Inviato da Johnny Contanti il Sab, 26/11/2011 - 11:08
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Hayek parlava della Road to Serfdom, questo video spiega come tale via sia accuratamente preparata per la maggior parte del bestiame umano sin dal suo primo vagito:
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Questo e' il filmato politico
Questo e' il filmato politico piu' importante mai concepito.
Molto meglio del cartoon tratto da Animals' Farm, che non si poneva il problema dell'esistenza della fattoria ma lo dava per scontato, l'unico problema essendo chi la dovesse gestire.
Vedere che la fattoria per quello che e' significa lasciarla...
Abbiamo pero' bisogno, prima, di una nuova visione del mondo, nella quale lo scopo della vita non sia sopravvivere.
Pike Bishop ha scritto:Questo
Perfettamente d'accordo, questo è il motivo per cui sto cercando di fare la versione italiana (doppiata) ;-)
Ciao Pike. Pike Bishop ha
Ciao Pike.
Ho sempre pensato che una cosa simile dovesse avere inizio con la seguente premessa: "Non Rubare". E' un concetto tanto generale quanto particolare, poiché nonostante si possa applicare al semplice furto va anche ad insinuarsi in quelle anse (politiche ed economiche) che ai molti spesso sfuggono.
Se poi si prosegue aggiungendo le due piccole regole di re Pausole, credo che la strada possa essere quella giusta. Non è un punto di arrivo, né una panacea, ma di certo sono i migliori espedienti che abbiamo -- al momento -- per limitare il lato oscuro dell'indole umana.
Johnny Contanti ha scritto:Ho
Amen.
Quanti problemi si potrebbero risolvere se semplicemente si accettasse comunemente questa cosa che pure dovrebbe essere una delle cose più naturali che ci sono...
Invece molti preferiscono la storiella per cui "non bisogna rubare, a meno che la persona che rubi sia X o Y, in questo caso va bene"
Per chi non conoscesse Les
Per chi non conoscesse Les Aventures du Roi Pausole:
1. Ne nuis pas à ton voisin.
2.Ceci bien comprix, fais ce qu’il te plaît.
Vale a dire:
1. Non nuocere al tuo vicino
2. Dopo avere capito bene il punto uno, fai quel che piu' ti piace.
Direi che il non rubare sia gia' incluso in questo. Anzi, meglio ancora nel cristiano "non fare ad altri cio' che non vorresti fosse fatto a te".
Purtroppo pero' Gesu' Cristo non ha piu' seguaci, solo gente con dissonanze cognitive che portano avanti una manfrina che dice di ispirarsi al personaggio. Ma la tua (o vostra) replica proponente delle regole etico/religiose e' sintomatica di cosa manchi in questo mondo.
Infatti, razionalmente, non esiste motivo per cui una regola come quella di Cristo debba venire applicata: non perche' non sia razionale in se stessa, ma perche' la capacita' di calcolo delle variabili della razionalita' umana e' seriamente limitata, anzi, limitatissima.
Se non fosse cosi', si potrebbero capire gli effetti deleteri della non applicazione della sua norma.
Invece, visto che la "ragione" umana e' cosi' limitata, si ha la netta sensazione, corroborata dai pochi fatti che riusciamo a capire nella loro causalita', che il crimine paghi.
E da un punto di vista limitato e' del tutto vero: un sacco di gente ruba a, uccide, fa del male e detiene in schiavitu' altre persone avendone grandi benefici ed apparentemente non pagando nessun prezzo per la propria attivita' criminale. E' quello che qualsiasi giovane delinquente ritiene puro buon senso. Il punto e' che il buon senso (ma e' meglio l'accezione britannica "senso comune") e' influenzato dalla nostra limitata visione del mondo che si basa su presupposti irrazionali, non scientifici e del tutto campati per aria.
Il punto centrale, a mio parere, non e' quello di avere delle regole che non saranno seguite, se prima non si fa chiarezza e si e' profondamente convinti di una visione del mondo piu' coerente con quello che a questo punto nella storia sappiamo essere la verita'. Verita' che e' contraria a qualsiasi doublespeak.
