di Luc Brunet
Prodotto di quelle società in cui le élites ignorano i processi culturali che precedono il successo, il Cargo Cult, che consiste nell’investire in un’infrastruttura di cui una società prospera è dotata, sperando che questo investimento produca gli stessi effetti anche per quella propria, è stato uno dei motori dei prestiti tossici agli Enti Locali. Questa espressione è stata pubblicizzata durante la Seconda Guerra Mondiale, quando si esprimeva attraverso false infrastrutture, create da semplici isolani, destinate ad attirare le navi da carico. Nel 2012 il Cargo Cult tenderà di diffondersi a livello nazionale.
Nel Settembre del 2011, con riferimento alle difficoltà incontrate dalla Dexia, i non-lettori dei GEAB hanno scoperto con grande stupore che migliaia di Enti Locali erano esposti ai prestiti tossici1. Nel successivo mese di Dicembre, un rapporto parlamentare francese2 pose il disastro a quota 19 miliardi di Euro, quasi il doppio di quanto la Cour des Comptes (Corte dei Conti) stimava sei mesi prima. In Francia, ad esempio, gli enti locali rappresentano il 70% degli investimenti pubblici3, vale a dire, nel 2010, 51.7 miliardi di Euro (- 2,1% rispetto al 2009).
Gli Enti locali hanno sviluppato dipendenza dalla spesa4, e come le famiglie, vittime più o meno consapevoli dei subprimes, hanno facilmente trovato un concessionario per potersi rifornire5. Le cause sono abbastanza evidenti: la proliferazione degli eletti, non sempre dotati di conoscenze tecniche e di capacità finanziarie, con una formazione scarsa o addirittura inesistente, a volte gestiti da un proprio staff chiamato a dominare la scena, impegnati in una gara di visibilità tra i vari Enti Locali, nell’ambito dei quali devono dimostrare di aver costruito meglio e di più rispetto agli altri, in un rapporto in ultima analisi un po' feudale. L'Italia ha previsto una diminuzione di 3 miliardi di Euro nei sussidi agli Enti Locali, la Svezia ed il Regno Unito6 (le cui autorità locali erano esposte, in aggiunta, ai fallimenti delle istituzioni finanziarie islandesi)7 sono impegnate in un doloroso svezzamento, allo scopo di ottenere quella stabilità finanziaria che rischiavano fortemente di perdere nell’ambito delle autonomie locali.
Sarebbe senza dubbio sbagliato screditare gli eletti a livello locale, ed anche le banche, perché tutto questo è la dimostrazione di una tendenza di base molto semplice e profonda, che ha a che fare con il desiderio di emulare il Cargo Cult8. Quest'ultimo era visibile nelle regioni del Pacifico durante la Seconda Guerra Mondiale, quando gli abitanti delle isole, osservando la correlazione tra una chiamata via radio e l'arrivo di un carico di materiale, oppure tra l'esistenza di una pista di atterraggio e l'arrivo degli aerei, crearono un culto che si esprimeva attraverso l’imitazione delle radio e delle piste di atterraggio, sperando che la loro semplice esistenza avrebbe attirato la merce desiderata.
Si tratta di un fenomeno molto diffuso, come ad esempio in informatica, quando copiamo sul nostro computer una procedura che non abbiamo ben compreso, dal suo programma originale, sperando poi che produca gli stessi effetti.
Un esempio caratteristico è quello di Flint, nel Michigan. La chiusura improvvisa delle fabbriche della General Motors, vide la città natale di Michael Moore perdere 25.000 abitanti e ridursi in miseria, con la popolazione praticamente dimezzata, tra il 1960 e il 2010. Si trattava ovviamente di una specie di distillazione: la crisi fece sì che lo spirito (cioè il talento) evaporasse e decollasse verso luoghi più prosperi, mentre i problemi e la povertà restarono concentrati nella città un tempo benedetta dal suo “padrino” industriale. La benedizione diventò “bacio della morte” perché, nella fase di prosperità, i suoi funzionari eletti non pensarono o non videro le tendenze di base della globalizzazione, comunque evidenti.
A questo punto, citiamo anche il “Six Flags AutoWorld”. Questo grande parco a tema doveva essere "la rinascita della grande città di Flint", secondo il governatore del Michigan, James J. Blanchard, e fu inaugurato nel 1984. Un anno e 80 milioni di Dollari dopo il parco fu chiuso, ed infine fu demolito, nel 19979.
