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I VERI MOTIVI PER I QUALI SI PAGANO LE TASSE

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Purtroppo ho ritenuto necessario scrivere una lista di motivi VERI per i quali si pagano le tasse (oltre al fatto che se non le si paga si è depredati, rapiti e magari uccisi dallo Stato) perchè semplici fatti sono stati occultati così bene nei recessi estremi delle menti del bestiame umano che la semplice verità e' divenuta proverbialmente rivoluzionaria.  Ecco il mio elenco:

1. Per essere obbligati ad usare come moneta (perchè lo Stato impone il pagamento delle tasse nella moneta che esso approva, ed in nessun altro modo) moneta falsa, in genere (se va bene) in forma pezzi di carta emessi dalla Banca Centrale, ovvero gli strozzini di fiducia dello Stato.

2. Per finanziare imprese amiche e far fallire imprese non amiche (con scuse varie, tipo questo vi fa bene, l'altro no, questo è per salvare Gaia, l'altro è Satana) ed imporre stili di vita che fanno comodo allo Stato tassando certe merci o servizi più di altri, con la scusa di farlo per il bene dei sudditi.

3. Per finanziare guerre contro i competitori degli amici dello Stato e gli Stati dei quali fanno parte, o per depredare altre nazioni delle loro materie prime.

4. Per "redistribuire" i proventi da lavoro verso le categorie che si pensa possano appoggiare i Governi e per procurarsi una plebe che obbedisca in quanto legata all'elemosina statale, come chi, per esempio, riceva un lavoro pubblico, sussidi o casa popolare e non voglia perderli: in pratica rubare i soldi a chi lavora per passarli agli amici, ai clientes ed all'apparato statale.  Fino al punto di finanziare immigrati irregolari per abbattere il costo del lavoro e favorire industrie amiche.

5. Fare opere pubbliche che fanno comodo agli amici, come strade in assenza di automobili (e se no Ford, come faceva a diventare Ford?); viene spacciato per "Progresso" anche se la maggior parte della gente non ha certo bisogno, in nessun senso, di trafori inutili e ponti sullo stretto da zone depresse verso zone depresse.  E' la cosa piu' difficile da far capire agli indottrinati, che i lavori pubblici sono fatti contro di loro, non per il loro vantaggio.

6. Finanziare la guerra contro la popolazione nei confini statali finanziando il proprio esercito privato, chiamato Sistema Giudiziario, con il quale si tiene a bada il volgo e si favoriscono gli amici. E' conosciuta anche come esclusiva della violenza sul proprio territorio: le guerre piacciono di piu' quando il nemico e' disarmato.

7. Finanziare la Propaganda di Stato, cosicchè si pensi che le tasse servano a dare "I Servizi" alla popolazione: un pò  come quelli che pensano che dare soldi ai preti li faccia poi andare in paradiso, dopo essersi fatto lavare il cervello al Catechismo.

8. DIBATTITO APERTO.

PS

Ho cercato una immagine in italiano per la locandina a questo articoletto e mi sono convinto ancora di più che tutto questo DEVE essere scritto in Italiano, perchè non sono riuscito a trovarne una che non fosse in Inglese.  Questo la dice lunga sul grado di addomesticamento del bestiame umano nel paese di Pappagone.

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Lo stato

Ritratto di Punto

L'elenco contiere ragioni in parte vere, ma è comunque complessivamente sviluppato secondo una chiave di lettura di Stato = oppressore. Sebbene anche volendo proseguire su questa chiave di lettura avrei da oppugnare su alcuni punti.

Esempio: 

5. Fare opere pubbliche che fanno comodo agli amici, come strade in assenza di automobili (e se no Ford, come faceva a diventare Ford?); viene spacciato per "Progresso" anche se la maggior parte della gente non ha certo bisogno, in nessun senso, di trafori inutili e ponti sullo stretto da zone depresse verso zone depresse.

