Il populismo supera il merkelismo in Sassonia e Turingia
di Tom Luongo
Quasi altrettanto importanti delle elezioni presidenziali americane di quest'anno sono le elezioni statali in Germania questo mese. Tutti gli stati che sono andati, o andranno, alle urne sono roccaforti del partito outsider anti-globalista Alternativa per la Germania (AfD).
Ma perché le elezioni statali nell'ex-Germania dell'Est sarebbero così importanti?
Non perché il populismo sia popolare, anche se questa è una cosa positiva in assoluto.
C'è molto di più in gioco qui di quanto non sembri a prima vista, a causa dei capricci della costituzione tedesca. Ci arriverò tra un minuto.
Ieri gli elettori della Sassonia e della Turingia hanno quasi scatenato il panico nella coalizione tedesca al potere, rischiando di farla crollare dato che hanno votato in massa per l'AfD.
Il problema è che non è stato abbastanza per causare un terremoto politico. Sembra che la campagna di demonizzazione dell'Afd sia stata abbastanza efficace da preservare lo status quo politico in Germania, almeno per un altro po' di tempo ancora, sebbene ciò significhi coalizioni instabili in Sassonia e Turingia.
Il Brandeburgo è alle porte il 22 e anche lì le cose si mettono male per il governo Scholz a Berlino.
L'establishment politico tedesco, in gran parte affiliato alla cricca di Davos, sapeva che l'AfD avrebbe fatto bene in queste elezioni. I risultati precedenti e le macchinazioni nel 2019 erano necessari per tenerla fuori dal governo in Turingia. L'AfD si aspettava di vincere, e ha vinto, lì, mentre in Sassonia si sarebbe trattato dell'affluenza alle urne per decidere se avrebbe battuto l'Unione Cristiano-Democratica (CDU).
Hanno fallito per un solo punto, nonostante un'affluenza alle urne molto alta, superiore al 73%.
Per tutto il 2024 è stato creato uno scandalo dietro l'altro per depistare gli elettori, aumentando la retorica della cosiddetta “estrema destra” mentre si tirava fuori ogni tipo di bufala sui loro piani di deportare tutti e linciare gli immigrati.
Se pensate che la retorica dei Democratici che circonda Project 2025 e Der Trumpenfuhrer qui negli USA sia esagerata, allora non avete letto la stampa tedesca. È gemella di quella britannica nel suo tenue rapporto con qualsiasi cosa che possa assomigliare alla verità.
Da dieci anni ormai c'è un cordone sanitario attorno all'AfD, con tutti gli altri partiti che si rifiutano di formare coalizioni con esso. Gli obiettivi dell'AfD questa volta erano meno ambiziosi della vittoria delle elezioni ed è un bene per la costruzione del partito stesso e per il futuro, ma purtroppo il futuro dell'Europa è adesso.
Senza una maggioranza assoluta non riuscirebbe mai a prendere il potere e la sua dirigenza non si faceva illusioni che le cose sarebbero cambiate se ci fosse riuscito.
L’eredità della Merkel – La tripletta di veti del globalismo
Per comprendere la situazione attuale bisogna tornare al ciclo elettorale 2017-19, quando l'allora cancelliera Angela Merkel fece di tutto per congelare l'AfD e consegnare una maggioranza effettiva nella camera alta tedesca, il Bundesrat, al Partito Verde.
Il Bundesrat ha attualmente 69 seggi ed è composto da ciascuno degli stati della Germania. I seggi sono ripartiti in base alla popolazione di ogni stato, con i partiti in ogni governo statale che ottengono rappresentanza nel caucus di quello stato.
L'AfD ha ottenuto il 24% dei voti rispetto al 2019, ma se gli altri partiti riescono a mettere insieme una coalizione del 51% dei seggi nel parlamento della Turingia, formano un governo. Di conseguenza i 4 seggi della Turingia nel Bundesrat verrebbero distribuiti a ciascun partito in quella coalizione. In questo caso si tratta dei comunisti di Die Linke, i Verdi (e globalisti) e la CDU di centro-destra ma ugualmente globalista.
