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Segreti, bugie e l'e-mail di Snowden: perché sono stato costretto a chiudere Lavabit

Nella Locandina: Il fondatore di Lavabit, Ladar Levison

 

Ecco a voi una storia ambientata nella Terra della Libertà.  Ed un buon motivo per disertare ditte informatiche incorporate o con i servers in quella Terra.

Sebbene in teoria il sistema giudiziario americano sia uno dei più garantisti del mondo (e infinitamente più trasparente di quello italiano), in effetti lo è solo quando fa comodo al Governo americano, altrimenti le garanzie non funzionano più.  Inoltre, visto che il sovvenzionamento occulto tramite sgravi fiscali e finanziamenti indiretti delle startup informatiche da parte del Governo è unico al mondo per dimensioni e generosità, è solo naturale che quando il Governo chiede il conto (cioè informazioni), se gli si dice di no, esso ti scateni addosso tutta la forza dell'esecutivo.

Purtroppo, in America, credono veramente alla propaganda governativa, anche gente che si presumeva sveglia come Mr Levison... passami un lenzuolo per asciugarmi le lacrimette, Shingen!

Eccco di seguito cosa ci racconta sul Guardian di Londra:

Segreti, bugie e l'e-mail di Snowden: perché sono stato costretto a chiudere Lavabit 1

di Ladar Levison
 

La mia Saga legale cominciò l'estate scorsa con qualcuno che bussava alla porta: due agenti federali pronti a consegnarmi un mandato del tribunale che richiedeva l'installazione di apparati di sorveglianza alla rete della mia ditta.

La mia ditta, Lavabit 2, forniva servizi di posta elettronica a 410mila persone, incluso - secondo i Media - Edward Snowden 3 e prosperava offrendo funzionalità specificatamente progettate per proteggere la riservatezza e la sicurezza dei suoi clienti. Non avevo altra scelta se non acconsentire all'installazione degli apparecchi dell'FBI, che avrebbero consegnato nelle mani del Governo USA l'accesso a tutti i messaggi - destinati e provenienti da tutti i miei clienti – mentre essi viaggiavano tra gli account di posta elettronica di altri provider di Internet.

Ma, come se non fosse abbastanza, gli agenti federali mi annunciarono che il loro mandato mi teneva a passare loro le chiavi dei codici segreti privati della mia ditta, al punto che io divenni recalcitrante. Quel che volevano erano le password dei clienti – che venivano spedite in sicurezza – così che potessero accedere alla versione in chiaro dei messaggi dei clienti che usavano lo spazio di archiviazione codificato della mia ditta (Il governo, in seguito, sostenne che questa esigenza era dettata dalla mia inadempienza alle loro richieste).

Preoccupato per quanto gli agenti mi stavano dicendo, li informai che avrei d'apprima desiderato consultare il mandato che mi avevano appena consegnato e poi chiamare un legale. I federali sembrarono sorpresi della mia esitazione.

Quel che seguì fu una tormenta di procedimenti legali che durò 38 giorni e che non solo pose fine alla mia impresa startup, ma soprattutto che ha distrutto, pezzo per pezzo, proprio il principio sul quale l'avevo fondata, vale a dire il diritto alla riservatezza personale.

Durante le prime due settimane, mi furono consegnate citazioni per un totale di sette e fui in contatto con la FBI un giorno si e l'altro no (questo fu il periodo che l'accusa chiamò più tardi il mio “periodo di silenzio”). Ci misi una settimana per trovare un avvocato che potesse rappresentarmi adeguatamente, dati i complessi aspetti tecnologici e legali insiti nel caso, ed ero stato in contatto con lui per meno di un giorno quando gli agenti mi notificarono una citazione a presentarmi in un tribunale della Virginia, a 1.600 km dalla mia residenza. Due giorni dopo mi notificarono il primo mandato per le chiavi dei codici segreti.

Con così poco tempo a disposizione, il mio primo avvocato non potè assistermi in tribunale. Poichè l'intero caso era “Sotto Sigillo” [ndt: secondo il sistema legale americano i documenti di un procedimento possono non essere pubblicamente divulgati per almeno 60 giorni, onde prevenire che il difensore conosca la ragione per la quale il Governo sta conducendo un'investigazione, quando invece in genere sono in libera consultazione] non potevo nemmeno chiedere a qualcuno che non fosse un avvocato una raccomandazione per trovare un avvocato, e tantomeno il perché me ne servisse uno.

Nei giorni precedenti alla seduta del tribunale, passai ore ed ore a ripetere i fatti a dozzine di avvocati, mentre cercavo qualcuno qualificato a rappresentarmi. Scoprii anche che quale "terza parte" in un rinvio a giudizio criminale federale, non avevo diritto ad un avvocato. Dopotutto, solo la mia proprietà era a repentaglio, non la mia libertà. Alla fine fui costretto a scegliere tra andare in tribunale da solo o fare i conti con un mandato di arresto.