Voglio continuare con l'esempio delle strade, ma potrei spostarmi anche su altre opere, queste sono generalmente pubbliche, perchè spesso hanno una doppia connotazione. 1. la caratteristica di necessitare di enormi risorse, sia in termini di forza lavoro, che di materie prime, che poi è possibile in questa società sintetizzare con "tanto denaro". 2. Portare ad un ritorno dell'investimento sul lungo tempo, tampo per il quale l'iniziativa dei singoli non è disposta ad investire. 

Fatta questa premessa sulla caratteristica di queste opere, ma che possiamo riscontrare anche in alcuni campi di ricerca ad esempio, ridurre l'utilità di una strada alla necessità di foraggiare le mafie o a far sviluppare il business di Ford è molto pretestuoso e ribalta il piano della realtà. Le strade, che siano nei cieli, su terra, su mare, digitali, sono il modo per mettere in contatto le genti, gli individui, i popoli, e la possibilità di incontrarsi è una grossa ricchezza, il maggior motore per una crescita solo in ultimo economica, ma prima di tutto umana. Che le mafie si inseriscano poi dove c'è il denaro è un fatto incidentale, che Ford che ha appena inventato un modo per produrre in masse le auto ha necessità di una rete e spinga i politici a crearla questa rete è un altro fatto che non può demonizzare poi la strada in se, ma se mai la miopia di uno stato o di un organizzazione sociale che si muove quando è sollecitata dai suoi componenti di "serie A" e non secondo logiche collettive.

Evito poi di fare una contro analisi di ogni punto perchè non sarebbe necessario in quanto ritengo di maggior rilievo chiarire sull'animo di questa discussione, ovvero sul ruolo dello Stato.

La forma Stato che piaccia o meno è una forma di organizzazione colletteva di individui ed il vivere in maniera sociale, non è una costrizione artifizia, ma l'uomo ha in se questa caratteristica, non siamo assolutamente una specie solitaria. La cooperazione ci porta tanti vantaggi e al contempo è altrettanto evidente che pone degli obblighi indipendentemente dal fatto che siano scritti, espliciti o impliciti, ad esempio se io voglio sollecitare o avere una scambio in questo luogo con gli altri utenti è un obbligo che io rispetta l'opinione altrui, se usassi un linguaggio irrispettoso, verrei isolato e non potrei avere uno scambio, quindi questo è un obbligo se voglio un confronto, indipendentemente che ci sia o meno una regola ad impormelo, è un fatto di causa => effetto.

Organizzare una convivenza con un numero così elevato di individui non è un compito agevole, anche per un sistema complesso, è quindi altrettanto complicato comprenderne le dimaniche di funzionamento, come una regola o un agire si riperquote poi su tutti i consociati, e questo porta a far si che molti hanno poi un ruolo passivo nel sistema e non hanno ne le competenze ne le capacità di poter ben capire le dinamiche e far valere le proprie proposte e ragioni, e per quanto una società può in qualche modo appianare quelle che sembrano essere le banali leggi del più forte, penalizzando l'io e dare una forza di gruppo per appianare queste differenze, è altrettanto ovvio che almeno in questo sistema ci sono delle diverse dinamiche di forze che riescono a influire sugli orientamenti sociali e sulle forze sociali.

In buona sintesi, prima di discutere di uno strumento quale le tasse, sarebbe più opportuno in ogni caso chiarirsi sullo Stato e sulla società, e sul loro funzionamento, e quali sono i pro e i contro. 

...sarebbe più opportuno in

Ritratto di Music-Band

...sarebbe più opportuno in ogni caso chiarirsi sullo Stato e sulla società, e sul loro funzionamento, e quali sono i pro e i contro.

Mi pare sia sotto gli occhi di tutti... Ma magari mi sbaglio.

ti sbagli

Ritratto di Punto

Mi pare sia sotto gli occhi di tutti... Ma magari mi sbaglio.