Ma ecco il punto cruciale e la chiave per capire perché questa volta il successo dell'AfD non è sufficiente: gli stati membri del Bundesrat votano in blocco. Ripeto: gli stati membri del Bundesrat votano in blocco.
Ciò significa che se i Verdi controllano un seggio nel governo di uno stato, possono porre e porranno il veto su qualsiasi cosa con cui non sono d'accordo. Lo stesso vale per qualsiasi partito con una maggioranza nei caucus statali e, arrivando alle elezioni di ieri, i Verdi controllano 44 dei 69 seggi nel Bundesrat; i socialdemocratici (SPD) del cancelliere Olaf Scholz ne controllano 42 e l'altro partito con potere di veto è la CDU (43 seggi).
Questi tre stati rappresentano 12 seggi e un'eliminazione dei Verdi in queste tre elezioni eliminerebbe altresì il loro potere di veto. Lo stesso accadrebbe per la SPD. Vi ricordo che sono i due partiti principali nel governo nazionale.
Facciamo un po' di calcoli sulla coalizione.
Dopo i risultati di ieri i Verdi sono fuori in Turingia, ottenendo meno del 5%. Sono riusciti a spuntarla (mi chiedo come?!) in Sassonia con il 5,1%. La SPD è stata massacrata, ma ha ancora una possibilità di essere inclusa in entrambi i governi (si vedano i risultati della Sassonia qui sotto).
Non esiste una coalizione praticabile in Turingia senza l'AfD, a meno che il partito di Sahra Wagenknecht (BSW) e Die Linke (DL) non facciano squadra con la CDU (47 seggi su 88). Una coalizione DL/CDU/SPD non raggiungerebbe la maggioranza per 4 seggi.
Ma se i populisti di sinistra e di destra scoprissero di avere più cose in comune che no e comprendessero il quadro generale, allora AfD/BSW sarebbe la scelta naturale. Ciò sottrarrebbe 4 seggi sia ai Verdi (40 seggi) che alla SPD (38 seggi). Tuttavia dubito che ciò sia possibile. La CDU romperebbe con l'establishment, anche solo per ammettere che il merkelismo è un fallimento.
Ma se l'obiettivo principale è ripristinare le origini della sovranità tedesca, qualunque cosa riescano a mettere insieme in Turingia non ha importanza, perché i Verdi sono fuori.
Non aspettatevi una soluzione a questo problema prima delle elezioni nel Brandeburgo, dato che il vero problema qui è la Sassonia.
Dovreste aspettarvi che la CDU faccia quello che gli viene detto dalla cricca di Davos e formino qualsiasi coalizione debbano fare. Ma con la notizia odierna che la Volkswagen sta chiudendo una fabbrica importante nel Paese, la CDU è in un vero e proprio pasticcio politico. C'è aria di cambiamento?
Il problema è che ha bisogno di 61 seggi. CDU/Verdi/SPD sono 58 seggi e aggiungendo DL arrivano a 64 seggi. È Die Linke, quindi, l'ago della bilancia? Forse.
La coalizione più pulita sarebbe quella formata da CDU/BSW/SPD, con BSW che tiene in ostaggio il veto della SPD.
A causa di alcuni imbrogli post-elettorali, l'AfD non è riuscita ad ottenere i 41 seggi necessari per bloccare le nomine governative che richiedevano una maggioranza dei 2/3.
Con più di un terzo dei seggi l'AfD avrebbe potuto bloccare tutte le decisioni che richiedevano una maggioranza dei due terzi. Ad esempio, i giudici costituzionali vengono eletti dal parlamento con una maggioranza dei due terzi. Il partito aveva annunciato l'intenzione di utilizzare questo mezzo il più spesso possibile per “influenzare il governo”.Inoltre AfD/BSW non ha una maggioranza (55 seggi) come in Turingia. E a meno che la leadership di DL non sia pronta a saltare sul carrozzone populista, il che è improbabile dato che BSW è letteralmente una costola di DL, allora non c'è una coalizione praticabile per AfD in modo da escludere i partiti maggiori.
