Skip to main content

informazione

Sub Limen, la tua vita è un inganno

Negli ultimi mesi mi sono dedicato alla stesura di un libro sulla propaganda nelle democrazie occidentali.

Chi mi conosce sa che negli anni scorsi ho avuto modo di scrivere vari articoli su questo argomento che ho studiato a lungo e da tempo avrei voluto riunire la summa di quanto ho appreso.

Non credo sia semplice parlare di propaganda perchè dall'esperienza che ho maturato con gli articoli mi sono reso conto che generalmente le persone tendono sempre ad allontanare l'idea di essere manipolati o che i loro pensieri e le loro opinioni possano essere suggerite da attori invisibili. Sia che si parli con persone già abbastanza navigate e consapevoli, che con persone magari non attente o informate su certi temi, il risultato è sempre lo stesso: tutti si sentono: non influenzabili e non manipolabili, anzi, sono tutti convinti che le cose descritte siano efficaci soltanto per le menti deboli; considerazione che esclude automaticamente chi la enuncia.

Mi sono reso conto che risulta molto difficile se non impossibile analizzare e comprendere la propaganda quando riferita al contesto culturale in cui siamo immersi mentre risulta molto più semplice comprenderla quando ci si riferisce a un contesto culturale o sociale distante dal nostro. Gli intellettuali in quanto tali si sentono assolutamente immuni e sufficientemente preparati, dimenticando che sono soggetti alla manipolazione allo stesso modo di tutti gli altri. La domanda che mi sono posto di conseguenza è stata:

"c'è un modo per far comprendere che nessuno di noi è immune da queste operazioni? Per instillare se non altro il seme del dubbio che permetta di guardare a sè stessi e alle proprie convinzioni con un maggiore senso critico e disponibilità nell'accettare eventualmente di non essere un qualcosa che si trova al di fuori di tutto questo?"

Condividi contenuti