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“So come vivere... non so come morire”

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di Bill Bonner1

 

TIVOLI, New York – "Non l'ho mai fatto prima..."

La donna sul letto era quasi uno scheletro. La carne era già sparita. Ciò che restava era un sacco vuoto vecchio di 86 anni – striminzito, piegato, esaurito.

"So come vivere," ha detto. "Non so come morire. Non so cosa dovrei pensare o che cosa dovrei fare."

"Non si preoccupi", abbiamo avvertito. "Arriverà in modo naturale. Le serve qualcosa?"

"Qualcosa? Non ho bisogno di nulla. Assolutamente niente. Sto morendo e ho tutto quello di cui ho bisogno."

"Che ne dice di un po' di farmaci anti-dolorifici?"

"No. Questa è un'esperienza che farò solo una volta. Non voglio essere strafatta. Non voglio perdere nulla. "

Le persone che stanno morendo hanno una sorta di status a metà tra il premio Nobel e il criminale. Siamo riluttanti a contraddirle.

Ricordiamo una scena della nostra infanzia: andammo a visitare uno zio morente, Edward. Come tutti i nostri parenti era un coltivatore di tabacco. Ma ora la pianta che aveva curato per tutta la vita lo stava uccidendo: aveva un cancro ai polmoni.

Erano arrivati anche altri parenti per dirgli addio. L'umore era cupo, buio... tranquillo. Ma all'inizio la conversazione si fermò sulle condizioni climatiche e del suolo.

"Non pianteranno tabacco dove sto andando," disse lo zio Edward.

Il gruppo rimase in silenzio. Alcuni guardavano il pavimento. Alcuni andavano verso la cucina. Ma Agnes, una cugina, controbattè alla sua affermazione.

"Come fai a sapere dove stai andando o cosa farai lì?"

Questo animò e incoraggiò la confrérie dei produttori di tabacco.

"Per quanto ne sappiamo è possibile che stiano già raccogliendo le piante," disse uno guardando fuori dalla finestra per vedere se avesse smesso di piovere.

Il dodicenne nel gruppo – il vostro scrittore – ammirava sua cugina Agnes. Ella riusciva a vedere la verità e ad esporla.

Nessuno di noi sapeva che cosa sarebbe successo dopo la morte. Perché non una coltivazione di tabacco?

Cercammo d'immaginare il Paradiso con campi di tabacco.

Era così poco plausibile che avemmo qualche difficoltà, ma continuammo. Filari di piante verdi curate da generazioni di contadini deceduti.

Probabilmente il sole in Paradiso non doveva essere così caldo, concludemmo, perché non c'era nulla di divino in un sole estivo cocente quando si sarebbe tagliato il tabacco.

I contadini fantasma devono zappare ogni solco... rimuovere il fiore e forzare la crescita delle foglie, proprio come fecevamo noi nei campi del Maryland.

Alla fine della giornata, inzuppati di sudore e stanchi, devono salire sui loro camioncini – un piede sul predellino, un gomito sul ginocchio sollevato, con una sigaretta nella mano destra.

Anche le altre professioni devono avere i loro spazi...

I coltivatori di grano hanno bisogno di campi più ampi. Anche i calzolai potrebbero svolgere il loro mestiere.

Perchè no?

Il Paradiso – incommensurabilmente grande – potrebbe avere un posto per tutti. Anche i banchieri e gli avvocati potrebbero trovare un posto.

Per un momento immaginammo come sarebbe stato, con i meccanici a stringere i loro bulloni e i casari a mungere le mucche.

Ma se in Paradiso tutti facessero quello che facevano sulla Terra, quale sarebbe il punto?

La mente giovanile andò in stallo... come accadrebbe ad una adulta.

Mezzo secolo più tardi, è ancora ferma dov'era allora – come un trattore abbandonato sul bordo di un campo, con gli alberi cresciuti tra le ruote. La ruggine ha coperto il cofano. I pneumatici, seccati dal sole, si sono afflosciati e rovinati. Non si è mossa di un millimetro... lasciando il mistero del Paradiso completamente inesplorato.

"Beh, non è ancora morta," abbiamo risposto. "Che ne dice di un po' di succo di mela?"

Il rantolo finale è iniziato due giorni dopo. Mentre scriviamo, è ancora in corso. Sono stati posti gli addii. Sono state offerte le preghiere. Sono state contattate le onoranze funebri. La chiesa è stata avvertita. I ricordi sono stati condivisi.

Verso la fine non c'era nessuno lì con cui condividere i ricordi. Sembrava che lo spirito avesse già lasciato il corpo prima che fossero recepiti tutti i messaggi.

La vita, come i mercati toro e le espansioni del credito, finisce sempre, prima o poi.

Le nuove tecnologie e le politiche monetarie offrono ritardi, speranze infondate e continuazioni illusorie – ma mai un perdono completo.

Saluti,

 

Traduzione per il Portico Dipinto a cura di Johnny Contanti.

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Ecco perchè.....

Ecco perchè non mi decido mai a staccare la spina da Internet.

Tra tanto pattume,tanti sapienti dal Verbo Rivelato in tasca,tra tanto rumore fine a se stesso,a volte capita.

Capita di leggere parole come queste,ti rendi subito conto che è inutile disquisire,commentare...

Ecco perche ti ringrazio Johnny,semplicemente,con la massima onestà di cui sono capace.

Ti giunga il mio abbraccio più sincero e grande. ( amogaia )

Non serve fotografare la vita.

Certi scatti li porti nel cuore;il cuore non cancella nulla.

amogaia