Oliver Stone torna ai suoi tempi migliori, un grido di aiuto perchè le persone ritrovino la dignità e il coraggio di rialzare la testa. Per tutti quelli che ancora non sanno e per chi ha preferito dimenticare.
Clint Eastwood ci regala un piccolo affresco umano girato con mestiere e onesta passione. La propaganda a stelle e striscie, pur presente in modo sintomatico non disturba troppo perché alla fine ciò che emerge è l'uomo che in quanto tale non ha nazionalità e ideologia ma soltanto appartenenza a sé stesso, ai suoi dubbi, alla sua umanità.
Tripudio del surrealismo e del trash nonsense. Dialoghi esilaranti che sembrano scritti da Mel Brooks su una sceneggiatura composta da spezzoni casuali estratti a sorte con i dadi
Una secchiata di acqua gelida mentre dormi in divano; nel piattume di un cinema a stelle e striscie in delirio arriva un prodotto di denuncia e controcorrente che ha pure la pretesa di spiegare l'economia al popolo rincoglionito
Acuta operazione di marketing sopratutto cerebrale che si è concretizzata nelle infinite diatribe, del tutto inutili, tra pro e contro e che ha raggiunto lo scopo prefisso: trasformare in un successo commerciale un film che non c'è.
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