Mi aspetto che la pressione esercitata dalla leadership della CDU per costringere la SPD e i Verdi a entrare nel governo sarà epocale, simile a quella messa in atto dalla Merkel nel 2019, perché se questi due partiti escono, la SPD perde il suo diritto di veto (34 voti nel Bundesrat) e i Verdi sono sull'orlo dello stesso esito tra tre settimane nel Brandeburgo (ora scesi a 36).
Se la SPD e la CDU sono intenzionate a porre fine al merkelismo e al caos da lei lasciato, allora possiamo aspettarci che, dopo alcune trattative, si formi una coalizione CDU/SPD/BSW, ma non prima delle elezioni del 22 nel Brandeburgo.
Se questi risultati dei sondaggi saranno confermati, è probabile un altro scontro tra CDU/SPD/BSW, indipendentemente dal fatto che i Verdi riescano a spuntarla con un leggero vantaggio del 5%.
In tutti questi esiti Sahra Wagenknecht continuerà a rappresentare l'ago della bilancia e la sua separazione da Die Linke ha rappresentato un punto di svolta nella politica elettorale tedesca.
A quel punto la SPD sarà indebolita ma con ancora il suo veto intatto; i Verdi non riusciranno a raggiungere la soglia dei 35 voti, scendendo a 32 seggi nel Bundesrat; Olaf Scholz avrà mantenuto il potere e superato una grande tempesta politica; la CDU si rafforzerà e l'AfD potrebbe entrare nella camera alta tedesca con 4 seggi sotto il suo controllo.
TL;DR – Ruota tutto attorno al mercato obbligazionario sovrano
Alla fine il successo dell'AfD ha aperto le porte alla fine dell'eredità di Angela Merkel. Se l'attuale governo di Berlino sopravviverà o meno è un altro discorso per un altro giorno. È anche un tema su cui non credo di essere qualificato per commentare.
Quello che posso dire, però, è che nulla di ciò che accadrà in Germania metterà a repentaglio il mercato dei Bund tedeschi, la chiave per mantenere intatta l'UE stessa nella sua forma attuale. I mercati non hanno reagito ai titoli istrionici della stampa sulla vittoria dei nasisti nella Germania dell'Est, quindi è ovvio che non considerano l'AfD come un problema.
I Verdi hanno ormai esaurito le forze, dopo essere stati duramente rimproverati dall'elettorato per aver condotto il Paese alla deindustrializzazione, ai disordini sociali e alla guerra in Ucraina.
Ora la CDU e la SPD possono tornare a servire i loro veri padroni, i giganti industriali tedeschi, ed è quello che credo stia realmente guidando questi cambiamenti. Sono stati i più grandi perdenti in questo epilogo del merkelismo.
E Christine Lagarde, che ha speso miliardi di dollari per cercare di sopprimere i rendimenti obbligazionari europei, sarà costretta a non dire nulla e a non fare nulla. Sebbene possa sembrare che l'AfD stia ricevendo un colpo basso, e in realtà è così, ha anche aperto la porta a un cambiamento di direzione per la Germania, uno che la allontana dalla bancarotta e dal crollo.
Se stamattina fossi Alice Weidel alla sede centrale dell'AfD, accetterei la vittoria e proverei a costruire ponti.
C'è ancora la forte possibilità che la CDU si turi il naso e lavori con lei in Turingia, ma solo dopo che Sassonia e Brandeburgo saranno risolti. Se ciò accadrà, possiamo supporre che la politica estera e interna tedesca si allontaneranno rapidamente da ciò che la Commissione UE sta chiedendo a gran voce a Bruxelles: più guerra, più integrazione fiscale/politica e più riciclaggio di denaro per tutte le loro cattive scommesse.
E sospetto che adesso ci siano molte persone infelici nella City di Londra, ma questo sarà il tema di un altro articolo.
E se pensate che io stia esagerando nelle mie conclusioni, allora questa notizia sull'UE che importa più gas dalla Russia che dagli USA per la prima volta dall'inizio della guerra in Ucraina dovrebbe permettervi di riflettere meglio. La Germania ha bisogno di energia a basso costo per voltare pagina, e chi pensate che sia veramente responsabile per far sì che ciò accada? E chi pensate che ci fosse dietro il suo suicidio?
