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"Il torrente" - Atto 4°

COMMENTI LIBERI - (quarta sezione)

Il torrente continua a scorrere da qui. Se avete cose nuove da segnalare o riflessioni da condividere, eccoci e ripartiamo dal 28 Settembre 2020.

Ovviamente - e "l'ovviamente" non lo uso come intercalare - lo scempio continua. Partiamo con una osservazione. Leggete insieme a Me (nei commenti caricherò la relativa immagine), e vergognamoci di avere componenti della "nostra" razza capaci di fare impallidire i migliori Kapò:

«A bordo degli autobus comportati con responsabilità e buon senso: indossa sempre la mascherina e, quando possibile, dai le spalle agli altri passeggeri».

Così, a Trieste.

Sia chiaro, non ho scoperto niente di nuovo ...

... mi premeva sottolineare a quale ingegnerizzazione sociale lavorano questi figli di una gran puttana. Devo fare l'analisi logica/sociologica della frase? Non credo ve ne sia bisogno su questo Sito. La foto me l'ha mandata una mamma, la quale mi ha parlato della vergogna che ha provato a tenere per mano suo figlio portandolo s'un autobus pubblico. 

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Uscirne

Ritratto di Totalrec

A proposito di filosofeggiare, riporto le parole di quello che reputo il filosofo per eccelleza in questi mesi: "Un paese che decide di rinunciare al proprio volto, di coprire con maschere in ogni luogo i volti dei propri cittadini è, allora, un paese che ha cancellato da sè ogni dimensione politica. In questo spazio vuoto, sottoposto, sottoposto in ogni istante a un controllo senza limiti, si muovono individui ora isolati gli uni dagli altri, che hanno perduto il fondamento immediato e sensibile della loro comunità e possono solo scambiarsi messaggi diretti a un nome senza più volto. A un nome senza più un volto." (G. Agamben)

 

Tutto verissimo e assolutamente condivisibile.

E allora?

Qui si tratta di capire se vogliamo trascorrere l'eternità a sbigottirci e rammaricarci dell'ormai irrimediabile rimbecillimento della stragrande maggioranza dei nostri simili, oppure se vogliamo elaborare il lutto, capire le cause di ciò che è accaduto e pensare a un progetto per uscire dal tunnel, o almeno per far sì che trappole mediatiche del tutto prevedibili e banali, come quella del coronavirus, non ci prendano più di sorpresa.

Una delle priorità - e qui tornerebbe molto utile la lettura del libro appena pubblicato da Povoleri-Music-Band - è chiederci sempre se i nostri pensieri sono davvero nostri o se vengono dall'apparato dei media, che è la principale arma puntata dai nostri nemici contro di noi. Ad esempio, se parlando di stragi della II Guerra Mondiale uno viene a menarmela ancora con Marzabotto e Sant'Anna, ignorando i 3000 morti e gli 11.000 feriti dei bombardamenti americani su Roma, i 703 morti (di cui 188 bambini) dei bombardamenti americani su Milano, e altre decine e decine di analoghi massacri compiuti da questi autentici mostri alieni, a me è chiaro che non è lui che sta parlando, ma la propaganda americana che gli hanno impiantato nella testa. Posso solo compatirlo, evitarlo, mandarlo in culo se insiste, ma non c'è altro che io possa fare per lui.

Al massimo posso cercare di analizzare e spiegare, il più obiettivamente possibile, il funzionamento dei meccanismi di potere, perché è dalla comprensione disincantata delle cose che viene spesso la salvezza. Soprattutto propria, qualche volta anche altrui.

A questo proposito, vorrei esprimere il mio rammarico nel constatare che una visione disincantata delle cose suscita spesso nell'interlocutore indignazione e rabbia, anziché attenzione. L'osservazione viene scambiata per apologia ideologica di questa o quella fazione. Me ne dispiace molto.

Se dico che è la batteria che dà energia al motorino d’avviamento, non lo dico per legittimare o esaltare la batteria: lo dico perché è così che funziona il meccanismo.

