Operazione Valchiria (Valkyrie, 2008)
- genere: Thriller
- regia: Bryan Singer
- interpreti: Tom Cruise, Kenneth Brannagh, Bill Nighy, Tom Wilkinson
- produzione: United Artist
GIUDIZIO: Da non perdere
In due parole
Recensione
Tornare a lavorare con lo sceneggiatore Cristopher McQuarrie da cui si era separato dopo lo straordinario: "I soliti sospetti", deve aver giovato a Bryan Singer. Il bravo regista sembrava infatti essere rimasto intrappolato nel ruolo del "giovane talento" al servizio delle trasposizioni filmiche dei fumetti americani. Dopo i primi due episodi della serie "X-Men" e la rivisitazione di superman in "Superman returns" ce lo ritroviamo a dirigere un film che ha avuto una gestazione tanto travagliata da essere stato etichettato come "Flop" o come "Pessimo film" prima ancora della sua uscita; dimostrando invece, alla luce dei fatti, di essere un solido Thriller come non se ne vedevano da tempo.
Ma Operazione Valchiria non è soltanto questo: è anche una ricostruzione storica molto accurata con una regia lontanissima dalla logica dei Blockbusters attuali ma molto vicina alla "Vecchia scuola", tanto che ci ricorda registi del calibro di "Raul Walsh" o "Robert Aldrich". E' anche la terza volta che Singer si confronta con la tematica del Nazismo (dopo il non riuscito l'allievo e le citazioni più o meno esplicite in X-Men) dimostrando come l'autore ne sia in qualche modo colpito.
La bravura del regista si vede proprio nel modo in cui, con poche ed essenziali pennellate, riesce a dipingere il quadro storico e a trasmettere tutta l'inquietudine dell'ideologia nazional-socialista senza bisogno di essere didascalico o di soffermarsi su episodi particolari. Riesce a farlo con immediatezza e semplicità con immagini di forte impatto; e dedica poi la sua abilità registica a costruire dei solidi personaggi e una narrazione efficace in cui, l'ipocrisia, la vigliaccheria, l'indecisione, le ideologie o le semplici convinzioni dei personaggi mostrate anche attraverso l'epressività e i giochi di sguardi, montano la suspance in un'escalation di tensione che tiene lo spettatore incollato alla sedia.
Ciò che colpisce è che nonostante nel film venga raccontato un fatto storico che tutti conoscono e dall'esito già scritto, si arriva ad un certo punto a sperare ma non solo, a credere, che il complotto possa riuscire. Questa a nostro avviso è la dimostrazione più lampante dell'efficacia narrativa di Singer che coinvolge completamente lo spettatore appassionandolo a tal punto da regalargli l'illusione che la "Storia" possa essere riscritta e finire in modo diverso.
Rimane inoltre una sensazione che si avverte anche se non è assolutamente esplicitata nel film: e cioè che un'entità maligna abbia protetto il dittatore permettendo il trionfo del male.
Bravo Singer, ci sarebbe da chiedersi il perchè di tante stroncature anche se dopo la sua uscita, i commenti favorevoli per fortuna non sono mancati.
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