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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Le persone con vite prive di significato cercano potere sugli altri
Uno dei miei scambi più memorabili con uno studente è avvenuto durante una lezione sui principi di economia. Parte del compito di quella settimana riguardava i capitoli di The Rational Optimist di Matt Ridley. Quest'ultimo paragonò gli standard di vita di un lavoratore medio oggi con quelli del Re Sole, Luigi XIV, nel 1700 e alcuni dei miei studenti più antistorici erano increduli davanti alla descrizione della povertà opprimente della persona media.
Il re aveva uno stile di vita opulento rispetto ad altri: aveva ben 498 lavoratori che preparavano ciascuno dei suoi pasti, ciononostante il suo tenore di vita era ancora una frazione di quello che sperimentiamo oggi.
Ridley delineava i miracoli della specializzazione e dello scambio nel nostro tempo: una cornucopia quotidiana al supermercato, comunicazioni e trasporti moderni, abbigliamento per tutti i gusti. Se togliamo i nostri paraocchi e vediamo quante persone ci forniscono servizi abbiamo “molti più dei 498 servitori a nostra completa disposizione”.
Poi avvenne il memorabile scambio: uno studente disse che avrebbe preferito vivere nel 1700 se avesse avuto più soldi e potere sugli altri. La mia prima reazione fu divertita, pensavo che lo studente stesse esercitando le sue abilità di umorismo. Invece no, per lui avere potere era un attributo di una vita con un significato.
Se solo la mentalità del mio studente fosse un'aberrazione...
Durante il regno di Luigi XIV il matematico e filosofo francese Blaise Pascal diagnosticò il motivo di una certa brama di potere. Nei suoi Pensieri Pascal scrisse: “Ho detto spesso che l'unica causa dell'infelicità dell'uomo è che non sa stare tranquillo nella sua stanza”. Spiegò anche che dall’incapacità di stare seduti da soli nasce la tendenza umana a cercare il potere come diversivo.
Pascal ci chiede di immaginare un re con “tutte le benedizioni di cui potreste essere dotati”. Un re se non ha “distrazioni”, “mediterà e rifletterà su ciò che è”. L’ipotetico re sarà infelice perché “è destinato a pensare a tutte le minacce che lo attendono, alle possibili rivolte, infine alla morte e alla malattia”.
“Ciò che la gente vuole non è la vita facile e pacifica che ci permette di pensare alla nostra infelice condizione. Ecco perché la guerra e le alte cariche sono così popolari”.
Pascal sosteneva che gli individui cercano di essere “distratti dal pensare a ciò che sono”. Direi che una scelta migliore di parole è cosa fanno di sé stessi.
Lascerò che sia il lettore a determinare a quanti politici moderni si applicano le idee di Pascal. Grazie alle sue intuizioni possiamo comprendere perché il conflitto è una caratteristica della politica e non un problema.
Pascal non risparmiò i sentimenti di nessuno. Alcuni “cercano distrazioni e occupazioni esterne e questo è il risultato del loro costante senso di miseria”. Per loro “il riposo risulta intollerabile a causa della noia che produce. [Loro] devono allontanarsene e bramare l’eccitazione”.
Una persona in grado di esercitare il potere coercitivo può usare la propria mente “miserabile” e moralmente non sviluppata per creare miseria infinita per gli altri perché l’esercizio del potere la distrae dai suoi fallimenti come essere umano.
Molti dei Padri fondatori dell'America avevano un'istruzione classica e comprendevano i pericoli del potere. John Adams scrisse: “Il pericolo può arrivare da qualsiasi essere umano. L’unica massima di un governo libero dovrebbe essere quella di non fidarsi di nessun essere umano che vive per il potere e che quindi può mettere in pericolo la libertà di tutti”.
Possiamo superare il nostro “senso di miseria” e il bisogno di “eccitazione” non attraverso i mezzi perversi della ricerca del potere, ma dando significato alla nostra vita.