In Virginia, il Governo mutò il mandato per le chiavi dei codici in un mandato di perquisizione e mi convocò per nuova seduta in tribunale. Prima di ritornare al mio Stato di residenza contattai un piccolo ufficio di avvocati che fù costretto in pochi giorni a mettere insieme una strategia ed archiviare le informazioni.  Il tribunale vietò loro di avvalersi di consulenti esterni riguardo gli Statuti o sulla tecnologia insita nel caso. Il tribunale per due mesi non trascrisse neanche la mia prima deposizione ai miei legali e li costrinse a procedere senza accesso alle informazioni delle quali avevano bisogno.

Quindi, un giudice federale, senza neanche qualcosa come un'udienza, cominciò un procedimento di Oltraggio alla Corte contro di me.  Ma, così facendo, quel giudice creò una scappatoia: senza un'udienza non mi era stata data l'opportunità , non dico di difendermi attivamente dall'accusa di oltraggio, ma neanche quella di oppormi all'accusa.

Senza opposizione (poichè non mi era stato concessa un'udienza) la Corte d'Appello mi esentò dalle sostanziali questioni sollevate dal mio caso – e confermò l'accusa di oltraggio, sulla base del fatto che non l'avevo discussa in tribunale. Siccome la Corte Suprema degli Stati Uniti tradizionalmente non si occupa di questioni puramente procedurali, mi sarà negata permanentemente giustizia.

Nel frattempo, dovevo prendere una decisione difficile. Non avevo dedicato 10 anni della mia vita a sviluppare Lavabit solo per diventare complice in un piano che sentivo avrebbe coinvolto una totale violazione dei diritto alla riservatezza dei miei clienti. Perciò, senza alternative, la decisione era ovvia: dovevo chiudere la mia ditta.

La principale questione tecnologica che sollevammo nel nostro appello (e che la corte rifiutò di considerare) era cosa costituisca una “perquisizione”; se, per esempio, le forze dell'ordine possano richiedere le chiavi dei codici di un'azienda e usarle per ispezionare le comunicazioni private di ciascun cliente, sebbene il tribunale abbia autorizzato solo l'accesso alle informazioni appartenenti ad uno specifico imputato.

Il problema, qui, è tecnologico: fino a che le comunicazioni non siano state decriptate ed i contenutianalizzati, al momento è impossibile per un apparecchio di sorveglianza determinare quali connessioni di rete appartengano ad uno specifico sospetto. Il Governo sostenne che, siccome “l'ispezione” dei dati era eseguita da una macchina, essi erano esentati dalle normali garanzie del Quarto Emendamento riguardanti le perquisizioni ed i sequestri.

Cosa ancora più importante, nel mio caso, l'accusa sostenne che i miei clienti non avrebbero dovuto aspettarsi riservatezza, anche se il servizio che fornivo – la codificazione – è progettato proprio per la riservatezza dei clienti.

Se la mia esperienza è utile a qualcosa, lo è a dimostrare quel che la maggior parte della gente già sa: ai tribunali non deve essere consentito di esaminare questioni di grande importanza sotto il velo del segreto istruttorio, affinchè non si sia privati sommariamente del diritto ad un processo. Se permettiamo al nostro Governo di continuare ad operare in segreto, è solo questione di tempo prima che voi o qualcuno che amate si trovi nella stessa posizione in cui io sono stato – presenziare ad un tribunale segreto, da solo, e senza le apposite garanzie che da sempre si suppone essere la difesa del popolo dagli abusi di potere dello Stato.

  • 1. Secrets, lies and Snowden's email: why I was forced to shut down Lavabit:  http://www.theguardian.com/commentisfree/2014/may/20/why-did-lavabit-shut-down-snowden-email 
  • 2. Lavabit: http://it.wikipedia.org/wiki/Lavabit 
  • 3. Tutti sanno chi è ma beccatevi ugualmente il link: it.wikipedia.org/wiki/Edward_Snowden

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Agghiacciante

Ritratto di perspicace

Agghiacciante il fatto in se lascia tristi ma la questione è pari pari quella che è esposto nel apposito 3d su LC, ovvero che il governo statunitense a oramai messo le mani su tutti i softwre e i siti "made in USA" e che quando un sito o un programma escono fuori dal loro controllo diventa automaticamente come l chiamano loro "un pericolo per la sicurezza nazionale" con ovvie conseguenze (acquisizione o distruzione). 

Ma la cosa più divertente è vedere gli yankee accusare tutti di spionaggio industriale quando loro hanno creato una struttura di "spionaggio industriale nazionale" che va dritta dritta al servizione del economia USA.

Di fatto hanno legalizzato lo spionaggio industriale di Stato, che in USA dove tutte le maggiori aziende sono finanziate direttamente o indirettamente dallo stato, vuol dire che queste avranno accesso a tutti i confort (spionaggio, debiti illimitati, manipolazione dei mercati, etc. etc.) finanche sono in linea con il volere del governo e con i suoi interessi.