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Cosa è la tossicodipendenza e come la si dovrebbe eliminare: un parere controcorrente. Seconda Parte

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Il problema principale nell'analizzare il concetto di dipendenza dalle droghe è che il concetto stesso di Droga è quantomeno fumoso: nessuno sa cosa sia precisamente una Droga.  Non esiste un dizionario comune per questa parola.
 
In passato il significato della parola era chiaro: le droghe erano erbe e spezie, additivi alimentari atti ad insaporire o rendere appetibili ed igienici cibi ben poco variati, appetibili e igienici.  Si compravano in drogheria.  Alcune avevano uso medicinale e si compravano in farmacia, ma presto questa categoria venne identificata con parole diverse e le droghe erano quelle della drogheria.  
In una colonia europea in America, composta dagli stati ribelli all'Impero commerciale Britannico, però, i medicinali e le piante officinali continuarono ad essere chiamati Droghe, e lo sono ancora oggi (i coloniali, si sa, sono retrogradi). Il problema di tutte le colonie è, quando si siano affrancate legalmente dalla loro potenza egemone, di ristabilire la bilancia tra importazioni ed esportazioni, specie per quanto riguarda l'importazione di prodotti finiti, di gran lunga più redditizi di materie prime e prodotti agricoli monocoltura, che rendono parecchio meno, perché difficilmente ne si può abbattere il costo della mano d'opera ed introdurre macchinari che rendano la monocultura coloniale veramente economica per i produttori, e così facendo essere indipendenti anche in pratica.
Questa fu la vera causa scatenante della Guerra di Secessione nord-americana: Il Nord predicava l'autarchia provvisoria e lo sviluppo dell'industria meccanizzata, importando pratiche che stavano facendo dell'Europa il continente più importante e ricco del mondo, mentre il Sud, o meglio l'aristocrazia terriera del Sud, se la passava alquanto bene nella condizione di Colonia Britannica di fatto, se non in teoria.
 
Ma è una storia comune: tutte le Colonie, per un po', hanno teso il più possibile a forme di temporanea autarchia, che le rendesse autonome dalle importazioni di prodotti finiti, come si è visto di volta in volta in India (basti pensare a Gandhi, l'Autarchico per eccellenza che guido' l'India all'indipendenza: quando l'autarchia fu di ostacolo all'arricchimento della nuova rampante classe dirigente, si beccò un proiettile di pistola sparato dal solito, inevitabile, pazzo fanatico ed isolato), in Brasile e via dicendo.  Gli Stati Uniti, però sono stati storicamente gli unici che ce l'hanno fatta, ed alla grande, tanto da diventare la potenza egemone mondiale.
 
Quando il furore persecutorio delle frange lunatiche cristiane -che nelle ex-colonie inglesi ribelli ora denominati Stati Uniti d'America non sono frange, ma permeano tutta la società- arrivarono ad essere in posizione di potere, si tentò di bandire TUTTE le sostanze che non venissero prodotte, per la maggior parte, in quel paese sterminato (allora un nano produttivo che da buona colonia esportava materie prime ma importava tutto il resto) come pure tutte le produzioni che potessero essere alternative alle loro.  Quindi in molti stati non si pensò neanche minimamente alla possibilità di vietare una droga pericolosissima e letale come lo zucchero, ma venne ritenuta cosa buona e giusta vietare la birra, per la maggior parte importata dall'Inghilterra e dalla Germania, visto che quella locale stomacava pure i cavalli (anche se l'invenzione forzata della Steam Beer, non a caso durante il proibizionismo, ne elevò la qualità, ma restò fino a questi ultimi anni un segreto per pochi palati discernenti).
 
Vietando gli alcolici, si continuavano a produrre in casa le bevande destinate al mercato nero (tranne che molto vicino al confine canadese) ma le grandi birrerie che monopolizzavano il mercato mondiale perdevano quello statunitense. Come effetto il consumo di superalcolici aumentò in maniera vorticosa, perché più compatti da trasportare e più semplici da produrre usando qualsiasi materia prima nelle miscele. E così via per altri prodotti. Una volta che le ditte straniere fossero state del tutto messe fuori dal mercato, si poteva fermare il proibizionismo ed incoraggiare gli stessi produttori abusivi a diventare legali così da ritrovarsi con una sviluppata industria nazionale.  
 
Le cosiddette droghe di cui non si poteva assolutamente provare che provocassero dipendenza, che in un sistema basato sulla dipendenza da idee irrazionali, balzane, inspiegabili e ridicole -oltre che sul profitto dei pochi a danno dei molti- erano particolarmente pericolose per l'ordine sociale, divennero decisamente invise  alla classe dirigente e fu essenziale bandirle.  Per esempio l'estratto di canapa, usato da millenni da praticamente tutte le culture. La canapa in particolare era molto impopolare nel paese dei burini d'oltreoceano perché qualcuno, in Europa, aveva avuto l'ardire di inventare una macchina per cardare le fibre di canapa: la canapa, grazie alla nuova macchina era in grado di essere in competizione per prezzo col cotone - uno dei prodotti americani -  e con le nuove fibre derivate dal petrolio - anche esso allora un prodotto nazionale - , col quale i burini si arricchivano; senza contare che poteva fornire una qualità superiore di prodotti lavorati rispetto sia a cotone che sintetici.  Doveva essere proibita!
 
