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Esperienze

Gli sconosciuti

Domani avvenne

Ho due amici (e non l'amico dello zio di mio cugino), dicevo; ho due amici, giovani, intraprendenti, dinamici, che stanno cercando di coniugare cosa significa essere "eremiti" con una vita "selvaggia" (le virgolette sono ben pesate) nei rifugi montani e non solo. Si nutrono con poco e sperimentando l'economia mensile con pochissimi euro e rifornimenti iper-mega-oculati; e fanno in modo di rendere un servizio realmente civile. Loro e i loro due cani. Vivono per i rifugi. Cercando di resistere sin vicino le stagioni più rigide; s'inseriscono nella natura cercando di viverla al meglio. Praticano meditazione e arti marziali. Sono ragazzo e ragazza (morosi). Si propongono per i Comuni della zona montana, e di verificare che le strutture non vengano maltrattate (riportando varie ed eventuali: - negligenze [alle istituzioni e uffici deputati s'intende]; così come i disservizi non meno di quanto ciò che risulta efficiente, ci mancherebbe). Fanno brevi riprese video-amatoriali per rendere conto "giornalisticamente" del loro impegno attraverso i Social.

 
Vi dico come li ho conosciuti, magari qualcuno può esserne incuriosito.
 

FEUN (Föhn)

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Il feun impazza in Val Padana.  Sull'aereo il pilota inglese ci riferisce i dati che l'aereonautica militare italoamericana gli ha appena fornito: il tempo è di molto migliore che in Inghilterra ma la temperatura più rigida, attorno ai sei gradi centigradi.  Quando la hostess apre la porta dell'aereo tutti  i passeggeri chiudono i giacconi e indossano i loro berretti. Appena scesi dalla scaletta tutti quanti vengono colpiti dalla verita' innegabile: ci sono più di venti gradi di temperatura, cosicchè tutti cominciano concitatamente a spogliarsi di gran fretta, tutti tranne una manciata di passeggeri, dall'aspetto italiano.  Non che esista un aspetto italiano standardizzato, ma alcune indicazioni sono chiarissime, dagli indumenti bizzarramente ricercati ai baffettini e pizzetti al laser.

Cose che cambiano la vita

Girava uno scherzetto tempo fa, una di quelle cose che servono a fare i burloni e che non hanno la pretesa di far ridere. Lo scherzetto prevede che tu, mettendo il dito indice davanti a colui che vuoi canzonare, proprio davanti al suo naso, affermi semplicemente: - dimmi cosa vedi. La cosa è talmente ridicola nella sua pretesa che per farti contento tutti staranno al gioco e diranno: - un dito. A quel punto guardi la vittima, guardi gli altri amici lì vicino e con aria superiore, alla "James Bond", concludi: - Allora mi sono nascosto bene!

Un casco, un trattore e l'ordine di non ballare. Tre storielle di passaggio.

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Preso dallo sconforto generale di una realtà che sempre meno posso digerire e senza che essa nemmeno si prenda la briga di digerirmi, mi viene naturale svicolare verso temi particolari; meno grandi, meno importanti (almeno all'apparenza) sì da considerare le cose più vicine, quelle meno teoriche, meno astruse e che ogni tanto mi (ci?) toccano.

La riflessione è nata tra prati verdi e trattori rossi, grazie a una scampagnata fatta insieme ai miei questa primavera. Passando una giornata lieta ho potuto riscoprire il cosiddetto sapore di una genuinità tanto pregna di significato, quanto oggi sfuggente e quindi, mosso dal principio che le cose belle non bisogna perdere occasione di condividerle, sono a scriverne. Anche se, inevitabilmente, con la stessa forza vengono a dirmi cosa avrebbe bisogno di una revisione. 

Il mondo dei più

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Si discute sempre più in questi giorni della Rete in Rete e si crea una falsa consapevolezza tra gli utenti, come se gli stessi utenti fossero in rappresentanza del mondo lì fuori, come se le deduzioni e le riflessioni per quanto precise, per quanto valide, possano riguardare i più. Poi c'è qualcosa che si nomina tanto, spesso e volentieri e, come tutte le cose che vengono date per scontate, appunto perché risapute, si sfugge alla sua verità profonda. Parliamo del popolino. Parliamo di una maledizione che dà la misura perpetua all'umana condizione. Non se ne discute adeguatamente quando servirebbe, se non per usare il suo significato stereotipato come qualcosa da contrapporre a qualcos'altro, qualcosa che sì, ok, esiste, però i fatti "dicono così e dicono colà"; tante teorie lo abbraciano, lo sfiorano, lo considerano malamente o non lo considerano; conti, elucubrazioni, intellettualismi, politiche senza fine che fanno sempre i conti senza l'oste: il popolino: - pateticamene ignorante, mollemente insensibile, morbosomante omologato, meramente immeritevole, intellettualmente scadente, scandalosamente infantile; dalla memoria a brevissimo termine, parcellizzatore, inconsciamente nocivo e, finché non è il suo culo ad essere bruciato, ipocritamente accomodato in mille vie di fuga dalle sue responsabilità sotto ogni nome e delega.

You plonker! Ovvero: piccole menti di provinciali nella grande Londra.

Qualche giorno fa ho avuto la (s)ventura di leggere un articolo che mi ha fatto alterare. Dovete sapere che ci sono due cose che fanno diventare un emigrato (o immigrato, dipende dal punto di vista, come diceva Pippo riguardo alle salite) italiano una bestia assetata di sangue ed in genere una di queste e' la mentalita' provinciale degli italiani in Italia, seguita solo da quella provinciale degli italiani fuori dall'Italia.

Ho una confessione da fare: soffro di una lieve forma di masochismo. Un masochismo a volte non leggero che mi porta anche a leggere articoli di giornalisti italiani.

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