Ti sbagli perchè io non intendevo cosa fanno le strutture socuali odierne e soprattutto come sono gestite e contollate. Io dico che è opportuno invece interrogarsi seriamente, senza i paraocchi, o il coinvolgimento emotivo, su quello che è la il vivere a contatto ravvicinato e il dover condividere gioco forza questa casa che è la terra. Prima di sparare soluzioni e giudizi, è opportuno riflettere su questo aspetto. Di quali sono le conseguenze di questa condivisione, una riflessione sulla socialità dell'uomo e quindi poi in che modo adoperare questa convivenza. 

Se invece dobbiamo sempre e solo fare i rivoluzionari di sistema, individuando e sparando sempre sul come chi ha preso le fila della società esercita il controllo... saremo sepre fermi alle solite battaglie millenarie contro i mulini a vento. Tutto cambierà per non camiare mai nulla, anzi cambia ma stringendo sempre di più il cappio. Perchè quando si dice sempre e solo un no, ma non si ha poi un'alternativa valida e che sia funzionale, allora al più si farà una delle tante rivoluzioni ad orologgeria, che sono persino istigate da chi detiene il potere per dare l'impressione del cambiamento e per poterci poi infilare nuovi strumenti di controllo.

Troppo spesso demonizziamo sempre gli stumenti, senza in realtà guardare le cose per quelle che sono, che gli strumenti non hanno un senso proprio, ma che questo dipende da come vengono unsati. E questo è vero anche per le forme di regolamentezione sociale. La libertà in senso ampio e assoluto non esiste, non esiste per natura stessa dell'universo che è regolato (e quindi non è libero per definizione) da leggi, fisiche e logiche di nesso causa effetto. Quindi la vera ricerca non è sulla libertà, ma invece le regole devono essere modellate per seguire quello che è il corso naturale dell'universo, ovvero equilibrio che da un lato crea stabilità e fermezza ma al contempo va ricercato il movimento e il cambiamento, perchè la vita stessa è la massima espressione, nonchè impossibile, senza il cambiamento. Quindi questo deve essere il percorso e il modello di regole da seguire, equilibrio e cambiamento, perchè questa combinazione permette di esprimersi al meglio, di fare esperienze e di evolversi di muoversi, in "libertà" in tutto il solco che le regole universali ci offrono. 

 

Natura - appunto

Ritratto di Calvero

Punto ha scritto:

 La libertà in senso ampio e assoluto non esiste, non esiste per natura stessa dell'universo che è regolato (e quindi non è libero per definizione) da leggi, fisiche e logiche di nesso causa effetto. Quindi la vera ricerca non è sulla libertà, ma invece le regole devono essere modellate per seguire quello che è il corso naturale dell'universo,

 

Ciao Punto, ti muovo un'obiezione - dando ragione alla tua considerazione, ma non alle deduzioni che da essa hai fatto discendere.

Appunto: l'universo è regolato nella sua stessa natura, quindi (come affermi) non è libero per definizione. Così l'uomo ha una sua natura: e non è questa in cui siamo imprigionati. Né più, né meno.

L'economia, questa economia, non riguarda la natura dell'uomo. 

Continuo quindi a combattere contro i mulini a vento, poiché il tempo del cambiamento è ancora di là da venire, e questo è il modo di combatterlo realmente, portando avanti il proprio NO - secondo le proprie possibilità e il proprio spirito.

 

 

Ridicolo

Ritratto di Pike Bishop

Non ho risposto subito, perche' volevo vedere se anche altri erano impazziti, per effetto delle Shie Khimikhe, magari, come sembra lo sia il nostro Punto.

Come faccio a dargli del pazzo?  Beh, gli do del pazzo perche' mi rifiuto di pensare che qualcuno iscritto qui sia completamente ignaro di tutta la Storia, dei fondamenti dell'Etologia, e di quelli dell'Antropologia, e non abbia mai avuto neanche un animale domestico, per dirla tutta ma sia vissuto di pane & propaganda statale nel suo sottoscala.  Meglio pensare ad un impazzimento repentino, per non essere cosi' scortesi da pensare che qualcuno abbia dormito per anni e si sia svegliato avendo come unico ricordo un sogno che somiglia tanto ad un incubo.  Perche' penso questo?  Riporto le esatte parole: 

La forma Stato che piaccia o meno è una forma di organizzazione colletteva di individui ed il vivere in maniera sociale, non è una costrizione artifizia, ma l'uomo ha in se questa caratteristica, non siamo assolutamente una specie solitaria. 

