Di solito fronte alle tragedie, se non agli incubi, reali s'intende, fronte a una terribile verità le cui conseguenze appaiono ineludibili e, il terrore di non saperle affrontare, da palpabile si fa via via esponenzialmente concreto, esplode una domanda di rito, talmente vera anche se non potrebbe avere risposta, talmente vera da non poter essere messa in discussione neanche tra chi la pensa diversamente in merito; in merito a un evento o a una serie di eventi o a un fenomeno o a una serie di fenomeni.
Una domanda che può riguardare anche le più modeste vicende familiari, sino ad arrivare a un omicidio o una guerra ma che, soprattutto, come la si sta intendendo noi, in qualche modo o direttamente, ne siamo profondamente invischiati.
Questa domanda la si "vede" e la si sente spesso nei film, nel loro momento topico: il marito cede e ammette le corna fatte alla moglie e, a lite esplosa, ora guarda davanti a sé i figli che ama, la moglie che ama - e lui sa che quella famiglia ora è distrutta, perché troppe saranno le implicazioni di quel tradimento - allora si prenderà la testa tra le mani e, sinceramente afflitto e pentito, dal più profondo dell'anima, si chiederà ... lo diciamo tra un po' cosa si chiederà ...
... può concernere un dramma familiare, ma la domanda se la potrà fare pure un Generale, nel momento in cui dà ordine a che si sganci una bomba s'una città inerme, e magari in un attimo, in quell'attimo, la presa di coscienza lo rende lucido e allora si chiederà ...
... si chiederà anche il generale, quello che si chiederà quel marito: o quell'altro uomo ancora, che, ripresosi dalla rabbia, si vede un coltello tra le mani pieno di sangue e vede suo fratello giacere esanime sull'asfalto ... e anche lui si prenderà la testa tra le mani e, sapendo quanto amore lo ha sempre circondato e lui aveva ricambiato, quale reputazione mirabile avesse, si chiederà quello che si chiederà il Generale e il marito fedigrafo ...
... se lo chiederà quella donna che, dopo minuti e minuti, in uno stato quasi ipnotico, si rende conto solo adesso del piccolo neonato, già da mezzora che gira dentro la lavatrice; e pure per lei, in quell'attimo, le scorre davanti tutta la vita - sa che era amata, sa dei momenti così felici che erano così semplici e non ha voluto apprezzare, sa che aveva avuto quello che sognava - ... eppure, eppure in pochi mesi che sono diventati attimi, qualcosa l'ha portata sino a precipitare in quella tragedia, adesso è lì, davanti a quella lavatrice, davanti a conseguenze che le appariranno ineludibili giacché saranno ineludibili; e il terrore che l'attende per affrantorle, sarà un terrore puro: il sapore di una incotrovertibile verità, quella che non ha passato, presente e futuro e tutto invade, anima e cuore ...
... e ciò che la donna dirà prendendosi la testa tra le mani, così come lo sentiamo nei film, sarà «Come sono potuta arrivare a questo, come!» ... ecco cosa hanno detto tutti in quel momento. Perché quando la coscienza e non la morale; quando la coscienza e non la paura; quando la coscienza e non la Legge; quando la coscienza e non i peccati ... ci mette fronte a ciò che abbiamo sempre saputo essere una responsabilità che va oltre l'errore, va oltre un gesto di rabbia, va oltre il bene e il male precostituito ...
... allora sai che guardavi nell'incubo e hai fatto sempre finta di non sapere che l'incubo avrebbe guardato dentro tutti noi.
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