di un mercato dove poterli vendere. Gli scambi si sono sviluppati per soddisfare queste esigenze, facilitando così le transazioni, espresse in una dozzina di valute.
Per la maggior parte delle persone, l'acquisto di bitcoins sul mercato è l'unico modo realistico per poterli ottenere. Mt. Gox, la prima borsa e la più utilizzata, con sede in Giappone, facilita trasferimenti in media per circa 50.000 bitcoins al giorno. Ma ce ne sono molti altri, ed i volumi delle loro transazioni sono aggiornati ogni giorno nel sito Bitcoinwatch.com, dove compaiono anche altre statistiche.
Poiché la domanda di bitcoins ha cominciato a superare l'offerta, i prezzi (cioè il loro valore di scambio con le valute tradizionali) sono aumentati spaventosamente. E questo boom ha attirato sia seguaci ideologici, che day-traders e speculatori, che cercano semplicemente di far soldi. Ad esempio lo scorso maggio Rick Falkvinge, fondatore dello Swedish Pirate Party, un partito politico che si propone di liberalizzare le leggi sul copyright e sui brevetti, ha annunciato che avrebbe messo tutti i suoi risparmi in bitcoins perché, fra l’altro, essi hanno "aumentato il loro valore di mille volte contro il dollaro statunitense, in 14 mesi".
Un'altra parte importante dell'ecosistema Bitcoin è costituito dalle aziende online che offrono beni e servizi che spaziano dallo sviluppo web al design grafico per generi alimentari. Ma nessuno dei negozi online è davvero pronto per il grande pubblico, ed i loro prezzi, convertiti in dollari, sono molto superiori a quelli dei siti commerciali non-bitcoin.
Molti commercianti tradizionali, tra cui il Meze Grill, un ristorante di cucina mediterranea a New York City, accetta bitcoins in pagamento. Fino ad ora però i clienti sono troppo pochi, ed i rischi ad accettare una moneta così volatile troppo grandi, perché molti commercianti siano motivati ad accettarli. Ma le cose potrebbero però cambiare: alcuni gruppi stanno sviluppando sistemi di punti-vendita che consentono acquisti in bitcoins, utilizzando gli smartphone.
Fin dall'inizio è stato ben compreso che la memorizzazione dei bitcoins sul proprio PC è rischiosa. Il sistema crittografico protegge l'integrità della rete Bitcoin, ma non impedisce il furto, dai dischi rigidi, delle informazioni usate per verificare l'identità dei titolari di Conto.
Lo scorso giugno dei criminali hanno rubato bitcoins per un controvalore stimabile in mezzo milione di Dollari, dal PC di una persona conosciuto con lo pseudonimo “allinvain”.
Diversi siti offrono l’immagazzinamento dei bitcoins individuali in un "e-wallet", in modo che le persone possano proteggersi dagli hackers. Ma la mancanza di una regolamentazione efficace comporta non dà garanzie sul fatto che le persone che gestiscono questi siti siano affidabili e competenti. Lo scorso Luglio Bitomat.pl, un mercato di scambio polacco, che fornisce anche servizi di e-wallet, ha perso il file che conteneva tutti i bitcoins dei suoi clienti. Poco tempo dopo la perdita, Mt. Gox acquistò Bitomat.pl e ripagò interamente i suoi clienti (17.000 bitcoins, per un controvalore di circa 250.000 dollari).
L'ecosistema bitcoin ha anche delle caratteristiche che alcune persone vedono come negative, cioè l’anonimato e la facilità dei trasferimenti. Ad esempio Silk Road, un mercato illegale di droga, consente acquisti di funghi allucinogeni e marijuana in bitcoins (la merce contrabbandata viene spedita per posta). Molti siti di scommesse online permettono depositi in bitcoins, aggirando la competente legge federale del 2006.
LulzSec, un gruppo online di "hacktivists"7, che ha partecipato ad una serie di hacks [inserimenti illegali, ndt] di alto profilo (compreso l'attacco contro il Network PlayStation di Sony, che ha portato ad un’interruzione durata tre settimane), raccoglie donazioni in bitcoins. Ed anche se non so se effettivamente lo facciano, i riciclatori di denaro, i terroristi ed i pedofili potrebbero far uso di bitcoins.
Bitcoin sostiene inoltre alcune attività dall'etica incerta, ai limiti della legalità, e che sono state soppresse. Ad esempio, dopo che intermediari tradizionali come PayPal, Visa, MasterCard e Bank of America hanno tagliato la strada alle donazioni per Wikileaks, l'organizzazione ha cominciato ad accettare donazioni in bitcoins. Inoltre, gli individui che vivono in paesi con regimi autoritari, come la Cina e l'Iran, possono utilizzare bitcoins per l'acquisto dei servizi VPN. Ciò significa che il fornitore del servizio non può essere costretto a fornire il nome del suo cliente, poiché la transazione è del tutto anonima.
