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La vera guerra è rimanere svegli

La mia migliore nemica (Bride Wars 2009)


  • genere: Commedia
  • regia: Gary Winick
  • interpreti: Kate Hudson, Anne Hathaway, Bryan Greenberg, Chris PLatt
  • produzione: Firm Films

GIUDIZIO: Evitabile

In due parole

Più potente del Tavor, più efficace della Valeriana; è uno scatolone vuoto tenuto assieme da stereotipi triti e ritriti.

Recensione

Con questo capolavoro di inconsistenza, il regista Gary Winick riesce a perdere per strada anche lo spettatore più temerario. Il film non decolla mai e dopo un'ora di visione anche il più solido e proverbiale "mattone" della storia del cinema che possiate ricordare di aver visto (decidete voi), sembrerà a confronto un cortometraggio d'azione.

Anche lo schema ormai collaudato delle due amiche, una ricca e determinata, l'altra semplice, insicura e squattrinata, che dovrebbe dare spessore ai personaggi, risulta talmente banale e artificioso da ridursi a un mero veicolo per propagandare marchi di moda. In questo modo ci viene anche fatto sapere che l'ambizione di tutte le persone che tirano a campare e che devono farsi un mazzo così dalla mattina alla sera lavorando come schiavi, è quella di possedere un capo di Dolce&Gabbana; prerequisito fondamentale per essere accettati tra la gente "Normale".

Si prosegue così a colpi di Valium con le due divette di Hollywood impegnate a sembrare quanto più possibile "Bamboline" tra dialoghi piatti come una tavola da stiro, protagonisti maschili che sembrano ritagliati da un catalogo di postalmarket e stupidaggini di ogni sorta e colore a riempire un mondo di finzione (non solo cinematografica), per scoprire dopo 45 minuti di una noia mortale, che l'inizio del momento caldo del film, e cioè quando le amiche per la pelle si trasformano in nemiche giurate sperando di mandarsi reciprocamente in "vacca" il matrimonio, che tutta l'azione, la cattiveria, e forse il momento divertente tanto atteso, altro non è che un proseguimento letargico di tutta la prima parte.

Ciò che rimane alla fine della visione è soltanto il ricordo della sfliza di marchi pubblicitari che fanno passerella e capolino in ogni inquadratura della pellicola (ormai una consuetudine nei film) e il vigliacco messaggio quasi subliminale che viene fatto passare nel finale: il matrimonio che alla fine va male è quello della ragazza semplice che troverà però un ripiego immediato e felice (incredibile ma vero) dove? Ma con il fratello dell'amica donna in carriera e di successo che oltretutto spunta come pretendente all'improvviso.

Ecco, se a questo punto non siete ancora tra le braccia di morfeo potete mandarli tutti solennemente a cagare.