Quando dopo la Grande Guerra l'enorme paesucolo dei burini diventò la seconda potenza mondiale,  se non la prima, cominciò ad esportare il più possibile la sua cultura, ed a farla imporre dai Ras locali di tutto il resto del mondo.  Ad esempio, Benito Mussolini, primo ministro un po' megalomane di un paese agricolo e arretrato, tenuto forzatamente insieme con la repressione (che aveva già fatto emigrare praticamente la metà dei suoi cittadini dal giorno della sua costituzione come un paese unico), e  con ambizioni a diventare una potenza europea (ambizioni sgretolatesi negli anni successivi, anche se riuscì a diventare per un breve periodo una potenza industriale), accolse con entusiamo le direttive USA sulle Droghe e con lo stesso entusiamo con cui importava i western di Tom Mix  bandì e perseguì chiunque non si sottoponesse a regole del tutto inspiegabili che rendevano le droghe, da roba in vendita in drogheria, un concetto fumoso ed incomprensibile di sostanza proibita e diabolica.
 
E dire che l'Italietta era all'avanguardia nel pioneristico mondo dello studio delle droghe, notabilmente anche nella persona del suo farmacista più famoso, il milanese Carlo Erba, ed era anche il paese dove una delle distillerie più grandi produceva, fra gli altri, un tonico di potenza e effetti (benigni) eccezionali, la Coca Buton6. Naturalmente dal Fascismo in poi la Coca fa malissimo (nonostante sperimentatori italiani avessero assunto dosi che oggi farebbero accapponare la pelle - seguendo l'uso amazzonico-andino e non avessero riportato alcun effetto negativo, ma era roba buona, non idrolitina e anfetamine con tracce di cocaina), a meno che non sia venduta in bottigliette stile Liberty, di un paio di ditte di Atlanta, in Georgia le quali nascondono la formula dei loro miscugli e assicurano di usare, come surrogato, solo caffeina (il che non è una cosa tanto bella, per dirla tutta, visto che un cucchiaino di polvere pura di caffeina basta per mandare al creatore la maggior parte della gente) il che non spiega come Atlanta sia il principale mercato della cocaina legale1
 
La repressione non rese di certo più chiaro un concetto di cui nessuno capiva il significato.
Venne però plaudita da tutti i moralisti, ed i medici, soprattutto, di fronte a nuove possibilità commerciali, furono particolarmente grati alla religione più deteriore d'oltreoceano per questo regalo inaspettato.  Ci furono alcune resistenze di quei medici retrogradi che ancora insistevano a volere guarire pazienti veri usando tutte le possibilità che la natura dava loro, come pure insistevano sul giuramento ad Esculapio ed altri retaggi di una passato retrogrado.
Ma alla fine vinsero i modernisti al grido di:  Viva gli ammericani, che sò fforti.  Garantito da Benito, l'uomo che non deve chiedere mai, e che non usava il puzzante Arrogant solo perché ancora all'epoca non era prodotto, ma che era tanto accomodante con i potenti, specialmente quelli che arrivavano dagli USA.
 
Così ora dobbiamo vivere in questa nebbia semantica riguardante il termine Droga.
 
Alcuni, oggigiorno, insistono per considerare come Droghe solo quelle sostanze che ingerite, fumate, annusate o iniettate provochino dipendenza.  
 
è un punto di vista rispettabile, anzi decisamente rispettabile e che mi sentirei quasi di appoggiare, se non fosse che ci sono dei problemi non da poco di cui scriverò più avanti. è anche un punto di vista che taglia fuori dalla categoria molte delle sostanze oggi considerate droghe.
 
Per esempio, se siamo d'accordo con questa distinzione, e nonostante le BALLE che agenzie governative ci impartiscono, si dovrebbero escludere da questa definizione la Canapa (specie se assunta in dosi effettive, che sono decine di volte le dosi comunemente assunte dai "drogati" che la sprecano con dosi infime e di parecchie grandezze sotto il limite di efficacia e sono più che altro dipendenti dal tabacco al gusto di Marijuana) la Salvia, i funghi magici (di varie specie), l'Ayuasca o Huaei, il Peyote, la segale cornuta e simili, oltre che la pelle di rospi, la lattuga, l'Iboga, l'LSD, il DMT ecc.
 
