Coelho1 è uno scrittore di fama mondiale con più di 130 milioni di copie vendute.
Recentemente sul suo blog2 ha voluto affrontare il discorso della proposta americana SOPA e più in generale il tema della pirateria. Una sua frase ha fatto il giro del web "Pirati del mondo, unitevi e piratate tutto quello che ho scritto!".
Questa presa di posizione inusuale tra gli autori e detentori di "proprietà intellettuale" di successo è molto interessante e meritevole di essere letta.
Quella che segue è la traduzione dell'intervento sul suo blog.
Quello che penso del S.O.P.A.
di Paulo Coelho
Nella vecchia Unione Sovietica, nei tardi anni '50 e '60, molti dei libri che mettevano in discussione il sistema politico vigente cominciarono a circolare ciclostilandoli privatamente.3. Gli autori non guadagnarono nemmeno un centesimo per le royalties. Anzi, furono perseguitati, denunciati presso gli organi ufficiali, ed esiliati nei tristemente famosi gulag siberiani. Eppure continuarono a scrivere.
Perchè? Perchè avevano bisogno di condividere quello che sentivano. Dai Gospel ai manifesti politici, la letteratura ha permesso alle idee di diffondersi ed anche cambiare il mondo.
Non ho niente contro le persone che guadagnano attraverso i loro libri, del resto è il modo con cui mi guadagno da vivere. Ma guardate quello che sta succedendo. Il S.O.P.A. (Stop Online Piracy Act)4 può distruggere Internet. E' un vero pericolo, non solo per gli americani ma per tutti noi visto che la legge, se approvata, avrà ripercussioni su tutto il pianeta.
Cosa ne penso in merito?
Come autore dovrei difendere la "proprietà intellettuale", ma non lo faccio.
Pirati di tutto il mondo, unitevi e piratate tutto quello che ho scritto!
I bei vecchi tempi dove ogni idea aveva un autore, sono andati per sempre.
Primo, perchè tutto quello che chiunque fa è riciclare i soliti quattro temi: una storia d'amore tra due persone, un triangolo amoroso, lo scontro per il potere, ed il racconto di un'avventura.
In secondo luogo perchè tutti gli scrittori vogliono che ciò che hanno scritto sia letto, che sia su di un giornale, su di un blog, un opuscolo, o su di un muro.
Più spesso ascoltiamo una certa canzone alla radio, più facilmente ne compreremo il CD. Con la letteratura è la stessa cosa.
Più persone "piratano" un libro, meglio è. Se gli piace l'inizio, il giorno dopo compreranno il libro perchè non c'è niente di più faticoso che leggere un lungo testo sullo schermo di un computer.
1. Alcune persone diranno: sei abbastanza ricco da poter distribuire gratis i tuoi libri.
E' vero. Sono ricco. Ma è stato il desiderio di far soldi a farmi scrivere? No. La mia famiglia ed i miei insegnanti dissero tutti che non avevo nessun futuro come scrittore. Ho cominciato a scrivere e continuo a scrivere perchè mi dà piacere e dà un senso alla mia esistenza. Se il motivo fossero i soldi avrei scritto anni fa e mi sarei risparmiato le critiche negative alle mie opere.
2. L'industria editoriale dirà: gli artisti non possono sopravvivere se non vengono pagati.
Nel 1999, quando pubblicarono per la prima volta i miei libri (con ben 3000 copie), la nazione stava attraversando un periodo in cui la carta era una materia prima decisamente scarsa. Per caso ho scoperto una versione "piratata" di "The alchemist" e l'ho messa sulla mia pagina web.
L'anno dopo, quando il problema della mancanza di carta fù superato, ho venduto 10.000 copie della versione cartacea. Nel 2002 avevo avevo superato il milione di copie, oggi ho superato i 12 milioni.
Facendo un viaggio in Russia in treno ho incontrato molte persone che mi dissero che mi avevano conosciuto il mio lavoro attraverso la versione "piratata" che avevo reso disponibile sul mio sito web. Ora ho un sito "Piratate Coelho" dove tengo traccia dei link alle versioni pirata dei miei libri disponibili in peer2peer.
Ed il numero di copie che vendo continua a salire: quasi 140 milioni a livello mondiale.
Quando hai mangiato un'arancia devi tornare al negozio a comprarne un'altra. In tal caso ha senso pagare il consumo.
Con un'opera d'arte, non stai comprando la carta, l'inchiostro, il pennello, la tela o le note musicali ma l'idea che è nata come combinazione di questi prodotti.
Il "piratare" può diventare l'introduzione al lavoro di un artista. Se ti piace la sua idea allora potresti volerla in casa; una buona idea non ha bisogno di protezione.
Il resto è avidità o ignoranza.
- 1. Paulo Coelho: http://it.wikipedia.org/wiki/Paulo_Coelho
- 2. My thoughts on SOPA: http://paulocoelhoblog.com/2012/01/20/welcome-to-pirate-my-books/
- 3. Ciclostile: http://it.wikipedia.org/wiki/Mimeografo
- 4. SOPA: http://it.wikipedia.org/wiki/SOPA
- Dusty's blog
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Mooolto interessante ed è
Mooolto interessante ed è indubbio che lui dica delle sante verità.