Se dico che una batteria è composta da poli esterni, piastre positive e negative, elettroliti, copertura esterna, ecc., non lo dico perché sono innamorato dei poli o delle piastre: lo dico perché è fatta proprio così. Per rendersene conto basta aprirla, guardarci dentro e vedere ciò che c’è, anziché ciò che si vorrebbe vedere.

Allo stesso modo, il potere politico ha i suoi meccanismi e le sue componenti. Si tratta di osservarli e imparare a conoscerli, non di dare valutazioni.

Invece, c’è in giro la brutta abitudine, quando si ha un guasto alla macchina, di fermarsi per maledirla, per formulare pesanti giudizi morali su di essa e sul mondo circostante, per fantasticare di teletrasporti e di magiche automobili volanti; tutto, tranne che fermarsi ad analizzare il concreto funzionamento della vettura, in modo tale da poterla far ripartire.

Se non sai come far ripartire la macchina, sarai costretto a chiamare un elettrauto, pregando che non sia un farabutto. Ahimé, lo sarà nel 99% dei casi: un po’ perché è il mestiere stesso che indurisce, un po’ perché avere a che fare con degli inermi coglioni non è cosa che potenzi le qualità spirituali.

La principale differenza tra un bieco elettrauto (l’elite) e un coglione appiedato (le classi subordinate) sta nel fatto che il primo si è fermato ad analizzare le cose per comprenderne il funzionamento, mentre il secondo ha preferito perdere tempo a blaterare di mondi impossibili e di alti e irrinunciabili princìpi morali. 

Fuor di metafora, con la politica possiamo fare due cose soltanto: osservarla dall’esterno, in modo oggettivo, con l’occhio analitico di chi tenta di comprenderne e rivelarne il meccanismo. Oppure osservarla dall’interno, in modo soggettivo, con l’occhio lacrimevole di chi ha subìto i soprusi, le iniquità, gli ammazzamenti, le soperchierie, ecc., che l’esercizio del potere inevitabilmente porta con sé.

Non si possono fare entrambe le cose insieme, bisogna scegliere.

Nel primo caso otterremo uno studio del fenomeno, che, se ben sviluppato, può essere utile alla sua comprensione.

Nel secondo caso avremo un piagnisteo, che non è utile a nessuno e che molto spesso verrà ritorto dal potere politico (violento e spregevole quanto si vuole, ma di cui non è realistico pensare di fare a meno) contro gli stessi piagnucolanti.

Come ho già detto, quando le luttuose angherie del potere mi renderanno un tipo che piagnucola (può certamente capitare), anziché uno che analizza, lo renderò noto. Per il momento, però, cercate di comprendermi se ho più voglia di ragionare che di frignare. 

 

 

 

 

Povero diavolo...

flor das aguas ha scritto:
Questa e' una guerra all'umanita', all'essere umano e alla sua natura, al suo spirito. Penso sia questo che sfugge alle menti piu' brillanti.

Non credo che le menti brillanti indulgano in puerili ideologie apocalittiche o si lascino offuscare da interpretazioni "sataniche" della realtà.

La guerra contro l'umanità è stata sempre ed è tuttora condotta dall'umanità stessa, dai miliardi di piccole "brave persone", del tutto insignificanti come individui ma letali e devastanti nell'insieme, esattamente come topi o cavallette, ma con l'aggravante imperdonabile rispetto a questi animali che potenzialmente l'essere umano è capace di raziocinio, di percepire bellezza, di generare un Mozart o un Nietsche.

Esiste un'elite (di menti brillanti...) che ha deciso di sterminare il genere umano? E quale altra soluzione potrebbe proporre la brava signora del terzo piano alla devastazione praticamente irreparabile del pianeta?
Siamo al livello demenziale del "c'è posto per tutti, c'è cibo per tutti"?

Allorchè si comprende in cosa consiste lo spirito umano, si comprende anche che questa ipotetica "guerra all'umanità" potrebbe essere mirata proprio a ristabilire le condizioni per un possibile sviluppo di tale spirito.

