Con la diffusione del coronavirus, i leader degli Stati Uniti stano facendo ricorso a tutto il loro potere per tentare di fermarne la diffusione. Il governo federale ha suggerito il distanziamento sociale e la quarantena, mentre gli stati hanno semplicemente imposto mandati obbligatori. Alcuni gridano quanto sia necessario che lo stato intervenga e come il mercato non sia in grado di realizzare queste misure. Ciò solleva una questione: queste misure possono verificarsi in una società apolide? Le misure viste nell'attuale crisi sono forzate dallo stato, mentre alcuni attori di mercato potrebbero creare le stesse condizioni di quarantena, sebbene forse non nella stessa misura. Per chiarire, nulla di tutto ciò vuol dare un giudizio di valore sull'efficacia delle quarantene, solo che potrebbero essere attuate senza uno stato.
Innanzitutto, definiamo cosa si intende per "società apolide". In senso lato è una società a cui manca uno stato, un governo con il monopolio della violenza. Una società apolide si baserebbe sui diritti di proprietà contrattuale. In assenza dello stato, molte persone sceglierebbero di vivere in comunità contrattuali con regole ben definite. In tale ordine, gli attori di mercato come le agenzie di difesa private manterrebbero l'ordine proteggendo i diritti di proprietà. Gli aspetti "utili" dello stato potrebbero essere facilmente eseguiti dagli attori di mercato che cercano profitti e si sforzano quindi di fornire il meglio ai consumatori.
Se ci fosse una minaccia letale come una pandemia, è improbabile che gli abitanti di queste comunità basate sui diritti di proprietà consentano l'ingresso se non fosse già vietato. Nel caso di una pandemia, l'incentivo a limitare l'ingresso alle proprietà individuali o alle comunità contrattuali sarebbe considerevole, portando a tutti gli effeti ad una auto-quarantena.
Sebbene gli individui non si troverebbero sempre sulla propria proprietà, ogni proprietà avrebbe un proprietario e vorrebbe proteggere quelli su di essa. Questo succede oggi sulla proprietà privata. Nell'attuale crisi le RSA, che ospitano le persone più vulnerabili al virus, stavano già prendendo precauzioni e limitando l'ingresso prima che il governo federale prendesse provvedimenti. Alcuni commercianti negli Stati Uniti stavano implementando misure precauzionali per proteggere al meglio i propri clienti, come la sperimentazione di corridoi "a senso unico" al fine di ridurre al minimo il rischio. Casi più estremi includono la limitazione della quantità di acquirenti nei negozi. In un mercato competitivo e senza ostacoli, i produttori avrebbero un forte incentivo ad attrarre acquirenti e, in una pandemia, tali precauzioni rassicurerebbero quel ramo di popolazione più preoccupato. Ovviamente non tutti i commercianti stanno prendendo misure volontarie nel tentativo di fermare la diffusione del virus, e gli stessi probabilmente non lo farebbero in assenza di uno stato; tuttavia, a seconda dell'isteria della massa, coloro che avrebbero preso le precauzioni apparirebbero meglio agli occhi dei consumatori. Se c'è una forte domanda da parte dei consumatori di protezione dalla malattia, ci sarà un incentivo per i commercianti ad attuare i relativi protocolli.
Le ditte specializzate nella protezione delle persone e delle loro proprietà prenderebbero anch'esse provvedimenti per fermare la diffusione di un virus. Oggi le aziende il cui unico scopo è mitigare le perdite sono le assicurazioni e senza uno stato i loro ruoli diventerebbero più importanti. Non solo dovrebbero pagare per le perdite, ma avrebbero un forte incentivo a prevenirle in primo luogo. Una pandemia riguarda una malattia e le compagnie di assicurazione sarebbero le più colpite. Al fine di massimizzare i loro profitti e minimizzare le loro perdite, queste aziende prenderebbero il maggior numero possibile di misure precauzionali al fine di prevenire la diffusione di una malattia. Poiché tali società operano in base ad accordi contrattuali con i loro clienti, non possono semplicemente aumentare i loro tassi in risposta al contagio. Potrebbero offrire polizze più basse ai nuovi clienti disposti a mettersi in quarantena e polizze più alte a quelli che non lo farebbero. Le aziende potrebbero attirare i clienti con piani alternativi meno costosi con un requisito di auto-quarantena. Se i clienti lo desiderassero, potrebbero cambiare piano; il vecchio contratto verrebbe sciolto e sarebbe necessaria la quarantena.
Si potrebbe obiettare che questo tipo di contratto richiederebbe un apparato di sorveglianza coercitivo, quindi statale. Tuttavia questa obiezione è errata e ignora il funzionamento dello status quo preesistente: l'assicurazione ha delle condizioni. Supponiamo che qualcuno stipuli un'assicurazione per la propria abitazione e che tale assicurazione vieti determinati oggetti, ad esempio i tappeti elastici, per motivi di responsabilità. L'assicurazione non farebbe sorvolare incessantemente droni di sorveglianza sulla casa, ma se venisse scoperto un tappeto elastico in circostanze normali, il proprietario sarebbe in violazione del suo contratto e ne subirebbe le conseguenze. Allo stesso modo nella società apolide se un individuo ha accettato una condizione di quarantena e ha stipulato la polizza più economica, e quindi decide di andarsene a zonzo in città, qualora venisse sorpreso sarebbe in violazione del contratto. L'assicurazione potrebbe teoricamente tracciare coloro che interrompono la quarantena, ad esempio creando un sistema di segnalazione tra le imprese meno essenziali. In casi più estremi, come parte del contratto, le aziende potrebbero richiedere l'autorizzazione per tenere traccia dei movimenti del cliente. Di certo i metodi usati dalle aziende potrebbero diventare altamente invasivi, se non tirannia volontaria; tuttavia, al fine di attirare un maggior numero di clienti, le imprese concorrenti tenterebbero di garantire la conformità dei clienti con i mezzi meno invasivi possibili.
