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L’eradicazione della polio in India : un tragico successo

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La regione del Sud-Est Asiatico è stata dichiarata ufficialmente « esente da polio » nel 2014 da parte dell’OMS. Leggiamo le parole di soddisfazione dal sito della Global Polio Eradication Initiative, l’organizzazione responsabile degli sforzi per eradicare la polio a livello globale (finanziata da : OMS, Rotary, CDC, UNICEF, Bill&Melinda Gates1), scritte il 13 Gennaio del 20172:

 

Oggi, sei anni fa, Rukhsar Khatoon dal Bengal dell’ovest divenne l’ultimo bambino indiano aessere paralizzato dalla polio. Da quel giorno, l’India non ha più avuto un singolo caso di polio selvaggia, preparando la strada per la certificazione « esente da polio » della regione del Sud Est Asiatico nel 2014 da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

 

Altri commenti di soddisfazione dal sito della BBC3

Sono passati tre anni da quando l’India ha riportato l’ultimo caso di polio. Patralekha Chatterjee (la giornalista autrice dell'articolo) ci racconta di come il paese sembra essere finalmente riuscito a battere la malattia. Nonostante un sistema sanitario affetto da gravi problemi, l’India è entrata nel nuovo anno con un risultato di cui essere fiera.

Simili considerazioni dal quotidiano indiano « The Hindu »4

 

"Questa è una vittoria importante per i milioni di lavoratori del settore della sanità che hanno lavorato coi governi, le organizzazioni non governative, la società civile e le associazioni internazionali per eradicare la polio dalla Regione. E’ un segno di ciò che possiamo lasciare ai nostri figli lavorando insieme", ha detto il Dr. Poonam Khetrapal Singh, Direttore Regionale dell’OMS per la Regione del Sud-Est Asiatico.

 

Insomma: una grande vittoria della Scienza e della Politica sulla Natura, milioni di vite salvate e grandi pacche sulle spalle. Purtroppo però, come spesso accade, i notiziari e i giornali si dimenticano di menzionare alcuni piccoli dettagli.

 

Dovete sapere che esistono diversi ceppi5 del virus della polio, ed è possible distinguere tra quelli selvaggi e quelli derivati da vaccino 6 facendo opportune analisi utilizzando ad esempio campioni delle feci di persone contagiate. Esiste però anche una forma di paralisi clinicamente indistinguibile dalla polio, ma non causata dai poliovirus riconosciuti. In questo caso si parla di Paralisi Flaccida Acuta di tipo non-polio, le cui cause possono essere molteplici: alcuni altri enterovirus oppure sostanze tossiche come l'arsenico, ad esempio. Esistono ragioni per supporre, come vedremo, che un’altra possibile causa siano mutazioni dei poliovirus non riconoscibili attraverso i test di labortorio attualmente disponibili.

 

La distinzione tra i due casi (polio e non-polio) è ovviamente fondamentale ai fini statistici, ma si dà il caso purtroppo che nel 2004 l’OMS sia stato accusato7 da un gruppo di medici indiani di aver giocato con i criteri diagnostici per manipolare le statistiche a seconda delle convenienze8.

 

Andiamo dunque a vedere con i nosti occhi i dati sulle PFA (AFP in inglese) di tipo polio e non-polio sul sito ufficiale dell’ OMS9.

Evidenziate tutti gli anni dal 2000 al 2018 (le iniziative per l’eradicazione iniziarono nel 1988, ma i dati prima del 2000 non sono disponibili). Poi evidenziate l’India, segnando la casella « Country Details » e poi cliccate su « Show Data ». Otterrete la seguente tabella :

 

 

Guardate i numeri : mentre i casi di paralisi dovuta al virus polio selvaggio (cioè non derivato da vaccino) sono scesi fino a zero (quarta colonna da destra), i casi totali e il tasso di incidenza di PAF non-polio (prima e seconda colonna) sono quadruplicati, passando da 8103 casi nel 2000 a 33358 nel 2018, con un picco massimo di 60922 casi nel 2012 (un anno dopo l’ultimo caso ufficiale di polio).

 

Eh si, avete capito bene. Mentre si stappano bottiglie di champagne per celebrare li successo dell’eradicazione della polio in India, le paralisi di tipo non-polio sono aumentate in maniera preoccupante. Ma cosa ci importa, vuoi mettere la soddisfazione di rimanere paralizzati per una causa diversa dai poliovirus riconosciuti in laboratorio? E’ tutta un’altra storia.

 

Non è finita qui : sembra infatti che la contrazione di PAF non-polio sia correlata al numero di dosi di OPV10 ricevute. Andiamo infatti a leggere questo articolo11, pubblicato come supplemento della celebre rivista scientifica americana « Pediatrics » (giornale ufficiae dell’Accademia Americana dei Pediatri) :

 

 Risultati : NPAFP12 è aumentata con il numero di dosi di vaccino per la polio orale utilizzate….. Quando gli effetti delle dosi cumulative durante gli anni precedenti furono esaminati, il tasso di NPAFP nel 2013 risultò correlato in modo ottimale con le dosi cumulative ricevute nei 7 anni precedenti….. Questa correlazione era altamente significativa…...Il tasso di NPAFP in Uttar Pradesh and Bihar13, che era aumentato in modo regolarmente fino al 2011, diminuì nei due stati nel 2012, in coincidenza con una riduzione del numero di dosi di OPV somministrate…. L’incidenza della NPAFP era fortemente associata col numero di dosi di OPV distribuite nell’area. E’ stata anche osservata una relazione di tipo dose-risposta con le dosi cumulative degli anni precedenti, il che rafforza l’ipotetica relazione trail vaccino e la NPAFP. Il calo del tasso di NPAFP in Bihar e UP per la prima volta in 2012, con il calo del numero di dosi di OPV somministrate, è prova di una relazione di causa-effetto tra le dosi di OPV e il tasso di NPAFP