Per favore, guardiamoci allo specchio seriamente, spietatamente: dove sono queste moltitudini di "brave persone"? Io incontro la signora del terzo piano e vedo in lei un carnefice:
- di animali, in primo luogo, che non si fa scrupolo di torturare e massacrare per il gusto del palato, avendo cura però di non sporcarsi le mani di sangue, nè di guardare dritto negli occhi i vitelli e gli agnelli (del Signore...) terrorizzati e sofferenti, delegando ad altri l'onere del sacrificio.
- di Natura, per la quale - nel migliore dei casi - esercita un rispetto poco più che formale e della quale sfrutta le risorse come se non ci fosse un domani. Con la signora del secondo piano blatera parole di commozione per le foreste amazzoniche ma in salotto si è fatta posare un palchetto in teak e quando si lava i denti non sente le maledizioni silenziose che si abbattono su di lei da ogni angolo del pianeta in cui procurarsi da bere è questione primaria, nè si fa scrupoli ad usare sostanze chimiche letali per "tenere pulito" e far brillare a specchio le superfici del proprio appartamento.
- di esseri umani, messi al mondo come se niente fosse, perchè "è capitato", senza nemmeno essere sfiorata dal dubbio di non essere all'altezza del compito di allevare un Homo Sapiens Sapiens al fine di svilupparne lo spirito e le potenzialità ma bensì sforzandosi con tutta sè stessa di piegarne la natura alle pratiche di un'esistenza insulsa.
- di sè stessa (e perciò la vedo anche come povera vittima), cedendo mollemente la propria dignità ad ogni comodità immaginabile, ad ogni titillazione dei sensi, alla vacuità del pensiero comune, all'idiozia della religione, al mito della famiglia (che è il vero seme della violenza, dell'emarginazione dell'altro da sè, di ogni "muro", delle faide, della negazione stessa del concetto di umanità, di fratellanza).

In passato, mi è capitato di immaginare cosa avrei fatto per risolvere questa catastrofe che è il genere umano in Terra.
Ebbene, forse la mia mente non è brillante, ma considerata l'enorme complessità di variabili e di interdipendenze non ho trovato altra soluzione che un reset globale unito a soluzioni per evitare che questo disastro si ripeta, per quanto doloroso possa essere mettere in atto tale piano.

Naturalmente, non sono certo entusiasta di tale eventualità: provo una triste compassione per noi umani, vorrei che parlassimo una sola lingua e che ognuno potesse trovare accoglienza e rifugio presso chiunque altro, in qualsiasi luogo, e ancor più struggimento per le persone a me vicine e per i bambini di tutto il mondo. E, naturalmente, farò di tutto per sottrarmi a qualsiasi autoritarismo.

Non colpevolizzo l'Umanità, non è questione di natura malvagia dell'Uomo, per favore...
Ma in noi c'è davvero qualcosa di sbagliato (forse il kundabuffer di cui parlava Gurdjieff?), una rapacità, una cecità, una debolezza esiziale della psiche che prima o poi ci porta a commettere atti criminali verso i nostri simili e con ancora maggiore facilità verso la casa che ci ospita.

Credo che le menti brillanti si rendano conto da tempo che così non può continuare. Se qualcuno ha soluzioni meno cruente, ma che appaiano efficaci alla luce della Storia, si faccia avanti.

p.s. In realtà, credo che non ci sarà bisogno di attuare un reset. Probabilmente nel nostro prossimo futuro ci aspetta un evento definitivo con lo stesso effetto ma indipendente dalla nostra volontà o da quella di qualsiasi elite. Stanno accadendo altre cose, oltre ai lockdown...

elite

Gesummaria...

Ritratto di Totalrec

webrasta:

Ma in noi c'è davvero qualcosa di sbagliato (forse il kundabuffer di cui parlava Gurdjieff?), una rapacità, una cecità, una debolezza esiziale della psiche che prima o poi ci porta a commettere atti criminali verso i nostri simili e con ancora maggiore facilità verso la casa che ci ospita.

 

Quindi, ricapitolando, per non essere un criminale verso i miei simili, io dovrei seguire il seguente decalogo:

 

  • Rinunciare per sempre alle bistecche e alla pasta al ragù, a meno che io non faccia prima il giro del mondo, fissando coraggiosamente negli occhi, uno per uno, venti miliardi di ovini e bovini e ascoltando da ciascuno di essi la triste storia della sua vita;

 

  • Evitare di comprare tavolini in teak. Ok, forse ce la posso fare. Esattamente quale altro materiale è meno inquinante del legno?