Il concetto di quarantena forzata dall'assicurazione può essere applicato anche alla produzione. Attualmente molti produttori che cercano di attirare i migliori lavoratori già pagano per l'assicurazione sanitaria dei loro dipendenti. L'assicurazione potrebbe utilizzare le stesse cose (stipulare misure di quarantena nei nuovi contratti o offrire alternative a un tasso migliore) ai proprietari di imprese, tranne che in questo caso si applicherebbe al funzionamento dell'impresa. Al fine di contenere i costi, sarebbero incoraggiate le precauzioni contro la malattia, come far lavorare i dipendenti da remoto. La produzione potrebbe essere riorganizzata per più spazio e/o isolamento per impedire la trasmissione e, in alcuni casi, i dipendenti potrebbero essere licenziati. Sebbene i metodi sembrino poco gentili nei confronti dei lavoratori, i dipendenti non lavorano specificatamente per le prestazioni assicurative ma per i salari, ed è la società e non il lavoratore che assicura la copertura. È anche importante tenere presente che l'obiettivo dell'azienda è quello di garantirsi la migliore manodopera e pertanto cercherà di ridurre al minimo i tagli alla stessa.
Si può ammettere che queste misure non sarebbero così forti come quelle di uno stato. Alcuni potrebbero benissimo accettare i rischi e rinunciare alla stipula di un'assicurazione. Ma a differenza dello stato, questi attori di mercato perseguono profitti risolvendo i problemi con i mezzi più efficienti possibili. Se le quarantene rappresentano una misura efficace, verrebbero implementate e, in caso contrario, verrebbero probabilmente respinte. Ancora più importante, sul mercato sarebbero volontarie e la loro efficacia sarebbe valutata attraverso il processo di mercato e non attraverso il monopolio statale.
Riassumendo, l'attuale crisi ha portato a nuove norme imposte dallo stato: ordini di domicilio, distanziamento sociale, ecc. Molti insistono sul fatto che non solo lo stato sia necessario, ma che sia l'unica organizzazione capace di attuare queste misure. In realtà, in assenza dello stato diversi attori di mercato potrebbero replicare molti di questi protocolli su base volontaria e la loro utilità sarebbe giudicata anziché forzata.
Traduzione per il Portico Dipinto a cura di Johnny Contanti. Articolo originale di Isaac Deak.
- Johnny Contanti's blog
- Login per inviare commenti
- Versione stampabile
- Send by email
Relevant Content
Articoli collegati
- Cripto-Anarchia ed Imprenditoria Libertaria – Capitolo 2: La Crittografia a Chiave Pubblica
- Cripto-Anarchia ed Imprenditoria Libertaria – Capitolo 1: La Strategia
- E' il Momento di Bitcoin
- Bitcoin Risponde per le Rime
- I Governi Sono in Bancarotta. I Sindacati Sono Falliti. Un Nuovo Giorno Sta Sorgendo per la Libertà.
Assicurazioni
Ci sarebbe un discorso da fare sulle assicurazioni. Le assicurazioni, oggi come oggi, sono come sono per via dello Stato. In un mercato falsato da obblighi assicurazioni imposti con la violenza, le assicurazioni si trasformano in una tessera importante dell'incubo totalitario in cui viviamo.
Percio', quel che si scrive a proposito delle assicurazioni viene subito visto come una terrificante visione distopica, in cui non bisogna vietare, perche' il fatto di non essere assicurati impedisce di fatto di fare qualsiasi cosa. Invece, facendo un piccolo sforzo di immaginazione, bisogna tornare indietro nel tempo in cui le assicurazioni erano TUTTE facoltative.
Ancora ricordo che al Salone dell'Automobile degli anni belli, una manifestazione affascinante e seguitissima che era il paradiso per tutti quelli che erano ragazzini negli anni '60 (e pure per gli adulti), quelli degli stand delle assicurazioni, rigorosamente facoltative, srotolavano il tappeto rosso davanti al possibile cliente, offrendo assicurazioni a prezzi competitivi, e che potevano essere contrattati e personalizzati. La stragrande maggioranza degli automobilisti ci pensava ben bene prima di firmare una polizza assicurativa e le assicurazioni facevano gara a superarsi l'un l'altra per la puntualita' dei pagamenti in caso di sinistro. Erano ancora i tempi nei quali si poteva viaggiare come si voleva e il mercato automobistico era fiorente perche' l'individualita' veniva premiata.
In una societa' statalista, invece, l'assicurazione e' una forca per proibire atteggiamenti non conformi ai dettati statali. Non e' piu' privata di quanto lo sia tutto il resto. Questa ultima vicenda del Pecorona virus ha confermato che avevamo avuto sempre ragione, e chi diceva che lo Stato non esistesse piu' per colpa dei privati dovrebbe spiegare come succede che le compagnie aeree ed i costruttori di aereoplani non abbiano potuto evitare di fallire, e continuare a fallire, incalzati, fra gli altri, dallo sbirrume assicurativo.
Lo Stato e' il Padrone, perche' ha l'Esclusiva della Violenza. E chiamare privata BlackRock e' pura stupidita'.