Frode finanziaria o futuro della moneta?
Gli argomenti contro Bitcoin ricadono in un certo numero di categorie:
Bitcoin è uno schema piramidale
Alcuni critici dicono, usando le parole di Gertrude Stein, che là sotto non c'è proprio un bel niente. Le persone investono denaro e risorse del computer in un'impresa che non crea valore. I primi investitori vengono ripagati con i soldi portati dagli investitori successivi.
Ad un certo punto, prevedono, sarà impossibile trovare un altro gruppo di investitori creduloni, ed allora il tutto finirà in lacrime. Certo, i primi ad interessarsi a Bitcoin sono stati in grado di ottenerne a basso prezzo (per pochi centesimi ciascuno), sia perché vi erano pochi “miners” concorrenti, sia perché c’erano più venditori che compratori a disposizione.
Ma, come ha sottolineato il blogger tecnologico “Brock Tice”, gli investitori iniziali fanno sempre un sacco di soldi, se l'impresa riesce. La ragione per cui questi investitori investono, in primo luogo, è perché si aspettano di essere ricompensati dall’aver preso grandi rischi. Ed allora, dal fatto che i primi ad adottarlo abbiano fatto così bene, non si può facilmente dedurre che il sistema Bitcoin sia uno schema piramidale.
Ma i bitcoins hanno un qualche valore reale? Il valore di una “moneta fiat” può essere misurato dalla quantità di beni e servizi con cui può essere scambiata e dipende, in parte, dalla quantità in circolazione, che deve essere limitata e trasparente. Secondo questi criteri, Bitcoin non è uno schema piramidale. Il meccanismo che ne limita la quantità, infatti, è probabilmente più sicuro della parola della maggior parte dei governi.
Bitcoin è vulnerabile alla speculazione
Alcuni oppositori sostengono, guardando i fondamentali, che un bitcoin valga molto meno dei 30 Dollari di picco che ha raggiunto la scorsa estate, forse meno dei 2 : 3 $ richiesti quattro mesi dopo. Il bitcoin si è dimostrato vulnerabile alle bolle di mercato - nessuna raccomandazione, quindi, per un asset il cui valore è in parte conseguenza della previsione di quanto esso potrà valere la prossima settimana, oppure l'anno prossimo.
Ma ho il sospetto che questa volatilità sia in gran parte conseguenza della novità intrinseca del sistema Bitcoin (quello che potremmo chiamare il suo fattore "cool", come dimostra la sovrapposizione della ricerca di popolarità e di prezzo), ma anche di altre ragioni tangibili, tipo la mancanza di liquidità (piccole operazioni, viste le dimensioni del mercato dei bitcoins, possono avere grandi effetti sul loro prezzo). Le bolle speculative più spettacolari della storia sono state guidate da questa isteria di mercato. Nel 1637, un solo bulbo di tulipano passava presuntivamente di mano, in Olanda, per 3.000 fiorini, circa 10 volte il reddito annuale di un artigiano esperto. Il valore dei Conti standard di Tulipmania (Bitcoin), negli anni recenti, sono stati messi in discussione, ed in effetti la combinazione di illiquidità e novità -- i tulipani (bitcoins) erano appena stati introdotti in Europa Occidentale -- rende più volatili i prezzi degli assets.
Però, se i bitcoins sopravvivessero e venissero adottati come mezzo di scambio da un numero crescente di persone, il concetto perderà la sua componente di novità, ed il mercato diventerà presumibilmente più liquido.
Bitcoin non è davvero a prova di bomba
Mentre la crescita dei bitcoins in circolazione dovrebbe essere limitata a 21 milioni, è teoricamente possibile sovvertire questo limite se la maggioranza di quelli che forniscono potenza di calcolo al sistema “mining” acconsentono all’aumento.
Penso però che tutto ciò sia molto improbabile.
La modifica non potrebbe essere fatta in segreto, e violerebbe le convinzioni politiche dei “gold bugs” -- che costituiscono uno dei più grandi gruppi di utenti di Bitcoin. Ma a questo punto si deve però ammettere che i critici hanno ragione: la scarsità dei bitcoins non è realmente garantita.
Allo stesso modo si deve ammettere che, per quanto il protocollo Bitcoin venga garantito crittograficamente, questo non è comunque a prova di proiettile. La sicurezza del sistema, infatti, dipende dall’incredibile quantità di potenza di calcolo necessaria alla falsificazione. Ma se le ricompense fossero sufficienti, un ente governativo, una società o persino un individuo particolarmente facoltoso, potrebbe acquistare potenza a sufficienza per attaccare la rete.