Ma non accetto la sua "difesa" quando dice - sì, è vero sono ricco ... .. eccetera eccetera. Il fatto che lui (e gli credo) non lo fece per soldi, non lo sposta di un gradino da quella che comunque rimane una posizione ipocrita. Lui stesso si è tirato in ballo e gli concedo un certo coraggio, visto come possibili ritorsioni dall'establishment possono giungere a "ringraziarlo", ma ugualmente (non sono nato ieri) lui ne avrà un ritorno in termini di notorietà e di nuova icona/bandiera anti-conformista. Come? .. comprandogli i suoi libri ;-)
... ma capiamoci, questa è cosa buona, nel senso di quello che, da qui in poi, potrebbe innescarsi nel tessuto sociale e nella Rete. Quindi un - grazie Coelho - ci sta e alla grande. Non gli va negato. Ma l'ipocrisia rimane poiché se fosse lo stesso cuore che lo aveva spinto a scrivere per passione a spingerlo ora in questa "lotta" ... allora avrebbe dovuto mettere tutto il suo capitale a disposizione di chi deve farsi strada in quel mondo, lasciandosi il sostentamento necessario per vivere più che dignitosamente. Il resto è, tristemente, marketing.
Ciao Calvéro, ci ho pensato
Ciao Calvéro,
ci ho pensato un po', e non penso si possa dire con certezza che sia una posizione ipocrita, anzi, il suo discorso mi sembra chiaro. riassumendo: mi piace scrivere e mi piace essere letto il più possibile (e di sicuro arricchirmi non mi fa schifo). Leggere su di un monitor non è comodo quindi far circolare le proprie opere in digitale lascia comunque spazio all'acquisto cartaceo, ed aumenta la propria visibilità, il tutto gratis (la pubblicità costa, e molto!).
Certo, sostenendo questa posizione purtroppo molto poco diffusa tra gli scrittori di successo (già di per sè, come dicevi, questo è un merito che gli va dato), si è fatto una gran bella pubblicità, ma del resto... qualunque cosa che avesse fatto sarebbe stato criticabile: al servizio del potere
- se si fosse allineato alle posizioni di tutti gli altri allora sarebbe stato un
- si è schierato dalla parte dei pirati ed addirittura contro alla "proprietà intellettuale", ma lo fa per pubblicità
Mi pare difficile uscirne :-D
Il discorso pro "pirateria"
Il discorso pro "pirateria" e' sacrosanto, e c'e' da ringraziare Coelho per quel che dice, ma fino ad un certo punto.
Innanzitutto nessuno deve "piratare" i suoi propri libri: sarebbe sufficiente distribuirne una versione gratutita tramite internet. Se il contratto con l'eventuale editore comprende la clausola della versione digitale gratuita in rete NON E' PIRATERIA.
Percio' sostenere la Pirateria e' giusto, dire che si piratano i propri libri e' una cazzata ad effetto, come dire che qualcuno si deruba da solo. Il fatto che la distribuzione gratuita virtuale sia un buon sistema di propaganda a quella cartacea e' innegabile. Come e' innegabile che le versioni pirata di articoli validi spingono persone che non avrebbero mai considerato di comprare l'articolo (film, documentario, libro, programma)a comprarlo. Non dovrebbe essere un mistero: voi bambini siete troppo giovani per ricordarvelo, ma c'era un tempo (prima del mio, ma ho visto parecchi reperti) in cui i libri non venivano "tagliati" dall'editore che per un quinto ed il resto era "chiuso", cioe' le pagine non erano divise ma raccolte a due a due. Se si acquistava il libro e lo si riportava indietro nella stessa situazione, con le pagine chiuse ancora nello stesso stato, il prezzo veniva restituito all'acquirente. Cioe', se dopo aver letto parte del libro non si era interessati a finirlo non si spendeva niente. Si poteva anche leggere la parte aperta in libreria. Era un sistema ingegnoso, peccato che alcuni scrittori scrivessero benissimo l'inizio del libro e il resto era buttato giu' con meno cura, ma erano una minoranza.
Lo stesso trucco sta diventando abbastanza diffuso in rete.
La cosa che non quadra con il signor Coelho, e' che il suo esempio personale non regge. Lui aveva gia' potuto propagandare il suo libro grazie alla casa editrice che ne aveva gia' stampate 3000 copie. Sono tutti capaci a scopare con l'uccello ben in tiro!
Il fatto e' che oggi e' pieno di libri editi via internet e che si possono scaricare a gratis, quindi la pubblicita' e' un problema comunque e non necessariamente quella gratuita e' anche efficace: se si vuol rendere il libro conosciuto bisogna trovare il modo piu' efficace di farlo conoscere che spesso ha dei costi, perche' non tutti sono pronti a leggere anche solo poche righe se il libro non e' propagandato. Anche per il semplice fatto che diceva Coelho: leggere allo schermo e' una pena.
C'e' da dire che oggi si stanno affermando i libri elettronici stile Kindle, che sono molto meglio da leggersi che uno schermo di computer (ve li potete portare nella giacca e leggere al cesso o in cucina), e questo manda un po' a carte quarantotto la tesi conclusiva di Coelho.
Comunque ragazzi, se scrivero' la mia autobiografia come richiesto piu' volte da Carlo Brevi (un po' di pubblicita': http://santaruina.it/ ) sara' in edizione elettronica gratuita: proprio non riesco a concepire che qualcuno possa essere disposto a pagare per quello che scrivo... :-D
Ho smesso di leggere Cohelo
Ho smesso di leggere Cohelo dopo essermi reso conto che stava iniziando a marciare un pò troppo sull'onda della prima idea avuta con l'alchimista che tornava sotto varie forme riproponendo alla fine la stessa minestra. In più, alcuni concetti che iniziava a propagandare mi suonavano storti; e non ero ancora sceso nell'arena di internet e dell'informazione alternativa... Ma qualcosa di istintivo mi diceva che il tipo stava vendendo banalità mascherate da filosofie di vita elevate infilandoci in mezzo valori che non mi appartenevano.
Ho letto in tutto 5 o 6 suoi libri.
Interessante la sua presa di posizione ma... Come già notato da altri... Gatta ci cova