 

  • Evitare di lavarmi i denti, farmeli marcire in bocca e avere il fiato di un rinoceronte con la piorrea, altrimenti poi la foresta amazzonica piange;

 

  • Vivere in un appartamento lurido e pieno di croste di sudiciume, o meglio ancora in una palafitta (purché non di teak), altrimenti i detersivi inquinano l’ambiente. E no, non posso nemmeno proporre di rinunciare ai detersivi e usare solo acqua, altrimenti la foresta amazzonica ricomincia a frignare;

 

  • - Non avere figli. I figli sono nocivi per il genere umano. E’ evidente che se il genere umano non avesse avuto figli, oggi sarebbe più numeroso e prospero. Siamo nel campo della pura logica.

 

  • Evitare di cedere mollemente la mia dignità alle comodità moderne (ad esempio alla poltrona e alla tastiera del computer, che sono riservate di diritto ai soli profeti dell’estinzione per eccesso di hamburger);

 

  • Non avere una religione, tranne quella animalista e ambientalista, perché si sa, è l’unica religione non idiota;

 

  • Non avere una famiglia, vivere e crepare solo come un cane, cibandomi di radici e bevendo la mia stessa urina, per non far torto ai bovini e alla foresta amazzonica. Quella sì che sarebbe un'esistenza felice!

 

Grazie, ma penso proprio che continuerò a essere un criminale verso i miei simili. Sono convinto che non se ne avranno a male.

Ricapitolando...

Totalrec ha scritto:

Quindi, ricapitolando, per non essere un criminale verso i miei simili, io dovrei seguire il seguente decalogo:

Le tue risposte contengono sempre una gran dose di ironia e canzonatura, frutto di una mente acutissima invidiabile. Ti ammiro, l'ho detto spesso.

Sapevo che con il mio commento (indigeribile per molti aspetti) avrei scatenato qualche mastino desideroso di sbranarmi e puntuale è arrivato, come quando sul blog aziendale "spacciavo" articoli contro bigpharma ed i vaccini che mi procurarono una valanga di insulti ed un richiamo dal Personale (ma anche qualche coraggioso commento pubblico favorevole).

Non vorrei annoiarmi/ci con un botta e risposta punto per punto... ma per cortesia farò un paio di osservazioni che leggerà chi non ha niente di meglio da fare.

Una premessa tanto banale da far venire le lacrime agli occhi: se uno dei miliardi di persone vissute e viventi avesse saputo o sapesse come rendere migliore il mondo, a quest'ora non staremmo qui a discutere.

Mi pare evidente il fallimento di ogni dottrina politica, filosofica, religiosa apparsa nella Storia.
Forse, stiamo cercando nella direzione sbagliata: conformarci interiormente ad una forma organizzativa esterna anzichè conformare l'organizzazione sociale a partire da un'ecologia interiore.

Non mi riferisco ad una morale, nè a principi religiosi: l'animalismo/ambientalismo deve nascere spontaneamente dalla compassione, empatia (chiamala come ti pare) per ogni essere vivente, non certo dall'ispirazione ad un decalogo vegan.
In questo senso, porto rispetto ai miei nonni contadini che uccidevano con le proprie mani (saltuariamente, nelle occasioni importanti) uno dei loro polli o conigli, "sporcandosi le mani" ma dispiacendosene, anche se non lo condivido, mentre devo ammettere di provare un certo disprezzo e persino timore di chi trasalisce rabbrividendo davanti alla violenza su un cane ma non gli si muove un pelo per i miliardi di animali uccisi ogni anno per fare il ragù, non foss'altro perchè l'indifferenza al dolore degli animali non mi sembra un indice di magnanimità verso i propri simili.

Analogamente, dobbiamo chiederci se le nostre abitudini possono essere migliorate improntandole al minor spreco possibile: caro Gianluca, non voglio che non ti lavi i denti ma se lo fai lasciando il rubinetto aperto mentre ti guardi allo specchio allora ti meriti un calcio nel culo.