Viktor Frankl, l'autore di Man's Search for Meaning, capì l'importanza di avere una vita con un significato e quanto sia dannoso quando tale spinta viene contrastata. Sottolineò quanto sia facile “disperarsi per l’apparente insensatezza della propria vita”.
Non c’è da stupirsi se coloro che sono insoddisfatti desiderino essere distolti da ciò che hanno fatto della loro vita. Ciò che Frankl scrisse è coerente con Pascal: “A volte la volontà frustrata è indirettamente compensata dalla volontà di potere”.
Frankl aggiunse: “In altri casi, il posto della volontà frustrata viene preso dalla volontà di piacere”. Allo stesso modo Pascal scrisse: “La gioia principale di essere un re è essere circondato da persone che cercano continuamente di distrarlo e di procurargli ogni tipo di piacere [...] e di impedirgli di pensare a sé stesso”. Pascal e Frankl capirebbero perché qualcuno dovrebbe prendere il telefono ogni tot. minuti: il comportamento disadattivo è un tentativo di grattare un prurito esistenziale.
Frankl capì anche perché le persone sarebbero diventate seguaci di leader autoritari. I movimenti di massa attirano seguaci che non riescono a dare un significato alle loro vite e lo prendono in prestito da un dittatore.
Tra i modi in cui Frankl credeva che potessimo dare un significato alle nostre vite c'erano azioni mirate, sforzi creativi e amore per gli altri. L’attività imprenditoriale – la ricerca di nuovi modi per soddisfare i bisogni più urgenti dei consumatori – è un terreno fertile. Sebbene il capitalismo sia un meccanismo per creare un significato, anche il termine stesso è ripugnante per alcuni e quindi non riescono ad avvalersi delle sue opportunità.
Frankl scrisse: “Sempre più persone oggi hanno i mezzi per vivere, ma non hanno alcun significato per cui vivere”.
Per troppo tempo abbiamo sognato un sogno dal quale ora ci stiamo svegliando: se solo miglioressimo la situazione socioeconomica delle persone, tutto andrà bene, le persone saranno felici. La verità è che quando la lotta per la sopravvivenza si è attenuata, è emersa una domanda: sopravvivere per cosa?Frankl definì l’assenza di significato un “vuoto esistenziale” e ci avvertì che “sta aumentando e diffondendosi al punto che, in verità, può essere chiamata una nevrosi di massa”.
Ciò che Frankl osservò la potremmo chiamare una crisi del nostro tempo. Molte persone credono senza motivo di essere vittime e gli esperti le incoraggiano a pensare in questo modo. Frankl aveva una definizione anche per questo: “fatalismo nevrotico”.
Il fatalismo nevrotico nasconde un fatto fondamentale della vita umana: le persone che danno un significato alla propria vita non cercano la “libertà dalle condizioni”, ma si rendono conto di avere la “libertà di prendere posizione nei confronti delle condizioni”.
Il re autoritario di Pacal, o molti dei politici di oggi, non hanno alcun significato nella loro vita ma ne trovano uno falso esercitando potere sugli altri, scatenando guerre, emanando editti, punendo i nemici, ecc. Allo stesso modo coloro che sono impegnati nell'esecuzione degli ordini vivono vite prive di significato, prendendolo in prestito da coloro che li guidano. Questo ciclo non virtuoso è una minaccia per la libertà. Se invece fosse virtuoso non ci sarebbe richiesta di leader che impongono la propria volontà sugli altri.
Allora dove ci porta tutto questo? Siamo disposti a dare un significato alla nostra vita prendendo posizione nei confronti delle condizioni e delle sfide che affrontiamo?
L'imperativo di Frankl è rispondere alla chiamata di ciò che la vita ci chiede. Le sue esperienze gli insegnarono che “non importa cosa ci aspettiamo dalla vita, ma piuttosto cosa essa si aspetta da noi”.
Le persone cercheranno il potere, ma finiranno per dipendere dai seguaci. Le persone che danno un significato alla propria vita sono immuni al richiamo di questa sirena.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://www.francescosimoncelli.com/
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