Ancora più importante, se da un lato l'algoritmo Bitcoin viene pesantemente corazzato, dall’altro l'ecosistema (programmi e servizi che lo circondano) dipende pur sempre dalle personali misure di sicurezza. Non è ancora chiaro, infatti, se per i proprietari di bitcoin esista o meno un modo semplice e sicuro d’archiviazione. Memorizzare i bitcoins sul proprio PC può certamente essere pericoloso, come allinvain ci ha dimostrato.
Gli sviluppatori del programma Bitcoin hanno recentemente reso più facile la custodia della proprietà, tramite un programma per crittografare i files di portafoglio: un file cryptato è ovviamente inutile per i ladri. Tuttavia, come hanno sottolineato gli sviluppatori su bitcoin.org, la crittografia non è la panacea di tutti i mali, perché un software-spia del tipo “keylogger” potrebbe senz’altro essere utilizzato per rubare la password in grado di sbloccare i files crittografati. E, come detto in precedenza, nemmeno l’avvalersi di un provider di e-wallets, per la gestione della sicurezza, fornisce una sicurezza completa.
Benché Bitcoin venga considerato come una struttura completamente decentralizzata, ha in pratica delle vulnerabili strettoie nei più popolari mercati di scambio e nei “mining pools”. Nel mese di Giugno un hacker ha sottratto bitcoins per un controvalore di circa 500.000 Dollari da un Conto di Mt. Gox, li ha venduti tutti, ed ha cercato quindi di ritirare i proventi. Secondo un comunicato stampa di Mt.Gox, l'hacker era riuscito in qualche modo ad ottenere le prerogative di amministratore del sistema, ed aveva semplicemente assegnato a sé stesso i bitcoin. Allo stesso tempo, il database degli usernames e delle passwords, maldestramente crittografate da Mt.Gox, era stato rubato, sollevando il dubbio che alcuni bitcoin non fossero stati semplicemente assegnati, ma rubati dagli altri Accounts.
Mentre i bitcoin rubati ad allinvain e perduti da Bitomat.pl hanno solo causato un po’ di nervosismo sul mercato, l'eccesso di bitcoins in vendita, creato da Mt. Gox, ha fatto precipitare il loro prezzo da 17,50 $ ad un centesimo in mezz'ora, causando panico e caos in tutto il mondo Bitcoin. Mt. Gox, allora, ritirò precipitosamente le vendite, rifuse i Conti, e promise infine di incrementare la sua sicurezza. Quando ripresero le negoziazioni, il mercato era apparentemente soddisfatto, poiché i prezzi erano tornati ai livelli precedenti l'hacking.
Tuttavia, l'incidente ha dimostrato che attaccare alcune caratteristiche dell'ecosistema di Bitcoin non richiede la potenza dei supercomputers – ma solo i mezzi necessari a compromettere un sito molto trafficato.
I “mining pools” costituiscono un altro obiettivo centrale. Dei malintenzionati hanno bersagliato numerosi “pools" con i cosiddetti attacchi DoS8, rendendo impossibile, ai computers dei “miners”, la connessione con i “pools”, per recuperare gli ordini di lavoro necessari a svolgere il loro compito.
C'è poi la questione a sé stante della conservazione dell'anonimato. A livello teorico è impossibile collegare i titolari con le loro etichette di Conto. Ma in pratica le persone lasciano degli indizi, riguardo la loro identità, nel momento in cui negoziano transazioni, inviano messaggi e trasferiscono bitcoins in un e-wallet. Jeff Garzik, uno degli sviluppatori Bitcoin, ha rilevato che "il flusso delle transazioni è facilmente visibile ai ben noti networks di analisi tecniche", già utilizzati dall’FBI, dalla CIA e da altre agenzie governative per individuare i flussi sospetti di denaro. In effetti, "tentare grandi transazioni illecite con Bitcoin, considerando le tecniche di analisi statistica messe in campo dalle forze dell'ordine, è decisamente stupido", ha sostenuto Garzik.
Come ultima cosa, ma non per questo meno importante, Bitcoin deve affrontare dei rischi legali. Ho analizzato altrove alcuni potenziali problemi negli Stati Uniti d’America (http://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=1817857) – fra i quali la regolamentazione dei valori mobiliari ed il monopolio del governo federale riguardo la creazione del denaro. Applicare le leggi esistenti per Bitcoin, è come cercare d’infilare un piolo quadrato in un buco rotondo. In linea con l'incertezza che ne consegue, la Electronic Frontier Foundation ha smesso di accettare donazioni in bitcoins, affermando che "non comprendono fino in fondo le complesse questioni giuridiche coinvolte nella creazione di un nuovo sistema valutario".