Argomentare su vittime e carnefici, poteri forti e popoli inermi, rischia di sembrare un "filosofeggiare", un pour-parler, se non si hanno punti fermi nella propria visione interiore del mondo.
Ad un certo punto un uomo degno deve decidersi: gli interessa agire per il bene della comunità umana intesa come specie o continuare a godersi le serate in "famigghia"? Perchè nel primo caso dobbiamo fare i conti con la necessità ineludibile di una lingua comune, dobbiamo riflettere seriamente sull'impatto antropico sull'ambiente/risorse e sul necessario contenimento della popolazione, dobbiamo ripensare la nostra visione dell'Uomo ed i nostri metodi/obbiettivi educativi, ecc., mentre nel secondo caso possiamo tenerci stretti i nostri cari vecchi convincimenti bohemienne, senza scomodarci a ribaltarli per trovare eventualmente un "nuovo senso", e scolarci l'ennesimo brindisi.

Se questa "conversione" radicale sia possibile ed alla portata dei più non sta a me dirlo, ma temo di essere un filino pessimista in proposito...

Se poi nelle mie parole si vuole ravvisare odio per gli esseri umani o un inneggiare ad una vita di privazioni ed astinenza, beh... così è se vi pare.

Storiella zen

Ritratto di Totalrec

Narro questa sapida storiella zen, per trascorrere il tempo in piacevole cazzeggio, nell’attesa che la carcerazione politico-sanitaria imposta dai media internazionali torni benevolmente a concederci un quarto d’ora d’aria.

Quando frequentavo le scuole medie, nei tumultuosi anni ’70, avevo una Prof d’inglese fissata con l’incremento demografico globale. Aveva tra i trenta e i quarant’anni, belloccia perfino, ma per qualche motivo nessuno se l’era mai filata. Non so bene che cosa c’entrasse con l’inglese, ma di quando in quando ci teneva un lungo e accorato sermone, in cui si vantava di non avere mai avuto né un marito né figli. Diceva che il mondo l’avrebbe ringraziata, perché non aveva generato altre bocche da sfamare e in questo modo aveva contribuito a contenere la dissipazione delle risorse, le quali, com’è noto al colto e all’inclìta, sono limitate. Io, che in famiglia ero il primo di otto figli, mi sentivo in qualche modo tirato in causa e un po’ redarguito: ma la lasciavo dire, perché era belloccia, perché era innocua, perché erano gli anni ’70 e di gente strana in giro ce n’era un sacco.   

Qualche anno fa la tipa, ormai anziana, schiattò di qualche malattia in un ospedale pubblico. Ovviamente non aveva figli, né parenti, né amici, né esseri umani che potessero divulgare la notizia del decesso. Uno dei milioni di anonimi imbecilli vissuti e defunti inutilmente, senza aver dato nulla di utile al mondo, nemmeno quella mera continuità demografica di specie che rappresenta il minimo sindacale di gratitudine.

Nessuno avrebbe saputo nulla del suo trapasso, se non fosse stato per un evento, verificatosi qualche giorno dopo la sua morte, che le regalò un quarto d’ora di celebrità postuma sul quotidiano locale.

Un’unità di vigili del fuoco, chiamata con urgenza dai vicini di casa, andò a sfondare la porta dell’appartamento dell’irriprodotta, dal quale provenivano un immondo fetore e accorati miagolii. Qui furono rinvenuti una dozzina di scheletriti felini, disperati e mezzi morti dalla fame, che l’impuerpera, trapassando, aveva lasciato orfani. Alla fine aveva dovuto crearsi comunque una famiglia, perché nessun uomo, come diceva il saggio, è un’isola. Solo che era un surrogato di famiglia, fatta di bestie come lei.

Non so se il mondo l’abbia ringraziata, ma sono abbastanza sicuro che non lo fecero né i suoi vicini, né i Vigili del Fuoco, né le sue bestiole, che finirono tristemente i loro giorni al gattile. Se lo meritavano, perché si erano fidati di lei, e a certi livelli neanche gli animali possono dirsi completamente innocenti.

Morale della storiella zen: 12 gatti sono più eco-friendly di 1 neonato e si smaltiscono più facilmente.

la soluzione finale

Ritratto di shavo

Ve lo ricordate il finale di Parenti serpenti?  Quando sento dire che le prime dosi saranno riservate a chi più ne ha bisogno mi torna sempre in mente quel film.