Chiunque scriva questo DEVE essere impazzito.

Lo Stato, storicamente, e' una entita' fittizia usata per descrivere un tipo di organizzazione che ha le sue origini nel secolo 18mo.  Gia' un secolo prima, pero', durante la Rivoluzione Puritana, ne si stendevano le basi di principio.  Ne deriva che lungi dall'essere una organizzazione collettiva non artificiale, e' oltretutto molto recente, in termini storici inventata ieri pomeriggio.  Non e' certo parte del corredo cromosomico, e per di piu', non c'e' traccia di altra specie che usi una struttura pur remotamente simile.

Ora, mi rifiuto di andare avanti a rispondere a qualcuno che ha avuto un episodio di esposizione a qualche fattore che gli ha perturbato la mente, e, come ho detto, questa ipotesi e' la piu' gentile che si possa ventilare nei confronti di qualcuno che spara simili idiozie.

Si, lo so, per convincere gli altri bisogna leccarli un po', stabilire un feeling e poi arrivare all'amplesso, ma io ormai alla mia eta' non ho piu' tempo per il corteggiamento: o ci stanno o vadano da un'altra parte.  Abbiamo gia' dato, e questi sono i risultati.

L'universo

Ritratto di Pike Bishop

Calvero, per quanto una scimmia che ha difficolta' ad avere a che fare con piu' di 3 variabili (tipo suonare l'organo da chiesa) possa comprendere, sembra piuttosto che l'Universo (qualsiasi cosa sia) sia un sistema chiuso in cui le varie parti agiscono in modo variabile a seconda della situazione in relazione a tutte le altre parti. Non esistono Leggi di Natura come non esiste un Legislatore, ma solo ricorrenze che dal nostro punto di vista potrebbero essere assimilate ad abitudini, ne piu' ne meno.  Parlare di Liberta' o di Regolamentazione a proposito della Natura e' come parlare della Verginita' della Madonna in un congresso di Appassionati di Star Trek in un dibattito in cui analizzano il sistema di propulsione dell'Enterprise.  Assurdo.

 

Confidenze

Ritratto di Calvero

Pike.

Mi prendi un po' alla sprovvista o, quantomeno, diciamo che ritenevo ancora più assurdo tentare una speculazione e/o spiegare la natura dell'universo, se mai si potesse sondarla esaustivamente; più semplicemente - allora - in un'equazione che vuole essere più elementare possibile, ciò che intendevo e intendo è che l'Universo non si prende per il culo - o anche, non prende per il culo. Non so, ma dall'universo non mi sento preso per il culo. Ecco la sua natura, per quel che mi riguarda.

Infondo ci siamo dentro. Ed esiste. Detto niente.

Ma che lo Stato - se vogliamo anche intenderlo come principio o solo come formula teorica, persino in un'astrazione utopica, non si riesca a vederlo per quello che è ... continua a risultarmi un mistero. Non capisco.

Se parliamo di «libertà» ...poi, allora ho maturato "idee" e significati ben lungi da quelli accademici e/o comunemente e popolarmente più e meno condivisi

Peccato, motivi bellissimi - andati a puttane

Confido nell'amore

 

Mi devo essere espresso male

Ritratto di Punto

Pike poichè ti ritengo una persona dotata di senso logico, non posso fare altro che pensare che sia stato io a esprimermi male.

Lo Stato, storicamente, e' una entita' fittizia

Certo lo Stato lo è, ma non lo è l'esigenza dell'uomo di vivere in società. E' un istito naturale, innegabile. Saremmo estinti da un pezzo altrimenti.

 non abbia mai avuto neanche un animale domestico, per dirla tutta ma sia vissuto di pane & propaganda statale nel suo sottoscala.