Come si fa a dire che queste sostanze non provocano dipendenza?
è semplice.  
Non esistono casi di persone dipendenti da queste sostanze tranne che nella fantasia di giornalisti prezzolati e agenti del governo di servizi antidroga. Mostratemi qualcuno che si fa queste sostanze in dosi efficaci (non sub-standard, il che vuol dire che gli effetti devono essere pieni e non già immaginati) con regolarità, almeno tutti i giorni per estesi periodi di tempo.  Come, non potete? Appunto.  Mi sento in grado di affermare senza tema di smentita tutto questo, essendo stato per decenni nella posizione professionale di constatarlo con mano. Inoltre chiunque abbia provato queste sostanze sta ancora parlando dell'ultimo (e magari primo) sballo che ha avuto nel 1971 o 1989 o 2003, alla faccia della dipendenza. Un eventuale consumo costante, non sempre piacevole e perciò improbabile, porterebbe all'estinzione, se non fisica almeno mentale, in un paio di settimane.  Problema sociale risolto.  Peccato però che nonostante la disinformazione imperante e le leggende metropolitane appositamente suscitate dai governi mafiosi, nessuno muoia mai nei cessi della metropolitana per una dose di psylocibina e nessuno abbia mai conosciuto nessuno che si fosse buttato dal balcone sotto l'effetto dell'Iboga o dell'LSD.
 
L'altro problema in questa classificazione risiede nel fatto che ci sono migliaia di sostanze, cose, comportamenti e situazioni, persino non ingerite, fumate, annusate o iniettate, che provocano una pesante dipendenza, fisica e psicologica.
 

L'Italiano medio passa ben 4 ore davanti alla TV2, e se accettiamo che lavori 8 ore, che dorma 8 ore gli rimangono solo 4 ore per TUTTI gli altri aspetti della sua vita, tutti gli altri, e non sono pochi.  Come si può giustificare questa dipendenza che agisce in maniera devastante sulla mente, sul fisico, sulle relazioni sociali e su qualsiasi aspetto della vita personale o sociale?

Ma questa non è una droga, perché non è stata catalogata come tale dai nuovi sacerdoti in camice bianco e stetoscopio.  
 
D'altro canto le 8 ore passate a lavorare sono ben più preoccupanti, visto che ne basterebbero molte meno per produrre la stessa quantità di prodotti che si producono in quel lasso di tempo3, e che le ore in più spese al lavoro sono addirittura contoproducenti per la produzione e per la società nel suo complesso.  Sembra esserci una relazione tra consumo dell'esperienza lavorativa e quello televisivo, cosicchè per la maggior parte delle persone una diminuzione di una delle abitudini portanti della nostra società conduce implacabilmente ad un aumento dell'altra, essendo ambedue incoraggiate e gestite dal sistema sociale. E sapete spiegare perché queste non sarebbero droghe, visto che si hanno gli stessi effetti e gli stessi problemi nella cessazione della fruizione, compresi suicidi, per motivi puramente legati alla dipendenza da questi rituali sociali? Probabilmente perché non si può chimicamente sintetizzare un "principio" attivo, tramite quella branca della chimica che esamina (come ben fa notare Szasz4) le sostanze "narcotiche" con la stessa metodologia con la quale, se fosse coerente con se stessa, esaminerebbe l'acqua santa in una categoria speciale e distinta da acqua distillata o acqua pesante.
 
La situazione si complica.  Finisco per ragioni di lunghezza questa seconda parte e nella terza cercherò di fare un po' di chiarezza sulle vere cause della dipendenza.
  • 1. No, davvero, pura verità: http://www.naturalnews.com/032658_Coca-Cola_cocaine.html
  • 2. Italiani seguono solo gli americani per consumo tv: https://www.key4biz.it/italiani-teledipendenti-piu-di-4-ore-al-giorno-davanti-alla-tv-2/144709/
  • 3. Da molto tempo c'e' chi perora la causa del lavorare meno: http://www.4hourworkday.org/
  • 4. Psichiatra: https://it.wikipedia.org/wiki/Thomas_Szasz

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Complimenti

Bellissimo articolo. A quando la terza parte?

Terza Parte

Ritratto di Pike Bishop

Appena mi riprendo.

Devo scusarmi con tutti, ma ho avuto seri problemi di salute (praticamente il dottore ha cercato di ammazzarmi e ci e' quasi riuscito, ora stanno cercando ancora all'ospedale - ne sono appena uscito un paio d'ore fa - e non si capisce bene se riusciranno a farcela) e sono un po' svagato, sotto l'influenza di farmaci che mi hanno trasformato in uno zombie ancora piu' morto che vivente di quanto gia' non fossi, e naturalmente ho anche tutti gli accessori problemi col lavoro (si disferanno di me?) e tutto il resto.

Percio' non riesco che a scrivere frasette su FB (ebbene si, visto che sono uno zombie tanto vale) e guardare canali demenziali su YT specie su armi da fuoco.

Conto di ritornare in servizio, in tutti i sensi, quanto prima.

Scusatemi ancora. La terza parte non doveva neanche essere l'ultima, in ogni caso.

Un abbraccio

Ritratto di Calvero

Tieni duro Pike

Auguri

Ci mancherebbe, sinceri auguri di pronta guarigione. Ci ritroverai qui a leggerti ;)