Anche se è paradossale, la dipendenza dal debito è sincrona ai problemi finanziari e, forse, corrisponde inconsciamente con l'istinto del giocatore a "rifarsi"9. Cosa più grave, tuttavia, è l'allucinazione collettiva che tollera il fenomeno del Cargo Cult, ma anche l’assoluta mancanza di un contropotere a questo pensiero, che è diventato unico, persino magico. Il Cargo Cult fa sempre peggiorare la situazione.
La ragione è semplice e diabolica: i sacerdoti del Cargo Cult si spendono per acquisire strutture simili a quelle che hanno visto altrove, nella speranza di attirare fortuna alla loro tribù. Purtroppo, ed allo stesso tempo, gli "spiriti" rimasti con la tribù, o fuggono o restano in silenzio davanti alla pressione della folla, che è in attesa di un miracolo. L'élite, totalmente ignara dei complessi processi culturali, che non capisce, si nasconde dietro ad un risultato apparente, acquisendo l’imitazione di una radio o di un aeroporto, sprecando inutilmente le sue ultime risorse. Sarebbe ingiusto pensare che questo fenomeno riguardi solo i popoli arretrati. Nel 1974, Richard Feynman ha denunciato il fenomeno del Cargo Cult, durante il suo discorso inaugurale al Caltech10.
Di fronte alla spinta della popolazione, le autorità locali organizzano ordini del giorno e seminari, per cercare di capire i motivi del loro handicap rispetto agli altri, in genere derivante da un elenco di affermazioni precedute da "E' necessario": per la ricerca, per i giovani, per i dirigenti, per la comunità omosessuale, per una pista di pattinaggio, per una piscina, per il TAV, per un festival, per una costosa squadra sportiva, per una palestra... Tutto questo può essere vero, ma nella realtà, equivale agli effetti confusi con i passi necessari per ottenerli.
Siccome nessuno capisce i processi culturali che hanno portato una comunità al successo, è facile credere che bere il caffè come George Clooney porti al suo stesso successo. Niente di nuovo in tutto questo: la pubblicità ed il suo bilancio annuale di 700 miliardi in tutto il mondo, si son presi cura fin dall'inizio della società dei consumi.
Strade che portano a centri di distribuzione o a parchi industriali che non sono mai stati costruiti, uffici vuoti, duplicazione di infrastrutture (piscine, parchi high-tech, vivai...) a pochi metri l'una dall'altra; il Cargo Cult è stato per noi molto costoso: “bisogna che ciò si veda, anche se non serve a niente”. Purtroppo, l'azione reale per creare processi culturali e sociali non è generalmente vista come parte di un nuovo bellissimo edificio. Il processo segue tre tappe di andata ed una di ritorno: la crisi, la fuga (o il rifiuto del razionale) ed infine il rituale di brainstorming. E poi il Cargo Cult e gli investimenti, che portano infine ad un aggravamento della crisi.
In realtà, i “gruppi di brainstorming” funzionano molto meglio se devono solo etichettare un sistema culturale preesistente. Quando essi sono creati, in situazioni di emergenza, idroponicamente, attraverso il rituale della volontà di riprodurre, i loro effetti alimentano speranze, non strategie. Il Cargo Cult è un modo, per gli Enti Locali presi in senso lato, per non porsi la vera domanda, che è: può ognuno di loro, esattamente allo stesso modo, accedere allo stesso destino, nella società della conoscenza?
2012: gli Indiani in fuga dall'America?
Il Mondo Occidentale è, contrariamente alle idee ricevute, una società il cui motore è la disuguaglianza. Il concorso di bellezza per la "migliore" popolazione era la rabbia, e si è risolto, nel corso del 20° secolo, a favore degli Stati Uniti. Una delle ragioni principali per la strana resilienza del Dollaro, e per la curiosa debolezza dell'Euro, è stata la scommessa irrazionale sulla grande attrattività del know-how degli Stati Uniti. Dalla creazione del G20, ci sono almeno quattro “New kids in town (canzone degli Eagles, ndt)", i BRIC. Se uno degli indizi di una spirale di tipo Cargo Cult è la fuga dei cervelli, allora, anche se non è ancora a pieno regime, l'Occidente ed in particolare gli Stati Uniti corrono il serio rischio di perdere una parte della propria élite asiatica. La proliferazione degli studi, in particolare delle istituzioni accademiche indiane, sta rivelando quanto questo fatto sia d’attualità.