Bitcoin è deflazionista
Paul Krugman, editorialista ed economista-premio Nobel, ha sostenuto nel suo blog sul New York Times che "quello che vogliamo da un sistema monetario non è di rendere ricche le persone che detengono denaro, ma che esso faciliti le transazioni e rendano l'economia ricca nel suo insieme. E non è affatto quello che sta accadendo con Bitcoin". Egli ha sostenuto che il rovescio della medaglia, nel crescente valore in dollari dei bitcoins (il post è stato scritto al tempo della loro bolla), era la caduta di valore dei beni così prezzati. In altre parole, "l'economia Bitcoin ha subito, in effetti, una massiccia deflazione".9
Due fattori indicano che la deflazione del sistema Bitcoin potrebbe non essere affatto un male. In primo luogo, chi può dire che il "giusto" uso dei bitcoins sia quello di una moneta pienamente liquida, utilizzata per acquistare e vendere servizi? E se invece il loro "giusto" uso fosse quello di un asset, o di una qualche forma di meccanismo di currency-hedging
A quale scopo?
Sono cautamente ottimista sul futuro del sistema Bitcoin. Tutti, nella sua comunità, compresi gli operatori dei mercati di scambio ed i principali sviluppatori di programmi Bitcoin, stanno prendendo con maggiore serietà il problema della sicurezza.
E la varietà di beni e servizi che possono essere acquistati con i bitcoins è in aumento giorno dopo giorno. D'altra parte, non va dimenticato che i vantaggi di questo sistema – l’anonimato, il decentramento, la salvaguardia dai regolamenti governativi - sono maggiori per le transazioni illecite che per quelle lecite.
Come bene d’investimento (per i critici della moneta “fiat”, vulnerabile all'inflazione), i bitcoins sono inferiori all’oro ed ai metalli preziosi, che sono liquidi, ampiamente disponibili e che non pongono esotici problemi di sicurezza. E come mezzo di scambio, il bitcoin è di gran lunga inferiore al denaro contante, al PayPal ed alle carte di credito.
Perché allora attraversare il laborioso processo d’acquisto dei bitcoins, al fine di acquistare un bene? Perché mantenere assets liquidi in bitcoins, che potrebbero perdere il 99 per cento del loro valore durante la notte?
Bitcoin è, adesso, quello che era il Web prima dell'avvento di tutte quelle tecnologie che lo hanno reso così utile a tutti. A quel tempo, era quasi impossibile trovare qualcosa di valore su Internet -- i pionieri della navigazione ricorderanno quando, cliccando su pagine e pagine, si ottenevano risultati AltaVista pressoché irrilevanti. I businesses che avevano pubblicato pagine Web, lo avevano fatto più per sembrare innovativi che per fare effettivamente delle vendite.
Internet, in seguito, è diventata una parte fondamentale della nostra società e della nostra economia. Con la tecnologia è molto più facile trovare le cose, e la combinazione delle economie di “scopo” e di “scala” aumenta il valore di quello che c'è da trovare.
Il potenziale del sistema Bitcoin – ovvero quello, in generale, di una moneta decentrata ed autoregolata -- è allo stesso tempo imponderabile e temuto. La mia impressione è che questo potenziale si rivelerà rivoluzionario. Non sono sicuro soltanto riguardo il come ed il quando.
Traduzione per Il Portico Dipinto a cura di Franco
- 1. Today techies, tomorrow the world? Bitcoin: http://www.milkeninstitute.org/publications/review/2012_1/22-31MR53.pdf
- 2. Il clearing denota tutte le attività intraprese a partire dal momento in cui si effettua l’impegno per una transazione, fino a quando questa non sia stata effettuata. E’ necessario perché la velocità degli scambi è superiore a quella del completamento della transazione sottostante, ndt
- 3. Mining: in Bitcoin è definito come un insieme di tecniche e metodologie che hanno per oggetto la scoperta di nuovi blocchi
- 4. Nel marketing, il first-mover è colui che per primo occupa un segmento di mercato
- 5. Un petaflop equivale mille trilioni di FLOPS, float point operations per second, ed indica il numero di operazioni in virgola mobile eseguite in un secondo dalla CPU
- 6. Goldbug: termine usato per descrivere gli investitori decisamente rialzisti sul mercato dell’oro
- 7. hacktivism, da hacking e activism, indica le pratiche dell'azione digitale in stile hacker
- 8. DoS: Distributed Denial of Service, attacco informatico in cui si cerca di portare un sistema informatico al limite delle sue prestazioni, lavorando su uno dei parametri d'ingresso, fino ad impossibilitarlo ad erogare il servizio
- 9. Si legga in proposito "Una economia deflazionaria è possibile?" di Rick Falkvinge: http://ilporticodipinto.it/content/uneconomia-deflazionaria-%C3%A8-possi...
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