Webrasta

Ritratto di flor das aguas

Quando parlo di spiritualita' la gente non capisce e tende sempre a banalizzare. C'e' una specie di rigetto verso concetti del genere, che l'uomo sia creatura connessa con il tutto prima che corpo materiale che vaga su questo angolo di universo e' un discorso proibito.
Non ho gli strumenti per portarti a ragionare in un'ottica che richiede un'analisi trasversale (manco tanto) della situazione. Ma mi piacerebbe ti soffermassi a guardare dove siamo, dove ci hanno portato e dove ci vogliono portare.

 Il credere che chi ci comanda lo faccia perche' e' cattivo e disonesto e corrotto... nemmeno sta in piedi a sto punto. Che vogliano ridurre la popolazione mondiale e' un fatto, e allora tutto il resto a che serve? Ammazzateci coi vaccini e i veleni di merda che ci propinate da secoli, no?
La nuova normalita' non ha lo scopo di contenere un virus, questo credo sia ormai ovvio, dal punto di vista scientifico e' assolutamente inutile e lo ha ammesso anche un espertone (non ricordo quale) dicendo che serve a cambiare il comportamento della gente non a ridurre la propagazione del virus.
E qui sta il punto, si vuole cambiare l'uomo, cio' che fa parte dell'uomo sociale. Fino a qui mi pare ovvio. Il passo successivo e' l'ingegneria genetica attraverso i nuovi vaccini rna.
Questa radicale trasformazione della societa' e dell'essere umano non e' semplicemente frutto di un progetto criminale, punta all'eliminazione della razza umana connessa alla sua spiritualita' al suo se'. Chiunque voglia portare avanti un piano del genere non appartiene al genere umano, perche' nessuno sarebbe contento di vivere in una societa' deumanizzata.
Ma se vuoi possiamo dare la colpa a quegli assassini degenerati che mangiano carne

Negru (intervallo politically correct)

[intervallo politically correct]
 

Avete sentito quello che è successo ieri sera durante una partita di Champions league?