Verita' che non ha bisogno di impegno o giuramenti (come giustamente considerano i Quaccheri), ma che e' auto-evidente.
Quel che serve e' una visione mistico religiosa che ispiri le nostre azioni giornaliere, di tutti (tranne i pazzi). E se la societa' e' pazza, e' sano abbandonarla. Il primo passo e' quello mentale.
Come ogni rivoluzione, pero', anche questa necessita di una teoria. E' una teoria che abbiamo gia', da almeno 2000 anni. L'unico grave errore di quel personaggio, Gesu', e' stato di portarsi dietro quella zavorra dell'Antico Testamento (magari non voleva, chissa'...).
Cio' che necessita e' una nuova mitologia originaria.
Gli Apache ce l'avevano ed era sbagliata in quanto per soli Apache, ma estremamente efficace: quegli uomini erano indomabili.
A noi serve qualcosa di simile, ma universale...
Pike Bishop ha
Grazie Pike, per questo tuo intervento "rinfrescante".
Penso che tu abbia chiarissimo il punto fondamentale del discorso, e lo elaboro con la mia esperienza: se chiedo ad una persona una cosa tipo "siamo abituati a vedere che nel quartiere dove abitiamo la gente entra in un negozio, sceglie quello che vuole comprare, paga ed esce. Come mai non succede normalmente che uno rapina e scappa?".
La risposta tipica (e parzialmente giusta) è "perchè altrimenti la polizia li arresta" (quando ci prova, aggiungo io).
Ma i potenziali acquirenti (o rapinatori) sono migliaia, mentre i poliziotti normalmente sono pochissimi (un paio per tutto il quartiere), se tutti cercassero di rubare non ci sarebbero poliziotti a sufficienza.
La vera risposta è che rapinare non è conveniente. Se si commette un furto e si infrangono quindi le regole più basilari della società, cioè quelle che i membri della comunità riconoscono anche in completa assenza di leggi più o meno formali (e la proprietà ed il furto sono tra queste), automaticamente questo pone il trasgredente in una posizione molto poco felice all'interno della società, che tenderà (come minimo) ad emarginarlo. Questo lo costringerà a cambiare comunità, e se continuerà nella sua cattiva condotta dovrà continuare a scappare.
Non è molto pratico ne piacevole vivere in questo modo, ed è per questo che solo una sparuta minoranza delle persone vorrà seguire questa strada, minoranza che tenderà ad essere più consistente nel caso di condizioni di vita particolarmente disperate. Condizioni vita queste che sono tanto più comuni più quanto la società è organizzata con regole che tendono a distribuire la ricchezza in modo molto poco equo.
E' questa una condizione sociale questa che stiamo vivendo in maniera molto forte, e che è fortemente voluta dall'elite per due motivi:
- le regole sono fatte per trasferire la ricchezza ad una piccola minoranza della popolazione a discapito di tutti degli altri che lavoreranno per loro più o meno consapevolmente
- maggiori sono le sperequazioni sociali, più sono i disordini che ne conseguono, e più è giustificato un complesso apparato repressivo che permette quindi di mantenere attive le regole di cui sopra
In definitiva vorrei integrare quanto sostieni, e su cui concordo, ritenendo però che il semplice uso della ragione e la volontà di voler beneficiare il più possibile dalla società per tendere a comportarsi nel modo più "ligio" possibile.
Sto completando la traduzione di un articolo che, benchè relativo a tutt'altro ambito, affronta parzialmente questo argomento dal punto di vista teorico attraverso l'utilizzo della teoria dell'equilibrio di Nash.
Pike Bishop ha scritto:Quel
Maledizione, ma il tempo oltre ad essere "galantuomo" è anche tiranno.
Vorrei ampliare questo discorso Pike, perché mi nteressa molto. Credi che per implementare questa nuova "visione" sia necessaria l'esperienza socratica della pars destruens?
Perché, da quello che ho capito, le mie semplici regole sono una conseguenza a qualcosa che l'individuo deve aver già acquisito di per sé. Ovvero, rappresenterebbero la pars costruens.