Se molti specialisti di computers degli Stati Uniti sono indiani, che a volte non si trovano a proprio agio11, ed infatti un numero crescente di essi è ora desideroso di tornare12“Survey of Indian Computer Professionals/Students in USA about Taking up Employment in India”, P. Jalote, Indraprastha Institute of Information Technology13 in un’India democratica, ora in procinto di risolvere i suoi problemi di corruzione, le prime due fasi di questo processo sono già state avviate. Resta la tappa rituale del brainstorming, con l'obiettivo di studiare le condizioni svizzere, cinesi o di altri casi di successo, perché le più illogiche idee di spesa possano essere lanciate.
2012: il Cargo Cult si estende agli Stati
Le campagne elettorali del 2012 saranno rivelatrici. Se ci saranno ancora alcuni spiriti a dire che la creazione, costosa ed inquietante, di azioni volte a ripristinare quei processi culturali che portano alla creazione di ricchezza tangibile, cioè vendibile agli altri, allora l'Occidente avrà vissuto uno dei suoi ennesimi rimbalzi di civiltà. Se osserviamo gli investimenti, irragionevoli da un punto di vista termodinamico, in infrastrutture energetiche decorative, ma inefficaci, o addirittura in falsi progetti destinati a rafforzare la perduta attrattività, sarà allora necessario bere il succo amaro della crisi fino alla feccia.
Così, la tentazione della Francia di copiare le misure tedesche di successo, senza che i suoi leaders ne abbiano realmente compresa la ragione, sperando però nelle stesse prestazioni, può essere considerata un’espressione del Cargo Cult. Nella realtà, significa ignorare i processi culturali al lavoro da decenni in Germania, che hanno portato alla comune cultura della negoziazione, ed a sindacati rappresentativi.
In una crisi, è sempre necessario dimostrare l'utilità delle proprie azioni, non il contenuto pubblicitario che esse avrebbero potuto avere. Nel 2012 sarà certamente necessario, nei paesi in cui si svolgeranno le elezioni, porre la questione del perché degli investimenti. I candidati che propongono gadgets allettanti, ma costosi, dovrebbero essere interrogati dai giornalisti riguardo le loro analisi.
L’ultima notizie da Flint, nel Novembre del 2011, era che il governatore aveva confermato lo stato di emergenza per le finanze della città14. Contrariamente a quanto vorrebbero far credere i sacerdoti del Cargo Cult, la danza della pioggia non funziona, il che dovrebbe dar loro qualche pensiero.
- 1. "In Francia 5.500 Enti locali sono affetti dai prestiti tossici", 21.09.11, Le Monde/AFP.
- 2. Rapporto C Bartolone, JP Georges, 06.12.11, Assemblée Nationale.
- 3. "Le autorità locali hanno ridotto i loro investimenti", Cyrille Lachèvre, 22.11.10, Le Figaro Economie
- 4. Comunicato stampa di Dexia, 31.01.08.
- 5. "Le autorità locali sono drogate dalla spesa", Jean-Thomas Lesueur, 15.10.11, Le Figaro Economie.
- 6. "Investimenti degli Enti Locali", 11.06.09, i p.66.1, Camera dei Comuni
- 7. "Les collectivités locales et la crise financière", T. Paulais, 12,09, Cities Alliance
- 8. Cargo Cult: http://it.wikipedia.org/wiki/Culto_del_cargo
- 9. a. b. "Flop Autoworld", D.V. Graham, Flint Journal
- 10. "Cargo Cult Science", RP Feynman, 1974, Ingegneria e Scienze
- 11. "Vague de morts violentes chez les informaticiens indiens aux Etats-Unis", 23.02.09, 01Net
- 12. "Le retour des “informaticiens indiens". Perspectives migratoires sur le secteur indien des TIC ", Varrel A., 2009, refDoc
- 13. “Indian Graduates in U.S. are Ready to Return to India”, J.Chadwick, 07.03.07, Rutgers
- 14. “Governor Confirms Flint Financial Emergency”, 29.11.11, Michigan.gov
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