Un gravissimo episodio di razzismo stigmatizzato da tutta la stampa, il mondo del calcio e quello politico, un fatto vergognoso che non dovrebbe accadere nel 2020.
Si giocava l'ultima partita di uno dei gironi di qualificazione agli ottavi di Champions tra PSG e Basaksheir, ininfluente ai fini della qualificazione in quanto i parigini erano già promossi perché sono di proprietà di uno sceicco del Qatar che ha acquistato giocatori fortissimi a cui non importa di giocare nel campionato francese che fa cagare, e sono andati a Parigi solo per soldi, degli ignobili mercenari che incassano lo stipendio che lo sceicco, uno di quei buzzurri con il tovagliolo in testa, accumula grazie ai lavoratori immigrati che paga come fossero schiavi, cavando petrolio dai deserti e ingaggiando battaglie finanziarie per tenerne il prezzo alto diventando multimiliardario senza mai muovere un dito se non per firmare i diritti di successione delle terre polverose. Bene, la squadra di Parigi, quel luogo dove non hanno neanche la vaschetta per pulirsi il culo e si vantano dei loro puzzolenti formaggi e di trasportare il pane sotto le ascelle, giocava contro i turchi del Basaksheir, ovvero una squadra di Istanbul fondata nel 1990 e di proprietà del Ministero turco per la Gioventù e lo Sport, una roba alla Mussolini per intenderci, che ha vinto per la prima volta il campionato turco nel 2019/2020 grazie ai soldi pagati ai calciatori da quella nazione di fanatici islamici che rompe il cazzo e lancia bombe dalla Siria alla Libia, dall'Armenia alla Grecia.
Ebbene, al tredicesimo minuto della partita tra culi sporchi e fanatici, un difensore dei culi sporchi fa un fallo contro un avversario dei fanatici che l'arbitro non fischia scatenando le ire della panchina turca e soprattutto del vice allenatore, un camerunense ex calciatore, tale Webo, che inizia ad inveire contro l'arbitro come uno psicopatico malato di mente. Il fallo probabilmente non c'era, l'attaccante turco, manco fosse una femminuccia debosciata, si lascia cadere a terra mimando una menomazione permanente forse pensando di poter ricevere i soldi dell'invalidità. Infatti l'arbitro non ci casca, è un rumeno come tutti e quattro gli arbitri in campo, e si sa che agli zingari non la si fa così facilmente. Il quarto uomo, anche lui un ignorante rumeno con probabili rapporti di parentela con Ceausescu e forse uno che ruba auto, nota il comportamento di Webo e richiama l'attenzione dell'arbitro; i due zingari, ormai in atteggiamento da associazione a delinquere, parlottano nella loro lingua ma l'arbitro, che oltre ad essere ignorante dev'essere anche cecato, non riesce a capire quale sia l'elemento della panchina a dover esser sanzionato per le proteste scellerate; "È quello, il nero!" urla lo zingaro a bordo campo, e lo ripete finché lo zingaro col fischietto non lo individua tra una schiera di bianchi espellendolo per lo show improvvisato.
A questo punto salta fuori dalla panchina turca un altro essere umano dalla pigmentazione rilevante, un giocatore pippa chiamato Demba Ba, che come una checca isterica inizia a ripetere "perché l'hai chiamato nero? perché l'hai chiamato nero? perché l'hai chiamato nero? per dieci, quindici volte, agitandosi e saltellando, come una checca isterica appunto. E lo ripete talmente tante volte che sembra dimenticarsi ogni volta quello che dice, una specie di malato di Alzheimer, e lo zingaro butta fuori anche lui per proteste e per facilitarne il ricovero nella casa per anziani dementi.
A questo punto entrambe le squadre vanno a protestare dagli zingari i quali sghignazzando spiegano che nella loro lingua "negru" significa nero e non negro e che non c'era alcun intento offensivo, era una questione di quantità e non di qualità. Ma ormai la frittata è fatta, gli zingari stanno cercando di ragionare con dei calciatori che è noto siano una tra le categorie più ottuse e ignoranti che calchino il pianeta terra, capaci solo di tatuarsi, andare a puttane e sperperare danari in auto da trecento all'ora che non sanno nemmeno guidare. Nella loro vita da esseri insignificanti l'unica cosa che gli hanno insegnato è dire "say no to racism" e tutto diventa un chiodo se l'unica cosa che hai in mano è un martello.
È così che i due branchi di microcefali coi mutandoni decidono di tornare negli spogliatoi rifiutandosi di continuare la partita, ai ventidue trogloditi non è andata giù che uno zingaro chiamasse nero una checca isterica.
Il presidente turco Erdogan, macellaio di bambini siriani, chiede pene esemplari.
Quello francese, il sodomita gerontofilo, anche.
La stampa che monta un caso per non occuparsi delle cose serie, idem.
Insomma, per lo zingaro verranno presi provvedimenti esemplari, si parla di radiazione e divieto di elemosina per le strade del centro, e la partita verrà rigiocata stasera con arbitri di nazionalità diversa, pare olandesi, quelli che spacciano droghe e vendono le donne nelle vetrine; tra le due squadre di mercenari arricchiti coi soldi delle miserie altrui non vincerà probabilmente il più forte ma il più pulito, quello con la rogna.
Colored lives matter. Bambini siriani e schiavi pakistani si fottano.
 

il CULTO o la VERITA'

Ritratto di smako

Catherine Austin Fitts parla del presente con cognizione e consapevolezza...

c'è, o è stata creata una "realtà magica" e bisognerebbe decidere se accettare il culto o comprendere dove sta la verità.

Il discorso sembra molto interessante,... ma è in inglese  e non credo sia stato già tradotto....:

https://www.youtube.com/watch?v=C1-0XKYAZII&t=116s

 

(... non ho saputo far funzionare l'anteprima..?)

comunque, possibilmente, buonànno!!

 

 

 

CULT

Ritratto di smako

del discorso di  Catherine Austin Fitts 

qui presentano una traduzione:

https://liberopensare.com/il-lockdown-planetario/?fbclid=IwAR3JrgfF4JAgELk_e7OykAcNNS6qpMMDJcB_UUBQDCX6hMQVE9j-yxjIV-U