Voglio supporre che questa ti sia uscita fuori partendo da un preconcetto, ovvero quella della mia "presunta" difesa dello Stato (mi fa ridere tra le altre cose solo pensarla)

Ma sfrutto proprio la riflessione sull'animale domestico, ecco io sono un amante della natura e quindi degli animali, sono amico di un cane, che definisco domestico solo perchè non stà effettivamente in una residenza domestica, ma che non ho mai ritenuto mio (quindi non "ho" vervo avere, un cane) e trascorriamo la nostra vita in totale autonomia, per quello che è può esserlo un vivere comunque sociale (sebbene specie differenti) in quanto lui ha oggettivamente oggi la mia necessità per quanto concerne l'alimentazione e l'avere un posto "caldo e sicuro" e io ho la sua necessità di avere una compagnia non complicata, un rapporto molto semplice di amore.

Ma anche con gli animali si crea un insieme di regole, lui sa che non può fare certi suoi bisogni in ogni dove, che non può avvicinarsi come gli pare alle persone che entrano in casa, che non può dormire ovunque li pare (sul mio letto ad esempio) e io ad esempio so che per ricevere il suo amore devo rispettare i suoi tempi, è un cane bello grosso e quindi lasciargli i suoi spazi e cose così, certo compromessi molto più semplici rispetto ai rapporti umani.

Ma anche allo stato "selvaggio", chi ama gli animali sa che ci sono molte specie come gli stessi cani che vivono in società, in branchi ad esempio e vige un sistema ferreo di regole. 

Ora, mi rifiuto di andare avanti a rispondere a qualcuno che ha avuto un episodio di esposizione a qualche fattore che gli ha perturbato la mente, e, come ho detto, questa ipotesi e' la piu' gentile che si possa ventilare nei confronti di qualcuno che spara simili idiozie.

Il fatto è che quando poi si appellano gli altri bisogna esser sicuri di quel che si sostiene, altrimenti si finisce per far proprio la figura del bue che dice cornuto all'asino.
Ma questo non è il tuo caso, perchè evidentemente è solo colpa mia che ho dato modo d'intendere qualcosa che non era, e non la tua che non capito. Però è bene sempre averlo a mente prima di erigersi a giudicanti, magari meglio avere un minimo scampio di chiarimento più approfondito. E nulla centra con convincimenti (di cui grazie ne faccio a meno) o stabilire strani feeling partendo da leccate. Si tratta solo di accertarsi.

Calvero

Ritratto di Punto

Così l'uomo ha una sua natura: e non è questa in cui siamo imprigionati. Né più, né meno.

Ah si... sul fatto che la natura umana non è quella in cui siamo imprigionati sfondi una porta aperta.

Alienati e parcellizzati.

L'economia, questa economia, non riguarda la natura dell'uomo. 

Purtroppo mi occupo di economia... ogniuno ha la sua croce... dobbiamo pur sopravvivere. Lo so brutto ammissione di colpevolezza la mia, ma per avere una scambio trasparente bisogna essere trasparenti.

Detto ciò, alle volte quando si parla di economia, si ha come la percezione di parlare di un qualcosa di tipo mistico...

L'economia è qualcosa di molto banale, non è altro che lo studio di come poter soddisfare un bisogno, riuscendo nel contempo a soddisfore i bisogni di quell'insieme di soggetti che prestano il loro servizio per realizzare il bisogno per cui è chiesta la prestazione.

Che poi si è creato un sistema in cui ci sono uomini che hanno un potere sproporzionato è un altro paio di maniche. E su questo bisogna ragionare. Perchè poi sono costoro che modellano le regole della società e del diritto che impattano anche sull'economia al fine di mantenere e incrementare il potere.

Continuo quindi a combattere contro i mulini a vento, poiché il tempo del cambiamento è ancora di là da venire, e questo è il modo di combatterlo realmente, portando avanti il proprio NO - secondo le proprie possibilità e il proprio spirito.

