è quantomai curioso il fatto che l'appartenenza di un Paese all'area euro sia condizionato al rating delle agenzie di rating americane che in questo modo possono agire a piacimento sul cross valutario eurodollaro.
E' assurdo che l'Europa non si munisca di sue agenzie di rating, anche visto i disastri che quelle di matrice americana (S&P, Moody's e Fitch) hanno creato apponendo valutazioni irrealistiche a chi volevano loro nell'ultimo decennio di finanza globalizzata.
L'Europa ancora non ha ancora avuto la forza di staccarsi dalla tutela Usa, oltre che per questo aspetto anche per quanto riguarda la difesa, il calo dell'Euro nei confronti del dollaro in coincidenza con la crisi georgiana ne è la riprova.
Sembra che fino ad ora agli euroburocrati sia importato solamente mettere le mani sulle banche centrali e indirizzare la concorrenza commerciale europea verso una direzione favorevole alla Germania.
Ma questa politica miope di tassi troppo alti unita alla subalternità col concorrente americano, non mancherà nel breve termine di creare forti tensioni nei paesi del PIGS, per ora siamo partiti dalla G, il prossimo sarà la S, vediamo quando arriviamo alla I.
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