 

Insomma, secondo questi ricercatori indiani l’OPV sarebbe la causa delle paralisi di tipo non-polio. Il meccanismo causativo non è completamente chiaro14, ma l’idea che possa trattarsi di una mutazione del virus vaccinale in una forma che non viene riconosciuta nelle analisi (o che per qualche altra ragione non viene correttamente classificata nelle statistiche) non è poi così peregrina. In ogni caso il punto è che si tratta di un problema enorme, ma chissà perché a nessuno sembra interessare toppo, tantomeno ai giornali.

 

Andiamo a leggere un altro interessante articolo15apparso sul « Indian Journal of Medical Ethics » nel 2012, sarcasticamente intitolato : « Programma Polio : dichiariamo la vittoria e voltiamo pagina »

 

Si sperava che in seguito all’eradicazione della polio, si potesse smettere con l’immunizzazione. In ogni caso la sintesi16  del virus della polio nel 2012 ha reso l’eradicazione impossibile. Si argomenta che convincere le nazioni povere a investire le loro scarse risorse in un sogno impossibile durante gli ultimi 10 anni sia stato immorale. Inoltre, mentre l’India è stata dichiarata esente da polio per un anno, c’è stato un enorme incremento nei casi di NPAFP. Nel 2011 ci furono 47500 nuovi casi di NPAFP. Clinicamente indistinguibile dalla paralisi dovuta alla polio ma due volte più mortale, l’incidenza della NPAFP era direttamente proporzionale alle dosi di vaccino orale ricevute. Nonostante questi dati siano stati raccolti all’interno del programma di sorveglianza per la polio, non sono stati investigati. Il principio di « primum-non-nocere » è stato violato. Gli autori suggeriscono che l’enorme fattura di $8 miliardi di Dollari spesa nel programma sia una piccola somma da pagare se il Mondo imparerà a diffidare di tali programmi verticali17 in futuro.

 

La replicazione del virus in laboratorio non è l'unico fattore a rendere impossibile l'eradicazione della polio. Infatti il primo criterio 18 richiesto per l’eradicazione di una malattia è l’assenza dei cosiddetti « portatori  cronici » del patogeno: individui cioè che continuano a produrre e diffondere il poliovirus per anni o addirittura decenni, pur non manifestando i sintomi della malattia. Nel 1981 negli USA fu individuato un paziente che invece sembrava avere proprio queste caratterisitche. Leggiamo le parole di Olen Kew, capo della Sezione di Viroogia Molecolare della CDC, citato in un ottimo libro19 di William Muraskin, professore di Studi Urbani del Queens College di New York:

 

Non vedemmo alcuna prova di questa condizione [di portatore cronico] nel nei paesi in via di sviluppo e non vedemmo traccia del virus da vaccino [orale di Sabin], ma solo quello selvaggio [a essere portato in modo cronico]. Quindi non ci sembrava che fosse un problema di salute pubblica. Ciò che mi fece cambiare idea fu che negli USA nel 1981-82 quando provammo a usare la nostra tecnica di riconoscimento genetico [per trovare l’origine della specifica infezione] su un paziente dello Stato del Missouri, ci sembrava che fosse il poliovirus selvaggio…… ma la cosa mi infastidì. Jonas Salk a quel tempo (1981) disse che si trattava del virus Sabin [derivato da vaccino], ma non eravamo in grado di dimostrarlo in quel momento. Eravamo tutti turbati dal virus apparentemente selvaggio in Missouri, ma anche con i migliori mezzi a disposizione non potevamo dimostrare nulla…… Prendemmo una decisione sbagliata nel 1981 e Salk aveva ragione quando dissentì.

 

Muraskin continua dicendo :

 

Il paziente del Missouri era un portatore cronico di un virus derivato dal vaccino orale…..Si assunse che non ci fossero questo tipo di portatori cronici nel mondo in via di sviluppo e che il ‘problema’ , sempre che esistesse, fosse solo un dilemma del Nord…. Ma la domanda ovvia è : "Qualcuno si è mai messo a cercare?" Le autorità pubbliche spesso dicono "non abbiamo visto" qualcosa quando in realtà non sono stati in grado, oppure non hanno avuto la volontà, di compiere gli studi per cercare veramente quel qualcosa.

 

Riassumendo: l’India ha speso una fortuna per un programma che non solo non garantisce l’eradicazione della polio, ma che in realtà sta causando una emergenza sanitaria di cui quasi nessuno vuole occuparsi. Quel denaro avrebbe potuto essere utilizzato per costruire infrastrutture più utili e durature (ad esempio le fognature : la polio si contrae per contaminazione oro-fecale) e combattere la miseria dilagante. I medici e ricercatori indiani hanno tutte le ragioni per essere indignati davanti a questa tragedia e a questo sperpero di risorse.

 

Il resto del mondo intanto dorme tranquillo.