Ben inteso non è il dire di NO la battaglia vana, ma occorre comprendere quale è il vero nemico. Che lo Stato (ovvero questo insieme di regole) sia stato modellato proprio in favore di quei soggetti che detengono il potere è un fatto evidente, ma il problema non sono le regole in senso astratto, il problema stà in questo insieme quì. Bisogna partire dal presupposto che l'uomo vive in stretta relazione con altri suoi simili e va trovato il modo da un lato per assicurare la massima libertà di espressione (non solo di parole) e dall'altra che questa massima libertà sia limitata e non sia sbilanciata in favore di alcuni individui a discapito di altri. Un patto sociale che sia implicito o esplicito è un fatto che non è possibile eliminare. E anzi l'anarchia non è altro che un illusione di assenza di regole, perchè in quel caso la regola implicita diviene il più forte fa quel cazzo che gli pare. Che è un pò quello che da diversi anni a questa parte i potenti vogliono in ambito economico, aumentare le liberalizzazioni e lasciare al così detto mercato la possibilità di regolarsi, e il risultato è sotto gli occhi di tutti, aumentano le disparità, perchè il potente ha sempre più strumenti e forza per sopraffare i più deboli.

La crisi che viviamo, non è di natura economica, ma è figlia della parcellizzazione e proprio quella propaganda di cui si parlava, si è perso di vista il fatto che siamo individui sociali e non solo social e che la società è la forma che ci permette di moltiplicare la nostra capacità di espressione e di difenderci e unire le nostre forze contro i pericoli esterni. Oggi siamo al paradosso di avere potenti mezzi di connessione ma abbiamo perso il significato di connetterci. 

La mia battaglia è volta proprio al recupero della capacità di connetterci, quindi di dare e di ricevere, di connetterci a tutto quello che ci circonda, perchè ritengo essere tutto un unica cosa, e abbiamo perso la capacità di riconoscerci veramente per quello che siamo. Non abbiamo più la percezione di noi stessi. E' come se una cellula del mio corpo si sente un entità a se stante, e non riuscisse più a percepirsi come parte di un unico insieme. 

omioddio

Ritratto di Buster Keaton

Punto ha scritto:

La forma Stato che piaccia o meno è una forma di organizzazione colletteva di individui ed il vivere in maniera sociale, non è una costrizione artifizia, ma l'uomo ha in se questa caratteristica, non siamo assolutamente una specie solitaria.

 

 
Sarebbe? Prima che venisse inventato in maniera artificiosa e con la violenza lo Stato, mi pare che l'uomo già vivesse in comunità. O è lo stato che ha inventato la collettività?
Mi sono perso qualcosa?
Semmai lo stato ha inventato le masse, mica le comunità.
I confini degli stati sono artificiali, sono stati fatti a tavolino e il motivo unico per cui sono stati ideati è per rapinare la gente del loro territorio, gente che viveva facendosi i cazzi suoi fino a prova contraria.
O forse quello che sta accadendo in Grecia e tra poco in Italia è solo un caso?
 

Maleducazione

Ritratto di Punto

Se prima ho risposto in maniera educata perchè vi può essere una mia defezione nel farmi capire, in questo caso vi è solo un intervento un po bislacco, ove non vi si è presa nemmeno la briga di leggere il tutto e i successivi commenti. Oltre ad evidenziare un plateale analfabetismo funzionale.

La frase è: "il vivere in maniera sociale, non è una costrizione artifizia, ma l'uomo ha in se questa caratteristica, non siamo assolutamente una specie solitaria.

Lo stato è una forma convenzionale, che soddisfa l'esigenza reale di vivere in società. 

Ergo:"Mi sono perso qualcosa?". Certo che si. Il senso della frase. Poi che i successivi concetti sono altrettanto semplicistici e retorici è un altro discorso, ma non è il caso di approfondire.

Statalismo

Ritratto di Buster Keaton

Lo stato è una forma convenzionale, ma non soddisfa l'esigenza reale di vivere in società, almeno non più di altre forme convenzionali, soprattutto quelle più antiche che hanno sempre funzionato meglio.